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Autore: PattyOnTheRollercoaster    25/08/2010    6 recensioni
“Lei non lo sa” disse Edward con voce tremante. “Non si ricorda di nulla. E’ ferma a quando mi ha incontrato per la prima volta, a scuola, quasi due anni fa”.
Alice si irrigidì. “Quindi non sa che cosa è successo? Non sa della … trasformazione? Non sa di noi?”.
“Renesmee” sussurrò Edward.
L’unica cosa, davvero stupida, che mi venne da chiedere in quel momento fu: “Ce l’avete una tachipirina? Mi brucia la gola in modo pazzesco”.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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4.La caccia al tesoro


Il biglietto era scritto in una calligrafia elegante e ordinata. Oltretutto la carta utilizzata era molto bella: era spessa con decorazioni in rilievo e i bordi dorati.
Dentro c’era scritto:

Ho pensato che una piccola caccia al tesoro ti sarebbe stata utile per farti fare un giro della zona. Inoltre mi pare un modo bellissimo per riconquistarti. Non è originale? Quando eri umana non l’hai mai fatto.
Trova i tuoi regali di natale da parte mia, ma fai in fretta, hai tempo solo per oggi. Domani è la vigilia e i negozi saranno chiusi. Mi sono avvalso dell’aiuto di diverse commesse per la tua ‘caccia’. Non le spaventare, mi raccomando. E non assaggiarne nemmeno una goccia!
Ci vediamo alla fine,
Edward

Sorrisi piano e misi il biglietto in tasca. Dovevo ammettere che quella trovata mi piaceva molto: un caccia al tesoro in giro per tutta la città. Insomma, non che orks sia troppo grande, ma ci si accontenta. La prima cosa che pensai fu: Ma quel leso non me lo ha dato l’indizio? Incerta su cosa fare, ma decisa a scoprire tutto, incominciai ad aggirarmi per la casa.
Gli altri spevano tutto della mia caccia al tesoro, e mi osservavano divertiti. L’unico che non c’era era Edward ovviamente, che, chissà dove, mi aspettava pazientemente.
Pensai a che cosa avrebbe potuto esserci in casa che avrebbe potuto costituire un indizio. Renesmee fu la mia prima risposta. Lei e Rosalie stavano passeggiando qua e là per la casa, così mi avvicinai e tesi le braccia verso di lei.
“Posso?” chiesi retoricamente. Ci mancava altro che mi dicesse di no!
“Ma certo” disse Rosalie passandomi la bambina.
“Renesmee… per caso tuo papà ti ha detto qualcosa riguardo alla caccia al tesoro che sto facendo? Ti ha chiesto di consegnarmi qualcosa?” domandai speranzosa.
Lei non disse nulla, ma posò la sua manina paffuta e perfetta sulla mia guancia. Vidi il ritratto di un bellissimo uomo, e al suo fianco un vecchio molto brutto, steso in terra, morto.
“Ma che cosa diavolo ti fa vedere quell’uomo?!” chiesi scandalizzata. “Lo troverò di sicuro, e quando lo farò gliene succederà di ogni per questo scherzetto” dissi fra me e me. “E poi che cosa vorrebbe dire?”.
Iniziai a passeggiare per la stanza, e per caso capitai accanto alla grossa libreria che occupava gran parte dello studio. Guardando distrattamente i libri continuai a pensare, ma non trovavo soluzione. Poi, ad un tratto …
“Ma certo! Il ritratto di Dorian Gray” dissi rivolta a Renesmee. “Quello si che è un vero classico. Deve esserci in questa libreria”.
Non mi ci volle molto ad individuare un libricino sgualcito dalla copertina marrone. Mentalmente, ringraziai Edward per questa piccola visita alla libreria, non gli era certo sfuggito che ogni volta che potevo guardavo tutti i libri dal primo all’ultimo. In quel momento pensai che, sebbeno non lo conoscessi, lui conosceva me come le sue tasche. Per un attimo, mi corse un brivido lungo la schiena. Sfilai dalla moltitudine di libri il prescelto e lo aprii. Dentro vi trovai un altro biglietto. “Si!” esclamai. “Allora, senti qua Renesmee: Lo so che adesso vorrai picchiarmi, ma Renesemee si è offerta volontaria per la tua caccia al tesoro. L’indizio che dovrai scovare adesso fa parte dei regali di natale, lo troverai fra gli oggetti dimenticati”.
Guardai Renesmee. “Io so che cos’è” disse lei raggiante.
“Me lo dici?”.
Scosse la testa e sorrise.
“Vi site messi d’accorod eh?”.
Che cosa potevano essere gli oggetti dimenticati? Di sicuro una metafora per qualcosa. Un’oggetto dimenticato… perché era dimenticato? Qualcosa di dimenticato era qualcosa che non serviva più. O qualcosa di inutile e vecchio.
Carlisle!
No, no… che ragionamento complicato. E poi Carlisle non è inutile -anche se molto, molto vecchio-.
Forse avevo scelto l’approccio sbagliato. Io dovevo trovare quella cosa, dovevo cercarla nella casa. Dove stanno gli oggetti dimenticati? In cantina. Andai a controllare ma, a parte le auto, le moto, e diverse altre cose, non trovai nulla. Ci pensai ancora un po’. Oggetti dimenticati… b’è in effetti la cantina era un locale abbastanza utilizzato nelle famiglie. Allora forse…
Andai in soffitta e, aperta la porta, vidi lì nel centro della stanza dal soffitto in legno inclinato una bicicletta azzurra. Nel cestino portaoggetti c’era una cartina. Presi la bici e la portai di sotto, lasciai Renesemee alle cure di Jacob e mi voltai verso gli altri.
“Non sarebbe tutto molto più semplice se mi diceste dove devo andare?” chiesi senza troppe speranze.
“Andiamo Bella! Deve essere così divertente!” esclamò Alice. “Non sai cosa darei per essere al tuo posto”. Al che Jasper si girò con sospetto verso di lei.
“Guarda te lo cederei volentieri se questa bici non fosse così bella” dissi spingendo la bicicletta fuori dalla porta. “Ci vediamo! Auguratemi buona fortuna!”.
“In culo alla balena!” esclamò Emmett.
“Che schifo! Spero proprio di no!” esclamai ridendo prima di imboccare il vialetto per uscire da casa.
Presi la cartina e la esaminai. In rosso c’era tracciato un percorso e lo seguii. Arrivai fino al centro di Forks, in un negozio che vendeva scarpe. Entrai, facendo suonare il campanello. Una commessa si voltò verso di me e sorrise gentile.
“Posso aiutarla?” chiese.
“Hm, si. Sono venuta qui perché… devo cercare un… indizio” borbottai incerta.
“Oh” disse lei divertita e stupita. “Lei è la signora Cullen?” chiese.
“Si” bisbigliai.
“Venga, da questa parte” disse facendomi strada verso il retro del negozio. Una volta lì, dove c’erano ammontacchiate diverse scatole, ne prese una e me la porse. “Ecco, mi hanno detto di darle questa quando fosse arrivata”.
“Grazie mille”.
“Può sedersi pure qui” disse indicandomi una panca in legno. Ancora sorridendo amabilmente si voltò e uscì dalla stanza. Incuriosita aprii la scatola e dentro (non so davvero che cosa mi aspettassi) c’erano delle infradito colorate. Sospirai pesantemente e le tirai fuori dalla scatola. Dentro c’era anche un bigliettino, con disegnato sopra un drink con un ombrellino colorato e sotto: Indossale, ti serviranno per dove stai andando.
Tolsi le scarpe che avevo indosso e misi le infradito. Ringraziando la commessa, che era stata davvero molto gentile e carina, uscii dal negozio. Misi nel cesto della bicicletta il bigliettino e le vecchie scarpe, assieme alla mappa, e ripartii alla volta della spiaggia di La Push.
Per un umano sarebbe stata una fatica non indifferente pedalare fino a lì, a meno che non si trattasse di un ciclista, ma a me piacque. Durante il viaggio presi l’i-pod e ascoltai un po’ di musica. Mai la riproduzione casuale era stata più azzeccata. Ci misi pochissimo ad arrivare alla spiaggia. Considerato che avevo inziato la ricerca alle due del pomeriggio ed erano solo le quattro quando arrivai a La Push, mi sentivo realizzata.
Allora, le infradito mi suggerivano di andare alla spiaggia, anche se sarei sembrata molto strana con addosso le infradito il ventité di Dicembre, ma non importava. Il disegno dell’ombrellino invece mi suggeriva di andare a cercare un bar nei pressi della spiaggia.
E lo trovai sul serio. Era uno di quei bar per turisti, proprio sulla spiaggia, fatto come una specie di capanna di bambù. Non so perché i bar sulla spiaggia si ostinino ad usare i bambu, a me fanno pensare ai panda più che ad un luogo tropicale. Pensavo che probabilmente quel bar aveva aperto solo per me, perché non c’era un cane in giro. Ops! Dire cane di questi tempi, e a La Push, è poco diplomatico.
“Salve” dissi entrando nella capanna.
Un ragazzo e una ragazza che stavano dietro al bancone si voltarono verso di me. “Bella?” chiese lui con gli occhi ridotti a fessure indicandomi con un dito.
“Esatto”.
“Oh wow! Per me sei diventata una specie di leggenda!” esclamò la ragazza facendo il giro del bancone per raggiungermi. “Tu e il tuo ragazzo” continuò.
“Perché?” chiesi divertita.
“Perché è così romantico!” esclamò sorridendo e guardando verso l’alto. “Una caccia al tesoro lungo tutta la città per darti i tuoi regali di natale”.
Sorrisi piano. In effetti era la seconda persona che me lo diceva quel giorno. Dovevo quindi considerarmi fortunata? Edward era diventato improvvisamente un buon partito.
Il ragazzo mi raggiunse anche lui sorridendo e mi porse una busta. “Tieni. Il tuo ragazzo ci ha detto di darti questo. Buona fortuna” mi disse.
“Grazie”. Uscii e aprii la busta. Dentro c’era una scatoletta e una cartolina. Dentro la scatola c’era una bellissima collana dorata con un ciondolo a forma di B, nella cartolina invece c’era uno scoglio che svettava alto sul mare. Mi sembrava di averlo già visto, ma non ricordavo bene dove o quando. Forse in una vita passata o qualcosa del genere. Dietro la cartolina Edward aveva scritto: lo scoglio dal quale ti tuffasti.
Ah! Quindi avevo fatto qualcosa di emozionante in vita mia! Scesi sulla spiaggia e mi guardai attorno. In lontananza, alla mia sinistra, vidi lo scoglio. Non poteva che essere lui. Presi di nuovo la mia fidata bici, salii sulla strada e cominciai a pedalare verso di lui.
Quando frenai, di botto, vidi Edward seduto a gambe incrociate, voltato verso il mare, proprio sulla punta dello scoglio. Lasciai la bici e lo raggiunsi, sedendomi al suo fianco, nella sua stessa identica posizione. Il profumo del mare era qualcosa di incredibile, era salato e secco ma bagnato e dolciastro al tempo stesso. Fresco, movimentato…
“Hai messo la collana. E anche le infradito” notò Edward continuando a guardare il mare, i capelli rossicci che si muovevano con la brezza marina.
“Si. Grazie. Anche per la bici, mi piace molto” risposi io.
“Di nulla. Sai… credevo che quando ti saresti svegliata, tutto sarebbe stato perfetto… per noi” la sua voce morì nel pronunciare le ultime due parole, e lui abbassò lo sguardo.
Mi morsi le labbra. “Forse potrà ancora essere così. Se…”
“No Bella. Non voglio che tu ti debba sforzare. Tu non mi ami più. E per quanti sforzi stia facendo non riesci a ricordare quello che avevamo. Forse non era abbastanza forte. Non abbastanza da vincere una semplice anmesia. Una malattia umana” disse tristemente. “Ho qui con me un’ultimo regalo” continuò.
“E che cos’è?” chiesi.
Edward si voltò verso di me. Lo fece così lentamente che non capii le sue intenzioni finchè le sue labbra non si posarono sulle mie. Cercai di protestare, lo spinsi via, arrabbiata, ma lui non si mosse. Alla fine riuscii a staccarmi da lui, nel frattempo mi ero sempre più sdraiata per terra.
“Edward!” protestai arrabbiata. Feci per scostarmi da lui, indietreggiando velocemente.
Ebbi solo il tempo di vedere il viso di Edward contrarsi in una smorfia di orrore, il suo corpo gettarsi in avanti, mentre sentivo il vuoto sotto di me.
E caddi.
Verso il mare profumato.

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Heylà!
Scommetto che già molti di voi avranno capito come Bella recupererà la memoria! ;) Devo ammettere che l'idea della caccia al tesoro non è delle più innovative, è vero, ma volevo trovare un metodo assieme romantico e divertente per far riconquistare Bella ad Edward e nel contempo volevo portarla alla riserva e allo scoglio.
Mi stupisco di tutta la gente che ogni volta legge e commenta. Certo, sono consapevole che altre fan fiction hanno molti ma molti più lettori e centinaia di recensioni, ma io sono contenta anche così ^^ Un grazie a tutti voi che leggete e commentate!

Dreamerchan: ciao, grazie dei complimenti! :) Sono felice che la storia ti sembri orginale, mi sono impegnata molto per trovare una storia che non fosse una delle solite che creano con questo fandom XD Spero che questo capitolo ti piaccia, ancora grazie mille.

fabiiiiiiiii: grazie mille delle recensione, sono felice che Bella ti faccia ridere! XD

giuly97: ci ho messo un po' a postare, ma purtroppo ho avuto molto da fare. Comunque spero che questo capitolo ti sia piaciuto, mi sono scervellata per far avere a Bella dei regali di natale decenti! XD Al prossimo capitolo, ciao e grazie mille ^^

serenacullen: ciao! Non so se hai già capito come Bella riacquisterà la memoria, forse è un po' scontato XD Spero comunque che ti piaccia e che non sia troppo banale ;) Al prossimo capitolo, ciao!

Un grazie di cuore a tutti, di nuovo (vi avrò stancati sppungo XD). Il prossimo è forse il capitolo più breve che possa mai esistere XD ma lo posterò senza indugi fra qualche giorno. Sarà la fine di questa piccola fic, spero che comunque vi sia piaciuto leggerla. ^^
Al prossimo (e ultimo) capitolo,
Patrizia
   
 
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