Serie TV > Buffy
Segui la storia  |       
Autore: Ligeia    11/08/2010    1 recensioni
Elisabeth Anne Summers abita a New York, ha un buon lavoro e un ragazzo: sono due anni che non sente più nominare la Bocca dell’Inferno e ha provato con tutte le sue forze a reprimere i ricordi, che tiene rilegati in un angolo della sua memoria insieme al nomignolo di Buffy. Buffy è morta, di nuovo. Sarà una telefonata improvvisa a risvegliarla, per volere o per forza, richiamandola ad una realtà che credeva di essersi lasciata alle spalle. NB: post-chosen e 5a stagione AtS
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Buffy Anne Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAP.2 – L’ULTIMA UNIONE

SAN FRANCISCO, 4.00 A.M

 

Buffy era distesa nel suo letto, fissando immobile il soffitto. Nella sua mente si affollavano una miriade di pensieri che non le davano riposo. Non riusciva  a credere di essere lì, a casa del signor Giles, insieme agli altri. Si voltò lentamente, osservando Willow, che dormiva nel letto a fianco. Ripensò alle serata precedente, trascorsa con Mark al ristorante e poi nel suo appartamento. Allora era tranquilla, sollevata dal pesante fardello che aveva sostenuto per così tanti anni. ‘Sollevata’ era la parola giusta.

All’inizio si era sentita sperduta, priva dell’appoggio sempre presente delle persone che le volevano bene, ma piano piano aveva superato la solitudine e viveva in una sorta di bolla inerte, da cui le emozioni erano bandite per lasciare il posto alla tranquillità. A volte, quando vedeva giovani ragazzi dirigersi verso i vicoli bui con il sorriso di chi sta per combinare una bravata, sentiva l’irrefrenabile impulso di corrergli dietro, cercando un paletto nella borsa. Poi, come se si fosse svegliata da un sogno, ricordava che nella sua borsa non c’era più Mr.Punta e che probabilmente un’altra ragazza li avrebbe rincorsi.

Era in quei momenti che ripensava ai suoi amici, a quante volte aveva inseguito vampiri con loro che la seguivano a ruota, osservandola con ammirazione mentre conficcava il paletto. Sorrise leggermente ricordando il loro vecchio liceo e a come lo avevano ridotto il giorno dell’ascesa del sindaco: proprio un bel modo per andarsene.

Si alzò, attenta non fare rumore. Non riusciva a rimanere a letto, vecchi ricordi non la lasciavano riposare.

Aprì con attenzione la porta finestra, inspirando l’aria frizzante della notte che le solleticò il corpo, svegliandola completamente. Appoggiando la schiena al muro, osservò incantata la luna, che risplendeva alta all’orizzonte, specchiandosi nell’oceano. Si lasciò cullare dal rumore delle onde, poggiando la testa da un lato e socchiudendo gli occhi.

…Quante notti aveva passato passeggiando per il cimitero con il paletto pronto a colpire, la sua ombra che si confondeva con quella delle lapidi. Un movimento furtivo alle spalle. Si votava pronta a combattere. Poi quel sorriso mai dimenticato e l’immancabile battuta.

 

Spike

 

Il suo vampiro

 

Passeggiavano insieme tra le cripte, illuminati dalla fredda luce lunare.

Qualche parola tagliente, poi il combattimento. Era diventato il loro linguaggio segreto. Era così che si era innamorata di lui. Perché, nonostante lui l’avesse negato quando finalmente aveva trovato il coraggio di dirglielo, era proprio amore, amore lacerante, quello che aveva provato la notte prima della battaglia finale. Si era addormentata tra le sue braccia.

Lui era venuto a cercarla e, come sempre, l’aveva trovata. Ricordava ancora le parole che le aveva sussurrato dolcemente. …l’unica cosa di cui sono sempre stato sicuro sei tu…sei un diavolo di donna…sei l’unica Buffy…

Calde lacrime iniziarono a scorrerle sul viso; socchiuse gli occhi, senza asciugarle. Il suo eroe. Ecco cos’era, il suo eroe. Nessuno l’aveva protetta come aveva fatto lui, con nessuno si sentiva protetta come con lui.

 

“Brutti ricordi?” sussurrò Willow, poggiandole una mano sulla spalla e sedendosi vicino a lei

 

si asciugò velocemente le lacrime

“una cosa del genere”

 

“Vuoi…vuoi che ne parliamo?”

 

la guardò negli occhi, con le lacrime che le bagnavano ancora le guance. Aveva un nodo in gola, non riusciva a spiccicare parola. Non avrebbe voluto piangere, ma il peso di qui momenti non la lasciava. Non ce la faceva più a tenersi tutto dentro, la disperazione e l’angoscia stavano prendendo il sopravvento. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, qualcuno che potesse capire…tentava di frenare le lacrime, ma avevano cominciato a scorrere contro la sua volontà.

 

All’amica bastò un’occhiata per capire. Un po’ esitante le passò un braccio intorno alle spalle, lasciando che Buffy appoggiasse la testa sulla sua spalla.

 

“Io ero innamorata di lui” disse tra i singhiozzi

 

passò alcuni secondi appoggiata sulla spalla dell’amica, piangendo sommessamente. In quegli istanti, seppur tragici, qualcosa dentro di lei le fece avvertire che tra lei e Willow era caduto quel muro, fatto di silenzi e reticenze, che le avevano allontanate per quasi due anni.

Tornò a sedersi, la testa di nuovo sul muro retrostante. Si passò una mano sugli occhi, ricacciando le lacrime e tornando a guardare la luna.

Rimasero entrambe in silenzio, ascoltando solo il battito del loro cuore che si calmava lentamente.

 

Fu Buffy a prendere la parola per prima: sentiva di avere molte cose da chiarire, frasi interrotte da completare.

“sai, non lo avevo mai detto a nessuno prima d’ora. Ti sembrerà strano, ma io lo amavo veramente. Ricordo ogni suo piccolo gesto, ogni espressione, ogni momento passato con lui. –sorrise leggermente- e pensare che è stato proprio grazie ad un tuo incantesimo a che ci siamo baciati per la prima vota”

 

Willow rimase in silenzio, ascoltando

 

“se penso a quante volte lo ho cacciato, rifiutato in passato…ricordi quando lo abbiamo conosciuto? Sempre tra le braccia di Drusilla, e che mi minacciava di morte tutte le notti”

 

Willow sorrise al pensiero: ricordava le battaglie tra Buffy e Spike…le tornò in mente in giorno in cui la aveva catturata e, dopo averla legata, le aveva confidato che Drusilla se ne era andata. In fondo non era mai riuscita a odiarlo. Aveva sempre avuto un debole per quel vampiro, che aveva anche provato a tirarle su il morale un paio di vote.

 

“so quanto male gli ho fatto, me ne sono resa conto con gli anni. Ma lui…lui c’è sempre stato. In tutti i momenti più difficili, con me c’era lui” sospirò chiudendo gli occhi

 

“gliel’hai mai detto?”

 

“sai quanto poco sia capace in queste cose... All’inizio non riuscivo a sopportarlo soprattutto per una ragione: gli bastava una parola per smontare le mie convinzioni, per farmi vedere quello che tentavo di nascondere…-fece una breve pausa- però sì, gliel’ho detto. Quando era nel cono di luce. Sono riuscita a dire solo “ti amo” prima che morisse” un’altra lacrima le scese sulla guancia, che non tentò di fermare

 

“e lui?”

 

“Mi ha risposto che non era vero, ma mi ha ringraziato, come se gli stessi facendo un piacere…ricordo il suo viso, sembrava sereno in quel momento, mi ha guardata per un attimo, stringendomi la mano. Poi se ne è andato. Si era sacrificato un’altra volta, per me. Ho ripensato spesso, mentre tentavo di mettere ordine nella mia vita, a cos’era lui per me. Non avevo mai trovato una risposta adatta…bè, ora lo so, ora che non ha più importanza lo ho capito. –guardò negli occhi l’amica, alla quale bastò uno sguardo per leggere angoscia nei suoi occhi- È il mio eroe. Lo è sempre stato. Mi ha protetta, amata, per me è cambiato, ha riconquistato l’anima…per me è morto…e io non sono riuscita nemmeno a dirgli cosa provavo come si deve. ”

 

“Buffy…lo sapeva. Lui lo sapeva” le appoggiò una mano sulla spalla

 

ora sorrideva, ma nel suo sorriso non c’era gioia, solo rabbia “Ma pensa…la grande Buffy, la Cacciatrice…che salva il mondo ma non l’uomo che ama. È un continuo ripetersi di errori, è stato così anche con Angel. Come se non avessi imparato niente e la mia vita non possa che finire così”

 

“In quei momenti non è una questione di scelta, ma di sacrificio. Non avresti potuto salvare nessuno dei due, e non perché sia stato giusto, ma perché era così che doveva andare. Spike lo sapeva. E sapeva anche che lo amavi” ribadì dolcemente

 

Ma Buffy non la stava più ascoltando, immagini che aveva tentato di cancellare ora le scorrevano nella mente come un lungo flashback. I corpi dei suoi amici. “quanti sono morti per la nostra causa…Angel, Faith, Tara, Anya, Spike…non riesco a convincermi che sia stato giusto”

 

Willow tacque un attimo. Tara.

 

“Infatti non lo è stato…ma il nostro compito era quello di portare giustizia” il suo tono era diventato più duro, come se fosse tornata bruciare in lei l’antica fiamma

 

“noi abbiamo stravolto le regole. Una Cacciatrice lavora da sola, noi siamo stati una squadra. Io dovevo combattere i vampiri e me ne sono innamorata”

 

“Ma il mondo non è ancora stato distrutto, quindi abbiamo fatto un buon lavoro” rispose sorridendo la strega

 

“Sì, abbiamo fatto un buon lavoro” la sua espressione era più sollevata

 

tra le due era tornato il silenzio, non quello oppressivo che aveva regnato per tutto il viaggio precedente, bensì una pace distesa, cosciente, a cui nessuna delle due aveva intenzione di sottrarsi. Rimasero vicine, ad ammirare la luna come se fosse la prima volta. Non c’era traccia di paura. Erano insieme, di nuovo, forse per l’ultima volta, ma non importava. Loro erano insieme. Come all’inizio. Come era sempre stato.

 

D’un tratto Willow si voltò

“Buffy…ti va di preparare a colazione al signor Giles? Prevedo altrimenti un risveglio a base di tè inglese aromato alle erbe”

 

Buffy sorrise, l’angoscia era passata. Era come se si fosse risvegliata da un pesante torpore. “certo, scommetto che non gli dispiacerà mangiare qualcosa di commestibile” sussurrò piano, alzandosi in piedi.

 

Senza pensarci due vote rientrarono in camera per dirigersi al piano inferiore ed entrarono in cucina attente a non fare rumore, iniziando ad apparecchiare. Le tapparelle erano ancora tutte abbassate e lasciavano filtrare solo i tenui raggi di un sole appena spuntato.

Mentre Buffy apriva le ante alla ricerca di qualcosa da mangiare Willow aveva acceso il gas, intenta a sbattere le uova per preparare le frittelle.

 

Dopo aver apparecchiato per quattro, le due si sedettero una di fronte all’altra.

 

“Allora…raccontami cosa fai di bello a New York” chiese, ancora un po’ titubante

 

“Lavoro per una compagnia assicurativa, la “Smithers&Co”, non so se la conosci. Comunque…mi occupo per lo più della conclusione delle trattative, lavoro in un bell’ufficio al decimo piano a Manhattan. Tu invece? Hai fatto carriera nell’elettronica?”

 

“mah…non mi lamento. In fondo sai quanto mi diverto con il computer, anche se è passato un po’ di tempo da quando lo usavo per scassinare i sistemi operativi della polizia di Sunnydale. Ora mi occupo del settore delle nuove tecnologie per la Microsoft”

 

per il momento entrambe avevano evitato accuratamente di parlare delle loro situazioni sentimentali, ma ora sentivano il bisogno di chiarirsi anche su quel punto.

 

Willow guardava l’amica in silenzio, distogliendo lo sguardo quando si accorgeva che lei la fissava di rimando

 

Buffy capì al volo la domanda che l’amica non aveva il coraggio di rivolgerle “sì Willow, ho un ragazzo. …si chiama Mark e lavora a New York, nel campo della ricerca scientifica”

 

“e…”

 

Buffy sospirò “Sì, e tra poco andremo a vivere insieme” appoggiò il viso sul palmo aperto “stavamo facendo colazione quando ho ricevuto la telefonata di Giles e l’ho mollato con la storia che dovevo chiudere con il passato…” sgranò gli occhi “ho promesso che gli avrei telefonato!” quasi si mise ad urlare, correndo verso il telefono dell’ingresso.

 

Compose il numero, guardando l’orologio appeso al muro dietro di lei. Erano le 7, tra San Francisco e New York il fuso orario era di circa quattro ore. In quel momento Mark doveva trovarsi in ufficio.

Il telefono iniziò a squillare.

 

“dottor James” rispose una voce un po’ assonnata

 

“Ciao Mark, sono…Elisabeth” ebbe un fremito, stava per dire Buffy

 

“Elisabeth! Finalmente hai chiamato, hai fatto buon viaggio? Quando sei arrivata? Tutto bene?”

 

sorrise, il solito ragazzo apprensivo. Il senso di colpa iniziò a crescere in lei, come aveva potuto lasciarlo  in quel modo…si voltò, per vedere Willow dirigersi nella sua direzione con una tazza di caffè in mano e Xander che scendeva le scale con un assurdo pigiama a quadri, stiracchiandosi e sbadigliando. Ecco perché se ne era andata. O meglio, perché era tornata. Il senso di colpa però non accennava ad andarsene, soprattutto dopo l’ennesima domanda di Mark.

 

“allora…quando torni?”

 

“Sta tranquillo, il viaggio è andato bene, sono arrivata ieri sera sul tardi, per questo non ho chiamato”

 

“Quando torni?” ribadì la domanda

 

Buffy rimase in silenzio, prendendo la tazza che Willow le porgeva e sorridendo per ringraziarla.

 

“Mark…non lo so. – non sapeva come continuare la frase. Willow la guardava con occhi sgranati e silenziosamente speranzosi, Xander si era a sua volta avvicinato al telefono. Li guardò combattuta – Però credo che passerò qui qualche settimana…sai, ci sta raggiungendo anche Dawn. – disse, come se fosse una scusante - Ha insistito tanto perché ci rivedessimo tutti di nuovo…”

 

Dall’altra parte del filo il ragazzo si era fermato. Un insolito freddo si era impossessato di lui, come se presagisse che qualcosa di brutto stava accadendo. La sua ragazza non sarebbe tornata prima di due settimane e lui non si sentiva affatto sicuro a saperla così lontana e in un ambiente a lui estraneo. Tuttavia non contestò, voleva darle tempo, anche se la sua voce era diventata involontariamente fredda.

“Ah…ho capito. Allora salutami Dawn  e telefona spesso.”

 

Il tono gelido e quasi risentito con cui la aveva salutata non avevano fatto altro che accrescere il disagio di Buffy. Le faceva male saperlo arrabbiato con lei…osservò nuovamente i suoi amici negli occhi, reggendo la cornetta con entrambe le mani.

 

“Allora…ciao” lo salutò scoraggiata, quasi volesse prolungare il più possibile la telefonata per mantenere con lui quel seppur esiguo contatto.

 

“Ciao…Elisabeth? Non so perché te lo dico, ma stai attenta”

 

Sorrise un poco, forse Mark aveva capito di lei più di quanto lasciasse intendere “Non preoccuparti…torno presto”

 

“Ti amo” sussurrò con voce dolce, come se volesse sopperire al tono freddo usato poco prima

 

“…anch’io” rispose titubante, abbassando lentamente la cornetta.

 

“Bene, ora che hai sistemato il tuo ragazzo possiamo fare colazione” concluse Xander gioviale, dirigendosi allegramente in cucina

 

lei due ragazze si guardarono. Willow aveva capito a cosa si riferiva con quell’ “anch’io” e sapeva anche cosa le frullava per la testa.

 

Xander tornò velocemente sui suoi passi “Apetta…da quando in qua hai un ragazzo?”

 

Buffy sorrise ironica “Oh, ti ringrazio per la tua alta considerazione del mio sex appeal! Stiamo insieme da 6 mesi e non è ancora finito all’inferno” non credeva di riuscire a scherzare di nuovo su quel genere di cose

 

“Oh beh…Angel ci ha messo un anno, il giovanotto ha ancora tempo!” concluse lui scostando la sedia perché si sedesse

 

In quel mentre scese Giles, già vestito di tutto punto e con l’immancabile manuale in mano.

“Buon giorno ragazzi, dormito bene?”

 

Per la seconda volta Buffy sorrise. Di un sorriso sincero, felice. Si rese conto di quanto le era mancata quella scena: loro attorno ad un tavolo e Giles che spiegava. Le tornò in mente la loro prima riunione, nella biblioteca del liceo, poi a casa di Giles, infine al Magic Box. Avevano sventato apocalissi seduti intorno a un tavolo.

 

“Perfettamente” rispose Willow, con la paletta per le frittelle in mano, porgendogli una tazza fumante.

 

“Avrei dovuto invitarvi più spesso…è la prima volta che non devo preparami la colazione” disse soddisfatto

 

“Siamo venuti apposta per inculcale in quel cervello inglese un po’ di sane abitudini americane. Come una buona colazione invece di una tazza di te insipido” commentò Buffy

 

“…o di quegli orrendi biscotti secchi che ci mangia insieme” concluse Xander

 

Quanto gli erano mancate quelle battute, quei sorrisi. Giles si sedette di fronte a loro sospirando.

“faccio finta di non aver sentito” tuttavia bevve volentieri il caffè. “Tra qualche ora arriverà Dawn” li informò

 

“e come arriva fin qui?”

 

“Ha deciso di prendere un taxi…guido troppo piano per i suoi gusti” concluse un po’ contrariato

 

“Non per niente le ho fatto io scuola giuda” rise Buffy, ricordando la serata in cui aveva scarrozzato Giles per tutta Sunnydale con la scusa che la madre non le voleva prestare la macchina.

 

“Spike invece sarà qui a momenti. Che ne dite di andare a vestirvi?”

 

“E noi dovremmo metterci in ghingheri per capelli d’oro?” chiese Xander

 

“evito commenti sul pigiama” Willow lo guardò con finta severità

 

“…Così poi vi spiegherò tutto” concluse Giles, abbassando lo sguardo e sfilandosi gli occhiali

 

I tre si avviarono nelle loro stanze, scambiandosi un’occhiata confusa. Chissà cosa aveva di così importante da comunicargli. Nessuno aveva più ripensato al motivo del loro ritrovo, erano tutti troppo entusiasti di rivedersi. Ora però che la risposta stava per arrivare si sentivano stranamente nervosi, sapevano cosa avrebbe significato per loro ritornare a…combattere. Combattere. Non avevano fatto altro per sette anni e ora li stavano richiamando all’ordine.

 

“Mi vuoi dire che c’è?” domandò Willow all’amica

Buffy le lanciò uno sguardo eloquente, aprendo l’armadio per prendere un paio di jeans e una felpa

 

“Spike?”

 

“Centro” disse con una punta di ironia “l’ultima volta che lo ho visto è stato…circa 1 anno 10 mesi e 17 giorni fa…e lui stava bruciando per salvare il mondo. Ah, dimenticavo…gli ho anche detto che lo amavo”

 

“Non è una bella situazione” commentò

 

Buffy si sedette sul letto, scoraggiata. Non sapeva proprio cosa dire o come comportarsi, ma la preoccupava soprattutto la reazione nel vederlo.

 

“Ma…ti è passata vero?” domandò incerta

 

Buffy la guardò scettica

“credo…spero di sì. Anche perché…andiamo, non è pensabile che…dopo due anni che non lo vedo e un ragazzo a casa che mi aspetta…”

 

“Ok, parliamo del ragazzo a casa che ti aspetta”

 

“Ehi…ti sembra il modo di torturarmi? Come se non ci pensassi già da sola…”

 

D’un tratto il campanello suonò al piano di sotto. Le due si scambiarono uno sguardo allarmato.

 

“Coraggio – disse Willow prendendola per mano e trascinandola verso la porta – sei o non sei la Cacciatrice?”

 

“In pensione prego” rispose lei contrariata

 

Buffy scese lentamente le scale, appoggiandosi al corrimano. Il cuore non le stava più nel petto. Lo avrebbe rivisto. Avrebbe rivisto Spike. Aveva paura, non sapeva se era in grado di affrontarlo; dopotutto l’ultima volta che si erano visti era in atto l’ennesima apocalisse.

Furono gli istanti più lunghi della sua vita. Stava provando emozioni che non dovevano nemmeno sfiorarla, che aveva cercato di occultare; ma non era più possibile nasconderle: un misto di gioia e di paura, di nervosismo e di sollievo. Di sicurezza. Un sentimento che era riuscita a provare solo con lui e che non aveva trovato in nessun essere umano.

 

Sentì delle voci soffuse, che si facevano sempre più vicine

 

“Ciao Spike”

 

“ Buongiorno Giles”

ora vedeva le loro teste tra la ringhiera del corrimano, si stavano stringendo la mano, come se fossero vecchi amici

 

E se fosse cambiato? L’angoscia la afferrò allo stomaco, un brivido le corse lungo la schiena. Non riusciva a calmarsi, ma le sue gambe la portavano sempre più in basso, verso i due uomini. Già, un uomo. Era diventato un uomo. Un po’ anomalo, ma Spike lo era sempre stato, anche da vampiro. Ed era lei la causa dei suoi cambiamenti, anche se non li aveva vissuti con lui. Non tutti almeno. Sapeva che ora poteva circolare alla luce del sole, glielo aveva detto lui al telefono.

Le ritornò alla mente la loro ultima conversazione, breve e fredda, e si voltò dall’altra parte, come se volesse assurdamente scappare.

Willow era dietro di lei e si accorse della sua titubanza. A passo rapido la superò, presentandosi all’entrata. La vide andare verso di lui, seminascosto dalla ringhiera. Non distingueva ancora il suo viso

 

“Spike!” la strega sorrise nel vederlo. Sempre con la solita giacca e i capelli biondi lisciati con il gel.

 

“Rossa!” la chiamò lui di rimando, con un’espressione felice sul viso. I due si avvicinarono, abbracciandosi. Lui la sollevò da terra ridendo.

“Allora, cosa hai fatto saltare in aria in questi ultimi anni?”

 

“Simpatico…e tu non hai ancora smesso di tingerti i capelli in quel modo, gli anni settanta sono finiti sai?”

 

era arrivato il momento, tra poco sarebbe scesa…lei. Spike non aveva il coraggio di voltarsi verso le scale. Sapeva che lei era lì. Si guardò intorno, incontrando lo sguardo della strega.

Tra loro cadde il silenzio.

Tutti lo guardavano, aspettando che si votasse. Lei c’era…sentiva il profumo della sua pelle. Non lo avrebbe mai dimenticato, gli era entrato dentro. Si maledì mentalmente: si era ripromesso di cacciare sentimenti inutili, soprattutto in quel momento. Non poteva…non poteva lasciarsi andare. Aveva promesso, giurato mille volte a se stesso di non fare lo stupido errore di crederci ancora e di non aggrapparsi mai al pensiero dell’istante in cui lei…ti amo…non poteva pensarci, non poteva ricordare quegli occhi che lo guardavano pieni di angoscia, di frasi non dette, ma che cercavano ugualmente di fargli capire qualcosa.

Scosse leggermente la testa, come a voler scacciare cattivi pensieri. Nulla. Non doveva aspettarsi nulla. Ormai lei non faceva più parte della sua vita, c’era Fred con lui. La frustrazione prese il sopravvento, ricordando le parole di Angel…farà male…Dio come aveva ragione. Saperla così vicina, dopo tanto tempo.

Prima i secoli duravano un sospiro, il tempo non aveva senso. Quei due anni invece gli erano sembrati millenni, come se la sua immortalità avesse perso peso…non si sarebbero nemmeno sfiorati, lo sapeva.

 

Ora lo vedeva distintamente, era voltato di spalle e guardava Willow.

 

Non poteva crederci.

 

Spike era lì, davanti a lei, e presto si sarebbe voltato. Cosa avrebbe fatto? Trattenne il respiro vedendo le sue spalle girarsi lentamente. Poi, solo il suo viso.

 

Si era voltato lentamente.

Talvolta le cose che si desiderano fanno paura. Lui aveva desiderato così ardentemente di rivederla, di perdersi un’ultima volta nei suoi occhi, di sentirla vicina, anche solo un istante. E adesso era lì, poteva vederla scendere lentamente le scale, con una mano poggiata sulla ringhiera, i capelli raccolti, il viso disteso. Si stava dirigendo nella sua direzione, ancora qualche metro…provò l’assurdo istinto di ritrarsi, ma non si mosse. Non riusciva a distogliere lo sguardo, come se la vedesse per la prima volta.

Come quando era tornata dall’aldilà.

Anche allora, se il suo cuore avesse battuto, si sarebbe fermato. Non si sentiva più le gambe, avrebbe voluto avvicinarsi a sua volta, per farle capire che era lì per lei. Solo per lei. Il resto non contava. Il mondo aveva perso importanza.

 

Si bloccò. Lui la stava fissando…ricordava bene quello sguardo. Non lo aveva mai dimenticato. …quando era risorta…anche allora lui la guardava così.

Non abbassò gli occhi, proseguendo nella sua direzione. Non riusciva a fermarsi. Sapeva che stava per fare qualcosa di cui forse si sarebbe pentita, ma non ce la faceva. Si sentiva bruciare, niente esisteva introno a lei, solo lui e i suoi occhi. L’aveva ritrovato. …sei il mio campione…

 

Spike non riusciva a distogliere lo sguardo, a reagire. I suoi pensieri giravano intorno alla sua immagine come satelliti impazziti.

 

L’istante successivo se la trovò tra le braccia. Strinse con forza quel corpo minuto, affondando il viso nei suoi capelli morbidi. Sentiva il suo cuore battere contro il petto, le sue mani serrate intorno al collo e il viso appoggiato alla spalla.

 

Un momento di paradiso.

 

Non riusciva a lasciarla, ad allontanarsi da quel calore che lo irradiava e abbagliava. Una gioia inaspettata lo colpì senza preavviso…tutti i suoi piani per non distruggere il precario equilibrio creatosi durante quegli anni erano crollati quando Buffy gli aveva gettato le braccia al collo. Ogni suo pensiero si era annullato.

 

Era riuscita a stupirlo per l’ennesima volta,  a spiazzarlo completamente. …sei un diavolo di donna. Sei l’unica Buffy…

 

Si aggrappò con maggior forza al suo collo, poggiando il viso sulla sua spalla, gli occhi bagnati da una lacrima. Lui era lì. Tutte  le incertezze dell’istante precedente erano sparite quando lo aveva sentito stringerla. Era di nuovo tra le sue bracca.

 

Lentamente e a malincuore i due si separarono.

 

“ciao Spike” lo salutò con un po’ di timidezza

 

“Ciao Buffy”  rispose, senza riuscire a staccare gli occhi da quelli di lei

 

“bene, sono contento che sia arrivato anche tu Spike” disse Giles, per colmare il silenzio calato.

 

“Lei chiama, io corro” rispose ironicamente il vampiro

 

“Bene…bene. Tra breve sarà qui anche Dawn. Intanto ci possiamo accomodare in salotto”

 

tutti si diressero nel bel salone, osservando le antiche librerie ricolme di testi rilegati in pelle. Quanto si furono accomodati sui due grandi divani l’Osservatore cominciò a parlare.

 

“direi che possiamo iniziare…prima di tutto vi ringrazio di essere tutti qui. So che non deve essere stato facile per voi lasciare le vostre città e il lavoro, ma è successo qualcosa di…di molto brutto”

 

“Mi faccia indovinare…un apocalisse?” chiese Xander, zittito però dallo sguardo di Buffy, Spike e Willow, tutti e tre me avevano avuto abbastanza di apocalissi e fini del mondo.

 

“No…non precisamente” rispose l’osservatore, rimanendo serio “Ma lasciate che vi spieghi tutto con ordine”

detto questo, prese una sedia antica con lo schienale in legno lavorato, sedendosi e aprendo un libro sul tavolino di fronte a lui.

 

Tra i presenti era calato il silenzio, gli occhi erano puntati sulle dita di Giles, che sfogliavano agilmente le pagine consunte e ingiallite.

 

D’un tratto suonò il campanello.

 

L’osservatore si fermò, voltandosi vero la porta d’ingresso. “dev’essere Dawn”

 

Buffy si alzò decisa, camminando verso la porta per andare ad aprire

 

“Buffy” sussurrò la ragazza, gettandole le braccia al collo

 

“ciao sorellina” disse l’altra, stringendola forte “fatto buon viaggio?”

 

“Sì…anche se il mio vicino di posto russava e ho dovuto spiegare ad un taxista spagnolo come arrivare in questo posto dimenticato dal mondo” disse scherzosamente ad alta voce, perché Giles sentisse

 

“Ciao Dawn” l’uomo aprì le braccia, in gesto affettuoso

 

la ragazza sorrise, andando nella sua direzione e lasciandosi abbracciare “Mi è mancato signor Giles”

 

Xander e Willow si avvicinarono alla nuova arrivata per salutarla; solo Spike era rimasto in disparte a guardare la scena.

Quanto le era mancata, la sua Briciola. Ed ora eccola là, una donna. Non aveva il coraggio di avvicinarsi, tra loro i rapporti si erano raffreddati quando…non poteva nemmeno pensarci.

 

Dawn perlustrò la stanza con lo sguardo, lui era là in fondo. Si accorse del suo sguardo commosso e si avvicinò lentamente.

 

“Ciao Spike” sussurrò con gli occhi lucidi

 

“Ciao Briciola” disse dolcemente. Gli aveva fatto il regalo più bello che potesse aspettarsi da lei. Il perdono.

 

Le accarezzò delicatamente una guancia

“Ormai sei una donna…posso ancora chiamarti così?”

 

“Solo perché sei tu” gli sorrise, stringendo la mano appoggiata sulla sua guancia

 

Insieme alla nuova arrivata si sedettero nuovamente sul divano. Le due sorelle erano vicine, entrambe con il cuore in subbuglio. Erano tutti insieme. Di nuovo.

 

“Bene. Ora che ci siamo tutti…inizierò da principio” cominciò Giles, respirando profondamente. “prima di tutto vi ringrazio per essere…essere venuti. Come ho detto un minuto fa, non deve essere stato facile per nessuno di voi. Vi siete rifatti una vita, lontani da tutto questo – aprì le braccia, a indicare la stanza e il libro posato sul tavolo di fronte a lui – so che vi ho chiesto molto e sono consapevole anche del fatto che potreste rifiutare quello che sto per dirvi e ciò che questo comporterà. Non siete obbligati a fare niente. –fece una breve pausa, come a voler sottolineare quanto appena detto – detto questo, credo sia il caso di spiegarvi cosa sta succedendo. Quando ve ne siete andati sono stato contattato dal Consiglio, che era al corrente di quanto successo a Sunnydale. Volevano rendersi conto della portata dei cambiamenti avvenuti sulla Bocca dell’Inferno, ma soprattutto sulle nuove cacciatici. – sottolineò quest’ultima parola con voce grave, inspirando prima di continuare – mandarono una squadra di perlustrazione nel cratere, prima di colmarlo, per recuperare il medaglione – Spike si mosse leggermente, più volte si era chiesto che fine avesse fatto, non lo aveva al collo quando era tornato – dopo averlo trovato seppero finalmente di cosa si trattava. Angel non era al corrente dei suoi veri poteri, altrimenti non sono sicuro che ce lo avrebbe portato. È la chiave del portale che conduce all’Inferno e apre un portale molto simile a quello di Akatla. Quando però il gorgo si è aperto ha assorbito il First Evil…insieme a tutta la città – abbassarono lo sguardo, come se si sentissero in imbarazzo. Sunnydale era stata la loro culla e prigione, soprattutto per Buffy. Sentimenti opposti si accavallavano in lei, senza trovare sfogo – contemporaneamente però la serie di incantesimi fatti per risvegliare le altre cacciatici hanno portato ad una reazione. – a Willow gelò il sangue nelle vene. Ricordava le parole di Sike e del signor Giles, dopo l’incantesimo per richiamare Buffy. …la magia ha sempre delle conseguenze… e sortirono l’effetto di una doccia fredda – e, come potete immaginare, non è stata buona. Per ogni nuova prescelta contro il male nacquero altrettanti demoni. Di fronte al bene, è cresciuto anche il male. …per riportare equilibrio nell’universo”

 

“Come è successo con la mia resurrezione” sussurrò Buffy, stropicciandosi le mani in grembo

 

“esatto. – asserì Giles, sfilandosi gli occhiali e strofinando vigorosamente le lenti con un fazzoletto bianco – il Consiglio si rese conto che il rapporto bene- male non era cambiato, aveva solo aumentato le proporzioni. Questo significava che in ogni città, in ogni angolo del pianeta la situazione sarebbe diventata analoga a quella di Sunnydale. Sarebbe stata una guerra continua, più feroce e con più vittime. Un prezzo troppo alto; senza contare che le nuove cacciatici erano sole, senza qualcuno che le guidasse. Ci sarebbero voluti anni per allenarle a combattere, era come mandarle tutte al macello.”

 

“le hanno eliminate” biascicò Willow, con gli occhi chiusi, alla disperata ricerca di tenui segnali della loro presenza vitale

 

Giles abbassò lo sguardo “Hanno fatto l’incantesimo inverso, servendosi del medaglione, stroncando sul nascere le nuove orde di demoni che si stavano riversando sulla terra. Il prezzo però è stato sacrificare le nuove prescelte. I loro poteri sono scomparsi. Sono tornate alla loro vita mortale. – fece una lunga pausa, sapeva quanto la rivelazione avesse sconvolto i ragazzi - Solo una è rimasta. La nuova Cacciatrice, nata per proteggere la Bocca dell’Inferno che si è aperta a Claveland.”

 

“Tutto è tornato come prima quindi” disse Buffy “Una prescelta per ogni generazione”

 

“Sì. Precisamente.”

 

La Cacciatrice sorrise amara “una. Una sola. Come è sempre stato. E noi che ci illudevamo di poter cambiare le regole”

 

“e infatti le regole sono cambiate. Ha avuto la possibilità di scegliere. …La ragazza ha detto sì”

 

“un po’ come un contratto matrimoniale. E magari le hanno anche stipulato una polizza per morte prematura” commentò Xander, con pacatezza

 

Giles non sapeva cosa dire

“una prescelta è necessaria, lo sapete come lo so io. Il mondo ne ha bisogno, perché fatto di piccoli cambiamenti.” Non c’era bisogno di aggiungere altro sull’argomento

 

“vi starete chiedendo cosa centrate voi in tutto questo. A Claveland la Bocca dell’Inferno si sta riaprendo, un nuovo maestro ha preso la città e la Cacciatrice ha bisogno di aiuto. Inoltre ci sono stati profondi sconvolgimenti sull’equilibrio tra i mondi, dopo l’apertura del sigillo sotto Sunnydale. Nuove forze sono entrate in collisione l’una con l’altra e…”

 

“Il Consiglio le ha chiesto di ricontattarci perché non aveva nessuno che facesse da baby sitter alla nuova Cacciatrice?” commentò Spike con rabbia

 

“Non è stato il Consiglio Spike. Non direttamente almeno. È stata la Custode.”

 

“La Custode?” domandò Dawn confusa

 

Per tutta risposta l’Osservatore girò verso di loro il libro che aveva aperto, indicando con un dito un’immagine disegnata a inchiostro sulle pagine ingiallite.

“L’entità che sceglie tra le potenziali cacciatici chi andrà a sostituire quella…” non completò la frase, era troppo doloroso ricordare.

 

“Di cosa si tratta concretamente?” domandò Willow, con voce grave, continuando ad osservare lo schizzo

 

“Io…non mi è consentito dirvi di più. Dovete prima decidere” li guardò tristemente, detestava il ruolo che era stato costretto ad assumere. Mediare per il consiglio. Poteva immaginare il rancore che provavano nei suoi confronti, e gli bruciava maggiormente perché li aveva appena ritrovati. Ma si rendeva conto che era stato meglio così; avevano una scelta finalmente. Potevano rifiutare, tornare alle loro vite, dimenticandosi di un mondo di orrori che li aveva inghiottiti troppo presto. Non sapeva se augurarsi che accettassero o meno.

Li guardò negli occhi, uno ad uno.

 

“so che è difficile…fidarvi. Ma questa volta non siete obbligati a fare qualcosa. Io…io non vi biasimo se decidete di andarvene”

 

“cosa succede se non accattiamo?” domandò incerta Buffy

 

“La Custode designerà qualcun altro”

 

“quanto…tempo abbiamo?”

 

“Se deciderete di accettare partiremo il prima possibile per Claveland. Altrimenti…beh, ci saluteremo qui” pronunciò lentamente le parole, quasi volesse assicurarsi che ne comprendessero il significato.

 

Una pesante cappa di silenzio aveva coperto la stanza. Nessuno accennava al benché minimo movimento, come se non volesse attirare su di sé l’attenzione.

 

Buffy era seduta mollemente sul divano, adagiata sui morbidi cuscini. Un milione di idee le fluttuavano in testa, senza che riuscisse a razionalizzarle. Non aveva mai veramente pensato che sarebbe tornata a combattere. Certo, sapeva che la chiamata di Giles non poteva riguardare altro, ma non riusciva a convincersi del fatto che la sua vita avrebbe realmente potuto tornare quella di una volta. Già, quella che conduceva a Sunnydale. Scacciò quel pensiero…non riusciva a fare un paragone tra la sua vita presente e quella passata. Le era capitato di compiangersi perché non aveva più a fianco i suoi amici, perché si sentiva un pesce fuor d’acqua in un mondo così maledettamente…normale, ma sapeva di non poter scegliere e di dover soltanto accettare il cambiamento, adattandosi il prima possibile. Ora però il suo fingere era arrivato al capolinea. Doveva decidere, analizzare attentamente ogni cosa e decidere. Cercò  di concretizzare l’idea: tornare a passeggiare per cimiteri bui e uccidere demoni. No…sapeva bene che la sua vita passata non era fatta solo di quello. Certo era il suo fine primario, ma c’era dell’altro. …Sentirsi forte, sicura. Assaporare l’aria della notte e constatare che era il suo regno. Vivere in un mondo eternamente diviso tra bene e male, senza confini precisi…poi pensò a Mark, alla sua nuova vita: tranquilla e, avrebbe potuto dire, felice. Normale. In un ambiente dove nessuno la avrebbe giudicata strana, circondata da persone che nemmeno nei sogni più assurdi avrebbero potuto immaginare quello contro cui lei aveva combattuto…

 

D’un tratto vide Giles alzarsi e ritornò immediatamente a concentrarsi sui presenti.

 

“Io…io vado in cucina. A preparare il the.” Si voltò imbarazzato verso la porta, voltandosi però dopo un attimo “So che non è facile, ma ricordate una cosa –li squadrò, mentre silenziosi non avevano il coraggio di alzare lo sguardo uno verso l’altro – anche gli adulti hanno bisogno d’aiuto” uscendo guardò un istante ancora Buffy, che, nel sentire quelle parole, si era voltata verso di lui.

 

…perché è tornato?…perché ho capito che anche gli adulti si aiutano…ricordava quelle parole. Quando era tornato a Sunnydale per aiutarli contro Willow. Gli aveva raccontato angosciata tutti i problemi che avevano dovuto affrontare dopo la sua partenza…e ricordava anche la sua risata finale, come a ricordarle che non era necessario prendere tutto così seriamente, perché lei aveva sempre affrontato problemi enormi, senza rendersene conto.

 

Lo guardò scomparire dietro il muro che divideva le due stanze. D’un tratto si accorse che tutti gli occhi erano puntati su di lei: quelli incerti di Willow, gli spaventati di Xander, i curiosi di Dawn, i risoluti di Spike. Guardavano lei, si aspettavano che facesse qualcosa, come era sempre successo. E come avrebbe continuato ad essere.

 

Trasse un lungo respiro prima di cominciare “Bene, siamo tutti qui, di nuovo. Prima però non potevamo scegliere se combattere o meno, ora ne abbiamo la possibilità. – il suo tono era pacato, il suo non voleva essere un discorso che portasse a una scelta, ma solo un chiarimento – possiamo tornarcene a casa, tentando di dimenticare tutto quello che ci è successo a Sunnydale…oppure ritornare sui nostri passi. La scelta è nostra, come la responsabilità che ne deriva. – li guardò, come per leggere i loro pensieri – dobbiamo prima di tutto scegliere le nostre priorità, tutto si basa su questo. In cosa crediamo?”

 

“Buffy… ci sta chiedendo di tornare a combattere” sussurrò grave Xander

 

“lo so” la ragazza chiuse gli occhi, cercando la concentrazione necessaria per proseguire “ma dobbiamo scegliere.”

 

Un nuovo opprimente silenzio scese sui presenti. Scegliere…a pensarci bene sarebbe stato più comodo accettare una decisione altrui. Ma non avevano lottato per quello, tutti quegli anni? Per dare una scelta…la scelta di vivere a tutti quelli in pericolo, la scelta di cambiare ai malvagi, la scelta di sopravvivere al mondo…

 

 

Buffy rimase in silenzio. Le sue priorità. Era arrivato il momento di decidere. Cosa le diceva il suo cuore che non era riuscita a capire? Quali parole sussurrava la sua coscienza quando lei la scacciava? Aveva paura…paura di scegliere. Perché avrebbe potuto anche prendere la strada sbagliata.

Sbagliare. Non la aveva mai preoccupata allora, quando non si ha niente da perdere non resta che agire. Ma adesso aveva una vita, abbandonarla voleva dire perdere nuovamente le basi costruite con tanti sacrifici…chiuse gli occhi, voleva sentire di nuovo l’energia, la forza rifluire in lei. Aveva bisogno di coraggio. Le tornarono in mente tutte le apocalissi sventate, i demoni uccisi…si sentiva nata per quello. E poi c’era una cosa che aveva tentato di dimenticare, ma che ora tornava ad essere una consapevolezza: lei era la Cacciatrice. Era di nuovo la Prescelta.

Poteva barattare la sua vita attuale con quella passata?…quale avrebbe scelto?…

 

Aprì gli occhi

 

“una questione di priorità…in questi anni abbiamo cercato di dimenticare contro cosa abbiamo combattuto, ma abbiamo scordato anche cosa siamo stati?…prima di avere chiuso realmente con il passato dobbiamo chiederci se siamo pronti a dimenticare quello che siamo stati. …Io non sono in grado. Sono ancora la Cacciatrice. –fece una lunga pausa, quasi avesse perso fiducia in ciò che stava per dire – non posso cancellarlo. Ci hanno assegnato un ultimo compito e, prima di poter dire di essermi lasciata questa realtà alle spalle, sento di doverlo portare a termine. Però…ho capito quali sono le mie priorità. Siete voi. Voi che mi avete sostenuto negli anni più difficili…- dicendo questo guardò tutti i presenti, soffermandosi qualche istante negli occhi del vampiro - c’eravate sempre. Non posso affrontare niente senza di voi, non lo ho mai fatto. Quindi, se voi rinunciate, rinuncio anch’io.”

 

Dawn le strinse la mano, guardandola con fiducia.

“Non sarà per sempre. Combatteremo, vinceremo, ma le nostre vite non scappano! Però questa potrebbe essere l’ultima possibilità di…- non terminò la frase, abbassando lo sguardo. Avrebbe potuto essere l’ultima possibilità per molte cose. Combattere insieme, per esempio. Condividere un’ultima volta quei momenti così…intimi…con la sorella. Ma anche per ritornare ad essere la squadra imbattibile che erano diventati. Per sentirsi di nuovo così uniti da mettere la vita nelle mani dell’altro…alzò la testa, continuando con voce sicura – io ci sto”

 

Willow si guardò intorno, Buffy non era cambiata: sempre pronta a combattere. Aveva sempre saputo quanto essenziale fosse per lei. Le era anche capitato di invidiarla per la sua forza, la sua incapacità di lasciarsi andare e di abbandonare qualcosa in cui credeva. Ora toccava a lei scegliere, glielo doveva. La avevano intimamente colpita quelle parole sussurrate: la mia priorità siete voi. Ma quali erano invece le sue di priorità? Cosa era più importante? La sua nuova vita le dava quello di cui aveva bisogno?…troppe domande. Il suo futuro era legato a una semplice risposta: sì o no. Guardò la ragazza bionda di fronte a lei. Non aveva più trovato un’amica così…speciale. Ripensò al signor Giles; le aveva insegnato tutto quello che sapeva, le aveva cresciute e amate come figlie. Non riusciva ad odiarlo per la scelta a cui le aveva messe di fronte. Sapeva che nemmeno per lui doveva essere facile.

Si guardò le mani. A cosa potevano servirle?…i suoi poteri. Un tuffo al cuore.

I poteri che avevano quasi portato alla fine del mondo ora erano chiusi in una piccola sfera di vetro luccicante. Ricordò con dolore quello che aveva provato quando il signor Giles aveva iniziato l’incantesimo per intrappolarli lì. Era stata lei a chiederlo. Si era sentita svuotata, la ragazzina insicura aveva ripreso il sopravvento. Era tornata normale.

…avrebbe riacquistato i suoi poteri e gli amici. La sua famiglia. Quello che aveva lasciato a Washington non aveva più importanza. Non c’era niente a cui fosse veramente legata, aveva accettato qualsiasi trasferimento le veniva proposto, una città valeva l’altra perché nessuna sarebbe stata mai la sua.

 

“anch’io” disse risoluta. Buffy la guardò negli occhi…quasi con riconoscenza.

 

Spike osservava la scena. Quanto era stato difficile per loro decidere. Lui invece vedeva così cristallina davanti a sé la strada giusta, anche se forse sarebbe stata l’ultima volta che la avrebbe percorsa. C’era lei davanti a sé. Come c’era sempre stata, per un motivo o per l’altro. …basta che lei non sia sola…questa era la sua priorità. Però vicino a lei vedeva anche gli altri ragazzi. Gli amici un po’ imbranati ma insostituibili. Aveva imparato ad amarli come faceva lei.

Guardò un istante Dawn, poi di nuovo Buffy. …Chi ti copre le spalle se io ti lascio sola?…sorrise leggermente.

 

“sempre a vostra disposizione” disse con voce ironica ma sincera.

 

Xander si guardò intorno. Era l’ultimo. Anche durante le loro discussioni al Magic Box era il più restio ad accettare di combattere, ma non lo faceva per paura. Non solo per quella almeno.

Ripensò ad Anya, la rivedeva gettarsi per salvare Anrew e poi mollemente distesa a terra…come potevano anche  solo pensare di tornare in quell’inferno!

Le guardò negli occhi…leggeva solo determinazione. Stupida determinazione. Quante persone erano morte per una causa persa in partenza. Distruggere il male!

Anya, Tara, Buffy addirittura due volte, anche Spike. Entrambi erano tornati. Ma loro erano creature straordinarie, dotate dei poteri necessari per difendersi e difendere gli altri. Ma i comuni mortali, quelli come lui che non sapevano cosa voleva dire essere speciali, per loro non c’era niente da fare.

Un moto di rabbia lo percorse. Rischiare di nuovo la vita per salvare un mondo che non vuole essere salvato.

 

“Xander?” chiamò Willow, con voce incerta

 

Il ragazzo sospirò, voltandosi da un’altra parte. “cosa vuoi che ti dica Willow. Che ho voglia di tornare indietro? Che ho voglia di combattere contro qualcosa che, nonostante noi lo abbiamo distrutto tante volte, torna sempre? Avete preso in considerazione l’ipotesi di finire male…ma veramente male? Non siamo in un film Buffy, qui il bene non vince sempre.” Disse lanciandole uno sguardo penetrante

 

“finchè ci siamo stati noi sì”

 

“Dimmi una cosa Buffy, e anche tu Willow…ditemi veramente perché volete tornare a combattere. Cosa vi spinge verso la violenza. Perché rifiutate la pace ora che la avete trovata?…perché sono convinto che non è per salvare il mondo che tornate indietro”

 

le due ragazze stettero in silenzio. Aveva davvero ragione?…

 

“Vuoi dire che lo fanno per manie di protagonismo?” rispose ironico Spike “rispondi a una domanda: perché tu lo hai fatto per sette anni?”

 

Xander rimase in silenzio.

 

“è vero, non lo faccio solo per salvare il mondo. E hai ragione nel pensare che ci siano anche fini egoistici dietro. Ma…in tutti questi anni non sono mai riuscita a togliermi dalla testa una cosa. Probabilmente l’unica che io abbia mai saputo con certezza. Lo faccio perché è giusto.” Disse Buffy, la sua voce era diventata fredda.

 

“Xander, qual è il problema?” domandò Willow

 

“Il problema è che è già morta troppa gente durante questa guerra”

 

“non hai più il coraggio di correre il rischio?” chiese Spike provocatorio

 

“non ho voglia di morire” gli ringhiò contro Xander

 

“E tu pensi che invece noi siamo autolesionisti e cerchiamo di farci ammazzare? È ora di decidere in cosa credi ragazzino”

 

Buffy era rimasta in silenzio, non aveva altro da dire. Su un punto però Xander aveva ragione, non lo faceva solo per salvare il mondo, ma anche per salvare sé stessa da…dal peso che la opprimeva da quando tutto era finito. Voleva ritrovare la forza che la faceva sopravvivere ad ogni situazione, la carica che la aveva tenuta in vita contro tutto e tutti. E più di ogni cosa voleva riscoprire cosa voleva dire avere di nuovo qualcuno accanto, che la facesse sentire meno sola.

…ho visto le cose migliori e le peggiori di te…

 

Xander passò lo sguardo tra Willow e Buffy. Non capiva il loro bisogno di…non sapeva nemmeno di cosa, però vedeva l’angoscia dipinta sui loro visi. Era come se cercassero qualcosa e pensassero di ritrovarla solo così.

 

Tornò a sedersi composto sulla poltrona, con sguardo serio.

“per voi è importante?” chiese con un leggero sospiro

 

Nessuna delle due rispose. Anche loro condividevano in parte il pensiero di Xander, ma le ragioni che le spingevano ad agire avevano la meglio sulla razionalità. In fondo niente di quanto successo si poteva dire razionale.

 

Il ragazzo aspettò la risposta per un altro istante. Poi prese a strofinarsi le mani.

“Perfetto ragazze, si parte per Claveland! Pronti per distruggere un altro centro commerciale”

 

qualche ora più tardi la casa era in fermento. Sarebbero partiti con il primo volo per l’Ohio. I leggeri bagagli che ognuno di loro aveva portato con sé erano accatastati davanti all’ingresso, pronti per essere caricati sul taxi che li avrebbe portati all’aeroporto.

 

Buffy era ancora nella sua stanza, intenta a chiudere le persiane. Il signor Giles barricava la casa come se fosse un bunker ogni vota che partiva!

Si sentiva stranamente emozionata e…trepidante. Sì, trepidante era la parola giusta. Non aveva ancora ben chiaro cosa avrebbero fatto, una vota arrivati a Claveland, ma in quel momento non le importava: si sentiva leggera, come se la tensione che aveva accumulato si fosse improvvisamente volatilizzata. Sapeva comunque che la situazione di stallo del momento era destinata a non durare: presto o tardi avrebbe dovuto parlare con lui. Scosse la testa ripensando a come lo aveva salutato. Gli era praticamente volata tra le braccia…in quegli istanti non c’era posto per Mark. Ora però vedeva la sua reazione sotto un’altra ottica; come la aveva interpretata Spike? Si rendeva perfettamente conto che era stupido anche solo pensare che fosse ancora…single. Scacciò quei pensieri, le sembrava il momento di vaneggiare sulle possibili love-story di Spike? Inoltre nemmeno lei sapeva cosa provata. Tentò di concentrarsi sulla missione che li aspettava…

 

Sentì picchiettare delicatamente alla porta semichiusa.

 

“entri pure signor Giles” disse sorridendo leggermente

 

“Buffy…io volevo parlarti un attimo, hai da fare?”

 

si guardò intorno con ironia “No, credo di aver tappato ogni buco di questa casa…è davvero ossessionato dalle apocalissi eh?”

 

L’uomo accennò ad una risata

“Buffy… - si sedette accanto a lei sul bordo del letto – mi dispiace di averti coinvolto in tutto questo”

 

lei abbassò lo sguardo

“Vuol dire che non è contento di avere di nuovo la sua Cacciatrice preferita?”

 

“So quanto possono essere stati duri per voi questi anni lontani e francamente non capisco perché abbiate accettato, però ora siete qui e stiamo… – sorrise –stiamo per andare a salvare un’altra città dalla Bocca dell’Inferno”

 

Buffy rimase in silenzio, poteva immaginare quanto impacciato si sentisse Giles in quel momento. Stava cercando di dirle qualcosa che però lo rendeva nervoso.

 

“Beh…per combattere di nuovo tu hai bisogno dei tuoi…poteri” abbassò gli occhi

 

La ragazza ricordava l’iniezione. Era stato come quando il consiglio aveva voluto testare la sua capacità di Cacciatrice.

Una puntura. Con una semplice puntura i suoi poteri erano andati via via diminuendo, fino a sparire del tutto.

 

“Quando arriveremo ti…”

 

“Mi riattiverà ufficialmente come Cacciatrice” completò lei la frase

 

“Esatto. Volevo che tu prendessi in considerazione anche questa eventualità”

 

“Si può sapere che succede signor Giles? Sembra che lei non voglia che…”

 

“Non voglio mettervi in pericolo tutti, di nuovo. – aveva preso coraggio ed ora parlava speditamente- quando vi ho visto arrivare ieri sera, tu Willow e Xander…quanto siete cresciuti. Tu e Willow siete donne in carriera e Xander è diventato un uomo. Non voglio che perdiate quello che avete costruito”

 

“Si ricorda quello che mi ha detto quando me ne sono andata dopo la morte di Angel? Una Cacciatrice rimane sempre una Cacciatrice” pronunciò queste ultime parole con sicurezza

 

“Lo so” disse lui, prendendole una mano tra le sue

 

“Se poi è anche la migliore e la più longeva non può che vantarsene” completò sorridendo per allentare la tensione

 

“Già”

Giles la guardava negli occhi. Brillava la stessa luce di quando la aveva conosciuta, vedeva riflessa la stessa forza che non la aveva fatta arrendere davanti a niente.

Si alzò dal letto, avviandosi verso la porta.

…Sì…una Cacciatrice rimane sempre una Cacciatrice…

 

“Ti aspetto di sotto. Tra poco il taxi sarà qui”

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Buffy / Vai alla pagina dell'autore: Ligeia