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Autore: iLARose    17/08/2010    3 recensioni
“Buongiorno Baby. Forse è meglio se con la nostra storia ci fermiamo un attimo. Ecco, forse dobbiamo entrambi fermarci a riflettere su tutti gli incidenti che abbiamo incontrato in questo ultimo periodo. Scusa.”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Heeeelloo!
Rieccomi a voii :D
Ed ecco anche il capitolo che aspettavate!! **
Spero vi piaccia.. (yn)
Un bacio e buona lettura ^-^

Nell’appartamento di Sebastian, la mattina dopo il concerto.
Mi svegliai. Non sapevo che ore potevano essere, ma Sebastian stava ancora dormendo. Normale, non mi sorprendevo più.
Ero stanchissima, sentivo dolere tutto il corpo, ma avevo ancora un’agitazione addosso.. Sentivo ancora la felicità che avevo provato la sera prima invadermi il cuore.
Appena Seb si svegliò mi obbligò a raccontargli tutto per filo e per segno. Alla fine sembrava felice che io ci fossi stata.

Un giorno ero a casa mia, quando qualcuno bussò alla porta. Ma chi può essere?, pensai. Subito decisi di non aprire, ma visto che insistevano, mi sistemai un po’ e andai ad aprire. Guardai dallo spioncino e vidi una specie di cappello.. Un cilindro. Un cilindro?! Oddio. Slash?! Aprii piano piano la porta. “Sla.. Duff??” mi ritrovai davanti una pertica con i capelli ossigenati con in testa un cilindro. Era Duff. Duff, ragazzi, il mio Duff! A stento non gli saltai addosso. “Duff..” dissi, senza parole. “Hem, sì, Duff..” rispose lui, evidentemente in imbarazzo. Rimanemmo così, uno davanti all’altro, per cinque minuti a fissarci negli occhi, finché io non mi decisi. “Oh, accomodati..” e lo feci entrare. “Grazie”. “Non è cambiata molto la tua casa, devo dire.” “Eh no.. Vuoi, vuoi qualcosa da bere?” “Hem, birra ce n’è?” “A volontà!” “Ok, allora birra!”. Presi due birre e ci sedemmo sul divano a parlare. Era così strano che dopo così tanto tempo e così tante incomprensioni e cose non dette, riuscissimo a parlare così liberamente, come amici. “Ma, dimmi, come hai fatto a sapere che abito ancora qui?” gli chiesi. “Non lo sapevo finché non hai aperto la porta. Ho provato a vedere dove abitavi sei anni fa e evidentemente non ti sei ancora trasferita.” mi spiegò. “Eh già, non mi sono ancora decisa a cambiare casa. Ma quello che mi sembra strano, impossibile, è che tu dopo sei anni che non ti fai sentire, vieni a casa mia.” Ero decisamente perplessa, ma credo che tutti lo sarebbero stati in questa situazione. “Beh, devi solo ringraziare Axl..”. “Axl?”. “Sì, Mr Axl Rose.”. “Hey, scusa, ma non riesco a capire.. Cioè, che centra Axl?”. “E’ grazie a lui se mi sono convinto a venire qui e parlarti..”. “Oh..”. “Non hai ancora capito, vero?”. “Hem, no.” ammisi. Non capivo cosa centrasse Axl. “Al concerto. Ti ha riconosciuta e niente, mi ha convinto a venire qui a parlarti..”. Oddio, sì, che stupida! Perché non avevo collegato Axl al concerto, al sorrisino che mi aveva fatto? “Adesso, però, mi devi spiegare tu una cosa..” mi disse. Io? “Cosa ci facevi al nostro concerto?”. “Oh ecco.. Niente.. Mi sembrava.. Mi sembrava giusto esserci.. Rivedervi per una volta.. E visto che io non ho il tuo stesso coraggio di venire e bussare, ho deciso che il concerto era più appropriato..” “Beh sì effettivamente.. Ma come mi spieghi il fatto che sapevi tutte le canzoni a memoria e piangevi come una disperata?” Oh cazzo. “Beh ecco.. Diciamo che.. Le canzoni le ho imparate stando fuori in fila e.. E le lacrime sono scese da sole quando vi ho rivisti..” tanto valeva essere sinceri. “In tre ore di fila hai imparato tutte le nostre canzoni?!” “Tu pensi che io sia stata tre ore in fila?” “Sì, perché quanto ci sei stata?” “Un giorno e mezzo.” “Un.. Un giorno e mezzo??!! Tu.. Tu.. Oddio, tu sei fuori! E come hai fatto a dormire?” “Oh, chiedilo a Sebastian.” “C-cosa? Sebastian? Cosa ci hai fatto con Sebastian?!”. Eh?! “Niente!! Perché?”. “No, niente..”. “Sei geloso.”. “Non è vero.”. “Sì invece.” “No, non è vero.” “Sì, te lo si legge in faccia.” “No, non è vero.” “Sì.” “No.” “Sì.” “No.” “Sì.” “No.” “Sì.” “No.” “Sì.” “No.” “No.” “Sì.” “Tiè, ti ho fregato!” “Brutta stronza..!” ci mettemmo a ridere. Dio, quant’era bello. Mi mancava così tanto.. “No, comunque davvero non ci ho fatto niente con Seb, è ancora solo il mio migliore amico.” Gli dissi, appena riuscii a riprendermi dalle risate. “Mmmh..” “Lo prendo come un ‘sì ti credo’, anche se non lo è.” “Infatti.” “Dai, ma perché non mi credi? Lo sai che siamo migliori amici! E poi è anche più piccolo di me!” “Più piccolo, davvero?” “Sì, di due anni” “Ah. Ma comunque che centra?” “Lo sai che a me non piace andare con quelli più piccoli.” “Mh-mh.” Ci fu un momento di silenzio. Non sapevo più cosa replicare. Cioè, dai, come si fa a credere che io abbia fatto qualcosa con il mio migliore amico? Mah. “Mi vai a prendere un’altra birra?” mi chiese. “Che? Non sei capace ad alzare quel tuo bel culetto e andare a prendertela?” “Non mi ricordo più dov’è la cucina..” “Sì, certo, come no.” Mi alzai e andai in cucina a prendergli questa benedetta birra. Era sicura che mi stesse guardando il culo. Quando tornai in salotto aveva un’aria seria. “Che hai?” gli chiesi, porgendogli la birra. “Mh? No, niente..” “E allora perché quell’aria così seria?”. Silenzio. “Ecco.. Vorrei parlarti..” Oddio. Mi prese un colpo. Cioè, era ora che parlassimo, visto che sei anni prima non l’avevamo fatto, però, non so, mi metteva un po’ in agitazione. “Ti ascolto.” Avevo il cuore che batteva a mille. Anzi, dire che batteva a mille era dire poco. Temevo mi uscisse dal petto da un momento all’altro. “Hem, ecco.. – si fermò. Probabilmente stava cercando le parole giuste – sei anni fa ti ho piantato in asso così, senza dirti niente, perché non avevo il coraggio di parlarti.. Ogni giorno mi dicevo ‘domani le parlo, domani le parlo’ ma alla fine non ho mai trovato il coraggio di farlo.. Poi siamo partiti per un po’ di tuor, il lavoro eccetera e non ho avuto più neanche il tempo materiale per pensarci. Anche se devo ammettere che quando mi trovavo da solo, spesso pensavo a te e ai momenti che abbiamo passato, sebbene non siano stati tanti..”. Bel discorso, davvero. Commuovente. “E con questo cosa vuoi dire?” gli chiesi, dubbiosa. “In che senso?” mi chiese lui. “Cioè, cosa provi per me adesso?”. Domanda a bruciapelo. Speravo rispondesse in modo sincero. “Sinceramente? Non lo so. Cioè, fisicamente mi attrai ancora molto – fece una faccina perversa e io non mi trattenni dal ridere – ma è da tanto che non ci frequentiamo, quindi non lo so..”. “Ah ok. E’ la stessa cosa per me, devo ammetterlo..”. “Yeah, perfetto. Siamo due anime gemelle!” – occhioni dolci, irresistibili – “Eh?”. “Nulla nulla.” “Se lo dici tu..”. “Ok, senti, ti va di venire qualche sera da noi, così rivedi anche Axl e Slash e ti presento gli altri?”. “No no aspetta, davvero me lo stai chiedendo?” credo mi stessero luccicando gli occhi. “Certo!”. “Oddio. Sì, certo che voglio!” ero esaltata, iniziai a battere le mani velocemente e a saltellare sul divano. “Ok, ok, calmati piccola.” Mi bloccai di colpo al suono di quel nomignolo. “Come scusa?” gli chiesi perplessa. “Ti ho detto di stare tranquilla!”. “Sì sì ok.”. “Ok. Che facciamo ora?” “Uhm.. E se ceniamo?” “Wow, ottima idea! Ma con cosa?” “Ho delle pizze, le cuocio?” “Sì, amo la pizza!” “Lo so.” “Ah sì giusto..”. Iniziai a cuocere le pizze, quando ad un tratto mi sentii cingere la vita da dietro da due mani. Il cuore fece un balzò è mi si annebbiò la vista dalle lacrime. “E se facessimo qualcos’altro, invece che cenare?” mi sussurrò maliziosamente, ma al tempo stesso in un modo dolcissimo, all’orecchio. Decisi di rispondere da finta tonta, anche se in realtà avrei voluto rispondergli “Sì, sì, sì, sì, sì!”. “Uhm.. E cosa?” gli chiesi, innocentemente, senza girarmi a guardarlo e continuando a trafficare con le pizze. “Mmmh, una mezza idea ce l’avrei..” rispose, girandomi delicatamente verso di lui. I nostri visi erano a pochi centimetri. Le sue mani poggiate delicatamente sul mio bacino. Avvicinò il suo viso al mio e le nostre bocche si unirono in un piccolo bacio. Poi ce ne fu un altro, e un altro ancora. Le nostre lingue giocherellavano e si intrecciavano fino a che il fiato non mancava, allora ci staccavamo un attimo e poi ci univamo in altri baci. Lui mi sollevò e io gli cinsi la vita con le gambe. Mi portò fino in camera e mi posò delicatamente sul letto. Sembrava che avesse paura di rompermi. Mi sfilò la maglietta e i jeans. Io gli tolsi la maglietta e i pantaloni di pelle. Iniziò a baciarmi tutto il colpo. Era bellissimo sentire di nuovo le sue labbra, il suo sapore, la sua pelle a contatto con la mia. Era quello che da sei anni sognavo, il momento che avevo sempre immaginato. Ora era arrivato e volevo godermelo al massimo.

Note:
Miss_Rose: sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo :D oddio, sinceramente non mi sono posta la questione se Sebastian sia diventato famoso ono.. Cioè, nella realtà sì, ma nella storia non lo so xD ma non credo sia di rilevante importanza u.ù
Lau_82: Sì, direi che Duff la cerca Miriam xD spero ti piaccia anche questo capitolo **

NovemberRain: uh, ma graaazie, sono contenta che ti piaccia la mia fic! :D bbiamo iniziare e mettere giù la nostra di fic però u.ù mi esalta troppo l'idea di una fic a quattro maniii! **

  
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