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Autore: CloyingCyanide    13/08/2010    1 recensioni
"Lo sto crescendo nel migliore dei modi, con tanto amore che a volte nasconde la rabbia. Rabbia per un padre naturale che non vedrà mai. Rabbia per un uomo che invece vuole essere suo padre a tutti gli effetti, anche se Sam non ha nemmeno una goccia del suo sangue. Amore e rabbia, rabbia e amore."
MOMENTANEAMENTE INCOMPIUTA
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Mamma… mamma, ho fame”

Accarezzo la testolina bionda e riccioluta di Samuel, mentre finisco di apparecchiare. “Ecco, amore, è pronto. Va’ a chiamare papà così ci mettiamo a tavola.”

Sorride e saltella fuori dalla cucina. Che bello vedere il mio bambino così felice! Abbiamo sofferto tanto in passato, ma grazie a Chris abbiamo scoperto una bellissima nuova vita. Ah, Chris… è mio marito. Non è il padre biologico di Samuel, ma è come se lo fosse. E’ stato lui ad aiutarmi sempre, ad accogliermi a casa sua quando ero incinta, a tenermi la mano durante il parto o a cullare Sam. Prima eravamo semplicemente amici, entrambi soli al mondo ma consapevoli di essere importanti l’uno per l’altra. Poi… mesi dopo la nascita di Sam, abbiamo avuto il coraggio di confessarci quello che provavamo. Lo ricordo ancora, quel pomeriggio in cui piangevo sul divano, e Chris se n’è accorto.

“Corey… che succede?” mi aveva stretto tra le sue braccia. Non potevo dirglielo, e tremavo mentre avrei voluto regalargli tutto l’amore che segretamente nutrivo nei suoi confronti.

“Mi sono innamorata” piansi, facendomi forza per trovare le parole giuste.

“Ma è bellissimo, piccola! Perché piangi?” mi asciugò le lacrime, sorridendo con quelle labbra sofficissime che ancora non avevo potuto gustare.

“Perché… Sono innamorata del padre di mio figlio, Chris” mi strinsi a lui, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. Mi sentivo così fragile, e solo con lui avrei potuto stare al sicuro.

Era devastato, non respirava più, ma aveva iniziato a piangere. “Corey… Corey, sono mesi che non lo vedi. Vedrai, andrà meglio col tempo”

“No, Chris, non hai capito” presi una sua mano passandomela su una guancia. “Io sono innamorata di te”

Pianse ancora di più, baciandomi la fronte. Non disse nulla, ma mi coccolò semplicemente come aveva sempre fatto. Sentivo di aver rovinato tutto, che avremmo perso la felicità che avevamo faticato a trovare… e tutto questo per colpa mia. Mia, di nessun altro.

“Perdonami, Chris”

Singhiozzò, affondando il suo naso nei miei capelli.

“Chris, ti prego, non piangere, mi fai star male…” gli accarezzai le guance umide.

“Non capisci?” mi prese il viso tra le mani. “Corey, non capisci che ti amo più della mia vita?”

Affogai nei suoi occhi color nocciola, sfumati al verde. E non ricordo altro se non un uragano di emozioni che mi invase, a contatto con le sue labbra bollenti. Non c’è mai stata cosa più bella, nello svegliarmi il mattino dopo accoccolata tra quelle braccia che non mi hanno lasciata più.

**

“Hey… Hey, Corey”

Ritorno al presente, abbagliata da un sorriso dolcissimo. “Amore…”

“A che pensavi?”

“A quanto ti amo” gli stringo il naso tra le dita, poi mi metto a sedere. “Su, uomini! Passatemi i piatti!”

Il piccolo Sam mi sorride, facendo brillare gli occhioni blu. “Io tre hamburger!”

“Tre? Ma non sono tanti?”

“No, papà. Io devo diventare grande e forte come te!”

“Bravo” gli versa dell’acqua nel bicchiere. “Corey, per me cosa c’è?”

Avere un marito vegetariano è un po’ problematico, quando si cucina, ma per lui lo faccio più che volentieri. “Tortino di patate. E’ quasi cotto.”

“Wa! Anche io un pezzetto, mamma! Anche io!”

“Sì, ne ho fatto abbastanza per tutti” spengo il forno, tirando fuori la teglia e poggiandola sul tavolo. “Sam, attento che ti bruci”

Subito stringe le manine al petto, impaurito. “A me un bel pezzone grande!”

Lo accontento subito, poi faccio anche il piatto a Chris, e un pezzettino che è avanzato lo lascio per me. “Buon appetito, amori”

“Buon appetito! Oh, mamma, hanno suonato alla porta”

Chris si alza in piedi. “Vado io, resta pure” e si allontana col suo passo pesante. Ma chi può essere a quest’ora?

“Inizia a mangiare, Sam, sennò si fredda”

Sorride, contentissimo di aver avuto il permesso di non aspettare il papà, e inforchetta il suo hamburger, facendolo a pezzettini. “Ho tanta fame!”

Ma quant’è bello il mio bimbo? L’ho amato sin dal primo istante, non mi sono mai pentita di quello che ho fatto, mai. Lo sto crescendo nel migliore dei modi, con tanto amore che a volte nasconde la rabbia. Rabbia per un padre naturale che non vedrà mai. Rabbia per un uomo che invece vuole essere suo padre a tutti gli effetti, anche se Sam non ha nemmeno una goccia del suo sangue. Amore e rabbia, rabbia e amore. Anche se la rabbia l’abbiamo cacciata da un pezzo.

“Ma perché ci mette così tanto?” Sam si guarda intorno, preoccupato.

“Chris!” lo chiamo. “Svelto, si fredda la cena!”

Non risponde. Forse è meglio che mi alzi e vada a vedere. “Vado da papà. Finisci di mangiare, intanto”

Annuisce, con la bocca piena, mentre mi alzo da tavola. Esco dalla cucina e attraverso il lungo corridoio. “Chris…” lo vedo alla porta. “Chris, chi è?”

Si gira. “Torna in cucina”

“Che succede?”

“Ti ho detto di tornare in cucina!” alza il tono. Non… non si è mai comportato così!

“Corinne… Corinne, sei te?” una voce insicura pronuncia il mio nome, oltre la porta. Ho paura, non può… Dio, no! Dopo tutti questi anni!

“Lasciala-in-pace” Chris mi difende. E se si comporta così duro c’è solo una ragione.

Improvvisamente, un uomo riesce ad entrare, sfuggendo a Chris. Mi sento morire. Mai avrei voluto rivedere quegli occhi azzurri, quel viso, quelle labbra. “Trè…” e su quel suono, che esce quasi come una bestemmia sulla mia lingua, mi sento morire. Vedo due braccia massicce che afferrano il suo corpo, sollevandolo. “Christopher, non fargli del male, ti prego…” piango, inginocchiandomi al suolo. “Lascialo”

Lo mette giù, suo malgrado. Il biondino si sistema la camicia, poi si guarda intorno. “Dov’è mio figlio?”

“Tuo figlio?” Chris lo sbatte al muro, ignorando le mie urla. “Non hai nessun diritto su di lui! Dove sei stato per cinque anni?” prende fiato. “Dov’eri, quando piangeva perché aveva paura del buio? O quando soffiava le candeline sulla torta? Dimmelo!”

Trè è impaurito. Cosa l’ha spinto, dopo tutto questo tempo, a venire a cercarmi? “Voglio… ricominciare” sussurra a stento.

“Tu non ci porterai via nostro figlio, hai capito?” lo tiene per il collo, ma non gli fa male. “E non toccare mia moglie… Sennò, Frank, parola mia, ti faccio a pezzi con le mie mani.”

C’è qualcuno che piange, ma non sono solo io. “Mamma…” il mio bambino è in lacrime, poco distante da me. Trema, ha tanta paura. Lui non merita di soffrire ancora. Mi alzo, con forze che non credevo di avere. “Samuel” lo prendo in braccio, stringendomelo al petto per non fargli vedere la scena. “Amore, non succede niente”

“Portalo via, Corey!” urla Chris.

“E’ mio figlio! Mio!” urla anche l’altro mentre cerca inutilmente di dimenarsi.

Sammy mi guarda, con occhi innocenti ma curiosi. “Mamma… Quel signore è il mio vero papà?”

Non ce la faccio. La mia mente gira vorticosamente, come un uragano. Voci, volti, nomi si mescolano, e mi fanno solo del male. Faccio appena in tempo a mettere il bambino a terra, prima di perdere i sensi ed accasciarmi sul freddo pavimento.

 

  
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