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Autore: lyrapotter    13/08/2010    6 recensioni
Quarta classificata al contest "One Day: raccontami di..." indetto da Fabi_Fabi e vincitrice del premio speciale "Caratterizzazione dei Personaggi"
Alcuni dei più importanti momenti della vita di Sirius Black, dall’inizio della sua amicizia con i Malandrini fino alla reclusione ad Azkaban, in parte filtrati dal punto di vista esterno di Narcissa Black in Malfoy.
Primo atto: Not a Black. Finalmente Narcissa se ne rendeva conto: il Cappello Parlante non aveva sbagliato smistandolo a Grifondoro, perché Sirius era diverso, Sirius non era come loro, non lo era e non lo sarebbe mai stato.
Intermezzo: Una goccia di male spesso annerisce tutto ciò che è nobile. (W. Shakespeare)
Secondo Atto: The Heir of the Black "Walburga non ha lasciato testamento, perciò congratulazioni, sei ufficialmente il nuovo padrone di Grimmauld Place e di tutte le fortune dei Black”.
E sorprendentemente, Sirius scoppiò in una risata, una vera risata, per quanto aspra e priva di allegria. “Questa è la migliore di tutte, Narcissa!”.
“Sono mortalmente seria”.
“Lo so… E la cosa rende il tutto ancora più ridicolo! Alla fine, il mio fato mi ha trovato comunque: ho fatto l’impossibile perché non accadesse e alla fin fine, sono l’erede dei Black”.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Narcissa Malfoy, Sirius Black
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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BLACK LIFE

INTERMEZZO

Novembre 1981

Azkaban

Sentì le sbarre della sua nuova cella chiudersi alle sue spalle e subito dopo i Dissennatori allontanarsi, non che facesse molta differenza: ce n’erano così tanti che la loro presenza si avvertiva fin dall’esterno.

E tutto sommato, non gliene importava più di tanto: quello che gli facevano sentire quelle creature era nulla in confronto a tutto quello che provava dentro.

Sirius andò ad accucciarsi in un angolo della cella: aveva sbagliato tutto. E ora James e Lily erano morti, Peter sparito chissà dove e lui era lì, abbandonato a marcire… E una parte di lui sapeva di meritarselo: se non avesse convinto Lily e James a cambiare Custode Segreto all’ultimo momento, niente di tutto questo sarebbe accaduto… O se invece di partire in quarta come suo solito per andare a cercare Minus fosse andato da Silente, avrebbe potuto spiegargli come stavano le cose per poi dare la caccia al traditore… O se semplicemente si fosse fidato di Remus…

Aveva fatto talmente tanti sbagli che non poteva essere che quello il risultato: solo, in una fredda cella di Azkaban, condannato per un delitto che non aveva commesso.

Come aveva fatto a non capire che Peter era la spia? A posteriori, era così evidente: erano mesi che Peter li evitava tutti come la peste e le rare volte che aveva provato a parlarci era sempre sfuggente, sulle sue e all’erta… Aveva sempre quell’aria da bambino colto con le mani nel vaso di marmellata, come poteva non averlo visto?

Oh, ma lo sapeva perché: perché lui era assolutamente convinto di aver già trovato il traditore, ovvero Remus. Perché sospettava di lui? Non riusciva nemmeno più a ricordarlo… Oh, certo, era un lupo mannaro, perciò doveva per forza parteggiare per Voldemort e i suoi: Merlino, quanto era stato cieco! E stupido!

Dieci anni di amicizia e non era riuscito a capire che Remus si odiava per quello che diventava una volta al mese, ma aveva preso a scatola chiusa una vagonata di pregiudizi e l’aveva fatta sua: che ipocrita che era! Uno stupido, cieco ipocrita!

Se mi fossi fidato di lui, forse a quest’ora non sarei in questa situazione: invece, di certo, anche Remus crederà che sia colpa mia come tutti gli altri… E come posso dargli torto se io per primo ho dubitato di lui?

E in tutto questo, l’unico che ci aveva guadagnato era stato Peter, il timido e impacciato Peter, il vero e unico traditore!

Perché, Peter? Perché l’hai fatto? Per te avremmo dato l’anima e tu ci hai venduto come fossimo pezza da piedi!

Per la prima volta da due giorni, al posto della rabbia provò una grande tristezza: che ne era stato dei Malandrini? Che ne era stato della loro amicizia? James era morto, Remus solo, Peter a strisciare in qualche fogna e lui in quel buco. Cosa era successo? Perché era tutto andato in malora così in fretta? Solo tre anni prima erano inseparabili, i migliori amici, i re degli scherzi: era bastato così poco tempo perché il castello crollasse come un mare di carte?

Di primo acchito, avrebbe dato la colpa di tutto a Peter, se non addirittura a sé stesso, ma per trovare il vero responsabile doveva scavare molto più in profondità: Voldemort. Alla fine della fiera, era solo colpa di Voldemort e della sua stupida guerra, quella guerra che li aveva schiacciati, cambiati, allontanati malgrado avessero giurato di restare sempre uniti.

Una goccia di male spesso annerisce tutto ciò che è nobile.

E questa da dove gli era uscita? Ridacchiò tra sé: probabilmente l’aveva sentita da Remus in uno dei suoi momenti filosofici o quando cercava inutilmente di inculcare a tutti loro un po’ di cultura. Qualunque ne fosse l’origine, di certo era appropriata alla sua situazione: Voldemort, il male, aveva distrutto tutto quello che gli era caro, direttamente o indirettamente che fosse. Il pensiero che almeno adesso era scomparso non gli era di minimo conforto: la sua sconfitta era costata troppo, a tutti loro.

Nella vana speranza di cacciare quei pensieri cupi, ripensò ai suoi primi giorni ad Hogwarts, quando era un piccolo Black con vaghe manie di ribellione e l’amicizia con i Malandrini doveva ancora sbocciare. E di tutte le cose che potevano venirgli in mente, ricordò un pomeriggio di fine settembre: erano tutti e quattro in riva al lago, insieme per la prima volta, in verità. Solo quel giorno, infatti, lui e James erano finalmente riusciti a convincere Remus che non l’avrebbero mangiato né sarebbe morto sul colpo a staccare il naso da uno dei suoi dannati libri cinque minuti.

Ricordava anche di essersi stupito per quanto quel ragazzino che in quattro settimane aveva aperto bocca sì e no una decina di volte potesse essere tanto simpatico: James l’aveva guardato con una faccia alla "chi l’avrebbe mai detto" e la cosa aveva suscitatati la sua ilarità, l’imbarazzo Remus, che si era zittito di botto, e le proteste Peter perché l’avevamo interrotto proprio sul più bello. Al che si erano scambiati un’occhiata tutti e quattro ed erano scoppiati a ridere. Certo eravamo proprio idioti! Stranamente, per quanto si sforzasse, non riusciva nemmeno a ricordare cosa stesse raccontando Remus di tanto entusiasmante…

Ricordava, però, cosa era venuto a turbare quella splendida giornata o meglio chi: Narcissa, mandata da Walburga a fare il lavoro sporco e riportarlo in carreggiata. Con quanta soddisfazione li aveva mandata a quel paese, lei e tutti i Black: sarebbe scappato di casa solo cinque anni più tardi, ma già in quel momento aveva deciso quale sarebbe stata la sua vita. Posto davanti a un bivio, aveva scelto i Malandrini e mai l’aveva rimpianto, nemmeno in quel momento, quando dietro le sbarre non gli restava altro che ricordi.

E presto anche quelli gli sarebbero stati sottratti: tutti i bei momenti con James, gli scherzi, le notti di plenilunio a correre per la Foresta Proibita, sarebbe finito tutto in pasto ai Dissennatori.

Questa deve essere la mia punizione suprema: rivivere all’infinito l’incubo delle interminabili giornate a Grimmauld Place, un inferno peggiore dell’inferno stesso! Condannato a essere un Black finché non uscirò di senno!

Ma cos’altro poteva fare? Così stavano le cose e niente avrebbe potuto cambiarle: non era così stupido da non sapere che il suo viaggio ad Azkaban era senza ritorno. Era finita.

Scoraggiato, distrutto e perso, Sirius Black appoggiò il capo contro la sudicia parete della cella e fece quello che non faceva da anni: pianse. Pianse per James e Lily, morti senza un perché, per il piccolo Harry, che sarebbe cresciuto senza genitori, per Remus, che adesso lo credeva un traditore e per sé stesso, condannato da innocente, ma in parte convinto di meritarsi tutto quello che era accaduto.

Lyrapotter’s corner

Capitolo di transizione ad alto contenuto depressivo, ma diciamo che quella frase abbinata la nome di Sirius Black mi ha fatto subito pensare a una cosa del genere.

Grazie a

Fabi_, grazie mille di tutto, dal giudizio a questa recensione.

Julia Weasley, ben ritrovata, altra amante dei Black (quante cose che abbiamo in comune XD). Infatti, l’idea di trattare un po’ di Narcissa e Sirius insieme mi intrigava, perché sono una "coppia" altamente snobbata: qui Narcissa non c’è, ma il prossimo sarà tutto per lei, promesso. In tutta sincerità, io Bellatrix e Sirius li vedo piuttosto simili, caratterialmente parlando, per questo secondo me si prendono così male.

_Mary, tesoro, ormai sarei più delusa nel NON trovare un tuo commento, credimi. Come ho detto anche a Julia, volevo sondare un po’ il terreno tra Narcissa e Sirius, sono due personaggi che mi piacciono molto. Devo essere sincera, la questione della fertilità di Malfoy senior non so proprio da dove mi sia uscita: mi serviva un modo per mettere i due cugini insieme e da soli e ho pensato che quello fosse il modo migliore. E poi non ce lo vedi Sirius a dire una cosa del genere? Ah, buon compleanno in ritardo, cara!

PaytonSawyer, oddio, grazie mille, oserei dire che ho trovato un’altra fan di Sirius Black! Sono felice che la mia Narcissa ti sia piaciuta, ho cercato di renderla meglio che potevo e mi fa davvero piacere che abbia incontrato il vostro favore, anche perché era la prima volta che scrivevo su di lei. Grazie per avermi fatto notare l’incongruenza di date, ho corretto: ovviamente era 1971, non so come abbia fatto a sfuggirmi.

Vogue, beh, credo che di fanfiction in cui si esplori il rapporto tra Narcissa e Sirius ce ne siano davvero poche, probabilmente perché sono due personaggi praticamente agli antipodi l’uno dall’altra. Grazie mille, spero che il seguito sia all’altezza delle tue aspettative!

Allora, visto che il prossimo capitolo sarà bello lungo, approfitto per riportare qui il giudizio di Fabi_Fabi, nel caso qualcuno fosse interessato.

Grazie per essere arrivati fin qui, see you soon!

Quarto posto: Black Life - lyrapotter

Grammatica e sintassi: 8.5

Per quanto riguarda la grammatica, c’è qualche errore, probabilmente di distrazione, che però ti ha penalizzato di un punto: ‘E in men che non si dica lui si ridipinse in volto’, qui il tempo non è corretto. Avresti dovuto usare l’imperfetto (sempre congiuntivo), 'questo dettagli tecnici' Chiaramente distrazione, 'Sirius continuò a guardarlo con diffidenza', si riferisce a Narcissa, quindi è sbagliato il genere. 'Nonché facesse molta differenza', in questo caso avresti dovuto separare, non che.

Per quanto riguarda ‘sé stesso’, ho dovuto cercare nel sito dell’accademia della crusca per convincermi che non fosse un errore, l’ho sempre considerato tale, e ho dovuto ricredermi, vedendo che ora è un’espressione accettata.

Stile: 8.5

mi piace il tuo stile, pulito e lineare, l’unica pecca sono i puntini di sospensione, li usi davvero troppo spesso, ed è un peccato. Cerca di sostituirli con un punto. Sarebbe preferibile. Ogni tanto le frasi che usi sono un po’ troppo lunghe, ma sicuramente non intricate o troppo difficili da capire.

Originalità: 9

Che storia, mentre la leggevo pensavo che non fosse niente di nuovo, ma in realtà hai raccontato episodi che noi lettori abbiamo sempre voluto conoscere: la morte di Walburga, l’eredità, questa Narcissa così rigida, così Black, eppure così ‘buona’ alla fine. È senza dubbio la Narcissa che avrei sempre voluto vedere.

Caratterizzazione dei personaggi: 15

I personaggi sono caratterizzati perfettamente, soprattutto Walburga, persino il quadro mi ha fatto quasi paura.

Ho trovato Narcissa credibile, Sirius mi è davvero piaciuto, quando poi ha avuto la forza di scherzare anche ad Azkaban ho pensato: è proprio da lui.

Anche Remus e James sono caratterizzati bene, per non parlare degli elfi domestici.

Attinenza alla citazione e sviluppo della trama: 12.5

La citazione è stata inserita bene nella storia, anche se non ne è il fulcro, quindi ti ho tolto un paio di punti.

Per quanto riguarda la trama, l’ho trovata completa.

Gradimento personale: 9

Ho trovato la storia, sebbene lunga, scorrevole e piacevole. Il mini Remus che fa da coscienza a Sirius è davvero un’idea carina. La battaglia che Narcissa fa con se stessa per tutta la durata della storia, da grimmauld place fino ad azkaban è gestita con coerenza e fa comprendere al lettore come si senta confusa e indecisa sul da farsi, come in realtà la sua parte razionale stia con la famiglia, mentre il suo cuore sia con il cugino.

Bonus Luogo/oggetto: 1 punto

Tot 63.5

   
 
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