Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: NiNieL82    08/08/2010    3 recensioni
POSTATO IL FINALE
“Non me ne frega niente di questo Orlando Bloom, non so se hai capito, Laura. Di pure al boss che questa me la paga. Non me lo sarei mai immaginato che avrebbe fatto una cosa simile!” esclamò Edith dirigendosi verso l’entrata del privè, dove avrebbe tenuto l’intervista.
“Ma miss Norton, Orlando Bloom e un attore di fama mondiale, il capo ha affidato a lei questa intervista proprio per questo motivo” rispose una terrorizzata Laura, segretaria personale di Edith, dall’altro capo del telefono.
[Dal primo capitolo].
“Sono lieta di conoscerla, mister Law.”
Jude sorrise e replicò:
“Ti prego, non mi far sentire più vecchio di quello che sono dandomi del lei. Chiamami Jude e tagliamo la testa al toro. Che ne dici?”
Edith sentì le gambe cederle. Certo, se lo avesse raccontato anche a Rachel sarebbe stramazzata al suolo per la sorpresa. Dare del tu a Jude Law mica è cosa di tutti i giorni.
Sorrise, un po' nervosa e disse:
“Ok, Jude!”
Gli occhi azzurri dell'attore ebbero come un lampo. Edith sentì una strana molla allo stomaco.
[Dal capitolo 22].
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ' I was born to love you.'
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Capitolo 9: Nella tela del ragno.


Rachel guardò Edith di sottecchi. Era finalmente arrivato il 30 novembre. Mercoledì. In parole povere, il giorno prima del grande avvenimento: l'appuntamento con Orlando.

Nervosa?”

Sentendo Rachel farle quella domanda, Edith si voltò di scatto e versò un po' del latte sul tavolo invece che nella tazza con il tè.

Ma che dici?” chiese tamponando il liquido caduto con dei fazzoletti.

Quello che sto dicendo...” replicò Rachel divertita.

Io non sono nervosa. Stavo solo ragionando su alcune cose che devo cambiare sull'intervista che ho fatto alla Clinton!” rispose prontamente Edith.

Ah! Si. Vero. La Clinton.” ironizzò Rachel.

In quel momento, Charlotte chiese, infilando il cucchiaio nella tazza piena di latte, cioccolato e cereali:

Zia. Ma è vero che lasci quell'antipatico di Brian e ti fidanzi con Orlando Bloom?”

Ad Edith andò di traverso un po' del tè che aveva bevuto e con voce roca, fulminando Rachel che rideva come una matta cercando di nascondersi dietro la mug, rispose alla bambina:

La zia è fidanzata con lo zio Brian. Con Orlando Bloom invece diventeremo amici. Niente di più!”

E zio Brian lo sa che sei amica di Orlando Bloom?” chiese maliziosa Rachel guardando Edith.

In effetti, dopo che aveva saputo da Brian che non avrebbe rinunciato al viaggio a Natale e sarebbe partito con un amico a New York, sistemando così delle cose di lavoro, Edith aveva reagito con una freddezza inaspettata da Brian che, sovente, vista anche la presenza di Rachel in casa, con cui, cordialmente, non si sopportava, non andava a trovare Edith, aumentando quel distacco che si era creato dal giorno della festa, quando la giornalista aveva rifiutato la sua proposta di matrimonio.

Di conseguenza, quindi, non aveva avuto il tempo di dire al compagno di essere stata invitata a cena da Orlando.

Imbarazzata -cosa di cui solo Rachel si poteva vantare di riuscire- Edith sorseggiò troppo a lungo il suo tè, ritardando la sua risposta.

Edith!” esclamò stupita Rachel.

Edith poggiò la tazza e guardando l'amica, mormorò:

No. Non gli ho detto nulla!”

Rachel trasecolò. Guardò l'amica con bocca e occhi spalancati e indicandola replicò:

Non hai detto nulla al mascellone?”

Edith scosse la testa sentendosi a disagio. Sapeva di sbagliare, ma proprio non se la sentiva di chiamare Brian, con il quale scambiava si e no un ciao, un bacio e un ci vediamo quando uscivano, per dirgli:

Sai.. Mi sono dimenticata di dirti che giovedì esco con Orlando Bloom, quell'attoruncolo da strapazzo che sta con la piccola Kate, la figlia dei Bosworth, quella che è intelligente e che sembra che si sia rifatta le labbra!”

No! Non le sembrava per niente il caso.

Non abbiamo parlato molto in questo periodo, io e Brian!” rispose per scusarsi Edith.

Edith! Brian è il tuo ragazzo. Non gli hai detto che dovevi vedere un altro uomo. Lo sai che cosa potrebbe succedere?” chiese preoccupata Rachel.

Charlotte allungò la scodella ormai vuota e disse:

Mamma! Devo andare in bagno!”

Senza saperlo, Charlotte aveva dato ad Edith la possibilità di uscire da una spinosa conversazione. Sorrise alla bambina facendole l'occhiolino e salutò con una mano Rachel che, per niente contenta la guardò torva e replicò:

Sappi che non è finita qua...”

Edith annuì e poi, dopo che la figlia e l'amica andarono in bagno, si stiracchiò e sorrise, guardando la giornata dalla finestra sopra il lavandino.

Una giornata uggiosa. Come sempre a Londra. E questo non voleva dire che sarebbe stata una brutta giornata.



Allora come vuoi vestirti?” chiese interessato John guardando l'armadio di Orlando da cui, una miriade di vestiti dai vari colori faceva capolino.

Da quando come mi vesto è diventato un fatto così interessante?” chiese Orlando con le mani sui fianchi, sollevando un sopracciglio.

Da quando esci con l'amica della donna con cui sto uscendo per la prima volta dopo anni che non succedeva più. La stessa donna con cui sono disposto a creare qualche cosa d'importante. Se non fai cazzate, naturalmente!” rispose John sorridendo verso Orlando.

Appunto. La tua donna. Non la mia. Quindi...” ribatté Orlando.

John sorrise prendendo un pantalone e disse, facendo l'indifferente:

Sai che Edith si sta lasciando con Brian Stephensons?”

Senza capire il vero motivo che lo spingeva a fare quel gesto, Orlando si voltò di scatto, tendendo qualche nervo del collo che, giustamente, cominciò a fargli mostruosamente male.

John se ne rese conto e disse:

Si. Rachel dice che le cose non stanno andando benissimo e che Edith lascerà Brian prima che inizi l'anno nuovo”

Massaggiando il collo Orlando guardò di traverso l'amico e sofferente chiese:

E a me che cosa dovrebbe interessare di tutto questo, scusa?”

John lo guardò con aria sognante e rispose:

Nulla. Infondo, a te, Edith non piace...”

Orlando sollevò la testa, pentendosi subito, dato che il gesto gli procurò un fortissimo dolore. E tornando a massaggiare il collo, disse:

John. Di nuovo con quella storia? Non sono innamorato di Edith. Non posso negare che sia una bellissima donna, davvero stupenda. Ma ho voglia solo di farle capire che non sono il mostro che crede sia...”

John gli batté sulla spalla delicatamente e replicò sarcastico:

Kate non lo sa che dovete uscire assieme, vero?”

Era vero! Non le aveva detto nulla perché non voleva che si creasse degli inutili sospetti che avrebbero solo peggiorato la situazione. Infatti, tranne i momenti in cui si vedevano dopo giorni che erano stati lontani e la nostalgia quando tornava a casa, doveva riconoscere che la storia tra lui e Kate non era più la stessa da un sacco di tempo, ormai. Rosa dalla gelosia, dalla lontananza che non permetteva ad entrambi di far appieno parte della vita dell'altro, Orlando e Kate cominciavano a sentire i primi scricchiolii, a vedere le prime crepe nella loro relazione un tempo perfetta che aveva portato Orlando a stare, come elegantemente aveva detto Dominic Monaghan, 'con il culo per aria la maggior parte dei giorni in un anno'(*), ma che ora era un amore imparato a memoria, la brutta copia di quello che era stato un tempo.

Come la minestra riscaldata il secondo giorno. Il giorno prima poteva sembrarti buona, la mangiavi perfino con piacere. Il secondo giorno, quando te la trovi di nuovo davanti, riscaldata, senti che ha perso quel sapore, quel gusto che regala la novità, lo scoprire o ricordare un sapore dimenticato da tempo.

Non volendo ammettere questo davanti a John lo guardò e rispose:

Sai che Kate è gelosa!”

Lo so che è gelosa. È gelosa anche di me. Anche se, devo essere onesto, non trovo nessun motivo per esserlo. Sarai l'uomo più sexy del pianeta caro mio, ma non sono per niente interessato ai tuoi pettorali...” scherzò John.

Orlando rise, ma John aveva centrato il problema. Kate era alle volte troppo possessiva e soffocante, quasi alla follia.

Se pensi che sia troppo soffocante, ti dico una cosa: glielo hai permesso tu. E sai perché? Perché tu per primo lo sei con lei!” gli fece notare l'amico.

Orlando sospirò. Doveva cambiare discorso. E guardando l'armadio, disse:

Allora. Con una snob e sempre perfetta come Edith Norton cosa mi consigli di mettere?”

John lo guardò di traverso, poi, decidendo di fare finta di nulla, aprì l'armadio e cominciò a vagliare le varie possibilità vestiarie di Orlando.



Stretta in un maglione lungo color panna, con una cinta a falda larga nera poggiata sui fianchi, i capelli arricciati e un trucco scuro, Edith, sui strettissimi jeans neri, infilò un paio di stivali alti, con un tacco dieci, dello stesso colore della cinta. Mise un giubbino di pelle corto e sistemò con un dito il lip gloss sulle labbra. Guardò l'orologio Bulgari e sorrise. Era un po' in ritardo, ma Orlando se lo meritava, infondo l'aveva fatta aspettare mezz'ora al loro primo appuntamento.

Prese il cellulare e sorrise leggendo un messaggio di Rachel.

Allora... Mentre io mi dispero alla Saatchi per sistemare queste maledettissime foto, conscia del fatto che mi hanno ritardato l'apertura della mostra e che questo mi fa incazzare come una bertuccia, spero che per te le cose vadano meglio... Infondo, stasera, esci con quel gran pezzo di ragazzo che si chiama Orlando Bloom. Mi raccomando, ricordati i preservativi, sono nell'armadietto dei medicinali. Non ti dimenticare... Non voglio un figlio di Bloom legittimato da Brian...”

Sorridendo prese una borsetta nera nel quale, poco prima aveva infilato l'anello di Orlando, lasciò scorrere il pollice sulla tastiera digitando il testo di risposta.

Tranquilla! Non ci sarà bisogno dei preservativi. Sono una donna virtuosa io. E poi, ad essere onesta non credo di provare il ben che minimo slancio verso quell'attoruncolo da strapazzo... Sarà una cena tranquillissima, mi spiace tanto per te...”

Mise le chiavi dentro la borsetta. Sapeva che Rachel avrebbe risposto. Portò con una mano la voluminosa chioma all'indietro, sospirando e guardando l'orario. Era ufficiale: era in ritardo mostruoso...

La risposta di Rachel non si fece aspettare però.

E quando arrivò Edith scoppiò a ridere:

COSAA!?(*) NON TI PIACE QUEL DONO DIVINO CHE IL CIELO CI HA VOLUTO REGALARE? PIACE PERSINO A MIA FIGLIA CHE HA QUATTRO ANNI! Comunque, donna fortunata e ingrata con la dea bendata, divertiti. Più che altro non ho capito che cosa ti dispiace: se il fatto che non posso presenziare alla cena, ma sappi che il triangolo non era la mia figura geometrica preferita; se ti spiace perché lavoro stasera come un cane; o se ti spiace che non ho azzeccato e non trombi con Orlando Bloom. Perché, sappi, che per l'ultima opzione, non sono per nulla triste, anzi... Penso che sia molto meglio che il caro attoruncolo da strapazzo non si permetta nemmeno di entrare nelle tue lenzuola.. Più carne disponibile per noi povere fans...”

Edith non rispose al messaggio delirante di Rachel. Sapeva che se lo avesse fatto, l'amica avrebbe cominciato a pensare che stesse facendo di tutto per non uscire. E in un certo senso l'idea di farlo l'aveva sfiorata. Ma pensando che le cose si sarebbero ulteriormente complicate e che sarebbe stato difficile far finta di nulla con Brian per la seconda volta, risolse che era molto meglio uscire.

E prendendo la brosetta a tracolla aprì la porta e uscì di casa.

Non sapeva che Brian, invece, era al corrente del suo appuntamento con Orlando. E non sapeva che, uscendo di casa era caduta nella tela del ragno.



Jervis Meyer era uno dei più grandi paparazzi di tutta Londra. Nel suo curriculum si contavano foto a personaggi come il principino William, lo stesso Carlo con Camilla, lady D., per non parlare di Robbie Williams e gli altri Take That quando erano in auge. E Jude Law con Sienna Miller, Dustin Hoffman, Al Pacino, Robert De Niro, Andy Garcia, Tom Cruise e Katie Holmes...

Una lunga serie insomma di nomi altisonanti in cui era passato anche Orlando e qualche volta anche Edith e Brian.

Quella sera, quel freddissimo primo dicembre 2005, nella sua macchina, combattendo il freddo con una tazza large di tè caldo presa da 'Starbucks', Meyer aspettava che Edith si decidesse di uscire. Oppure Orlando arrivasse.

Era lui infatti il paparazzo chiamato da Ralph Felton per scattare le foto che avrebbero incriminato i due fedifraghi. E quelle foto valevano una fortuna, se scattate bene. Una somma che avrebbe saldato gli arretrati dell'affitto e pagato almeno altri tre mesi, lasciandolo tranquillo per un po'. E magari avrebbe messo anche le mani su quel teleobiettivo di nuova generazione che ancora non era riuscito a comprare. Per non parlare degli alimenti che non versava più alla moglie. Ma, infondo, lui era il padre di Joshua quando pagava, mai quando non lo faceva. Infatti, da tre mesi, ovvero dall'inizio del periodo in cui aveva smesso di pagare, non aveva più visto il figlio.

Sospirò, desiderando un bicchiere di gin, amico quando la malinconia lo coglieva, e fissò la porta.

Ed eccola. La fidanzata di Stephensons stava uscendo. Stava andando dal suo cavaliere.

Accese il motore e quando il taxi partì, lo seguì.

Non aveva nessuna intenzione di farsi scappare quello scoop. C'era solo lui. E nessuno al mondo avrebbe rovinato quella serata. Bastava qualche scatto buono su cui montare una buona storia e il grosso era fatto. Dopo doveva solo aspettare l'assegno che gli avrebbe garantito un 'bianco Natale'.



Orlando vide il taxi fermarsi e sorrise allegro.

Non ci sperava più. Edith era arrivata molto in ritardo e dopo mille giri di piazza, Orlando era stato più che tentato dall'idea di andarsene con le pive nel sacco.

Quando la vide arrivare, bellissima, con gli occhi truccati di scuro e un sorriso dolce stampato sulle labbra, si sentì sollevato. Era Edith, certo! Ma non significava che qualsiasi cosa facesse significasse qualcos'altro.

Allargando le braccia, rispondendo al sorriso della ragazza, disse:

Posso dirti che sei bellissima?”

La prudenza non è mai troppa, infondo.

Edith chinò la testa e sorridendo ancora di più, compiaciuta, rispose:

Non fare il mollicone con me Orlando, non funziona..”

Orlando finse di sentire un dolore al petto e disse:

Così mi ferisci, Norton. Sei sempre la solita cattivona con me...”

Edith sorrise e accolse i due baci che Orlando le stava dando sulla guancia. In quello stesso momento Meyer scattò almeno tre foto.

Scusa il ritardo, ma mi ha chiamato il mio capo... Sono stata costretta a stare al telefono ad ascoltare tutte quelle cose noiose di lavoro che, tra l'altro, mi terranno bloccata a Londra questo Natale” rispose Edith sorridendo imbarazzata.

Orlando scosse la mano, come per dire che non era importante. Poggiò una mano sulla schiena di Edith, guidandola, e disse:

Ho chiesto a Frank se potevamo entrare dalla porta sul retro e mi ha detto che andava bene. Gli devo fare uno squillo...”

Edith si bloccò e sorridendo disse:

Ho una cosa che ti appartiene!” e frugando nella borsa estrasse un oggetto che scintillò lievemente alla luce di un lampione.

Orlando lo guardò senza capire. Poi, nonostante la luce non fosse tantissima, disse:

Ma quello è..?”

Il tuo anello..” sorrise Edith.

Orlando lo prese, guardandolo quasi sorpreso di riaverlo dopo tanto tempo. Lo prese tra due dita e disse:

Ma allora non l'hai buttato!”

Edith scosse alla testa e rispose:

La sera che ti ho detto che l'ho buttato via ero un po' stordita e infastidita, non solo da te ma dalla festa e da un mal di testa con i fiocchi. Chiedo venia quindi per la mia maleducazione. Sai un uccellino mi ha detto che ci tieni molto a questo anello..” terminò fingendosi vaga Edith.

Orlando sorrise e chiese:

Un uccellino che per caso esce con la tua migliore amica?”

Edith sorrise divertita e Orlando la stupì slanciandosi verso di lei e stringendola forte in quello che, sembrava, un abbraccio grato.

Grazie Edith. Grazie davvero!” e infilando l'anello, sorrise malizioso, aggiungendo: “Anche se, ad essere onesti, questo anello lo avrei avuto sempre io se non me lo avessi rubato quel giorno, durante l'intervista...”

Io non te l'ho rubato. Sei tu che ti sei innervosito e che lo hai dimenticato!” rispose serafica Edith.

Mi hai fatto innervosire tu...” replicò Orlando, provocato.

Era tutta una tattica per punirti per il ritardo mostruoso che avevi accumulato come se niente fosse...” rimbeccò Edith.

Orlando allungò le mani in segno di resa. Si era reso subito conto che non era una cosa intelligente litigare con Edith. A dire il vero lo aveva capito da molto tempo. Ma testardo com'era, e Kate glielo diceva sempre che era un caso irrecuperabile, si puntava e la punzecchiava, prendendo delle vere e proprie legnate verbali dalla ragazza.

Ok! Me lo meritavo. Visto però che questa è un cena di pace, che ne dici se entriamo e andiamo a mangiare qualche cosa. Sai comincio a sentire la fame..”

Allargò il braccio in modo che Edith lo potesse prendere. E lo fece. E insieme entrarono nel locale. Non sapevano che Meyer, in quel momento aveva scattato almeno una ventina di foto.

Un ventina di foto che valevano molto di più di quello che pensava.



Fu una serata lieta. Edith e Orlando, dopo tanto tempo, riuscirono a fare del loro meglio e a non litigare per tutta la sera. Scoprirono inoltre che riuscivano a comunicare e che lo facevano davvero bene. Constatarono che avevano le stesse idee politiche, gli stessi gusti musicali- anche se Orlando rise per qualche minuto quando scoprì che Edith era una fan dei Take That fin da quando era una ragazzina-, gli piacevano le stesse pietanze, anche se Orlando era un finto vegetariano. Trovarono molti punti in comune che potevano essere le basi di una buona amicizia.

Pagò Orlando, nonostante Edith avesse insistito per fare a metà.

Poi, uscirono assieme e Orlando insistette a lungo per accompagnarla.

Ennesima mossa sbagliata.

Arrivarono sotto casa e si salutarono con un abbraccio, un casto bacio sulla guancia e la promessa di ripetere l'esperienza con i rispettivi partner.

Edith rientrò a casa e la macchina di Orlando ripartì.

Meyer sorrise.

Aveva due rullini da sviluppare. A quanto pareva la mosca che era caduta in quella ragnatela era molto più grossa e succulenta di quello che immaginava.



Ralph Felton sorrise guardando le foto.

Non devi venderle a nessuno prima di Natale. Se lo farai riceverai un premio ulteriore...”

Meyer sorrise. E mettendo le mani sulla scrivania disse:

L'anticipo..”

Ralph aprì un cassetto della scrivania e tolse una busta.

Mille sterline. Le altre tremila dopo la pubblicazione. È una sorta di mossa cautelativa....”

Meyer annuì. Mille sterline potevano bastare.

Mise la busta in tasca e sorridendo disse:

Buon Natale signor Felton...”

Buon Natale a te, Meyer!” sorrise Felton senza staccare gli occhi dalle foto.

Erano perfette. E valevano molto più di quelle quattromila sterline promesse.



(*) Con questa frase ho citato una delle mie scrittrici di ff preferite, che faceva appunto dire la stessa frase al Monaghan in una sua fan fiction.. Una piccola dedica a mandy se mai lo leggerà, nella speranza che un giorno possa tornare a scrivere su efp o in altri posti storie sul nostro orecchiotto preferito... ;)

(*) CHIEDO SCUSA PER IL LINGUAGGIO 'MESSAGGISTICO' USATO. SO CHE EDITH PUÒ SEMBRARE UN PO' ADULTA, MA ALLA FINE, ANCHE A ME, ORA CHE HO ALL'INCIRCA LA SUA STESSA ETÀ – E QUALCHE ANNO DI PIÙ, SIGH!!-, MI TROVO ANCORA A DIGITARE FACCINE SORRIDENTI. HO INTRODOTTO QUINDI NEL TESTO QUELLA CHE MI SEMBRAVA UNA SORTA DI CHAT VIA SMS TRA AMICHE CHE, COME SUCCEDERÀ ANCHE A MOLTE DI VOI, FINISCE CON FACCINE, EMOTICON E ALTRE MILLE COSE CHE MAGARI IN UN RACCONTO NON SONO POI TANTO CONSONE. SCUSATE LA LIBERTÀ CHE MI SONO PRESA. GRAZIE. NINIEL

   
 
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