Poi sentii un rumore di passi. Vicino, sempre più vicino.
Un respiro sul mio collo.
Gridai spaventata e mi venne istintivo sferrare una gomitata nell'area in cui avevo sentito uno strano calore sul mio collo.
Mi voltai e vidi un ragazzo.
Più alto di me, vestito interamente di nero, come l'oscurità che mi circondava, pallido, la carnagione si confondeva quasi coi capelli bianchi e lucenti.
Ma la cosa che più mi colpì in quell'istante furono gli occhi. Brillanti e impertinenti occhi rossicci.
Rimasi spaesata e senza parole.
Quando il ragazzo parlò riconobbi la voce sentita poco fa. Chi era quella strana figura che mi si parava davanti?
- Tu sei morta - disse sorridendo malizioso e divertito - Non sei che un'anima persa nell'oblio -
Mi irritava sentirmelo dire, cosicché gli sferrai uno schiaffo in volto. O almeno ci provai. Mi fermò veloce il polso senza esitazioni.
- Tu vuoi vendetta, e io cerco qualcuno da vendicare - continuò lui sorridendo.
- Chi sei? - ringhiai a denti stretti.
Lui mi lasciò il polso e fece spallucce - Io viaggio. Sono un viaggiatore e null'altro. Il tempo e lo spazio per me non esistono nemmeno. Io non ho limiti e confini -
Rimasi in silenzio ad ascoltarlo, osservando la naturalezza con la quale parlava.
- Io sono annoiato - disse infine.
Lo guardai perplessa e stupita, il mio sguardo interrogativo gli fece capire che doveva spiegarsi meglio.
- Io, me medesimo, la mia magnifica persona. Sono annoiato -
Rimassi spiazzata. Ma si poteva definire persona quell'essere?
- In questa infinita esistenza non ho nulla da fare che seguire le commedie di voi umani. Le vostre vite non sono altro che uno spettacolo per me - concluse lui.
- Tuttavia - proseguì con l'ennesimo sorriso misterioso - Ogni tanto mi piace degnarvi della mia visita, ogni tanto vi dedico la mia presenza umani - sentenziò.
Inutile dire che una persona così mi faceva girare i nervi, avrei voluto prenderlo a pugni, a calci, farlo nero più di quando già non fosse vestito di quel colore, ma molto probabilmente in quel momento sarebbe stato inutile.
Capii che non era un inferno. Quella era la sua dimensione. Il suo regno.
- Io ti darò la vendetta contro quell'uomo se è questo che vuoi, tu non devi fare altro che chiudere gli occhi e credere nel mio potere. Ti donerò una nuova esistenza -
Non so cosa mi spinse a credergli.
Mi mise una mano sugli occhi e sussurrò un'ultima frase - L'unico tuo compito in questo gioco è quello di non deludermi donna, non mi annoiare -
Poi, come se fossi morta di nuovo, mi sentii scomparire.