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Autore: Rosa di cenere     26/08/2010    2 recensioni
E se all'improvviso la fragile parvenza di normalità che sei riuscita a costruirti in una vita di bugie crollasse a causa di un ragazzo? E se la tua natura di mezza-vampira prendesse il sopravvento? La storia di un amore tormentato tra due razze leggendarie, raccontato da due punti di vista: quello di lei e quello di lui Questa é la prima volta che pubblico una mia storia, e spero solo che sia di vostro gradimento. Vi prego di esprimere il vostro parere in merito, anche se ci fossero commenti negativi (anche se spero di no). Un morso vampiresco dalla vostra Rosa di cenere Ps: Vi pregooooo recensite!
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di novo qui! Come sempre ringrazio tutti quelli che trovano un briciolo di tempo per leggere la mia storia, e ancora di piu coloro che mi lasciano una recensione!

Un morso a tutti

La vostra Rosa di cenere

JARED

 

Che cosa vorrà fare adesso?Mi ha praticamente atterrato, e mi sta fissando, la testa leggermente piegata verso destra, sul viso un’espressione indecifrabile.

-Voglio che tu rimanga completamente immobile, ok?- mi dice.

Io annuisco, spaventato.

Lei si avvicina talmente tanto che i nostri nasi si sfiorano. Adesso, da Stephanie mi sarei aspettato tutto … tranne questo.

Infatti, dopo aver sfiorato con un dito gelido il contorno del mio volto, posa le sue labbra sulle mie.

 Il solito brivido mi attraversa, ma questa volta è talmente potente che mi lascia senza fiato.

È la cosa più straordinaria che mi sia mai capitata. Ho avuto tante ragazze nella mia vita, ma nessuna è mai riuscita a farmi sentire bene come sa fare Stephanie.

Lei  si stacca dal nostro abbraccio, e si siede accanto a me, che sono ancora sdraiato per terra, senza fiato.

-E adesso? Cosa diranno i tuoi genitori quando verranno a sapere che stiamo insieme?- mi domanda, la voce incrinata dalla preoccupazione.

Io mi alzo in piedi e le porgo un mano. Lei la afferra e si tira in piedi, con un movimento fluido ed elegante.

-Beh, di certo non faranno i salti di gioia, ma sono più che sicuro che capiranno subito che sei una persona fantastica … - le mie parole non sembrano convincerla.

-Forse sarò anche una persona fantastica … ma rimango sempre una nemica giurata della tua specie … sarà meglio che prima sia io a presentarti a mio padre … lui capirà.-

-Ehm, ehm … - l’amica di Stephanie (Emily, credo) ci sta fissando, trattenendo un sorriso.

-Non vorrei disturbarvi, ragazzi, ma se volete un passaggio sarà meglio che vi muoviate, perché stasera ho un appuntamento, e sono di fretta.-

-Grazie Emily, ci farebbe comodo un passaggio. Ci porti a casa mia?-

-Tutti e due? Ma lui non abita in centro?- dice la ragazza, indicandomi, disorientata.

-Ti spiego tutto più tardi …- le risponde Stephanie, un sorriso smagliante stampato in faccia.

 

-Nervoso?- mi chiede Stephanie, la chiave di casa già infilata nella serratura.

-Perché dovrei?- rispondo io.

“Perché l’uomo che stai per incontrare è un vampiro, storico nemico dei licantropi, la tua razza. E se tu avessi un briciolo di cervello saresti già tornato sui tuoi passi.” dice una vocina dentro di me.

La casa di Stephanie è davvero enorme. L’esterno è di un color rosso chiaro, che contrasta con gli scheletri degli alberi ricoperti di neve.

Ci troviamo in mezzo ad un bosco, e non ci sono altre case nel raggio di qualche chilometro.

Ma la cosa più stupefacente è l’interno. Ogni stanza è dipinta con una tonalità differente di rosso e di arancione, e i mobili sono tutti pezzi di antiquariato.

Il pavimento è ricoperto da una folta moquette beige.

Il salotto è grande praticamente come un campo da tennis, ed una televisione al plasma di dimensioni enormi troneggia davanti a due divani  di pelle bianca.

Delle scale come quelle che conducono al piano superiore le ho viste solo nei film.

Più che una casa è un castello.

Sono ancora fermo all’ingresso, gli occhi sgranati per la meraviglia.

-Ehi, bello addormentato … ci sei?-

Io mi riscuoto dai miei pensieri e mi volto verso di lei.

-Questa casa è assolutamente fantastica … mi sembra di essere entrato in un film sul settecento! Eccetto i confort ultra-moderni, s’intende!-

Lei si mette a ridere.

-Cosa c’è, ho detto qualcosa che non va?-

-No, no … è solo che … SEI  in una casa del settecento!- mi guarda, divertita. –Questa casa fu fatta costruire da mio padre quando arrivò qui a New York..., nel 1705.-

Quindi … no, non era possibile …

-Non vorrei sembrare maleducato, ma … .quanti anni ha tuo padre?-

-In totale 403. Ma è stato trasformato quando ne aveva trenta.-

-Hai detto che arrivò qui a New York  nel 1705… Dove viveva prima?-

-Vivevo in Inghilterra, ma ci fu un incidente che mi costrinse a venire a vivere qui in America.-

Un uomo alto, i capelli corvini che sparano in tutte le direzioni e gli occhi argentei scende le scale, la pelle diafana accentuata dall’abbigliamento scuro. È lui ad aver risposto alla mia domanda.

 

-Ciao papà!- lo saluta Stephanie, sorridendo.-Ti presento Jared, … il mio ragazzo.-

Lui mi porge la mano e mi sorride  benevolo.

-Sono contento che mia figlia abbia finalmente trovato un’anima gemella!

Avevo paura che la sua natura le impedisse di provare certe esperienze umane … ma vedo che ha trovato una creatura altrettanto straordinaria, un licantropo, mi sembra di capire.-

Mi passo una mano tra i capelli e strabuzzo gli occhi.

-Ma come ha fatto, signor Carter? E poi non dovrebbe essere raccapricciato all’idea che un licantropo se ne vada in giro con sua figlia?-

-Per prima cosa non chiamarmi “signor Carter”, mi fa sentire vecchio. Chiamami Lloyd.

Come ho fatto a capire che sei un lupo mannaro … ?

Il tuo odore è inconfondibile, inoltre hai una temperatura corporea più alta del normale e gli occhi di due colori diversi, tratto tipico di un capo branco.

Terzo: chi sono io per giudicare una persona solo dalla razza? La mia specie è conosciuta nel mondo come assassina di fanciulle e di bambini!- la sua risata cristallina riempie l’aria.

Comincio ad adorare quest’uomo … ora capisco da chi ha preso Stephanie.

-Ora devo lasciarvi, ragazzi, il lavoro mi chiama. Divertitevi.- dice, facendo l’occhiolino alla figlia, che lo ammonisce con una scherzosa sberla sul braccio.

-Allora, ti va di visitare il resto della casa?-

Saliamo le scale, e davanti a noi si apre un vasto pianerottolo, da cui  partono due corridoi laterali. La parete davanti a noi è un’enorme vetrata, da cui si accede ad un balcone ricoperto d’edera.  Usciamo nell’aria fredda della sera, e sotto di noi un piccolo stagno semi-ghiacciato risplende sotto i raggi di un sole morente.

-Adesso che hai visto l’esterno possiamo passare all’interno, dove forse fa un po’ più caldo e non rischi di prenderti una polmonite … -

Dice, spingendomi verso l’intero. Giriamo a sinistra, dove, per ogni parete, ci sono tre porte.

-Allora … qui abbiamo il bagno, lo studio di mio padre e la biblioteca … - dice, indicando le porte alla nostra sinistra. –Mentre qui ci sono la sala della musica, la mia stanza e il guardaroba.-

Entriamo nella seconda porta a destra, dove un cartello recita: “Attenzione … oggi mordo”.

Tutto ciò che fino a questo momento mi è sembrato straordinario ora impallidisce di fronte alla straordinarietà di questa camera da letto.

Il tetto spiovente è completamente fatto di vetro. Il letto, le cui le lenzuola rosse sono perfettamente piegate, è  incassato in una rientranza del muro, ai cui lati si estendono due enormi librerie stipate di volumi.  Al lato opposto della sconfinata stanza una scrivania di legno massiccio è sovrastata da uno schermo al plasma grande quasi quanto quello in salotto.

E, dulcis in fundo, un allegro fuocherello brucia in un grande camino vicino alla porta.

-Sei sicura che questa sia la tua stanza? Perché casa mia ha più o meno le stesse dimensioni!-

Lei, dopo essersi rannicchiata, mi si getta addosso ringhiando scherzosamente.

Sto ridendo steso sulla schiena nella morbida peluria del tappeto, con la ragazza più bella del mondo seduta accanto, cosa si può chiedere di meglio?

Stephanie si alza di scatto con una mano sulla fronte, scuotendo la testa.

-Quasi dimenticavo ….- mi dice. –Ho un regalo per te. –

 

Mi spinge giù per le scale, e ci ritroviamo di nuovo nell’atrio. Poi mi fa girare a sinistra, dove attraversiamo un lungo corridoio dalle pareti stranamente bianche.

Mi copre gli occhi con le mani e mi fa avanzare.

Sento il sibilare di una luce al neon che si accende, e Stephanie mi lascia guardare.

Ci troviamo in un enorme garage, in cui sono parcheggiate tre macchine e, in un angolo, un telone copre qualcosa.

 -Perché mi hai portato nel tuo garage? Per farmi vedere che anche questo è più grande di casa mia?-

Lei scuote energicamente la testa, facendo dondolare i lunghi ricci neri.

-No, carissimo, qui c’è il tuo regalo! Tu forse te ne sei dimenticato, ma a me non sfugge niente, e so che oggi è il tuo compleanno!- Mi bacia dolcemente, facendomi girare la testa.

Poi mi trascina fino all’angolo in cui ho notato il telone.

-Sollevalo …!- mi incita lei.

Io obbedisco e da sotto il lenzuolo spunta una fiammante moto rosso sangue, che sembra quasi brillare sotto la fioca luce delle lampade al neon.

-No, non posso accettarla, ti sarà costata un occhio della testa!-

-Come vedi i miei occhi ci sono ancora tutti e due … quindi non ti preoccupare.-

Io apro bocca, come per protestare, ma lei mi zittisce.

-Se proverai a dire ancora qualcosa sul mio regalo prenderò per scontato che non ti sia piaciuto, quindi fammi il favore di tapparti la bocca.- 



  
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