Incredibile come passa veloce il tempo! Mi sembra ieri che ho iniziato a postare Father Be With Me Tonight…ed invece sono già quasi due mesi! Due mesi in cui voi tutti che mi state leggendo (sì, anche tu nuovo lettore [ti piacerebbe eh!] appena giunto) avete avuto un ruolo fondamentale: senza di voi non so se sarei arrivata fino a questo punto! Grazie per le fantastiche recensioni, per avermi preferita etc etc!
Uhm, ok, basta con le frasi da coma
glicemico u.u
Torniamo a noi! Sono ancora viva,
quindi nessunao di voi ha scoperto dove vivo e non è venutao ad uccidermi per
non aver fatto baciare Alistair e Hermione o per il finale dello scorso
capitolo :D
Oggi non ho idee per l’introduzione,
quindi mi spiace ma vi beccate queste due misere parole XD
Ah, un’ultima cosa poi vi lascio alla
lettura.
Andate ASSOLUTAMENTE a
leggere tutto già che scrivere piperina *.* E’ semplicemente divina <3
Grazie di tutto, darling <3<3<3
Ok, dovrei avervi detto tutto!
Buona lettura a tutti!
P.S.: ultima cosa. Se non vi
piacciono le ff lunghe…beh, mi sa che questa non vi piacerà xD Ho fatto una
schema generale e sono previsti circa…ehm…56 capitoli xD E fu così che i lettori smisero di leggere
xD
Spero di non avervi spaventati :D
Bhè…ora vi lascio veramente!
Ri-buona lettura!
Chapter XV:
The Order Of The Phoenix
“L'unica cosa che realmente si sa
della
natura umana è che cambia,
e
il cambiamento è la sua unica qualità
su
cui possiamo contare”
-
L’anima dell’uomo sotto il socialismo, Oscar
Wilde –
La Sala
Comune Serpeverde era illuminata fiocamente e sarebbe stata deserta se non
fosse stato per le due figure in piedi l’una di fronte all’altra.
Alistair
guardò il padre, incredulo, sbattendo le palpebre, chiedendosi come gli fosse
venuto in mente di fare un’allegra chiacchierata padre e figlio a quell’ora.
“Papà,
non vorrei dire, ma sono le 3 del mattino.” Gli fece notare. “Non ti sembra un
po’ tardi per parlare?”
Severus
inarcò un sopracciglio ed incrociò le braccia al petto.
“Sei
appena tornato da non so dove con non so chi e soprattutto non voglio saperlo,
mi sono già bastati i tuoi pochi ricordi che ho visto.” Davanti ai suoi occhi
rivide il figlio con la babbana. Scosse il capo per scacciare il ricordo. “Se
tu fossi tornato prima avremmo parlato prima.”
Il
giovane arrossì e strofinò i capelli con una mano, imbarazzato, ma smise
immediatamente quando suo padre lo fulminò con lo sguardo.
“E va
bene.” Sbuffò e si lasciò cadere su un divanetto, occupandolo interamente.
Prese un cuscino ed iniziò a giocarci. “Allora, di che dobbiamo parlare?”
Soppresse un grosso sbadiglio, improvvisamente esausto. “Se vuoi fare la
chiacchierata padre e figlio per evitare che metti incinta qualche ragazza
sappi che non ce n’è bisogno.” Aggiunse con un ghigno divertito, sapendo quanto
il padre fosse rimasto scioccato nello scoprire il suo passato.
“Alzati.”
Gli ordinò lanciandogli un’occhiataccia, dandogli le spalle.
“Cosa?!”
Esclamò incredulo. “Non vorrai mica farmi alzare?” Chiese quasi disperato.
Quando
vide che suo padre non gli rispondeva ed ormai vicino all’uscita della Sala
Comune, si alzò di corsa e lo raggiunse.
Severus
camminava velocemente, il passo svelto e nervoso che risuonava nei sotterranei
mentre alle sue spalle Alistair gli stava dietro a fatica. Aveva gli occhi che
gli si chiudevano da soli, la testa annebbiata dal sonno e braccia e gambe
pesanti.
“Papà,
dove stiamo andando?” Chiese biascicando per la stanchezza.
Severus
gli lanciò una rapida occhiata, poi tornò a guardare dritto davanti a sé. Se
l’avesse guardato per più di qualche secondo con il viso addormentato e gli
occhi piccoli mentre trascinava i piedi gli avrebbe urlato di andarsene,
lasciare l’Inghilterra, scappare lontano e sparire. Mettere in pericolo la
propria vita era un conto. Ma ora si trattava di mettere in pericolo quella di
suo figlio.
“Papà?”
Lo chiamò di nuovo.
“Da
Silente.” Si schiarì la voce corrugando la fronte. “Stiamo andando da Silente.”
Ripeté a voce più alta.
Il
ragazzo si fermò di colpo e spalancò gli occhi, improvvisamente sveglio.
“Dal
Preside?” Sbatté le palpebre incredulo.
“Esatto.”
Annuì l’uomo. “Ed è meglio che ci sbrighiamo, inizierà a chiedersi dove siamo
finiti.”
Rimase
immobile, guardando il padre camminare rapido. Cosa stava succedendo? Perché
suo padre e il preside volevano parlargli nel cuore della notte? Di cosa
dovevano parlargli? Nella sua testa iniziarono ad affollarsi pensieri di ogni
tipo.
“Alistair!”
Lo richiamò il padre.
Scosse il
capo e lo raggiunse di corsa. Percorsero tutto il castello e finalmente
giunsero all’entrata dell’ufficio di Silente.
“Ape Frizzola.”
Non
appena Piton pronunciò le due parole, i Gargoyle si aprirono, rivelando dei
gradini. Subito salì sul primo.
“Ape
Frizzola?” Domandò Alistair, un sopracciglio inarcato, imitando il padre.
Non
appena entrambi furono sul primo gradino, questi iniziò a muoversi.
“Il
preside ama i dolci.” Disse seriamente, poi si voltò verso il figlio, lo guardò
e sul suo viso comparve un ghigno divertito.
Entrambi
scoppiarono a ridere di cuore ed Alistair si dimenticò dov’era, per poi
ricordarsene non appena le scale si fermarono e suo padre gli mise un braccio
attorno alle spalle, attirandolo a sé, come se volesse fargli forza.
Severus
si avvicinò alla porta, fece per bussare ma si accorse che suo figlio era
rimasto fermo. Gli lanciò un’occhiata e vide che il ragazzo fissava la porta
mordendosi il labbro inferiore. Sospirò, tornò da lui e gli mise una mano su
una guancia e l’altra sulle spalle.
“Alistair,
guardami.” Gli ordinò cercando il suo sguardo.
Il
ragazzo era spaventato, tremava, anche se non sapeva spiegarsi il perché.
Qualcosa non andava, lo sentiva, ma non avrebbe saputo dire cosa.
“Guardami,
Alistair.” Lo supplicò con una nota disperata nella voce.
Chiuse
gli occhi. La felicità che provava fino a pochi attimi prima era sparita,
sostituita dalla paura. Sospirò, aprì gli occhi e si decise a guardare suo
padre.
“Ho…ho
paura.” Ammise sussurrando.
Severus
inspirò profondamente, cercando di mantenere il controllo. Doveva scacciare
dalla testa l’idea di mandarlo dall’altra parte del mondo per sfuggire al suo
destino.
“Alistair,
andrà tutto bene.” Gli strinse la spalla. “Andrà tutto bene.” Ripeté.
In
quell’istante, il suo cuore ricevette l’ennesima accoltellata. Era un bugiardo,
ma non poteva dirgli la verità. Si stupiva di come cercasse di tranquillizzarlo
quando era lui ad aver bisogno di rassicurazioni.
Alistair
abbozzò un timido sorriso ed annuì.
Senza che
se ne rendesse conto, suo padre lo attirò a sé e lo abbracciò stretto. Spalancò
gli occhi, incredulo, poi li strizzò e ricambiò l’abbraccio.
Severus
si liberò dalla stretta, continuando a tenere una mano sulla spalla del figlio,
lo sguardo rivolto da un’altra parte per non fare vedere gli occhi lucidi al
figlio. Si schiarì la voce, si allontanò dal figlio e si avvicinò alla porta.
“Sei
pronto?” Domandò.
Alistair
fece un profondo respiro, chiedendosi se lo era.
“Sì.”
Rispose con coraggio.
L’uomo
annuì, bussò e pochi istanti dopo si sentì la voce di Silente che li incitava
ad entrare.
Entrarono
nell’ufficio e trovarono l’anziano mago in piedi dietro la scrivania, le
braccia allargate come se volesse abbracciarli entrambi e un sorriso caloroso
in viso.
“Alistair!
Severus!” Li salutò.
“Preside.”
Lo salutò compostamente il giovane.
Severus
lanciò un’occhiata gelida all’anziano, poi andò alla finestra.
“Siediti,
Alistair, siediti.” Silente evocò una poltrona e la indicò al ragazzo. “Allora,
innanzitutto buon compleanno! Sono 17, giusto?” Aggiunse una volta che si fu
seduto.
Alistair
sbattè le palpebre incredulo: voleva parlare con lui, nel cuore della notte,
solo per fargli gli auguri di compleanno? O era pazzo o era un maledetto genio.
Si voltò verso il padre, che gli annuì, poi tornò a guardare il preside.
“Sì,
signore.” Rispose esitante.
“E che
cosa ti hanno regalato?” Intrecciò le dita delle mani e lo guardò con i suoi
penetranti occhi azzurri.
Severus
si coprì gli occhi con una mano e scosse il capo, esasperato. A che gioco stava
giocando? Perché non gli diceva quello che doveva? Si divertiva a prolungare
quell’agonia?
“Papà mi
ha regalato un libro sulla quarta rivoluzione delle streghe di Vignate,
Eric…ehm…ecco…” Iniziò a balbettare. Come poteva dire al preside che il suo
migliore amico gli aveva regalato una scatola di preservativi magici che
cambiavano colore a seconda dell’umore e aumentavano il piacere?
Silente
scoppiò a ridere.
“Scommetto
che è qualcosa che non si può dire!” Esclamò divertito.
“Non
proprio.” Sorrise imbarazzato e si grattò la nuca. “Mi ha anche regalato due
polsiere che desideravo da tempo, però.” Aggiunse, ricordandosi dei due
bracciali in pelle che gli aveva lanciato subito dopo che aveva scartato la
confezione di preservativi.
“E’ stato
un buon compleanno?”
Il
ragazzo non poté fare a meno di sorridere, le paure del momento sostituite dai
ricordi della serata passata con Hermione.
“Il più bel
compleanno della mia vita.” Si lasciò sfuggire un sospiro emozionato.
Severus
lo guardò interrogativamente, Silente guardò il ragazzo e spostò lo sguardo sul
padre, poi tornò dal suo interlocutore.
“Sono
contento di sentirtelo dire!” Sistemò gli occhiali sul naso lungo e ricurvo. “E
la scuola come va?”
“Bene,
signore.” Rispose educatamente. “Scusi, ma cosa mi deve dire?” Aggiunse in
fretta, prima che gli venisse in mente qualche altra domanda strampalata.
Silente
sorrise, orgoglioso. Alistair somigliava a Severus più di quanto loro stessi
pensassero.
“Ottima
domanda, ragazzo, ottima domanda.” Picchiettò la punta dell’indice contro il
mento.
“Silente…”
Intervenne Severus, come ad incitarlo a sbrigarsi.
“Con
calma, Severus, con calma.”
L’uomo
roteò gli occhi al cielo e sbuffò.
“Come
sai, Voldemort è tornato.”
Sia
Alistair che Severus serrarono la mascella al sentir pronunciare il nome.
“Il
Ministero della Magia sta facendo di tutto per nascondere questa cosa.”
“L’ho
notato.” Commentò Alistair, ricordando come la Gazzetta del Profeta aveva
iniziato ad insultare Potter e il preside.
“Ciò che
il Ministero non sa, o meglio, ignora e continua ad ignorare, è che esiste
un’organizzazione che sta lottando contro Voldemort.”
“Un’organizzazione
che sta lottando contro il Signore Oscuro?” Ripeté Alistair, interessato.
“Esatto.”
Annuì. “Quest’organizzazione si chiama < L’Ordine della Fenice >.
Voldemort e i suoi Mangiamorte sanno della sua esistenza, poiché l’ho creata
quando salì al potere per la prima volta.”
“Lei è a
capo di un’organizzazione segreta?” Si sporse in avanti, eccitato. Come aveva
fatto a non pensarci? Se il Signore Oscuro aveva i Mangiamorte come poteva
Silente non avere un manipolo di persone pronte a combattere al suo fianco? Che
stupido!
“Si.”
“Lascia
parlare il preside!” Intervenne Severus, bloccando l’ennesima domanda di
Alistair.
“Ma…”
Protestò voltandosi verso il padre, la bocca aperta a formare una grande O.
“Niente
ma. Lascialo parlare.”
Silente
sorrise divertito da quello scambio di battute.
“Il
compito dell’Ordine è di impedire a Voldemort di reclutare altri Mangiamorte e,
in questo caso, diffondere la notizia del suo ritorno.” Continuò.
“Cosa che
il Ministero sta rendendo sempre più difficile.” Borbottò Alistair.
“Esattamente.
Inoltre facciamo di tutto per impedire che i piani di Voldemort si compiano.”
Concluse. “Hai qualche domanda?”
“Ti
prego, non dirmi che gli hai fatto quella domanda.” Sussurrò Severus portandosi
una mano alla fronte quasi disperato: era la fine, suo figlio li avrebbe tenuti
in quell’ufficio tutta la notte.
“Perché?”
Chiese l’anziano mago sollevando un sopracciglio, curioso.
“Perché
dice che quando inizio a fare domande poi non mi fermo più.” Rispose Alistair
al posto del padre, fingendosi quasi offeso.
“Bhè,
ragazzo, fai pure tutte le domande che vuoi: la curiosità è un’ottima cosa, se
questa ti spinge ad apprendere sempre cose nuove.” Sorrise calorosamente. “Sono
qui apposta! Desideri qualcosa da bere, prima di sommergermi con tutte le tue
domande?”
“Sì,
grazie.” Fece un largo sorriso: in effetti non beveva da parecchie ore.
Silente
si alzò portandosi una mano alla schiena, emettendo un lamento.
“Ah, non
ho più 50 anni!” Scherzò.
Severus
gli lanciò un’occhiataccia mentre Alistair sorrideva divertito.
“Cosa
desideri?” Domandò l’anziano dandogli le spalle mentre prendeva tre bicchieri
da un piccolo armadietto.
“Dagli
della semplice acqua. O del thè ghiacciato.” Rispose rapido Severus,
anticipando le parole del figlio.
“Severus!”
Esclamò indignato il preside. “Lascia parlare questo povero ragazzo!”
Severus
inspirò profondamente, le narici dilatate.
“Del thè
ghiacciato è perfetto, signore.”
“Ragazzo,
sei maggiorenne.” Versò del Wishkey Incendiario in tre bicchieri. “Direi che
bisogna festeggiare.” Gli fece l’occhiolino e con un colpo di bacchetta gli
passò il bicchiere.
“Non
berlo tutto.” Lo ammonì suo padre.
“Come se
non ne avessi mai bevuto.” Borbottò il giovane, portandosi il bicchiere alle
labbra.
“Cosa?”
“Lascialo
un po’ in pace, Severus!” Passò il bicchiere al pozionista e si scambiarono
un’occhiata eloquente. “Lasciagli godere questi momenti.” Aggiunse in un
sussurro, facendosi sentire solo dall’uomo. “Non gliene restano molti.”
Severus
si voltò leggermente e con la coda dell’occhio vide il figlio bere il liquore
tutto in un sorso. Gli fu impossibile trattenere un sorriso.
“Stai
tranquillo.” Gli strizzò l’occhio, poi si allontanò velocemente e tornò a
sedersi. “Per favore, il bicchiere sul sottobicchiere.” Diede un colpo di
bacchetta ed apparirono due sottobicchieri. “Sai, è una scrivania antica del
600, non vorrei si rovinasse.”
Gli occhi
di Alistair si illuminarono.
“Davvero
è del 1600?” Domandò incantato, ammirando la scrivania.
“No! E’
del 600!” Rispose, accarezzandola come se fosse un cucciolo.
Severus
si portò alle labbra il bicchiere e sorseggiò il liquido ambrato, osservando
intensamente suo figlio. Era così felice per le notizie che stava ricevendo,
così eccitato! E nonostante tutto bastava una scrivania antica per distrarlo.
La somiglianza con Lily era impressionante. Entrambi erano gentili, dolci,
tranquilli, con un carattere forte, decisi. Si stupiva tutte le volte che
qualcuno gli diceva che Alistair era uguale a lui. Fisicamente, forse, anche se
aveva da ridire anche a questo proposito. Non si poteva certo dire che lui,
Severus Piton, fosse un adone! Alistair era stata la perfetta unione sua e di
Lily: aveva la bellezza, l’eleganza e la dolcezza dei lineamenti di sua madre,
ma aveva i suoi stessi tratti. Ogni volta Albus gli ricordava quanto fossero
simili e, nonostante sperasse per suo figlio che fosse una bugia, il suo cuore
si riempiva d’orgoglio.
Alistair
si voltò verso di lui e lo guardò con un sorriso radioso.
“Papà, è
una scrivania del 600!” Esclamò emozionato.
“Lo so.”
Annuì.
Bevve un
altro piccolo sorso, si avvicinò alla scrivania e posò appositamente il
bicchiere sul legno con fare di sfida, guardando negli occhi Silente che annuì
impercettibilmente.
Il
giovane subito afferrò il bicchiere, lo appoggiò su un sottobicchiere ed iniziò
a pulire con la manica della giacca un’invisibile e minuscola goccia.
“Papà, è
una scrivania del 600!” Lo rimproverò.
“Alistair.”
Lo chiamò Silente.
“No,
scusi signor preside, ma non posso lasciare che si macchi!” Continuava a
sfregare.
“Alistair.”
Lo chiamò di nuovo con tono serio.
Lentamente
smise di pulire, continuando a guardarsi la manica.
“E’ ora
che tu mi faccia quelle domande.”
Il
ragazzo sospirò, si sedette compostamente sulla poltrona, le mani sulle
ginocchia e corrugò la fronte mentre suo padre tornava alla finestra.
“Sta già
controllando il Ministero?”
“Domanda
interessante. Posso chiederti come mai l’hai posta per prima?” Intrecciò le
dita delle mani.
“Per
quale altro motivo il Ministero dovrebbe nascondere il suo ritorno,
altrimenti?”
“Vigliaccheria.
Paura. Non vogliono rivivere l’incubo di quegli anni.” Rispose. “Cornelius non
vuole ammettere che Voldemort è tornato perché ha paura. Hanno tutti paura.”
“Ma così
non fanno altro che avvantaggiarlo!” Esclamò guardando il preside.
“Ed è su
questo che punta Voldemort!”
“Fa parte
dei suoi piani, quindi?”
L’anziano
mago annuì.
“Ha altri
piani?”
Severus
iniziò a trattenere il respiro, pregando Silente di chiudere quella sua
maledetta bocca e non dire altro.
“Esatto.”
Fece una lunga pausa. “Piani che riguardano Harry Potter.” Fece un’altra lunga
pausa. “Harry Potter e una Profezia che fu pronunciata anni addietro.”
“NO!”
Urlò Severus, voltandosi verso i due.
L’uomo
respirava velocemente, a fatica, aveva il viso pallido, gli occhi pieni di
terrore, ma soprattutto di rabbia e odio per se stesso. Non voleva più sentire
quella storia, non voleva più sentire la parola Profezia. Non voleva rivivere
quei momenti. Li riviveva abbastanza nei suoi incubi.
“No.”
Ripetè, allungando una mano verso Silente. “No.”
“Severus,
ha tutti i diritti di sapere.” Gli ricordò il grande mago.
L’uomo
chiuse gli occhi, tornando alla Testa di Porco quindici anni prima; li riaprì,
lucidi, ed annuì.
“Quindici
anni fa è stata pronunciata una Profezia che riguardava Lord Voldemort e un
bambino nato all’estinguersi del settimo mese, nato da chi lo aveva sconfitto
già tre volte. Lord Voldemort designò Harry come suo pari quando cercò di
ucciderlo.”
“Quindi…”
Aggrottò la fronte. “Il Signore Oscuro…ha…ha ucciso i Potter… per una
Profezia?!” Chiese incredulo, come se non potesse credere ad un fatto del
genere.
“Esatto.”
Annuì. “La Profezia diceva anche che questo bambino avrebbe avuto un potere a
lui sconosciuto, l’avrebbe designato come suo eguale e…”
“Non dire
altro.” Lo interruppe rabbioso Severus. “Non…non finire. Non ancora. Non è
ancora il momento.” Aggiunse facendo profondi respiri. “Non l’ultima parte.”
Silente
guardò interrogativamente l’uomo.
“Lasciagli…lasciagli
ancora del tempo.”
Alistair
si voltò lentamente verso il padre, stupito. Aveva detto quell’ultima frase
come una preghiera, come se stesse supplicando Silente.
“Ti
prego, Albus.” Lo supplicò disperato.
Silente
annuì impercettibilmente ed Alistair vide suo padre sillabare la parola <
grazie >.
“Tuo
padre ha ragione, Alistair. Questa Profezia non riguarda te, hai già abbastanza
informazioni su questo argomento, informazioni che il diretto interessato
ignora.” Disse Silente, facendogli capire che il discorso era chiuso.
Alistair
abbassò lo sguardo. Potter aveva perso i genitori a causa di una stupida
Profezia. Il suo destino era stato segnato da una persona che molto
probabilmente neanche lo conosceva. Aveva perso suo padre e sua madre.
“Non è
giusto.” Sussurrò, stringendo i pugni, odiando sempre di più il Signore Oscuro.
“Che
cosa, Alistair?” Chiese interessato il preside.
“Che
Potter abbia perso i genitori! Per una stupida profezia! E poi come ha fatto a
scoprirla? E’ stata detta a lui?”
“No.”
Rispose secco, lanciando una rapida occhiata a Severus senza farsi vedere da
Alistair. “Ascoltai io la Profezia, ma non fui l’unico. Quando venne
individuato l’ascoltatore indesiderato venne subito allontanato.”
“E non
potevate fermarlo prima che arrivasse da Lui?” Strinse i braccioli della
poltrona.
Severus
si era fatto la stessa domanda centinaia di volte. Perché non l’avevano ucciso?
Perché non l’avevano imprigionato? Perché non gli avevano impedito di scappare?
Perché Silente credeva nella bontà delle persone e aveva voluto credere in lui.
“No.”
“E
ucciderlo?” Ormai Alistair era seduto sul bordo della sedia.
Severus
si avvicinò all’armadietto, prese la bottiglia di Whiskey Incendiario e se ne
versò un bicchiere.
“Ed
abbassarmi così allo stesso livello di Lord Voldermot?” Sollevò un
sopracciglio.
“Ma
sapeva che qualcuno sarebbe morto!” Ribattè.
“Sì, lo
ammetto. Pensavo che sarei riuscito a mettere in salvo la famiglia Potter, ma
fallii. Fallimmo tutti quanti perché ci fidammo della persona sbagliata.”
Il
pozionista si bagnò le labbra con il Whiskey.
“Chi
rivelò queste informazioni?” Domandò con serietà il giovane.
“La
Profezia o il nascondiglio dei Potter?”
“Entrambe.”
Guardò il Preside, provando odio per colui che aveva rovinato la vita a Potter.
Severus
bevve un sorso, stringendo il bicchiere.
“Non sono
informazioni che ti riguardano, non per il momento.” Disse Silente dopo una
lunga pausa.
Finalmente
Severus poté riprendere a respirare.
“Quindi…”
Alistair spalancò gli occhi. “Aspetti, ha detto che non ha sentito tutta la
Profezia, giusto?”
“Esattamente.”
Annuì.
“Quindi
adesso vuole sapere precisamente cosa fu detto.” Concluse il giovane.
“Hai
un’ottima logica, ragazzo.” Sorrise orgoglioso ed entusiasta.
“Come
avete fatto a scoprirlo? Voglio dire, qualcuno dovrà pure essere una spia!
Qualcuno che abbia contatti con i Mangiamorte e con il Signore Oscuro! Qualcuno
che passi molto tempo con loro! Qualcuno che non desterebbe alcun sosp…”
Alistair
smise di parlare, la bocca semiaperta. Doveva esserci una spia, qualcuno che
fosse in buoni rapporti con le famiglie di Purosangue, di cui nessuno avrebbe mai
dubitato lealtà. Abbassò lo sguardo, chiuse gli occhi e strinse i braccioli
della poltrona, mentre una strana idea iniziava a farsi strada tra i suoi
pensieri.
Severus
guardò il figlio, chiedendosi se avesse capito.
Com’era
possibile? Come aveva potuto nasconderlo? Lanciò di sottecchi un’occhiata a suo
padre. Aveva sentito spesso Draco parlare di come i loro padri fossero amici di
vecchia data, come Lucius era stato un fedele servitore del Signore Oscuro.
Tutti i Natali insieme ai Malfoy e agli Heartmann, le volte che i loro padri si
chiudevano in una stanza a discutere.
“Alistair?”
Lo chiamò suo padre, iniziando a preoccuparsi.
Il
ragazzo non rispose, così lanciò un’occhiata a Silente, che con un gesto del
capo gli fece capire di lasciarlo fare.
Alistair
lentamente si alzò e gli si avvicinò.
“Alistair?”
Trattenne il respiro.
Non aveva
mai indossato abiti che lasciassero le braccia scoperte. Come se fosse in uno
stato di trance, prese la mano del padre tra le proprie.
Severus
ebbe la conferma che suo figlio aveva capito. L’aveva scoperto. Sapeva che era
un Mangiamorte.
“Alistair…”
Sussurrò, lottando contro se stesso per non ritirare il braccio.
Gli fece
voltare la mano con il palmo rivolto verso l’altro e, dopo un profondo respiro,
con una lentezza esasperante, iniziò ad arrotolare la manica dell’abito.
< Fa’
che non ci sia niente, fa’ che non sia niente > continuava a ripetere tra sé
e sé, ad occhi chiusi. Quando non riuscì più ad arrotolare la manica si decise
ad aprire gli occhi e guardare l’avambraccio sinistro del padre.
Là,
sull’avambraccio sinistro, inciso nella pelle, ben evidente, c’era il Marchio
Nero. Guardò subito il padre.
“Sei un
Mangiamorte.” Non era una domanda, era un’affermazione.
Severus
annuì.
“Tu sei
la spia. Stai facendo il doppio gioco.” Sussurrò accarezzando il braccio del
padre.
“Esatto,
Alistair.” S’intromise Silente.
Il
ragazzo si voltò verso il preside.
“Tuo
padre è una spia al mio servizio, mi riferisce i piani di Voldemort e dei suoi
Mangiamorte…”
“Sei
diventato Mangiamorte per lui?” Chiese di getto, interrompendo Silente.
“No.”
Rispose Severus.
Alistair
lo guardò incredulo. Sbatté le palpebre, lasciò andare il braccio del padre e
si allontanò da lui.
“Sei…sei
diventato Mangiamorte per tua volontà?” Domandò schifato.
“Sì.” Rispose
con ira l’uomo, nascondendo il tatuaggio che ogni giorno gli ricordava ciò che
era stato e ciò che aveva perso.
“Perché?”
Sussurrò, spaventato. “Perché?” Urlò con rabbia.
“Tutti
commettiamo degli sbagli, Alistair.” Rispose Silente per l’uomo.
“No! Voglio
sentirlo dire da lui!” Scosse il capo e guardò il padre. “Perché sei diventato
un Mangiamorte?”
“Perché
sono stato uno stupido! Ho seguito un folle, accecato dalla stupidità e
dall’odio. Mi interessava la Magia Oscura, volevo il potere. Ho seguito l’esempio
di quelle che all’epoca erano le persone più importanti per me, i miei compagni
di Casa.” Finì di sistemare la manica. “Sono stato uno stupido.”
“Alistair,
il ruolo di tuo padre è fondamentale per l’Ordine. E’ grazie a lui se abbiamo
così tante informazioni.” Disse Silente.
“Come fa’
a sapere che non stia lavorando per il Signore Oscuro?” Domandò senza
rendersene conto Alistair. Come aveva potuto fare una domanda del genere? Da
dove gli erano uscite quelle parole?
“Alistair…”
Severus guardò addolorato il figlio.
“Tuo
padre…” Iniziò Silente.
“No! Non
mi interessa, non voglio saperlo!” Gridò, allontanandosi, la vista offuscata
dalle lacrime.
“Guardami,
Alistair!” Esclamò Severus, correndo da lui. Gli mise entrambe le mani sul
volto e lo costrinse a guardarlo negli occhi. “Guardami!” Suo figlio chiuse gli
occhi, per non guardarlo. “Tu sei tutto per me. Sei la mia vita, la
dimostrazione che posso ancora salvare la mia anima, perché è solo grazie a te
e a tua madre se ho abbandonato i Mangiamorte e mi sono unito all’Ordine. Tu
sei tutto per me.” Fece una pausa e vide le lacrime negli occhi di suo figlio,
stesse lacrime che era sicuro si trovassero nei suoi. “Il giorno in cui sei
nato mi sono ripromesso che nessuno ti avrebbe fatto del male, a costo di morire.”
Fece una pausa. “Per questo motivo adesso devo continuare questa recita. Lo
capisci?”
Alistair
tirò su col naso.
“Devo
farlo per l’Ordine, per redimere la mia anima. Ma soprattutto l’ho fatto per
te, per darti un mondo migliore in cui vivere.” Deglutì a fatica. “Mi spiace
non averti detto che ero un Mangiamorte, ma non potevo, davvero.” Abbozzò un
triste sorriso a mo’ di scusa. “Sei tutto ciò che ho.”
Finalmente,
Alistair guardò il padre, il labbro inferiore che tremava. Era tornato bambino.
Aveva di nuovo quattro anni, si era svegliato nel cuore della notte a causa di
un incubo e piangeva disperato.
Severus
lo attirò a sé e lo abbracciò stretto, nascondendo il viso.
“Mi
dispiace, mi dispiace, mi dispiace.” Continuò a sussurrare.
Lentamente,
i singhiozzi del ragazzo cessarono.
“Va
meglio?” Gli chiese con un sorriso triste, guardandolo in viso.
Il
ragazzo tirò su col naso ed annuì.
“S-scusi.”
Borbottò imbarazzato al preside.
“Non
preoccuparti, ragazzo.” Sorrise con affetto. “Non è successo niente.”
Sorrise
riconoscente all’anziano, poi si voltò verso il padre, rendendosi conto di
essere stato crudele nei suoi confronti.
“Mi
dispiace papà. Non volevo dire quelle cose.” Sussurrò.
“E’ tutto
a posto.” Gli diede una pacca sulla spalla.
“Quindi…quindi
tu sei una spia?”
“Esatto.”
Rispose annuendo, riassumendo il suo solito contegno.
“Il
lavoro che svolge tuo padre è molto importante, Alistair, forse il più
importante.” Disse Silente, dando un colpo di bacchetta. La bottiglia di
Whiskey si mosse, versò del liquido nel bicchiere e tornò al suo posto. “Per
questo motivo devo chiederti di non dire niente ai tuoi compagni di Casa. Gli
altri Mangiamorte credono che ci stia spiando, ma non è comunque saggio
parlarne. Non parlare con nessuno: dell’Ordine, del ruolo di tuo padre, della
Profezia. Con nessuno. Nemmeno con Harry Potter o Hermione Granger.”
“E perché
mai dovrebbe parlarne con loro?” Domandò Severus con un sopracciglio inarcato.
“Sono i
primi due nomi che mi sono venuti in mente.” Fece un gesto per minimizzare le
sue parole.
Guardò
stranito Silente: cosa c’entrava la Granger? Scosse il capo, chiedendosi se per
caso la vecchiaia lo stesse facendo impazzire.
“Sì,
signore. Non ne parlerò con nessuno.” Annuì Alistair, riportando suo padre alla
realtà.
“Nemmeno
con Eric Heartmann.” Ribadì. “Soprattutto con lui.”
“Nemmeno.
Ha la mia parola.” Promise con serietà.
“Bene.”
L’anziano sorrise calorosamente. “Hai qualche altra domanda?”
“Si.”
Annuì.
“Torna
pure a sederti.” Gli indicò la poltrona. “Inutile stare scomodi.”
“Chi
altro fa parte dell’Ordine?” Domandò, sedendosi.
“Alastor
Moody, Rubeus Hagrid, Minerva McGranitt, Remus Lupin, Madame Maxime, Arthur,
Molly, Bill e Charlie Weasley, Sirius Black. Questi sono solo alcuni. Ho
dimenticato qualcuno che il ragazzo conosce, Severus?”
“No.”
Rispose secco. Un sorriso gli si dipinse sulle labbra: sapere che Black era
chiuso in un posto che odiava era una soddisfazione.
“Scusi,
ha detto Sirius Black?” Chiese incredulo.
“Si.”
“Ma…”
“Fu
incastrato.” Lo interruppe immediatamente Silente. “Sirius Black è sempre stato
fedele all’Ordine. Quel ragazzo ha un ribrezzo per tutto ciò che è Oscuro.”
Severus
fece una smorfia.
“Quindi
fanno tutti parte dell’Ordine da prima che il Signore Oscuro fosse sconfitto da
Potter?” Corrugò la fronte.
“Si.”
Calò il
silenzio. Severus osservava intensamente il figlio, chiedendosi a cosa stesse
pensando, mentre Silente si arrotolava la punta della lunga barba attorno ad un
dito.
“Mamma
faceva parte dell’Ordine?” Domandò improvvisamente il giovane Piton fissando la
scrivania.
Il
preside guardò Severus con un sorriso e questi gli restituì un’occhiata della
serie < non osare dirglielo >. Sorrise e guardò il ragazzo.
“Sì. Tua
madre faceva parte dell’Ordine.” Annuì. “Ed è grazie a lei se tuo padre ora è
qui con noi.” Fece l’occhiolino al pozionista.
Severus
inspirò profondamente, le narici dilatate, lanciando fulmini con lo sguardo.
Alistair
guardò il preside con un sorriso emozionato.
“Mamma
faceva parte dell’Ordine.” Ripeté felice. “Mamma faceva parte dell’Ordine.”
Sollevò il viso e guardò emozionato suo padre. “Papà, mamma faceva…faceva…” Non
riuscì a finire la frase a causa di un grosso sbadiglio. Improvvisamente sentì
tutta la stanchezza addosso.
Silente
lanciò un’occhiata fuori dalla finestra e vide che il cielo iniziava a
schiarirsi.
“Per
tutti i Gargoyle, ma che ore sono?” Esclamò corrugando la fronte. Estrasse un
orologio a cipolla dal taschino della sua veste, lo aprì e controllò l’ora.
“Già le sei e mezza del mattino? Però! Ecco perché iniziavo a sentirmi un po’
stanco.”
Alistair
sbadigliò sonoramente e Severus si lasciò sfuggire un sorriso.
“Bene,
direi che è ora di congedarci!” Posò entrambe le mani sulla scrivania, fece
forza e si alzò.
Il
giovane lo guardò stordito, poi si accorse che era in piedi e lo imitò.
“Allora,
Alistair, alla prossima.” Sorrise. “E mi raccomando, non una parola di quello
che hai scoperto stasera. E’ molto importante che l’Ordine della Fenice rimanga
nell’ombra.” Gli tese la mano.
“Non ne
parlerò con nessuno, glielo prometto.” Afferrò la mano del preside e gliela
strinse.
“Perfetto!
Allora al prossimo incontro!” Gli lasciò andare la mano.
Severus
si avvicinò al figlio, gli mise una mano sulla spalla ed insieme si
avvicinarono alla porta.
“Ah,
Severus.” Lo chiamò.
L’uomo si
voltò e vide il Preside estrarre i suoi pensieri con la bacchetta,
indirizzandoli nel suo Pensatoio.
“Sì?”
“Qualsiasi
cosa dovesse succedere…”
“Gliela
riferirò immediatamente.” Concluse per lui.
Annuì,
fece un cenno all’anziano ed insieme al figlio lasciò l’ufficio del preside.
Camminarono in silenzio per tutto il tempo, immersi nei propri pensieri, fino a
quando raggiunsero l’entrata della Sala Comune di Serpeverde.
“Papà?”
Lo chiamò Alistair.
“Dimmi.”
Lo guardò interrogativo.
“Non mi
parlerai mai di lei, vero? Di mamma, voglio dire.” Si mordicchiava il labbro
inferiore, guardandolo negli occhi.
“Non ora,
Alistair, non ora.” Sospirò, rabbuiandosi. “Ti dirò tutto, ma non è ancora
arrivato il momento.” < Per fortuna > aggiunse tra sé e sé.
“E quando
arriverà?” Chiese facendo un passo verso di lui.
“Presto,
temo.” Rispose sempre più enigmatico. Sorrise per alleggerire l’atmosfera e gli
diede una pacca sulla spalla. “Buona notte, Alistair.”
“Notte,
pa’” Lo salutò, mentre si allontanava di corsa verso la propria stanza.
Alistair
sospirò, sbadigliò, entrò nella Sala Comune ed entrò nella propria camera. Nei
loro letti, i suoi compagni dormivano beati, ignari della sua assenza. Scostò
le lenzuola, si sedette sul bordo del letto, tolse le scarpe e si infilò sotto
le coperte, troppo assonnato persino per togliersi i vestiti ed indossare il
pigiama.
“Presto
saprò tutto di te, mamma. Presto.” Sussurrò, abbracciando il cuscino.
Con
questo pensiero, si addormentò.
Un altro capitolo è giunto alla
fine! Questa volta ho fatto la brava dai, non vi lascio col fiato sospeso :P Ma
non fateci l’abitudine * muahahahah *
Innanzitutto voglio ringraziare
le 36 persone, le 20 e le 62 che hanno inserito Father Be With Me Tonight tra
le storie preferite, ricordate e seguite: grazie!!! Siete tantissimi!
<3<3<3
Inoltre, ci tengo a ringraziare
anche le 30 (non ci credo ancora, siete tantissimi!) persone che mi hanno
inserita tra gli autori preferiti!
Eeeeeeeeeeeeeeeeeeed ora passo a
rispondere ai vostri commenti allo scorso capitolo u.u
-
Ginny13: aaaaaaaah! Il
travestimento di Alistair *.* Adoro come si è vestito! Hermione invece
indossava il vestito di Mina, protagonista del film “Dracula” con Gary Oldman
:P Awwwwww, grazie per i complimenti! Per il maledetto bacio….muahahahahah! Porta
pazienza xD Tanta! Per quanto riguarda Eric…mi spiace, ma ha un cuore di
ghiaccio xD Se si sposerà lo farà solo per convenienza. Con una Purosangue,
solo per poter portare avanti la purezza del sangue u.u
-
Nami_san: sì, sono molto
cattiva u.u Non per altro sono una Serpeverde u.u La suspance per il discorso
di Severus direi che ormai, con questo capitolo, è svanito :D Per Eric e
Ginny…eh devi aspettare il prossimo per scoprire cos’è successo quella notte!
Oh, tranquilla, di idee, come hai detto, ne ho già tante :D forse anche troppe
xD Per quanto riguarda la tua ultima domanda…lo scoprirai u.u fra tanto. Ma
tanto tanto XD Ah, giusto! Eric non somiglia all’attore che hai detto tu! E’
una versione di Leonardo DiCaprio molto giovane, della serie Titanic…però con
un’espressione più bastarda e maliziosa xD
-
JuliaSnape: son contenta che
ti sia piaciuto il loro appuntamento :D grazie mille per tutti i complimenti
<3
-
Lauletta: eh, come ti capisco
*.* Come si fa a non innamorarsi di Eric? E’ praticamente impossibile! Cioè, è
impossibile per tutte quelle che adorano il genere “bello, bastardo dentro
fuori e tutt’intorno” xD E ha anche una gran bella testa, se vuole una cosa la
ottiene, no matter what (non mi viene in italiano xD ) Fatto apposta il finale
u.u Mi sembra il minimo per la fine di un capitolo u.u Oh beh, io già sui
divanetti gli sarei saltata addosso xD
-
Symbolique: ho aggiornato si *
o * Fai conto che Alistair e Hermione sono i primi personaggi su cui scrivo che
non sono ancora fidanzati xD In tutte le mie altre storie i protagonisti
stavano già insieme, oppure si mettevano insieme in modo molto rapido xD Per i
nomi dei drink….mi sembrava giusto adattarli u.u :P Ah e per i disegni…non
smetterò mai di ringraziarti *_* Sono bellissimi <3 Grazie mille per tutto
<3
- Piperina: ah questa cosa dura, prestante e lunga che mi ha dato tanto piacere e mi ha soddisfatta *.* Prima cosa: GRAZIE *.* Per tutto, di tutto <3 Se sto migliorando è grazie alle tue “critiche” e ai tuoi consigli! Ho adottato anche io il tuo metodo di aggiornare una volta a settimana e portarmi avanti, così sono sempre organizzata e pronta <3 Effettivamente Hermione è molto impacciata, solo che in questa mia ff lei è proprio alle prime armi xD Vero, è stata con Viktor…ma a parte qualche casto bacio non è mai successo niente! E ciò che provava per lui non si avvicina neanche lontanamente a ciò che prova per Alistair <3 Tutta un’altra cosa <3 E sì, i due stanno facendo passi da gigante *_* Alistair ha tante qualità, è bravo e tutto…ma non sa proprio cantare LoL E non hai idea di come lo invidio io T.T Però devi ammettere che Alistair vestito da donna sarebbe da vedere LoL Sarebbe bello quanto il padre! Rido ogni volta che penso a Severus vestito da donna LoL ok, basta xD uahahah! La battuta del calzino LoL La adoro anche io *.* Anche io l’adoro *.* Non so neanche come ha fatto a venirmi in mente xD E pensare che quel film l’ho visto una volta sola quando ero piccina .-. Ah, Eric *.* Adoro lui e il suo cervello bastardo! Adora inventarsi nuovi epiteti per insultare, soprattutto se servono per insultare Harry e Ron u.u Ah, il titolo l’avevo sbagliato, si chiamata “So Hot” ma la frase è giusta u.u L’adoro anche io *.* E mi sembrava perfetta per Eric u.u Che gran bastardo sto ragazzo! Ha una testa spaventosa, riesce ad ideare un piano per conquistare chiunque! Harry è solo un po’ triste dai, però almeno affida l’amica a Piton Jr *.* ahahaha! Per Ron ubriaco ho preso spunto da mie esperienze personali LoL e infine…la coppietta: finalmente si è deciso, si *.* Non la vuole perdere, quindi ha deciso di aspettare. Perché quelle voci sulla sua mamma? Perché nessuno sa chi sia. NESSUNO. Indi per cui la gente parla. Ed essendo Serpeverde e figlio di Piton Grifondoro, Tassorosso e Corvonero si sono sbizzarriti T.T Cattivi T.T Bene, spero che questa risposta lunga, dura e prestante ti dia molto piacere e ti soddisfi *-* muahahahah <3 Grazie ancora, Darling. Di tutto <3 xoxo <3
- Neptunia: awwww, me tanto felice!!! Per il bacio … mi spiace u.u No, non è vero l’ho fatto apposta muahahaha E un bacetto l’hanno avuto, dai! Anche più di uno u.u spero che questo capitolo non ti abbia delusa :D
- Alida: grazie *.* Finalmente il confronto Alistair-Severus l’hai avuto! O almeno…parte del confronto. Perché non tutto ciò che doveva essere rivelato è stato rivelato :P sono tanto tanto tanto contenta che ti sia piaciuto il capitolo e che tu sia soddisfatta di ciò che è successo <3 spero ti abbia soddisfatta anche questo ^^
- Emrys: oddio tu mi lusinghi *.* Perfetto *.* Grazie mille, veramente! Capolavoro *.* Praticamente sono morta dalla felicità quando l’ho letto <3 Grazie mille! Sì, lo so, l’ho detto mille volte il “grazie mille” xD
- Melty: grazie infinite <3 effettivamente Ron ha fatto un po’ una figuraccia, si xD Per quanto riguarda i disegni…vanno benissimo fatti a mano! *.*
- Mia85: geniale? Io? Davvero? O.O *.* Grazie *_* Veramente, grazie mille! Sono proprio felice che ti sia piaciuto il capitolo e come hanno agito i vari personaggi! Per quanto riguarda il piano di Eric…presto lo scoprirai u.u Adoro i finali che ti lasciano col fiato sospeso…almeno, adoro scrivere cose che lasciano col fiato sospeso, leggerle un po’ meno u.u xD Buono studio anche a te <3
Bene, direi che è tutto per questo aggiornamento!!! Alla prossima settimana <3 Ancora grazie mille a te, lettore, che sei arrivato fino qua in fondo <3
elyl