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Autore: elyl    14/08/2010    11 recensioni
"Tu mi chiedi perché dovresti essere diversa, perché non sei una < schifosa Mezzosangue >.” Deglutì, alla ricerca delle giuste parole. “Tu sei diversa da qualsiasi maga abbia mai conosciuto, Mezzosangue o Puro Sangue. Non mi importano le tue origini, mi importi tu.” Sbatté un paio di volte le palpebre, incredulo per quanto aveva appena detto.“Sei diversa da tutte perché io ti amo.” "
Lily Evans e Severus Piton stanno finalmente insieme e subito dopo la fine del loro settimo anno vanno a vivere insieme. Dopo 9 mesi nasce loro figlio, Alistair. Sono felici, ma la loro felicità non è destinata a durare. Infatti Severus decide di unirsi ai Mangiamorte e Lily si sente costretta a lasciarlo. Così Severus si ritrova solo con suo figlio e a lavorare per il Signore Oscuro, Lord Voldemort. Una sera è al Testa di Porco e assiste all'enunciazione della Profezia di Sibilla Cooman. Subito riferisce a Lord Voldemort ciò che ha sentito e questi crede che il bambino sia Harry Potter ed è deciso ad uccidere chiunque si metta contro di lui. Severus allora si rivolge ad Albus Silente e lo prega di salvare la madre di suo figlio, l'unica donna che ama, l'unica donna che abbia mai amato. Silente accetta, ma i suoi sforzi non valgono a nulla, poichè quando Harry ha solo un anno Lord Voldemort ucciderà i suoi genitori. Questa è la storia di Harry Potter e il suo fratellastro, Alistair Piton.
Quinto anno per Harry, Hermione e Ron, settimo per Alistair Piton. Il Signore Oscuro è tornato, ma nessuno crede a Harry. Severus è alle prese con il suo doppiogioco e deve proteggere il proprio figlio e quello di Lily Evans e James Potter. Cosa farà quando il Signore Oscuro gli chiederà di Alistair? Come reagirà Alistair quando scoprirà la verità?
Ormai il destino del giovane Piton è segnato. Cosa succederà?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Well, guess who’s back

Well, guess who’s back? Esatto!!! Sono tornata *-* E sapete qual’è stata la prima cosa che ho fatto? Bhè, mi sono messa a copiare e finire questo capitolo che è venuto parecchio lungo! Le mie vacanze sono andate molto bene e ho avuto anche tante tante idee per la ff! Solo che ora che sono tornata devo mettermi a studiare T.T E di conseguenza gli aggiornamenti saranno più rari T.T

 

Bon, passiamo al capitolo. E’ diviso in tre parti: nella prima si vede come è conciato Alistair a causa dei rifiuti di Hermione, la seconda invece è incentrata sui Serpeverde e su Eric, mentre la terza vede come protagonisti Alistair e Hermione :D

 

Come sempre, se avete voglia di lasciarmi un commentino mi fareste tanto tanto tanto felice xD

Bon, ho detto tutto (o almeno penso u.u )

 

Buona lettura!

 

 

 

 

 

Chapter XIII:

You Have To Do Something

 

“If it makes you happy,

it can’t be that bad”

-          If it makes you happy, Sheryl Crow –

 

Mancava una settimana a Halloween, l’aria era ormai fredda, gli alberi della Foresta Proibita erano scossi da una gelida brezza, all’interno del castello erano state accese torce supplementari a forma di zucche e fantasmi. Studenti e fantasmi rimasero a bocca aperta per le varie decorazioni ed iniziavano a sentire la tipica eccitazione per l’imminente festa del venerdì sera. Voci di corridoio dicevano che Silente aveva ingaggiato un famoso dj americano, altri dicevano che l’ospite d’onore sarebbe stato l’attore Mark Hallo, protagonista del telefilm più visto nel mondo magico, altri ancora dicevano che anche quest’anno le Sorelle Stravagarie avrebbero dato spettacolo.

L’unico a non sentire tutta questa frenesia era Harry. Sedeva al tavolo dei Grifondoro, scuro in  volto, mentre giocherellava con le uova che aveva nel piatto.

“Ciao Harry.” Lo salutò Ginny contenta sedendosi accanto a lui.

Il ragazzo grugnì qualcosa che avrebbe dovuto essere un saluto.

“Come siamo espansivi e felici oggi. Sei commovente.” Commentò inarcando un sopracciglio con aria divertita.

Sollevò lo sguardo dal piatto e la fulminò.

“Mamma mia, Harry, su col morale!” Esclamò esasperata roteando gli occhi al cielo.

Il moro fece per dire qualcosa, ma Ron lo precedette.

“Ginny, lascialo in pace, per l’amor di Merlino!”

Hermione, dietro la sua copia de “La Gazzetta del Profeta”, non riuscì a trattenere un sorriso divertito.

“Che palle che siete!” Sbuffò incrociando le braccia al petto. “Comunque l’incontro dell’ES di stasera è confermato?” Aggiunse portandosi una fetta di pane imburrato alla bocca.

“Ma non puoi tener chiusa quella tua maledetta boccaccia schifosa per una buona volta?!” Sbottò il fratello.

“Ronald, sei una palla, te l’hanno mai detto?” Si guardò le unghie come se niente fosse.

“Ginny…” Intervenne Hermione. “…ti ricordi quella moneta? L’abbiamo fatta apposta per dire quando si sarebbero svolti gli incontri, ricordi?”

“Sì, ricordo bene, ma non avevo voglia di controllare.” Sorrise a trentadue denti, facendo gli occhini dolci.

Ron espirò e contò fino a dieci, poi annuì.

“Perfetto!” Sorrise radiosa e diede una pacca sulla schiena a Harry. “Corro a dirlo a Michael!” Diede un morso al pane, si alzò e corse leggiadra al tavolo dei Corvonero.

“Sapete, ogni tanto spero che si strozzi.” Sibilò Ron mentre Harry e Hermione scoppiarono a ridere, divertiti.

Hermione scosse il capo, si asciugò le lacrime dovute alle troppe risate, ripiegò il giornale, lo mise in borsa e finì il suo succo di zucca, poi guardò l’orologio.

“Ragazzi, mi spiace interrompervi ma è meglio che andiamo se non vogliamo arrivare in ritardo.” Disse corrugando la fronte.

I due annuirono. Il moro allontanò il piatto; il rosso, sotto lo sguardo schifato dell’amica, finì tutto ciò che aveva nel piatto e tutti insieme si alzarono. Uscirono dalla Sala Grande chiacchierando quando Hermione si bloccò ed arrossì improvvisamente.

“Herm? Tutto bene?” Le domandò Ron.

La ragazza annuì, abbassò lo sguardo e li raggiunse imbarazzata, mentre Ron guardava nella direzione in cui la riccia guardava. Si fermò e si morse il labbro inferiore, vedendo Alistair ed Eric arrivare dai sotterranei.

Hermione aveva le guance in fiamme, ma non le importava. Non appena lo vide, il suo viso si illuminò, sentì un brivido correrle lungo la schiena e il cuore accelerare.

Il Caposcuola la vide, sospirò e le sorrise timidamente, emozionato.

“Ciao.” Li salutò senza mai smettere di guardare la ragazza.

Eric lanciò loro un’occhiata schifata e li superò, ma si fermò quando vide che l’amico non l’aveva seguito mentre Ron e Harry borbottarono qualcosa.

“Ciao.” Lo salutò lei con un sorriso sognante sistemandosi i capelli dietro l’orecchio.

“Al, muoviti che ho fame!” Lo spronò il purosangue impaziente.

Contemporaneamente, Alistair e Hermione si spostarono a destra, ritrovandosi sempre l’uno davanti all’altra. Si spostarono a sinistra, ma la situazione rimase immutata. Sembrava quasi fossero due calamite.

Le orecchie di Ron erano rosse di rabbia, stringeva i pugni e avrebbe volentieri cruciato il Caposcuola mentre Eric era sempre più disgustato e sul punto di vomitare. Harry, invece, era troppo impegnato a disperarsi per la sua Firebolt imprigionata nell’ufficio della Umbridge per provare rabbia e fastidio.

Alistair mise le mani sulle spalle di Hermione ed insieme girarono, senza mai smettere di guardarsi negli occhi, persi completamente in un mondo tutto loro.

Eric afferrò l’amico per le spalle ed iniziò a trascinarlo verso la Sala Grande, allontanandosi il più in fretta possibile dal trio. I tre Grifondoro si allontanarono e prima di salire le scale, Hermione si voltò e vide il Serpeverde camminare all’indietro, continuando a guardarla con un sorriso adorante. Gli fece un cenno con la mano e lui la salutò, poi Eric lo afferrò per un braccio ed insieme sparirono all’interno della Sala Grande.

Per tutto il resto della giornata, Hermione fu di buon umore, nulla la fece arrabbiare, sembrava quasi che si librasse invece di camminare. Era così felice che nemmeno si accorse che Ron non le aveva rivolto la parola per tutta la giornata e Harry sembrava sempre più sull’orlo del suicidio. Finalmente, all’ora di cena, si accorse della tristezza dell’amico, così si sedette accanto a lui, iniziando a ridere e scherzare per fargli dimenticare la Firebolt.

Alistair, seduto al tavolo dei Serpeverde, guardava il moro con odio, insultandolo mentalmente in ogni lingua e con ogni epiteto esistente, possibile ed immaginabile. I suoi compagni di Casa ridevano e scherzavano, si scambiavano consigli su come copiare durante i compiti in classe e si aggiornavano sulle ultime conquiste.

La ragazza fece una battuta, Harry scoppiò a ridere e l’abbracciò. Il giovane Piton spalancò gli occhi per poi ridurli a due fessure, lasciò cadere la forchetta sul piatto e sentì una morsa allo stomaco. Come osava?! Perché la stava abbracciando? San Potter non ne aveva alcun diritto.

Hermione strinse la mano all’amico e lo baciò su una guancia, poi lui fece lo stesso.

Alistair si fermò pochi istanti prima di stringere la bacchetta tra le dita e pronunciare la parola “crucio” con tutta la rabbia che provava.

Gemette, consapevole dell’irrazionalità dei suoi pensieri, tutti dettati dalla gelosia. Infilzò una carota e se la portò alla bocca, ma subito la lasciò cadere. Come se qualcuno avesse schiacciato il tasto del rallentatore, vide il moro bloccare con entrambe le mani la testa della riccia, avvicinarsi a lei e leccarle una guancia.

Si alzò di scatto, pallido e tremante per la rabbia e la gelosia.

“Al, che succede?” Gli chiese Eric, notando la sua espressione omicida.

Strinse i pugni, ignorò la domanda dell’amico ed uscì di corsa dalla Sala Grande, davanti agli occhi l’immagine dei due Grifondoro in atteggiamenti intimi.

Percorse velocemente i sotterranei, giunse all’entrata della Sala Comune, urlò la parola d’ordine ed entrò, per poi correre e rinchiudersi nella stanza che condivideva con i compagni. Fece sbattere la porta come a dire < non osate disturbarmi >, passò una mano tra i capelli e rimase in piedi in mezzo alla camera. Che cosa gli stava succedendo? Cos’era tutta quella gelosia? Perché odiava Sfregiato e Pel Di Carota solo perché erano sempre con Hermione? Scosse il capo ed iniziò a camminare nervosamente avanti e indietro. Non era arrabbiato o gli stavano semplicemente antipatici: li odiava proprio, come chiunque le si avvicinasse. Voleva distruggere la loro faccia, fargli sparire quel maledetto sorriso, tagliargli le mani che sempre toccavano la sua Hermione. Non riusciva più a sopportare l’idea che qualcuno che non fosse lui la toccasse.

Si lasciò cadere sul letto ed abbracciò il cuscino, frustrato. Non riusciva proprio a capire quello che stava succedendo, quello che gli stava succedendo. Era confuso, non aveva mai provato nulla di simile.

Si lasciò sfuggire un gemito disperato e lanciò il cuscino verso la porta. In quell’istante si aprì ed il cuscino finì dritto in faccia ad Eric, per poi cadere ai suoi piedi.

“Grazie.” Ringhiò ad occhi chiusi il biondo, il segno della cerniera della federa stampata in faccia.

“Scusa!” Esclamò dispiaciuto spalancando gli occhi.

“Se se, non ci credo!” Scherzò con un sorriso.

Raccolse il cuscino e sedendosi accanto ad Alistair, glielo diede in faccia.

Il ragazzo afferrò il cuscino, lo strinse forte e sospirò. Eric si appoggiò sui gomiti e lo guardò per qualche istante.

“Allora?”

“Che?” Borbottò Piton Junior.

“Come che?!” Inarcò un sopracciglio.

“Che vuoi da me?”

“Perché sei scappato?” Si guardò le unghie.

“Niente.” Si affrettò a rispondere.

“Ah, mio caro amico! Sei totalmente incapace di mentire!” Esclamò roteando gli occhi al cielo.

“Non sto mentendo!” Ribattè. “Non è successo niente!”

“Sì, certo ed io sono un babbanofilo.” Mise un braccio attorno al collo dell’amico. “Allora, la Mezzosangue non ha ancora accettato il tuo invito ad uscire?” Aggiunse accendendosi una sigaretta.

Alistair scattò in piedi ed iniziò a camminare avanti e indietro.

“Non capisco, seriamente!” Esclamò iniziando a sgolarsi. “Prima mi dice < potremmo uscire un’altra volta >, poi le chiedo di uscire di nuovo e rifiuta tutti, dal primo all’ultimo, i miei inviti!”

“Forse aveva da fare?” Fece un tiro.

“Per un’intera settimana?!” Si bloccò e spalancò le braccia esasperato, poi riprese a muoversi, strappandosi quasi i capelli. “No, assolutamente no. Qua c’è lo zampino dell’occhialuto! E del Poveraccio!”

“Quanto adoro sentirti parlare così.”

“Lei vorrebbe uscire con me, ma scommetto che quei due glielo impediscono.” Continuò come se l’amico non avesse aperto bocca. “Sì, è così. E’ assolutamente così.”

Eric fece per portarsi la sigaretta alle labbra, ma Alistair gliela rubò ed aspirò del fumo.

“Almeno una cosa buona la sta facendo. Ti sta riportando sulla cattiva strada.” Commentò con un sorriso soddisfatto.

“No, Eric, la questione è seria!” Lo guardò seriamente. “Scommetto che le stanno impedendo di fare qualsiasi cosa!” Spalancò gli occhi e si portò una mano alla fronte, come se avesse appena ricevuto un’illuminazione. “E’ sotto l’Imperius!”

Eric lo guardò e scoppiò a ridere.

“Per tutti i Gargoyle, tu sei fuori! Ti sei fumato un po’ dell’erba allucinogena di Claudius?” Riuscì a dire tra una risata e l’altra.

“Perché? Che ho detto di strano?” Chiese innocentemente.

“Al, stiamo parlando di San Potter.” Gli ricordò.

“Magari non è quello che tutti pensano.”

Eric sbuffò esasperato.

“Al?”

“Sì?”

“Fammi un favore, ok?”

“Cioè?”

“Vai a cercare la tua…come la chiamano i Babbani?” Ci pensò un attimo, grattandosi il mento. “Ah, sì! Raperonzolo!”

“E tu come fai a saperlo?” Lo guardò con un sopracciglio inarcato, sbalordito.

“Conosci il tuo nemico e bla bla bla.” Aggiunse enfasi alle parole accompagnandole con dei gesti della mano. “Comunque tu devi guarire da questa brutta malattia.” Annuì solennemente. “E l’unica cura è uscirci.”

“Tua madre ti ha per caso fatto sordo o lo sei diventato con gli anni?”

“Brutto cretino, sbaglio o miss-so-tutto passa più tempo in biblioteca che in camera sua?”
”Sì, ma…”

“Niente ma!” Bloccò le proteste sul nascere. “Ti vedo quando la guardi. Anche se a me personalmente fa schifo e non riesco proprio a capire come diavolo hai fatto a ridurti così per una Sangue Sporco come lei, a te fa bene. La guardi e stai bene. Di conseguenza non può essere così male se ti fa bene.”

Alistair lo guardò incredulo sbattendo le palpebre.

“Sì, neanche io ho capito, ma fa niente.” Si strinse nelle spalle. “Seguila quando va’ a lezione, inventati una scusa, dille che passavi di lì per caso, che il castello è piccolo, che è una coincidenza, che sono state le stelle a decidere il vostro incontro, inventati qualcosa! E poi falle compagnia quando è in biblioteca.” Fece una piccola pausa. “Dubito che Sfregiato e Pel Di Carota mettano anche solo un’unghia lì dentro, sono troppo stupidi. Potrebbero andare in autocombustione.” Sorrise perfido e divertito, immaginandosi un piccolo Harry e un piccolo Ron correre da tutte le parti, urlanti, con i capelli in fiamme. “E comunque venerdì sera c’è la festa di Halloween e da quanto ho capito il vecchio pazzo ha organizzato qualcosa di spettacolare. Casualmente ci andrai anche tu e sempre casualmente ti imbatterai in lei e potresti invitarla a ballare.” Concluse facendo sparire con un colpo di bacchetta i mozziconi di sigaretta.

Alistair lo guardò per un po’, basito, sbattendo lentamente le palpebre, poi il suo volto si illuminò con un sorriso radioso. Corse da Eric, gli afferrò la testa con entrambe le mani e gli stampò un bacio su ogni guancia.

“Grazie!” Lo lasciò andare e gli diede le spalle.

“Ehy, dove vai?” Gli domandò ancora scioccato per i due baci.

“In biblioteca!” Rispose felice. “E quelle cose che fumi fanno vomitare!” Urlò uscendo di corsa dalla stanza.

Il biondo rimase immobile e vide Kain entrare.

“Dove sta scappando?” Gli chiese buttandosi sul proprio letto.

Scosse il capo con un sorriso divertito, chiuse la porta con un calcio e si accese un’altra sigaretta.

“Lo sai che è strano.”

“Sì, ma non mi hai risposto.” Anche lui si accese una sigaretta.

“Boh, starà andando dal padre.” Fece spallucce e si sedette.

Kain scosse il capo, scettico.

“No, non sarebbe così felice. Quando va dal padre lo vedi, è più serio del solito. Il che è tutto dire.”

“Vero.” Annuì il biondo.

“Che dici, sta andando a scopare?” Sorrise maliziosamente.

“Chi scopa con chi?” Intervenne bramoso di sapere Claudius entrando nella stanza.

“Che pervertito che sei!” Lo scimmiottò Adrian seguendolo.

“Sono solo curioso!” Esclamò fingendosi scandalizzato, andando a sedersi accanto a Kain.

“Ma porca miseria, hai il tuo letto!” Si lamentò. “Perché cavolo non ci vai?!”

“Perché è un rompicoglioni pervertito.” Gli ricordò annoiato Adrian togliendosi il golfino della divisa.

“Mmmmm, si, spogliati dai, bel maschione!” Claudius si alzò di scatto e si avvicinò all’amico.

“Brutto pervertito, allontanati!” Esclamò ritraendosi con l’amico che cercava di spogliarlo.

“Mai!” Sorrise divertito. “Sei troppo eccitante!” Gli saltò addosso ed iniziò a sbottonargli la camicia.

I due iniziarono a lottare, incitati dagli amici, e quando rimasero solo in pantaloni smisero e si lasciarono cadere senza fiato sui rispettivi letti.

“Allora, Eric, chi scopa con chi?” Domandò Claudius accendendo una sigaretta.

“Non so, ma qualcuno con cui scoperei io c’è.” Sorrise malizioso, pensando ad una ragazza dai capelli rossi.

“A parte il fatto che ti scopi chiunque, chi è questa?” Domandò curioso Kain, accendendo con un colpo di bacchetta lo stereo.

“Quando me la sarò portata a letto te lo dirò.”

“Infame.” Claudius fece scoccare la lingua.

“Scusate ma Al?” Chiese Adrian, guardandosi attorno e accorgendosi dell’assenza dell’amico.

“A scopare?” Intervenne emozionato Claudius.

“Sarebbe anche ora!” Esclamò Kain sdraiandosi su un fianco e sorreggendosi su un gomito.

“Chi ti dice che non scopa?” Lo difese prontamente Eric.

“Eric, parliamoci chiaro.” Kain lo guardò negli occhi. “Da quando siamo tornati non si è portato a letto nessuna. Ce l’avrebbe detto, l’avremmo visto, ci avrebbe sbattuti fuori dalla camera, avrebbe molti più succhiotti, sarebbe meno nervoso e meno strano.” Elencò.

“Difficile che sia meno strano. Lui è strano.” Sottolineò Claudius prendendo dal cassetto del comodino accanto al letto un piccolo astuccio contenente erba allucinogena.

“Ehy, Al non è strano.” Ribadì Eric, puntando un dito contro gli amici, scattando a sedere.

“Sappiamo che siete come fratelli e bla bla bla, è anche nostro amico, lo sai.” Precisò Kain. “Ma non puoi negare che sia strano.”

“Già che segue storia! E la adora!” Esclamò inorridito Claudius.

“Che male c’è?” S’intromise Adrian. “Io adoro Erbologia.”

“Infatti anche tu sei strano, ma almeno ti piacce il Quidditch ed insulti i Mezzosangue.” Claudius si portò alla bocca la sigaretta artigianale.

“E tu sei un pervertito.”

“Touchè.” Si portò una mano al petto. “Comunque a volte mi chiedo veramente che ha in testa.”

“Sembra che sia terrorizzato dal ritorno del Signore Oscuro.” Notò Kain.

“Assolutamente.” Annuì Claudius. “Io non vedo l’ora di finire la scuola per unirmi a lui.”

“Vuol diventare medimago, vuole far sparire la sofferenza e stronzate simili.” Eric gesticolò.

“Ho capito, ma non gli piace nemmeno quando si insulta lo Sfregiato e i babbani!” Ricordò Claudius roteando gli occhi al cielo.

“La trova una cosa inutile ed infantile.”

“Mi chiedo seriamente che ci fa’ a Serpeverde! Non c’entra nulla con noi.” Claudius fece una smorfia accendendosi la sigaretta allucinogena.

“Stai calmo, Eric.” Sussurrò Adrian bloccando l’amico che subito era scattato in piedi.

Il biondo aveva le narici dilatate, stringeva i pugni e lanciava fulmini con gli occhi.

“Stai calmo.” Ripetè mettendosi tra i due.

“E più Serpeverde di te, stanne certo.” Ringhiò Eric, puntando un dito contro Claudius, per poi tornare a sedersi, senza mai smettere di guardare con rabbia il compagno.

Claudius scoppiò in una risata che sembrava più un latrato.

“Sì, certo, come no!” Continuò a ridere. “Solo perché ha giocato a fare lo scopatore seriale non vuol dire che sia un perfetto Serpeverde!”

“Lascialo perdere.” S’intromise Kain sfogliando una rivista che mostrava le streghe più sexy d’Inghilterra. “E’ completamente fatto.”

“Non per questo può insultare Al!” S’infervorò lanciando un’occhiataccia al compagno che continuava a ridere fissando un punto imprecisato del soffitto, vedendo chissà cosa, perso nel suo mondo di allucinazioni.

“Sai com’è fatto.” Adrian prese una maglietta dal suo armadio e la indossò. “Comunque sai dov’è?” Tornò a sedersi.

Eric fece per rispondere, ma la porta si spalancò ed entrò Alistair. Subito storse il naso, schifato dall’odore che vi regnava.

“Idiota.” Scosse il capo, estrasse la bacchetta e con un solo gesto fece sparire tutto il fumo.

Il biondo guardò il moro, poi Claudius e sorrise soddisfatto, sapendo benissimo quello che sarebbe successo: il Serpeverde che era in lui si sarebbe mostrato.

“Claudius?” Lo chiamò Alistair dopo essersi tolto il maglioncino.

“S…s….sì?” Riuscì solo a dire tra una risata e l’altra.

“Quante volte ti ho detto che non devi fumare questo schifo in camera?” Domandò inginocchiandosi accanto a lui.

“T…t…tante?” Scoppiò a ridere, tenendosi la pancia.

Il giovane Piton annuì.

“Esattamente. E sai cosa succede ora, vero?”

“Tu sei un grosso avvicinino.” Claudius lo guardò, piegò la testa di lato e aprì la bocca in una grossa O.

“Perfetto.”

Il Caposcuola si alzò, sistemò i pantaloni e lo guardò con un sorriso vendicativo.

“Inizia lo spettacolo!” Esclamò divertito Eric battendo le mani.

“Avevo proprio voglia di farmi due risate!” Esclamò Kain chiudendo la rivista, pronto a godersi lo spettacolo.

Il moro piegò la testa di lato e quando finalmente prese una decisione, annuì. Fece un rapido gesto con la bacchetta e Claudius iniziò a librarsi per aria, a testa in giù.

“Perfetto.” Fece scrocchiare il collo e sorrise divertito.

“Tutto qui?” Adrian storse il naso, deluso.

“Assolutamente no.” Sorrise perfidamente. “Deve capire che nella mia camera quello schifo non si fuma.”

Compì un gesto circolare e Claudius iniziò a girare su se stesso, sempre più veloce, poi iniziò ad andare su e giù, a destra e a sinistra, mentre i compagni scoppiavano a ridere. Lo lasciò cadere a terra, poi lo fece librare di nuovo, facendolo sbattere contro il soffitto ed infine lo lasciò a terra. S’inginocchiò accanto a lui, picchiettò la bacchetta contro il meno e sorrise, poi scrisse con grandi lettere verdi < non devo fumare in camera > sul petto.

“Solo una scritta e due giretti per aria?” Si lamentò Eric. “Mi deludi, amico.”

“Caro amico mio, non è una semplice scritta.” Sorrise malignamente e cercò di toccare le lettere, ma queste scapparono, andandosi a nascondere in altre parti del corpo. “Per i prossimi venti giorni si ricorderà che non deve fumare.”

“Si laverà.” Protestò Kain tornando alla rivista.

“Certo.” Annuì. “E le lettere si metteranno a cantare.”

“Sei un genio!” Esclamò scoppiando a ridere Adrian.

“Lo so, lo so.” Disse modestamente, sedendosi accanto ad Eric.

Claudius rimase a terra, pallido, quasi tendente al verde, stordito e in stato di semi incoscienza; Kain era concentrato sulla rivista ed Adrian era caduto in un sonno profondo, sfinito dall’allenamento di Quidditch.

“Allora?” Chiese Eric in un sussurro, accendendo una sigaretta.

“Non c’era.” Rispose grattandosi la fronte.

“Povero piccino! Sarai disperato!” Lo prese in giro. “E per tirarti su di morale hai fatto questo scherzetto al fattone.” Sorrise soddisfatto. “Sai, dovresti tirarti su di morale un po’ più spesso, magari sfogandoti con Sfregiato.”

“Ah-ah.” Fece schioccare la lingua. “Che simpatico.”

“Ovvio. Comunque che fai adesso? Non torni a deprimerti in un angolino, vero?” Aggiunse circospetto.

Alistair sorrise soddisfatto.

“Certo che no.”

“Eric lo guardò interrogativamente e gli restituì lo sguardo.

“Ho un piano.”

 

Hermione era in biblioteca, china su un grosso volume di Rune Antiche. I suoi occhi si muovevano rapidi, teneva la testa tra le mani e le sua labbra erano serrate.

Da lontano, Alistair lo osservava estasiato, stringendo nervosamente la borsa, chiedendosi cosa le avrebbe detto. Sospirò e finalmente si andò a sedere davanti a lei. La ragazza sollevò leggermente lo sguardo dal li libro, per poi riabbassarlo immediatamente, arrossendo. Il Serpeverde sorrise intenerito, estrasse il volume di Difesa Contro Le Arti Oscure, lo aprì e posò la borsa a terra, poi incrociò le braccia al petto ed iniziò a leggere, muovendo la gamba destra come se stesse tenendo il tempo di una canzone che solo lui sentiva.

La riccia si morse il labbro inferiore, incapace a continuare a studiare, distratta dalla presenza del ragazzo dagli occhi verdi e dai capelli neri. Scosse il capo e cercò di tornare al libro.

< Oltre alla prima serie runica, che possiamo definire comune a tutte le popolazioni germaniche almeno nella fase pre-migratoria, esistono altre serie runiche, di cui una breve - di soli 16 segni - detta anche serie vichinga, che presenta la semplificazione di alcuni segni ma priva di molti dei segni corrispondenti alle vocali. >

Inspirò profondamente, si appoggiò alla sedia e fissando il libro cercò di ripetere ciò che aveva appena letto, ma l’unica cosa che riusciva a ricordare era il suo bellissimo sorriso, i suoi occhi, il modo in cui camminava.

Scosse il capo rabbiosa e riprese a leggere con foga.

< Un'altra serie è quella anglosassone, che presenta la variazione grafica del segno *Ansuz, che diventa Os ( foneticamente nell'anglossassone si ha uno spostamento della "a" germanica in "o"), e l'introduzione di altri tre segni, Ac ("quercia"), Yr ("arco") e Ear ("terra"). Queste poi si ampliarono ulteriormente raggiungendo trentatré segni. >

Chiuse gli occhi e subito ebbe un flash di Alistair che le si avvicinava, le spostava i capelli dal viso e la faceva appoggiare ad una quercia con la schiena, poi scrisse con un arco i loro nomi nella terra umida ed infine la baciò.

“Si può sapere che diavolo ci fai qua?!” Sbottò scortesemente spalancando gli occhi e posando le mani sul tavolo.

Alistair si guardò attorno.

“Parli con me?” Le chiese innocentemente, indicandosi.

“No, con i Gorgosprizzi!” Rispose sarcastica incrociando le braccia al petto.

“Con che?!” Spalancò gli occhi confuso.

Hermione sorrise e si rabbonì nel vedere la sua espressione spaesata.

“Niente, lascia perdere.” Sospirò e gli rivolse un sorriso colpevole. “Che cosa ci fai qui?” Chiese di nuovo, massaggiandosi le tempie.

“Studio.” Fece spallucce e mostrò il libro.

“Perché?”

“Perché studi…” Si allungò sul tavolo, prese il libro, lo voltò per leggere il titolo, lo rimise a posto e tornò a sedersi con un sorriso. “…Antiche Rune?”

“Perché ho un compito?”

“Ecco la risposta al tuo quesito.” Sorrise ed iniziò a tamburellare con gli indici contro il legno della scrivania.

“Sì, ma perché proprio qui!” Esclamò scattando a sedersi. “Non riesco a studiare quando mi sei così vicino! Non riesco a fare nulla!” Spalancò gli occhi, abbassò lo sguardo ed arrossì, maledicendosi per quello che aveva appena detto.

Alistair si sentì l’uomo più felice sulla terra. Era una confessione, no? Aveva detto che non riusciva a studiare quando gli era vicino, che non riusciva a fare nulla. La distraeva, non riusciva a concentrarsi. Sorrise ed ebbe la tentazione di mettersi a correre per la biblioteca saltellando e cantando.

“Bhè, ecco, ti ho vista qua tutta sola e ho pensato di farti compagnia.” Fece spallucce, fingendo di non aver sentito ciò che aveva detto. “Se vuoi me ne vado.”

“Forse è meglio.” Si affrettò a dire lei.

“Come vuoi.”

Si strinse nelle spalle, prese il libro e fece per metterlo via, ma Hermione si allungò, lo afferrò per un polso e lo bloccò.

“No, non andare. Rimani qui.” Deglutì e lo guardò negli occhi. “Resta qui.”

“Non vado da nessuna parte.” Le sorrise e le accarezzò la mano.

Hermione sentì brividi corrergli lungo la schiena, si liberò dalla presa del ragazzo e tornò a fissare il suo libro.

“Bhè, torno a studiare.” Borbottò, riprendendo a leggere velocemente.

Alistair annuì e tornò a studiare. Sorrise soddisfatto, tra sé e sé: il suo piano stava riuscendo.

Dopo circa mezz’ora, suonò la campana che segnava la fine della pausa pranzo. Misero via le loro cose, poi insieme, camminando l’uno di fianco all’altra, uscirono dalla biblioteca, sfiorandosi.

“Io…io vado.” Balbettò Hermione imbarazzata.

“Aspetta!” La fermò, afferrandola dolcemente per un polso.

La ragazza fissò la sua mano, poi il suo viso, faticando a trovare le parole.

“S-sì?”

“Ecco…sì…io…” Balbettò lui a sua volta, dimenticando ciò che voleva dire. “Ecco, io mi chiedevo…”

“Che cosa?” Senza rendersene conto si avvicinò a lui.

“Mi chiedevo…” Sentiva il calore che il suo corpo emanava.

“Ehy, volete levarvi!” Sbottò una ragazza.

La magia venne infranta e subito i due si allontanarono per fare passare la Prefetto di Corvonero.

“Ciao Murray.” La salutò con un sorriso Alistair, ancora stordito dalla vicinanza con Hermione.

La ragazza lo fulminò con lo sguardo, guardò Hermione e inspirò profondamente, odiando la Grifondoro che a quanto sembrava era il motivo per cui lui non aveva voluto andare a letto con lei. Fece schioccare la lingua e si allontanò di corsa.

“E’ per caso la tua ex?” Domandò Hermione provando una fitta di gelosia inspiegabile.

“No.” Corrugò la fronte. “E’ fidanzata con un babbano. Perché?”

“Ho come l’impressione che tu gli piaccia.” Rispose con un certo fastidio che non sfuggì ad Alistair.

“No, non penso.” Le sorrise come per farle capire che la Corvonero non le interessava. “Comunque, adesso che materia hai?”

“Erb…”

“Ti accompagno.” La interruppe con un sorriso a trentadue denti, senza lasciarle il tempo di rispondere.

Hermione sbattè le palpebre incredula.

“Ma scusa, e tu? Poi tu arrivi in ritardo.” Gli fece notare.

“Non arrivo in ritardo, non preoccuparti.” Strinse la borsa per evitare che la sua mano stringesse quella della ragazza.

“Ma…”

“Niente ma!” La bloccò. “E’ mio dovere di Caposcuola mostrare la scuola agli studenti più piccoli, no?” Le fece l’occhiolino.

Hermione sorrise, incapace di resistergli ancora, desiderosa di passare sempre più tempo con lui.

“Va bene. Ma solo fino alla Sala d’Ingresso!” Precisò.

“Ma…”

“Fino alla Sala d’Ingresso!”

Alistair sbuffò.

“Ok.” Incrociò le braccia al petto come un bambino.

La ragazza scoppiò a ridere per la sua espressione e ben presto il Serpeverde si unì a lei.

“E’ meglio che andiamo.” Disse infine, mettendole una mano tra le scapole, sentendo il cuore fermarsi per l’emozione.

“S-sì.” Balbettò la ragazza, stordita. Cosa le stava succedendo? Perché bastava la sua sola presenza a farle scordare tutti e tutto? Perché non riusciva a concentrarsi se era nei paraggi?

“Andiamo allora.”

Il ragazzo annuì, si affiancò a lei ed insieme si incamminarono verso la Sala d’Ingresso. Inizialmente rimasero in silenzio, imbarazzanti, ma poi si misero a parlare del più e del meno, ridendo e scherzando. Quando arrivarono alla Sala d’Ingresso fecero fatica a congedarsi, entrambi desiderosi di passare ancora del tempo insieme.

Hermione uscì all’aperto ed Alistair la osservò allontanarsi, sospirando. Quando non riuscì più a vederla guardò l’orologio, spalancò gli occhi e corse a lezione, tremendamente in ritardo.

Per tutto il resto della settimana Alistair, ogni volta che vedeva Hermione da sola, le si avvicinava e iniziava a parlarle. La accompagnava a lezione quando i suoi amici non c’erano, le faceva compagnia in biblioteca, l’aspettava fuori dalla classe di Rune Antiche o Aritmanzia. Le impose la sua presenza, cosa che a lei non diede fastidio. Anzi, le fece piacere. Non riusciva più ad immaginare le sue capatine in biblioteca senza di lui, ormai aveva anche imparato a studiare nonostante la sua presenza, anche se era difficile, soprattutto quando il ragazzo si stiracchiava e si sollevavano il maglioncino e la camicia, lasciando intravedere gli addominali.

“Hermione?” La chiamò agitando la mano davanti ai suoi occhi.

Hermione scosse il capo, spalancò gli occhi e tornò a fissare il libro.

“Hermione, tutto a posto?” Le chiese, andandosi a sedere accanto a lui.

La ragazza annuì, imbarazzata: si era incantata a guardarlo.

“Per caso un Gorgo-coso ti ha mangiato la lingua?” Scherzò, appoggiando il braccio sullo schienale della sedia della ragazza.

“No, ce l’ho ancora.” Si lasciò sfuggire un sorriso.

“Iniziavo a preoccuparmi.” Passò una mano tra i capelli. “La lingua è molto utile, non se ne può fare a meno.” Le fece l’occhiolino.

“Alistair!” Esclamò scoppiando a ridere.

“Che ho detto di male? E’ vero!” Mostrò i palmi delle mani. “Senza lingua non puoi parlare, non sentiresti i sapori dei cibi.”

Hermione scosse il capo divertita mentre la campanella suonò. Contemporaneamente si alzarono in piedi ed iniziarono a sistemare le loro cose

“Senti, mi chiedevo una cosa…” Iniziò Alistair.

“Che cosa?” Chiese ripiegando la sua pergamena.

“Sai, stasera c’è la festa di Halloween, giusto?”

“Sì.” Rispose lei, subito all’erta, il cuore che accelerò improvvisamente.

“Mi chiedevo  se per caso tu stasera ci vai.” Fece spallucce e mise la borsa in spalle.

“Sì, certo. Perché?”

“Così, per curiosità.”

Hermione lo guardò, curiosa, poi riprese a mettere via le sue cose.

Il ragazzo sorrise entusiasta, pronto a passare alla fase finale del suo piano.

 

 

 

 

E anche questo capitolo è andato! Le frasi in corsivo sulle Antiche Rune le ho prese da Wikipedia =)

 

Ed ora i ringraziamenti:

-          Neptunia: awww, grazie mille! Sono contenta che ti piaccia il mio Severus <3 E ormai manca veramente pochissimo all’appuntamento di Alistair e Hermione :D MOLTO poco :D

-          Lauletta: grazie infinite <3<3<3 veramente grazie per tutti i complimenti <3

-          Piperina: certo che ti cito nell’intro *_* Mi sembra il minimo, Darling <3 Grazie infinitissime per i complimenti e per dirmi che è stato perfetto come capitolo *-* Penso tu l’abbia capito quanto per me sia importante il tuo giudizio <3 Effettivamente al mio povero Sevy ho fatto ricordare una cosa brutta dopo l’altra xD Della serie: “Se non ti suicidi dopo tutto questo non lo fai più .-. “ xD Quello è un mio “difetto”, mi piace immaginarescrivere scene che potrebbero essere rese cinematograficamente xD La frase “E’ la donna che AMO” l’adoro, esprime tutto Severus, secondo me. Amava Lily, la ama e l’amerà per sempre, non c’è altro da fare. Grazie mille ancora per i complimenti <3<3<3 A presto su FB xoxo <3 Ah, buone vacanze (anche se quando leggerai il mio “buone vacanze” sarai già tornata xD )<3

-          Ginny13: eh purtroppo non sta simpatico a tutti xD Io, se non si fosse notato, lo adoro semplicemente xD Effettivamente la mia fantasia spaventa anche a me xD e me tanto contanta che ti piaccia tanto tanto il mio modo di scrivere. Spero che in questo capitolo la “pecca” sia stata rimediata :D Direi che Al si vede abbastanza qua :D Silente lo vedo come un maledettissimo genio…ma come tutti i geni è un po’ fuori di testa xD Quindi la partita a Sparaschiocco mi sembrava la cosa più ovvia che potesse proporre :D Da quando la McGranitt è così comprensiva e gentile con Sev? Bhè nella mia testa da sempre xD L’ha visto crescere, è stata la sua insegnante di trasfigurazione, ha assistito al suo cambiamento da Mangiamorte a membro dell’Ordine…in privato ogni tanto seppelliscono l’ascia di guerra :D

-          Mia85: ma grazie *_* Le due settimane sono passate (purtroppo) troppo in fretta T.T Per quanto riguarda il recensire capitolo per capitolo…bhè ora avrai tutto il tempo di farlo dato che ne posterò uno o due massimo a settimana T.T Io Sev l’ho sempre visto così, un uomo che ha sofferto molto e continua a soffrire e questo è l’unico motivo per cui si comporta come si comporta. =)

-          Melty: grassie <3 Non ho usato il termine guaritore per fare una distinzione tra il dottore magico e i dottori babbani, anche se sono due sinonimi =) Sono contenta che ti piaccia come si sta evolvendo la mia storia <3

-          JuliaSnape: grazie mille, faccio il possibile per continuare così :D

 

 

Infine, ringrazio le 23 persone che hanno favorito Father Be With Me Tonight, le 17 che la ricordano e le 54 che la seguono! Grazie mille per continuare a leggermi <3

 

Bene, ora scappo che stasera si esce! Al prossimo capitolo…un capitolo che tutti aspettano :D

 

elyl

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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