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Autore: _Sarettola_    16/08/2010    0 recensioni
due bambine spedite in un collegio dall'assasino dei loro genitori; due ragazze che ora cercano la loro piccola vendetta rapinando banche... tra loro e il raggiungimento del loro scopo, i figli del multibancario della città; una soluzione per levarseli di torno? rapirli... La storia scritta a quattro mani di Samantha Evans e di Miguela DelaRoja, giovani ragazze cresciute nel selvaggio West ai tempi degli indiani...
Genere: Romantico, Commedia, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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bandidas cap 3

Bandidas

 

Il caldo afoso del pomeriggio a Palmtown era un buon pretesto per entrare in qualche locale a bere qualcosa di fresco e proprio da uno di questi che Samantha, al braccio di Georg, stava uscendo.

-ah…mi ci voleva proprio bel tè col ghiaccio!-

-Sam? Lo sai che quel coso ti ucciderà prima o poi?!- scherzò il ragazzo porgendo alla sua accompagnatrice un parasole di pizzo bianco –a lasciar fare a te ne berresti litri-

Come risposta la mora, i cui capelli quel giorno erano stati lasciati sciolti in modo da riflettere i raggi del sole, cacciò fuori la punta della lingua in una smorfia alquanto buffa.

-lo sai che non è educato fare così?- la riprese nuovamente il dottore dai capelli castani –ok, va bene… scusa- si affrettò a dire, vedendo che la ragazza già portava la mano alla tasca del vestito bianco, dove solitamente teneva un pugnale per le emergenze.

- attento señor sono una bandida- scherzò lei

- zitta!!! Vuoi farti sentire?!-

- tranquillo Georg… credi che mi prenderebbero seriamente con questi abiti?!-

Effettivamente la giovane aveva ragione; in quel momento non somigliava affatto alla bandida che qualche giorno prima aveva rapinato una delle banche dei Kaulitz: quel giorno indossava un abito di cotone bianco che, fermato in vita da una cintura di cuoio nero e turchesi, aveva la gonna a sbuffo e il corpetto leggermente rigonfio e cadente sulle spalle.

Era così diversa da quando l’aveva conosciuta anni fa, ora era cresciuta e le fattezze di una giovane donna avevano preso il posto di quelle di bambina, senza contare che anche il carattere era migliorato.

-Georg tutto bene?- chiese Samy distraendolo dai suoi pensieri

- Sam, hai riflettuto sulla mia proposta?-

Il silenzio calò tra i due che passeggiavano l’una al braccio dell’altro.

-lo prendo per un no?-

- non è questo…- iniziò la mora con voce insicura –è che, lo sai… io ho una missione da portare a termine e in quella devo metterci tutta me stessa-

- ma Samy, essere sposati non ti sarà di intralcio… ne ho parlato anche con Allison e per lei è una buona idea!-

La sua teoria effettivamente non faceva una piega, come i vari discorsi della loro tutrice: “lui è un bravo ragazzo”, “potrebbe aiutarti moltissimo”,”sarebbe capace di proteggerti e ti offre un futuro sicuro”, ma a lei queste cose non interessavano; non voleva diventare una casalinga qualsiasi con una vita monotona, lei voleva continuare a vivere un’avventura dietro a l’altra e non rimanere legata da un matrimonio con nessuno, semplicemente voleva rimanere indipendente e libere com’era adesso.

-ehi voi!- chiamò una voce non molto lontana impedendo alla ragazza di dare una risposta

- sì?- chiesero in coro i due giovani voltandosi verso chi li aveva chiamati.

Il loro sguardo si posò su un ragazzo interamente vestito di nero con un cappello da cowboy calato sugli occhi.

è davvero un tipo strano” commentò tra sé e sé Samantha mentre scrutava i capelli della figura che li aveva fermati: erano lunghi oltre le spalle neri come la pece, ma con delle strane ciocche color del grano.

-buenos dìas señor Kaulitz- salutò cortesemente Georg togliendosi il cappello in segno di rispetto; anche la mora conosceva il ragazzo, ma a prima vista non lo aveva riconosciuto: era Bill uno dei gemelli di Jürge Kaulitz, il multi bancario che aveva una villa da miliardi di pesos appena fuori le porte della città.

-buenos dìas anche a voi e alla splendida damigella che avete al braccio- rispose il ragazzo al saluto del dottore e con un colpetto delle dita scostò il cappello dallo sguardo rivelandogli occhi color del miele.

La ragazza fece un piccolo cenno col capo in segno di saluto, come si conveniva ad una ragazza della sua età… non sapeva il perché ma quel Kaulitz non le piaceva… aveva un ché di antipatico.

- posso chiederle, signorina, che ci fa’ una bella ragazza come lei fuori al caldo e al braccio di un semplice farmacista?-

Decisamente antipatico!

La mora dovette trattenersi: col caratterino che si ritrovava sarebbe di certo finita nei guai.

-la prego di avvicinarsi señorita così potrò vederla meglio-

Presa alla sprovvista Sam si voltò di scatto verso il suo accompagnatore che le fece un cenno di assenso col capo prima di lasciarla andare.

A passo incerto e lievemente in ansia la giovane salì i gradini della veranda del Saloon e si avvicinò a Bill che era appoggiato con la schiena al muro.

-eccomi señor-

- la prego, mi chiami Bill…e se non sono troppo scortese posso chiedere il vostro?-

- Samantha Evans-

A quel nome un fitta lancinante attraversò la testa del ragazzo che cercava di ricordare dove avesse già sentito quel nome; purtroppo a causa di un incidente non riusciva a ricordare molte cose della sua infanzia e ciò gli provocava dolore, ma non lo diede a vedere.

-ehm…- si schiarì la voce –lo sa che oggi la sua bellezza è mal accompagnata?- chiese indicando con cenno Georg che la aspettava in mezzo alla strada.

-vede señor, io non guardo solo la bellezza… se fosse così dovrei rifiutare molti uomini valenti e addirittura cambiare città-

- ci sarei sempre io- concluse spavaldo il moro prendendole una ciocca dei lunghi capelli e, dopo averne annusat ol’aroma di tè, baciandoli.

-credo che lei non sarebbe alla mia altezza- lo respinse gentilmente Samantha

-se però mi conoscesse meglio, credo accetterebbe…-

- il punto è señor- lo interruppe la ragazza – che i non vorrei mai conoscerla; so quel tanto che basta per non volerla accanto a me- concluse riprendersi la ciocca di capelli che era ancora in man al giovane Kaulitz

-BIIIILL!- urlò un uomo uscendo dal Saloon –andiamo-

A momenti Samy svenne: quell’uomo lo aveva già visto e la sua immagine era legata alla sera in cui perse i suoi genitori.

-arrivo padre-

- io allora vi saluto- si congedò la mora prima di fare un lieve inchino e ritornare da dottore che l’aspettava ai piedi della veranda.

-tutto bene?- chiese quest’ultimo una volta arrivata da lui.

-credo di non sentirmi troppo bene… ti spiace se torniamo allo studio?-

- certo che no- acconsentì il farmacista della città porgendole il braccio e incamminandosi verso la direzione da cui erano arrivati.

 

***

- che cosa ti ha chiesto?-

-ti ha praticamente offeso- sospirò Sam che giaceva al fianco di Georg

-non lo sopporti, vero?-

La mora preferì non rispondere, anzi si accoccolò alla meglio, poggiando la testa sul petto nudo del ragazzo e chiudendo gli occhi, stanca.

-posso sapere una cosa, Samy?- chiese lui baciandole i capelli –perchè non mi sposi? Ormai andiamo a letto da qualche settimana e...-

- zitto Liesting, non vorrai rovinare il bel momento?!- lo ammonì lei baciandogli lievemente il torace.

-almeno dimmi perchè dopo la conversazione con il giovane Kaulitz, hai voluto venire via-

Samantha sbattè qualche volta le palpebre cercando di trovare le parole giuste per spiegare il suo comportamento.

-quell’uomo, il padre dei gemelli Kaulitz, ha a che fare con quella sera, ma è tutto sfuocato e... confuso-

- tranquilla – la rassisurò Georg prondendola per i fianchi e tirandola a sè, così che i loro visi fossero alla stessa altezza – se ne parlerai con Allisono e Miguela credo che ti possano aiutare-

-lo spero...-

Il ragazzo si alzò dal letto e iniziò a rivestirsi indossando dei pantaloni marroni e una camicia bianca.

-dove vai?-

- a prendere delle foglie di tè inglese... se non sbaglio è il tuo preferito- e dopo un dolce sorriso sparì al piano inferiore dove c’era il negozio.

Il giovane si diresse verso lo scaffale dietro il bancone e dando le spalle all’entrata del negozio prese un barattolo color creta.

-benvenuto- disse il farmacista sentendo il campanello appeso alla porta d’ingresso trillare.

-grazie dottorino- rispose una voce a lui famigliare obbligandolo a voltarsi: si ritrovò così faccia a faccia col nemico di poche ore prima che aveva sul volto il tipico ghigno di sfida.

-in cosa posso servirla?-

- vorrei delle foglia di alicanto e alcune bacche di ginepro...-

Subito Georg si porò al lato del banconeper prendere ciò richiesto, ma prima che potesse tornare al prioprio posto, il moro gli fece un’altra richiesta, forse la più strana e inusuale che gli fosse mai capitata.

-ah... dimenticavo... voglio anche la ragazza!-

Paziente Liesting inizò a mettere in un sacchetto di tela le foglie violacee dell’alicanto e le bacche scure di ginepro.

-mi spiace, ma non la comprendo-

-sì che comprendi, caro il mio farmacista- soffiò sprezzante Bill sporgendosi un poco verso il bancone –so che siete amanti e non mi sta bene! La Evans deve essere mia!- disse sottolineando le parole “deve” e “mia” prima di prendere il sacchetto e uscire seccato dalla porta a vetri.

 

 

 

 

 

 

 

e anche questo capitolo è fatto!!!

Chiediamo scusa ai lettori per l’enorme ritardo ma mewmina_91 non trovava più i fogli dove’erano scritti tutti i capitoli e così abbiamo passato mesi a cercarli...

Ringraziamo Sbadata93 e niky94 per aver recensito il secondo capitolo, i vostri commenti ci rendono sempre felici!

 

Ci vediamo presto al prossimo capitolo

Un bacio                         

_Sarettola_ & mewmina_91

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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