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Autore: Kirby    12/10/2005    1 recensioni
Com'è nata la storia d'amore tra Diana Barry e Fred Wright? Com'è andata avanti la vita per Diana dopo che Anna è andata all'accademia? Leggete e lo saprete. Grazie a chi legge.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Arrivarono alla Casa sul fiume dove trovarono i coniugi Wright, Katherine e Julia sul piazzale antistante la casa con i bagagl

Il viaggio di ritorno fu tranquillo.

Diana si interrogava su cosa fare appena rientrata a casa: non capitava tutti i giorni di fidanzarsi!

La ragazza era molto contenta, ma allo stesso tempo spaventata.

Chissà come reagiranno i miei genitori pensava la ragazza, un pochino triste mentre vedeva avvicinarsi sempre di più il paese.

Fred aveva intuito che qualcosa tormentava la sua amata, ma non osava parlare: doveva essere lei a confidarsi con lui.

Il ragazzo stava combattendo una dura battaglia contro se stesso, da un lato voleva che Diana si confidasse, mentre dall’altra non voleva forzarla.

Voleva che sapesse che lui ci sarebbe sempre stato per lei.

Sei rintocchi non troppo lontani informarono i viaggiatori che Avonlea era sempre più vicina.

“Fred… ecco io…” disse Diana titubante abbassando lo sguardo.

Fred la osservò senza parlare, in attesa che continuasse.

Che si sia pentita del nostro fidanzamento? Ieri era felice… Ed anche oggi al matrimonio… pensava intanto il giovane senza parlare.

“Ecco… io non… non so…” esitò Diana rimproverandosi per l’eccessiva timidezza che non accennava a sparire.

Santo cielo, è il mio fidanzato! pensò infuriata con se stessa.

“Non so come dirlo ai miei genitori!” disse d’un fiato la ragazza rossa come un pomodoro maturo.

Nella foga di esternare quello che l’angustiava aveva alzato un po’ troppo la voce tanto che persino Julia, che era nel carro avanti di qualche metro, l’aveva sentita e si era voltata.

Fred ridacchiò, pensando a quanto dolce fosse Diana.

“Guarda che c’è ben poco da ridere!” borbottò offesa la ragazza, intenta a lisciare una piega inesistente dell’abito da viaggio.

“Scusami…” disse il ragazzo cercando di ricomporsi “E’ che tu non hai mezze misure: o sussurri o urli…” disse prima di scoppiare nuovamente a ridere.

“Non è vero…” disse imbronciata Diana.

“Allora questo è un trattamento speciale che riservi solo a me? Solo per sapere…” disse il ragazzo guardando di sottecchi la fanciulla sempre più imbronciata.

“Non è colpa mia se mi fai quest’effetto…” borbottò contrita, arrossendo poco dopo rendendosi conto di quanto detto.

“Beh… Viva la sincerità… Deduco sia un miglioramento… Prima scappavi…” disse il ragazzo fingendosi meditabondo.

“Sei impossibile!” disse voltando la testa dall’altra parte ed incrociando le braccia sul petto, chiaro segno che era non avrebbe raccolto ulteriori provocazioni.

Peccato che non avesse fatto i conti con la strada sconnessa che stavano percorrendo.

Bastò una buca a spingere l’arrabbiata Diana tra le forti braccia di Fred che, fingendo indifferenza, l’abbracciò felice di quel contatto.

“Veramente quando si è arrabbiati non ci si avvicina alla persona impossibile ” disse continuando ad abbracciarla.

“Non è colpa mia se la strada e sconnessa!” disse senza allontanarsi dalle calde braccia di lui.

“Già… Vedo la sofferenza che questo contatto forzato ti sta provocando…” disse prima di scoppiare in una calda risata.

“Sei impossibile…” disse solo prima di ridere anche lei.

“Comunque stasera potrei chiederlo io ufficialmente ai tuoi genitori…” disse Fred poco dopo, quando entrambi smisero di ridere.

“Grazie” disse semplicemente Diana scoccandogli un bacio sulla guancia.

Fred fu felice, ma preferì non dire nulla, sapeva che Diana era timida e non voleva rischiare di farla tornare nel suo guscio.

Certo che quando ci siamo conosciuti… aveva ben poco di timido... pensò il ragazzo sbirciandola di sottecchi.

 

Erano finalmente arrivati ad Avonlea.

Arrivarono uniti al bivio: la famiglia Wright proseguì poi a sinistra verso la Casa sul Fiume, mentre Diana e Fred proseguirono verso destra, diretti alla dimora di quest’ultima.

Diana ad ogni metro si faceva pensierosa.

Fred vide l’altalena di emozioni negli occhi della ragazza e, come aveva fatto lei poco prima, le dette un bacio sulla guancia.

Diana a quel contatto sembrò tornare in sé e gli sorrise dolcemente.

Il resto del tragitto proseguì in silenzio ma in assoluta serenità.

 

Dopo una qualche minuto arrivarono di fronte a casa Barry.

Diana respirò profondamente e lentamente si alzò dal calesse.

Fred la osservava. E’ incredibile! Quando ci siamo conosciuti era così agguerrita… Mentre ora sembra così indifesa… E pensare che deve solo parlare con i suoi genitori… O meglio… Io devo parlare con i suoi genitori… Ma lo faccio volentieri… tutto per te, mia dolce Diana.

E pensare che quando i miei genitori hanno deciso di trasferirsi ad Avonlea… beh non ne ero affatto entusiasta… Mi sono dovuto ricredere molto in fretta… Specie dopo averti conosciuto… sembra passato tantissimo tempo, invece…

Fred scese dal calesse e tirò giù il bagaglio di Diana.

Si avvicinarono alla porta lentamente, quasi a voler ritardare il momento fatidico.

“Diana… Fred… Siete rientrati presto…” disse il signor Barry arrivando alle spalle dei due.

Diana non riuscì ad impedirsi di sussultare.

“Papà!” disse solo la ragazza guardando il padre.

“Signor Barry… Già… il matrimonio è finito pesto, e poi avevamo già preparato i bagagli…” disse Fred affabilmente.

“Entrate, non state fuori o vi ammalerete…” disse facendoli entrare in casa.

“Diana! Fred! Siete rientrati! Com’è andato il matrimonio?” chiese la signora Barry.

“Mamma! Il matrimonio è andato bene e la sposa era bellissima!” disse Diana d’un fiato.

“Accomodati Fred…” disse il signor Barry, indicando la poltrona accanto al ragazzo.

“Grazie” disse l’interpellato sedendosi.

Diana gli si avvicinò. Dopotutto lui si era offerto di aiutarla e lei voleva dargli supporto.

“Signor Barry… Signora Barry… vorrei parlarvi…” disse il ragazzo con tono di voce normale.

I due coniugi si guardarono e si sedettero di fronte al giovane.

“Parla pure…” disse il Signor Barry attendendo il seguito.

“So che non è da molto che conosco vostra figlia… e so che voi non conoscete me da molto tempo… ma vi posso assicurare che mi sono innamorato di vostra figlia fin dalla prima volta che l’ho vista…” disse il giovane guardando i coniugi Wright.

“Anch’io lo amo…” disse Diana, arrossendo quando tre paia d’occhi la guardarono curiosi.

“Vorrei chiedervi ufficialmente il permesso di poter frequentare vostra figlia Diana” terminò il ragazzo.

“Cosa ci state chiedendo?” finse di non capire il signor Barry, guardando entrambi.

“Le sto chiedendo il permesso di potermi considerare il fidanzato di sua figlia Diana…” disse il ragazzo deciso.

“Diciamo che non pensavo a te come possibile fidanzato di mia figlia…” iniziò il signor Barry guardando entrambi “Ma voglio vedere mia figlia felice… E se tu rappresenti quella felicità… Beh… Benvenuto in casa Barry figliolo!” terminò sorridendo l’uomo.

“E’ sì?…” chiese titubante il giovane.

“Sì Fred, è sì…” disse la signora Barry guardando i due ragazzi.

“Grazie papà, grazie mamma!” disse la ragazza abbracciando Fred.

“Devono essere proprio innamorati… Diana ringrazia noi ma abbraccia lui…” disse il signor Barry un po’ geloso del fidanzato della figlia.

“I figli crescono… Pensa che diciassette anni fa eravamo come loro…” disse sognante la signora Barry abbracciando il marito.

“Ti fermi a cena Fred?” chiese il signor Barry.

“Non posso… Anche se mi piacerebbe molto… Magari un’altra volta, ora devo proprio andare. Arrivederci signor Barry, signora Barry” disse il giovane.

“Ti accompagno…” disse Diana accompagnando il ragazzo fuori dalla porta.

“Che si sia già dimenticato la strada?” chiese il marito rivolto alla consorte che già scuoteva mestamente la testa.

“E’ giusto che sia così…” disse solo prima di andare in cucina a terminare la preparazione della cena.

 

Diana rientrò con gli occhi scintillanti come stelle.

“Diana… Vai a prendere Minnie May da zia Atossa?” chiese la signora Barry alla figlia.

“Sì mamma…” disse la ragazza sognante tornando ad uscire…

“Il cappotto…” disse al nulla la signora Barry “speriamo che torni presto con i piedi per terra…” disse solo la donna.

 

Diana era arrivata da zia Atossa, felice come non mai.

Mi sono fatta tanti problemi con i miei genitori… Invece loro hanno preso la notizia meglio di quanto pensassi… Sono così felice! Tutto è andato per il meglio. Mio Dio, fa freddo però… Oh santo cielo! Ho dimenticato il cappotto a casa! Che sbadata… Cerchiamo di fare in fretta, così ho la scusa per non fermarmi molto.

Felice la ragazza bussò alla porta della poco simpatica zia Atossa.

“Permesso…” disse entrando nel salotto dove c’era zia Atossa seduta su una poltrona di un orribile color ocra.

“Buonasera Diana… Sei passata a prendere Minnie May?” chiese con tono acido la matrona indicando la bambina già infagottata nel suo cappottino rosso pronta per andarsene.

“Buonasera zia Atossa. Esatto, la mamma mi ha mandato a prenderla…” disse Diana compita.

Minnie May si alzò pronta e si avvicinò alla sorella.

“Ho saputo che sei stata al matrimonio Wright…” disse la vecchietta poco propensa a lasciarsi sfuggire la nipote.

“E’ vero, sono tornata una mezz’oretta fa…” disse Diana non capendo dove l’anziana matrona volesse andare a parare.

“Ti sei divertita?” indagò l’anziana con malcelato disprezzo.

“Molto… Ma non capisco…?” chiese Diana confusa.

“Diciamo che ho saputo… da fonti attendibili bada… Che hai dato scandalo” disse soddisfatta la donnina.

“Non mi pare zia Atossa…” disse Diana cercando di non perdere il controllo.

“Hai offeso la povera Janet… Che male ti aveva fatto quella povera ragazza! E non contenta le hai pure rovinato il vestito! L’hai allontanata dal suo fidanzato e, come se non bastasse, le hai rubato il ragazzo… Sei uguale a tua madre!” disse la vecchietta faticando a trattenere la cattiveria che pareva voler uscire da ogni suo poro.

“Non è vero! Il vestito non gliel’ho rovinato io… E’ stato un incidente! Fred non è il suo fidanzato! Ti hanno mentito!” disse Diana cercando di perorare la sua causa.

“Oseresti dire che Mary Thompson mente?! Lei è una timorata di Dio! Non sa che cosa sia la menzogna! Sei una serpe! Vergognati! E non tornare più qua fino a che non sarai pronta a chiedere scusa alla cara Janet!” disse con odio la vecchietta.

Diana, con gli occhi colmi di lacrime, afferrò la mano della sorellina ed uscì di corsa dalla casa.

Le hanno mentito! Perché non vuole credermi?! Io sono sua nipote! E come se non bastasse lo dirà a mio padre… Ed io non potrò più vedere Fred! pensò la ragazza in lacrime.

“Buonasera Diana… Ci rivediamo…” disse Janet con un sorriso cattivo sul viso.

“Janet? Cosa ci fai tu qui?” chiese Diana attonita.

“Beh… hai vinto una battaglia… non la guerra… Te l’avevo detto che Fred sarebbe stato mio e così sarà…” disse Janet.

“Ah… mi stavo dimenticando… Tua zia è stata tanto gentile da ospitarmi… Sai… la città mormora ed io ho convinto la mia adorata nonnina a mandarmi in campagna per un po’… Ci vediamo in giro Diana…” terminò Janet allontanandosi ridendo felice.

Perché non posso essere felice? si chiese la ragazza con gli occhi lucidi.

 

Buonasera a tutti! Vi sono mancata? Ok, non voglio sentire la risposta… Eccomi qua con un nuovo capitolo della mia storia. Mi scuso per il ritardo, ma ero un po’ in crisi con la storia ed ho impiegato un po’ a tornare in carreggiata.

Ringraziamenti:

Nisicorvonero: ciao Mitica! Grazie per le tue recensioni, presenti sempre in ogni capitolo, mi riempiono di gioia. Ecco qua il nuovo capitolo, come avevo detto nel precedente, Janet era in teoria fuori gioco, ma i giochi possono sempre riaprirsi… Sono malata… di testa, lo so, ma che ci posso fare?

Grazie a tutti quelli che leggono ma che non recensiscono.

Ciao!! Kirby, alias Luana80

 

  
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