BLAIR'S POV
Camminavo allegramente per la Fifty Avenue, tra la folla, con la mente sgombra da ogni pensiero. Avevo appena salutato la mia migliore amica. Serena era diretta in Europa, mi supplicò fino all'ultimo di seguirla ma non accettai: -Beh, avrai modo di restare comunque qui con qualcuno e sopratutto i blast di Gossip Girl ti terranno compagnia....scusa!- disse, dopo essersi resa conto di quello che aveva detto. -Tranquilla-risposi -li ho letti anche io! Avvistato Chuck Bass in Italia, Chuck Bass in Germania, in Spagna, in Francia! Spero si diverta tanto da dover finire in quarantena-. Le persone allegra mi mettevano allegria, l'estate stava iniziando e tutti si organizzavano per passare al meglio le vacanze. Ammiravo gli alberi di Central Park, verdi come non mai, poi il mio sguardo ricadde su una grande limu nera, ammirata da tante altre persone. Non era raro vedere limusine a NY, ma quelle particolarmente grandi, nuove e belle attiravano sempre l'attenzione di tutti. Stranamente, senza capirne il motivo quella macchina attirò anche la mia di attenzione. Io la conoscevo, mi era famigliare. Ero già stata su un'auto del genere, nel giro di pochi secondi realizzai tutto. Sapevo di chi era quella limo, sapevo a chi apparteneva, sapevo con chi ci ero stata dentro e sapevo chi avrei trovato pochi metri più avanti, appoggiato al perfetto sportello nero lucidissimo. Era lì, perfetto, assolutamente perfetto come sempre. Giacca e cravatta, l'abbigliamento che più gli donava. Sembrava un perfetto uomo. Aveva gli occhi fissi su di me, mi aveva già avvistata da lontano e certamente sapeva che sarei passata di lì. Chuck aveva una meravigliosa luce negli occhi, era felice lo capivo dal suo sorriso compiaciuto. Rallentai il passo, non volevo fermarmi, ma come una calamita mi ritrovai difronte a lui e a fargli delle stupidissime domande a cui lui rispose però seriamente. -Perchè non sei in Europa?- -Sono stato a Parigi, per prenderti i tuoi amaretti preferiti da Pierré Herme- Mi porse il pacchetto che presi con esitazione. -E in Germania?- -Per prendere le tue calze preferite da Falke, sai quanto le adoro- Un sorrisino malizioso spuntò dalle sue labbra, altrettanto dalle mie. Ma tornai immediatamente seria. Cosa ci faceva a New York, davanti a me con un mucchio di pacchi e pacchetti? Anche lui tornò serio:-Avevi ragione, non avrei mai dovuto lasciarti, e sono stato un codardo a scappare di nuovo, ma dov'unque andassi, tu eri sempre con me. Dovevo tornare- -Io...vorrei crederti, ma non posso! Mi hai ferita troppe volte!- Il suo sguardo era davvero sincero, quasi implorante. -Puoi credermi questa volta- disse ad alta voce e convinta. Mi lasciò senza fiato. Sapeva cosa volevo sentir uscire finalmente dalla mia bocca. Ero convinta, me l'avrebbe detto. O forse ero solo una semplice illusa e lui stava ancora giocando con i miei sentimenti? -Tutto qui?- Silenzio. Un silenzio straziante che sembrò durare secoli. Lui era perfettamente a suo agio, con un fantastico sorriso stampato sulla faccia. -Ti Amo Anch'io!- Lo disse tutto dun fiato, le parole uscirono come un fiume dalla sua bocca. Quella bocca che diventò mia esattamente tre secondi dopo averlo guardato negli occhi. Le nostre labbra si incontrarono in un dolcissimo bacio, breve ma intenso che ci unì dopo tanto, troppo tempo di dolore. Sorrisi sulle sue labbra, chiedendogli di ripere ancora quelle parole, seriamente. -Ti amo, ti amo e sono tre, ti amo, ti amo, ti amo...- E continuò ancora, e ancora fra un bacio e l'altro. Chuck e Blair, Blair e Chuck.