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Autore: orkaluka    27/08/2010    1 recensioni
La solitudine di un'anima alla deriva, in un corpo suo che appertiene a qualcun'altro. Attenzione: durante il racconto si alterneranno tre narratori, tutti in prima persona
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Liakey grazie mille per i suggerimenti, ho cercato di aggiungere, non solo durante questo capitolo ma anche nei prossimi ciò che mancava. Devo ammettere che quando hai un racconto in mente a volte alcune cose le dai per scontate. Buona lettura a tutti!

 La stanza in cui mi ritrovai era disadorna, di un bianco quasi accecante. Dalla prima volta in cui mi ci ero ritrovata, appena arrivata era sempre stata così. L’avevo scoperta appena un anno prima più o meno. Nei due anni in cui avevamo coabitato inconsciamente Monica era come svenuta. Dopo la separazione dei miei genitori avevo deciso di sperimentare: come nei film avevo preso molte candele, le avevo disposte a cerchio e mi ero concentrata. Dopo un paio di ore a gambe incrociate ero tutta dolorante e non avevo risolto i problemi con me stessa. Proprio nel momento in cui avevo deciso che era tutto inutile, mi ero ritrovata in quella stanza. Ricordo benissimo la spaventosa sensazione di smarrimento, poi Monica aveva cominciato a parlarmi e a spiegarmi a grandi linee cosa stava accadendo. All’inizio non volevo crederci, ma non potevo fingere che Monica non esistesse e inoltre non ero un’assassina, non riuscivo a sentire le sue grida strazianti senza intervenire in suo aiuto. Dalla prima volta in poi la stanza mi regalava una sensazione di casa che provavo raramente in altri luoghi, fisici o meno.

 Immaginai una poltrona ed essa comparve davanti ai miei occhi. Mi bastava immaginare in quel luogo e tutto compariva, ma anche lì bisognava stare attente a cosa si desiderava. In meno di un secondo l’ambiente divenne caldo e accogliente, mi sdraiai su un grande letto a baldacchino e aspettai che Monica aprisse la finestra che mi consentisse di vedere il mondo. Essa si spalancò proprio sul soffitto, in quel momento potevo vedere attraverso i suoi occhi. Una voce rimbombò nella stanza.

 

Mi piace l’arredamento, poi posso tenerlo? Sembra davvero confortevole.

 

Sorrisi sapendo che lei lo poteva percepire, poi mi chiusi gli occhi e mi addormentai, caddi in un sonno ristoratore per la mia anima affaticata. Forse non sembrava ma ci volevano moltissime energie per fare ciò che facevamo. Vivere in due in sol corpo non è solo complicato è faticoso e anche stressante, ma non potevamo ucciderci a vicenda, andava contro ai nostri principi.

 

Mi svegliai lentamente, come solo un’anima senza corpo sa fare. Monica camminava per strada, improvvisamente i suoi ricordi delle ultime ore mi fecero barcollare. Aveva risposto a tutte le domande del test senza problemi, aveva evitato Saimon senza farsi scoprire e poi era uscita.

 

Buon giorno dormigliona!! Da quanto la tua anima non riposava così a lungo?

 

Un mese più o meno.

 

Claire devi riposare più spesso, prendi il controllo per alcune ore poi torna a dormire, così recupererai le forze del tutto.

 

Monica faceva molta più fatica di me a controllare il corpo, il motivo era semplice lei aveva meno agganci con il corpo. Ogni anima possiede sei agganci su tutto il corpo, Monica ne possedeva due io gli altri. Ripresi il controllo del corpo con una certa fatica, subito dopo il risveglio era doloroso e mi lasciava stordita. Fu questo uno dei motivi per cui non lo sentii arrivare, questo e il fatto che il colpo fosse troppo veloce per schivarlo o pararlo, mi arrivò dritto sulla nuca e io scivolai a terra priva di sensi, Monica svenne con me.

  
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