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Autore: Less_    06/08/2010    1 recensioni
Questa storia è una ROUNDROBIN. Questa decisione di raccolta di one-shot, poesie e brevi racconti è nata da me su ispirazone di una bellissima poesia scritta da Else W , Il suo cancro siamo noi, che spero pubblichi anche qui, ma che potete andare a vedere nel link. Questa iniziativa nasce per, un po' come dice il titolo, sensibilizzare tutti riguardo il tema natura, terra, rispetto dell'ambiente e dintorni. Tutti coloro che sentono questo come un tema che gli sta a cuore, sono invitati a scrivere nel modo e con lo stile che preferiscono.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il generale Fuoco cammina fra le sue file di discepoli fieri e attenti. Vulcani, incendi, gas infiammabili, tutto ciò che brucia e distrugge.

«Miei soldati! Noi siamo i padroni della terra! E perché siamo qui, oggi, troppe miglia sotto la faccia della terra? Perché? Chi ci ha rubato il diritto di sfilare alteri fra le creature di superficie? Gli umani! Si sono presi ciò che avevamo, ma soprattutto, e cosa più importante, ciò che eravamo! Ma non li lasceremo impuniti, noi insorgeremo e segneremo per sempre le sorti della Terra. Oggi, combattiamo per il diritto di dominare liberi su ciò che ci appartiene! Avremmo potuto essere fratelli, compagni, amici, amanti, un tempo. Ma l'uomo no, non l'ha voluto. Ci ha ucciso e ci ha guardato agonizzare impotenti. Ora è il momento che ci riprendiamo ciò che è nostro, perché chi sfida le forze primordiali della natura si mette contro qualcuno di crudele!» inveisce.

 

Il colonnello Aria non si trattiene e svolazza qua e là nell'ampia sala. Tutti i tipi di venti e di correnti date dall'aria, i gas dannosi e tutto ciò che corrode e spazza via.

«Tutti noi sappiamo chi siamo e cosa vogliamo. Sappiamo chi ci ha tolto quello per cui lottiamo. Non sappiamo perché l'ha fatto, certo, ma sappiamo che ci vendicheremo. Eravamo creature pacifiche, un tempo. Un tempo avremmo potuto contenerci, pur di concedere l'armonia alla nostra madre, la Terra. Invece gli uomini non l'hanno fatto, incuranti. Ma la nostra non è una vendetta che gusteremo con piacere. La nostra vendetta è solo un doloroso onere, perché la giustizia venga riportata sul nostro pianeta martoriato, perché tutto ciò per cui ci siamo lasciati morire e risorgere – la nostra Terra, l'armonia, la pace, la giustizia – possa salvarsi dalla furia spietata della crudeltà. Perciò ricordate; non siamo crudeli perché lo vogliamo, lo siamo perché se non lo saremo periremo come è già successo. Quindi buona fortuna, miei prodi, date il vostro meglio. E vincete, per me, per i miei fratelli e per ciò in cui credete!» aizza.

 

Il maggiore Acqua rimane fermo, immobile, davanti ai suoi. Mari, piogge, uragani, tormente, tutto ciò che l'acqua è.

«Ci hanno sporcati con il loro cosiddetto oro nero. Ci hanno riempito di rifiuti. Ci hanno prosciugati e strappati dalle nostre case naturali, domati e costretti, e noi non siamo fatti per essere imprigionati e disprezzati. Noi siamo quanto di più bello e necessario ci fosse sulla Terra. La nostra Terra. E ora che non possiamo più veder brillare il Sole, cosa possiamo fare? Possiamo riprenderci quello che era nostro. Se non ci avessero fatto così male, se almeno avessero chiesto perdono, li avremmo risparmiati, perché la natura non è crudele, non è spietata. Ci hanno costretti ad essere questo, e anche se non lo vorremo, possiamo ancora fare qualcosa per quello che siamo e quello in cui crediamo. Possiamo riavere noi stessi e la nostra vita, insegnando il rispetto. Anche se sarà una lezione dura, come lo sono quelle delle madri per i figli. Perché solo così possiamo ottenere il rispetto che ci è dovuto. Perché è così. Ci è dovuto. Miliardi di anni passati a darci per gli altri. Adesso è il momento di riprenderci ciò che ci hanno rubato e che avremmo dato comunque se ci fosse stato chiesto con rispetto, cortesia e comprensione. Lo riprenderemo con furia. Perciò non reprimete il vostro ardore e donatevi ancora fino alla morte per non essere perduti per sempre» dice gelido.

 

Il comandante Terra non c'è. Non oggi. Sta male. Ma ha lasciato un messaggio che tutti chiaramente sentono nelle loro menti. Terremoti, frane, valanghe, sacche gassose.

«Date fondo a tutta la vostra potenza se non volete che io muoia. Dovete lottare per me. Contro il pericolo più grande che ci sia mai stato. E io no, non v'illudo che non sia nella vostra natura distruggere. Ma non è colpa vostra, e lo sapete. Rammentatelo solo, perché il rimorso non vi distrugga. Ci sono cose che vanno fatte per dovere. E no, non vi dirò neanche che siete innocenti. State per fare una strage che magari non tutti meritano. Ma dovete. Dobbiamo. Perché le cose veramente importanti non sono comprensibili a tutti e gli umani non le hanno ancora capite. Pace, armonia e libertà non sono i loro elementi. Né la pietà o l'amore. Amano la guerra e il sangue e l'odio. Purificate le loro anime perché si liberino degli impulsi dei corpi, e splendete liberi. Prima che io muoia. Per sempre. E non ci sia vittoria che mi riporti in vita».

   
 
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