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Autore: AoiHand    06/08/2010    1 recensioni
Rufy non sarà mai un marine, per altro sarebbe un soldato terribile! Ma se certi incontri fossero andati in maniera differente e Garp avesse preso decisioni diverse...
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Una delle prime memorie di Coby era quella di un soldato della marina che arrestava un pirata nel suo villaggio natale.

Quest’ultimo era venuto per saccheggiare e distruggere (com’è abitudine tipica dei pirati) ma i marine erano apparsi non appena la ciurma aveva messo piede sulla spiaggia. Non sapeva se fosse stata una coincidenza o se fossero stati già all’inseguimento, ma ne fu comunque impressionato. L’eroe aveva sistemato le cose e riportato la giustizia vincendo la gratitudine della popolazione adorante e sconfiggendo i cattivi.

Per un bel po’ di tempo tutti i suoi giochi si erano concentrati attorno alla figura di un eroe che correva a salvare il mondo, finché non aveva avuto più tempo di giocare. Tuttavia, ogni tanto ricordava ancora il terrore paralizzante ed il successivo sollievo provato quando il soldato era tornato trionfante, dichiarando che quei pirati ‘non avevano concezione dell’onore e della giustizia’.

Era la sua segreta fonte di ispirazione. Ogni volta che la sua volontà aveva vacillato si era attaccato a quell’immagine sbiadita, un uomo barbuto con la divisa da marine che aveva sconfitto i pirati invasori con un incredibile pugno. I dettagli li aveva persi da tempo, ma aveva mantenuto ancora intatta l’immagine dell’eroico soldato che combatteva per la giustizia e per gli indifesi.

Un paio di anni più tardi, anche quest’immagine ideale fu schiacciata dal tacco del suo oppressore, che prosciugò fino all’ultima goccia del suo coraggio e spazzò via come polvere gli ultimi frammenti del suo ispiratore.

-break-

Coby odiava la sua vita.

Aveva studiato duramente e sapeva un sacco di cose sul mare, sulla navigazione di base, su come calcolare le razioni di cibo, ogni emissione di taglia ed ogni tipo di navi che solcavano la Rotta Maggiore. Praticamente aveva ottenuto l’educazione utilissima per un futuro marine.

Perciò, come aveva potuto essere così enormemente stupido da finire su una nave pirata avendo progettato di trascorrere una giornata a pescare?

Il terrore che aveva provato nella sua infanzia era tornato, ma tutto quello che poteva fare era strisciare per salvarsi la vita, seguendo unicamente i suoi istinti di sopravvivenza. Aveva già trascorso due anni della sua esistenza vivendo in quell’inferno e, dato che Albida non sembrava proprio intenzionata a lasciarlo andare via presto, probabilmente ne avrebbe pensi ancora di più.

Una volta aveva dei valori ed un sogno serbato a lungo, ma il coraggio, non abbastanza, non più. Costruire quella scialuppa in legno marcio gliene aveva preso più di quello che possedeva, tanto che era troppo terrorizzato per vararla.

Così, tutto sarebbe proseguito in questa maniera se un giovane braccio affusolato non fosse emerso con forza da un barile che avrebbe dovuto contenere del liquore.

-break-

Monkey D. Rufy si era goduto il pisolino e si sentiva completamente rinvigorito.

Aveva il sicuro presentimento che più tardi sarebbe stato sculacciato, dato che avrebbe dovuto essere sulla nave e non a riposarsi in una scialuppa. A dire la verità la sua intenzione non era quella, ma quando si era defilato per andare a pescare (perché le riunioni ed il lavoro d’ufficio erano così noiosi!) si era dimenticato che non sapeva navigare (abilità misteriosa) ed era finito dritto dentro ad un mulinello (il che sarebbe stato anche divertente, ammettiamolo, se non fosse stato scomodo essere circondati da tutta quell’acqua di mare).

Non sarebbe stato tanto male ma era così affamaaaaaaaaaaaaaaato (l’allungamento serve per mostrare meglio la sensazione) e non aveva intenzione di beccarsi la ramanzina dei suoi subordinati una volta tornato sulla nave. Guardando l’esperienze passate probabilmente la sua dieta avrebbe subito un drastico calo di proteine. Toccandosi pigramente il naso, decise di fare la cosa migliore, cioè fregarsene di tutto e picchiare chiunque gli desse fastidio.
Cioè come in realtà succedeva ogni lunedì mattina.

-break-

Rufy sbatté le palpebre verso il ragazzo che lo osservava tremando, domandandosi senza voglia che razza di colore di capelli avesse. Il rosa era così poco maschile e Rufy conosceva un sacco di cose riguardo ai sogni degli uomini. A dirla tutta si considerava quasi una specie di esperto, tanto quanto era un estimatore delle romanticherie maschili.

Non ebbe molto tempo per riflettere su quei capelli dal colore vagamente femminile, perché una mazza d’acciaio venne tirata nella stanza spedendo lui e il suo barile a volare fra gli alberi. Successivamente quando non sarebbe più stato occupato a spendere tutte le sue energie nello spavento, il nostro ragazzo delle pulizie dai capelli rosa avrebbe ricordato con sorpresa come del tutto tranquillo fosse Rufy, come se avesse sperimentato una cosa del genere talmente tante volte da non esserne più sorpreso. Evitò le macerie della stanza e si mise in fretta al suo inseguimento.

-break-

Coby era sorpreso nel vedere che qualcuno potesse essere così sprezzante del pericolo. Be’, non sprezzante, era la parola sbagliata per lui. Era più come se non fosse minimamente preoccupato, come se quella cosa fosse così insignificante per lui da non ritenere necessario interrompere il filo dei suoi pensieri. Era un’informazione irrilevante. Rufy-san era solo interessato davvero a ritornare a bordo della nave, ‘ma probabilmente Tenzou mi sgriderà’. Coby immaginò che i suoi tormenti fossero poco importanti per gli altri, ma quel tizio non avrebbe dovuto essere più preoccupato per essere finito proprio nel mezzo di un territorio pirata?

Durante quella conversazione disconnessa ed in qualche maniera confusa, si ritrovò a raccontare l’intera storia all’allampanato ragazzo (dell’errore con la nave e tutto), il quale replicò seccamente:

“Sei un po’ distratto e scemo,” prima di dichiarare: “E pure codardo. Non vali proprio niente.” Rise di cuore.

Coby sudò dalla disperazione, realizzando che la sua vita era improvvisamente peggiorata. Quel tipo era pazzo. Poteva accettare gli insulti, ne riceveva talmente tanti ogni giorno, ma quel tipo di affermazioni lo faceva temere per la sua vita. I pazzi cinici avevano la tendenza a mettere nei guai se stessi e coloro che li circondavano. Oh Dio, stava per morire e non per mano di una mazza chiodata ma per mezzo di un ragazzo che navigava per l’oceano su una scialuppa… A dire la verità era meno spaventoso e più umiliante, a pensarci bene.

"Dimmi, Coby, vuoi diventare un pirata?”

L’altro esclamò: “Certo che no! Voglio arruolarmi nella marina e proteggere le persone.”

“Allora perché non l’hai fatto?”

Si bloccò. Rufy-san* non aveva ascoltato una singola parola di quello che aveva detto? Era così preoccupato, così dannatamente preoccupato che Albida potesse ucciderlo. Era stato così fortunato da non essere ancora stato ammazzato. Gli occhi si riempirono di lacrime. Stava scherzando? Quel tipo aveva affrontato l’oceano a bordo di una scialuppa! Aveva un fegato incredibile e una determinazione tale da farlo sentire improvvisamente geloso.

“Ano**, Rufy-san… Hai un sogno?”

Lui piegò la testa da un lato. “Mmm, non esattamente. Voglio solo essere libero di fare quello che mi pare, credo. Ho intenzione di viaggiare per il mondo e combattere contro ogni tipo di persona. L’uomo-gabbiano ed io abbiamo un patto, quindi non sarà tanto malaccio.”

Coby si stava proprio chiedendo chi fosse quell’uomo-gabbiano quando Rufy lo afferrò ed iniziò a camminare verso la base di Albida.

“Lo sai, Coby, i pirati ed i marine sono più o meno uguali.”

“Che cosa vuoi dire? Non essere ridicolo, Rufy-san! I marine proteggono la giustizia! I pirati sono criminali! La rovina della civiltà! E OH MIO DIO PERCHE’ STIAMO ANDANDO VERSO ALBIDA E LA SUA CIURMA?”

Rufy lo colpì in testa.

“Sei proprio isterico, sai. Riesci solo a farti prendere dal panico?”

“Ah, mi dispiace,” Coby si massaggiò la testa rassegnato. “Ma sembra che io sia più o meno abituato a questo tipo di trattamento. A questo punto sto per avere solo maggiori problemi.”

“I marine ed i pirati. Devono essere entrambi forti. Se non hai intenzione di combattere con tutto te stesso non ti vorranno.”

“Cos…”

“Se non vuoi mettere la tua vita in gioco, sarai proprio un marine mediocre, Coby.”

L’altro strinse i pugni. “Voglio… Voglio essere un marine! Voglio combattere per proteggere le persone che non possono farlo da sole e contro i pirati come quella befana di Albida.”

Rufy ghignò. “Shishishishishi. Questo è lo spirito giusto, ti darò una mano a farlo.”

-break-

Fu poco più che uno scherzo.

Quando Coby, quella mattina, si era alzato dall’angolo polveroso in cui era costretto a dormire, non avrebbe mai immaginato che tutto sarebbe stato distrutto, cosa che non gli permetteva di svolgere i compiti che era così ansioso di fare quando si era svegliato.

Se allora avesse saputo che avrebbe chiamato Albida una vecchia mucca grassa e che le avrebbe detto che avrebbe trascorso il resto della sua vita rinchiusa in una prigione della marina... Ah, be’, a dire la verità la seconda parte l‘aveva fatta quando era già stata gettata fuori della nave.

Rufy-san era stato esaltato da Coby e aveva deciso di distruggere tutto per il suo nuovo amico senza nemmeno stare a presentarsi.

Legarono i pirati ed andarono in cerca di un Den-Den Mushi***.

-break-

Coby era ammirato.

Rufy-san era potente, incredibile visto che era così poco appariscente, ma davvero un gran ragazzo a cui votarsi.

Aveva apostrofato Albida e la sua ciurma come ‘noiosi’ e commentato con maniere spicce che non era abituato a combattere gente di quel livello, ma Coby era un sua amico quindi non aveva molta scelta.

Mentre preparavano una scialuppa (Rufy aveva fatto affondare la nave e comunque non sarebbero riusciti a farla viaggiare da soli) non poté far altro che sentirsi eccitato. Stava per coronare il suo a lungo trattenuto sogno e diventare un marine; Rufy-san aveva promesso di aiutarlo a trovare un posto dove arruolarsi.

-break-

Il Den-Den Mushi (che aveva un’espressione leggermente scontenta in volto) vibrò e suonò diverse volte prima che un uomo rispondesse.

"Alleluia, Tenzou. Ci sei.”

“IDIOTA! Dove sei stato? Hai una vaga idea del casino che hai combinato?”

"Shishishishishi, mi dispiace. Mi sono perso.”

Coby si allontanò dal Den-Den Mushi mentre il ricevitore continuava ad inveire roba riguardo a guai e responsabilità e come fosse inappropriato per un uomo con un grado così alto evitare i propri doveri, per andare a pescare, per altro!

Una strana sensazione si insinuò dentro di lui. Grado? Ma, alla fine, che faceva Rufy-san?

Il ricevitore sembrò calmarsi dopo quello sfogo ed ascoltò la storia di Rufy che in sostanza diceva “Ho sconfitto qualche pirata.” E poi, rivolto all’altro: "Allora, Coby? Qual’è la città più vicina qui?”

"Eh? Ah, dovrebbe essere Shell Town. Un giorno e mezzo di navigazione se prendiamo la scialuppa."


“Perfetto allora. Ci dirigeremo là e tu puoi incontrarti con noi allora, Tenzou.”

“Mi occuperò io di Albida. Un pirata da niente ma pur sempre un fastidio di minor entità,” replicò ‘Tenzou’.

Coby si depresse un poco. Albida era solo a quel livello come fuorilegge eppure lui era stato schiacciato sotto le sue grinfie. Se Rufy-san non fosse arrivato in quel momento…

“Però,” continuo Tenzou. “Non è da te occuparti di gente del genere. Devi aver avuto una buona ragione. Spero che più tardi me lo spiegherai.”

“Dai, sarebbe noioso. Perché lo vuoi sapere, Tenzou?”

L’uomo all’altro capo sospirò profondamente.

"Coby-san, puoi navigare fino a Shell Town?”

“Sì, sicuramente.”

“Allora affido nelle tue mani il nostro Commodoro. Rivedrò presto tutti e due,” terminò il discorso l’altro prima di riattaccare.

…Commodoro?...

-break-

Ci volle un po’ di tempo prima che Coby si calmasse.

Tra lo stress della sua situazione, la sorpresa che Rufy fosse un marine di alto grado e l’ammirazione per un ufficiale, sprecarono un’ora prima di mettersi in viaggio.

Al momento venerava Rufy-san, gli era riconoscente e tutto, ma gli sembrava ancora così incredibile che un individuo così infantile ed irriverente come lui potesse essere un Commodoro! Rufy superava uomini e donne con il doppio della sua esperienza e degli anni di servizio. Era incredibile (o forse dovuto al nepotismo). Improvvisamente, Coby si sentì ringalluzzito. Una persona che ammirava aveva apprezzato il suo sogno e l’aveva incoraggiato. Poi era saltato fuori che quella persona era già tecnicamente un suo superiore.

Doveva darsi da fare se voleva arrivare a combattere allo stesso livello e Shell Town era il posto dove il suo viaggio sarebbe veramente iniziato.

Note:

*-san: suffisso giapponese onorifico, usato per persone con cui si ha poca confidenza o coi proprio superiori.

**Ano: termine giapponese che vale per il nostro "ehm..."

***Den-Den Mushi: termine giapponese per lumacofono

  
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