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Autore: Berenike    26/08/2010    5 recensioni
FANFICTION VINCITRICE DEI NESA 2010 DEDICATI AD HARRY POTTER NELLA CATEGORIA BEST LONG FICTION
Raccolta di Episodi in cui emerge la vera natura, debole e vulnerabile, di Severus Piton. Perchè anche lui, sotto quella facciata dura e scontrosa, aveva un cuore...
"Harry Potter lo aveva definito un codardo. Severus Piton lo perdonò per quel pensiero.
Lui era tutto, tranne che un codardo. Ma non perché ogni giorno mentiva a Voldemort e rischiava la vita.
Ma perché ogni giorno, si alzava e riusciva a vivere con la consapevolezza di aver ucciso la sua Lili."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Anche Severus Piton ha un Cuore

Episodio 3: Continerò a lottare per Te

Le cose stavano succedendo troppo velocemente. Silente era stato ucciso, ucciso dalla sua mano colpevole. Lui e Draco avevano lasciato Hogwarts e da allora abitavano nel quartier generale del Signore Oscuro, un tempo Villa Malfoy.
Il Signore Oscuro si fidava di Severus Piton più di chiunque altro. L'insegnate di Pozioni stava rispettando il volere di Silente.
Passava a Voldemort tutte le informazioni di cui necessitava, tranne quelle veramente importanti, come preziosi dettagli di Harry Potter o il fatto che potesse entrare o uscire indisturbato da Grimmauld Palace, il quartier generale dell'Ordine della Fenice.
Perché anche lui, ne aveva fatto parte.
Ma nessuno aveva mai veramente creduto che fosse dalla loro parte, come il Signore Oscuro non aveva mai nemmeno pensato che stesse lavorando con Silente per distruggerlo.
Era davvero un buon attore.
Si era ricordato di poter accedere a Grimmauld Palace proprio quell'estate, precedente al settimo anno di scuola di Harry Potter, in cui non poteva più trovare conforto nei brillanti occhi azzurri del più grande mago del mondo, che era stato come un padre per lui, Albus Silente, e cercava un posto per riflettere e analizzare la situazione senza interferenze.
Fare la parte del cattivo era decisamente faticoso, e farlo a tempo pieno, stava diventando estenuante.
Ma era il suo compito. Il compito che Silente gli aveva affidato. Non l'avrebbe deluso. Non ancora.

Quella notte maledetta, quella in cui era andato da Lui, da Albus Silente (un Albus giovane e combattivo), e gli aveva rivelato che era piano di Voldemort uccidere Lili e i Potter, aveva per la prima volta deluso Albus Silente. Aveva rivelato lui a Voldemort parte della profezia che lo avrebbe poi condotto dai Potter, nemmeno Silente poteva capire quanto fosse diventato meschino.
Aveva così offerto sé stesso, in cambio della protezione di quella famiglia. Ma non era servito a nulla in ogni caso.

Così una calda notte di Agosto, quando tutti erano andati a dormire e regnava il silenzio attorno a Casa Malfoy, si vestì, percorse silenziosamente il parco ormai in disfacimento, e subito fuori dalle mura si materializzò. Pensò a Grimmauld Palace, e in un attimo fu lì davanti a quella casa che solo lui poteva vedere.
La casa era deserta, dall'esterno si vedevano distintamente le luci spente e il freddo che incombeva da troppi mesi in abbandono.
Immaginò subito che qualcuno avesse messo delle protezioni all'entrata del quartier generale, affinché lui non riuscisse ad entrare, ma le superò facilmente, pensando che lo avessero nettamente sottovalutato.
Sarebbe in grado di superarle perfino Potter, pensò sogghignando.
Si aspettò anche di vedere l'elfo domestico (di cui non ricordava il nome), ma doveva essere altrove perché la casa era deserta, silenziosamente inquietante, spenta e fredda, nessuno era più entrato lì dentro da mesi.
Per colpa sua. Un'altra volta colpa sua.
Severus alzò la bacchetta e qualche fioca luce si accese.
Finalmente solo. Finalmente lontano da tutti. Come doveva essere da sempre.
Decise di non fidarsi di quella calma apparente e decise di controllare in giro che non ci fosse nessuno. Tutti i proprietari di quella residenza erano morti, l'ultimo era stato Sirius.
Sirius Black. Maledetto anche lui. Lui e quel sua adorato amico James. James Potter.
Piton ripensò in un istante a tutto ciò che avevano fatto durante la scuola: le umiliazioni, le prese in giro, l'avevano allontanato da Lili, sempre più avvicinato a Voldemort.
La colpa di tutto ciò che sarebbe successo successivamente, era sua quanto loro.
Scacciò quei pensieri dalla sua mente, non aveva molto tempo. Era la sua serata libera dall'inferno, aveva tutto il diritto di non pensare, per una sola notte. Di non farsi trasportare dai ricordi, che sempre più lo allontanavano dalla vita reale e lo facevano vivere (o meno dire, sopravvivere), in un limbo tra il dolore e la morte.
Salì delle scale che, sapeva bene, portavano nella camera da letto di Sirius e del fratello Regulus Black. La porta del secondo era socchiusa, intravide all'interno gli stemmi Serpeverde, e per un attimo si sentì orgogliosamente a casa.
Entrò però nella camera di Sirius. Il fratello rinnegato.
Fece apparire una luce sulla punta della sua bacchetta e si guardò intorno: in quella camera ogni cosa era stata fatta per aumentare l'odio verso il proprietario. Stemmi di Grifondoro, calendari babbani, foto del mitico gruppo di Sirius erano attaccati in ogni dove nella camera.
Poi Severus si ricordò di quando Lili, la sua amata, iniziò a preferire Loro, a lui.
E la rabbia lo assalì come se fosse tornato indietro nel tempo.



-Lili, ti giuro che mi dispiace. Non avevo intenzione di offenerti... - Severus Piton era davanti al ritratto della Signora Grassa. Ovviamente non poteva entrare nella sala comune di Grifondoro, non voleva entrare, voleva solo spiegare perché.
-Non mi interessa Severus. Basta. Ho chiuso con te. -disse lei con un tono serio e deciso. Severus sapeva che era più dispiaciuta di quanto non desse a vedere, ma quella fermezza lo sconvolgeva e gli incuteva un vero timore.
-Cos'è esci con loro adesso? - disse il ragazzo dai capelli neri sprezzante. Li odiava più di qualsiasi altra cosa. Non era lei che voleva ferire quel giorno. Ma loro.
-Severus, non devo darti spiegazioni. - A queste parole lei abbassò gli occhi mentre lui la guardò intensamente, cercando di leggere nella sua anima, aspettando un segno, un cedimento, qualcosa che ci facesse capire che Lili Evans, il suo amore eterno, non stava dicendo davvero.
Ma lei si voltò, le braccia incrociate, lo sguardo basso e confermando i peggiori sospetti del ragazzo, entrò nel ritratto, verso quel mondo dal quale Piton era completamente tagliato fuori.


Tutta colpa di quel Potter.
Severus si ricordò allora di quando Sirius e Lili fossero diventati amici, dopo quell'episodio.
Ed ora lui, a diciasette anni dalla sua morte, era nella camera del suo migliore amico.
La vita era stata davvero ingiusta con lui.
In un impeto di rabbia, di angoscia, di ansietà, di furiosa consideranzione della realtà, Severus Piton mise a soqquadro tutta la stanza, alla ricerca del suo amore, che ancora una volta, lo metteva alla prova.
Urlò, i capelli sudati gli si scompigliarono sulla fronte.
Se Lili sapesse cos'ho fatto. Se sapesse che sono stato io a ucciderla.
Ancora una volta, l'ennesima, provò quel senso di colpa che non lo aveva mai abbandonato da allora.
Poi si fermò, finalmente, davanti al suo Amore: teneva tra le mani una lettera, scritta da Lili a Sirius, negli ultimi giorni della sua vita. Conteneva una fotografia della famiglia felice che giocava con una scopa per bambini. Non lesse la lettera se non per qualche riga, poi tagliò la foto con i denti, per prendere e portare con sé solo Lili.
Vederla suscitò in lui sentimenti che tentava di soffocare da troppo tempo.
Di Potter ne aveva già abbastanza. Ogni giorno della sua vita.
Poi guardò in fondo alla lettera e lesse:
Con affetto,
Lili
.
Tutto ciò che aveva provato in quel lunghi anni di solitudine si riversarono in quel momento:
vedere, poter toccare l'affetto di Lili erano per lui insieme una coltellata al cuore, e un momento di sollievo. Poter sfiorare la sua firma, e pensare che l'aveva scritta lei, che c'era stata la sua dolce mano morbida a comporre quelle lettere...
Severus Piton non si soprese quando sentì che le sue guance venivano attraverasate da lacrime calde. Strappò la fine della lettera e decise che da quel giorno sarebbe stato più forte, poteva affrontare tutto, con l'affetto di Lili nascosto nella sua tasca.

Se solo lei avesse saputo,
Quanto l'amava.


ANGOLO DELL'AUTRICE
Il terzo episodio di questa raccolta è finora il mio preferito: questo personaggio mi piace sempre di più, man mano che prede forma.
Ringrazio tutti coloro che avranno la voglia e la pazienza di leggere e commentare questo episodio: ho bisogno di consigli e giudizi per migliorare e farla apprezzare a più persone possibili! A presto
Berenike

ps. Ringrazio di cuore coloro che hanno commentato il secondo episodio di questa serie, o chi l'hai aggiunto tra le storie seguite/preferite/da ricordare... Grazie e continuate a seguirmi... Non vi deluderò!
pss. Ancora una volta mi sento in dovere di ringraziare Melmon per l'eterna pazienza nei miei confronti e gli utili consigli, che non sono mai troppi!
Berenike

La raccolta ANCHE SEVERUS PITON HA UN CUORE ha vinto ai NESA nella sezione BEST LONG FICTION.
Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



   
 
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