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Autore: PhoenixAinsel    26/08/2010    1 recensioni
[UN NUOVO CAPITOLO DOPO LUNGA ATTESA] La potenza dell'Imprinting...E quel che ne può scaturire quando ad averlo è Jacob Black. Ma come potrebbe prenderla se il suo imprinting fosse la migliore amica di Bella Swan ai tempi di Phoenix?
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Istinti

Jacob sapeva che nessuno sarebbe entrato.
Altrimenti non avrebbe mai voluto li, su quel pavimento, far sua Elizabeth. Era poco corretto farlo cosi in quel modo…ma la desiderava troppo, la voleva ad ogni costo…
Afferrò la maglietta di lei per le spalle e ne allargò lo scollo, abbassandola finche il seno non fu esposto e nudo. Perfetto come lo aveva visto la sera precedente. Sollevò gli occhi su di lei e la vide abbandonata con le braccia ai lati del capo e gli occhi socchiusi, languida.
E ciò lo fece impazzire.
Si gettò su di lei, prendendo tra le mani i seni di Liz e chinandosi a prendere il capezzolo sinistro tra le labbra, iniziando a suggerlo. E quando dalla labbra di lei sfuggì il primo mugolio, ciò che aveva già preso a gonfiarsi nei suoi pantaloncini divenne insopportabilmente duro ed iniziò a premere con forza sul tessuto. E contro la gambe di lei dove lui era appoggiato.
E lei apri gli occhi. E lo fissò intensamente.
Jacob percepì quello sguardo devastante e perfetto sul suo capo e sollevò il proprio senza smettere di suggere a quella perfezione. Si fissarono e poi all’improvviso lui si staccò dal suo seno e corse a divorarle la bocca sollevandola dalla nuca. Lei fremeva, bollente, persa, desiderosa e le mani minute andarono a sfiorare il membro di lui sul tessuto.
“Jake…” sibilò lei con voce roca ed insopportabile per le orecchie del Licantropo che, invitato da quella voce sensuale, la prese per le gambe e la sollevò come fosse un fuscello deponendola seduta sul tavolo. Le infilò le mani sotto la gonna e ne tolse, dilaniandoli, con uno strappo secco gli slip.
Lei invece era fuori di se. Le mani che tentavano di liberare le pelvi di lui per lasciar libero il membro di svettare nella sua durezza. Tremava eppure vi riuscì appena in tempo. Il Lupo prese il proprio membro con la dritta e lo premette contro l’apertura del sesso di lei. Poi si fissarono e lui la penetrò con un secco colpo istantaneo che la fece gridare. Jacob le coprì la bocca con la mano sinistra e la fissò, ansante e poi iniziò a muoversi mentre lei sollevava la dritta e la deponeva sulla mano che le tappava la bocca.
Ed iniziò a portare le sue vigorose spinte dopo aver serrato con la mano il suo fianco sinistro ed aver costretto lei a serrare le gambe attorno al proprio bacino. Lei si stese sulla superficie del tavolo ed a ogni spinta sussultava, cosi come sussultavano in ammaliante danza anche i suoi seni. Man mano che lui danzava verso il suo corpo, Liz entrò in una sorta di estasi che le spense il cervello e le disinibì totalmente il subconscio animale sopito. Schiuse le labbra ancora coperte dalla mano di lui e lasciò uscire la lingua che lambì la palma di lui. Jake sgranò gli occhi come se gli avessero sparato nel cervello e la fissò quasi sgomento ed eccitato al parossismo, restando attonito mentre lei, languida e calda afferrava con le proprie la sua mano e iniziava a leccarne uno dopo l’altro le dita.
Movimenti lenti quelli della bocca di lei. La punta della lingua lambiva appena le linee che formano la palma della mano, seguendole come fossero arabeschi sul tessuto. Schiuse gli occhi cercando quelli bruni di lui che emanavano sgomento, sorpresa e desiderio vividi e pulsanti. E lui vide nel suo sguardo la Lupa che Liz incarnava. Vide uno sgaurdo selvaggio, animale, felino, vide il sesso più puro colarle giu e adombrare le pagliuzze verdi dei suoi occhi facendole perdere in un oblio nero e sconfinato rappresentato dalla pupilla dilatata dall’orgasmo prossimo. Un ringhio lo scosse, facendo tremare persino la ragazza sotto di lui, quindi seppur di malavoglia abbandonò il suo corpo e scese inginocchiandosi davanti le gambe oscenamente aperte della “Sua Lupa”.
“Sei Mia…” era solo un sibilo, ma il concetto era chiaro e simile ad un urlo, come quello del Lupo alla sua Luna.
Abbassò lo sguardo e le dita bollenti del Lican aprirono le pieghe del sesso di Liz. Schiuse la bocca e la lingua andò a lambire, suggendoli, gli umori che colavano da esso.
Lento ed inesorabile, passò dal basso verso l’alto e nuovamente a scendere mentre gli occhi fissavano la sua donna che inarcava la schiena e si dimenava in preda al desiderio.
Quella vista lo faceva impazzire.
Insinuò un dito tra quelle umide pieghe e iniziò a muoverlo lentamente dentro e fuori, torcendolo appena per sfiorare ogni angolo delle sue pareti interne, via via sempre più umide.
E Lei era sempre più perduta.
Rantolava ormai. Le labbra schiuse, ed un piccolo rivolo di saliva che le colava giù dall’angolo destro della bocca faceva intuire ancor meglio quale fosse il suo rapimento estatico. Jake uscì il dito dall’umidore del suo sesso e lo condusse alla bocca di lei. Non servì aggiungere nulla perche Liz rispose al suo tacito desio iniziando a lambirlo.
Ciò lo fece perdere ancora di più, facendo aumentare la pressione della lingua sul clitoride, arrivando a succhiarlo e persino a morderlo, suscitando i suoi gemiti, via via sempre più forti.
Comprese dal suo odore via via più femminile e pungente che era prossima all’orgasmo.
Il membro era ancora turgido, svettante, dolorosamente eretto e umido di lei.
Si rialzò lentamente e tornò a penetrarla e a possederla, dopo aver tolto il dito dalla sua bocca ed averlo a sua volta leccato, ed averne serrato i fianchi in una morsa tanto tretta che la pelle di Liz premuta dalle sue dita sbiancò. Iniziò a spingere, ed ogni spinta era una danza non più lenta ma tribale ed antica.
La fissava sussultare sotto di lui, con le dita in bocca che poi correvano al suo petto nudo a cui si aggrappavano, lasciandogli chiari segni di un desiderio che sforava nel possesso più puro. La percepì nel suo lento montare verso l’orgasmo e solo quando le sue pareti si contrassero e lei iniziò a gridare a sua volta si sfogò emettendo un urlo più animale che umano esplodendole dentro e riempiendola del suo seme, marchiandola così definitivamente.
E non pago, ancora più invasato e affamato della Compagna continuò a spingere, ancora, nonostante lei gemesse di dolore.
“Fermati ahn basta…ahn…Dio si…a-aspetta…cosi…si continua…di più…ancora…ancora…ah…”
“Grida ancora…fammi sentire ancora la tua voce Liz…”
La voce di Jake era un sibilo roco e ammaliato. Nonostante il membro gli dolesse per essere appena esploso in lei, non ne voleva sapere di fermarsi, di diminuire le sue dimensioni, di abbandonarla.
Era un dolore più simile al piacere, dalla quale non riusciva a sottrarsi.
Lei gli arpionò il petto con le unghie graffiandolo fin a farlo sanguinare e persino quelle ferite gli acuirono gli istinti scatenendo maggiormente le sue voglie.
“Cosi…ti voglio cosi…selvaggia, frenetica…Mia…Mia…mia meravigliosa Lupa…mia Luna…mia Elizabeth…”
E mentre veniva ancora una volta lei schiuse gli occhi e le labbra e lo fissò con sguardo velato di piacere sublimato e lacrime.
Si adesso Jacob era davvero suo.
  
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