Piccoli
momenti di vita quotidiana
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Fifteenth! Sacrifice!
«Can you help me?
Hold me.
Whisper to me, softly.
Move your hands across me.
Take my worries from me.
I will sacrifice.»
(Sacrifice – t.a.t.u.)
Di
casa Potter non era rimasto più nulla, solo una gran quantità di macerie.
Questo vide un grosso gigante con indosso un enorme pastrano di seconda mano.
Strinse i pugni, cercando in tutti i modi di trattenere una gran quantità di
lacrime, che non appena tentarono di scendere lungo le sue guance, furono
asciugate da una sua tozza mano. Si fece coraggio ed avanzò verso quello che
rimaneva della casa. Cercò di vedere qualcosa in quell’enorme polverone.
Sperava vivamente di trovare qualche sopravvissuto. Era davvero demoralizzato,
ma d’un tratto udì quella voce. La voce di un bambino che piangeva. Il piccolo
Harry doveva essere ancora lì. Si mise ad afferrare e a lanciare alla rinfusa i
pezzi di mattone e i calcinacci che gli impedivano la ricerca. Continuò a
cercare, ascoltando il pianto del bambino. Cambiò luogo di ricerca un paio di
volte, finché non lo trovò. Lo prese in braccio, mostrando un’espressione
intenerita. Notò una piccola ferita sulla fronte del bimbo e, scuotendo un po’
il suo ombrello, nel quale era contenuta la sua bacchetta, gliela rimarginò.
“Ecco
fatto, marmocchio. Ora non piangere più”, disse, poi tirò su col naso, cercando
di evitare di rimettersi a piangere “E’… E’ tutto passato”.
Il
bambino finalmente si calmò e gli rivolse un piccolo sorriso. Il gigante diede
un’ultima occhiata ai resti di casa Potter, poi si avviò verso una motocicletta
parcheggiata nel vialetto. Posizionò con cura il piccolo tra le sue braccia e
inforcò il mezzo di trasporto. Un rombo assordante scaturì dal motore e poi la
motocicletta si alzò in volo. Il gigante dopo una decina di minuti diede uno
sguardo al bambino. Harry dormiva beato tra le sue braccia.
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La
motocicletta sfrecciò nel buio di Privet Drive e
atterrò sull’asfalto nei pressi di due persone anziane, un uomo e una donna.
“Hagrid!”, esclamò con tono di sollievo l’uomo, che aveva
una lunga barba bianca infilata nella cintura, degli occhiali a mezza luna e
uno strambo abbigliamento “Finalmente! Ma dove hai preso quel veicolo?”.
“Un
prestito, professor Silente”, disse Hagrid, scendendo
con circospezione dalla motocicletta “Del giovane Sirius
Black”.
“Ci
sono stati dei problemi?”.
“No,
signore. Il marmocchio si è addormentato, mentre volavamo su Bristol. Cerchi di
non svegliarlo”, rispose Hagrid, deponendo l’involto
di coperte tra le braccia di Silente, che cominciò a camminare in direzione di
quella che d’ora in poi sarebbe stata la casa del piccolo Harry.
La
donna che era con lui lo seguì, insieme al gigante, e guardò con aria
preoccupata, prima il piccolo e poi l’uomo anziano. “Albus,
crede davvero che sia il caso di lasciarlo con queste persone? Li ho osservati
tutto il giorno. Sono la peggior specie di babbani
immaginabile”, disse storcendo la bocca in un espressione che rasentava il
disgusto.
“Sono
i soli parenti che ha, Minerva”, le spiegò Albus.
“Questo
piccino diventerà famoso. Non ci sarà bambino nel nostro mondo che non
conoscerà il suo nome”, obiettò lei.
“Esatto”,
annuì l’altro, mentre Hagrid assisteva alla scena,
trattenendo a stento le lacrime “Sarà molto meglio per lui crescere lontano da
tutto questo, finché non sarà pronto”. Detto questo, Albus
Silente si fermò e poggiò il fagotto davanti all’ingresso del numero 4 di Privet Drive. Hagrid intanto si
schiarì la voce, il viso coperto di lacrime. “Suvvia, Hagrid!
Questo non è un vero addio dopotutto”, lo consolò l’uomo anziano.
Hagrid annuì, asciugandosi i lacrimoni,
mentre Silente gli posizionava accuratamente una lettera tra le coperte. I tre
guardarono ancora per qualche istante il piccolo addormentato. “Buona fortuna,
Harry”, sussurrò Silente, mentre in tutto il mondo magico c’era gente che si
riuniva in segreto e levava i calici per brindare a Harry Potter, il bambino che è sopravvissuto.
FINE
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ANGOLINO DELL’AUTRICE
Salve a tutti, ragazzi. Eccomi qui con questo tristissimo ultimo capitolo,
dopo secoli di assenza. E’ incredibile quanto mi ci sia voluto per completarlo,
ma, del resto, la stessa sorte è toccata alle altre fan fiction.
Vorrei passare subito ai vari ringraziamenti. Grazie:
- Ai
recensori: TOTTIKUN; ale03; ginny_potter94; ThePirateSDaughter;
AikoSenoo; Ookami_90; Scribak.
- Alle
persone che hanno preferito e seguito la fan fiction: 23 e 28 persone.
- E a
coloro che l’hanno letta di nascosto.
Detto questo vi lascio ai vostri affarucci (come
sempre). Alla prossima! Baci!
Vale-chan