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Autore: sihu    06/08/2010    4 recensioni
Dopo due anni di separazione Rufy si prepara a tornare dai compagni, per riprendere il viaggio, ma i suoi piani sono stravolti da un incontro con il nonno, Monkey D. Garp e con il padre, Monkey D. Dragon, che finirà per coinvolgere anche Zoro e Robin. Nella storia ci sono molti riferimenti a eventi non ancora resi noti nell'edizione italiana del manga.
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Nico Robin, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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SIMPATICO SIPARIETTO FAMILIARE

Tutti coloro che navigavano per mare, indipendentemente dal fatto che fossero o meno ricercati conoscevano per sentito dire l’eccentrica famiglia Monkey. La cosa era principalmente dovuta al fatto che si trattava dei più grandi piantagrane presenti sul pianeta, almeno secondo l’attendibile punto di vista della marina che modestamente di piantagrane se ne intendeva parecchio.
Monkey D. Garp, il più anziano, era noto per essere un eroe pluridecorato che in tempi passati aveva fatto onore alla bandiera della marina dando la caccia al più grande pirata di tutti i tempi, Gol D. Roger. I loro inseguimenti, al pari delle battaglie tra Barbabianca e Sengoku, erano entrati nelle leggende che si raccontavano nelle locande dei porti di mare.
Spesso il quartiere generale aveva da ridire circa i suoi modi bizzarri e poco ortodossi, ma si guardava bene dal degradarlo. Un personaggio del genere era sicuramente meglio avercelo come alleato piuttosto che come nemico, anche se dimostrava il più totale disinteresse nei confronti delle regole proprio come faceva il resto della sua famiglia.
Il figlio del vice ammiraglio Garp, Monkey D. Dragon era considerato in assoluto l’uomo più pericoloso attualmente a piede libero, con una taglia stratosferica sulla testa, si dilettava a organizzare rivoluzioni e a sabotare regni. Occupazione che, con sdegno sia da parte della marina che da parte del governo mondiale e divertimento del padre, gli veniva abbastanza bene.
Per molti anni i problemi legati a questa strana famiglia si erano fermati qui, fino a che il piccolo di casa, Monkey D. Rufy aveva fatto trionfalmente il suo ingresso nella mondo della pirateria dimostrando di essere perfettamente in grado di far parlare di sé, forse ancora più del nonno e del padre. Ogni suo gesto era eclatante e contribuiva a farlo conoscere al mondo. Prima ancora che si venisse a conoscenza dei legami di parentela che lo legavano a Garp e a Dragon il ragazzo si era fatto un nome facendo perdere la pazienza a parecchie persone che tra cui la marina, il governo mondiale, varie unità più o meno segrete tra cui la CP9, alcuni membri della flotta dei sette ed i nobili mondiali.
Riassumendo: nonno vice ammiraglio piantagrane, figlio rivoluzionario impegnato a sabotare il mondo e nipote pirata incosciente, tutti e tre contraddistinti da una volontà di ferro e da uno strano modo di prendere la vita senza preoccuparsi troppo. Lo stesso Garp più volte aveva riso mentre i vertici della marina elencavano i danni compiuti dal figlio e dal nipote, minacciandolo di buttarlo fuori. Nonostante appartenessero a schieramenti opposti al suo, il vecchio marine non riusciva ad odiarli sul serio. Nelle gesta di quei due disperati che si trovava per parenti rivedeva se stesso da giovane, ed era segretamente orgoglioso della loro forza. Non lo avrebbe mai ammesso con i diretti interessati, certo, ma in fondo non trovava poi così grave che non avessero intrapreso la carriera militare che lui aveva progettato per loro
Per lungo tempo i tre avevano condotto le loro vite separatamente, più o meno ignorando le vicende in cui erano coinvolti gli altri ed incrociandosi appena. Garp era sempre impegnato con l’addestramento di giovani reclute della marina, Dragon con la sua rivoluzione e Rufy con il suo sogno, fino a quando il destino portò le loro strade ad incrociarsi quasi per caso. Erano passati quasi due anni dall’incidente che aveva portato alla guerra tra Barbabianca e la marina nella quale Ace ed il vecchio imperatore avevano perso la vita. Gli assetti mondiali in seguito a quella che era stata una batosta sia per gli uomini di Barbabianca che per la marina stessa, erano cambiati parecchio e chi ne aveva giovato erano stati i rivoluzionari che avevano visto il loro nemico di sempre più indebolito che mai. Il nuovo mondo per lunghi mesi era stato in preda al caos, tra furiosi attacchi di pirati più o meno pericolosi e terribili repressioni degli ammiragli. Molte delle supernove che erano entrate nel nuovo mondo prima che la battaglia iniziasse avevano perso la vita o erano finiti prigionieri della marina.
Dopo aver superato un lungo e faticoso allenamento sulle isole in cui Orso Bartholomew li aveva mandati, Rufy ed i suoi compagni erano finalmente pronti per tornare a navigare insieme verso il nuovo mondo. L’incontro era fissato per la settimana successiva, nel punto esatto in cui si erano separati tanto tempo prima. Rufy era pronto a salpare per incontrare i compagni all’arcipelago Sabaody e scoprire quanto fossero migliorati quando era stato raggiunto non da una, ma da ben due brutte notizie: la prima era di suo nonno, che gli comunicava che aveva catturato Zoro; la seconda era di Emporio Ivankov che gli domandava se era a conoscenza del fatto che Nico Robin era entrata a fare parte dell’esercito rivoluzionario. Il ragazzo di gomma aveva sbuffato ed aveva deciso che si sarebbe occupato delle due questioni prima di tornare dagli altri. Rivoleva i suoi compagni, tutti e otto, e non era intenzionato a discutere su questo punto. Rufy era partito da Amazon Lily, salutando l’imperatrice serpente, il vecchio Ray e l’uomo pesce Jimbei, alla ricerca del vice ammiraglio Garp. Non ci era voluto molto per trovare la nave del nonno, quasi il vecchio marine volesse che il nipote lo trovasse facilmente.
- Eccoti nipote, mi chiedevo quando saresti arrivato.
Esclamò Garp, sorridendo. Rufy studiò attentamente l’uomo che aveva tenuto per gran parte della sua vita. La vista del nonno non lo spaventava più come una volta, al contrario provava quasi piacere nello sfidare l’uomo.
- Curioso, padre, anche io mi chiedevo la stessa cosa.
Mormorò una voce alle spalle dell‘ufficiale. Rufy si voltò di scatto e si trovò di fronte una grossa nave sul cui pennone sventolava la bandiera dei rivoluzionari. Immediatamente capì di chi si doveva trattare.
- Dragon, anche tu da queste parti?
Domandò Garp, pacifico, confermando i sospetti di Rufy. Finalmente si trovava di fronte l’uomo che lo aveva messo al mondo e che gli aveva permesso di continuare il suo viaggio verso l’ingresso della rotta del Grande Blu. La vista dell’uomo in assoluto più temuto al mondo, la cui semplice apparizione aveva causato crisi isteriche tra le giovani reclute di Garp, non lo sconvolse più di tanto. Padre, nonno e nipote rimasero per un po’ a fissarsi, ognuno immobile sulla propria nave.
- Questa sarebbe una specie di riunione di famiglia?
Brontolò Zoro, insofferente, scuotendo la testa. In un tratto di mare piuttosto ridotto erano radunati tre dei più pericolosi, e probabilmente anche fuori di testa, personaggi che solcavano i mari. Fatta eccezione per Rufy, che in quel contesto appariva quasi come un bimbo indifeso, c’era davvero poco per cui stare tranquilli. Lo spadaccino, sospirò, legato e sorvegliato a vista da alcuni fedeli uomini di Garp. Rufy si voltò a guardarlo, studiandolo a lungo senza parlare. Dopo due anni che non aveva sue notizie vedere il suo vice, il compagno più fedele tra coloro che lo seguivano, legato in quel modo provocò una profonda rabbia al ragazzo di gomma.
- Non mi importa assolutamente nulla. Tu, restituisci immediatamente Zoro. Tu, invece, come sarebbe questa storia che adesso Robin è una rivoluzionaria?”
Esclamò Rufy, furioso, voltandosi prima verso il nonno e poi verso il padre indicando ognuno di loro con il dito. Non gli importava un accidenti di quanto la gente comune li temesse, per quanto lo riguardava quei due erano solamente due pazzi che avevano fatto prigionieri due dei suoi compagni. Alle spalle di Dragon c’era Robin, spaventata, che si guardava intorno frenetica. Sembrava cercasse qualcuno e decisamente non dava l’impressione di avere scelto volontariamente di aderire alla causa di Dragon.
- Vai subito al sodo ragazzo, vedo che non ti piace perdere tempo.
Mormorò Dragon, facendo segnò ai suoi di puntare verso l’isola più vicina. Garp e Rufy fecero la stessa cosa e lo strano trio si ritrovò a continuare quella strampalata discussione sulla battigia tra gli sguardi tra il preoccupato e l‘incredulo di Robin e Zoro. Anche i marine che accompagnavano Garp e i compagni di Dragon fissavano la scena curiosi, ben decisi non interrompere l’allegra famigliola.
- Ti ho fatto una domanda, padre..
Disse Rufy, marcando l’ultima parola. Nel suo tono sembrava quasi si nascondesse una sorta di sfida. Molti dei marinai e dei rivoluzionari che stavano guardando la scena si chiesero se la sua fosse incoscienza o invece si trattasse di coraggio. Robin e Zoro, anche loro spettatori di quel bizzarro spettacolo conoscevano bene la risposta e sorridevano.
- È stato tuo nonno a dirtelo o lo hai scoperto durante la guerra?
Chiese Dragon, stupito, rivolto al figlio.
- Lo sapevo già, anche se da poco. Non credo cambi nulla tra noi, comunque.
Rispose Rufy. Il tono serio del ragazzo colpì sia Zoro che Robin. In quei due anni il loro capitano era cresciuto parecchio, probabilmente la perdita del fratello doveva avere aperto gli occhi al ragazzo di gomma. Fisicamente ora gli assomigliava molto, ma la cosa che aveva subito colpito Zoro e Robin era l’ombra di preoccupazione che avevano intravisto nello sguardo del loro capitano dove una volta non c’era altro che istinto e sicurezza. Rufy, crescendo alla fine aveva perso un po’ della sua spensieratezza ma il sorriso che si era allargato sul volto del ragazzo di gomma quando aveva visto che i compagni dopo due lunghi anni stavano bene, comunicò loro che in fondo non l’aveva persa del tutto. Il ragazzo che avevano di fronte era sempre il loro capitano, un po’ più cresciuto forse, decisamente più forte e un po’ meno irresponsabile, ma fondamentalmente sempre lo stesso di sempre. Lo stesso sognatore che avevano deciso di seguire tanto tempo prima.
- Buffo, è quello che pensavo io.
Esclamò Dragon, alzando le spalle. Aveva rinunciato all’idea di essere padre quando aveva affidato suo figlio appena nato a Garp. Mentre metteva quel fagottino urlante tra le braccia del padre aveva capito che anche se lo avesse incontrato un giorno non avrebbe mai potuto davvero considerarsi suo padre. Avrebbe potuto aiutarlo forse, e proteggerlo da chi avesse cercato di fargli dal male, ma non avrebbe mai avuto il piacere di sentirsi chiamare papà. Un padre è colui che ti cresce, che ti sta vicino e che ti insegna tutto ciò che sa, non un vigliacco che ti affida al nonno nel cuore della notte per tornare alla sua rivoluzione. Separarsi da Rufy gli era costato molto, ma in fondo sapeva bene che era l’unica cosa che poteva fare. Se la marina avesse scoperto che aveva un figlio gli avrebbe dato la caccia proprio come stava facendo con il figlio di Gol D. Roger, e lui non voleva certo condannare il suo bambino a quella vita d’inferno. Suo figlio non era un errore e non meritava di essere punito per il semplice fatto di essere nato da un padre rivoluzionario e ricercato.
- Vergognati! Incontri tuo figlio per la prima volta da quando è nato e non gli dici che sei suo padre. Dimmi ragazzo che ti passa per la testa?
Urlò Garp, colpendo il figlio con un pugno in testa proprio come faceva di solito con Rufy.
- Ti riferisci a Rogue Town?
Chiese Dragon, cercando inutilmente di evitare i colpi del padre. La scenetta che si parava di fronte agli spettatori increduli era davvero comica. Un grande e pericoloso rivoluzionario che non può fare a meno di evitare i colpi dell’anziano padre marine sotto lo sguardo stupito del figlio pirata. Non era decisamente una scena che si vedeva tutti i giorni.
- Sta zitto e non interrompermi, non si parla così al proprio padre.
Lo rimproverò nuovamente Garp, colpendo con una seconda raffica di pugni.
Rufy, felice per una volta di non essere lui la vittima del nonno, decise si approfittare della distrazione dei due uomini per parlare con Robin. Voleva sapere se davvero aveva deciso di lasciare la ciurma oppure se dietro c’era un inganno proprio come a Water Seven.
- Robin..
Chiamò Rufy, avvicinandosi alla ragazza.
- Rufy, aiutami. Vogliono che rimanga con loro, ma io non voglio diventare una rivoluzionaria.. Io sono un pirata della ciurma di Cappello di Paglia. Portami con te, ti prego.
Mormorò Robin, tendendo le sue mani verso il proprio capitano. Il cuore di Rufy si strinse a sentirla parlare così. L’archeologa chiedeva il suo aiuto, affidandosi totalmente a lui. Rufy si sorprese nello scoprire che la donna riponesse ancora fiducia il lui nonostante l’ultima volta che si erano visti, quando Orso Bartholomew li aveva scagliati lontano su diverse isole, il ragazzo non aveva potuto fare altro che assistere come uno spettatore impotente al dolore dei suoi adorati compagni.
- Ci penso io Robin, non temere. Abbiate fiducia in me, ragazzi.
Disse Rufy, sorridendo e rivolgendosi anche a Zoro.
- Non ho mai dubitato del mio capitano.
Esclamò Zoro, deciso. Sul volto dello spadaccino si dipinse un sorriso che lasciava intravedere tutta la fiducia che riponeva nel suo capitano.
Il fatto che Rufy li stesse ignorando per parlare con i propri compagni non andò giù a Garp, che decise di lasciare perdere il figlio e di intervenire personalmente.
- E tu, ti sembra questo il modo ti salutare tuo nonno..
Urlò Garp, colpendo Rufy in pieno e scansando un attacco di Dragon. Era incredibile, ma quell’anziano marine era perfettamente in grado di farsi rispettare e di tenere in riga due uomini a cui la marina ed il governo mondiale davano la caccia da tempo. Robin si trovò a pensare che probabilmente Garp, nonostante l’età avanzata, sarebbe stato di catturare i due ricercati, ma che forse non lo aveva mai veramente voluto e aveva preferito che il figlio ed il nipote, malgrado tutto, seguissero i suoi sogni.
- Siete due pazzi, restituitemi subito i miei compagni.
Esclamò Rufy deciso. I due uomini si guardarono e scoppiarono entrambi a ridere.
- Non credo di poter acconsentire a questa tua richiesta.
Disse Garp, sistemandosi meglio il copricapo a forma di cane.
- No, nemmeno io.
Concordò Dragon, stranamente della stessa idea del padre. Rufy sbuffò, infastidito.
- Bene, allora me li riprenderò con la forza.
Concluse Rufy, sospirando. Era deciso a fare tutto quello che fosse in suo potere per liberare i due compagni, anche sfidare la propria famiglia. Probabilmente un altro al suo posto sarebbe scappato a gambe levate da quella stramba situazione, ma lui era Monkey D. Rufy ed in fondo nelle sue vene scorreva una vena di follia, la stessa che doveva scorrere anche nelle vene del padre e del nonno. Stranamente Rufy in quella situazione si ritrovò a pensare a Nami. Sicuramente la sua navigatrice, guardandolo, avrebbe commentato che quella non era una vena di follia ma come minimo un’arteria e che alla fine si sarebbe fatto ammazzare. Lui avrebbe sorriso, le avrebbe calcato sulla testa il proprio cappello per rassicurarla e avrebbe affrontato la sua famiglia come aveva deciso. Non poteva certo darsi per vinto e abbandonare i suoi amici.
- Benissimo, fatti sotto.
Mormorò Garp, preparandosi a combattere contro il nipote. Rufy non rispose ma prese a sgranchirsi le mani, pronto ad affrontare il nonno. Zoro alzò la testa, interessato a scoprire quanto fosse diventato forte Rufy negli ultimi anni. Il ragazzo di gomma era calmo ma allo stesso tempo deciso a vincere nonostante fosse consapevole di stare affrontando una vera e propria leggenda della marina. Schivò abbastanza facilmente i colpi del nonno, incassandone solamente qualcuno, e dopo qualche tentativo andato a vuoto riuscì a metterlo al tappeto con un paio di colpi ben piazzati.
- Eh così mi hai battuto, ne hai fatta di strada. Dimmi, ti ha allenato Ray?
Chiese Garp, ansimando e cercando di riprendere fiato. Era colpito dai progressi che aveva fatto il nipote dall’ultima volta che lo aveva visto. Era certamente più forte, più maturo e più sicuro di sé come ci si aspettava da un membro della famiglia Monkey.
- Si, mi ha insegnato ad usare l’haky.
Spiegò Rufy, rialzandosi e togliendosi la polvere dai vestiti. Aveva battuto il nonno, ma non doveva esultare. Di fronte a lui aveva un altro avversario, forse ancora più temibile.
- Era ora che lo manifestassi..
Mormorò Garp, brusco.
- Cosa? Tu sapevi?
Domandò Rufy, sorpreso.
- Per forza, sei mio nipote. Era scontato.
Sbuffò Garp, rialzandosi in piedi e cercando con lo sguardo i propri uomini. Aveva fatto un patto con Rufy, il nipote lo aveva battuto ed ora doveva mantenere la sua parola.
- Voi due, liberate lo spadaccino.
Ordinò il vice ammiraglio, rivolto ai suoi uomini che avevano assistito increduli alla sconfitta del loro capo. Certo, molte altre volta l’incoscienza di Garp lo aveva portato alla sconfitta, ma questa volta tutti loro erano stati testimoni di quando l’ufficiale si fosse impegnato e di quanto si fosse dimostrato forte Rufy.
- Ma signore, è una supernova..
Protestò il tenente che era incaricato di sorvegliare lo spadaccino. Stavano per rilasciare un pirata con una taglia stratosferica sulla testa senza nemmeno avvertire il quartiere generale. Sicuramente gli alti vertici della marina avrebbero avuto parecchio da dire circa quella stramba decisione.
- Non mi interessa, fate come ho detto.
Ripeté Garp, severo, gettando un’occhiata furente ai suoi uomini. I sottoposti, intuendo la rabbia del vice ammiraglio, decisero di accontentarlo mentre i rivoluzionari guardavano divertiti la scena. Decisamente quel ragazzino ci sapeva fare e Garp era davvero un marina fuori da comune. Probabilmente se tutta la marina fosse stata come lui non ci sarebbe mai stato bisogno di fare una rivoluzione. Rufy sorrise a Zoro che finalmente libero stava controllando lo stato delle sue preziose katane, per poi voltarsi verso il padre.
- Bene, ora non mi resta che battere te.
Mormorò Rufy, rivolgendosi verso Dragon che aveva trovato il combattimento precedente decisamente divertente. Il figlio non era per nulla uno sprovveduto e stava dimostrando di avere fegato e di sapersela cavare. Era decisamente in grado di andare nel Nuovo Mondo senza rischiare di esserne schiacciato come era capitato ad altri prima di lui.
- Credi sarà così facile?
Chiese Dragon, divertito. La risposta di Rufy sorprese tutti quanti. Per primi Zoro e Robin che si aspettavano che il loro capitano ridesse e rispondesse che lo avrebbe distrutto.
- Non mi interessa se è facile o No. Ho promesso a Nico Robin che mi sarei preso cura di lei e che avrei battuto ogni suo nemico. Se ho dichiarato guerra al Governo Mondiale per riaverla con me, posso tranquillamente fare lo stesso con mio padre.
Esclamò Rufy, deciso.
- Insolente.
Ringhiò Dragon tra i denti, colpito dalle parole del figlio. Avrebbe desiderato poterlo uccidere con le sue mani per farlo tacere, ma non poteva fare a meno che ammirare il suo coraggio ed essere orgoglioso di quello che era diventato quel piccolo fagottino dal quale si era separato così tanti anni prima. Il combattimento durò veramente poco: a Dragon bastarono un paio di pugni ben assestati per atterrare il figlio.
- Fermo, brutto idiota. Che diamine ti passa per la testa, vuoi davvero colpirlo?
Protestò Garp, intervenendo per fermare il figlio che stava per finire Rufy con un colpo micidiale. I marinai ed i rivoluzionari si stupirono nuovamente nel vedere Garp che difendeva il nipote dalla furia del figlio quando poco prima era stato lui ad attaccarlo.
- Non credo che sarebbe bastato un colpo come questo ad ucciderlo.
Sbuffò Dragon, alzando le spalle ed allontanandosi dal ragazzo. Zoro approfittò del momento per precipitarsi da suo capitano per accertarsi che stesse bene.
- Voi, liberate la ragazza..
Ordinò il rivoluzionario ad uno dei suoi sottoposti che fece come gli era stato ordinato senza discutere. Robin, stupita, una volta libera raggiunse i compagni chiedendosi che diamine sarebbe successo ora. Rufy aveva perso, ma Dragon l’aveva liberata lo stesso.
- Perché lo hai attaccato in questo modo?
Chiese Zoro, stupito da quello strano comportamento. Prima del combattimento Dragon non si era dimostrato violento come Garp, anzi, al contrario appariva calmo. Tra i due era decisamente il vecchio marine quello che dava l’idea di non badare ai vincoli di parentela e di voler fermare Rufy anche a costo di ucciderlo.
- Beh, per lo stesso motivo per cui lo ha fatto lui. Volevo metterlo alla prova.
Spiegò Dragon, tranquillamente. Le parole dell’uomo lasciarono tutti quanti, marine, pirati e rivoluzionari, di stucco. Solamente Garp non appariva troppo sconvolto, anzi, sorrideva.
- Hai quasi ucciso tuo figlio solo per questa ragione?
Esclamò Zoro, sorpreso dall’incoscienza del rivoluzionario. Solo un pazzo avrebbe potuto fare una cosa del genere. Dragon non badò alle parole dello spadaccino e si avvicinò al figlio, ancora svenuto.
- Sveglia, bamboccio.
Esclamò Dragon, scuotendo il figlio perché si svegliasse. Lentamente Rufy aprì gli occhi e riprese a vedere ciò che lo circondava. Realizzò che era a terra, che Zoro era chino su di lui e che probabilmente Dragon lo aveva battuto senza troppe difficoltà.
- Mi hai sconfitto, ma non mi do per vinto.
Mormorò Rufy, rimettendosi in piedi e preparandosi a scagliarsi nuovamente contro il padre. Non gli importava un accidenti se quello era Dragon, l’uomo più pericoloso del mondo. Lui aveva imprigionato uno dei suoi compagni e lui doveva assolutamente liberarla anche a costo di rimetterci la sua vita. Aveva promesso di prendersi cura di lei e non poteva mancare alla parola data. Sarebbe morto piuttosto.
- Ho già ordinato ai miei uomini di liberare la tua amica, Nico Robin verrà con voi.
Spiegò Dragon, annoiato, fissando attentamente il figlio nei cui occhi si leggeva tutta la sua determinazione. Il rivoluzionario sorrise, pensando che alla fine aveva preso la decisione migliore riguardo a Robin.
- Ma io ho perso..
Protestò Rufy, confuso. Il padre gli aveva detto che avrebbe permesso a Robin di tornare da lui solo se il pirata fosse riuscito a batterlo, ma lui aveva perso. Rufy non riusciva a capire come mai il padre avesse cambiato idea e per quale ragione suo nonno avesse preso le sue difese per la prima volta da quando era nato.
- Non avresti mai potuto vincere contro di me. Hai battuto tuo nonno solo perché invecchiando ha perso la sua potenza.
Continuò a spiegare Dragon, alzando le spalle. Il vice ammiraglio Garp fu parecchio contrariato dalle parole del figlio.
- Insolente, prendi questo.
Esclamò Garp, furente, scagliandosi con forza contro Dragon, colpendolo con forza.
- Ahio!!
Urlò Dragon, preso di sorpresa.
- Un pugno come quello poteva fare male a Dragon?
Chiese Zoro, fissando esterrefatto Robin.
- Credevo fosse un rogia..
Mormorò Robin, confusa, alzando le spalle. La famiglia di Rufy era sempre più un mistero di cui era meglio non venire a capo.
- Ascoltami Rufy, non mi interessava sconfiggerti ma sapere se eri all’altezza di proteggere Nico Robin.
Spiegò Dragon, massaggiandosi la testa dove Garp lo aveva colpito.
- Credo di avere fallito allora, tu mi hai battuto.
Ribatté Rufy, abbassando la testa, deluso. Il padre sorrise, vedendolo così triste.
- Vedi, la strada che avete davanti è ancora lunga e incontrerete dei nemici forti. Potete vincere solo se resterete uniti. Non volevo che tu mi battessi ma volevo vedere se eri disposto a fare di tutto per proteggerla.
Continuò Dragon, cercando a suo modo di consolare il figlio. Rufy era forte, ma non abbastanza per poterlo battere. Quando gli aveva chiesto di combattere non lo aveva fatto per mettere alla prova la sua forza, ma la sua determinazione nel proteggere i compagni anche contro avversari molto più forti di lui. Rufy aveva accettato quello scontro per il bene dei compagni, anche se sapeva in partenza che avrebbe perso.
- Darei la mia vita per quella di uno dei miei compagni.
Esclamò Rufy, deciso. In quegli occhi così ingenui e pieni di vita Dragon lesse che era la pura verità. A quelle parole anche Garp sorrise, orgoglioso di entrambi i suoi ragazzi.
- Era quello che volevo vedere.
Disse Dragon, sorridendo al figlio. Per qualche istante il mondo parve fermarsi. Non erano più Garp il marine, Dragon il rivoluzionario e Rufy il pirata ma solamente un nonno, un padre ed un nipote. Una strana famiglia che si rincontra dopo tanto tempo e che scopriva il fondo di volersi un gran bene, anche se non sarebbe mai stata pronta ad ammetterlo.
- Dragon..
Mormorò Robin, confusa, leggermente imbarazzata all‘idea di interrompere quel momento così particolare ed intimo.
- Robin, sei la luce della nostra rivoluzione. La nostra speranza per vedere cadere il governo mondiale. È essenziale che tu rimanga in vita e che continui il tuo viaggio e ora so che con questi ragazzi ce la farai.
Disse Dragon, sorridendo. Solo lei poteva dare senso alla lotta che conduceva da anni per la quale aveva sacrificato tutto quanto. Stava affidando tutte le sue speranze a suo figlio e sapeva che non avrebbe potuto trovare persona migliore.
- Quante baggianate, ancora questa storia di sabotare il governo mondiale. Deve essere una fissa la tua..
Protestò Garp, seccato, interrompendo bruscamente il figlio.
- Non mentire, anche tu sai che ho ragione. Perché ti saresti dimesso, altrimenti.
Obiettò Dragon, fissando intensamente il padre.
- Io..
Iniziò Garp, rosso in viso. Quei dannati rivoluzionari dovevano avere delle spie anche al quartiere generale per essere a conoscenza di informazioni così riservate. Rufy guardò incuriosito il nonno, chiedendosi perché avesse lasciato quell’incarico.
- Lo so che ti sei dimesso, anche se hai conservato il tuo grado perché sennò la marina avrebbe perso la faccia.
Continuò Dragon, imperterrito mentre Garp fissava con insistenza il terreno. L’ultima cosa che l’anziano marine era disposto a fare era ammettere di fronte al figlio rivoluzionario ed al nipote pirata che la marina ed il governo mondiale erano corrotti. Avrebbe voluto dire dar loro ragione dopo anni passati a sostenere il contrario ed accusarli di essere criminali.
- Non mi importa della marina, del governo mondiale o della tua rivoluzione. Io diventerò il Re dei Pirati e non permetterò a nessuno di portare via i miei compagni.
Urlò Rufy, interrompendo i due uomini che continuarono quella disputa guardandosi silenziosamente in cagnesco. I due uomini si voltarono verso il ragazzo, orgoglioso Dragon e furente Garp.
- Brutto insolente, vuoi diventare un delinquente come tuo padre e come quella zucca vuota di Shank?
Ringhiò il vice ammiraglio, stringendo i pugni con aria minacciosa. Essere apostrofato dal padre come un delinquente qualsiasi non piacque a Dragon, visibilmente alterato. Dannazione, lui era il capo dei rivoluzionari dopo tutto, non un ladruncolo qualsiasi.
- Shank non è una zucca vuota, è un grande pirata.
Insistette Rufy, stringendo a sua volta i pugni deciso a difendere l‘uomo in cui riponeva così tanta stima che tanti anni prima aveva deciso di credere il lui e di affidargli il suo prezioso cappello di paglia. A quel punto Garp perse del tutto la pazienza.
- Come permetti di parlarmi così?
Urlò Garp, attaccando il nipote nello stesso istante in cui Dragon colpiva lui.
Robin e Zoro guardavano quella scena assurda, tenendosi in disparte. Rimanere coinvolti in una riunione familiare come quella poteva diventare seriamente pericoloso per la loro salute, sia fisica che mentale.
- Zoro, credi che dovremmo fare qualcosa?
Chiese Robin, preoccupata per il suo capitano. Il trio era coinvolto in una lotta confusa nella quale ognuno colpiva l’altro senza una ragione apparente e senza fare troppo caso al modo o alla forza con cui scagliava il colpo. Se uno dei tre fosse stato una persona normale a quel punto sarebbe decisamente morto.
- Da che parte iniziamo? Ti ricordo che quelli sono Garp e Dragon.
Ricordò Zoro, scettico. Normalmente era il primo a lanciarsi in un combattimento, tuttavia affrontare il nonno ed il padre del suo capitano era decisamente un’impresa disperata.
- Sembrano tutti e due piuttosto arrabbiati..
Commentò Robi, studiando attentamente i volti del vice ammiraglio e del rivoluzionario.
- La famiglia di Rufy è assurda, quasi preferivo fosse orfano.
Sbottò Zoro, rassegnato. Robin sorrise, ripromettendosi di non chiedere mai a Rufy se avesse una madre oppure qualcosa di simile. Non era sicura che sarebbe riuscita a sopportare l’esistenza di altri parenti, gli bastava avere conosciuto il padre, il nonno e avere sentito parlare del fratello. Nessuno  di loro sembrava veramente normale.
Rufy lanciò un’occhiata a suo nonno, impegnato a placcare suo padre e poi una agli amici e decise che era arrivato il momento di tagliare la corda. Aveva recuperato i suoi amici e a quel punto rimanere lì era solo pericoloso ed inutile.
- Ehi tu, che fai? Non ti permetterò di scappare.
Esclamò Garp, deciso a catturare il nipote o quanto meno a metterlo in difficoltà.
- Smettila vecchio, non puoi dare ordini a nessuno.
Ringhiò Dragon, prendendo le difese del figlio per permettergli di scappare. Rufy, sebbene confuso del gesto del padre, non perse tempo a fare domande. Raggiunse velocemente i suoi amici, attoniti quanto lui. Zoro aveva ormai rinunciato all’idea di capire cosa passasse per la testa di quei tre. Era decisamente impossibile cercare di capire se Garp volesse catturare Rufy o proteggerlo dal figlio. Lo stesso Dragon, inoltre, appariva parecchio confuso sul fatto di uccidere o meno Rufy. Insomma, ogni cosa sembrava andare oltre comprensione umana. Forse nemmeno uno psicanalista avrebbe potuto capire quei tre.
- Chi hai chiamato vecchio, rivoluzionario dei miei stivali? Ora ti faccio vedere io..
Urlò Garp, lasciando perdere Rufy e gettandosi su Dragon.
- Credi davvero di fare paura a qualcuno con quel cappello ridicolo che hai in testa?
Lo provocò Dragon, cercando di fare guadagnare tempo a Rufy perché scappasse. Sapeva che quel cappello era il punto debole del padre e che avrebbe di certo perso le staffe sentendone parlare in toni denigratori.
- Come ti permetti di dire che il mio cappello a forma di cane è ridicolo?
Domandò Garp, accecato dalla rabbia. Dragon era certamente l’ultimo che potesse dargli lezioni di estetica visto l’orrendo tatuaggio che gli deturpava la faccia.
- Dimmi, ti sei mai guardato allo specchio?
Domandò a sua volta Dragon, liberandosi facilmente dalla presa del padre. Per un attimo valutò l’idea di lanciargli un attacco con i poteri del frutto del mare che aveva mangiato, ma la scartò subito. Non sarebbe stato per niente leale, ed avrebbe fatto terminare subito il combattimento. Un po’ di lotta libera con il padre era decisamente quello che ci voleva per rilassarsi un po’ prima di riprendere il viaggio verso l’isola dove lo aspettavano i suoi compagni d’armi.
- Sono senza speranza.
Mormorò Zoro, scuotendo la testa. Sembrava di stare a guardare due giganteschi bambinoni che se le davano di santa ragione.
- Rufy, approfittiamone per scappare.
Esclamò Robin, trascinando il capitano sulla barca. Rufy non se lo fece ripetere due volte.
Rimase a guardare la scena dal ponte della nave, aspettando di essere fuori dalla loro portata prima di salutarli.
- Ehi nonno, te l’ho fatta un’altra volta..
Urlò Rufy, sorridendo. Il marine borbottò qualcosa in risposta ma il ragazzo di gomma non riuscì a capire cosa stesse dicendo.
- Padre, ci vediamo nel Nuovo Mondo..
Continuò Rufy, rivolgendosi all’uomo che poco prima aveva quasi rischiato di ucciderlo. Dragon non rispose, si limitò a guardare la nave allontanarsi sospinta da uno strano vento che aveva preso a soffiare all’improvviso. Robin e Zoro si guardarono, increduli, sicuri di avere sentito una voce sussurrare nel vento. I tre ragazzi presero velocemente il largo, fruttando le correnti ed una strana brezza che si era alzata all’improvviso. Rufy era stranamente silenzioso e teneva una mano affondata nella tasca dei suoi pantaloni, quasi stesse riponendo un oggetto prezioso. Dopo un paio d’ore di viaggio tutto era tornato alla normalità e sulla nave aveva ripreso a regnare il solito caos. Robin aveva sentito la mancanza di tutto quel baccano in quei due anni passati con i rivoluzionari, ed era certa che era lo stesso anche per Rufy e Zoro. Non si raccontarono nulla di quello che era successo da quando si erano separati, nonostante per Zoro e Robin fosse grande la tentazione di fare domande sulle avventure che aveva vissuto il loro capitano. Erano venuti a conoscenza della storia dai giornali, certo, ma sapevano bene quando questi potevano essere faziosi e sbilanciati in favore della marina e del governo mondiale. Tra un risata e l’altra i tre raggiunsero il punto di incontro fissato con gli altri in tarda sera e Rufy, nonostante le cure che gli aveva prestato Robin, era ancora piuttosto pesto. Il combattimento con Garp, ma soprattutto quello con Dragon, avevano lasciato il capitano piuttosto malconcio nonostante i suoi poteri fossero aumentati in modo sorprendente.
- Ehi voi tre, siete in ritardo..
Esclamò Franky, severo, prima di chiamare gli altri a raccolta. Il cyborg era sul ponte principale della Sunny e stava studiando la nave a fondo, alla ricerca di eventuali danni subiti nei due anni lontani dal suo creatore.
- La mia dea Robin, come sei bella. Dimmi, sono stati questi due idioti a farvi fare tardi?
Chiese Sanji, estasiato all’idea di vedere finalmente le sue due donne. Due anni su un’isola popolata da soli uomini lo avevano reso nervoso e intrattabile.
- Siamo stati trattenuti per via di una riunione di famiglia..
Mormorò Zoro, ironico, indicando Rufy. Tutti quanti sobbalzarono vedendo il loro capitano ferito, chiedendosi chi mai avesse potuto ridurlo così e lasciare illesi gli altri due.
- Rufy, ma sei pieno di ferite. Che è successo?
Chiese Chopper, preoccupato, precipitandosi a curare le sue ferite.
- Te l’ho detto, una riunione di famiglia.
Ripeté Zoro, infastidito, mentre Rufy lasciava che la piccola renna lo curasse.
- Doveva essere una famiglia violenta per lasciare certi segni..
Commentò Usop, sorridendo, studiando a fondo i lividi e le ferite del capitano.
- Era la famiglia di Rufy.
Precisò Zoro, facendo impallidire i presenti. Improvvisamente i compagni realizzavano che quei segni dovevano essere dovuti all’incontro con Garp, o forse con Dragon.
- Non esagerare Zoro, sto bene in fondo.
Rassicurò Rufy, scoppiando a ridere. Non voleva che i suoi compagni cominciassero a preoccuparsi subito per lui dopo due anni che non si vedevano.
- Dragon aveva catturato me, Garp invece Zoro. Entrambi hanno detto a Rufy che per riavere i suoi compagni avrebbe dovuto combattere contro di loro.
Cominciò a raccontare Robin, mettendosi a sedere. A quelle parole la ciurma si fece ancora più pallida. L’idea di trovarsi di fronte il nonno di Rufy oppure suo padre non era nulla se paragonata a quella di trovarseli di fronte entrambi, magari arrabbiati.
- Rufy ha sfidato il vice ammiraglio Garp e il rivoluzionario Dragon?
Chiese Nami, impallidendo al solo pensiero di trovarsi di fronte due uomini del genere.
- Che altro avrei dovuto fare?
Chiese Rufy, ingenuamente. Suo nonno e suo padre avevano catturato i suoi compagni ed era suo dovere liberarli. In fondo lui era il capitano, se non era in grado di proteggere i suoi amici allora non aveva senso proseguire il viaggio nel Nuovo Mondo.
- Tu sei pazzo, sei fortunato ad essere vivo.
Commentò Usop, scuotendo la testa. Rufy era un vero e proprio incosciente. Come poteva essere così tranquillo dopo avere affrontato due mostri del genere?
- Infatti.. Ma dicci, che è successo?
Chiese Brook, curioso di sapere come aveva fatto il suo capitano a sopportare un incontro del genere portando in salvo i suoi compagni e salvandosi la pelle.
- Quei due sono svitati, cominciò a capire perché Rufy è così.
Sbuffò Zoro, scuotendo la testa e mettendosi seduto.
- Raccontate.
Ordinò Nami, spazientita.
- Prima Garp ha attaccato Dragon e Rufy perché gli rispondevano male, poi ha combattuto contro Rufy mentre Dragon rideva.
Raccontò Zoro, sbrigativo. Le parole dello spadaccino stupirono i presenti, increduli.
- Hai davvero affrontato tuo nonno?
Chiese Chopper, sconvolto.
- Si, ho vinto io. Dopo ho sfidato Dragon..
Continuò Rufy, sorridendo.
- Mamma mia che paura.
Commentò Usop, tremando alla sola idea di trovarsi di fronte Dragon.
- Però ho perso, mi ha steso.
Concluse Rufy, abbassando la testa.
- Ti avrebbe ucciso se non fosse intervenuto tuo nonno.
Lo corresse Zoro, ancora scosso al ricordo di quello scontro.
- Prego?
Chiese Sanji, incredulo. Da quando ricordava Garp non era il classico nonno premuroso che si preoccupava del nipote. Al contrario, probabilmente era il tipo di persona che se vede il nipote in difficoltà lo colpisce a sua volta per spingerlo a reagire.
- Garp ha impedito a Dragon di colpirlo.
Ripetè Zoro, sbuffando. Era snervante dover ripetere tutto due volte.
- Aspetta, se Dragon ha battuto Rufy perché Robin è libera?
Chiese Nami, confusa. Qualcosa non gli tornava. Dragon aveva detto che avrebbe liberato Robin solo se Rufy lo avesse battuto, ma Rufy aveva perso e Robin era libera. Probabilmente Rufy era riuscito a scappare in qualche modo portando via Robin, ma questo poteva voler dire che Dragon li stesse seguendo profondamente arrabbiato. All’idea del rivoluzionario folle che voleva la testa del loro capitano Nami si sentì mancare e crollò tra le braccia di Franky.
- In pratica si trattava di un test, Dragon voleva vedere se Rufy era determinato a proteggere Rufy prima di lasciarla andare con lui.
Spiegò meglio Zoro, facendo una smorfia. Il comportamento di Dragon e di Garp era stato ripugnante, entrambi avevano sfidato Rufy solo per vedere quanto era diventato forte senza pensare al fatto che potessero fargli del male.
- Ha quasi massacrato suo figlio per metterlo alla prova?
Chiese Franky, allibito dal comportamento disumano di quei due. Che razza di persone potevano picchiare il proprio figlio o il proprio nipote solo per metterlo alla prova?
- Non c’è né uno sano di mente in quella famiglia..
Commentò Nami, scuotendo la testa. Era allibita di fronte al comportamento di Garp e Dragon ma allo stesso tempo era sollevata che nessuno li stesse cercando.
- Basta parlare, siamo tutti insieme, no? Festeggiamo!
Esclamò Rufy, cambiando argomento. I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte. Sanji si precipitò ai fornelli e improvvisò una cena degna di un re, mettendo alla prova le sue nuove ricette. I piatti si svuotarono a tempo di record, tanta era la voglia dopo due anni di mangiare le prelibatezze del cuoco. Subito dopo cena Brook iniziò a suonare, accompagnato da Franky e da Usop che aveva deciso di cantare le sue gesta ai compagni, indecisi se credergli o meno. Furono stappate parecchie bottiglie e ben presto nessuno fu più in grado di reggersi in piedi. Rufy, brillo, guardava la scena da lontano, ringraziando il cielo che avesse permesso loro di tornare a navigare insieme.
Il giorno dopo terminarono i preparativi per la partenza ed i ragazzi partirono alla volta della linea rossa dove avrebbero trovato la strada che conduceva all’isola degli uomini pesce e che li avrebbe portati nel tanto sognato Nuovo Mondo. Avevano ricevuto indicazioni dettagliate da Jimbei, che aveva promesso di aspettarli sull’isola.
- Ci siamo, tra poco dobbiamo immergerci per andare sull’isola degli uomini pesce.
Esclamò Nami, indicando la sagoma della linea rossa che si stagliava davanti ai loro occhi.
- Oltre quell’isola c’è il nuovo mondo.
Esclamò Rufy, eccitato all’idea di andare nel Nuovo Mondo e di avvicinarsi così alla realizzazione del suo sogno. Avevano fatto tanta strada da quando erano partiti e tutti loro erano cresciuti molto, soprattutto negli ultimi due anni passati separati.
- La tempesta!
Urlò Usop improvvisamente, sorprendendo tutti quanti.
- Che c’è Usop?
Chiese Zoro, stupito dall’esclamazione del compagno. Non era da lui spaventarsi per così poco, in passato si erano trovati di fronte a tempeste anche peggiori.
- È la stessa che c’era quando abbiamo lasciato Rogue Town e siamo entrati nella rotta del grande blu.
Spiegò il cecchino, felice.
- Hai ragione!
Mormorò Sanji, ricordando quel giorno di tanti anni prima. I compagni cominciarono a sognare ad occhi aperti, solo su Rufy le parole del cecchino ebbero un effetto strano. Il ragazzo cominciò ad avere un brutto presentimento circa quella tempesta, infatti era decisamente strano che la loro navigatrice non l’avesse prevista. Poteva esserci solamente una ragione che spiegasse tutto quello che stava accadendo.
- Moccioso, ascoltami.
Sussurrò una voce portata dal vento che fece sussultare Rufy e confermò i suoi sospetti. Il capitano non ebbe nemmeno il tempo di urlare che subito si trovò schiacciato contro l’albero maestro mentre una mano comparsa dal nulla gli stringeva la gola. Pochi istanti dopo Rufy poteva distinguere chiaramente l’imponente figura di sua padre di fronte a lui.
- Pa.. Padre? La tempesta è opera tua, vero? Per questo Nami non l’aveva prevista.
Mormorò Rufy con un filo di voce.
- Molto bravo..
Disse Dragon, leggermente sorpreso dal fatto che il figlio non stesse tremando di paura. Non sembrava davvero preoccupato per la sua incolumità quando per quella dei suoi adorati compagni che non si erano ancora accorti che il rivoluzionario fosse a bordo.
- Potresti lasciarmi il collo?
Chiese Rufy, cercando di obbligare il padre a lasciare la presa.
- Apri le orecchie..
Ordinò Dragon, con fare severo, ignorando le richieste del pirata.
- Rufy..
Urlò Chopper, richiamando l’attenzione dei compagni che accorsero spaventati.
- Oh mio dio, un intruso a bordo.
Esclamò Nami, spaventata, chiedendosi chi potesse essere l‘energumeno che teneva Rufy per il collo appeso all‘albero maestro.
- Ci penso io ad eliminarlo.
Rispose Franky, deciso, preparandosi a colpirlo con una delle sue armi.
- Fermati, idiota. Ti sembra un’idea sensata eliminare Dragon?
Chiese Zoro, mettendosi in mezzo. A quelle parole tutti, compreso il cyborg, strabuzzarono gli occhi per lo stupore e la paura.
- Che ci fa il padre di Rufy sulla nostra nave?
Esclamò Sanji, sorpreso ed al tempo stesso preoccupato dal fatto che il padre di Rufy stesse stringendo un po’ troppo forte il collo del figlio.
- Ricorda la promessa, moccioso.
Esclamò Dragon, prima di mollare la presa e lasciare cadere Rufy a terra.
- Contaci.
Rispose Rufy, guardandolo con aria di sfida. Dragon sorrise, soddisfatto, e svanì nel vento dal quale era arrivato.
- Segui i tuoi sogni e prenditi cura di te stesso. Ormai sei abbastanza grande per convivere con la consapevolezza che tuo padre è un criminale.
Gli sussurrò in modo che sentisse solo lui, prima di allontanarsi.
Non appena il rivoluzionario fu sparito Chopper corse verso il suo capitano per assicurarsi che stesse davvero bene, e gli altri fecero la stessa cosa.
- Rufy, tuo padre è semplicemente spaventoso.
Esclamò Nami, ancora tremante.
- Ma no, in fondo mi è simpatico.
Mormorò Rufy, sorridendo. Quelle parole provocarono lo sgomento generale. Come poteva Rufy trovare simpatico un uomo del genere? Chi lo chiamava demone non si sbagliava più di tanto.
- Ti ha quasi ucciso.. E non è la prima volta!
Gli ricordò Zoro, incredulo. Va bene adorare l’avventura, ma Rufy cominciava ad esagerare. Se trovava simpatico un uomo come suo padre il passo successivo poteva tranquillamente essere prendersi un gigantesco mostro marino come animaletto domestico.
-Anche mio nonno mi ha cercato di uccidere varie volte, ma gli voglio bene.
Rispose Rufy alzando le spalle, prima di allontanarsi sorridendo tenendo un pezzo di carta tra le mani. I compagni si guardarono sconsolati, scuotendo la testa. Il loro capitano era senza speranze, ma in fondo lo avevano seguito anche per quello.
Rufy andò a sedersi sulla polena, nel suo punto di osservazione preferito e si calò il cappello sugli occhi cercando di ricordare le esatte parole del padre.

- So di non essere nulla per te, certamente non un padre. Ad ogni modo, prendi questa. Se avrai bisogno di aiuto ti aprirà molte porte.
Aveva sussurrato Dragon mentre la nave di Rufy, Robin e Zoro si allontanava, affidando le sue parole e la sua Vivre Card a quel vento che li stava spingendo a realizzare i loro sogni.



ANGOLO DELL'AUTRICE:

Va bene, in teoria avevo detto che andavo in vacanza e che ci rivedevamo a settembre ma in pratica ieri notte non riuscivo a dormire e mi sono messa a scrivere questa storia. L'ho finita in qualche ora e non sono riuscita a resistere alla tentazione di pubblicarla qui.
Mentre la scrivevo ho riso come una matta da sola, spero che piacerà anche a voi quando è piaciuto a me scriverla!

in conclusione, vi prego.. lasciate un commentino anche se è un'idiozia pazzesca!

  
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