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Autore: _Aniko_    23/08/2010    3 recensioni
“Una goccia d’acqua sale i gradini della scala. La senti?” “Una goccia di disperazione si disperde nell’oscurità. La senti?” La goccia ha finito di salire le scale ed è arrivata al capolinea, c’è qualcuno.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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I personaggi appartengono a Masashi Kishimoto!



Una goccia d’acqua sale i gradini della scala. La senti?”

Una goccia di disperazione si disperde nell’oscurità. La senti?”

La goccia ha finito di salire le scale ed è arrivata al capolinea, c’è qualcuno.

Un pugnale si infila in un muscolo particolare. Lo senti?”

La goccia si trasforma in una lama d’acciaio e colpisce il cuore di quella persona, ora ce n’è anche un’altra. Anche lei viene trafitta.

Lo senti, vero?”

Un ringhio assordante lacera l’oscurità.

Certo che la senti, perché noi siamo la stessa cosa. Ti hanno rinchiuso dentro di me quando ancora non sapevo parlare né camminare. Tu hai provato ad uscire, a prendere il sopravvento su di me, e ce l’hai fatta. Ma lui ti ha rispedito dietro le sbarre, nell’oscurità. Grazie a lui sei uscita ma grazie a lui sei anche rientrata. Ed ora non ti muoverai più. Se tu non ti fossi abituata a vivere dentro al corpo di un uomo a quest’ora staresti di nuovo fuori, perché adesso sono troppo debole per impedirti di uscire. Ma no, tu ora non fai niente. Stai ferma lì e piangi con me. Ogni lacrima che scende sul mio viso lacera entrambi i nostri cuori. È peggio di un rasenshuriken. È peggio. Questo fa molto più male. Perché lui era lui, Sasuke.”

Un altro ruggito lacera il buio e una goccia rimbomba cadendo sul pavimento. Una sola parola riecheggia nell’aria, un solo nome:

Sasuke…”

In quel luogo oscuro tutto si ferma, tranne il rimbombo della parola e delle gocce che cadono nel vuoto.

Sasuke…”


Quella notte Naruto non riusciva a dormire, perché nella sua mente c’era solo una persona: Sasuke Uchiha. Tutte le immagini, le parole, i suoni e gli odori della loro infanzia passata insieme gli riaffiorano nella mente. Naruto provava a scacciarli, ma non ci riusciva. Non mangiava e non dormiva. E se Naruto non mangia, è una tragedia! Il maestro Iruka glielo diceva sempre: -“Naruto, il giorno in cui non toccherai più cibo sarà perché una persona a te molto cara morirà.”- E aveva ragione. Ha sempre avuto ragione, soprattutto quando si trattava di Naruto. In fondo lo vedeva come un figlio e il ragazzo considerava il maestro come il padre, che non aveva mai conosciuto.|

Incredibile! Era riuscito a scacciare per un momento Sasuke dalla sua testa. E come aveva fatto? Aprendola. Pensando e tirando fuori tutto quello che c’era rinchiuso da troppo tempo. Doveva assolutamente parlare con qualcuno.

Si alzò dal letto e guardò la sveglia: segnava le 12:01. Troppo tardi. Non poteva andare a svegliare qualcuno solo perché voleva sfogarsi. Impossibile. Doveva trovare qualcuno altro a cui raccontare tutto. Mise le ciabatte e si diresse in cucina. Aprì il frigo e bevve un sorso di latte. In quel momento un miagolio lo fece sobbalzare. Ma certo, il gatto! A lui poteva raccontare tutto! In fin dei conti a quale miglior persona, o animale, può raccontare le cose Naruto? All’altro Naruto! (Avrebbe voluto uccidere Sakura per aver messo al gatto lo stesso nome del padrone). Prese in braccio il povero malcapitato e se lo portò a letto. Si mise sotto le coperte e fece accoccolare il gatto sulle sue gambe. Ecco, era giunto il momento.

-“Su, avanti, Naruto, apri la mente. Pensa, pensa…”-.

Il gatto lo guardava con aria scettica, non capiva che cosa stesse facendo il suo padrone che si era fermato a guardare un punto indefinito della stanza con aria ebete. Dopo pochi istanti il biondo si mise ad accarezzare l’animale, e iniziò.

-“Mi ricordo tutto di Sasuke, sai? Non mi sono scordato niente. Ma ci sono degli episodi in particolare che mi premono. Li vuoi sapere?”-.

Il gatto miagolò guardando il ragazzo con i suoi profondi occhi azzurri.

-“Lo prendo come un sì!”-. Abbozzò un sorriso.

Così si mise a raccontare tutti gli episodi che aveva vissuto con Sasuke: le giornate in Accademia, quel pomeriggio al molo quando erano bambini e la Valle d’Epilogo, lì dove tutto era finito. Lì Sasuke gli aveva detto definitivamente addio. Lì il suo cuore si era spaccato. Lì il suo migliore amico, suo fratello, il teme, se ne era andato. Già, Naruto lo considerava come un fratello. Lì Sasuke lo aveva abbandonato per inseguire il suo stupido sogno, o incubo. Uccidere suo fratello, Itachi Uchiha, e vendicare così il suo clan.

Anche Naruto aveva i suoi sogni, bellissimi sogni. Ma non era più un bambino.

Sognava di diventare Hokage.

Sognava di rendere Sakura, la sua amata, felice.

Sognava di sposarsi con quest’ultima.

Sognava di riportare indietro Sasuke.

Sognava di stare per sempre con il Suo teme.

Ma Hokage non era diventato, Sakura non era felice, non si era sposato con lei, non aveva riportato a casa Sasuke e il Suo teme non c’era più. Già il “Suo” teme. Aveva proprio usato quella parola. Sasuke era stato: il suo rivale, il suo migliore amico, suo fratello e… no, non poteva essere. Non poteva davvero essersi innamorato di lui. Era assurdo. Eppure era così. Quel “Suo” davanti a teme significava proprio questo.

Solo sogni. Stupidi ed irrealizzabili sogni di uno stupido bambino, Naruto. Aveva sperato fino all’ultimo di riuscire a fare tutte queste cose e ogni volta che un suo sogno andava in frantumi come uno specchio quando viene colpito da una spazzola di ferro, un pezzo del suo cuore si crepava. Ma l’ultimo suo sogno infranto aveva dato il colpo di grazia. Aveva definitivamente spaccato il suo cuore in due. Il suo teme non c’era più. Lui lo aveva aspettato per tanto tempo e prima ancora lo aveva cercato in lungo e in largo e più volte, era anche andato vicinissimo a riportarlo indietro, ma niente. Non ce l’aveva fatta o almeno non del tutto. Infatti Naruto se ne era andato da Konoha. Era stato in giro per ben due anni. Non voleva tornare perché tutto lì gli ricordava Sasuke. Ma poi si decise a tornare indietro, in fondo anche se si trovava in capo al mondo, pensava all’Uchiha. Ed eccola, la porta della città. Se la ricordava bene, niente era cambiato in due anni, o così sembrava. Era il primo di agosto. Quel giorno non se lo sarebbe più scordato. Varcò la porta del villaggio e vide Sakura che lo aspettava. Gli saltò al collo piangendo e glielo disse. Gli disse che Sasuke era morto. Naruto si ricordava ancora quello che aveva provato. Gli sembrò che il mondo gli fosse caduto addosso. Da quel giorno tutto era peggiorato.

È così che Naruto finì di raccontare al gatto la sua vita. Abbassò gli occhi verso la bestia e smise di accarezzarla. Si era addormentato. E così anche Naruto decise di abbandonarsi tra le braccia di Morfeo. L’ orologio segnava le 04:10.

Verso le 11:00 Naruto si alzò molto riposato perché, per la prima volta dopo un mese, era riuscito a dormire. Si diresse in bagno e si fece una lunghissima doccia. Si vestì e decise di andare a fare colazione al chiosco di ramen. Era da tanto che non ci andava. Stava per aprire la porta, quando vide per terra una lettera. Nessuno gli spediva mai niente. La prese in mano. Non aveva idea di chi gliela avesse spedita, infatti nella busta c’era solo una scritta: per Naruto Uzumaki. Il biondo la aprì lentamente e ne estrasse un foglietto, recante l’elegante grafia di Sasuke.

Dobe sono tornato per te.

Ti amo,

il Tuo teme.”

Il suo cuore mancò un battito. Non poteva crederci. Naruto iniziò ad annaspare in cerca d’aria. I suoi polmoni si erano improvvisamente chiusi come se avesse ricevuto un pugno in pieno stomaco. Andò in bagno e si sciacquò la faccia. Una volta riprese le staffe ,si catapultò fuori di casa. Corse, corse e corse fino a raggiungere quel posto. Vide di nuovo quella lapide. Lì riposava Sasuke. Si abbassò e con una mano andò a toccare il nome del compagno sulla lapide dicendo:-“Anche io ti amo teme! Aspettami!”-. In quell’istante si alzò un po’ di vento. Le foglie iniziarono a vorticare nell’aria. Naruto sentì chiaramente una parola: -“Dobe…”-. Un sussurro non proveniente dal vento, ma da lui. Non fece in tempo a reagire che due labbra si posarono sulle sue. Due labbra che non avevano consistenza. Due mani gli accarezzarono i capelli. Era lui. Era il Suo teme. Dopo brevi istanti il vento sparì e con esso anche lo spirito dell’Uchiha.

-“Teme…”-. Sul volto di Naruto comparve un sorriso. Il Suo teme lo avrebbe aspettato. Una lacrima di felicità gli rigò il volto. Sollevato si alzò e si diresse verso il chiosco di ramen, intento a farsi una scorpacciata come non faceva ormai da anni.


Una goccia d’acqua sale i gradini della scala. La senti?”

Certo che la senti, ma questa sarà l’ultima volta, perché lui mi aspetterà.




Lasciate un commentino? Grazie ^^



Risposta alle recensioni:

@ Vivvinasme: Grazie mille per la recensione! Mi fa davvero piacere sapere che quello che scrivo emoziona altre persone oltre a me! ^^ Devo dire che ad un certo punto della storia i personaggi hanno iniziato a “muoversi” da soli, quindi forse è più merito loro che mio! xD

Comunque, ha preso un colpo anche a me quando, dopo aver pubblicato la ficcy, non mi caricava il testo! O.O Ci sono rimasta male! xD Ma con fortuna ho risolto...^^

Grazie ancora, baci.

@ Ryanforever: Grazie mille! ^^ Baci

@ XxLucyXx: Amoreeee! <3 Era ora che ti facevi 'sto account! Hahah, èèè Patri e i fiumi di lacrime! *xD Bhè comunque sono tanto felice che ti sia piaciuta! Sei il migliore critico che ho! ^^ Ti amo ->SasuNaru is love<-

   
 
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