Il viaggio di ritorno fu tranquillo.
Diana si interrogava su cosa fare appena rientrata a casa:
non capitava tutti i giorni di fidanzarsi!
La ragazza era molto contenta, ma allo stesso tempo
spaventata.
Chissà come reagiranno i miei genitori pensava
la ragazza, un pochino triste mentre vedeva avvicinarsi sempre di più il paese.
Fred aveva intuito che qualcosa tormentava la sua amata, ma
non osava parlare: doveva essere lei a confidarsi con lui.
Il ragazzo stava combattendo una dura battaglia contro se
stesso, da un lato voleva che Diana si confidasse, mentre dall’altra non voleva
forzarla.
Voleva che sapesse che lui ci sarebbe sempre stato per lei.
Sei rintocchi non troppo lontani informarono i viaggiatori
che Avonlea era sempre più vicina.
“Fred… ecco io…” disse Diana titubante abbassando lo
sguardo.
Fred la osservò senza parlare, in attesa che continuasse.
Che si sia pentita del nostro fidanzamento? Ieri
era felice… Ed anche oggi al matrimonio… pensava intanto il giovane senza
parlare.
“Ecco… io non… non so…” esitò Diana rimproverandosi per
l’eccessiva timidezza che non accennava a sparire.
Santo cielo, è il mio fidanzato! pensò
infuriata con se stessa.
“Non so come dirlo ai miei genitori!” disse d’un fiato la
ragazza rossa come un pomodoro maturo.
Nella foga di esternare quello che l’angustiava aveva
alzato un po’ troppo la voce tanto che persino Julia, che era nel carro avanti
di qualche metro, l’aveva sentita e si era voltata.
Fred ridacchiò, pensando a quanto dolce fosse Diana.
“Guarda che c’è ben poco da ridere!” borbottò offesa la
ragazza, intenta a lisciare una piega inesistente dell’abito da viaggio.
“Scusami…” disse il ragazzo cercando di ricomporsi “E’ che
tu non hai mezze misure: o sussurri o urli…” disse prima di scoppiare
nuovamente a ridere.
“Non è vero…” disse imbronciata Diana.
“Allora questo è un trattamento speciale che riservi solo a
me? Solo per sapere…” disse il ragazzo guardando di sottecchi la fanciulla
sempre più imbronciata.
“Non è colpa mia se mi fai quest’effetto…” borbottò
contrita, arrossendo poco dopo rendendosi conto di quanto detto.
“Beh… Viva la sincerità… Deduco sia un miglioramento… Prima
scappavi…” disse il ragazzo fingendosi meditabondo.
“Sei impossibile!” disse voltando la testa dall’altra parte
ed incrociando le braccia sul petto, chiaro segno che era non avrebbe raccolto
ulteriori provocazioni.
Peccato che non avesse fatto i conti con la strada
sconnessa che stavano percorrendo.
Bastò una buca a spingere l’arrabbiata Diana tra le forti
braccia di Fred che, fingendo indifferenza, l’abbracciò felice di quel
contatto.
“Veramente quando si è arrabbiati non ci si avvicina alla
persona impossibile ” disse continuando ad abbracciarla.
“Non è colpa mia se la strada e sconnessa!” disse senza
allontanarsi dalle calde braccia di lui.
“Già… Vedo la sofferenza che questo contatto forzato ti sta
provocando…” disse prima di scoppiare in una calda risata.
“Sei impossibile…” disse solo prima di ridere anche lei.
“Comunque stasera potrei chiederlo io ufficialmente ai tuoi
genitori…” disse Fred poco dopo, quando entrambi smisero di ridere.
“Grazie” disse semplicemente Diana scoccandogli un bacio
sulla guancia.
Fred fu felice, ma preferì non dire nulla, sapeva che Diana
era timida e non voleva rischiare di farla tornare nel suo guscio.
Certo che quando ci siamo conosciuti… aveva ben
poco di timido... pensò il ragazzo
sbirciandola di sottecchi.
Erano finalmente arrivati ad Avonlea.
Arrivarono uniti al bivio: la famiglia Wright proseguì poi
a sinistra verso la Casa sul Fiume, mentre Diana e Fred proseguirono verso
destra, diretti alla dimora di quest’ultima.
Diana ad ogni metro si faceva pensierosa.
Fred vide l’altalena di emozioni negli occhi della ragazza
e, come aveva fatto lei poco prima, le dette un bacio sulla guancia.
Diana a quel contatto sembrò tornare in sé e gli sorrise
dolcemente.
Il resto del tragitto proseguì in silenzio ma in assoluta
serenità.
Dopo una qualche minuto arrivarono di fronte a casa Barry.
Diana respirò profondamente e lentamente si alzò dal
calesse.
Fred la osservava. E’
incredibile! Quando ci siamo conosciuti era così agguerrita… Mentre ora sembra
così indifesa… E pensare che deve solo parlare con i suoi genitori… O meglio…
Io devo parlare con i suoi genitori… Ma lo faccio volentieri… tutto per te, mia
dolce Diana.
E pensare che quando i miei genitori hanno
deciso di trasferirsi ad Avonlea… beh non ne ero affatto entusiasta… Mi sono
dovuto ricredere molto in fretta… Specie dopo averti conosciuto… sembra passato
tantissimo tempo, invece…
Fred scese dal calesse e tirò giù il bagaglio di Diana.
Si avvicinarono alla porta lentamente, quasi a voler
ritardare il momento fatidico.
“Diana… Fred… Siete rientrati presto…” disse il signor
Barry arrivando alle spalle dei due.
Diana non riuscì ad impedirsi di sussultare.
“Papà!” disse solo la ragazza guardando il padre.
“Signor Barry… Già… il matrimonio è finito pesto, e poi
avevamo già preparato i bagagli…” disse Fred affabilmente.
“Entrate, non state fuori o vi ammalerete…” disse facendoli
entrare in casa.
“Diana! Fred! Siete rientrati! Com’è andato il matrimonio?”
chiese la signora Barry.
“Mamma! Il matrimonio è andato bene e la sposa era
bellissima!” disse Diana d’un fiato.
“Accomodati Fred…” disse il signor Barry, indicando la
poltrona accanto al ragazzo.
“Grazie” disse l’interpellato sedendosi.
Diana gli si avvicinò. Dopotutto lui si era offerto di
aiutarla e lei voleva dargli supporto.
“Signor Barry… Signora Barry… vorrei parlarvi…” disse il
ragazzo con tono di voce normale.
I due coniugi si guardarono e si sedettero di fronte al giovane.
“Parla pure…” disse il Signor Barry attendendo il seguito.
“So che non è da molto che conosco vostra figlia… e so che
voi non conoscete me da molto tempo… ma vi posso assicurare che mi sono
innamorato di vostra figlia fin dalla prima volta che l’ho vista…” disse il
giovane guardando i coniugi Wright.
“Anch’io lo amo…” disse Diana, arrossendo quando tre paia
d’occhi la guardarono curiosi.
“Vorrei chiedervi ufficialmente il permesso di poter
frequentare vostra figlia Diana” terminò il ragazzo.
“Cosa ci state chiedendo?” finse di non capire il signor
Barry, guardando entrambi.
“Le sto chiedendo il permesso di potermi considerare il
fidanzato di sua figlia Diana…” disse il ragazzo deciso.
“Diciamo che non pensavo a te come possibile fidanzato di
mia figlia…” iniziò il signor Barry guardando entrambi “Ma voglio vedere mia
figlia felice… E se tu rappresenti quella felicità… Beh… Benvenuto in casa
Barry figliolo!” terminò sorridendo l’uomo.
“E’ sì?…” chiese titubante il giovane.
“Sì Fred, è sì…” disse la signora Barry guardando i due
ragazzi.
“Grazie papà, grazie mamma!” disse la ragazza abbracciando
Fred.
“Devono essere proprio innamorati… Diana ringrazia noi ma
abbraccia lui…” disse il signor Barry un po’ geloso del fidanzato della figlia.
“I figli crescono… Pensa che diciassette anni fa eravamo
come loro…” disse sognante la signora Barry abbracciando il marito.
“Ti fermi a cena Fred?” chiese il signor Barry.
“Non posso… Anche se mi piacerebbe molto… Magari un’altra
volta, ora devo proprio andare. Arrivederci signor Barry, signora Barry” disse
il giovane.
“Ti accompagno…” disse Diana accompagnando il ragazzo fuori
dalla porta.
“Che si sia già dimenticato la strada?” chiese il marito
rivolto alla consorte che già scuoteva mestamente la testa.
“E’ giusto che sia così…” disse solo prima di andare in
cucina a terminare la preparazione della cena.
Diana rientrò con gli occhi scintillanti come stelle.
“Diana… Vai a prendere Minnie May da zia Atossa?” chiese la signora Barry alla figlia.
“Sì mamma…” disse la ragazza sognante tornando ad uscire…
“Il cappotto…” disse al nulla la signora Barry “speriamo
che torni presto con i piedi per terra…” disse solo la donna.
Diana era arrivata da zia Atossa, felice come non mai.
Mi
sono fatta tanti problemi con i miei genitori… Invece loro hanno preso la
notizia meglio di quanto pensassi… Sono così felice! Tutto è andato per il
meglio. Mio Dio, fa freddo però… Oh santo cielo! Ho dimenticato il cappotto a
casa! Che sbadata… Cerchiamo di fare in fretta, così ho la scusa per non fermarmi
molto.
Felice la ragazza bussò alla porta della poco simpatica zia
Atossa.
“Permesso…” disse entrando nel salotto dove c’era zia
Atossa seduta su una poltrona di un orribile color ocra.
“Buonasera Diana… Sei passata a prendere Minnie May?”
chiese con tono acido la matrona indicando la bambina già infagottata nel suo
cappottino rosso pronta per andarsene.
“Buonasera zia Atossa. Esatto, la mamma mi ha mandato a
prenderla…” disse Diana compita.
Minnie May si alzò pronta e si avvicinò alla sorella.
“Ho saputo che sei stata al matrimonio Wright…” disse la
vecchietta poco propensa a lasciarsi sfuggire la nipote.
“E’ vero, sono tornata una mezz’oretta fa…” disse Diana non
capendo dove l’anziana matrona volesse andare a parare.
“Ti sei divertita?” indagò l’anziana con malcelato
disprezzo.
“Molto… Ma non capisco…?” chiese Diana confusa.
“Diciamo che ho saputo… da fonti attendibili bada… Che hai
dato scandalo” disse soddisfatta la donnina.
“Non mi pare zia Atossa…” disse Diana cercando di non
perdere il controllo.
“Hai offeso la povera Janet… Che male ti aveva fatto quella
povera ragazza! E non contenta le hai pure rovinato il vestito! L’hai
allontanata dal suo fidanzato e, come se non bastasse, le hai rubato il
ragazzo… Sei uguale a tua madre!” disse la vecchietta faticando a trattenere la
cattiveria che pareva voler uscire da ogni suo poro.
“Non è vero! Il vestito non gliel’ho rovinato io… E’ stato
un incidente! Fred non è il suo fidanzato! Ti hanno mentito!” disse Diana
cercando di perorare la sua causa.
“Oseresti dire che Mary Thompson mente?! Lei è una timorata
di Dio! Non sa che cosa sia la menzogna! Sei una serpe! Vergognati! E non
tornare più qua fino a che non sarai pronta a chiedere scusa alla cara Janet!”
disse con odio la vecchietta.
Diana, con gli occhi colmi di lacrime, afferrò la mano
della sorellina ed uscì di corsa dalla casa.
Le hanno mentito!
Perché non vuole credermi?! Io sono sua nipote! E come se non bastasse lo dirà
a mio padre… Ed io non potrò più vedere Fred! pensò la
ragazza in lacrime.
“Buonasera Diana… Ci rivediamo…” disse Janet con un sorriso
cattivo sul viso.
“Janet? Cosa ci fai tu qui?” chiese Diana attonita.
“Beh… hai vinto una battaglia… non la guerra… Te l’avevo
detto che Fred sarebbe stato mio e così sarà…” disse Janet.
“Ah… mi stavo dimenticando… Tua zia è stata tanto gentile
da ospitarmi… Sai… la città mormora ed io ho convinto la mia adorata nonnina a
mandarmi in campagna per un po’… Ci vediamo in giro Diana…” terminò Janet
allontanandosi ridendo felice.
Perché non posso
essere felice? si chiese la ragazza con gli occhi lucidi.
Buonasera
a tutti! Vi sono mancata? Ok, non voglio sentire la risposta… Eccomi qua con un
nuovo capitolo della mia storia. Mi scuso per il ritardo, ma ero un po’ in
crisi con la storia ed ho impiegato un po’ a tornare in carreggiata.
Ringraziamenti:
Nisicorvonero: ciao Mitica! Grazie per le
tue recensioni, presenti sempre in ogni capitolo, mi riempiono di gioia. Ecco
qua il nuovo capitolo, come avevo detto nel precedente, Janet era in teoria
fuori gioco, ma i giochi possono sempre riaprirsi… Sono malata… di testa, lo
so, ma che ci posso fare?
Grazie
a tutti quelli che leggono ma che non recensiscono.
Ciao!!
Kirby, alias Luana80