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Autore: valy90    06/08/2010    6 recensioni
"Quanti anni erano passati da quando avevo lasciato Forks? Tanti.
Ora mi ritrovo davanti il tabbellone delle partenze,  una mano stretta in quella di mia figlia, nell'altra la valigia."
Isabella Swan, ritorna a Forks, dove tutto e nato, pronta ad affrontare le conseguenze delle sue azioni.
Edward? Lui dopo tanto tempo che fine avrà fatto? E in questa storia cosa centra una  bambina di nome Lizz?
E la piccola Asheley? Lo scoprirete seguendomi in questa avventura. SEQUEL DI AMICO DI PENNA.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amico di penna!'
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Holaa!!! =) Eccomi qui con questo capitolo!!  Mi scuso per il ritardo, il capitolo è pronto da qualche giorno ma non trovavo la mia  beta!! xD in realtà non l'ho trovata ma ho postato lo stesso!! Comunque Francesca(Feibe) *la quale sarà fatta santa quando ho i miei cali di ispirazione* provvederà a betarlo appena la sento! =)
Sono tantissimo orgogliosa di questo capitolo!! E' molto lungo!! Ma siamo arrivati al prologo!! *.*
Purtroppo vado di fretta! =( mi scuso ma anche oggi non posso rispondere alle recensioni, spero non mi abbandonate!! =) Posterò un'altra volta domani o al massimo domenica! Mi è venuta un'ispirazione ampia!! =)
PLEASE!! La lasciate una recensione?? *-* Anche se non l'avete mai fatto!! *.* sarei tanto tanto tanto felice!! *.* Ci tengo tanto a questo capitolo come a questa ff perchè è la prima e vorrei sapere il vostro parere!!
Ringrazio chi recensisce! Chi legge, chi l'ha inserita tra seguite, preferite e da ricordare!! *-*
Vi lascio al capitolo!! Spero di leggere tante recensioni quando torno!!
1 GROSSISSIMO BACIO!!
OPS. Dimenticavo ho creato 1 forum su Robert *.* e parlerà di Twilight e sarà ripostata questa ff con i capitoli revisionati ed Extra e potrete anche pubblicizzare le vostre ff e farle conoscre al mondo di forumfree =))
http://robertpattinson-fanfictionemoltoaltro.forumfree.it/
Se vi va di passare =)







Sette anni dopo...

Quante cose possono cambiare in sette anni? Tante.
Bella è seduta sul dondolo del giardino di casa, oggi è la sua giornata libera, la casa è vuota, la piccola è a scuola e Alejandro è a lavoro.
Come avrebbe fatto senza di lui? Non lo sa e non vuole immaginare.
Ringrazierà a vita la madre per averla mandata alla posta, perchè lì, quel giorno ha incontrato un amico, unico.
Già... tra lei e lui non c'è mai stato nulla più di una grande amicizia.
Ricorda ancora, il momento in cui è nata la bambina, lui era lì, le dava sostegno.
Era lì dove doveva esserci un'altro.
Una lacrima scende solitaria.
Il caldo di maggio di LA si fa sentire  prepotente, batte Phoenix.

*Flashback.*

La piccola Ashley aveva oramai un anno, era una bellissima bambina.
Lei invece, era al primo anno di unirversità, ma vivere sotto lo stesso tetto con sua madre e Phil era divevanto impossibile.
Lei voleva vivere sola, affrontare la vita senza una balia. Questo la vita le ha dato e questo vuole viversi.
Molte volte il padre aveva chiamato Reneè per sapere la sua piccola Bella che fine avesse fatto, ma ogni volta Reneè rispondeva che non sapeva dov'era.
Bella invece, era nervosa, perchè era allo scuro delle chiamate del padre è viveva nella convizione che tutti s'erano scordati di lei o che erano davvero delusi.
Aveva preso una decisione, oramai era maggiorenne, l'unica persona che contava davvero era Alejandro, gli voleva un bene dell'anima, ora però lui sarebbe andato via per lavoro e lei non voleva...
Aveva deciso, sarebbe andata con lui se voleva...
Tre giorni dopo aveva detto addio alla madre e Phoenix, voleva ricostrursi una vita, per lei e per la piccola.
*Fine flashback*


Lei oramai è laureata è un'insegnante di Letteratura inglese.
QUalche ora dopo

POV BELLA.
Esco fuori di casa a prendere la posta.
Bollette, busta paga, pubblicità, l'ennesima lettere per la mia piccola.
-Asheley c'è posta per te!!!-
-Si che bello, è Lizz sicuramente.-
-Sai piccola, anche io alla tua età avevo un amico di penna.-
-Davvero mamma? E ora lo senti più?-
Il mio cuore perse un battito.
-No, sono anni che ormai non lo sento più, l'ultima volta l'ho visto di persona, un anno prima che concepii te.-
-Ah, ok. Beh mammina vado a leggere.-
-Eih, Eih, aspetta, mi parli un pò di lei?-
-Ok mamma, si chiama Elizabeth, ma vuole che la chiamo Lizz, ha sei anni come me, è di Forks come il nonno.-
-Ah... ok, come fa di cognome?-
Magari è la figlia di qualche amica.
-Emh... me ne sono scordata, mamy. Sai mamma, mi piacerebbe conoscere il nonno, andare a Forks per conoscere sia Lizz che nonno.-
Era difficile per me, ma non potevo precludere a mia figlia una parte della sua vita.
-Ok, fammi organizzare e partiamo. Credo che Alejandro venga con noi-
Mia figlia sentendo quella parole mi saltò in braccio.
-Si Si, che bello viene anche Ale con noi. Grazie mamma, grazie. Devo dirlo a Lizz, non vedo l'ora.-




Dovevo partire, tornare dove tutto era nato.Forse l' avrei rincontrato.
Erano  passati molti anni e forse era sposato, aveva dei figli ed era felice come purtroppo  non lo era stato con me.
Cosa avrei fatto quando l' avrei rivisto?  Era una cosa possibile e sapevo che un  nostro eventuale incontro mi avrebbe solo buttato giù ulteriormente...
Cosa avrei spiegato a mio padre ?
 E i miei  fratelli ?
Ero sparita e  non sapevo che fine avessero fatto: se si  erano  laureati, se erano  sposati e avevano  dei figli... io me ne ero completamente disinteressata, fuggendo dalla mia vita e ricostruendomene un altra.
ma ero pronta ad affrontare tutto? Pronta a raccontare cosa mi era successo negli ultimi sette anni? A esporre Asheley a tutti? Pronta a far vedere al mondo chi era la vera e nuova Isabella Swan?
Ormai era tardi per tornare indietro: dovevo partire, l' avevo promesso alla mia principessa e non potevo deluderla, lei  non  meritava di soffrire per un mio capriccio e poi ero stanca di mentire...


-Alejandro devo parlarti.-
Punto i mie occhi nei suoi, so di non poter nascondergli nulla, capisce ogni mio sguardo, gesto sa cosa nasconde...
-Dimmi piccola.-
Prendiamo posto sulle sedie della cucina, appaggio le braccia sul tavolo ed inizio a parlare.
-Ale... Devo partire, devo tornare a Forks, sono scappata dai problemi per tanti anni, sono consapevole che non è servito a molto, se non ha ritrovare un senso a me stessa. Ma, non è una cosa salutare nè per la bambina nè per te. Ti ho strascinato con me, ti ho tenuto con me, non pensando che il mio posto non è questo Ale. Io ha Forks, ho si tutto il mio passato e il caos lasciato con la mia partenza, ma lì c'è la mia famiglia, ho mio padre e i miei due fratelli che ho abbandonato con un misero bigliettino... Capisci Ale? Ash ha il diritto di conoscere il nonno e gli zii, ma io da sola non c'è la faccio, ho ancora bisogno di te, del mio migliore  amico, del mio sole, del mio sostegno. Verrai con me Ale? -
Sente i miei occhi umidi, sicuramente lui li vede lucidi. Non devo piangere.
-Eih... scricciolo. Guardami. Secondo te il qui presente Alejandro ti lascia andare sola?-
-Se vuoi essere sadico si.-
Gli dico sarcastica.
-Quando si parte?-
Sul mio viso compare un sorrisone.
-Il tempo di trovare il primo volo disponibile.-



Il volo non è stato particolarmente pesante, la piccola ha dormito  per tutta la durata del viaggio. Io invece ho sfogato i miei dubbi su Ale, che molto gentilmente si  sorbito i miei sorliloqui e mi ha consigliato. Prima o poi gli farò una statua d'oro.
Ora, dopo aver affittato un'auto e aver lasciato le valigie in albergo, siamo in viaggio da Seattle verso Forks, non manca molto, io sono seduta sul sedile posteriore con in braccio la piccola  che dorme ancora.
Dopo qualche minuto di viaggio ecco spuntare la mia vecchia casa, quella che mi ha vista crescere, quella che ha visto le mie gioie e i miei dolori, quella che ha visto mia madre andare via.
Questa è la casa che è stata protagonista dello scambio di corrispondenza con Edward, è stata protagonista della nostra notte d'amore e della mia fuga. In tutti questi anni di cos'altro è stata protagonista?
Vedo Ale guardarmi e incoraggiarmi a scendere.
-Ei Bella, io prendo la piccola tu vai. Noi ti seguiamo.-
Sfilo dalla tasca dei jeans il mio vecchio mazzo di chiavi sperando che sia ancora quello.
Mi avvio alla porta. Nel vialetto ci sono parcheggiate delle auto che non conosco.
-Mamma, mamma siamo arrivati che bello.-
Si è svegliata ed è saltata giù dalle braccia di Ale.
-Si ora siamo a casa del nonno e degli zii.-
-Si dai mamma entriamo dai...-
Inserisco la chiave nella serratura. Sempre la stessa. Click.
Si apre. Delle voci provengono dalla cucina.
La piccola mi stringe la mano, dovrò far sentire la mia presenza no?
Non so in cosa, ma incianpo facendo cadere qualcosa di vetro, dato il rumore.
Davanti a me compare la figura di mio padre che, mi guarda incredulo.
-Bella?-
I miei occhi si riempono di lacrime.
-P.a.p.pa-
Lo chiamo singhiozzando, lascio la presa da Ash e vedo ad abbracciarlo.
-Mi sei mancato tanto, scusa papà.-
-Shh, piccola. Anche io ti voglio bene.-
Scioglie l'abbraccio puntando gli occhi su Ash ed Ale. Immagino già cosa sta pensando. Il suo sguardo va sulla mia mano sinistra, lo vedo sposirare e guardarmi interrogativo.
-Papà andiamo in cucina ti spiegherò tutto. Ash, Ale venite.-
Prendo la piccola per mano e mi avvio verso la cucina, dove continuo a sentire tante voci parlare insieme, forse anche qualcuna di bambino.
D'improvviso tutto si ferma. Entriamo in cucina, tutto tace e vengono puntanti su di noi gli occhi dei presenti.
-Liz?-
-Ash?-
Guardo mia figlia con un punto interrogativo e punto lo sguardo sulla bambina a cui si rivolgeva Ash.
-Liz. Liz. Che bello.-
La piccola lascia la mia mano e va ad abbracciare la bambina. Capelli lunghi mossi, ramati.
-Che bello Ash... sei quiii.-
Guardo Ale e lo vedo avanzare verso di me, leggendo il mio sguardo dubbioso e pieno di panico. In quella stanza, tutti i  Cullen, i miei fratelli e dei bambini.
Lui non lo vedo, ma avverto la sua presenza, non voglio voltarmi e guardarlo.
Ale mi abbraccia da dietro, vista da  fuori può sembrare un'azione equivoca.
-Bella sei tu?-
Chiudo gli occhi. So a chi appartiene quella voce e gli occhi si riempono ancora di lacrime.
-Jazz.-
-Bellina?-
E così un susseguire di sussurri provenienti da diverse persone, chiamano il mio nome.
-Si sono, va bene?-
Il tono mi esce acido, nervoso, quando dovrei essere l'ultima ad essere nervosa.
-Ash qua. Subito.-
-Ma... mamma.-
Sui volti presenti gli occhi si sbarrano a quelle parole.
-Asheley non farmelo ripetere vieni qua.-
-Allora Bella vuoi spiegarci?-
Mio padre prende la parola.
-Sediamoci, vi spiegherò tutto. O quasi.-
Dico in un sussurro guardando Ash.
Ci accomodiamo tutti sui divani e sedie del salone.
Alla mia sinistra Ale e alla destra Ash.
Alzo gli occhi e il mio color cioccolato s'incontra con gli occhi di Edward.
Avevo notato tutti nella stanza. Esme, Carlisle, Alice, Rosaly, Jazz, Emmet e dei bambini, una ragazza bionda e lui era l'unico che non avevo visto.
Ora ricollego tutto.
*Flashback*
-La mia amica di penna di siama Liz è di Forks.-
-Non ricordi il suo cognome?-
-No mamma.-
*Fine Flashback*

-Amica di penna.-
-Cosa?- Chiede Ale, ma penso che tutti si stiano chiedendo cosa signifa quello che ho detto.
Puntai gli occhi su mia figlia.
-Ash, lei è Lizz la tua amica di penna?-
Chiedo indicando la bambina che tanto somiglia ai Cullen.
-Si mamma è lei, ti ricordi? Ti avevo chiesto di venire qui per incotrare lei, gli zii e il nonno.-
-Bella ora ci spieghi, senza divagare.-
Dice acido mio fratello Jazz.
"So che mi odi fratello mio, scusami" Penso.
-Allora, lei è Ashley, come avete capito è mia figlia. Lui è Alejandro, so cosa vi state domandando, la mia risposta è no per due volte. No non è il padre di Ash e no non è il mio attuale compagno.-
-E chi è il padre?-
-Non ho un papà.-
-Che vuol dire quello che ha detto tua figlia?-
-Papà cosa può significare? Ho fatto tanti sbagli e ora ne sto pagando le conseguenze. Non fraintedetemi io amo mia figlia e tantissimo anche. Cosa volete sapere più?-
-Perchè sei andata via Bella?-
Mi chiede pungente Emmet.
-Avevo sei anni e la vita mi aveve riservato solo dolore, mia madre mi aveva abbandonata  e sono stata costretta a crescere velocemente e a nascondere il dolore. Sempre a sei anni era l'ora di storia e la professoressa ci disse che avremmo partecipato ad un progetto: "Amico di penna". Ad ogni membro della classe sarebbe stato assegnato un bambino di un'altra scuola con cui scambiare corrispondenza, a me capitò Edward.-
Sul volto di tutto leggevo stupore.
-Già, proprio Edward, cominciammo a scambiarci lettere, conoscendoci meglio. Con lui condividevo la  quotidianità, gli raccontavo cosa succedeva a scuola, gli raccontavo delle serate con "i miei uomini", i miei fratelli e mio padre. Un giorno mi feci forza e gli raccontai di mia madre, stetti meglio, era una cosa che non avevo mai raccontato a nessuno. Lui mi raccontò che era stato adottato e tutta la sua storia. Gli anni passavano e la nostra amicizia cresceva, con lui mi sfogavo, ridevo, ci scambiavamo foto per vedere i cambiamenti durante gli anni. Un giorno, oramai avevo quattordici anni non mi arrivarono più lettere da parte sua. Caddi in depressione, stavo male, sentivo la mancaza di Edward ogni giorno, la vita era vuota, lui era l'unico oltre a mio padre e ai miei frattelli con il quale non tenevo la maschera d'indifferenza. COn quell'accaduto, estesi a tutti la mia maschera ero stronza, acida, cinica, la tipica persona da non frequentare, tenevo tutti lontano tranne qualche amica. Così passarono tre anni.
Un giorno, oramai avevo diciassette anni, andai a scuola e tutti erano in fermento, nella scuola erano arrivati nuovi studenti. Si sa, a Forks tutto fa scalpore. Vidi scendere da un'auto due ragazze ed un ragazzo. Aveva qualcosa di famigliare, sembrava Edward, quell'Edward il mio amico di penna, ma non ero sicura, erano passati anni, si cambia, l'utima foto che avevo di lui era molto più piccolo. Chiesi in giro e scoprii che si chiamava Edward CUllen. Andai in mensa e al tavolo dei mie fratelli c'erano seduti i Cullen al completo, io e Edward iniziammo a punzecchiarci facendo finta di non conoscerci. Nervosa andai via dalla mensa nascondendomi in bagno per tutta la durata, giuro che l'avrei preso a pugni.
Tornai in classe con Angela e nel mio zaino trovai un bigliettino con una frase, non capivo chi fosse.
Finita la giornata andai a casa.
Passato un pò di tempo feci amicizia con ROse e Alice, un giorno erano nella mia stanza  e le trovai con i mano le mie lettere e quelle di Edward, m'innervosii erano mie, private non dovevano leggere, quel giorno tornò mia madre appena la vidi svennì, mi risvegliai tra le braccia di Edward credevo di star sognando. Gli chiesi di non andare via, non volevo che mi lasciasse ancora. Lui vagava per mia stanza e trovò le lettere dicendomi che ne mancava una nella quale parlava del compleanno di Esme e che si era innamorato, ma a me quella lettera non arrivò. Io nervosa per quello che mi aveva detto gli dissi che concordavo, non volevo più vedere. Iniziai a stare male, decisi di andarmene da Forks, creavo e ricevevo solo sofferenza.  Poi partii lasciando solo un bieglietto, chiedendo di non essere cercata. Sono stata a Phoenix da mamma, lì ho conosciuto Alejandro. Ero all'ottavo mese di gravidanza e Reneè mi chiese di andare a pagare le bollette, andai e c'era una fila immensa, uscii fuori e iniziai a parlare con Ale che sembrava molto socievole e simpatico, il tempo della fila passò velocemente quando toccò a me, mi avvia e mentre mi avvicinavo al bancone per pagare mi si ruppero le acque.  Alejandro molto gentilmente si offrì di accompagnarmi in ospedale, durante il tragitto chiamò mia madre che gli chiedeva di non fare uscire la bambina perchè mancava un mese, vi lascio immaginare la scena, ora a distanza di tempo sembra comica, ma in quel momento ero molto irritata tanto che la mandai a farsi benedire. Nacque la piccola, decisi di chiamarla Ashley non so perchè ,in quel momento era il primo nome che mi passava per la testa. La mia amicizia con Ale continuava, lui doveva partire per lavoro e trasferirsi a Los Angeles, io a Phoenix inizia l'università, ma dovevo andare via, stare da mamma mi faceva stare male. Decisi di andare con Ale a LA. Ricominciai una nuova vita, la piccola cresceva bene, io studiavo, alla fine mi sono laureata ed ora sono un'insegnande di letteratura inglese. A Casa spesso arrivava posta per la piccola, la scuola mi misa al corrente del progetto che la scuola aveva iniziato, guarda caso era :"Amico di Penna". E vedevo la piccola scrivere e ricevere lettere ero tranquilla, sapevo che sono persone scelte. QUesta cosa va avanti da mesi, finchè non mi disse che la bambina con cui si scambiava corrispondenza si chiama Lizz ed è di Forks, mi chiese di conoscere il nonno e gli zii. Capii che il mio comportamento era sbagliato, non potevo togliere l'oppurtunità alla piccola di avere la famiglia vicino e così eccomi qua. Allora Lizz tu sei figlia di quale Cullen? Io sono Isabella Swan la mamma di Ashley, chiamami Bella.-
-Io sono Elizabeth Swan, detta Lizz, Zia.-



   
 
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