Fanfic su attori > Orlando Bloom
Segui la storia  |       
Autore: NiNieL82    15/08/2010    1 recensioni
POSTATO IL FINALE
“Non me ne frega niente di questo Orlando Bloom, non so se hai capito, Laura. Di pure al boss che questa me la paga. Non me lo sarei mai immaginato che avrebbe fatto una cosa simile!” esclamò Edith dirigendosi verso l’entrata del privè, dove avrebbe tenuto l’intervista.
“Ma miss Norton, Orlando Bloom e un attore di fama mondiale, il capo ha affidato a lei questa intervista proprio per questo motivo” rispose una terrorizzata Laura, segretaria personale di Edith, dall’altro capo del telefono.
[Dal primo capitolo].
“Sono lieta di conoscerla, mister Law.”
Jude sorrise e replicò:
“Ti prego, non mi far sentire più vecchio di quello che sono dandomi del lei. Chiamami Jude e tagliamo la testa al toro. Che ne dici?”
Edith sentì le gambe cederle. Certo, se lo avesse raccontato anche a Rachel sarebbe stramazzata al suolo per la sorpresa. Dare del tu a Jude Law mica è cosa di tutti i giorni.
Sorrise, un po' nervosa e disse:
“Ok, Jude!”
Gli occhi azzurri dell'attore ebbero come un lampo. Edith sentì una strana molla allo stomaco.
[Dal capitolo 22].
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie ' I was born to love you.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 17: Domani è un altro giorno.


Il giorno dopo, Edith si tuffò nel lavoro.

Solo a pranzo si concesse una pausa per uscire con Rachel e Jen per prendere il regalo ad Orlando.

Quando si incontrarono, Jen, raggiante nel suo abito stretch blu scuro, indicò se stessa e disse:

Ho visto Paul e mi ha dato i soldi suoi e di Jessica...”

Io penso che prenderò qualche cosa ad Orlando. Tra di noi c'è un'amicizia diversa di quella che c'è tra di voi che lo conoscete bene solo da un paio di settimane...”

Sapeva che il suo ragionamento non faceva una grinza, ma sapeva anche che Rachel era presente e che avrebbe sicuramente detto la sua.

Infatti...

Ehi! Ehi! Allora anche io dovrei fare il regalo a parte ad Orlando, non trovi. Lo conosco da molto più tempo di Jen, Fred, Paul e Jessy...”

Edith sollevò gli occhi al cielo e disse:

Rachel non cominciare!”

Ammettilo” continuò Rachel che, con un balzo guadagnò terreno e sorridendo, vicino ad Edith le chiese: “Ti stai prendendo una cotta per 'Dono Divino' Orlando Bloom. È così? È così?”

Edith accelerò e ridendo rispose:

Non sono cose che ti interessano Brown.”

Ehi! Smettetela di correre. C'è una donna incinta tra voi!” si lamentò scherzosamente Jen.

TI PIACE!” gridò Rachel divertita.

Edith si voltò. Non scherzava, si vedeva dal suo volto. Guardò torvo Rachel e disse:

In nome della nostra amicizia, Rachel Brown, ti prego di smettere di parlare di questo argomento!”

Rachel si gelò davanti allo sguardo e alla risposta dell'amica e , sbigottita, la guardò allontanarsi ed entrare nel negozio che avevano scelto.

Jen si avvicinò. Passò una mano sui capelli corti, biondo paglia e gli occhietti azzurri la scrutarono curiosi dalle guance dagli zigomi alti e leggermente arrossati dal freddo. Dopo Edith era sicuramente la più bella delle tre amiche, la più femminile e materna, nonostante avesse dedicato gran parte della sua vita agli sport.

Rachel la guardò e sorrise tirata. Fu Jen a prendere la parola e dire:

Edith è sconvolta. Credevo che ne aveste parlato ieri. Ma a quanto pare no...”

Che vuoi dire?” chiese Rachel davvero disorientata.

Jen sospirò e rispose:

Ieri Edith è venuta a casa nostra e mi ha raccontato un fatto strano che è avvenuto al 'Savoy'. Mi ha detto di aver incontrato Felton e che, lui, le ha raccontato come è successo tutto il casino dell'articolo e che, la spia che gli ha dato l'informazione che Edith e Orlando si sarebbero incontrati all'Ivy, era Brian stesso!”

Lo stupore fece trattenere il respiro di Rachel che, portando una mano alla bocca, sconcertata, disse:

Io.. Io non credevo... Brian.. Alla sua donna!” e chinando la testa pensò qualche cosa.

Jen la guardò aspettando la domanda che non tardò a venire:

E Edith? Come l'ha presa?”

Come vuoi che la prenda una come Edith? Con le pinze. Ha detto che comunque stavamo parlando dell'uomo che era suo compagno da quasi tre anni, che aveva pensato un milione di volte di avere un figlio da lui... E ha detto che voleva essere sicura di quello che le era stato detto prima di mettere fine alla sua storia con Brian!” rispose tranquilla Jen.

Rachel guardò il negozio in silenzio.

In tutti quegli anni aveva davvero pregato affinché Edith si svegliasse e lasciasse Brian. Ma non aveva pensato nemmeno lontanamente che si sarebbero lasciati per quel motivo. Che Brian potesse arrivare a tanto per vendicarsi di cosa poi? Del fatto che la sua donna aveva accettato un invito a cena da un amico? Poteva essere così meschino e tremendo quell'uomo?

E ti dico di più. Forse le ha detto qualche cosa anche Paul. Solo che non mi ha detto cosa perché, quando ha ricevuto l' SMS di Paul stava venendo a casa da noi!” disse Jen.

Rachel non ci credeva.

Sembrava quasi di essere dentro una storia assurda, talmente era diventata intricata la faccenda. E pensare che lei, non meno di qualche giorno prima aveva chiesto ad Orlando di aiutare Edith. E non sapeva che, forse aveva fatto la cosa migliore facendo questa richiesta, nata più dal fatto che anche Kate, prima di lasciare Orlando aveva fatto quasi lo stesso con la sua amica.

Sta di nuovo con Emma!” esclamò Rachel piano.

Non era una domanda. Era un'affermazione. Jen annuì e ribatté:

Edith lo sa! Solo che non lo vuole ammettere nemmeno a se stessa...”

Rachel sentiva lo stomaco rivoltarsi. Sentiva un forte senso di repulsione nei confronti Brian. Non credeva nemmeno che fosse possibile che un uomo fosse capace di una cosa simile. Di vendere la sua donna solo per vendetta e poi schierarsi come se nulla fosse dalla sua parte, mettendo contro chi lo aveva aiutato ad attuare il suo piano, una schiera di avvocati, tra i migliori della capitale.

Il piano era machiavellico, non c'era che dire, quasi folle nella sua genialità. Ma non bisognava dimenticare che, prima di Edith, Brian aveva avuto una ragazza che, dopo essere finita in uno scandalo per colpa di un ex ragazzo in cerca di ribalta, era finita senza un motivo apparente, nel dimenticatoio, rifiutata dalle case di moda e senza nemmeno la possibilità di fare i cataloghi per la AVON.

Parlo con Edith!” formulò Rachel.

Rachel... Non fare come tuo solito. Non attaccare Brian, perché, se ieri è venuta da noi a parlare lo ha fatto perché sa che tu andresti contro di lui e non saresti obbiettiva!” si assicurò Jen guardandola negli occhi.

Rachel annuì. E senza aspettare Jen entrò nel negozio, senza ascoltare l'amica che scherzosamente gridava:

EHI! MA QUA NON C'È RISPETTO PER UNA DONNA INCINTA! SIETE ANDATE TUTTE VIA E MI AVETE LASCIATA DA SOLA... MA CHE MODI SONO??”e avvilita entrò nel negozio.



Edith stava davanti ad uno scaffale guardando interessata un diario rilegato in pelle scura.

Era un ottimo regalo per Orlando, utile visto il momento che stava vivendo.

Si stava avvicinando alla cassa per chiedere se era possibile farne un pacchetto, quando, vide davanti a se Rachel che sorridente, con le braccia incrociate, disse:

Voglio proprio sapere che cosa ti ha fatto pensare che era meglio che ti confidassi con la famiglia felice che con la tua migliore amica!”

Vorrei ricordarti che sono anche loro i miei migliori amici?” rispose Edith trattenendo il sorriso.

Si ma io sono la più importante!” replicò sicura Rachel.

Edith sorrise e continuò:

Credo che Jen ti abbia raccontato tutto!”

Rachel annuì. E indicando il diario disse:

Non voglio andare contro Brian, sto solo facendo una considerazione. Quello è per Orlando, vero?”

Edith guardò a sua volta il diario e annuì.

Si! Perché?”

Orlando è uno di quei ragazzi che prenderesti volentieri a calci nel culo. Bello e sa di esserlo, malizioso, testardo, egocentrico... Un cocktail micidiale che lo renderebbe davvero insopportabile. È famoso. E se vuoi obbiettare come tuo solito, dico che se non lo è famoso, lo è quasi... Ma una cosa mi ha colpito. Pur di riprendersi la donna che amava, ha fatto un viaggio lunghissimo e ancora non sta con nessuna. E quando ha scoperto che Kate lo tradiva, anche se è andato contro John, ed è sbagliato, ha creduto pienamente a lei, dandole la sua fiducia. Ora, io non so se quello che ha detto Felton è vero o era solo un modo per pararsi il culo. E probabile che lo sia. Ma immagina cosa può voler dire tutto questo, se solo fosse vero? Che Brian non è l'uomo che immagini, ma un essere meschino, capace di fare del male anche alla donna che ama per difendere il suo orgoglio, per vendetta. Semplice e pura vendetta... Non voglio dirti di lasciarlo. Te l'ho detto mille volte per cose che, ora, mi sembrano futili, tradimento con Emma compreso... Ma se sei la persona intelligente che ti reputi di essere, fai un grande favore ad una tua amica, ma, prima di tutto a te stessa: parla con Brian, vedi quello che ti dice lui e poi quello che ti dice il cuore. Se le ragioni del primo non sono valide come quelle del secondo.. Beh! Saprai da sola quale strada seguire!” e baciandole la guancia si allontanò sorridente.

Edith la guardò sconcertata. Era sicura che, dopo quello che era successo, Rachel avrebbe dato addosso a Brian e le avrebbe detto di lasciarlo. Invece no. Le aveva detto di seguire il suo cuore e di vedere cosa le diceva una volta parlato con Brian. E visto come stavano le cose, Edith sapeva che non le avrebbe detto nulla di buono e che, forse, adesso lo aveva capito, sentire Rachel sbraitare contro Brian l'avrebbe aiutata ad affrontare meglio la situazione.



Orlando aprì il pacchetto che Rachel gli aveva dato appena arrivata. Era il regalo di Edith.

Sopra c'era scritto, 'da aprire quando sei solo'.

E Orlando aveva aspettato che tutti si distraessero un attimo ed era sgattaiolato in camera sua, con il pacchetto tra le mani.

Quando lo aprì, con aria leggermente delusa, lo rigirò tra le mani, chiedendosi se fosse l'ennesimo scherzo della giornalista. Sembrava un libro, ma sfogliandolo e vedendo le pagine intonse, capì che si trattava di un diario. Prese il biglietto e lesse il disegno che diceva:

IT'S AMAZING. IT'S YOUR BIRTHDAY!”

Sorrise guardando il disegno idiota e lesse il contenuto.

Finalmente. È fantastico. Il nostro primo compleanno da amici... Quanti sono? Quarantasei? Ottantanove? Scherzo non ti arrabbiare.

È il tuo compleanno allora? Dirai, guardando il mio regalo: 'MA CHE ME NE FACCIO IO DI UN DIARIO SEGRETO. SONO GRANDE ORMAI. E SONO UN RAGAZZO, PER LA MISERIA!' Forse hai ragione.

Però, quando l'ho visto ti ho pensato. Questo è il tuo primo compleanno senza di Kate e, per come si sono messe le cose, tu per primo hai ammesso che, anche se camminassi sulle ginocchia da qui fino in Francia, non riusciresti a riprendertela.

Come dicevo, questo è il tuo primo compleanno senza di Kate, l'inizio, -doloroso ma comunque un inizio- di una nuova vita. E cosa c'è di meglio, quando si inizia una nuova vita se non prendere una penna, un foglio di carta e scriverci su le proprie emozioni? Pensa che anche Rachel ne ha uno da quando si è separata e prima che si mettesse con John, -non so se ricordi?- era tutt'altro che una vedova disperata. Anzi! Ora non ti dico di diventare come lei, mio Dio! Mi basta Rachel Brown così. Però vorrei davvero che capissi l'utilità di questo diario. Che capissi che, se un giorno lo rileggerai, forse potrai trarne maggiore forza se passerai -non te lo auguro- un momento più duro di questo.

Pensa a questo come un nuovo mattone per una nuova vita. E pensa che se, ne avrai bisogno, oltre l'amicizia più che sicura di un diario segreto, avrai anche la mia, che non do le stesse garanzie di discrezione, se ce ne sarà bisogno, ma che ti saprò ascoltare e ammonire, farti sorridere e farti, perché no, arrabbiare. Infondo la nostra amicizia è nata grazie a questo nostro modo di fare, non trovi?

Nel frattempo, usa questo piccolo mattoncino per costruire la meravigliosa casa della tua vita. E sappi che, nel bene e nel male, la tua amica Edith con cazzuola e cemento, ti aiuterà come e quando le sarà possibile, ogni qualvolta che lo chiederai! TI VOGLIO BENE. AUGURI ORLANDO DI MILLE GIORNI COME E MIGLIORI DI QUESTO... TUA EDITH..

Orlando lesse il messaggio, ridendo quando ci voleva, serio a seconda del rigo. Poi, commosso, guardò il diario. Era stata davvero carina Edith: in primo luogo chiedendogli di aprire il pacchetto da solo, sapendo che si sarebbe commosso; nel secondo caso perché, scoprire di avere un'amica come Edith lo rendeva tranquillo. Ma stranamente vuoto.

Perché? Perché non accettava l'amicizia di Edith con gioia, dopo tutto quello che aveva fatto per ottenerla?

Poggiò il diario sopra il letto e asciugò veloce le lacrime scese. E aprendo la porta della sua camera uscì, saltando al collo di John che si lamentò della cervicale, mentre Elijah Wood, uno degli attori della Compagnia dell'Anello, o meglio, il protagonista del film, faceva lo stesso con Orlando.

Avere vicino gli amici di sempre lo rendeva felice.

Nel bene o nel male, non sarebbe mai stato completamente solo!



La chiave fece schioccare la serratura e aprì il blindato dell'appartamento centrale della casa di Brian.

Entra!” le disse sorridendo untuoso, cedendole cavallerescamente il passo.

Edith guardò il viso di Brian e si rese conto che, vederlo sorridere, gli faceva venire i brividi nella schiena.

Guardò la casa, nell'ombra, illuminata solo dalla luce guida del pianerottolo, fino a che Brian non accese l'interruttore.

Lascia che ti aiuti!” sorrise Brian aiutandola a togliere il cappotto e abbracciandola subito dopo, baciandole il collo.

Mi sei mancata in questi giorni!” sussurrò all'orecchio della giornalista, togliendo il cappotto a sua volta.

Edith sorrise e rispose:

Anche tu!”

Brian la baciò con trasporto e, guardandola, con sguardo rapace, chiese:

Sicura che non vuoi aspettare per mangiare un boccone?”

Sicura!” rispose Edith “Ho una fame da lupi!”

Brian sorrise e sospirò, quasi arreso al fatto che doveva aspettare ancora tutta la cena prima di fare l'amore con la sua donna.

Allora vado in cucina,” disse: “dove mi aspettano tutte quelle buonissime leccornie che ho comprato dal cinese qua sotto. Aspettami qua. È una sorpresa. Ho apparecchiato tutto da solo e non voglio che tu lo veda prima che sia tutto pronto!”

Edith annuì e suo malgrado, accolse il nuovo bacio di Brian, che corse in cucina divertito, maneggiando nei fornelli.

Si accucciò nel divano della sala, poi, pensierosa.

In un attimo le ritornarono alla mente le frasi di quegli ultimo giorni:

'Norton. Conosco Brian per sapere che cosa può averle messo in testa e so che non è niente di buono. Ma sappia che se le chiederà tutte queste cose, senza dirle che sono stato io a dirgliele, lo metterà in difficoltà. Provi a chiederglielo se è così sicura di lui. E capirà che non sto mentendo... Ci pensi!'

Scosse la testa mentre la segreteria, con la stessa voce metallica della sua annunciava:

[CI SONO TRE NUOVI MESSAGGI]

Non voleva crederci. Non pensava, nonostante quello che le era stato detto, che Brian potesse tradirla.

'Sono solo idee. Ma se ci penso, Emma ha deciso di partire i primi del mese. Brian ti ha detto che aveva cambiato impegni nello stesso periodo. Emma è tornata a Londra quando noi stavamo a Cortina... Brian si è ripresentato quando eravamo in vacanza.... Mi sembra tutto troppo strano e troppo innaturale non trovi?'

Edith scosse la testa per l'ennesima volta mentre l'apparecchio, monotono diceva:

[MESSAGGIO NUMERO UNO:]

'Edith.. Dobbiamo vedere se quello che ha detto Emma è vero! Sono solo mezze voci queste, mezze verità'

Ciao Brian. Io e tua madre non ci siamo fatti sentire perché avevamo dei problemi con la linea. Ho visto nella mail che hai sistemato le cose con la multinazionale americana. Sono davvero orgoglioso di te. Quella Vanessa Hockley è un osso duro a quello dicono, ma tu hai saputo piegarla. Complimenti ancora. Saluta Edith se la vedi. Ti manda un bacio tua madre... Ed io, tutta la mia stima...”

Edith non era sicura che Brian avesse sentito gli elogi del padre, ma poco le importava. Aveva altro a cui pensare:

'...ha deciso di fargliela pagare facendomi assoldare un paparazzo che scattasse delle foto compromettenti affinché ci costruissi sopra un bell'articolo che vi mettesse entrambi nei guai...'

[MESSAGGIO NUMERO DUE:]

Di nuovo il segnale acustico e poi la voce di un uomo, calda ed avvolgente. Era il loro avvocato.

Buonasera signor Stephensons. Sono Anthony Jones della 'SIMON & JONES'. Ho provato a contattarla ma il suo cellulare era costantemente spento....”

Ricordò la faccia di Fred davanti a tutta questa storia. E quello che le disse:

'Sono un uomo e so che cosa sono capaci di fare quelli della mia razza quando si sentono feriti. Non mi stupirei se, dopo l'articolo, abbia invitato tua sorella a New York per seminare ancora di più la discordia...'

..abbiamo inoltre contatto il signor Bloom..” continuava al segreteria.

Orlando. Orlando in quel periodo era un'isola felice', un amico su cui contare quando il viaggio si faceva troppo lungo e c'era bisogno di una pausa per sistemarsi le piume in pace.

In quel preciso momento, con un gruppo in cui c'erano anche i suoi migliori amici, festeggiava il suo ventinovesimo compleanno. E lei, per colpa di Brian non era potuta andarci.

Vi informiamo che il giorno 16 febbraio ci sarà la prima udienza in tribunale...”

La prima udienza. Ma chi era la parte lesa in quella storia? Non di certo Felton, per il quale Edith non provava né pena, né ribrezzo. E di certo, non Brian, se era vero quello che dicevano. I loro avvocati proclamavano che le parti lese erano lei e Orlando. Ma era lei che aveva portato Brian nella vita di Orlando. Quindi... Era Orlando la parte lesa, l'unica vittima di quella storia. Non lei. Non Felton. Non Brian.

Orlando. Che aveva perso la donna che amava e un po' della sua spensieratezza per colpa di quella storia.

Il suono acustico del messaggio annunciò l'arrivo del terzo messaggio.

[MESSAGGIO NUMERO TRE:]

Brian? Sono io. Emma. Lo so che non ti dovevo chiamare a casa. Ma non ce la facevo più. Non faccio altro che pensarti da quando siamo tornati. E anche se so che sei corso subito da Edith, a Cortina, sento che quello che ci ha uniti...”

Brian bloccò il messaggio. La mascella era contratta e gli occhi azzurri erano puntati su quelli grigi, come il cielo quel giorno, di Edith.

Ti posso spiegare!”

'...parla con Brian, vedi quello che ti dice lui e poi quello che ti dice il cuore. Se le ragioni del primo non sono valide come quelle del secondo.. Beh! Saprai da sola quale strada seguire!'

Edith non riusciva a capire nulla di quello che stava succedendo. Le voci di Felton, Rachel, Paul, Jen, Fred, quella del messaggio di Emma, arrivavano tutte dal profondo della sua testa, ma era come se, tutte quelle persone fossero lì ad urlarle.

Cosa mi puoi spiegare Brian, che ti scopi di nuovo mia sorella?”

Edith! Emma è una ragazza disturbata!” cercò di tamponare il danno Brian, sedendosi vicino alla compagna.

Edith però fu più lesta. Si sollevò di scatto e rispose:

Mia sorella instabile, vero. Sai cosa è successo un paio di giorni fa, quando sono stata a quel convegno al 'Savoy', Brian? Ho incontrato Ralph Felton. E mi ha detto delle cose che, a quel momento mi sembravano strane, quasi -e ripeto quasi- impossibili. Parlavano di te, del fatto che hai letto un mio SMS sul MIO cellulare, che riguardava la cena con Orlando. Mi ha detto che lo hai chiamato per dirgli tutte le giuste coordinate, orario, giorno, luogo, per vendicarti di me... E poi hai chiesto di lasciare che il giornale venisse pubblicato quando tu non stavi qui, per sviare i sospetti. E di mandare una copia della rivista a Kate. Tutto è andato come hai voluto... Ma hai fatto un piccolo errore. Hai aizzato contro di te la rabbia di Felton che, dopo aver svolto a dovere il suo compito, si è trovato una bella querela da parte del tuo avvocato. Una querela che lo ha portato da me per confessarmi tutto...”

Non vorrai credere a quello che ti dice quella serpe di Felton?” sorrise quasi prendendola in giro, Brian.

Gli occhi di Edith si ridussero a fessure. Se solo fosse stata un uomo avrebbe volentieri spaccato la faccia di quell'essere immondo.

Ci credo Brian, perché, ora che ho sentito il messaggio di 'quell'instabile di mia sorella' ho capito anche un'altra cosa... Non contento del fatto che mi avevi messo alle costole un paparazzo, hai deciso di cambiare i tuoi progetti. Non più le Fiji con me, ma New York con mia sorella, vero Brian? E cosa avete fatto? Scopato? Bevuto? Sniffato? L'hai aiutata a vomitare permettendole di rovinarsi di nuovo con l'anoressia..”

Brian si sollevò e schiaffeggiò Edith, facendola cadere nel divano.

Edith mantenne la guancia percossa, guardando Brian con occhi sbarrati che, rendendosi conto solo in quel momento di quello che aveva fatto, si chinò su di lei e cercandola di abbracciare, implorò quasi, con le lacrime agli occhi:

Perdonami! Non volevo...”

Edith lo spinse e con gli occhi pieni di lacrime gridò:

LASCIAMI! MI FAI SCHIFO!”

A quella frase, Brian si irrigidì. Ed Edith continuò:

Hai distrutto la storia di Kate, che conosci da quando è una bambina, e di Orlando per una stupida cena tra amici. E per lo stesso motivo, ti sei portato a letto mia sorella per farmi del male, condannando allo stesso destino anche la nostra storia. Ma che razza di uomo sei? Che razza di uomo mette in piedi una sorta di simile teatrino, solo per vendetta? Mi fai pena, Brian. Mi fai pena...” e prendendo il cappotto e la borsetta si vestì:

Se esci da quella porta tra di noi è tutto finito. E stavolta non torno strisciando, Edith!”

Edith si voltò, con la mano sulla maniglia della porta e, sorridendo sarcastica, disse:

Anche se non uscissi da questa porta, le cose non sarebbe poi tanto diverse” e mettendo a tracolla la borsa, glaciale disse: “Addio Stephensons. Spero che tu riesca a trovare qualcuna che ti renda davvero felice!” e uscì.

Brian la seguì e sulla scale, mentre lei scendeva veloce e gridò:

VAI PURE DA LUI NORTON. TANTO L'HO CAPITO CHE SCOPATE ALLE MIE SPALLE. VAI DA LUI E FAI LA SUA TROIA, TANTO DA ME HAI AVUTO TUTTO QUELLO CHE VOLEVI. MA SAPPILO. IO TI ROVINO. HAI CAPITO, NORTON, TI ROVINO!!”

Edith ascoltò quello che Brian urlava, senza reagire.

Sapeva che le minacce di Brian non possono cadere inascoltate. Ma sapeva anche che, in quel momento non poteva pensarci.

La sua storia con Brian era finita.

Anche il suo mondo perfetto, si era rivelato un castello di carte pronto a cadere. Che cosa aveva sbagliato? Dove aveva sbagliato.

Camminò tra la gente che incurante si tuffava per le strade di Londra, per godersi il suo venerdì sera.

Edith sentiva il cuore esploderle nel petto per il dolore.

Che cosa era successo, che cosa l'avesse travolta, alla folla poco interessava, a parte qualche ragazzo ubriaco che, vedendola camminare da sola, sorridendo e camminandole davanti le diceva:

Ehi! Che ci fai in giro da sola? Dai vieni con me a bere qualche goccetto!”

Senza alzare la testa Edith continuò a camminare.

Non seppe mai dove arrivò. Non si rese nemmeno conto che la pioggia cominciò a scendere copiosa. Lasciò che la bagnasse senza cercare un riparo, quasi quello fosse un modo per epurarsi di quello che in quegli ultimi tre anni l'aveva contaminata.

Solo quando le gambe cominciarono a far male, entrò nel Mc Donald di Oxford Street, ordinando un Big Mac.

Aveva fame. E anche se era dai tempi dell'università che non mangiava più quelle schifezze, assaporò con gusto il suo pasto.

Certo i compagni del suo desco non era quelli di una volta. Ma quella sera, nulla era più come lo era una volta.

Non c'erano, quella sera, i suoi compagni di università. Non c'era Orlando. Non c'erano Paul ed Emma. Non c'era suo padre e sua madre.

Tutto quello che riguardava la sua vita prima di Brian era quasi sparito del tutto. E aveva perso tanto se faceva due conti. Certo, la colpa non era solo di Brian. C'era anche del suo in mezzo. Ma, forse, le cose con Emma non sarebbero precipitate a quel modo, se Brian non si fosse messo in mezzo.

Prese il cellulare e guardò la rubrica. Non sapeva ancora se doveva cancellare o no i numeri di Brian. Onestamente, in quel momento, non ci voleva pensare, ci avrebbe pensato il giorno dopo, la sua testa, dopo tutti gli avvenimenti di quei giorni chiedeva pietà.

Scorse i nomi della rubrica e non si fermò né quando lesse Fred, né quando lesse Jen.

Arrivò ad Orlando e schiacciò il tasto chiamata, senza nemmeno sapere lei il vero motivo.

Il cellulare risultava spento.

Si diede della stupida e chiuse in fretta. Stava festeggiando in quel momento, magari i suoi amici, quelli con cui aveva girato il film in Nuova Zelanda, gli avevano portato qualche bella ragazza e ora lui...

Senza sapere perché cominciò a piangere. O meglio. Il perché lo sapeva.

Sentiva dolore, colpa, frustrazione. Perché non si era resa conto prima di quello che le stava succedendo. Perché non aveva capito quel sogno che, solo in quel momento, si rivelò premonitore.

Liberò il suo vassoio dagli avanzi del suo pasto e, con la coca cola ancora da bere uscì.

Fermò un taxi. Salì e diede un indirizzo. E quando il taxi cominciò a muoversi, lasciò lo spettro della vecchia Edith a guardarla sul marciapiede.

Avrebbe pensato domani a quello che le aspettava. In quel momento aveva solo bisogno di piangere e di non stare da sola.



Carta da regalo.

Ti rendi conto di essere ricco nel momento in cui non hai bisogno di riciclarla per un nuovo regalo!

Questo pensava Orlando appallottolando i pezzi della carta regalo strappata dai vari regali.

Rise guardando quello di Dom: una bambola gonfiabile con un bigliettino che diceva 'Si somiglia a Kate vero?'.

Orlando rise e lasciò la bambola da parte. Prese il regalo di Elijah, un libro, il nuovo di Dan Brown; quello di John che, come suo solito si divertiva a fargli regali tecnologici conoscendo la sua tecnofobia verso qualsiasi oggetto che non avesse un utilizzo manuale e/o analogico.

Stava cercando di guardare come diavolo si accendeva quella abnorme sveglia dell'Oregon Scientific, quando squillò il telefono di casa.

Pronto?”

Ti sembra il caso di tenere spento il cellulare il giorno del tuo compleanno? Tua madre è terrorizzata e vuole mandare i servizi segreti a cercarti”

Era Sammy sua sorella.

Sam lo sai che quando sto ad una festa lo spengo...”

..e poi non sai come riaccenderlo, vero Ob?” finì la frase la sorella.

Ben detto” sorrise Orlando.

Sammy sorrise e rispose:

Aspetta prendi un foglio e scrivi il pin” e dopo averlo dettato disse: “E ricordati che devi premere il tasto di accensione per riuscire ad accenderlo!!”

Orlando fece come ordinato e vide il cellulare accendersi, finalmente.

Il tempo che la scheda caricasse i dati e vide che tre messaggi indicavano tre chiamate perse. La prima era di sua sorella. La seconda di Billy, che non trovava la casa e aveva dovuto chiamare Elijah e Dom in suo soccorso. La terza era di Edith.

Oh cazzo!”

Buonasera!” esclamò sarcastica Samantha.

Non ce l'ho con te. È che mi ha chiamato Edith e a quell'ora doveva essere a casa del suo ragazzo. Non è normale, non trovi?”

Ah!” ribatté Sammy “Edith? Ma non è che c'è qualche cosa di più e che non me lo vuoi dire, Orlie!”

Orlando sospirò e rispose:

Edith è un'amica niente di più. E per quello che so, conoscendo il suo ragazzo, credo che sia in qualche guaio... Quindi, smettila di fare la gelosa, Samantha Bloom e lascia che tuo fratello chiami...”

Non fece in tempo a dire chi doveva chiamare che il citofono squillò:

Chi è a quest'ora?”chiese Sammy.

Orlando sospirò e disse:

Sam, ci sentiamo. Non credo che sia nessuno che mi vuole uccidere. Toby, il portiere non lo farebbe passare a costo della sua stessa vita...”

Ok!” rispose la sorella aggiungendo poi: “E se è Edith.. Pensa a quello che fai. Mi sembrate un po' troppo intimi di questi tempi...”

Saam!” esclamò Orlando infastidito.

Come non detto! Ciao Ob” scherzò la ragazza.

Orlando chiuse il telefono e il citofono suonò ancora. Andò ad aprire e sentì la voce di Toby, dire:

Mr Bloom. C'è qua una signorina che dice di essere sua amica... Si chiama Norton. Edith Norton...”

Falla salire. È una mia amica per davvero!” sorrise Orlando che, chiudendo il citofono, aprì la porta e si poggiò sullo stipite aspettando che Edith arrivasse.



Nell'ascensore quasi stentò a riconoscersi. Quella ragazza con gli occhi gonfi e i capelli resi crespi dalla pioggia non poteva essere la stessa Edith Norton che, impeccabile, sgambettava tra le scrivanie dell'open space della redazione di Vanity, suscitando le invidie delle donne e non solo.

Quella serata era stata davvero pesante per lei. Cercò di togliere un po' di mascara colato da sotto gli occhi con un dito, ma, fissandosi nello specchio si sentì vuota, persa e scoppio di nuovo a piangere. Sentì lo scampanellio che annunciava l'arrivo al piano dell'ascensore. A testa china scossa dai singhiozzi seguì la strada che la conduceva all'appartamento di Orlando. E solo quando fu vicino, sollevò la testa e lo vide.

Scoppiando in un pianto convulso si buttò tra le braccia del ragazzo che l'accolse accarezzando i capelli biondo scuro.

Che è successo?” chiese sconvolto nel vedere Edith in quelle condizioni.

Edith si aggrappò ancora di più a lui e disse:

Non ci credo! È stato lui.. Ha fatto tutto lui. È tutta colpa sua Orlando. Tutta colpa sua se stiamo così”

Orlando non capiva ma stringendo Edith, l'accompagnò all'interno dell'appartamento, dove, stretta a lui, Edith lo implorò:

Fammi stare qua stasera Orlando, non mi lasciare!”

Non ti lascio!” disse Orlando baciandole la testa. “Non ti lascio!”



Cosa!”

Orlando gridò, poi, guardando verso Edith che stesa sul suo letto dormiva beata, continuò a bassa voce:

Brian ha macchinato tutta sta messinscena per vendicarsi di me e di Edith? Ma io lo uccido con le mie stesse mani!”

Lo so che fa male Orlando. Ma non è del tuo cuore ferito che stiamo parlando.” disse Rachel calma dall'altro capo del telefono. “Edith si sentirà responsabile anche lei di questa cosa. E tutte le crollerà addosso quando, appena tornerà a lavoro, scoprirà che Brian le sta facendo pagare lo scotto di questa storia. Tu sai che la famiglia Stephensons è potente. Quindi non metterti nei guai con loro. E ti chiedo un favore... Hai promesso che avresti aiutato Edith qualunque cosa fosse accaduta..”

Si. Cosa vuoi che faccia?” chiese Orlando serio.

Portala in America per un po' di tempo. Tanto devi partire a marzo, no? E allora portala con te. Tienila lontana per un po' da Londra e, appena puoi, falle cambiare numero. Chiamo io in redazione per dire al capo che non sta bene e che non può andare a lavoro in questi giorni. Tu stalle vicino Orlando. Ti prego. È importante per me sapere che gli sei vicino. Specialmente in quello che, temo, sarà il momento più ostico della sua vita..” disse Rachel.

Orlando annuì. Salutò Rachel ribadendo le sue promesse senza che lei lo chiedesse e poi guardò Edith, seduto per terra.

Non ci credeva a quello che era successo. Sentiva rabbia e dolore: la prima per Brian; la seconda per Edith.

Si sollevò e baciando una guancia ad Edith le sussurrò:

Tranquilla. Non ti lascio da sola...” e si allontanò.

Si mise nello studio dove aprì il diario che Edith gli aveva regalato. Prese una penna e sapendo di dover combattere contro il fatto di sentirsi idiota e contro la sua dislessia, scrisse:

'Venerdì 13 Gennaio 2006...

Non mi sarei mai immaginato che avrei avuto un diario alla soglia dei trent'anni. Ma ce l'ho e ho deciso che, quotidianamente ci scriverò. Lo prometto a me e a Edith, la mia migliore amica che ora dorme nel mio letto dopo aver affrontato il giorno più lungo della sua vita. E io ne so qualche cosa...'

Orlando scriveva.

Non lo trovò difficile, nonostante tutto.

Non sapeva che, dopo il suo bacio, gli occhi di Edith si erano spalancati nel buio, riempiendosi di lacrime, mentre pensava che, come Rossella O'Hara il giorno prima in 'Via Col Vento' piangeva disperandosi per l'addio di Rhett, lei non si sarebbe abbattuta come l'eroina del romanzo della Mitchell. Anzi. Avrebbe combattuto.

Da domani però. Perché, dopotutto, domani è un altro giorno.


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Orlando Bloom / Vai alla pagina dell'autore: NiNieL82