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Autore: Gold Scorpio    16/10/2005    1 recensioni
Salve a tutti, sono felice che abbiate trovato il tempo di leggere questa mia fan-fic, che è in assoluto la prima storia che scrivo: vi chiedo quindi di avere pazienza se non risulterà essere granchè. Avevo veramente voglia di scrivere qualcosa ambientato nel mondo di Harry Potter, quindi ho deciso di provare a vedere cosa ne viene fuori. Sono molto curioso di sapere cosa ne pensate e, nel caso, sarò felice di accettare consigli e suggerimenti. Ho pensato di utilizzare un personaggio del tutto inedito, Milo, e di ambientare le vicende durante gli avvenimenti narrati ne "Il Calice di Fuoco". Non ci sono assolutamente spoiler, anche perchè non ho ancora letto il sesto libro... :) Devo inoltre avvisarvi che ho pesantemente rivisto i primi capitoli, per correggere gli errori e renderli più coerenti con i successivi: anche se li avete già letti sarebbe meglio dare loro un'altra occhiata. Bene, ho detto tutto: buona lettura!
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11.

Milo e Pansy si mossero lentamente verso la porta dello sgabuzzino, preoccupandosi di non fare il minimo rumore. Era probabile che – come nel dormitorio di Serpeverde – il deposito fosse nascosto dietro una porta mimetizzata nella parete ed usato prevalentemente dagli elfi domestici durante il lavoro pulizia.

L'unica opzione possibile per uscire da lì senza fare danni, dunque, era di attendere che la Sala Comune si svuotasse. I due ragazzi sapevano che era da poco suonata la campana della colazione: buona parte degli studenti erano probabilmente già scesi in Sala Grande ed anche gli ultimi ritardatari avrebbero lasciato la casa da lì ad un'ora, quando sarebbero cominciate le lezioni. Si trattava solo di aspettare.

Pansy si inginocchiò davanti alla porta, posando l'orecchio per cercare di cogliere qualche discorso, in modo da capire in quale casa erano capitati. Milo invece si tolse la giacca e si sedette con la schiena appoggiata al muro:

- Ho bisogno di rifiatare un po' dopo una nottata come questa – pensò, ma non appena chiuse gli occhi scivolò lentamente nell'oblio...

 

 

- Signore! Signore! Si svegli! –

Una vocina agitata interruppe il sonno di Milo, mentre due mani gli stavano scuotendo le spalle.

Aprì gli occhi e si trovò davanti il viso preoccupato di un elfo domestico.

- Cosa state facendo qui, signore? Questa non è la vostra casa! Grossi guai se vi scoprono... –

Milo era ancora intontito. Sbadigliando si sfregò gli occhi, mentre lentamente recuperava consapevolezza della situazione... erano ancora nello sgabuzzino!

Il sonno passò in un attimo, mentre scattava agilmente in piedi. Davanti a lui Pansy stava ancora dormendo: aveva preso alcune lenzuola dalle mensole e si era fatta un cuscino di fortuna. Forse anche lei aveva pensato di riposarsi un attimo, in attesa che il dormitorio si svuotasse.

- Ma che stupida! – pensò Milo – Avrebbe dovuto svegliare me, non mettersi a dormire anche lei! –

- Che ore sono? – chiese all'elfo.

- E' mezzogiorno, signore. Noi abbiamo appena finito di fare le pulizie e ce ne stavamo andando, quando vi abbiamo trovato. Dovete sbrigarvi, tra poco i Grifondoro tornano! –

- I Grifondoro? I Grifondoro!!! Maledizione! – si chinò sulla compagna e cominciò a scuoterla:

- Pansy! Pansy! Svegliati, ce ne dobbiamo andare... –

- Ancora un minuto, papà – farfugliò una Pansy ancora visibilmente addormentata.

Milo non perse tempo, la tirò su a forza e se la caricò in spalla, quindi si rivolse all'elfo:

- Per favore, guidaci fuori da qui! –

L'essere non se lo fece ripetere due volte, evidentemente era preoccupato quanto loro di non farsi sorprendere lì, sarebbe stata una grande vergogna per un elfo domestico mostrarsi agli studenti, la maggior parte dei quali credeva ancora che le stanze si riordinassero magicamente.

Come immaginato da Milo, la porta si apriva sulla Sala Comune ma risultava praticamente invisibile dall'esterno, nascosta com'era dietro un arazzo.

L'elfo indicò sbracciandosi l'uscita dalla casa e Milo vi si diresse di corsa, ma dovette arrestarsi quando da dietro gli giunse un richiamo:

- La sua giacca, signore! Ha dimenticato la giacca! –

Il ragazzo si fermò, mentre l'elfo lo raggiungeva. Nel frattempo anche Pansy aveva cominciato finalmente a realizzare la situazione:

- Mettimi giù, Ogilvie, sono sveglia, adesso! –

Milo fu ben felice di liberarsi di quel peso: la posò a terra e si rimise la giacca. Nel frattempo Pansy si era avvicinata all'uscita, ma qualcosa la fece irrigidire: da fuori provenivano distintamente delle risate. Alcuni Grifondoro stavano tornando.

La ragazza tornò sui propri passi:

– Dobbiamo tornare nello sgabuzzino – disse

- Scherzi? Rischiamo di restare bloccati fino a domattina –

- Allora cosa proponi? Che altre alternative ci sono?

Come folgorati dalla medesima intuizione, i due ragazzi si volsero verso l'elfo: questi li guardò con aria interrogativa, poi parve capire.

- Da questa parte, signori. Seguitemi! –

Si diressero verso una delle due porte poste dall'altra parte della stanza, presumibilmente l'entrata dei dormitori; mentre passava accanto allo sgabuzzino Milo notò che la porta era aperta, ma non aveva il tempo materiale di fermarsi a chiuderla.

- A destra, a destra – squittì l'elfo – o il signore non sarà in grado di salire! –

- I dormitori femminili sono sempre ben protetti, a quanto vedo... evidentemente nemmeno i ragazzi Grifondoro sono molto affidabili – ironizzò Pansy.

Si infilarono di volata dietro alla porta indicata dall'elfo e cominciarono a salire una scala chiocciola; ad un certo punto la loro guida si arrestò. Agili dita tastarono il muro di pietra, premendo pulsanti invisibili agli occhi di chiunque altro, ed un passaggio si aprì nella fredda pietra. Era attraverso di essi che gli elfi accedevano alle varie aree di Hogwarts per sbrigare le faccende di ogni giorno e rappresentavano anche l'unica via di scampo per i due Serpeverde.

- Camminate a testa bassa, mi raccomando – disse, prima di sparire all'interno dell'apertura.

In effetti il passaggio appariva stretto e basso, ma comunque praticabile. I due ragazzi seguirono la creatura per diversi minuti finché raggiunsero una nuova porta. L'elfo fece loro cenno di attraversarla e quando furono dall'altra parte bisbigliò loro:

- Mi raccomando, voi non ha visto niente! –

Detto questo richiuse il passaggio dietro di sé e sparì. Milo e Pansy si ritrovarono nuovamente sfiniti, dopo l'ennesimo spavento e la corsa a perdifiato attraverso lo stretto corridoio. Come se non bastasse erano davvero malconci, nel fisico e nell'aspetto: i volti erano stanchi, i capelli spettinati, gli abiti stropicciati... difficilmente sarebbero passati inosservati se qualcuno li avesse visti.

- Per fortuna quello stupido essere ci ha portati vicino alla nostra casa... – disse infine Pansy.

- Eh? –

- Siamo nella sala dei trofei, non vedi? Siamo abbastanza vicini... –

- Hai ragione... e conviene muoversi prima che la pausa pranzo termini –

I due ragazzi uscirono dalla stanza e si mossero velocemente verso la casa Serpeverde. Non avevano più tempo né voglia di usare cautela, ormai confidavano solo nella sorte, che li aiutasse a non incrociare nessuno.

Avevano quasi raggiunto la loro meta quando intravidero una figura in fondo al corridoio: Milo non fece in tempo a capire di chi si trattasse che si sentì spingere con forza. Colto alla sprovvista, cadde ruzzolando e sbatté violentemente contro il muro: era finito in una piccola nicchia.

Pansy l'aveva spinto, ma perchè?

Ancora intontito udì i passi della ragazza che si allontanavano, mentre in fondo al corridoio una voce nota parlò:

- Pansy? Dove diavolo eri finita?

Era Draco Malfoy...

   
 
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