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Autore: Mary00    21/08/2010    2 recensioni
Il mio nome è Alessandra. Vivevo con mio nonno, fino a che non è morto d'infarto, sono stata costretta a trasferirmi in un college, che non è per niente normale: Spiriti, angeli neri bianchi e grigi, gemelli innamorati, professori matti, compagni di classe anormali, stanze nascoste e molto, molto altro. "Il Green College è un collegio che accetta solo studenti d'un certo calibro, non accettiamo feccia o barboni. Vedi di non comportarti come tale se vuoi rimanere qui ancora al lungo!"
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Green college

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 6

Strange night

 

 

 

 

 

I rumori poco rassicuranti cominciarono verso l'una di notte, momento in cui stavo per addormentarmi. Mi affacciai con noncuranza dalla finestra e guardai verso il bosco, un forte vento agitava le buie chiome degli alberi, non sembrava esserci nulla, ma ero certa che i rumori provenissero dal bosco. Continuai a guardare per un po' verso il mucchio d'alberi davanti al college, tentando d'identificare la fonte dei rumori:

Erano come dei lamenti, ma non erano umani, sembravano provenire da un qualche animale malato o ferito, ma non vedevo nulla, solo alberi. I rumori continuavano ed io purtroppo non avevo il sonno profondo come Marina, che dormiva senza sentire niente di niente. Decisi di uscire a vedere. Se ero l'unica ad avere il sonno leggero nel college sarei riuscita comunque a far smettere quei rumori, anche perché il mio primo giorno era stato abbastanza faticoso ed avevo bisogno di molte ore di sonno, a malapena bastavano quelle poche che gli orari ci imponevano, poi se ci si mettevano anche gli animali moribondi stavamo a posto! Sapevo bene che il regolamento vietava di uscire la notte, ma non potei fare altrimenti. Aprii lentamente la porta della camera, che emise un cigolio basso, poi uscii in punta di piedi e la richiusi piano. Cominciai a scendere le innumerevoli rampe di scale e poi uscii dal portone della scuola, che stranamente era socchiuso. Una ventata gelida mi travolse, facendomi pentire di non aver preso un giacchetto, socchiusi nuovamente il portone e mi diressi verso il bosco, da dove i lamenti persistevano. 

Dopo molti minuti di cammino mi fermai vicino ad un albero che mi sembrò resistente e mi sedetti sul suolo gelido, tentando di individuare la fonte dei lamenti, che avevano accompagnato tutto il mio cammino, ma sembravano spostarsi ogni qual volta che mi mancava poco ad arrivare nel punto dove mi sembravano concentrati. Sospirai ed udii un fruscio davanti a me, guardai nella direzione del rumore e dalle frasche uscì un enorme cane nero. Mi ringhiò minaccioso e poco dopo apparvero altri due o tre come lui, che si comportarono in egual modo, si avvicinarono pericolosamente ed io mi presi la testa fra le mani impaurita, non c'erano nemmeno bastoni o sassi in giro, solo foglie secche e terriccio bagnato. Poi sentii un rumore d'elettricità, seguito da dei guaiti, avvertii una forte luce ed alzai la testa, ritrovandomi ad osservare due grandi masse bianche e morbide. I rumori continuarono per un po', poi tutto tacque e le due masse bianche si spostarono, rivelando un corpo e un volto che riconobbi subito:

Michele.

Si avvicinò a me e potei notare che le due masse bianche che aveva sulla schiena non erano altro che ali, grandi ali bianche e luminose. Alcuni corpi inermi di cani giacevano intorno a noi, ma ci feci caso solo io. Notai che Michele non indossava nessun indumento sul torace, ma solo delle bende bianche e rovinate, anche malmesse, invece aveva dei pantaloni neri aderenti ma pieni di tagli e strappi, anche lui era pieno di tagli e strappi, a quanto vidi, i capelli corvini gli ricadevano spettinati sul viso e il collo, donandogli un'aria trasandata e... Tenera. Quando mi fu abbastanza vicino mi abbracciò ed io potei sentire quanto era intorpidito dal freddo, lo abbracciai anch'io e gli trasmisi più calore possibile.

<< Michele ma che...? >> Gli sussurrai mentre lui si allontanava un poco da me per potermi guardare in faccia.

<< Alessandra... Non avrei mai voluto che proprio tu mi vedessi così. >> Mi disse lui con voce rassegnata e sguardo basso.

<< Scusa proprio io in che senso? >> Gli chiesi fissando le bende che gli ricoprivano malamente alcune parti del torace. Lui alzò lo sguardo e potei finalmente trarre la conclusione che i suoi occhi erano viola e non blu scuro.

<< Perché tu sei... Particolare. >> Mi disse tentando di trovare le parole giuste.

<< Particolare come?! Vabbé non vuoi parlarne. Ma che cos'erano quei cani? E quei lamenti? Tu cosa... Sei? E poi che ci facevi qui a quest'ora? Troppe domande eh... Scusami. >> Abbassai lo sguardo ed intuii un sorriso sul suo viso.

<< Dunque signor commissario, quei cani erano cani, quei lamenti erano dei cani, sono un angelo a metà e stavo mandando via i cani lamentosi. E' soddisfatta o vuole sapere qualcosa'altro? >> Mi disse in tono sarcastico e concludendo tutto con un sorriso smagliante. 

<< Bhe direi che per ora posso ritenermi soddisfatta, signor "angelo a metà". >> Gli dissi imitando il suo tono e osservando i suoi occhi viola. 

<< Devi stare attenta Alessandra, e non devi uscire di notte, quei cani sono studenti del college. >>

<< Come studenti del college?! >> Gli strillai io pentendomi subito, lui mi tappò la bocca e quando gli feci cenno di lasciarmi respirare mollò la presa di colpo, chiedendomi scusa subito

<< Bhe, devi sapere che io e altri due studenti nella scuola siamo angeli a metà, mentre buona parte degli altri sono cani o demoni, devi stare attenta, ci sono anche degli studenti mezzi morti e sono i più pericolosi. Ti ho detto troppo, ma lo faccio perché mi fido di te e so che userai bene queste informazioni. >> Mi prese la mano e se la portò al petto, sentii i battiti del suo cuore molto accelerati. << Noi mezzi angeli abbiamo il cuore che corre, soprattutto quando ci mostriamo nella nostra vera forma. Se ti capita di avere la possibilità di ascoltare i battiti di qualcuno della scuola, cerca sempre di non trovare nessuno i cui battiti sono lenti o inesistenti. >>

<< Perché? >>

<< Nel primo caso sono demoni, nel secondo cani. Stai molto attenta Alessandra. >>

<< Il preside e i docenti lo sapevano vero? >>

<< Sì. >>

<< Che razza di... >>

<< Non incolpare loro, la colpa e di chi ci ha abbandonati, il Green College anzi, ci ha accolti come figli e non come bestie, quali siamo. >>

Sospirai abbattuta da tutte quelle informazioni e mi abbandonai sul gelido petto di Michele, che mi accolse abbracciandomi. Rimanemmo così per un po' e poi io alzai lo sguardo, incontrando quello di Michele a pochi centimetri, rimasi immobile e poi gli sussurrai:

<< Cosa c'è Michele? Sento il tuo respiro irregolare, sei preoccupato per qualcosa? >>

<< Per qualcuno che ho tra le braccia più che altro. >> Lo abbracciai, mi veniva spontaneo anche se praticamente non lo conoscevo per niente. Mi veniva anche spontaneo di stargli vicino, mi ero forse presa una cotta? Bhe, non era molto complicato innamorarsi di un angelo a metà, in fondo il suo aspetto è angelico sul serio... Ma non voglio pensare a questo. 

<< Michele, io non sono come gli studenti normali, vero? Cosa mi stai nascondendo? >> Lui sospirò e mi guardò negli occhi, mi persi nelle sue iridi viola mentre mi parlava.

<< Hai ragione, ti sto nascondendo una cosa, che forse è quella più importante, ma non sei ancora pronta per saperlo, quindi abbi pazienza, piccola curiosona. >> Mi sorrise e poi si alzò in piedi. 

<< Ora tu torni in camera e dormi, vero? >> Gli chiesi io fissandolo e alzandomi.

<< Mi piacerebbe, credimi. >>

<< Almeno mi accompagneresti nel dormitorio, "angelo a metà"? >> Lo fissai con dolcezza.

<< Solo fino al portone della scuola. >>

<< Okay, ma presto mi dovrai spiegare cosa fai a questi cani, perché, come sei diventato un angelo e molte altre cose. >>

<< Oh! Quindi l'interrogatorio non è ancora concluso signor commissario? >>

<< No. >> Mi voltai dandogli le spalle e lui rise, poi mi prese per mano ed insieme tornammo davanti al portone della scuola. 

<< Bene, divertiti a massacrare i cani, ma non ucciderli okay? >>

<< Va bene signor commissario. >> Senza che avessi il tempo di fare qualunque cosa, salutarlo, voltarmi o altro, mi baciò sulle labbra e poi scomparve. Per un attimo credetti d'essermelo sognato, ma poi sentii un gelo tremendo sulle labbra e capii che era successo tutto davvero. Rientrata in camera non udii più nessun rumore, capii il perché. 

Mi addormentai con in testa gli occhi viola di Michele. La giornata successiva non sarebbe stata meno faticosa di quella prima purtroppo...

 

 

 

***

 

 

 

Ciao a tutti lettori accaniti ^^

Vi piace la storia eh?? Mi fa piacere, mi diverto davvero molto ogni volta che scrivo un capitolo. Scusatemi se non ho aggiornato per un po' =S Rimedierò :D

Voi continuate così mi raccomando

A presto lettori accaniti ;)

Mary00

  
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