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Autore: Antogeta    18/10/2005    4 recensioni
Un gruppo insolito, unito da gioie e dolori....e quel volto, che neanche la ridente Londra ha saputo far dimenticare...Storie e vicissitudini di una giovane trasformazione. E' ambientata dopo la fine di GT e ne prende in considerazione i teens, ovvero Trunk, Goten, Bra, Marron, Pan e Uub. Buona Lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Marron, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 5: Dopo la tempesta torna sempre il sereno

Chapter 5: Dopo la tempesta torna sempre il sereno

 

 

In generale il sole negli occhi non le piaceva, di prima mattina poi la faceva infuriare. Da piccola avrebbe volentieri messo il suo tappeto dei giochi sulla porta smerigliata della sua camera per coprire anche quella oltre alle finestre. Invece sua madre apriva sempre tutto e la svegliava inevitabilmente. In fondo, pensò, lei si svegliava sempre troppo tardi ed era giusto chiamarla. Peccato che non riusciva a metterselo in testa e ogni volta il suo unico desiderio era di essere lasciata in pace. Quella mattina però si svegliò presto. Dopo un sonno agitato si era svegliata alle 8 e adesso erano le 10. Un record. Non era neanche infuriata con sua madre che le aveva spalancato le tende. Era solo molto triste. E malinconica. "WHAON…" Beh, forse anche assonnata. Si alzò e si vestì in fretta. Niente di particolare, tanto non sarebbe uscita, non ne aveva nessunissima voglia. Si appoggiò alla finestra a vedere la gente che si affrettava per le strade. Non faceva neanche tanto caldo a quell'ora. Quando si metteva a riflettere le mancava tanto il mare che si vedeva dalla sua camera quando stavano ancora sull' isola del genio. Ma la situazione era diventata insostenibile con tutte le persone che abitavano lì dentro e poi lei aveva bisogno di stare vicino alle scuole ora che era diventata grande. Sì, avevano fatto bene a trasferirsi in città vicino agli altri. Persino Goku e Chichi erano andati a vivere vicino a Bulma e Vegeta, decisamente più comodo del loro seppur stupendo posticino in montagna. A Goku sicuramente mancava, come a lei il mare in quel momento. Ma riflettendoci bene lì vedeva molto più spesso i suoi amici. E lui.

Non le era ancora passato per la mente che già adesso cominciava a disturbare i suoi pensieri. Non osò ripensare alla scenata della notte prima e fortunatamente il suono del campanello arrivò a salvarla. Si girò in direzione della porta e visto che non andava nessuno si appropinquò verso di essa. Sua madre però, ben sapendo che c'era solo lei in giro per casa, si precipitò alla porta per prima. Lo stupore nel suo sguardo nel vedere sua figlia in piedi a quell'ora era già grande ma aumentò notevolmente nel rispondere al citofono. Marron non capiva cosa poteva esserci di più straordinario di vederla già vestita a quell'ora di domenica. "Sì certo sali pure…" Sentì dire da sua madre non capendo la sua inaspettata reazione di poco prima. "Ah Marron, buongiorno." Esordì una C18 raggiante allo sguardo stupito della ragazza, e prima che lei aggiungesse altro disse "Una vecchia amica è venuta a trovarti. Meno male, visto che oggi mi sembri un po' stravolta. Non è che stai male vero?" E con un sorrisone ingenuo e sincero sua madre le stampò un bacio sulla fronte per poi scomparire dalla scena ritornando da dove era venuta. Le aveva dato enorme fastidio l'atteggiamento della madre nel constatare il suo stato d'animo, ma povera, in fondo l'aveva fatto in buona fede, già si era ritrovata la figlia al mattino quando non doveva neanche esserci senza riceverne spiegazioni, ora non poteva essere biasimata per aver fatto la mamma! Sorrise nella direzione presa poco prima dalla madre. Forse le avrebbe parlato della sera prima, ma non ora, non ne aveva le forze. Si guardò velocemente allo specchio. Dio mio era uno straccio! Con quelle enormi occhiaie non sembrava neanche più lei, era normale che sua madre si preoccupasse, sembrava una morta! Stava giusto pensando a cosa fare per coprire almeno per il momento le tracce indelebili che aveva scritte in faccia quando un rumore le catturò l'attenzione. L'ascensore. La vecchia amica stava salendo! Ma chi diavolo poteva essere a quell'ora che in un giorno normale lei sarebbe stata ancora nel pieno della fase Rem?!? Stava per precipitarsi in cucina dalla madre quando la bloccò il ring della porta. Sistemandosi alla carlona davanti allo specchio intero del corridoio, andò ad aprire. Dal forellino non riusciva a scorgere nessun particolare interessante della misteriosa figura, non le restava altro da fare che aprire. Una gonna lunga a pieghe le si parò davanti, con un top dello stesso colore ma di tonalità più chiara e un lungo cappello a tesa larga a darle il benvenuto. Un caschetto nero incorniciavano un bel viso ovale mentre due occhi smeraldo la fissavano con aria felina. "Cristine…" sibilò Marron in un sussurro quasi impercettibile. Era da tanto che l'altra ragazza non varcava la soglia di casa sua ma il suo modo strano di vestire era sempre lo stesso. Come la sua naturalezza. Le aveva sempre ammirato ed invidiato quella straordinaria dote che salvavano la sua amica in ogni situazione. Alla fine del liceo non si erano lasciate granché bene, poi lei era partita per Londra e tanti saluti. Ma il ricordo di quella scoperta era ancora vivo nei suoi ricordi come una ferita sanguinante nel cuore di Marron. Non l'aveva mai perdonata per ciò che aveva fatto e quello era proprio il momento peggiore per ricordarselo. Eppure dopo tanto tempo Marron sentì riaprirsi qualcosa. E la sua ferita smise di sanguinare. Rispose al sorriso della nuova venuta e la fece entrare, ma lei, commossa, le si gettò al collo con le lacrime agli occhi. Marron non riusciva a reagire; le era capitato assai raramente di vedere Cristine in difficoltà ma mai come ora commuoversi per lei. "Dai che mi metti in imbarazzo così, non sono abituata a vederti fragile." disse Marron abbracciandola a sua volta. Ma una lacrima le scese spontanea dal viso. Cristine la guardò contenta. Aveva finalmente ritrovato un posto nel suo cuore.   

 

Guardava distratta la camera mentre l'amica la ispezionava come se non l'avesse mai vista. Seduta sul divano sorrise al gatto che le stava curiosando in casa. "Cosa c'è da ridere?!" Si girò un momento Cristine a guardarla. "E' buffo vederti in questa situazione, tutto qui." Le rispose teneramente Marron. Cristine tornò seria per un momento e guardando in alto sospirò un "Eh già." Sicuramente stava pensando agli anni passati senza vedersi, e per non rischiare di piangere ancora cambiò argomento. La sua attenzione fu attirata da qualcosa. Improvvisamente si alzò sul letto per cercare di accalappiare qualcosa in alto. Non poteva certo volare, lei. "Ma cosa cerchi?!" Marron non comprendeva. E dopo un po' la faccia di Cristine riapparve dal mare di pupazzi in cui si era immersa. "Questa!" Esclamò felice tenendo il suo trofeo in mano. Era una bambolina di porcellana che le aveva regalato tempo addietro. "Allora l' hai tenuta…" Disse Cristine più a se stessa che all'amica. C'erano rimaste molto male tutte e due per quello che era successo, e trovare dei legami ancora vivi nella sua casa fu la più bella delle scoperte per Cristine, più del perdono di Marron o dell'amicizia ritrovata. Marron non l'aveva dimenticata e le voleva bene anche quando avevano litigato. Cristine ora sapeva che anche Marron aveva provato lo stesso che aveva sentito lei in quel periodo. La ragazza che la osservava dal basso l'aveva capito. E il suo viso si riempì di un sorriso pieno di dolcezza. "Dai vieni giù ora, non vuoi sapere cosa ho fatto a Londra??" Cercò di farla scendere Marron. Come una bambina all'ora di fare merenda Cristine si precipitò affianco a lei pronta ad ascoltare. "Sono tutta orecchi" mormorò. E Marron cominciò a parlare.

 

"In realtà non avevo nessun altro, Marron." Riprese con malinconia Cristine. "Il problema non ero io. Non del tutto almeno". Marron sentiva quello che provava Cristine, lo poteva toccare con mano. I loro cuori erano stati spezzati dallo stesso ragazzo, lo stesso per cui non si erano più parlate per anni. Il dolore che entrambe rievocavano le faceva sentire più vicine che mai. Con uno sforzo Marron stette ad ascoltare tutto quello che l'amica voleva confessarle, in cerca di quel conforto che solo un'amica può dare. "Il problema non ero io" Continuava a ripetere la bruna. Con gli occhi persi nel vuoto cercava di convincere se stessa più degli altri. "Ma allora perché l' hai lasciato?" Marron non era proprio la persona adatta a fare questa domanda, ma doveva sapere. Cristine alzò gli occhi fino ad adesso chini sul pavimento per guardarla. Non piangeva, semplicemente perché il tempo aveva fatto il suo lavoro e anche se nel ricordare quei momenti le era sorta la malinconia che l'aveva praticamente uccisa nei primi giorni senza lui, ora era solo un ricordo triste da compensare con i momenti felici che avevano passato insieme. Lei rispondeva sempre che se era finita era perché 'doveva andare così ' e questo le faceva attanagliare di meno il cuore dai suoi sensi di colpa. Ma lei sapeva di aver fatto la cosa giusta e ora che aveva scoperto della scenata di Marron con Trunks ne era ancora più convinta. "Ho fatto la cosa giusta." Si rivolse a Marron che però, non avendo seguito il filo logico dei suoi pensieri, non aveva capito la risposta. " Oltre al fatto che lui era perfetto e io non mi sentivo alla sua altezza nonostante la mia incommensurabile sicurezza in me stessa , e questa non è una baggianata perché dopo uno sbaglio il perdono di una persona così ti fa sentire inferiore, lui pensava sempre ad un'altra." Questa considerazione la scioccava. "UN' ALTRA???" Marron non capiva. Chi c'era oltre a Cristine… che Trunks le avesse nascosto qualcosa? "Sì, un'altra. E lui sembrava non capirlo. E' questo che mi ha dato più fastidio, che lui non se ne accorgesse! Così quando a malincuore l' ho scoperto, non ho potuto far altro che lasciarlo. Non avrei mai sopportato una situazione del genere e lui non avrebbe capito. Per questo gli ho detto una palla. Una ragazza lo sa quando il suo posto è stato usurpato in parte da qualcun' altro o qualcos'altro." Finì in conclusione Cristine. Ma non le aveva detto ancora chi era l'altra che le aveva fatto prendere quella sofferta decisione. "Lo sapevo che mi amava, come io ho amato lui. Ma dopo un po' è finita. Tutto qui. E' durata più a lungo del solito, è vero, ma forse è stata proprio quest'altra a farci rimanere uniti. E poi l'avevamo presa sul ridere, con filosofia. Anche se ridendo siamo arrivati a quasi 2 anni. Non è mai stata una cosa seria, dopo un po' ci siamo abituati l'uno dell'altra, stavamo bene insieme e questo bastava. Però poi solo quello non basta più. E tutto finisce." Marron ascoltava impietrita. Rifletteva quelle emozioni sulla sua storia attuale, il tormento che forse anche il suo pacato 'amore' per Mirko fosse solo un' abitudine. Ma non voleva pensarci in quel momento, non era il caso. E poi Cristine la fissava. Le ritornò in mente la misteriosa ragazza. Se in qualche modo li aveva uniti era qualcuno che tutti e due conoscevano. Ma chi? Non le veniva in mente nessuno. Strano che non la conoscesse anche lei. Sbarrò per un momento gli occhi. Non è che…? Lo sgomento passò subito. Era semplicemente impossibile. Punto. Sentì Cristine parlare di nuovo. "Eh sì, Marron, hai indovinato. Sei proprio tu." Cristine le sorrise. Comprendeva benissimo il suo pallore improvviso. Dopo qualche minuto Marron riuscì a proferir parola. "Ma come…?" Fu l'unica cosa che riusciva ad esprimere. Voleva spiegazioni, ne aveva bisogno come l'aria. Possibile che la sera prima Trunks dicesse sul serio, che l'amava da prima, da sempre? E perché non gliel'aveva mai detto? Scemo! Ora la sua confusione era centuplicata. Come il suo rammarico. Se fosse vero avevano perso anni preziosi giocando a rincorrersi. Ma lei, voleva essere presa? E Mirko allora? Tutto al diavolo? Mille e cento di queste domande le affollavano la mente e la sua testa scoppiava. Doveva prendere una decisione ma la paura dei rimorsi la distruggevano psicologicamente. "So che ti avrebbe portato confusione. Ma dovevo dirtelo. In realtà ho scoperto per caso che avevi fatto una scenata con Trunks ed eri andata via senza dire niente. E tu me l' hai pienamente confermato. Non è stato facile venire qui dopo tutto quello che era successo tra noi, ma conoscendoti non potevo permetterti di compiere una sciocchezza. Lui ti ama davvero Marron. Non puoi scegliere Mirko, lui è una sicurezza ma non lo ami. E lo sai meglio di me. Ovviamente non posso obbligarti a prendere una decisione, sei tu che devi scegliere la tua strada. Ma senza amore prima o poi finisce tutto, ricordi? Tu ami Trunks, l' hai sempre amato e continuerai a farlo, che ti piaccia o no. E' questa la verità. Sei scappata per dimenticarlo ma la distanza non ha fatto altro che rafforzare il ricordo, sia in te che in lui. Non facevamo altro che parlare di te, e all'inizio non era un problema. Ma poi tu sei stata il nostro legame che inevitabilmente si è spezzato. Trunks è stato stupido a non capirlo prima ma poi sono entrata in scena io che gli ho fatto perdere momentaneamente la testa destabilizzandolo da quell'altro amore nascente. Ma le radici sebbene sepolte reggono l'insieme. E prima o poi escono alla luce. E' quello che è successo Marron, te l' assicuro. C'era bisogno di tempo che non è arrivato. Ma non tutto è perduto e io sono qui per questo. Forse per salvarti, forse no. Tocca a te decidere." Cristine era stata proprio coraggiosa ad aver fatto quello che aveva appena fatto, Marron lo riconosceva. Ed il suo cuore la ringraziava. Poverino, non ce la faceva più a sottostare alle leggi bacate della mente. Finalmente si era tolto un peso.

Marron capiva ora molte cose, passate e presenti. Perfino future. Il suo destino era con il ragazzo che aveva sempre sognato e che le infiammava l'anima al ricordo del loro primo bacio. Ebbe qualche risentimento verso Mirko, ma lei doveva scegliere. Ed ora l'aveva fatto, per sempre. Non c'era tempo da perdere, doveva raggiungerlo. Abbracciò con calore l'amica ritrovata facendola quasi cadere e le sussurrò un 'grazie' veramente sentito. Si preparò per volare via dalla finestra della sua camera. Non le importava se la vedevano, aveva fretta. Prese anche Cristine con sé. Lei aveva giocato un ruolo importante nella vicenda e doveva esserci nel momento della sua salvezza. E poi sarebbe stato un'ottima occasione per farla riconciliare con Trunks. Due piccioni con una fava, come si suol dire! Fece un balzo fuori e con il braccio teso alla superman si avviò verso la Capsule Corporation. Non esisteva più niente, neanche i gridolini di Cristine sotto di lei, c'erano solo lei, il suo cuore e quella casa laggiù che si stagliava sull'orizzonte.

 

 

Era a pezzi. Fisicamente e moralmente. Non aveva dormito bene e il suo cuore era in frantumi. Gli altri erano andati via, era rimasto solo Goten e ovviamente sua sorella. Bra si guardava intorno in cerca di suggerimenti per risollevare il morale del fratello ma non servì a niente e così continuò a girare senza scopo. Trunks lo capì e cercando di abbozzare un sorriso le disse "non propinarmi un'altra delle tue serate in discoteca per risollevarmi il morale che se no mi fai stare peggio, vista questa volta!" Bra si girò e gli sorrise compassionevole. Non le piaceva provare pietà per suo fratello perché lui se ne accorgeva sempre e anche se non le diceva mai niente sapeva che la odiava. Ma non poté farne a meno. Lo abbracciò teneramente e si rimise sul divano dove c'era Goten ad aspettarla. A Trunks in quel momento disturbava un po' il fatto di avere due piccioncini proprio lì a portata d'occhio, ma cosa poteva farci se sua sorella stava con il suo migliore amico?!? Si sedette anche lui sul divano, non il loro, ma quello vicino alla finestra. C'era mancato pochissimo che vedesse Marron atterrare sul tetto di casa sua. "Sono stato uno stupido. Non ci credo che sia finita così." Esordì malinconico. "Neanch' io pensavo a questa reazione di Marron, Trunks." Cercò di consolarlo Bra. " Pensavo che avrebbe scelto te dopo tutto quello che aveva provato nei tuoi confronti, ma posso capirla. In effetti tu non le hai mai fatto capire niente e solo adesso sembra che tu ti accorga di lei. E' ovvio che si è basata sulla sicurezza di un amore più profondo, a quanto sembra, del tuo così apparentemente spontaneo. Devi riconoscerlo. Però non capisco lo stesso."

Trunks si girò a fissarla. "Sono stato stupido, te l' ho detto. Dovevo dirglielo prima. Ma è successo tutto all'improvviso, poi è arrivata Cristine ed io ho perso la testa per lei che sembrava piena di sicurezze mentre io non ne avevo e mi sono fatto ammaliare da questo suo carattere forte dimenticando quello che stava nascendo per Marron.'' sospirò forte. ''Quella stessa Marron che mi era sempre stata a fianco e nonostante tutto ha continuato a farlo. Non so come è riuscita a farlo, io non avrei resistito sapendola di un altro. Più o meno come adesso. Sono stato proprio scemo, e così ho perso anche un'amica…"  Bra si infuriò. "Non dirlo neanche per scherzo! Hai fatto benissimo a dirglielo, non potevi continuare a roderti, dovevi giocare la tua carta. L' hai detto tu stesso che non avresti resistito non sapendola tua. Non dimenticarlo." Trunks questa volta non si girò. Nonostante il filo logico della sorella, lui si sentiva colpevole e avrebbe continuato a farlo. "E' stata il mio più grande amore ed io l' ho persa. Ma non capite? Il ricordo di quel bacio mi fa cadere ancora più in depressione. Il suo corpo sotto le mie mani, la sua anima nella mia; come ha fatto a dimenticarlo così in fretta? Io non ci riuscirò mai. E mi rimangerò sempre le mani per questo." Trunks si alzò un attimo per andare a bere qualcosa in cucina e ritornò a contemplare il cielo dalla finestra. Non si era mossa una foglia. Bra e Goten non sapevano proferir parola e non si azzardavano a fare niente per paura di farlo star male di più. Così rimanevano immobili con gli sguardi fissi su di lui. "Sentire ancora il suo profumo, saperla qui con me sarebbe il mio desiderio più grande. Non vorrei altro che specchiarmi nei suoi occhi e capire che lei è l'unica per me e poi farglielo capire con un bacio, sorridendo alla sua reazione…" Ma una voce si intromise all'improvviso. Nessuno aveva sentito la porta e Trunks le era di spalle, mentre Bra e Goten la guardavano trasognati. Cristine per ora si era messa da parte e quindi nessuno l'aveva notata. " Aprire gli occhi la mattina solo per vederlo, aspettare impaziente una sua telefonata col cuore acceso, sentire il campanello e vederlo spuntare da dietro la porta, accoccolarsi tra le sue braccia quando fa freddo e non vuoi altro che stare con lui." Mentre avanzava il cuore di Trunks non riusciva più a battere. Si era fermato a quel primo 'aprire' per poi arrestarsi del tutto dopo. Ma non si era girato. Non voleva farle vedere la sua emozione dipinta sul suo volto, non voleva dargliela vinta così facilmente. La ragazza gli prese la mano e si sedette accanto a lui guardandolo con occhi lucidi. Non poteva sfuggire il suo sguardo ormai. "perdersi nel suo sguardo profondo e capire si essere stata solo una stupida a credere in certe ridicole certezze, quando l'unica verità è che ti amo più di qualsiasi altra cosa e che il mio unico sogno è stare con te. Svegliarmi la mattina il prima possibile per vederti e correre alla finestra per scorgerti prima. E addormentarmi solo per svegliarmi un altro giorno con te. Non posso vivere con qualcuno che non amo quanto amo te, Trunks. Scusami, sono stata proprio una sciocca a crederlo. E soprattutto a dubitare di te e di quello che provavi per me." Si fermò un po' a riflettere con lo sguardo basso, per poi riguardarlo negli occhi che le brillavano. " Scusami ancora."  Pausa. "Potrai mai perdonarmi?" Trunks avrebbe voluto lasciarla sulle spine come aveva fatto lei con lui, ma il suo sguardo su di lui lo costrinse ad un'altra mossa. L'abbracciò piangendo, sentendola finalmente e pienamente sua e non piena di dubbi ed incertezze. La guardò negli occhi alzandole il volto con la mano ma non riuscì a dirle niente. Lei si avvicinò silenziosamente a lui e guardandolo felice per un ultima volta lo baciò come quella sera, anzi di più. Ora che era libera riusciva a gustarsi il sapore di quel bacio tanto atteso. E poi lo abbracciò di nuovo, riparandosi nel suo petto muscoloso. Non poteva credere a quello che le stava accadendo. L'aveva sognato così a lungo che ora sembrava impossibile. Ma era al settimo cielo e questo bastava.

 

Cristine riuscì a farsi perdonare da Trunks che anzi la ringraziò per quello che aveva fatto per lui parlando con Marron. Il resto del gruppo era molto contento di questo epilogo, finalmente tutte le coppie si erano formate, almeno per il momento , ed anche il resto della compagnia ne fu felice. Persino Vegeta acconsentì. Meglio Marron che una stupida e debole umana, no? Crili ora era un po' preoccupato per le notti che la figlia avrebbe passato alla Capsule Corporation non essendoci solo più Bra a cui badare… C18 e Bulma erano invece entusiaste, in fondo avevano sempre sperato che finisse così ed ora avevano finalmente qualcos'altro su cui sparlare, sperando in conclusioni affrettate tipiche delle due donne. Mirko riuscì a prenderla abbastanza bene, aveva sempre creduto che in fondo Marron non l'avesse mai amato davvero, ma non per questo ne fu felice. Lasciandosi comunque amaramente ognuno sperò per la felicità futura dell'altro, nell'attesa di un altro incontro non molto vicino nel tempo.

 

Fuori era notte fonda. Non capiva neanche che ore erano, la sveglia era sull'altro comodino coperta dal corpo di Trunks. Il suo cuore era lento e calmo come quella notte. Marron si scostò dall'abbraccio del compagno per affacciarsi alla finestra dietro di lei. Senza far rumore, guardando il ragazzo per paura di svegliarlo, si alzò dal letto e la aprì. L'aria della notte era fresca e ormai si sentiva che l'estate era agli sgoccioli. La luna non si vedeva bene ma era piena e sgombra di nuvole, come sempre in estate. Si sentì appoggiare una mano sulla spalla e poi un abbraccio da dietro. Sorrise al vuoto davanti a se, eppure era sicura di non averlo svegliato. Ricambiò l'abbraccio appoggiando la testa sul suo petto. E respirando a pieni polmoni quell'aria fresca, guardarono davanti a se il loro futuro insieme, per svegliarsi l'indomani felici di essere ancora uniti.  

 

 

 

Fine

 

  
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