Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Relena_AliScheggiate    17/08/2010    9 recensioni
Cinque anni senza Sasuke erano stati duri, ma mai quanto quella manciata di mesi dopo il suo ritorno, dove la lacerazione, sempre in agguato, era stata pronta a ridurre in pezzi ogni cosa. Naruto aveva bisogno che lui capisse perché era tornato. Ma prima, aveva bisogno di capire perché fosse rimasto. [SasuNaruSasu]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Torn.

 

 

TERZA PARTE: Falling.1

 

“Kakashi-sensei, vorrei che parlasse con Naruto. Gli faccia forza. Gli dica che me la caverò e di pensare a se stesso e ai suoi sentimenti, perché lì c’è la risposta anche a quelli di Sasuke.”

Kakashi non si era mosso, né aveva detto nulla. Avrebbe preferito non intromettersi, ma davanti agli occhi avevano preso a scorrergli immagini della vecchia Sakura innamorata di Sasuke e di quella nuova innamorata di Naruto. Doveva aver pianto molto. In modi diversi, entrambi l’avevano respinta in passato, ma una parte di lei continuava a sperare di trovare il modo di vedere il mondo dalla loro prospettiva, camminando accanto a loro, dimostrando di essere alla loro altezza.

Ma questa volta doveva essere diverso.

Se non si era fatta avanti di persona, se era venuta da lui, forse era perché Sakura aveva capito il motivo per cui dalla sua prospettiva vedeva solo schiene: si trattava di fermarsi e chiudere gli occhi, iniziando a girare su se stessa. Poi, cadendo distesa sull’erba, riaprirli e trovare il cielo azzurro che tanto aveva cercato.

--

Kakashi non si era subito recato da Naruto. Gli era capitato più di una volta di vederlo, ma distogliendo lo sguardo, si era allontanato prima di essere notato. Può darsi che una parte di sé non volesse consegnargli quel messaggio che sapeva tanto di qualcosa di definitivo. Forse, voleva in qualche modo indicargli una strada diversa, proteggendolo dalla prospettiva di passare tutta la sua vita dietro a quel ragazzo, di legarsi a lui definitivamente. Ma sapeva anche che per quello era troppo tardi. Per cui, quando al termine di una missione lo scorse camminare per Konoha tra la folla, lo chiamò a sé, mettendo da parte quei sentimenti che sapevano tanto di egoismo.

“Ohi, Kakashi-sensei! È un po’ che non ci si vede!”

“Si… Quella faccenda di Ame e Oto mi ha tenuto impegnato per un po’”

Il mondo post-Madara aveva tutti i numeri per diventare un luogo di collaborazione e di pace, ma paesi come quelli della Pioggia e del Suono, dopo aver perso i loro leader, erano caduti nel caos. Tsunade non aveva nessuna intenzione di lasciare nelle mani di Naruto un villaggio in guerra, per cui aveva impegnato tutti i suoi AMBU in missioni di livello S nel tentativo di sedare le rivolte e dare a quei paesi una stabilità politica che non fosse basata sulla dittatura.

“Tsunade-baachan esagera. Inoltre è folle si rifiuti di farmi dare una mano”

Kakashi sospirò.

“Vuole proteggerti.”

So che vuole che io sia il Rokudaime. Ma anche se non sono più un Jinchuuriki” e qui si toccò lo stomaco, quasi a voler verificare una mancanza “—voglio dare una mano. Con che coraggio mi definirò Hokage, altrimenti?”

“Naruto, non sei mai stato così vulnerabile. Come faremmo, se qualche pazzoide volesse vendicarsi su di te?” disse Kakashi con un sorriso, dandogli una poderosa pacca sulla spalla.

“Be’, per quello penso di potermela cavare” sbottò, mettendo il broncio.

Non sarebbe nemmeno la prima volta. E non è che non ne sia uscito vivo.

Ma il ricordo di Sasuke gli fece storcere il volto e Kakashi decise di approfittarne.

“Come sta Sasuke? Progressi?”

Naruto trasalì.

“—Non lo so. È un mese che non lo vedo”

“Naruto—”

“Ma è cosa da niente. Passerà, non si preoccupi”

Kakashi continuò a fissarlo in attesa.

“Non è niente, sensei, glielo giuro!”

“Sakura non sembra dello stesso parere”

Il cuore di Naruto perse un battito.

“Ha… ha parlato con Sakura-chan?! E come sta?”

“L’ho vista poco prima che tu partissi per l’ultima missione”

E lo sguardo che il maestro gli rivolse, gli fece capire che sapeva più di quanto gli sarebbe piaciuto ammettere. Al che, una parte di Naruto si sentì morire, esattamente com’era successo quando l’amica aveva visto quello.

“Io… Mi dispiace, sensei”

“Naruto…?”

“Le cose non dovevano andare così”

Kakashi sospirò. Sakura aveva avuto ragione a insistere perché gli parlasse.

“E come pensi che sarebbero dovute andare, allora?”

Naruto lo guardò interdetto.

“Credevi forse che dopo aver riportato indietro Sasuke, avrebbero dovuto per forza vivere tutti felici e contenti? Che una volta Hokage, Sakura sarebbe diventata tua moglie e Sasuke capitano degli AMBU? E magari credevi pure che lui sarebbe rimasto scapolo per sempre?”

Naruto, che lo fissava scioccato, distolse lo sguardo con rabbia.

“—sognavo qualcosa del genere, si” ma la voce, strozzata in gola, al posto di suonare risentita uscì come un piccolo sussurro incerto.

“Naruto, lui ti vuole bene. Allo stesso modo in cui gliene vuoi tu”

“Kakashi-sensei, lei non sa che cosa—”

“No, non lo so” lo interruppe “Ma mi ricordo bene tutto quello che ha fatto allora, Naruto”

“—Quello non c’entra niente.”

Kakashi-sensei sorrise lievemente, prima di scoprirsi il volto.

“Kakas—”

“Quest’occhio e la cicatrice che scende sulla guancia, sono l’ultimo regalo del mio migliore amico. Eravamo rivali, eravamo amici e anche lui era un Uchiha. A volte rabbrividisco se penso al fatto che se non fosse morto, avrebbe trovato la morte per mano di Itachi. Che Sasuke avrebbe scelto le tenebre per vendicare anche lui tra tutti i membri massacrati del clan. Che il mio fallimento come insegnante e come uomo fosse nell’aver perso entrambi senza riuscire a far nulla”

“Tu non sei un fallimento, sensei”

“Si, lo sono Naruto. Per questo non posso diventare Rokudaime.”

Per questo lo diventerai tu.

“Ma io ho distrutto il nostro Team!”

“Non dire sciocchezze! Stai sottovalutando Sakura” e dato che il ragazzo lo guardava ancora preoccupato, aggiunse “Lei voleva che ti dicessi che la risposta che cerchi ce l’hai già”

“Ce l’ho… già?”

“Sei tu che non ascolti”

“Io non so cosa sia successo durante la vostra battaglia finale, quando è intervenuto Madara. Non so come vi siate chiariti, come tu abbia fatto a riportare a Konoha Sasuke. Ma dal mio punto di vista, Sasuke ha rinunciato a tutto per tornare qui; a tutto il suo odio, la sua vendetta, il suo amore per Itachi. E’ come se il suo cuore in qualche modo avesse scelto te

“Tu mi ami?”

“Fai sul serio, Naruto?”

“Ma lui non mi ama.”

Kakashi rise.

“Ma quando mai il vostro rapporto ha riguardato l’amore, Naruto?”

--

Tornando a casa, Naruto sentì il bisogno di passare per il fiume, là dove c’era il molo presso cui tutto era iniziato. Dapprima stette sul sentiero, poi, prendendo coraggio, scese sul fiume, camminando sul legno scricchiolante. Si fermò nel punto dove era stato seduto Sasuke all’epoca e prese a guardare il villaggio dall’altra parte, il cielo scuro della sera, poi il suo riflesso nell’acqua.

“Non ti permetterò di uscire di qui e non tornare mai più.”

“Tu sei il mio… Tu sei mio”

“Tu non sei mio amico. Non sei mio rivale. Non sei mio fratello. Cosa sei, Naruto?

“Ma quando mai il vostro rapporto ha riguardato l’amore, Naruto?”

Naruto prese un sasso piatto e lo scagliò sulla superficie dell’acqua. Guardandolo rimbalzare, vide il suo riflesso dissolversi e poi riformarsi, prima di cancellarlo di nuovo. Guardare il mondo con gli occhi di Sasuke... cosa avrà avuto tanto da guardare il fiume, quell’idiota, all’epoca? Poi, capì.

Riflesso nell’acqua, Naruto vide suo padre.

Andandosene, un sorriso gli si dipinse sul volto. Quell’idiota pensava sempre troppo.

--

Era notte fonda. Naruto stette in piedi per vari secondi davanti alla porta sigillata dell’appartamento di Sasuke, prima di sporgersi dal balconcino e notare la finestra socchiusa della sua camera. Probabilmente era stata una cattiva idea presentarsi lì a quell’ora, ma non era stato capace di addormentarsi, né di aspettare l’alba. Per cui, era venuto fin lì. Non poteva permettersi di buttare al vento la risoluzione che Sakura e Kakashi gli avevano trasmesso con così tanta sofferenza, per cui contò fino a dieci e poi si avventurò sul cornicione, da cui saltò dentro la stanza senza far rumore. Gli occhi, già abituati alle tenebre, scorsero subito il letto del ragazzo e la sua figura immobile avvolta nelle coperte.

“Sasuke”, sussurrò.

Non si era aspettato sul serio di prenderlo di sorpresa. Per cui, quando Sasuke semplicemente si tirò su a sedere senza guardarlo negli occhi, Naruto aspettò semplicemente che dicesse qualcosa.

“Cosa ci fai qui?”

“Sono qui per una risposta.”

Naruto esitò un attimo. Sasuke ancora non lo stava guardando. Sospirando, si fece coraggio.

“Sasuke, per te cosa sono, io?”

Naruto lo vide irrigidirsi, la mandibola contrarsi dalla rabbia.

“—Non capisco ancora, ma è qui che giace il motivo, vero? Il motivo per cui volevi farlo con me. L’amore non c’entra niente”

Sasuke continuava nel suo ostinato mutismo, ma il suo sguardo, anche se era rimasto inchiodato ai piedi del letto, aveva perso la furia di prima. Era triste. Naruto si sentì triste.

“Sasuke, tu sei tutto il mio mondo”

Naruto stava sorridendo quando Sasuke alzò lo sguardo per incontrare quello dell’altro. Lo shock gli aveva spalancato appena gli occhi e socchiuso le labbra. Ma anche quell’emozione morì in fretta. Sasuke abbassò di nuovo la testa mentre la voce gli usciva dalla gola come un suono smorzato.

“Non dire—” Non dire cose del genere. Non fare a pezzi il mio mondo.

Non riuscì a dire altro. Troppo dolore, troppo sangue era stato versato per cancellare tutto in un attimo. Questo non avrebbe mai potuto perdonarselo. Questo era molto peggio della morte.

E la paura. Anche nel dolore per il rifiuto, Naruto poteva distinguerla perfettamente anche ora.

“Non ti permetterò di uscire di qui e non tornare mai più.”

“Te ne stai andando”

Ma paura di cosa? Naruto gli aveva dato tutto.

“Sasuke, ricorda che io non andrò da nessuna parte. Mai. Io sono tuo”

“Sei tutto il mio mondo”

Non era ancora abbastanza?

“Non dire—”

“Dimmelo”

Qualcosa nascosto in profondità dentro il suo tono attirò l’attenzione di Sasuke. L’espressione di Naruto era neutra, illeggibile. Sasuke non poté fare a meno di fissarlo in attesa.

“Dimmi perché hai forzato in quel modo il nostro legame.”

Se non mi ami—

Lo sguardo di Sasuke si perse ancora una volta nel vuoto. Naruto era cosciente del fatto che l’amico stava combattendo contro qualcosa di infinitamente più grande di lui, e che non gli stava mostrando di sua volontà la sua debolezza. Ma voleva delle risposte. Le voleva disperatamente.

“Sasuke” disse avvicinandosi istintivamente “Non lo capirò da solo. Non sono la persona giusta, per capire da solo. Se non me ne parli—”

Naruto non finì la frase, ma l’altro ragazzo seppe istintivamente come finiva.

Se non me ne parli, finirà. Non rimarrà più niente.

Quindi imprecò sotto voce, nel tentativo di dissimulare le emozioni contrastanti che lo laceravano. Voleva parlare. Doveva tacere. Voleva risolvere. Doveva finirla. Le dita gli si serrarono sulle lenzuola, mentre affrontava l’ultima oncia di orgoglio che gli era rimasta quando aveva deciso di lasciare che l’amico gli entrasse in camera.

“—perché noi siamo tutto e niente!”

E prima che lo smarrimento di Naruto potesse tradursi in parole, Sasuke riprese la parola.

“Non sei mai stato mio fratello. Non sei più un rivale. Non ci sono più i presupposti per essere amici. Ma nonostante tutto, continuavi a tornare. Mi venivi a trovare tutti i giorni, con o senza Sakura. A volte eri qui anche quando dovevi lavorare, anche quando avresti dovuto passare quel tempo a trovarti una ragazza. Nonostante parlassi solo con te, non hai mai detto a nessuno che avevo ripreso a farlo. E quando mi sono reso conto che oltre questo io non esistevo, che oltre te io non possedevo null’altro, io…”

Con il cuore in gola, Naruto ascoltava. E quando la pausa si fece troppo lunga, si arrischiò a spezzare l’incantesimo, esortandolo con delicatezza.

“Io cosa, Sasuke?”

“—io… ho avuto paura. Perché se te ne fossi andato via da me, io avrei perso ancora me stesso”

Aveva pronunciato quella parola con voce incrinata, velocemente. E quasi per compensare il senso di colpa per aver ammesso qualcosa di così disonorevole, alzò improvvisamente il tono di voce, che si fece violento, sferzante. Naruto, che per un attimo aveva smesso di respirare, si sentì trascinato di nuovo nel vortice.

“Ma se al nostro legame toglievi l’amicizia, la rivalità, cosa rimaneva? Come si possono accampare diritti su qualcosa che non ha definizione? Per questo ho aspettato che tu abbassassi la guardia per farti mio. E ho lasciato la porta aperta anche se sapevo che Sakura stava arrivando. Se fossi riuscito a diventare tutto per te, non sarebbe più stato niente. Il nostro rapporto non è nato per il sesso, né tantomeno come amore. Ma se... Se le cose fossero cambiate, forse avrebbe iniziato ad esserci un senso”

“Un senso?” sussurrò cauto l’altro.

“Al fatto che ti odiassi per i sentimenti che mi costringevi a provare”

 

 

Il mondo di Naruto tremò dalle fondamenta.

 

 

“Io ti odiavo.”

“Il mio corpo si è mosso da solo.”

E lo baciò. Sporgendosi sul letto e tirandolo a sé per un braccio, lo baciò lasciando da parte ogni delicatezza, esplorando con le mani quel corpo che pur avendo già stretto tra le braccia, non si era mai fatto veramente sfiorare. Questo deficiente. Sempre a costruirsi in testa realtà che non corrispondono a verità, senza neanche preoccuparsi di avvisarmi!

Sasuke, da parte sua, rispose al bacio senza riserve, sentendo, per la prima volta. E odiò un pochino quella parte di se stesso che aveva voluto sentire così disperatamente. Che era stata incapace di rimanere fedele al sangue degli Uchiha, di morire come uno di loro. Che era tornata a Konoha, che aveva protetto Naruto, che in fondo era stata incapace di accettare il piano di Madara. Lui non aveva bisogno di questi sentimenti.

“Non avevo bisogno di questi sentimenti.”

Sasuke lo guardò scioccato. Perché era stato Naruto a parlare.

“Non ne avevo bisogno. Avevo Sakura. Avevo una vita. Un futuro pronto. Invece— Ti ho inseguito. Ti ho cercato. Ho desiderato essere la tua unica luce nelle tenebre. Che tu guardassi solo me, che vedessi solo me. A costo di morire.”

A costo di rinunciare a tutto.

Sasuke non disse nulla. Poi distolse dolorosamente lo sguardo, mormorando qualcosa che rimase sospeso solo per un attimo nel silenzio della notte. E che Naruto intuì.

Tu sei tutto per me—

Naruto sorrise.

Ora, tutto sarebbe tornato ad avere un senso.

--

Naruto rimase sulla collina a guardare il tramonto. La squadra con cui era andato in missione, doveva ormai essere giunta nei pressi di Konoha. Quindi, senza perdere altro tempo e dando le spalle al Sole, si diresse verso la Valle della Fine, che da lì distava solo qualche chilometro e scese fino alle pendici della cascata.

Questo era il luogo della promessa.

Erano passati svariati mesi da quella notte e anche se all’inizio era stato difficile, tutto finalmente stava iniziando ad andare come doveva. Sasuke aveva iniziato ad uscire, a parlare anche con gli altri. Sakura ancora lo evitava, ma aveva iniziato a venire a trovare Sasuke di tanto in tanto, quando sapeva che lui era impegnato in qualche missione. Naruto, incapace di comprendere il principio, aveva provato a chiedergli qualcosa, ma lui si era limitato ad alzare le spalle e replicare che era un idiota. E di stare tranquillo, perché ora era tutto a posto.

Chiuse gli occhi, lasciando che i ricordi fluissero. Rivide una versione minuta di se stesso combattere disperatamente per riconquistare tutto ciò che gli stava venendo tolto, lacerato tra i suoi desideri di riconoscimento nel Villaggio e l’altro, il suo amico, il suo rivale, il suo caro fratello, che se ne stava andando senza di lui, che lo stava abbandonando. Alla fine, non sapendo per cosa combattere, ne era uscito distrutto. Il suo cuore era stato ridotto in pezzi e non era più stato capace di capire Sasuke.

“L’unica cosa che ti posso dire, è che quella volta sei sopravvissuto per un mio capriccio”

Naruto sorrise alla memoria, mentre a pieni polmoni prendeva a urlare.

“TI STA BENE BASTARDO! Se quella volta non mi hai ucciso, è perché NON CI SEI RIUSCITO!”

Soddisfatto, si rivolse di nuovo verso il Sole, stavolta vedendo una figura stagliarsi sulla cima di una delle statue.

“Come volevasi dimostrare, sei solo un idiota.”

“Ehi, mi sembrava di averti detto di andare avanti!”

“No, perché sapevo che avresti finito col fare una cosa stupida come questa”

“E di chi credi sia la colpa?”

Sasuke scese giù con un balzo, atterrando accanto a Naruto e prendendo a guardarlo di sottecchi.

“Non hai capito niente, usuratonkachi”

Poi avvicinandosi, unì le loro due fronti.

“Questo. Non ti ho ucciso per questo

“—E cosa diavolo significa?”

Sasuke fu tentato di colpirlo e lasciarlo lì. Ma poi ripensò alle lamentele che avrebbe ricevuto da Tsunade e da tutti i suoi stupidi amici, e si limitò a contare fino a dieci prima di rispondergli.

“Abbiamo già connesso le fronti una volta. In questo luogo, cinque anni fa”

“Ma è qu—Oh” realizzò sorpreso “Perché non me lo hai mai detto?”

“Mi faceva comodo. Pensare che non ti avessi ucciso per una mia scelta”

“Quindi è questo che intendevi con sapevo che avresti finito col fare una cosa stupida come questa?”

“Hn”

Naruto gli sorrise dolcemente. Poi, chiudendo gli occhi, mantenne il contatto tra le loro fronti. Una connessione—non una lacerazione. Esattamente quello che stava cercando.

“Sasuke, sono contento di averti incontrato. Grazie di esistere.”

“Cosa sono queste smancerie? Siamo in missione, usuratonk—”

Il leggero bacio che Naruto gli diede soffocò l’insulto che era salito alle labbra dell’altro. E la delicatezza con cui Naruto lo aveva toccato, qualcosa che emanava da lui, lo disarmò completamente.

“Grazie per essere tornato da me” Grazie per esserti innamorato di me.

Sasuke non riuscì a dire nulla.

“Torniamo”

Probabilmente era questo che lo aveva spinto a tornare. Il sentimento che lo aveva spinto a proteggerlo da Madara. E l’inquietudine che aveva sentito, la paura di perdere tutto che si era impadronita di lui, la lacerazione, svanì. Non era necessario scegliere tra Naruto e la vendetta, tra la sua morte e quella del suo clan. Itachi aveva riposto tutto nelle sue mani, la vita e la ragione per cui vivere. Sasuke non era più un Uchiha, non lo era più nell’istante in cui era cresciuto seguendo i principi dei Senjuu, non lo era più da quando aveva protetto Naruto da Madara. Non lo era più perché suo fratello aveva dato la vita per cambiare il suo destino.

Quindi ora poteva essere felice, forse. Non c’era più nessun rancore da appagare, perché il suo cuore aveva capito: non si era mai trattato di una scelta; in qualunque modo fosse finita, Naruto si sarebbe preoccupato di rimanere sempre accanto a lui.

“Hn” e strinse la mano di Naruto nella sua.

 

 

Non avrebbero più conosciuto la solitudine. Non si sarebbero lasciati mai.

 

 

 

 

 

 

FINE.

 

 

 

 

1Falling: caduta, crollo; Falling (in love): innamorarsi.

 

 

 

 

Aside    

Innanzitutto scusatemi per il ritardo, ma le vacanze mi hanno tolto molto più tempo di quanto pensassi. La terza parte aveva bisogno di essere betata pesantemente (e ho ancora dei dubbi su pezzi sparsi), così ho preferito prendermi dei giorni in più. Inoltre, spero che la conclusione vi abbia soddisfatto. Adoro i lieto fine; sono rare le volte in cui scrivo tragedie, mi rendono triste. (LOL)

Poi, un enorme ringraziamento a tutti coloro a cui è piaciuta questa storia. In quanto autrice, non mi stancherò mai di ripetere che sono i lettori a dare consistenza al lavoro di uno scrittore. Perciò recensite! :D

 

 

vivvinasme: Grazie mille per i complimenti! Spero che le motivazioni di Sasuke siano risultate chiare. Dato che è un personaggio così complicato, mi diverto molto a fargli provare sentimenti scomodi; l’unico problema è che questo lo trasforma nel motore della vicenda e lui è davvero difficile da muovere nella storia. Fammi sapere cosa pensi di questo capitolo!

ryanforever: Grazie per la bella recensione! Per quanto riguarda Sasuke la pensiamo allo stesso modo; per questo trovare il modo per farlo aprire a Naruto, è stata forse la cosa più complicata. Sono contenta ti sia piaciuto il passaggio del “ognuno appartiene solo a se stesso”. E’ una specie di mio dogma personale e trovo che soprattutto in certe fic SasuNaru non venga sottolineato abbastanza. Spero che apprezzerai anche la conclusione!

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Relena_AliScheggiate