Heart
kidnapped
6
//Fear
♥
La paura è un sentimento
che
tutte le persone provano. Si ha paura per piccole cose, o magari per
dei problemi
che non si sanno affrontare.
Non avere mai paura è
assolutamente innaturale.
Anche il più grande e
grosso
tizio d’America, con muscoli e una faccia terribile, nella
sua vita avrà
provato una sensazione del genere. Chissà, forse
avrà avuto paura del dentista.
Una ragazza presa in ostaggio
da un branco di rapinatori, sicuramente esperti, doveva averne?
Sicuramente si.
Ma io ero diversa da tutti, e
lo sono ancora.
Non avevo nessuna forma di
terrore, non mi tremavano le gambe e non sudavo freddo.
Avevo
solo voglia di restare accanto a quel ragazzo di
cui sapevo poco più che il nome.
♥
Mi strinsi alle coperte
cercando di non battere i denti dal freddo.
La notte inoltrata non
permetteva ai miei occhi di vedere nulla se non il buio pesto.
Era passata quasi un ora da
quando Alex era andato via. Dopo avermi preso in giro e fatto un
discorso
(secondo lui “serio”), dove mi spiegava che avrei
dovuto tremare dalla paura
quando ero di fronte a lui e altre cavolate a cui aveva
pensato a tutto il giorno prima di
spararle.
Non ero riuscita più a
chiudere occhio.
Si sentiva solo il rumore del
vento, il fruscio degli alberi, e il batter dei miei denti che come una
cantilena stava per farmi scoppiare il cervello.
Mi chiedevo dove andassero a
dormire gli altri ragazzi.
Dan e Chanel per esempio. Non
vivevano di sicuro in quella casetta abbandonata dove mi avevano
portato.
Non si poteva udire alcun
suono dall’interno, perciò mi chiedevo se qui
vicino c’erano altre case, dove
poter abitare. Non ricordavo di averne viste molte, solo un edificio
vecchia
costruzione poco distante.
Chissà dov’era
in questo
momento Alex. Chiudendo gli occhi riuscivo persino a vedere il suo
volto
perfetto, i suoi occhi verde scuro e il suo dolce profumo.
E così, pensando e
sospirando
riuscii a cadere in un sonno profondo e senza incubi.
♥
Sentii i raggi del sole che
penetravano nella cantina dalla piccola finestra, e un leggere
ticchettio sulla
porticina chiusa a chiave dall’esterno.
Qualcuno stava bussando.
Mi alzai barcollante, ancora
quasi completamente immersa nel mondo dei sogni, maledicendo qualunque
uomo o
donna che desiderava entrare.
L’orologio saldo al mio
polso
segnava esattamente le sette del mattino.
Mi bloccai all’istante.
Perché stavano bussando?
Io non potevo aprire.
Sbuffai.
-“ chi
è?” chiesi alzando un
pochino la voce per permettere alla persona che si trovava
dall’altra parte di
sentirmi.
-“ Dan.”
Sussurrò il ragazzo
tentando di aprire la porta con la chiave.
-“ e perché
cacchio bussi?”
domandai scocciata.
Entrò lentamente con un
sorriso delizioso stampato sulle labbra.
-“ per vedere se eri
sveglia,
Signorina” disse continuando a sorridere e facendo un leggero
inchino davanti a
me.
-“ ah. Ma a
quest’ora i
bambini non dormono?” continuai con la mia serie di domande,
infastidita a tal
punto da non guardarlo nemmeno in faccia.
La mattina sono letteralmente
impossibile da trattare.
-“ io sarei un
bambino”
sembrava realmente divertito.
-“ si.”
Mormorai facendo una
smorfia.
Lui continuava a ridere,
probabilmente
avevo un aspetto davvero buffo, ma non c’era un specchio
nella cantina dove lui
e i suoi quattro compagni di giochi mi avevano rinchiuso.
-“ il bambino ti ha
portato
la colazione.” Disse indicando il vassoio poggiato a terra
fuori dalla porta.
-“ grazie.”
Mormorai
sorridendo. In fondo aveva avuto un pensiero carino, dovevo
ringraziarlo non
trattarlo male.
Si sedette affianco a me,
vicino le coperte che mi avevano avvolta per l’intera notte.
La mia colazione
corrispondeva a un cornetto al cioccolato e del latte.
Non mi piaceva
particolarmente il latte, anzi lo detestavo, e i cornetti non erano tra
le mie
preferenze, ma per far contento lui mangiai e bevvi tutto
ciò ce c’era sul
vassoio. Mi aveva portato anche dei vestiti puliti (probabilmente di
Chanel).
Dopo aver mangiato iniziai a
fargli delle domande sulla sua vita, e sulla sua famiglia. Era
l’unico alla
quale non avevo mai chiesto nulla.
-“ mio padre si chiama
Craig
Smith. Conosci?” al solo nome di quell’uomo
rabbrividii. Era il signore che era
entrato nella cantina il giorno prima. Sinceramente lui mi metteva
davvero
paura.
-“ si” mormorai.
-“ in realtà
non sono davvero
suo figlio. Come Alex sono stato adottato da quell’uomo a sei
anni. Ecco perché
io e Alex non ci assomigliamo affatto.” Spiegò
lentamente per permettermi di
capire.
-“ cosa???”
urlai incredula.
–“ tu e Alex siete fratelli? E siete i figli di
Craig?”
-“ non urlare. Se ci
sentono
sono guai. Soprattutto per te.” Sussurrò mettendo
una mano sulla mia bocca. –“
si, siamo fratelli. Ma non di sangue. Craig ci ha adottato
entrambi.”
Gli faci cenno di lasciarmi
libera la bocca e lui mi accontentò. Sapevo già
che Alex era figlio di
quell’uomo, ma Chanel non mi aveva detto che lui e Dan erano
stati adottati, e
per di più erano “fratelli”.
-“ infatti non lo avete
mai
chiamato… papà.”
-“ appunto.”
Avrei voluto chiedergli altre
cose, ma il suo sguardo perso nel vuoto e forse nei ricordi mi
fermò, fino a
quando non mi disse che era tardi e che era il momento di andare via.
Mi salutò con la mano e
chiuse di nuovo la porta a chiave.
♥
La mia vita rinchiusa
trascorreva lentamente ma non era mai noiosa. Ricevevo visite
continuamente
dalla mia “amica” Chanel, da Dan, e qualche volta
da Alex.
Erano passate settimane dalla
mia cattura, e nessuno mi aveva mai raccontato cosa avevano detto ai
miei genitori,
se la polizia mi stava cercando, e così via.
Era come vivere in una bolla.
Quel giorno pioveva a
dirotto.
Il vento spazzava via gli
alberi e le foglie.
E io aspettavo.
Aspettavo
lui.
Non arrivò nessuno.
Solo Chanel per portarmi il
pranzo.
Aspettai fino alle sei, fino
a quando non sentii, la chiave infilata nella serratura che cercava di
aprire
la porta della cantina.
Balzai di scatto in piedi, e
mi avvicinai alla porta.
Alex entrò velocemente
chiudendo la porta alle sue spalle. Fece un passo verso di me con lo
sguardo
basso. Era completamente bagnato, con un espressione incomprensibile
sul volto.
Sembrava spaventato, ansioso, e terrorizzato.
Si mosse di nuovo, e con un
gesto così fulmineo che non riuscii nemmeno ad accorgermene
mi abbracciò.
-“ ti prego, Mel, per
favore
scappa.” Sussurrò con una voce flebile e quasi
impercettibile.
Mi liberai dal suo abbraccio.
-“ Cosa?”
chiesi, e incrociai
le braccia in attesa della sua spiegazioni.
-“ Mel, stanno venendo
qui.
Vogliono ucciderti.” Alzò il tono della voce,
tremando appena.
Rimasi immobile,
tremendamente scioccata e incredula.
Anche se sapevo già che
non
sarebbe stato rose e fiori per me, non mi aspettavo una decisione del
genere.
-“ chi?”
mormorai, iniziando
a tremare di freddo e paura.
-“ uno degli uomini di
Craig.
E forse anche Ben. Non ha ancora deciso.” Spiegò.
“abbiamo pochi minuti. Ti
faccio uscire da
qui.” Si diresse di
nuovo verso la porta e mi prese per mano per spingermi ad uscire.
-“ e tu?”
domandai prima di
varcare la soglia.
-“ non lo so.
Andrò via da
qui.” Disse.
-“ no. Portami via con
te.”
Quasi urlai. Sentimmo un rumore dei pneumatici di una macchina giungere
nel
garage di fronte alla casa.
-“ vai ti
prego.” Mi supplicò
spingendomi fuori, ma io ero bloccata e non avevo ne la forza ne la
voglia per
fare un altro passo.
-“ no.” Dissi
decisa, e tirai
dentro il suo braccio, come per portarlo con me. Lui mi
lasciò fare,
completamente imbambolato.
Chiusi la porta alle sue
spalle, e mi rivolsi ad Alex decisa.
-“ di che sei qui per
fermarmi, per rendere le cose a quel tizio più
facili.” Ordinai.
-“ non posso. Ti faranno
fuori.” Sussurrò.
-“ tanto lo faranno lo
stesso.”
Cadde a terra.
-“ è tutta
colpa mia. Sono
stato uno sciocco. Non dovevo rapirti, ma la situazione mi è
sfuggita di mano.”
Sembrava sull’orlo di una crisi di nervi o addirittura di
piangere.
Mi accasciai affianco a lui,
e gli misi una mano sulla spalla.
Io stavo consolando Alex. Ma
vi sembrava il caso? (-.-)
-“ non è colpa
tua.” Cercai
di aiutarlo, ma le parole pronunciate dalla mia bocca risultavano
false, perché
era così. Era tutta colpa sua.
-“ si invece. Io devo,
anzi
voglio salvarti”
Questa volta fui io ad
abbracciarlo.
-“ perché
faresti questo per
me?”
-“ perché sei
speciale, e io,
ho bisogno di te.”
**Angolo
Autrice**
Saaalve. Quelli della foto sopra sono Mel e Alex... ^^ vi piacciono??
Qui
le cose si complicano vero??
Beeeene…
mi
piace xD
Grazie
a
tutti… ^^
Recensioniii…
BonnieMora:
ciaoo…!! Grazie mille ^^… per i segreti di Chanel
non posso dirti nulla… scopriremo
il tutto fra qualche cap… :) Dan e
Alex
piacciono moltissimo anche a me… *-* ti è
piaciuto qst cap?? fammi sapere!!...
Baci Barby
Fataflor:
ciaoo… ^^ no Ben nn è proprio
simpaticissimo… ma nn credo combinerà molti guai
nella ff xD Dan e Chanel si vogliono bene… e ne vogliono
anche a Mel… ma Dan
vede Chel come una mezza specie di sorella minore… ma la
storia è lunga… XD
chissà xD com’è qst cap?? spero ti sia
piaciuto ^^ fammi sapere… :) Baci
Barby
Babi
and
Giadina: sono contenta che ti piaccia la mia ff ^^… spero
che continuerai a
seguirla… ^^ Baci Barby…
Elizabeth_Hull:
Ciaoo
^^ sono contenta che hai recensito la mia ff… ^^ io
recensisco le tue… xk sono
molto belle… e meritano una recensione :)…
grazie millee ^^
spero k qst cap ti sia piaciuto ^^
Baci Barby…