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Autore: Kendhra    17/08/2010    0 recensioni
Quella mattina mi alzai e mi preparai immediatamente,in silenzio,all’oscuro della mia stanza,non volevo provare niente per tutto ciò che stavo lasciando. Le valigie erano pronte, la casa vuota,i vicini dormivano ancora,sembrava quasi una fuga. Si,per me era una fuga,una fuga da me stessa,da questa vita che tra poco sarebbe diventata solo un ricordo e anche io dentro di me sarei cambiata.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è molto breve.
Ringrazio ancora chi lo leggerà ^^

 

'Tu sei il mio male. Sei la mia droga. La mia vita. Il mio respiro. Sei ciò che io non sono,ciò di cui io ho bisogno.Vittima e carnefice . Sei il coltello nella piaga. La lama nella carne. Più mi faccio male,più dolore voglio.'
Questo avrei immaginato di dirgli. Questo era soltanto voler bene?Può darsi. Se riesce a prenderti l’anima.
Mi limitai a sorridergli,di nuovo. Era la seconda volta che ci incontravamo,questa volta era per chiarire con tom. Eravamo solo noi 3. Sarebbe stato più facile.
Eccoci,incrociare i loro sguardi di pietra non mi incoraggiava. Bill sentiva ciò che provava Tom,ed era impossibile non ne fosse condizionato. E Tom non era per niente felice di vedermi,ciò era evidente,palese. Sentivo la paura addosso,la paura di poterli riperdere e l'idea non mi andava giù. Non doveva succedere di nuovo. Questa volta avrei lottato. Questa
volta saremmo rimasti.
-Tom..- -non mi hai dato tempo di spiegarti,sei scappato così..non credo di averti fatto qualcosa,credimi. Sono sempre io,solo più alta e col seno.-
Lo guardai in tono sarcastico,con lui era così. Non era fatto per le cose romantiche,almeno non sembrava dopo l'adolescenza.
Mi guardò in risposta,i suoi occhi parlavano per le sue labbra,era serio. Non aveva voglia di scherzare,il nostro incontro l'aveva turbato davvero. Gli aveva scavato nel cuore. Eppure mi guardava con odio,odio intenso. Odio puro. Non avrei mai desiderato procurargli questa sensazione.
-Si,si..lo so chi sei.-  disse in tono cagnesco.
-Allora perchè ti rivolgi così a me??Cosa ti ho fatto??-
Mi guardò ancora in quel modo,nel modo in cui io non mi sarei mai aspettata di vederlo. Mi fissava. Con ripugnanza mi disse:
-Io ti odio.-
Sentir pronunciare da lui quelle parole,mi scavarono una voragine in corpo, mi sentii cadere in avanti e lo stavo facendo davvero. E nel momento stesso in cui stavo per sbattere la faccia a terra due mani mi presero. Erano le SUE. Sentii i brividi percorrermi,fosse stato per Tom avrei potuto sbattere la testa e andarmene da questa terra. Non gli importava di me. Non gli importava più.
-Te ne sei andata e te ne sei fregata di noi!Di quello che poteva succederci!Ci hai lasciati soli!E adesso torni,e pensi di ritrovarci come prima. Gli stessi bambini di una volta. No!Non è così!Non sarà così!Vai via!!Lasciaci!Io non ti voglio!Non ti permetto di tornare e andartene!-
Lo ascoltai incredula,gli occhi spalancati,le orecchie mi facevano male. Il cuore ormai era un buco,non lo sentivo battere più. E lui continuava ad urlare, ad infierire. Sentivo il rancore nelle sue parole,la delusione,la rabbia; ma aveva ragione,tremendamente,su tutto. Su una cosa però si sbagliava,non avevo scelto io di lasciarli. No.
Rivolsi lo sguardo vuoto verso il basso, le lacrime non scendevano,mi aveva colpita,ma non abbastanza da farmi piangere. Strinsi i pugni per non picchiarlo. La mia mano stava per partire, qualcuno mi trattenne.
-No bill!- urlai –Non toccarmi!Non glielo permetto!Si sbaglia..e scappa dalla verità!-
Tom mi guardò arrogante. Io lo fulminai,mi sfidava e sapeva di perdere. Mi liberai dalla stretta di Bill,presi le cose e corsi via. Voleva questo?Bene!Lo stava ottenendo.
Se fossi andata via non sarei più tornata,e questa volta sì che avrebbe potuto dire che ero stata io. Infuriata sbattei la porta e camminai veloce verso l’uscita. Solo un attimo prima di uscire qualcuno mi disse:
 –Fermati.aspetta.- Era una voce fredda e maschile.
-No!Io devo andare è meglio-
Spinsi la porta ma non si aprì. Provai a spingerla più forte,e ancora più forte,nuovamente la mia mano fu fermata.
-Dio!Si può sapere che avete voi Kaulitz contro le mani in movimento??!-
-Semplice,la porta non si aprirà se continui a batterla,è chiusa.-
-Che sei spiritoso bill,lasciami andare-
-Tom-
Tom. L’unico nome che non mi sarei aspettata,l’unica persona che in tutto questo non mi voleva. Rimasi immobile dalla sorpresa. Guardavo verso il vuoto e poi in basso,non volevo guardarlo.
-Ritorna dentro ti prego,riparliamone,mi sta facendo ragionare,io ce la metterò tutta..riparliamone-
sembrava sincero,lo sguardo languido,il tono imprecante,come poteva aver cambiato idea così velocemente? Lo guardai,allora,eccolo, mi poneva davanti al solito bivio,odiavo queste cose eppure mi ci trovavo sempre in mezzo. Dovevo fare una scelta,andare via o rimanere.
Stavo cominciando a pensare irrazionalmente e ciò non era per niente positivo. Anni di duro lavoro,anni di notti in cui tra le lacrime mi promettevo di pietrificare la mia anima,il mio cuore,di fare di me stessa la mia personalecorazza contro il mondo;questo, stava per essere spazzato via da non appena un soffio di banali emozioni adolescenziali che non facevano per me,non avevano mai fatto per me. Lo seguii.

   
 
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