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Autore: DreamSeeker    26/08/2010    1 recensioni
«Perciò era una donna. E dimmi, chi tormenta i tuoi pensieri?»
«Non sono affari tuoi!» «Non sarà mica...“proibita”?» «Che diavolo intendi per proibita, si può sapere?» «Beh, che so...non pensavi, ad esempio, a una sottospecie di ragazza che è entrata in questo scompartimento questa mattina, vero?» «E anche se fosse?» «Blaise...dimmi che stai scherzando. Ho assoluta urgenza di sentire queste parole! Dimmi, per favore, che non stavi pensando alla Granger!» «Perché dovrei mentirti Draco? Sì, stavo pensando alla Granger! E a come può stare insieme a uno sfigato come Weasley» «Oh, andiamo Blaise! Perché dovresti sprecare il tuo tempo con quella Mezzosangue? E poi non ti starebbe neanche a guardare! Voglio dire, è così...disgustosamente pura e innocente...l’unica vergine di Hogwarts, che diamine! E non distoglierà mai le sue attenzioni dalla Donnola, non per un Serpente!» scoppiò il biondino alzando gli occhi al cielo.
«È una scommessa Malfoy?»
«Facciamo così. Dato che secondo te non potrei neanche riuscire a toccarla dato che è...zona proibita diciamo...scommettiamo qualcosa, qualsiasi cosa che riuscirò a farla capitolare entro fine anno! Che dite?»
questa storia è dedicata al pairing BLAISE/HERMIONE...avevo già in mente di scrivere qualcosa, poi su FB il roleplayer che intepreta Blaise (XD lo so sono pazza, ma adoro queste cose!!) mi ha proposto di scrivere una storia perchè effettivamente su Draco e Hermione ce ne sono tantissime (io le amo alla follia!) ma di Blaise...beh la maggior parte delle volte è solo un personaggio secondario! quindi è una specie di sfida! un bacio a tutti...e se vi piace non chiedo altro che recensioni! ciaoooo!! ^__^
[CAPITOLO 9 REVISIONATO, INSERITE IMMAGINI]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Fred Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Buongiorno ragazzi! So che è presto per aggiornare ma dopotutto ho avuto tempo per scrivere, perciò io inserisco i capitoli e poi chi li vuole leggere li legge! :) Beh, mi sono dimenticata di fare una piccola premessa, ossia dire tutto ciò che cambia dai libri della mitica Zia Rowling alla mia modesta fan fiction! Allora, premettendo che alcune scelte della Rowling non mi soo mai andate tanto a genio, sono partita da ciò che volevo io e quindi: Fred Weasley, Severus Piton e Albus Silente NON sono morti! ecco, inziamo dalle belle notizie! Ho sempre pensato che fossero tre personaggi magnifici (anche se Piton a tratti è odioso, ma le sue battute rimangono mitiche, Alan Rickman è spettacolare a interpretarlo e poi si scopre che è un pezzo di pane! Tenero Severus!) e mi chiedo ancora perchè mai li abbia fatti ammazzare! Va beh, queste sono sue decisioni...poi? beh...allora la Guerra c'è stata nell'estate tra il sesto e il settimo anno, perciò harry, Ron, Hermione e tutti gli altri ritornano a scuola normalmente, non hanno perso nessun anno eccetera eccetera...e poi...sapete che non ne ho idea?! beh, se avete domande non c'è nient'altro da fare che chiedermi! :) un bacione a tutti voi, ora vi posto il secondo capitolo! Aaaaaarrivederci!!! :) smack!
II CAPITOLO
«Primo anno! Primo anno da questa parte! Seguitemi!» tuonò Rubeus Hagrid.
Un impaurito gruppo di piccoli undicenni si raccolse attorno al mezzo gigante, che sorrise nell’aggrovigliata barba.
«Tutti alle barche!» esclamò entusiasta, e si incamminò con il codazzo di marmocchi che lo seguiva titubante.
Gli studenti dal secondo anno in su si diressero verso le solite carrozze trainate dai Thestral, ed Harry, Ron, Hermione e Ginny salirono su quella già occupata da Luna Lovegood e Neville Paciock.
«Buona sera ragazzi!» disse la ragazza con il tono sognante che la caratterizzava, mentre l’altro si limitava ad un cenno del capo.
«Buonasera Luna! Neville!» rispose Hermione sorridendo.
«Ciao Luna!» esclamò Ginny e l’abbracciò di slancio, poi si voltò verso il compagno di Casa e salutò anche lui.
Weasley e Potter sorrisero all’indirizzo della Corvonero e si sedettero accanto all’amico salutandolo con una pacca sulla spalla.
La carrozza si mosse dirigendosi verso i cancelli di Hogwarts e, quando li varcarono, i sei giovani si sentirono di nuovo a casa.
«Ultimo anno, ragazzi» constatò malinconica la Caposcuola, guardando il profilo della scuola che si stagliava contro il cielo scuro cosparso dalle prime stelle della sera.
«Dovrà essere indimenticabile!» le fece eco l’ultima di cassa Weasley, abbracciando strettamente Harry.
Scesero dalle carrozze e si diressero insieme a tutti gli altri studenti verso il portone di quercia, che si aprì magicamente quando i primi alunni furono abbastanza vicini.
Il Trio dei Miracoli lo superò con emozione palpabile e si ritrovò nella Sala d’Ingresso: sospirarono di sollievo, perché nulla era cambiato dopo sette anni e loro erano di nuovo lì, insieme.
Si lasciarono trascinare dalla folla fino in Sala Grande dove si sedettero alla tavolata di Grifondoro.
Quando tutti furono seduti ai loro posti e i primini furono Smistati nelle diverse Case di appartenenza, il Preside si alzò e la sua vecchia ma imponente figura fece immediatamente zittire i presenti.
Silente sorrise bonariamente ai suoi alunni facendo girare lo sguardo per tutta la Sala, infine parlò allargando le braccia.
«Benvenuti ad un altro anno a Hogwarts! Sono lieto di constatare che gli eventi di questa estate non hanno scalfito la voglia di imparare delle vostre giovani menti. Vi auguro un fruttuoso anno scolastico. Come ogni anno ricordo a tutti voi qualche semplice regola, i più vecchi potrebbero spiegarvele meglio di me: a ciascuno di voi è vietata l’entrata nella Foresta Proibita, e Mastro Gazza ammonisce tutti ad utilizzare qualsivoglia oggetto proveniente dal negozio “Tiri Vispi Weasley”. Le uscite al villaggio di Hogsmeade sono permesse solo ed esclusivamente agli studenti dal terzo anno in avanti con la relativa autorizzazione di genitori o tutori. Rispettate gli orari, studiate e divertitevi...legalmente» sorrise nella lunga barba «Sono sicuro di potermi fidare di ognuno di voi! Ed ora, ultimo ma non meno importante, vorrei chiedervi di dare il bentornato al Professor Alastor Moody, che riprenderà il suo insegnamento di Difesa Contro le Arti Oscure...o meglio, inizierà»
I membri più giovani dell’Ordine della Fenice e quelli che comunque avevano combattuto di fianco all’Auror si alzarono in piedi battendo forte le mani, iniziando un applauso che presto venne amplificato dalle altre tavolate di studenti. Non sapevano cosa aspettarsi da Moody come insegnante, perché al quarto anno avevano avuto un imbroglione, ma conoscevano il suo talento e ciò bastava; certo avrebbero preferito Lupin, ma il licantropo doveva stare vicino alla moglie e al figlio.
Dal tavolo di Serpeverde si levò qualche educato battito di mani, ma per il resto tutti si mostrarono solidali verso il loro Responsabile di Casa, che sedeva livido al suo posto vedendosi soffiare nuovamente da sotto il naso la carica a cui tanto agognava.
«Chissà com’è Moody come Professore... Ehi, se c’è qualche torneo in ballo non fatelo avvicinare all’affare che estrae i nomi!» esclamò Harry, scoppiando poi a ridere con gli altri.
«Chissà cosa ci farà fare quest’anno! Non vedo l’ora di sentirlo!» affermò Hermione, assumendo subito il suo prezioso titolo di studentessa modello.
«Sicuramente lo sai già, Mione...ti sei letta tutto il manuale, no?!» disse divertito Ronald.
La riccia arrossì leggermente, poi puntò gli occhi in quelli del fidanzato.
«Sì, ho già letto il libro. Ma credo che Moody ci sorprenderà...non sarebbe la prima volta!» rispose piccata.
Al vedere la sua espressione combattiva, i suoi amici scoppiarono a ridere di gusto e scossero la testa.
«Ah beh...ho proprio dei gran begli amici...mi prendono in giro cont...» cominciò la riccia.
In quel momento, tra i mormorii stupiti degli studenti, il portone della Sala Grande si aprì ed entrò Gazza che, con la sua andatura zoppicante, si diresse verso il tavolo centrale dove Silente era ancora in piedi; gli sussurrò qualcosa all’orecchio e il viso del Preside si aprì in un caldo sorriso, gli rispose e il guardiano tornò sui propri passi. Il Direttore riprese la parola.
«Miei cari ragazzi, vi prego di dare il benvenuto ad una nuova studentessa, che frequenterà il settimo anno, trasferitasi da poco in Inghilterra dall’Italia. Ora verrà Smistata nella sua Casa e vi prego di essere cordiali con lei. Signorina Lair, si accomodi sullo sgabello prego»
Mentre Silente parlava, dalla porta era entrata una ragazza alta sui diciassette anni, dalla corporatura snella ed elegante, il viso aperto in un mezzo sorriso quasi intimidito e i mossi capelli castani dai riflessi dorati, lunghi fino a metà schiena. Camminava sicura lungo il corridoio centrale tra le tavolate di Grifondoro e Corvonero; parecchi sguardi si posarono interessati su di lei, ma ella continuò spedita, il volto lievemente arrossato, verso lo sgabello ricomparso sulla pedana. La Professoressa McGranitt le indicò di accomodarsi e le mise il Cappello Parlante sulla testa.
«Mmm...storia interessante la tua, Hilary Lair! Quanto potere ritrovato e vigile. Sarai di sicuro un’ottima strega. Vediamo, dove posso metterti? Intelligenza...lealtà e pazienza...ambizione e astuzia...orgoglio e coraggio...sei piuttosto complicata, eh ragazza?! Facciamo...GRIFONDORO!» esclamò il Cappello dopo qualche esitazione.
Dalla tavola rosso-oro si levò un entusiasta applauso di benvenuto e la ragazza si diresse con un bel sorriso verso i suoi nuovi compagni, sedendosi tra gli ultimi posti, quelli più vicini al tavolo dei professori. Ogni studente seduto lì accanto si presentava e continuavano a farle le domande più disparate. Lei, piuttosto intimidita a dire la verità, rispondeva con gentilezza a tutti, poi prese a mangiare per farli tacere.
Hermione, dal suo posto, scosse la testa vedendo la scena.
«E meno male che Silente ha detto di trattarla gentilmente: l’hanno praticamente assalita!» esclamò indignata.
«Herm, perché non vai là tu e le chiedi di unirsi a noi? Dopotutto è del nostro anno» domandò il Ragazzo Sopravvissuto.
«Ma certo, che stupida! Grazie Harry!» sorrise lei, poi si divincolò dall’abbraccio di Ron e si diresse spedita verso il posto occupato dalla nuova arrivata.
Si stampò sulle labbra uno dei suoi migliori sorrisi e le pose una mano sulla spalla; la ragazza si voltò interrogativa.
«Piacere, sono Hermione Granger, Caposcuola Grifondoro, settimo anno. Vuoi venire a mangiare con noi della tua età?» le chiese gentilmente.
Hilary si illuminò, poi strinse la mano offertale dalla Grifondoro e si alzò in piedi. Si voltò verso il proprio piatto e con un breve movimento delle dita lo fece levitare con le posate, il tovagliolo e il bicchiere colmo di succo di zucca accanto a sé. La caposcuola guardò il gesto stupita, poi sorrise: finalmente qualcuno che sapeva cosa significasse usare la magia. Si ripromise di chiederle come facesse senza bacchetta perché era sì magia avanzata, ma era ciò che la affascinava di più!
Si diressero verso Harry, Ron e Ginny ed Hermione fece scalare di un posto Seamus Finnigan per poter far sedere acanto a sé la compagna.
«Ciao, piacere io sono Ginny Weasley»
«Harry Potter»
«Ron Weasley»
Si presentarono uno dietro l’altro i ragazzi.
«Il piacere è mio, Hilary Lair» rispose sorridendo radiosa.
«Bel paese l’Italia...da dove vieni di preciso?» chiese interessato Seamus.
«Firenze, Toscana. Mia madre è italiana e mio padre è inglese, ma hanno divorziato e io mi sono trasferita a Cambridge con papà» spiegò lei.
Iniziarono a mangiare tranquillamente e quando ebbero terminato salirono in Sala Comune e Hilary venne sepolta di domande fino a che...
«Uh, qual è stata la tua prima magia da piccola? Quanti anni avevi?» domandò curioso Ron.
La ragazza abbassò gli occhi imbarazzata e si schiarì la voce.
«Ehm...beh, ecco...veramente so di essere una strega da due anni, più o meno!» disse a bassa voce, cosicché solo i più vicini la potessero sentire.
I suoi nuovi amici sgranarono gli occhi, stupiti: non avevano mai sentito una cosa del genere. Persino i Nati Babbani manifestavano i propri poteri già in tenera età; mai un mago o una strega avevano scoperto di esserlo a quindici anni!
«Ma...com’è possibile?» domandò per tutti Harry.
«Beh...i miei genitori sono Babbani...ma due anni fa ho fatto delle ricerche e ho scoperto che i miei bis-bis-bis nonni da parte di papà erano maghi Purosangue, però il loro unico figlio nacque Magonò e si sposò con una Babbana, perciò la magia si perse. Poi nacqui io, ma ormai si erano tutti dimenticati della possibilità che potessi essere una strega. Ai miei venne quasi un colpo quando lo scoprimmo!»
Le espressioni sui volti dei Grifondoro riuniti la fecero sorridere, e allora iniziò a parlare.
«Eravamo nella nostra casa di campagna, o meglio, in quella dei miei nonni. Avete presente le cascine, le fattorie? Ecco, quelle... Io ero fuori a prendere il sole e mia madre era in veranda a leggere. Mio padre, a quel tempo erano ancora insieme, era andato a cavalcare con un amico del luogo e sarebbe tornato poco dopo, così aveva detto, mentre mio fratello stava giocando in camera sua. Erano le quattro del pomeriggio e faceva caldo, il sole bruciava...
Non so cosa successe...forse il fornello era rimasto acceso e il gas era fuoriuscito o, a questo punto potrei anche crederlo, qualcuno ci attaccò con la magia. Sta di fatto che la cucina e la sala saltarono in aria e il resto della casa si incendiò. Mia madre fece in tempo a uscire dalla veranda prima che il fuoco divampasse anche lì, ma mio fratello era al secondo piano ed eravamo terrorizzate. Lui urlava e noi non sapevamo cosa fare! Chiamammo i vigili del fuoco ma il villaggio più vicino era a cinquanta chilometri, quindi potevano raggiungerci solo nel giro di mezz’ora. Non so cosa mi prese, forse la paura di perdere Jeremy o il potere sopito si decise a darmi la forza di reagire. Comunque iniziai a correre verso la casa ed entrai; il fuoco mi circondava ma non mi toccava...era come essere in una bolla d’aria e le fiamme si ritraevano al mio passaggio. Riuscii a superare le scale mezze rotte e sembrava volassi (dopo capii che era effettivamente così: l’aria mi stava trasportando). Raggiunsi la camera di mio fratello e, ad un mio pensiero, il fuoco si gettò sulla porta, sfondandola, e poi si ritirò subito. Presi in braccio Jeremy e mi lanciai dalla finestra perché ormai il piano di sotto era inagibile. Praticamente volai, è l’unico modo che ho per descriverlo, fino a dove mia madre ci aspettava, terrorizzata dal fuoco e anche dalla mia performance.
Ovviamente non capimmo quello che mi era successo...quando mio padre tornò a casa gli spiegammo tutto e lui si ricordò che nel suo albero genealogico c’erano dei maghi Purosangue, perciò era possibile che prima o poi la magia si ripresentasse. Da quel momento in poi fu chiaro che la nuova strega della famiglia ero solo io, mio fratello non aveva ereditato nulla, così come mio padre prima di noi. Mi iscrissero alla Scuola di Magia della Firenze magica, ma dopo un po' i miei si separarono e mio padre se ne andò... Mia madre non vedeva di buon occhio il fatto che fossi diversa e si oppose al fatto che tornassi in quella scuola a studiare “stupidaggini”, come le chiamava lei. Parlai con mio padre e lui intervenne dicendo che era orgoglioso di avere una figlia come me e di aver portato avanti la magia della famiglia, e che se lei non mi voleva potevo benissimo andare a stare da lui in Inghilterra dove aveva già trovato una Scuola di Magia...Hogwarts! E così sono venuta qui...sono arrivata in ritardo perché avevamo appena finito di fare il trasloco. Beh...fine della storia» raccontò sorridente.
I Grifondoro riuniti attorno a lei la guardarono a bocca aperta: oltre ad aver scoperto la magia più tardi era anche discendente di una famiglia di Sangue Puro. Era bizzarro, strano, sbalorditivo! Non avevano mai sentito una storia del genere.
«Beh, Hilary...sarai stanca dopo il lungo viaggio, e sicuramente vorrai sistemare le tue cose. Ora scopriamo in che stanza sei e poi è tutto a posto, okay?» esclamò Hermione sorridendole e venendole in soccorso di fronte alle facce degli amici che sembravano impazienti di subissarla ancora di domande.
Le due ragazze salutarono tutti e si incamminarono verso il dormitorio femminile; si fermarono davanti ad ogni porta per leggere i nomi delle alunne nelle stanze ma fu solo alla fine del corridoio che videro la segnatura “Hilary Lair” accanto a quella di Hermione. Sorrisero entrambe a quella vista.
«Beh, allora...benvenuta nella tua nuova camera!» esclamò ridendo la Caposcuola, aprendo la porta.
«Ma grazie, cara!» rispose l’altra accennando un inchino.
Entrarono insieme nella stanza, tutte e due per la prima volta, e si bloccarono guardandosi attorno a bocca aperta.
«Ma...pensano che voi Caposcuola dobbiate assolutamente dare dei festini?!» chiese stupita Hilary.
«...a quanto pare...» rispose Hermione, con voce insicura.
La stanza circolare era magnifica: due letti a baldacchino rosso-oro erano addossati ad una parete e al loro opposto erano posizionati due enormi armadi a specchio con le ante scorrevoli. Vicino a questi si trovava un camino immenso davanti al quale era posizionato un divano gigante, rigorosamente dei colori di Grifondoro, pieno di cuscini. Un finestrone dava sul giardino di Hogwarts e da lì si poteva ammirare lo spettacolo che la Torre del Castello offriva: il Lago Nero, la Foresta Proibita, la capanna di Hagrid e persino alcuni tetti del villaggio di Hogsmeade.
Una porta aperta dava sul bagno – «Privato? Abbiamo DAVVERO un bagno privato?!» esclamò Hermione spalancando ancora di più la bocca – e tutto, dal pavimento, alle tende dei letti, al lampadario a cascata pieno di candele, era lussuoso, come se si trovassero in un albergo a cinque stelle.
«Okay, Silente è andato fuori matto, è ufficiale!» disse la riccia scuotendo la testa.
Hilary scoppiò a ridere.
«Beh...se le conseguenze sono queste mica lo interniamo, giusto?!» esclamò facendo una giravolta su se stessa allargando le braccia.
«Allora, tu che letto vuoi?» riprese.
«È uguale, tu quale preferisci?»
«Potrei avere quello più vicino alla finestra?»
«Certo!» sorrise Hermione.
Si diressero verso i propri letti, ai piedi dei quali si erano appena spostati i rispettivi bauli.
Indossarono i pigiami e, dopo gli ultimi preparativi, si misero a letto; ma com’è normale in una camera di ragazze, cominciarono a parlare del più e del meno ed Hermione si ritrovò a raccontare alla nuova amica la propria storia e iniziò ad aggiornarla sulle persone che popolavano Hogwarts. Le fece il resoconto dettagliato di tutti gli anni passati nella Scuola di Magia, della guerra che avevano dovuto affrontare (Hilary, abitando in Italia al tempo, non ne era rimasta coinvolta più di tanto, perciò era curiosa di sentire i dettagli; e sapere di essere la compagna di stanza di una degli eroi non faceva altro che aumentare il suo interesse) e della lotta contro gli Horcrux. Si dilungò a insultare i Serpeverde come perone insensibili e piene di sé, prive di qualsiasi fascino e di qualunque attrattiva in quanto a cervello; le raccontò di quando il finto Moody aveva trasformato in furetto Draco Malfoy – «Forma preferibile a quella umana nel suo caso, comunque! Almeno stava zitto!» sottolineò la Caposcuola. «Ma poverino!» lo difese la mora nascondendo un sorriso – e di quando al terzo anno Hermione stessa gli aveva tirato un pugno e risero di gusto per cinque minuti senza riuscire a smettere. Poi si resero conto che era diventato davvero tardi e decisero di dormire.
«Ricorda Hilary, qualsiasi cosa tu abbia bisogno puoi chiedere a me...per la scuola e per tutto il resto...sappi che potrai contare su di me. Buonanotte, nuova amica!» disse la Caposcuola nel dormiveglia.
L’altra sorrise nel buio e, con gli occhi lucidi per la commozione, la ringraziò e ricambiò la buonanotte.
 
*********
«HILARY!»
Una scompigliata Hermione si catapultò fuori dal proprio letto urlando il nome della compagna di stanza.
Hilary si riscosse dal sogno che stava facendo e balzò a sedere sul letto, i capelli aggrovigliati e gli occhi socchiusi pieni di sonno; si mise a gambe incrociate e si passò una mano tra i boccoli.
«Herm, che succede?» chiese con la voce impastata.
«Siamo in ritardo, siamo in ritardo! Non è possibile, cavolo, anche la settimana scorsa! Oh mio dio! Muoviti Hilary, svelta! Le lezioni iniziano tra un quarto d’ora!» esclamò la Caposcuola scuotendola per le spalle per farla svegliare.
«Ci sono, ci sono, tranquilla. Inizia ad andare in bagno tu...dammi cinque minuti per riprendermi dalla sveglia brusca!» rispose la ragazza, ricoprendosi col lenzuolo e raggomitolandosi in posizione fetale.
Hermione corse in bagno e si preparò velocemente indossando la divisa scolastica. Quando tornò in camera trovò Hilary che aspettava il suo turno appoggiata alla parete; ella entrò in fretta e nel giro di cinque minuti ne uscì vestita di tutto punto.
Corsero fuori dal dormitorio e attraversarono il ritratto della Sala Comune, sfrecciarono sulle scale dirette verso la Sala Grande dove quasi si scontrarono con Harry, Ginny e Ron che avevano appena finito la colazione.
«Ehi, pensavamo vi foste perse! Buongiorno Mione!» esclamò Ron mentre abbracciava la sua ragazza.
«Buongiorno! No, ci siamo svegliate tardi, per questo arriviamo ora...» spiegò lei.
«Tesoro mi preoccupi. A che ora siete andate a letto, eh?!» la rimproverò il rosso.
«Colpa mia...ieri, quando avete litigato con Malfoy, non avevo capito molto bene la storia del tradimento e non tradimento...quindi Hermione ha cercato di spiegarmela a grandi linee. Non è che abbia capito granché lo stesso, però...» la difese Hilary.
«Sì, ma se continuiamo a parlare anche ora non arriveremo mai a lezione. Dobbiamo correre, Pozioni inizia tra due minuti!» esclamò alla fine Hermione, accorgendosi dell’orario.
Iniziarono a correre a perdifiato, dopo aver salutato Ginny che aveva un’ora buca, verso i sotterranei, quasi certi di aver già fatto perdere qualche punto a Grifondoro.
«Ma bene, guardate chi ci ha degnato della sua presenza anche quest’oggi!» disse la voce untuosa del Professor Piton non appena ebbero spalancato la porta del laboratorio di Pozioni.
«Mi dispiace Professore, è colpa mia! Mi sono svegliata tardi e...» cominciò a scusarsi Hilary.
«Non mi importa di chi è stata la colpa signorina Lair. Alle mie lezioni non sono permessi ritardi, nel modo più assoluto, se lo ricordi! Ora prendete posto e cinque punti in meno per Grifondoro a testa» ribatté secco l’insegnante.
Rimanevano i posti in fondo all’aula, vicino ai Serpeverde; il Trio dei Miracoli si sedette con espressione schifata, Ron ed Hermione davanti e Harry e Hilary dietro.
«I libri non ti sono ancora arrivati, giusto? Puoi leggere le istruzioni con me...» propose sottovoce Harry alla compagna di banco.
«Ti ringrazio, dovrebbero arrivarmi in questi giorni dal Ghirigoro. Ormai i vostri libri li uso praticamente io!» rispose lei, allungando il volto verso il manuale.
«Se i signorini in fondo hanno finito di chiacchierare, la lezione è già cominciata, siete tutti pregati di creare la pozione scritta alla lavagna e che trovate a pagina 126» li riprese Piton, trapassandoli con lo sguardo.
Piton diventa di giorno in giorno sempre più simpatico!
Scrisse Hilary sul bordo del suo foglio di pergamena, poi lo fece leggere a Harry che soffocò una risata facendola sembrare un colpo di tosse.
«Potter! Possibile che tu non sappia stare zitto? Altri cinque punti in meno!» sputò il professore in questione.
Hilary si sentì in colpa.
Scusa...
Scrisse. Poi si concentrò sulla pozione; niente di complicato, l’aveva già fatta l’anno prima. Si alzò per andare a prendere gli ingredienti contemporaneamente ad Hermione, che si voltò verso di lei e le sorrise brevemente; una volta arrivate all’armadio delle scorte dovettero aspettare il loro turno perché alcuni Serpeverde stavano perdendo tempo davanti ad esso.
«Perciò davvero, Draco, te la consiglio...sa fare miracoli quella!» stava dicendo Blaise Zabini.
«Mmm...Tassorosso hai detto? Bene, dopo vedrò se ne vale la pena...» rispose con nonchalance Malfoy.
Si voltarono entrambi verso le due Grifondoro e Malfoy sorrise furbescamente.
«Granger...è stato un piacere vedere togliere tutti quei punti alla vostra insulsa Casa!» le disse sprezzante.
«Levati Malfoy, stai intralciando il passaggio a tutti...non sei l’unico a dover prendere gli ingredienti in questa stanza!» ribatté Hermione.
«Taci Mezzosangue! Non ho tempo da perdere con una...»
«E allora vattene Malferret, neanche noi vogliamo perdere tempo!» lo interruppe la ragazza, scostandolo bruscamente per arrivare all’armadio.
Draco guardò Blaise e alzò un sopracciglio, interdetto; poi scrollò le spalle e si incamminò verso il suo posto.
«Devi scusarlo Granger. Non capisce quando è ora di finirla di comportarsi da bambini» disse Zabini, voltandosi subito dopo e raggiungendo il compare.
Hermione seguì scettica i movimenti del moro, poi alzò le spalle e si rivolse a Hilary.
«Vieni, aiutami a trovare quello che ci serve, prendiamoli anche a Harry e Ron...»
La giovane si accovacciò accanto alla Caposcuola e iniziò a frugare tra le scorte per cercare gli ingredienti giusti poi, entrambe con le braccia piene di radici, sacchettini di polvere e altro si diressero verso i propri banchi, fortunatamente senza danni.
L’ora passò velocemente e in modo tradizionale: Neville fece scoppiare il proprio calderone prendendosi una punizione e facendo perdere a Grifondoro altri venti punti ed Hermione fu la migliore della classe, seguita a ruota da Hilary che creò una pozione perfetta come quella dell’amica. I Grifondoro vennero privati di altri cinque punti perché la pozione di Harry era risultato un intruglio maleodorante che aveva appestato l’aria, mentre i Serpeverde ne guadagnarono dieci perché Malfoy aveva avuto lo stesso risultato della Granger e della Lair (ovviamente i premi nei confronti dei Grifoni non erano neanche considerati e la cosa aveva fatto parecchio infuriare la nuova studentessa, durante la prima lezione).
La seconda ora fu impegnata nella lezione teorica e il professore si dilungò a spiegare gli effetti della pozione appena creata. Il trillo della campanella venne accolto con sospiri di sollievo da parte degli studenti rosso-oro, che non vedevano l’ora di uscire da quei sotterranei.
«Ma deve fare sempre così?!» esplose Hilary una volta usciti dall’aula.
«Tutte le volte» rispose Ron
«Ti ci abituerai» disse Harry con un’alzata di spalle.
«Non farci caso» le disse Seamus, passandole a fianco.
«È assolutamente normale, Hilary» si degnò di spiegarle Hermione «Piton odia tutti i Grifondoro...in primis Harry, ma lui è un caso a parte. Da fastidio a Neville apposta per farlo sbagliare e divertire un po' le sue Serpi e non si fa pregare a toglierci punti o affibbiarci punizioni per cose che non esistono ma stai sicura che lui ha visto eccome! Ma è stata la prima lezione a cui hai assistito...sarà sempre peggio»
Hilary scosse la testa sconsolata.
«Non è giusto, però...i Professori per bene non dovrebbero evitare le preferenze?»
«Dici bene: i Professori per bene! Dubito che troveresti anche una sola qualità positiva su Piton!»
«Harry, non essere così cattivo però. Ricordati cosa ha fatto per te!» lo rimproverò Hermione.
Il Prescelto si zittì, riconoscendo la verità nelle parole dell’amica: non poteva dimenticare che comunque Piton amava sua madre, che aveva tradito Voldemort quando si era reso conto di ciò che aveva fatto e che in ogni caso l’aveva protetto per tutti quegli anni. Digrignò i denti nel rendersi conto che doveva persino la vita al suo odiato insegnante di Pozioni!
«E va bene...nessuna qualità positiva come Professore!» ripiegò il ragazzo.
«Sfregiato, direi che una di sicuro ce l’ha: infastidire te per divertire noi! Questo sì che è un pregio!» sghignazzò Malfoy comparendo di fianco al gruppetto.
«Fottiti furetto...» rispose inviperito Harry.
«Basta ragazzi! Non vedo perché dobbiate sempre litigare! Andiamocene, forza...» si intromise Hilary, già stufa di quei battibecchi mattutini.
Draco sgranò gli occhi: come si permetteva quella Nata Babbana, appena arrivata per giunta, di porre fine al suo personale divertimento?!
Il biondo scattò e afferrò il polso della Grifondoro che se ne stava andando, facendola voltare bruscamente verso di sé. La fissò duramente, ma rimase abbagliato perché la guardava davvero per la prima volta in una settimana; prima l’aveva degnata solo di un’occhiata fugace perché era troppo impegnato a insultare la Mezzosangue e lo Sfregiato, ma ora...
“È carina...molto carina. Peccato che sia amica di San Potter...però un pensierino...” pensò.
Hilary lo guardò furente: come poteva quel Serpeverde trattare così una persona che neanche conosceva?!
Poi si accorse del suo sguardo lascivo e lo fissò a sua volta da capo a piedi.
“È la prima volta che lo guardo così da vicino...ed è decisamente un bel ragazzo, altro che... ha degli occhi stupendi, oltre che un fisico da urlo...Mione ha detto che gioca a Quidditch, credo! Mmm...e quelle labbra?! Mio dio, devo fare quattro chiacchiere con Hermione riguardo ai suoi gusti...meno male che mi diceva che non era un granché!” si ritrovò a pensare.
Ma si riscosse velocemente e concentrò il potere che scorreva in lei direttamente nel punto del polso stretto tra le eleganti dita del ragazzo; quando il fuoco arrivò, egli trattenne a stento un urlo e lasciò subito la presa sulla giovane, balzando all’indietro e reggendosi la mano offesa.
«Ti conviene andare in infermeria...le ustioni fanno male!» disse gelida Hilary, voltandogli le spalle per raggiungere gli altri e dirigersi alla lezione successiva.
Hermione, Ron e Harry l’accolsero con un applauso ed un coro di risate.
«Stavamo decidendo se tirare fuori le bacchette o lasciarti nel tuo idillio con Malfoy, ma hai risolto la faccenda decisamente con stile. Come hai fatto?» chiese la Caposcuola una volta finito di ridere.
«Beh, ve l’ho detto, io controllo gli elementi, perciò sono tutti dentro di me...mi è bastato richiamare il fuoco e portarlo nel punto desiderato. Le conseguenze sono visibili...» spiegò la ragazza.
«Ricordami di non farti mai arrabbiare!» esclamò Harry pensieroso.
«Ci proverò» gli rispose lei con un sorrisetto divertito.
La lezione di Trasfigurazione si teneva dall’altra parte del Castello e dovettero correre per non arrivare in ritardo anche a quella. La Professoressa McGranitt era appena entrata nell’aula quando vide la porta aprirsi con un tonfo e i quattro alunni fiondarsi dentro con un’evidente espressione mortificata.
«Accomodatevi signori. Voglio sperare che questa sia la prima e unica volta in cui tarderete alla mia lezione» li accolse severa.
«Non succederà più, professoressa, ci scusi!» rispose Hermione abbassando il capo.
Si diressero ai loro posti, ma purtroppo Harry era già compagno di banco di Seamus, perciò Hilary, che alla prima lezione era stata vicino al Prescelto perché Finnigan non si sentiva molto bene, si rivolse all’insegnante.
«Mi scusi professoressa, dove potrei mettermi?» chiese intimidita.
«Oh, signorina Lair...può mettersi a fianco del signor O'Connell, laggiù»
La ragazza si diresse verso il fondo dell’aula e si sedette accanto al Tassorosso che le sorrise.
«Piacere, Brian...» le sussurrò quando ebbe preso posto, allungando la mano verso di lei.
«Hilary...» si presentò lei, stringendogliela brevemente.
Hermione, dall’altro lato della classe, sorrise contenta: O'Connell era un bravo ragazzo, sicuramente l’avrebbe aiutata se si fosse trovata in difficoltà.
“Invece Malfoy è stato proprio maleducato! Che razza di viscida Serpe! E quel Zabini? Com’è che ha detto davanti all’armadio? ‘Non capisce quando deve smettere di fare il bambino’...oh beh, meno male che almeno lui se ne accorge! Non avrebbe dovuto scusarlo però...davvero come fa una persona come lui a essere il miglior amico di quel...quel...Malfoy! E mi ha anche salvata...avrei dovuto ringraziarlo, ma lui non avrebbe dovuto guardarmi in quel modo! Mi ha fatto sentire...beh, non so esattamente come mi ha fatto sentire, era strano...come se mi...completasse! No, no, no che brutti pensieri! È Ron che mi completa, non Zabini, figuriamoci!” sbuffò a quel malaugurato pensiero che le si era fatto strada nella mente.
“Perché mi ha salvata? Che poi, diciamocelo, salvata è una parola grossa: avrei potuto contrastare quell’incantesimo anche da sola!” mentì a se stessa.
“Oh, ma perché mai sto qui a pensare a Zabini?! Devo seguire la lezione, dobbiamo recuperare i punti persi con Piton!”
Così dicendo alzò lo sguardo dal libro e, alla prima domanda della Professoressa, la sua mano scattò prontamente in aria; rispose, ovviamente, nel modo più corretto possibile e in quella lezione fece guadagnare venticinque punti a Grifondoro per tutte le risposte esatte date.
Nella seconda ora di Trasfigurazione si svolse la parte pratica e, com’era successo anche a Pozioni, Hermione e Hilary furono le prime a riuscire a trasfigurare un comodino in un’aquila, guadagnando quindici punti ciascuna per la bravura dimostrata.
«Wow, complimenti è stupenda!» esclamò ammirato O'Connell alla compagna di banco mentre osservava il rapace volteggiare nell’aria per poi appoggiarsi sul braccio teso della nuova padrona.
Le guance di Hilary si imporporarono lievemente ed un sorriso luminoso le si dipinse sulle labbra.
«Grazie» rispose piano.
Non si aspettava certo dei complimenti: nella vecchia Scuola nessuno premiava gli alunni per una magia ben fatta, c’erano solo le punizioni per chi non eseguiva le istruzioni alla lettera. Era rimasta sbalordita vedendosi attribuire tutti quei punti e non poteva che restarne compiaciuta.
Si voltò verso la Caposcuola Grifondoro e le fece un gran sorriso che venne subito ricambiato dalla ragazza. Hermione si avvicinò all’amica e indicò la sua aquila che ancora non si decideva a scendere.
«Come hai fatto a farla venire giù? La mia non ne vuole sapere...» le disse, atteggiando le labbra in un adorabile broncio.
L’altra scoppiò a ridere vedendo l’espressione della giovane.
«Sono in contatto con gli elementi della natura, quindi con tutta la natura, ricordi? Questo vale anche per gli animali...» spiegò.
Hermione e Brian la fissarono a bocca aperta, stralunati.
«Caspita...mi sa che il mio ruolo di studentessa perfetta è a rischio con te in giro!» scherzò la riccia.
«Ma va! Io vado bene sono nelle cose pratiche...la teoria a lascio tutta per te!» rise Hilary, schernendosi.
Scoppiarono a ridere tutti e tre e, al quinto tentativo, anche O’Connell, Harry e Ron riuscirono a trasfigurare l’oggetto della lezione, tra gli incoraggiamenti delle due esperte.
Finalmente Trasfigurazione finì, e gli studenti si affrettarono ad uscire dall’aula, ancora più carichi di prima in quanto a compiti. La lezione successiva sarebbe stata Storia della Magia e nessuno aveva fretta di raggiungere il Professor Rüf per sentirlo spiegare dell’ennesima Guerra dei Folletti che, chissà come, riuscivano sempre a mettersi in mezzo in qualsiasi affare.
Quell’unica ora non passava più, era come se il tempo giocasse loro qualche brutto tiro e scorresse più lento del solito. In men che non si dica, metà della classe stava bellamente dormendo sui grossi tomi di Storia della Magia, mentre l’altra metà si divertiva a lanciarsi fogli e bigliettini dalle opposte parti dall’aula. La voce del Professore aveva preso da tempo la sua solita nota soporifera e l’unica alunna che prendeva diligentemente appunti era Hermione Granger. Hilary Lair, seduta accanto a lei, passava lo sguardo da lei all’insegnante, gli occhi socchiusi per la sonnolenza.
«Ma non ti annoia starlo a sentire?»
«Ah-ah...» mormorò la ragazza scuotendo la testa.
«Finita la lezione mi potrai spiegare come fai a seguire quello che dice?»
«Ah-ah...» la Grifondoro annuì.
«Scrivi tutto ciò che esce dalla sua bocca?»
«Ah-ah...»
«Dopo mi accompagni in Biblioteca?»
«Ah-ah...»
«Ti piace Malfoy?»
«Ah-ah...NO!!» esclamò dopo un secondo la riccia, alzando il volto dalla pergamena che stava riempiendo di appunti.
Hilary soffocò una risatina mettendosi le mani davanti alla bocca. Vedendo l’espressione della compagna si costrinse a ritornare seria, ma un sorriso le aleggiava ancora in viso.
«Scusa, non ho resistito...sembrava che potessi rispondere “sì” a qualsiasi domanda tanto eri concentrata» si giustificò divertita.
Hermione scosse la testa sorridendo a sua volta.
«Malfoy è l’ultimo uomo sulla faccia della Terra che potrebbe piacermi, te lo assicuro!»
«Allora prima c’è Zabini! Ho notato come ti guardava oggi a lezione...attenta Herm!» le consigliò la mora trattenendo un risolino.
«Zabini?! Oh mamma, no, non anche tu! Zabini è solo una Serpe viziata, come il suo amico...e poi dai, io sto con Ron!» rispose piccata la Caposcuola.
«Mai dire mai, Herm...tutto può succedere!» disse saggiamente Hilary.
Hermione scrollò le spalle come per sminuire la frase, poi riprese a scrivere parola per parola quello che diceva il professore...e intanto rifletteva.
“Ecco, si è accorta anche lei che c’è qualcosa di strano in Zabini...ed è qui da una settimana soltanto! Certo, le ho riferito tutto quello che è successo, ma non mi sono dilungata a parlare di Zabini, ho parlato di Malfoy! Che comunque stanno sempre insieme quei due, quindi parlare di uno è parlare dell’altro...però Blaise è più...BLAISE?! No, dico Hermione, ma sei impazzita?! L’hai chiamato per nome...oh mio dio, basta pensare a lui, ti sta mandando il cervello in pappa. Okay, ora riprenditi e ricomincia a chiamarlo per cognome, per carità! Zabini! Ecco, dicevo che Zabini è più umano, più gentile. Certo, rimane sempre una Serpe viscida e odiosa, ma quando vuole è davvero...affascinante?! Diavolo, Herm, ma che ti prende? Oh, per Merlino...forse è meglio stare a pensare alle Guerre dei Folletti!” si disse ricominciando ad ascoltare Rüf.
Hilary, nel frattempo, aveva osservato molto attentamente l’amica e non si era persa nessuna delle espressioni che le avevano attraversato il volto. Sorrise tra sé e sé. Allora non aveva tutti i torti pensando che ci fosse qualcosa tra lei e il moro Serpeverde...o meglio, secondo lei era molto probabile che il ragazzo tentasse di avvicinarla, mentre lei non se ne rendeva conto.
Doveva farsi spiegare bene quel che era successo in treno, ogni singolo dettaglio poteva essere importante; Hermione, la sera prima, non si era dilungata troppo nella descrizione, aveva solo accennato al fatto che il giovane le aveva posto uno Scudo Magico al momento giusto. Ma perché era lì? Come aveva detto la stessa Caposcuola, non avrebbe avuto più senso se si fosse rifugiato da qualche parte con i suoi amici, invece di gettarsi nella mischia? Da quanto aveva capito avevano tradito Voldemort, perciò i seguaci di quest’ultimo non dovevano essere in buoni rapporti con loro, no?! No effettivamente Mione non era stata molto chiara in quella parte.
Decise che si sarebbe fatta un’altra bella chiacchierata con la riccia al più presto possibile; oltretutto le piaceva parlare con lei, si vedeva che era intelligente e questo non poteva farle che bene. Oltretutto era sempre stata una frana nelle parti teoriche delle lezioni, magari poteva chiederle un aiutino per Storia della Magia ad esempio...che in quel momento le sembrava la materia più noiosa al mondo! Rimpiangeva la vecchia Scuola, nella quale quella lezione non esisteva. Cercò comunque di prestare attenzione a ciò che diceva il fantasma – “Come si fa, poi, ad avere un fantasma come Professore, questo me lo devono spiegare! Ma non si è stufato di insegnare sempre le stesse cose? Potrebbe andare in pensione anche se, ora come ora, cosa potrebbe mai fare?!” pensò scuotendo la testa rassegnata – più per rispetto della compagna che per altro, perché se doveva chiederle una mano doveva almeno far finta di ascoltare.
La fine dell’ora fu accolta da risvegli, vistosi sbadigli coperti per metà e rumorosi tramestii per raccogliere pergamene, piume e libri inutilizzati. La classe si svuotò molto più velocemente di come si era riempita e gli studenti si recarono in Sala Grande per il pranzo.
 
*********
 
Il pomeriggio degli studenti del settimo anno Grifondoro era praticamente libero, fatta eccezione per l’unica ora di Babbanologia seguita da pochi appassionati e per la Squadra di Quidditch, che aveva la prima riunione dell’anno per decidere gli schemi di gioco e le date per le selezioni di Battitori e Cacciatori.
Hilary e Hermione, disinteressandosi completamente della cosa, si recarono in Biblioteca e continuarono imperterrite a studiare Storia della Magia. L’italiana non capiva nulla della storia e la reputava una materia inutile e noiosa, ma ovviamente la compagnia della riccia l’aiutò parecchio a comprendere le Guerre dei Goblin elencate dal professor Rüf. Tuttavia dopo due ore spese sugli appunti dell’amica, Hilary non ne poté più e quasi implorò Hermione di uscire a far prendere una boccata d’aria ai suoi poveri neuroni ormai in cortocircuito.
La Caposcuola scoppiò a ridere di gusto.
«Possiamo andare a fare un giro al Lago Nero...ammetto che come prima settimana è stata piuttosto pesantuccia, eh?!»
«Pesantuccia?! Tema di Pozioni di tre rotoli di pergamena e quello della McGranitt di cinque, oltre che le tue ripetizioni di Storia della Magia. Per non parlare dei giorni scorsi, passati su TUTTE le altre materie! Beh, direi che è stata più che pesantuccia, Hermione: sono praticamente morta!» rispose l’altra alzando gli occhi al cielo, esasperata.
«Ripeto, preferisco di gran lunga la pratica!» continuò con una smorfia.
«Sì, la pratica insegna molto, ma la teoria serve...insomma ti fa ragionare su quello che fai, no?» disse la Caposcuola mentre uscivano dalla Biblioteca.
«Ti dirò...non è che non ragiono mai..più che altro gioco sull’istinto! Quando sei di fronte al pericolo imminente non è che tu abbia tutto quel tempo per riflettere se lanciare questo incantesimo o quell’altro! Dovresti saperlo meglio di me, dopotutto io uso la magia solo da due anni e...per Merlino e Morgana! Che ti è successo?!» esclamò correndo verso un bambino riverso a terra in mezzo al corridoio.
Egli cercò di dire qualcosa ma le sue parole furono troncate da un conato di vomito che fece balzare Hilary all’indietro.
«Oh...capito, ti porto in Infermeria, piccolo, basta che non mi vomiti addosso, eh?» disse in tono gentile ma fermo.
Si chinò nuovamente su di lui e lo prese in braccio; doveva avere undici anni al massimo e pesava poco più di suo fratello, non sarebbe stato difficile portarlo da Madama Chips. Cominciò a camminare speditamente verso la sua meta, con Hermione dietro che li seguiva e guardava stupita l’amica: sembrava non avesse alcun peso tra le braccia, doveva essere abituata avendo un fratellino con cui giocava spesso.
La riccia sorrise tra sé: probabilmente l’amica non aveva visto lo stendardo sulla divisa dello studente, altrimenti...no forse l’avrebbe soccorso comunque. Dopotutto, da quel poco che aveva potuto capire di lei, era sempre disposta a dare una mano agli altri.
Erano quasi arrivate all’Infermeria quando, dall’altro capo del corridoio sbucarono Malfoy e Zabini.
“Eh, no dai! Ma questa è proprio sfortuna! Perché me lo devo ritrovare anche qui? Ecco, ora inizierà a fare i suoi commenti del cavolo insieme all’amichetto...tanto meglio, sono già vicini all’Infermeria, posso darmi alla pazza gioia! Oh, ma se prova anche solo ad accennare alla faccenda di ieri, giuro sulle mutande di Merlino che lo faccio fuori!” pensò Hermione nascondendo una smorfia di disapprovazione.
«Toh, guarda chi c’è...Granger, Lair...ma che piacere!» disse il biondo con falsa cortesia.
«Malfoy, piantala! Non è ancora finita la prima settimana e ne ho già fin sopra i capelli di te! Oltretutto dovreste fare più attenzione ai vostri compagni di Casa...non possiamo sempre portarli noi in Infermeria...» cominciò Hermione inviperita.
«Sheridan...che è successo?» esclamò Zabini, allungando il passo e arrivando di fronte a Hilary che teneva in braccio il piccolo Serpeverde.
«Pasticche...» cominciò il ragazzino, ma un altro conato lo fece bloccare e Blaise fece un passo indietro.
«Forse è meglio portarlo dentro...» mormorò Hilary con tono materno.
Camminò velocemente verso l’Infermeria e Malfoy, che era lì vicino, le aprì la porta per farla passare.
«Uh, come siamo galanti Malferret! Una Serpe che apre la porta a un Grifone? Devi essere malato...» esclamò acida la Caposcuola Grifondoro.
«Solo perché tra quelle sudice mani c’era un nobile Serpeverde, Mezzosangue. E voglio capire bene come ha fatto anche solo a pensare di poterlo tenere in braccio!» disse lui fingendo disprezzo.
“In realtà vorrei davvero sapere perché l’ha fatto...come tutti i Grifoni dovrebbe odiare le Serpi invece...mah, certo che quella ragazza è strana! Ma la curiosità...” pensò, a dispetto di ciò che il suo volto lasciava ad intendere.
«Granger, cosa è successo esattamente?» li interruppe Blaise, stanco di quei battibecchi.
«Saranno state le Pasticche Vomitose, quelle dei gemelli Weasley...da quanto stava per dire prima...l’abbiamo trovato a terra nel corridoio della Biblioteca e l’abbiamo portato qui» spiegò Hermione.
«Portano solo guai quei traditori del loro sangue...» cominciò Draco, ma fu subito zittito dalla Grifondoro.
«Parla per te furetto! Almeno loro lavorano e non stanno tutto il giro a poltrire, come invece fate voi Malfoy! E anche se sono Purosangue non perdono tempo a insultare gli altri...loro si comportano civilmente!» esclamò.
«Mezzosangue, non ti permetto di parlarmi con quel tono!»
«Draco, calmati per favore. Non è certo il momento né il luogo in cui alzare la voce» intervenne Blaise, mettendosi in mezzo tra i due.
«Zabini ha ragione...Madama Chips stava per uscire e affatturarvi. Se non vi date una calmata ci andrete voi in Infermeria. Anzi, Malfoy, Zabini, dovreste entrare a dare un’occhiata a Daniel, non sta affatto bene: credo gli abbiano fatto uno scherzo da quanto sono riuscita a capire. Potreste controllare meglio i vostri primini? Non possono essercene tre in Infermeria nello stesso momento; anche Burke e Carleton sono dentro, credo per un motivo simile...» disse Hilary, uscendo in quel momento dall’Infermeria.
«Ma sono così terribili le Merendine dei Weasley?!» chiese all’amica di fianco a lei.
«Io ho sempre detto loro di non crearle...ma era come parlare al muro! Comunque no, non dovrebbero essere pericolose, anche perché le testano su loro stessi» spiegò lei.
«Idea grandiosa a mio parere: due Weasley in meno!» mormorò Draco all’orecchio di Blaise che rise sommessamente beccandosi un’occhiataccia di Hermione.
«Beh, noi andiamo a vedere come stanno le nostre matricole...col vostro permesso, signorine» disse il moro, avvicinandosi lentamente alla Caposcuola che rimase al suo posto, sfidandolo con lo sguardo ad avvicinarsi ancora.
Il bel Serpeverde sorrise mentre compiva l’ultimo passo ritrovandosi a pochi centimetri dalla Grifondoro; poi si inchinò brevemente, le prese la mano e se l’avvicinò alla bocca, sfiorandole delicatamente la pelle del dorso con le labbra morbide.
Hermione rimase spiazzata da quel gesto e si pietrificò sul posto, guardandolo con gli occhi dorati sgranati dallo stupore e la bella bocca mezza aperta; a dispetto di tutto l’impegno che ci mise, le sue guance si tinsero di rosso ed ella si morse il labbro inferiore, imbarazzata.
Zabini raddrizzò la schiena e sorrise compiaciuto vedendo l’espressione della riccia. Poi si voltò verso Malfoy, che aveva osservato tutta la scena con malcelata meraviglia accanto a Hilary. Del resto, rimase a sua volta confuso dal sorriso che notò sul volto della nuova Grifondoro, ma scrollò le spalle indifferente.
“E si dia inizio alla prima parte del piano: rendere le idee poco chiare alla Granger. Direi che ci sono riuscito. Povero Draco, non capisce più nulla nemmeno lui...” pensò sorridendo dentro di sé.
Passò accanto all’amico e, dandogli un colpetto sul braccio per riscuoterlo dallo stato di catalessi in cui era caduto, entrò in Infermeria. Malfoy sbatté le palpebre un paio di volte, poi lanciò uno sguardo di fuoco a Hermione e si girò seguendo il compare, borbottando parole incomprensibili a mezza voce.
«Herm? Herm, ci sei?» disse dopo qualche secondo di esitazione Hilary, vedendo che la Caposcuola era ancora nella stessa identica posizione in cui Zabini l’aveva lasciata.
«Hermione! Ehi, svegliati!» esclamò alzando la voce di un tono e sventolandole una mano davanti al viso.
«Niente, è andata in coma...Herm, non posso portarti di peso in Sala Comune, sai? Sei un po' troppo pesante, senza offesa... Stai bene?» continuò alzando gli occhi al cielo.
“Se un baciamano le fa questo effetto, non oso pensare ad altro... Oh, cielo! Ron non la pietrifica di certo quando la bacia, mmm...” si disse pensierosa.
«Heerm! Sono stufa di fare il monologo, la vuoi piantare di pensarci? Era solo un baciamano, per tutte le cavallette! Ed era Zabini! Ti vuoi svegliare? Dovevamo fare un giro al Lago, ricordi?! Niente, questa qui manco mi ascolta...» esclamò esasperata.
A quel punto Hermione si riscosse e guardò l’amica.
«Finalmente! Era ora che ti decidessi a...» cominciò Hilary.
«Come diavolo si è permesso di toccarmi?!» strillò la riccia corrugando le sopracciglia.
«Ehm...Mione, non urlare, ti sentono tutti e...»
«Non mi importa un accidente! Come ha potuto...come si è permesso di...ARGH! Lurido Serpeverde, ma ora gliela faccio vedere io! Zabini, hai passato il segno!» strepitò come una furia, poi tirò fuori la bacchetta dalla divisa e si diresse a passo marziale verso la porta dell’Infermeria, ma venne fermata dalla Grifondoro.
«Mione, ragiona, cos’ha fatto di male? Ti ha solo sfiorato una mano...sfiorato Hermione, neanche baciato! Beh, se ti avesse baciato come si deve, e non intendo la mano, forse saresti giustificata per una reazione del ge...» disse Hilary, cercando di farla tornare in sé.
«Ah, non deve osare toccarmi, quel...quel...quella Serpe malefica! Se provasse anche solo a...pensare di baciarmi...lo avadakedavrizzo all’istante! Che non ci provi neppure se no giuro che io...»
«Silencio!» esclamò l’italiana al limite della pazienza.
“Quasi quasi la preferisco in stato vegetativo!” pensò sbuffando.
«Oh, che pace...senti, Mione, che ne diresti di andare in un posto più tranquillo? Lontano da qui, eh? Magari ti spiego bene cosa penso, mentre tu stai...non ci provare, cara, questa la prendo io» disse strappandole di mano la bacchetta che Hermione aveva cercato di puntarsi alla gola per eliminare il fastidioso incantesimo.
«Dicevo che ti spiego cosa ne penso della faccenda mentre tu stai zitta e mi ascolti, okay? Uff, non pensavo fossi così testarda, sai? Peggio di mio fratello, ma lui ha quattro anni in meno di noi! No, tesoro, la bacchetta rimane a me...te la darò quando sarai più calma e la smetterai di minacciare di morte la gente!» terminò Hilary mentre camminavano lungo il corridoio verso il portone della Scuola.
Quando ebbero girato l’angolo, dalla porta dell’Infermeria uscirono Draco e Blaise, ridacchiando ancora per la scena a cui avevano assistito.
«Direi che stai andando nella direzione giusta, Blaise...anche se potresti evitare di farmi prendere un colpo e avvisarmi quando la stai per baciare davanti a me: per un attimo ho creduto che ti avessero posseduto, poi mi sono ricordato della scommessa» disse Malfoy, appoggiandosi elegantemente al muro.
«Draco, Draco, Draco...non sarebbe divertente nemmeno la metà se ti dicessi tutto quello che voglio fare con la Granger! E poi, la storia del baciamano, non l’avevo proprio programmata...ho solo pensato che fosse il momento giusto» spiegò Blaise con un ghigno.
«In ogni caso, quando la bacerai sul serio, non voglio assistere, okay?»
«E quando TU ci proverai con la Lair...no nemmeno io voglio assistere!»
«Chi è che dovrebbe provarci con la Lair?!» esclamò inorridito Draco.
«Tu, mio caro...ho notato come stamattina te la stavi mangiando con gli occhi, sai? Ed è stato parecchio divertente! Ah, ma la parte del fuoco è stata fenomenale...meno male che Madama Chips si è bevuta la storia sul calderone di Paciock che era troppo vicino a te! Ma l’avresti comunque difesa, giusto?» rispose con nonchalance il moro mentre un sorrisetto malizioso gli si dipingeva sulle labbra.
«Ehi! Non avrei mai ammesso che mi ha ustionato una ragazzina che conosce solo da due anni la magia, ne va della mia reputazione! E poi Paciock fa scoppiare due pentoloni su uno, direi che era più che credibile. Ma non me la stavo mangiando con gli occhi! Anche se devi ammettere che come ragazza non è niente male, insomma...voglio dire, per essere una Mezzosangue Grifondoro è abbastanza carina. Cioè, quello che intendo è...hai capito dai!» cercò di difendersi il biondino scrollando le spalle.
«Sì sì...ho capito che la nuova studentessa modello ti ha parecchio colpito! Non riesci più neanche ad esprimere chiaramente un pensiero su di lei!» ridacchiò Blaise.
«Non c’è niente da ridere, Bla... E poi non ho detto che mi ha colpito, ho detto solo che...»
«Che è abbastanza carina. Che detto da te è un complimento fatto e finito, Dray! Devi ammettere che non l’hai mai detto a nessuna: dici solo “è passabile” o “è brava a letto”. Il termine “carina” usato da te mi fa quasi paura...» spiegò Zabini davanti all’espressione combattiva dell’amico.
«Non mi interessa una Mezzosangue come lei...per di più è già amica di San Potter e della Granger...che TU vuoi farti! Meglio che non cerchiamo di portare via troppe cose allo Sfregiato e alla Donnola...»
«E da quando ti interessano i sentimenti di Potter e Weasley?!»
«Non mi interessano affatto...ma Weasel dovrà pure consolarsi con qualcuno quando gli fregherai la ragazza da sotto il naso!»
«A quello ci posso pensare io!» intervenne una vocetta fastidiosa alle loro spalle.
I due ragazzi si girarono di scatto e si trovarono di fronte Lavanda Brown.
«Non posso credere di abbassarmi a chiedere qualcosa a delle Serpi ma tant’è...Zabini, per caso hai intenzione di provarci con la Granger?» chiese la ragazza, avvicinandosi ancheggiando ai giovani.
«Perché dovrebbe interessarti, Brown?» domandò Blaise atteggiando il viso in una smorfia annoiata.
«Si da il caso che Ron-Ron sia solo MIO, e quella sfigata della Granger se l’è preso. Voglio farli lasciare ma non avevo idea di come fare...stavo passando di qui per caso e vi ho sentiti parlare di lei. Quindi te la vuoi portare a letto? Perché, se ci riesci, io mi riprenderei Ronnino perché saprebbe che quella puttanella l’ha tradito. Così tu avrai la Granger e io mi riprenderò ciò che è mio di diritto» spiegò Lavanda, con gli occhi da invasata.
“Questa mi fa paura...anche più della Granger quando minaccia di uccidermi! È una pazza furiosa, ci posso scommettere l’intero patrimonio degli Zabini!” pensò Blaise, preoccupato.
“Blaise, ti prego stai attento a quello che dici a questa sclerotica!” pensò Draco, sulla stessa lunghezza d’onda dell’altro.
«Ecco...vedi, per me si tratta semplicemente di una scommessa...mi prendo la Granger e poi la lascio, capito?» cercò di spiegare il moro, con voce insicura.
«Perfetto! Così poi non avrà neppure te, perché Ron-Ron starà con me dopo il tradimento» concluse Lavanda con un’alzata di spalle.
«Ehm, Brown, mi dispiace dirtelo ma non credo che Weasley preferisca te a...»
«Mi preferirà! Non può scegliere una sgualdrina al posto di una che vivrebbe per lui!» disse lapidaria la ragazza, facendo alzare di due ottave la sua vocetta stridula.
«Sai, tra tutte le definizioni che personalmente darei alla Granger non è contemplata nemmeno una volta la voce “sgualdrina” e derivati. Quella è una suora, non aprirebbe facilmente le gambe» intervenne Malfoy.
«E perché Zabini pensa di aprirgliele facilmente?»
«Perché sono io!» rispose scandalizzato il diretto interessato, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
«Non che la cosa sia tanto ovvia, Zabini! Io non verrei mai a letto con te!» esclamò la ragazza, fissandolo da capo a piedi.
«Mmm, però nel mio letto ci sei venuta» sghignazzò Malfoy.
Blaise lo guardò stralunato e lui scrollò le spalle.
«È stato un errore...» mormorò imbarazzata Lavanda.
«Che ti è piaciuto particolarmente, però. Mi ricordo della settimana seguente...tutti quegli appostamenti sono stati stressanti. Eppure ero stato chiaro, sarebbe stata solo una notte. Ed eri venuta tu da me, mi avevi cercato perché nessuno ti dava quel che volevi. Ora che mi ci fai pensare...non è che ti riferivi a Weasley, vero?» chiese infastidito il biondo.
La Brown arrossì furiosamente e abbassò lo sguardo a terra.
«Se l’avessi saputo non ti avrei dato che cercavi...non accetto di essere la seconda scelta di nessuno, io!» disse schifato Malfoy.
«Sei un essere insensibile, sei proprio senza cuore! Sei stato il primo, cosa volevi di più? Solo perché pensavo ad un altro non significa che dovevi comportarti da stronzo!» esclamò la Grifondoro scoppiando in lacrime.
«Ti ringrazio per i complimenti ma, come sai bene, il mio ruolo è quello di seduttore...non una spalla su cui piangere. Peccato che Weasley non sia riuscito ad averti dopo di me, vero? Si è quasi subito messo con la Granger da quanto mi è parso di capire» rispose la Serpe con un ghigno.
«Non credere di essere stato il primo e unico, Malfoy! Mi sono tolta presto il tuo pensiero dalla testa!» ribatté piccata.
«Allora direi che non era proprio il caso di dare della puttanella alla Granger, dico bene?!» si intromise severo Blaise, riprendendosi dallo stato di shock in cui era caduto.
«Lei è una sgualdrina perché si è presa il mio Ron-Ron...» cominciò a difendersi Lavanda.
«Per Salazar, ma ti senti quando parli?! Ron-Ron, Ronnino, Ronnuccio...ci credo che ti ha mollata, con tutti ‘sti nomignoli del cazzo! Sembri una bambinetta piagnucolona» esclamò inorridito Draco, alzando gli occhi al cielo.
La Brown lo fissò duramente con gli occhi lucidi; poi, con un urletto isterico misto ad una mezza maledizione, si voltò e scappò via di corsa verso la Torre di Grifondoro.
«Ma quella ha diciassette anni o cosa?» disse stupito Blaise, voltandosi verso l’amico.
L’altro scrollò le spalle indifferente e cominciò a camminare a passo lento verso i sotterranei. Il moro lo affiancò e gli rivolse uno sguardo di sottecchi.
«C’è per caso qualcosa che mi devi dire?» cominciò.
«No»
«Allora cambio la domanda: c’è per caso qualcosa che non so e di cui dovrei sapere vagamente qualcosa?»
«Ora no»
«Perché l’ho appena scoperto?»
«Esatto»
«Quando?»
«L’anno scorso»
«Quando era insieme a Weasley?»
«No, si erano già lasciati per la Granger...ha detto che erano in Infermeria e lui ha mormorato il nome della Mezzosangue nel sonno...perciò l’ha mollato...ed è venuta da me»
«E tu hai accettato di portartela a letto?»
«Non ha detto che era perché non l’aveva fatto con la Donnola e quindi cercava qualcuno per non restare vergine...ha detto di volerlo fare con me, e io ho accettato. Senti, erano settimane che non toccavo una donna con quella maledetta storia dell’Armadio Svanitore. La prima che si è offerta a me l’ho presa» si difese il biondo.
«Almeno è stata brava?» chiese curioso Blaise.
«Non te la consiglio se ti vuoi divertire...zero creatività, nemmeno un briciolo di iniziativa...noiosa in poche parole» rispose scrollando le spalle.
Il moro alzò gli occhi al cielo e seguì l’amico attraverso il passaggio che portava alla Sala Comune.
 
*********
 
Intanto, nel giardino del Castello era in corso un’accesa discussione tra un’agitatissima Caposcuola Grifondoro e un’esasperata compagna di quest’ultima.
«Per l’ultima volta, e ti scongiuro non farmelo più ripetere: ti ha solo baciato la mano!»
«Sì, ma tu non capisci! Non può fare così! Insomma prima fa sei anni a non parlarmi, indifferenza totale, e poi in meno di una settimana, in ordine: mi salva dall’attacco di un Mangiamorte, mi difende da Malfoy quando ha insultato i miei genitori martedì, mercoledì ci siamo ritrovati in coppia ad Erbologia e ha evitato che quel rampicante mi strangolasse, ieri mi ha dato della stupida e mi accusava di non aver capito niente del loro tradimento e oggi mi bacia la mano?! Devi permettermi di essere almeno un po' confusa, per Merlino!» elencò Hermione, agitando le braccia.
«Oh, Santo Godric, calmati Mione! Prima di tutto dovresti proprio capire se tutte queste attenzioni ti fanno piacere o no. Secondo: non credo ci sia qualcosa di cui preoccuparsi, magari ha solo capito che anche i Grifondoro non sono così male come ha sempre creduto e vuole allacciare dei migliori rapporti. E terzo...»
«Allacciare migliori rapporti?! Tra Serpeverde e Grifondoro non ci sono mai stati “buoni rapporti”! solo insulti gratuiti e tentativi di espulsione da una parte e dall’altra. Mai, nessuno tra le due Case ha mai pensato che le cose dovessero cambiare...»
«E a te va bene così?! Voglio dire, va bene che tra Grifondoro, Tassorosso e Corvonero ci sia sempre pace e amore e che invece i Serpeverde se ne stiano da soli nei loro sotterranei? Poi non vi dovete lamentare se non vi prendono in simpatia: voi non fate niente per “integrarli”»
«Ti assicuro che a loro va bene così!»
«Gliel’avete mai chiesto? Anche solo a due o tre, ma avete mai chiesto se a loro va bene stare da soli?» la interruppe Hilary seccata.
La riccia si zittì e si guardò le mani raccolte in grembo.
«Non si lamentano...» provò a dire.
«Permettereste loro di lamentarsi?» la riprese l’altra.
«Scelgono loro di essere...Serpi. Lo dice Silente stesso: il Cappello ci Smista secondo le nostre scelte, non secondo le nostre qualità. E loro scelgono di essere cattivi» si giustificò Hermione.
«È vero, il Cappello segue le nostre scelte. Ma non credi che dal primo al settimo anno, una persona possa cambiare? Si cresce, si matura, si cambia...e non puoi biasimare Zabini se, tutto ad un tratto, ha deciso di farsi piacere i Grifondoro: forse l’aver tradito Voldemort gli ha fatto aprire gli occhi su tutte le sue convinzioni...oppure è proprio per aver visto davvero che ha disertato, no?»
La Caposcuola rimase in silenzio. Effettivamente Hilary aveva ragione e lei non aveva alcun diritto di giudicare le scelte del Serpeverde. Ma gli ultimi avvenimenti le avevano dato parecchio da pensare e si era rimproverata più volte perché la sua mente apriva, un po' troppo spesso per i suoi gusti, il cassetto “Zabini”.
Rialzò gli occhi e li puntò in quelli dell’amica.
«Hai ragione» ammise alla fine «Forse sono stata un po' troppo dura con Zabini...cercherò di accettarlo di più» concluse.
«Bene! Finalmente ti sei decisa! Okay, tutta questa conversazione mista ad opera di convincimento mi ha messo appetito...ed è quasi ora di cena!» esclamò Hilary balzando in piedi dopo aver guardato l’orologio.
«Muoviti, Herm. Sto morendo di fame! Svelta, svelta!» strillò tirando su anche la riccia che la guardò sbalordita e scoppiò a ridere.
«Sei incredibile, Hilary!» disse tra le risate.
L’italiana rise con lei e, prendendola a braccetto, si avviò verso l’entrata del Castello per andare a cenare con gli altri.
“Bene...se tutto è come penso, Hermione presto si renderà conto che Zabini non è tanto male. Andiamo, me ne sono accorta anche io! Devo farci quattro chiacchiere con quel ragazzo, a proposito. Sempre se riesco a staccarlo dall’amichetto del cuore! Mamma mia, sembra che siano uniti con la colla. Mannaggia mi sono dimenticata di parlare a Hermione dei suoi gusti in fatto di uomini! Certo che quel Malfoy è proprio carino... Oggi l’ho guardato bene per la prima volta e non è affatto male...se solo non fosse così pieno di sé! Insomma una lezioncina ci stava bene, così impara a comportarsi come si deve. Spero solo di non avergli fatto troppo male...e che non abbia detto nulla a Madama Chips! Oh, ma se ha fatto la spia, altro che fuoco, lo annego! Anche se, quando sono entrata in Infermeria, la Chips non mi ha detto niente...a proposito, chissà come starà Daniel! Devo passare a trovarlo dopo. Come volevasi dimostrare, non tutti i Serpeverde sono cattivi...scommetto che quelli del primo anno si sentono tanto soli. Poverini!”
E con queste riflessioni nella mente, Hilary fece il suo ingresso nella Sala Grande, al fianco della Caposcuola Grifondoro la quale, rimproverandosi aspramente, pensava al bel moro Serpeverde dagli occhi blu. L’interessato, d’altro canto, dalla sua postazione nella tavolata verde-argento, osservava la sua preda mentre avanzava nel corridoio centrale della Sala. E sorrideva.
   
 
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