Forse
un
Angelo
A tutti coloro che mi hanno seguita fin qui,
e a cui sto per dire un lungo arrivederci
Ti
vedo ridere
Sei
così semplice
Avevo otto anni la prima volta che ti ho vista.
Stavi ridendo, mentre fingevi di ballare in mezzo all’erba, a occhi chiusi, sotto lo sguardo indulgente e un po’ sprezzante di tua sorella.
Eri così felice, così piccola… non sapevi niente della malinconia che avevo sperimentato io fino ad allora. Ti amai anche per quello.
Per la prima volta, per la prima vera volta in vita mia vedevo qualcosa di semplice nella sua felicità. Non pensavi al resto del mondo, ridevi soltanto.
Mi
sembra facile
Capire
che sei unica
E poi ebbi l’occasione di parlarti… la rovinai, come sembrava facessi con tutto, ma poi tu venisti a cercarmi… a cercarmi per capire.
La prima persona che voleva parlare con me.
Nessuno voleva mai parlare con me, io ero quell’essere sgradito e solitario che tutti evitavano… tu invece eri semplicemente venuta da me, tendendo una mano per aiutarmi a rialzarmi, ti eri presentata, come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo, e poi avevi cominciato a farmi domande.
E quante ne avevi… quanti dubbi, quante richieste, quante curiosità…
E per me eri l’unica persona che contasse qualcosa. L’unica per cui io contassi qualcosa.
Non ci voleva un genio per capire che eri semplicemente unica, e basta.
E
quante notti spese per
Immaginarmi
insieme a te
Poi la nostra amicizia è cresciuta, si è irrobustita, è diventata forte come niente, niente prima di allora, per me. La mia vita era sempre stata precaria in tutto, dall’affetto scostante di una madre distrutta nell’orgoglio e nella magia alla salvezza da un padre ubriacone che sembrava trovarmi un ottimo soggetto per sfogare la sua frustrazione.
Li sentivo ancora urlare, di notte, nel salotto al piano di sotto, ma avevo finalmente un modo per salvarmi: potevo mettere la testa sotto al cuscino e immaginare te, il tuo sorriso… potevo fingere che tu fossi lì accanto a me, che mi stessi tenendo la mano dandomi quell’affetto di cui tu eri così prodiga e io così avido.
Un
viso angelico
Mi
basta un attimo e
Diventa
un brivido
Sognarti
qui vicino a me
Quei
sogni
sono stati la mia ancora di salvezza per tante notti
insonni… sempre, fino a quel giorno.
Ma da bambino non lo
sapevo. Non potevo immaginare che avrei rovinato tutto con la mia
stupidità, mi
sarebbe parso inconcepibile ed assurdo, oltre che penosamente stupido.
A quel tempo il tuo viso era solamente un rifugio a cui ricorrevo per salvarmi dallo squallore della mia vita. Riuscivo a vedere il tuo viso da piccolo angelo, che avevo sempre visto sorridente, verso di me, e quell’affetto strano, illogico, mi faceva rabbrividire.
Bastava che sfiorassi la tua immagine e sentivo di rabbrividire. La sensazione è rimasta per tanto tempo che anche dopo è rimasta parte di me, anche se per altri motivi. Perché allora sognarti qui accanto non era più una fonte di salvezza.
Erano le porte del mio inferno personale.
Ma
forse è giusto sia così
Conoscerti
ed illudersi.
Illudermi… sì, credo sia la definizione più adatta per ciò che ho provato per te così a lungo.
Ti sono stato accanto per anni, come amico, continuando a sperare che sarebbe nato qualcosa in più, che non fossi più stato solo il fratello, il confidente, ma anche altro. Perché per me non saresti potuta essere più diversa da una sorella, i miei sogni notturni lo dimostravano.
Ma forse era giusto così…
Sarebbe stata una felicità troppo utopica, troppo perfetta per poter appartenere al mondo della realtà…
Una semplice controprova del fatto che l’essere umano più ha e più desidera. E malgrado abbia provato a essere il contrario, io resto un essere umano.
Con tutte le sue illusioni.
Ti
regalerei una stella
Ma
non servirebbe a nulla
Luce
dopo la tempesta
Un
desiderio resterai
Avrei
fatto
tutto per te, e su questo non ci piove. E per tutto, intendo veramente tutto.
O almeno, così credevo.
Non sono riuscito a compiere quel passo che ti avrebbe portata a vedermi come un ragazzo. Ne ho fatto un altro, forse proprio a questo scopo, chi lo sa, che mi ha portato più lontano possibile da quell’obbiettivo.
C’è una parte di me che crede che qualunque cosa ti avrei potuto dare, non sarebbe servito a nulla. Tu non avevi bisogno di me come ragazzo, avevi bisogno di me come amico e come fratello, ed è quello che mi sono sforzato di essere. Forse perché pensavo prima a cosa sarei potuto essere per te che a cosa sarei voluto essere.
E, purtroppo per la mia sanità mentale, sei rimasta un desiderio irraggiungibile troppo a lungo.
Semplicemente
stupenda
Unicamente
te
Forse
un angelo sei.
Alcuni dicono che esistevano ragazze più belle, più pure di te.
Parlavano del mio come semplice desiderio…
È la prova della mia abilità nell’autocontrollo, il fatto che sia riuscito a non ridergli in faccia.
Cosa me ne posso fare di dei manichini che si piegherebbero a qualunque cosa senza un briciolo di volontà? Dice che hanno degli involucri più belli…
Forse è vero, ma se ti avessi amata semplicemente per il tuo viso, per il tuo corpo, non sarei qui davanti alla tua tomba a chiedermi cosa ho fatto.
Non si piange per un manichino, per quanto bello.
Si piange per gli angeli.
Come
una musica
Sei
la mia favola che
Io
vorrei vivere e rivivere
Insieme
a te
E ora è passato.
E il passato, per sua stessa definizione, non può diventare presente, tantomeno per far piacere a quel rifiuto di umanità che sono diventato.
Mi sono drogato di te troppo a lungo per poter restare senza.
Il
mio
cervello può sparire, ora che ciò che lo
consumava gli è stato sottratto. Forse
era già scomparso, ma infondo io
amo la
mia assassina.
Perché uccidendomi non avrebbe potuto donarmi più vita.
E quella celata agonia che mi è stata sottratta, vorrei poterla riportare indietro per poterla subire nuovamente, visto tutto l’affetto che il mio carnefice ci infondeva. Più affetto nell’uccidermi lentamente di quanto me ne abbia mai potuto dare una madre in una intera vita di percosse.
E
quante notti spese per
Immaginarmi
insieme a te.
E ancora oggi io sono qui, tormentato da un sonno che non ristora, da incubi ricorrenti che vengono, nel tempo della veglia, spazzati via da quello che per tanto tempo era stato un sogno e che è ancora in grado di liberarmi la mente da qualunque infelice pensiero io possa avere.
Ma solo perché mi fa molto più soffrire questo sogno corrotto di qualunque immagine la mia mente contorta potrebbe partorire nell’incoscienza.
Perché il tuo viso è reale. O forse lo è stato.
I miei incubi non ancora.
Ti
regalerei una stella
Ma
non servirebbe a nulla
Luce
dopo la tempesta
Un
desiderio resterai
Semplicemente
stupenda
Unicamente
te
Forse
un angelo sei.
Un angelo… ti ho sempre vista come un angelo.
Da bambini, eri l’angelo venuto per salvarmi dalla mia vita, l’unico sorriso della mia grigia esistenza, una vampata di colori che riusciva a stordirmi di felicità per il semplice fatto che viveva e che io avevo il privilegio di condividere la sua vita.
Un angelo irraggiungibile, quando raggiunsi la pubertà e dovetti fare i conti col fatto che rimanevi, nonostante questo, soltanto un’amica. Ero più vicino a te di chiunque altro, ma allo stesso modo più lontano.
Poi, con la mia rabbia, sei diventato l’angelo torturatore, quella creatura bellissima e arrabbiata che era a malapena in grado di guardarmi, che non poteva stare con me per la semplice ragione che io lo avevo rifiutato, senza accorgermi che a soffrirne di più sarei stato io. Mi sono torturato da solo per anni…
E infine, sei diventato l’angelo vendicatore, una bellissima Erinni che mi azzannava le viscere al solo pensiero. Perché io ti ho ucciso, e uccidendoti ho ucciso me stesso senza possibilità di appello, ma con un’agonia molto più lenta di quella che la tua mente aveva esercitato sulla mia, e infinitamente meno appagante.
Mi
hai catturato l’anima
E
l’hai chiusa dentro te
Potrei ridere, se non lo reputassi così inutile.
Non ti sei mai accorta dell’ascendente che avevi su di me.
Eppure, dalla prima volta che ho visto il tuo sorriso all’ultima che ho visto i tuoi occhi sul viso di qualcun altro, qualcosa della mia anima non mi è appartenuta più.
Era sempre stata tua, semplicemente, e non avrei voluto diversamente.
Stupido, sciocco e sentimentale da parte mia, vero?
Una persona sana di mente non dovrebbe adorare l’essere che ha rubato la propria anima, elevandola e smembrandola allo stesso tempo.
Ma dopotutto, da quando posso definirmi sano di mente?
Io
non posso più resistere
Incontrollabile
È
la voglia di dirti che.
Non ho mai neppure tentato di opporre resistenza. In qualche modo, non era nel mio interesse.
Era più forte di me, ti volevo in qualunque modo avessi potuto prenderti, per la semplice ragione che la morte è affamata di vita, e se io ero fino ad allora vissuto nella morte tu rappresentavi la quintessenza della vita, e io avevo bisogno di quella per continuare a trascinarmi avanti nel tempo.
Tu hai consumato la mia mente, Lily, e io ho consumato la tua vitalità.
Non ho più niente a cui aggrapparmi per poter vivere, eppure continuo a farlo con quella stessa vita che ho sottratto a te.
Forse dovrei mostrare più comprensione con le vittime dei Dissennatori…
Ti
vedo ridere
Sei
così semplice
Indispensabile
sapere che
Per
me sei un angelo.
Persino nei miei ultimi momenti ti vedo davanti a me, ma come eravamo da bambini. L’unico periodo felice della mia vita, si può dire, perché allora se tu ridevi potevo ridere anch’io, senza problemi, semplicemente.
Non c’erano mondi o regole che dovevano tenerci separati, era tutto immediato, come sarebbe sempre dovuto essere. Mi eri indispensabile in un modo che mi dava solo gioia, eri il mio angelo personale sceso fino al mio inferno per salvarmi.
E, malgrado tutto, lo sei rimasta per tutta la mia vita.