Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: sHiN 91    15/08/2010    2 recensioni
Premessa: questa FF è stata scritta dopo aver visto questo video: ~Izawa Genzo~ Unfamiliar (da youtube). Mamoru Izawa (che chiamerò Paul Diamond, per semplicità ;) ) è il mio personaggio preferito di Capitan Tsubasa (Holly e Benji). Ho una grande passione per il calcio, infatti gioco in una femminile (lascio a voi indovinare che numero porto  ). La FF avrà diversi personaggi sconosciuti e ci saranno anche tanti personaggi del manga/anime. Il personaggio di Aki è una sorta di mio avatar. E’ la prima FF che scrivo (anche se in realtà ne scrissi una su Pirati dei Caraibi ma non sono mai riuscita a completarla!!!), abbiate pietà! Spero in tanti vostri commenti!!!
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru Izawa/Paul Diamond
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Questo è l'ultimo capitolo prima delle mie vacanze ^_^ quindi passerà un pò di tempo prima che ne posti un altro!!!

Ho cercato di migliorare la qualità della scrittura, seguendo i consigli di Kiku77 e di FlaR... spero ci siano miglioramenti!

Non è un capitolo dove avvengono molte cose.... ma spero vi piaccia!

Vi lascio ricordandovi di commentare (please!!! ;) ) e augurandovi buona lettura!

A presto con un nuovo chap ^_^




Il mattino seguente il sole dei giorni prima venne soppiantato da un grande vento e da una pioggerellina autunnale,  nonostante fosse ancora presto per l’autunno.

Dopo la consueta colazione a base di pan carrè e marmellata, Aki uscì di casa, armata di felpona con cappuccio e di ombrello.

La temperatura era abbastanza bassa per la stagione, ma con la felpa della converse indosso anche quel piccolo disturbo era sopportabile.

Quella mattina, nel vialetto di casa non trovò Eiko. Era forse malata?

Aki si ricordò cosi di accendere il cellulare, e non appena lo fece ecco il trillo di un sms.

-Aki, oggi non vengo a scuola. Stanotte sono stata male e preferisco riposarmi un po’. Se ti va passa da me dopo scuola cosi mi passi appunti e compiti, e parliamo di ieri sera! Bacio.-

“La furbata di ieri sera ti si è ritorta contro, eh!?” pensò sogghignando la ragazza.

In fondo, però, era stata piacevole la passeggiata con Paul.

“Speriamo che anche a Paul non sia venuto un accidenti, ieri sera faceva freddo, e lui aveva solo una camicia indosso…” pensò tra di sé.

Camminando verso la scuola Aki ebbe modo di imprecare contro alcuni automobilisti spericolati che le schizzarono addosso l’acqua delle pozzanghere.

Giunta a scuola, il cortile era semi deserto: erano tutti rintanati vicino all’ingresso della scuola, al coperto.

In giro non c’era l’ombra di Paul, ma Aki vide passare Charlie Custer e decise così di provare a chiedere a lui se sapeva dov’era. “Infondo, sono compagni di squadra” pensò tra di sé, sorridendo.

Avvicinò il ragazzo.

-Charlie!- gridò.

Custer si voltò.

-Ciao, tu sei Aki vero?- chiese in tono allegro.

-Si, sono io- rispose con un sorrisetto misero. –Ascolta, scusa se ti disturbo, ma sai per caso dov’è Paul?- riprese in mano la conversazione.

Charlie parve sorpreso, ma rispose subito.

-Veramente no,  stamattina non l’ho visto a scuola.-allargò le braccia con espressione  colpevole.

“cavoli, vuoi vedere che gli ho fatto prendere un accidenti?”

-grazie lo stesso dell’aiuto- congedò quindi il ragazzo.

La campanella non tardò a suonare, come ogni mattina.

Anche in corridoio di Paul Diamond non vi era traccia.

Iniziarono così le lezioni, e quella mattina per via della pioggia e forse per colpa anche della matematica passò incredibilmente lenta.

Dopo la campanella delle 12.55, che sanciva il termine delle lezioni, tutti si affrettarono ad uscire dalla scuola, con aria triste: quel tempaccio, che nel frattempo era peggiorato in un vero e proprio acquazzone, non lasciava speranze per il pomeriggio.

Aki guardò dalla finestra della cucina di casa sua e pensò anche lei al pomeriggio.

“Se continua così l’allenamento salterà” pensò, mentre una smorfia di tristezza comparve sul suo viso.

Dopo pranzo prese gli appunti del mattino e li infilò in una borsa di plastica. Prese anche il borsone da calcio, in cui aveva messo anche il kway per la pioggia della squadra e la felpa di Paul, nella speranza di incontrare il ragazzo agli allenamenti.

Uscì di casa e percorse il vialetto fino ad arrivare a casa di Eiko.

Suonò, ed alla porta di affacciò la madre, la signora Takabanama.

-Oh, ciao Aki, prego entra pure- la invitò ad entrare calorosamente.

-che tempaccio oggi eh? Eiko è in camera sua…- indicò le scale.

Aki le salì, dopo di che percorse il corridoio e bussò alla porta della camera di Eiko.

-Entra!- una voce gracchiante la invitò.

Eiko era distesa a letto ed indossava il pigiama. Aveva pessima cera: era pallida ed aveva delle grosse borse sotto gli occhi.

-ciao…- salutò Aki.

Eiko sorrise, e poi tossì sonoramente.

Aki estrasse gli appunti dalla borsa di plastica in cui li aveva riposti e li posò sulla scrivania.

-Grazie- ringraziò Eiko. –allora, com’è andata oggi? E soprattutto,  ieri sera?  Voglio un resoconto dettagliato!- disse, tra un tossicchio e l’altro.

Aki esitò, ma poi parlò.

-Beh, ieri sera Paul mi ha accompagnato a casa, e nel percorso verso casa abbiamo chiacchierato un po’. Solo che poi lui mi ha prestato la felpa perché avevo freddo ed io mi sono dimenticata di restituirgliela una volta giunti a casa!-

Eiko aveva un’aria soddisfatta.

-e oggi a scuola? Ti ha salutata? Avete parlato?- chiese, avida di sapere.

Ad Aki pareva di vedere una di quelle vecchiette dedite ai pettegolezzi, curiose fino alla morte.

-beh… veramente oggi a scuola non c’era. Speravo di potergli restituire la felpa oggi all’allenamento, ma non so ne se si fa per via del tempo e soprattutto non so se lui ci sarà!-

Eiko spalancò la bocca.

-qui c’è un lavoro per Eiko Moriyama!- esclamò.

Prese il cellulare e digitò qualche tasto, ma Aki non riuscì a capire cosa stesse facendo.

-Eiko, cosa diavolo….- disse,  ma la ragazza la zittì.

-ciao Johnny, si sono Eiko, ascolta ho un favore da chiederti….- disse al telefono.

-mi potresti per caso inviare il numero di Paul?- Aki sbiancò.

-ma che cavolo stai facendo? – sibilò, ma anche stavolta fu zittita.

Eiko salutò e ringraziò al telefono e terminò la chiamata.

Aki la fulminò.

-ebbene?- chiese,  imbronciata.

Eiko la guardò con un ghigno maligno.

Il cellulare trillò.

-Aki Ross, ho il piacere di consegnarti il numero di telefono di Paul Diamond!- esclamò, mentre la sua voce ebbe un calo di intensità per via di uno starnutò.

Aki rimase immobile mentre leggeva il numero sul display del telefono.

-ma cosa dovrei farmene?- chiese, esasperata.

Eiko la guardò allibita.

-ma come “cosa dovrei farmene”? Ma è ovvio! Adesso tu mandi un messaggio al signor Diamond, e gli chiedi come mai non è venuto a scuola!-

Aki era decisamente shockata.

-ma sei scema?!- esclamò, tirandole un cuscino addosso.

-no, sono geniale!- ridacchiò Eiko, rispedendo il cuscino al mittente, e tossendo sonoramente.

Aki prese in mano il telefono.

“In fondo cos’è un messaggio? Gli direi della felpa, niente più…”

Iniziò a scrivere, mentre Eiko guardava soddisfatta la scena.

“ciaò Paul, sono Aki…. Volevo dirti che ieri sera mi sono dimenticata di restituirti la felpa e che mi dispiace… oggi a scuola l’ho portata per ridartela ma non c’eri… tutto bene? ….”

Terminò la scrittura. Lesse e rilesse decine di volte, insicura sul da farsi.

Eiko, con uno scatto felino, prese il cellulare e lesse il messaggio.

-un po’ spartano ma può andare.-

Clik!

Aki si avventò sull’amica.

-cosa fai! No! Ferma!- ma fu troppo tardi. Il messaggio era gia stato spedito.

Aki sentiva in se istinti omicidi misti ad un imbarazzo di dimensioni bibliche.

Rimase immobile ad osservare lo schermo del telefono.

Eiko smorzò il silenzio.

-Beh, allora oggi vai ad allenarti lo stesso con questo tempaccio?- chiese indicando la finestra. Fuori continuava  a diluviare.

-Non lo so,  avevo intenzione di mandare un messaggio a Tai per chiederglielo ma poi mi sono dimenticata.- ammise la ragazza.

Prese il telefono in mano e digitò un messaggio.

-Speriamo risponda presto- disse.

Eiko sorrise.

-oh, sono certa che risponderà!- esclamò.

Aki la guardò e scosse la testa.

-mi riferivo a Tai…-

-oh si, certo certo….- disse Eiko con fare malizioso.

Il pomeriggio trascorse un po’ guardando la tv ed un po’ chiacchierando. Si fecero le 16, e finalmente il cellulare trillò.

“chi sarà?” continuava a ripetersi Aki.

-leggi, leggi!- la esortava l’amica.

La ragazza prese in mano il telefono  ed aprì il messaggio.

-ciao AKi, l’allenamento si fa lo stesso, il mister deve parlarci. CI vediamo alle 17 al campo!-

Era Tai.

Sul volto di Aki comparve un sorriso, mentre su quello di Eiko una smorfia di delusione.

Aki si alzò.

-Vai gia?- chiese l’amica.

Aki guardò alla finestra.

-si, vado un po’ prima, il mister ha detto che deve parlarci e poi magari in giro riesco a beccare Paul.-

Eiko sorrise.

-Ci sentiamo stasera ok? Magari passo di qui dopo l’allenamento che ne dici?- chiese AKi.

-certo! Sai che sei la benvenuta!- le due si abbracciarono.

Aki uscì dalla casa di Eiko salutando la madre della ragazza.

Si diresse verso la scuola, ed una volta arrivata notò che in giro non c’era anima viva. 

Raggiunse gli spogliatoio del campo numero 2 ed entrò.

Dentro non  c’era nessuno.

“sono un po’ in anticipo…”

Si scrollò un po’ e si tolse la giacca bagnata. Cominciò a vestirsi per l’allenamento: indossò pantaloncini, calzettoni e maglietta e infilò le scarpe.

Si recò in bagno per legare i capelli guardandosi allo specchio quando, di nuovo, una lieve fitta le attraversò il petto.

-nnn…- gemette.

Il dolore scomparve dopo pochi secondi. Aki legò i  capelli e si sedette sulla panchina dentro lo spogliatoio.

“Me ne ero dimenticata…forse è ora che ricominci a prendere le medicine…non è una cosa grave, ma quando succede ho sempre paura…”

Mentre era immersa nei suoi pensieri la porta si aprì, e Beatrice Philips entrò nello spogliatoio, seguita da Eleonoire Fellin e Masami Asai, che non appena videro Aki salutarono in coro.

Poco per volta lo spogliatoio si riempì.

Alle 17 si sentì bussare alla porta.

-posso?- la voce dell’allenatore si riconobbe da dietro la porta.

-si mister!- esclamò Tai Kerado, mentre le altre annuirono.

Il mister entrò.

-ciao ragazze. Sono felice di vedervi tutte al completo.- esordì.

-Bene, per cominciare, ho diverse cose da dirvi prima di iniziare l’allenamento.- si toccò gli occhiali che portava sul naso.

-Dunque. Per prima cosa, vi comunico che questa domenica abbiamo una partita amichevole contro la Norfolk SC, per testare le vostre capacità. In merito a questa notizia, vorrei anche comunicarvi che nell’allenamento di oggi deciderò a chi assegnare il ruolo di capitano della squadra.-

Dalle ragazze si sentì un sonoro –oooh!- .

-Come seconda notizia, ascoltatemi bene: ho bisogno che ognuna di voi mi porti il certificato medico di idoneità entro sabato. Senza di quello non potete partecipare alla partita di domenica, ne al campionato, che inizierà mercoledi prossimo.-

“certificato medico” pensò Aki. Quella parola le suscitava sempre i brividi. Certo, anche con la sua malattia poteva giocare tranquillamente, ma se intanto si fosse aggravata? Cosa sarebbe successo? Avrebbe dovuto rinunciare al suo sogno?

-Mi raccomando quindi di andare a farvelo fare e di portarmelo entro sabato. -  il mister guardò tutte le ragazze.

-bene, e ora in campo!- concluse.

  
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