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Autore: CatcatKhad    29/08/2010    1 recensioni
Era una giornata normale per la famiglia Cullen. La piccola Renesmee si era ufficialmente fidanzata con il suo Jake, Emmet e Rosalie avevano fatto un viaggio per stare un po' da soli all'isola Esme, Bella e Edward si amavano alla follia come sempre, Carlisle e Esme per la prima volta dopo molto tempo avevano... ehm,avete capito, ma Alice e Jasper? Per loro no, ma per scoprire cosa succede vieni a leggere questa storia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Pov. Luna
Paura, buio, dolore. Era quelle le emozioni che sentivo in quel momento. Non so dov'ero, ma sapevo solo che cosa c'era li. Un fuoco, alto e minaccioso, che bruciava la mia piccolissima briciola di fiducia che avevo verso il mondo maschile. Un urlo, poi un altro e un altro ancora. Il pianto di un bambino. Il sibilio del vento fra gli alberi. La mia immagine, coperta da rughe e occhi neri che mi guardavano famelici. Le lacrime, la debolezza. Tutto questo vedevo e provavo. Mi svegliai e mi ritrovai Carlisle a fianco che preparava una sacca di sangue da iniettarmi. Mi guardai attorno, ero nel suo studio, e avevo paura di lui. Terrore. Urlai, lui si girò e mi corse a fianco. Sbarrai gli occhi e gli ringhiai contro. Era scioccato. Lo spinsi via e, con le poche forze che avevo, mi trascinai giù dalle scale a forza, poi caddi a terra, urlando. Continuavo a urlare e Esme mi venne incontro. La guardai negli occhi e piansi, piansi lacrime amare. Pochissimi secondi dopo tutti erano corsi da me a vedere cosa avevo. Io urlavo, mi dimenavo sul pavimento di marmo, piangevo e mi sentivo attraversata da una fitta di dolore. Emmett provò ad aiutarmi, ma io gli ringhiai contro e mi allonatanai sempre da coricata, scalciando e urlando. Poi, smisi di urlare, mi guardai il petto e vidi impresso sopra il disegno di un delfino. Lizzie! Dov'era Lizzie?? Non feci nemmeno in tempo a chiedermelo, che Alice mi stava portando la collana con sopra Lizzie e me la stava mettendo al collo. Chiusi gli occhi, li riaprii e vidi tutti fissarmi preoccupati al massimo. Io fissavo prima Lizzie, poi tutti, poi Lizzie, poi mi sedetti. Mi guardavo in giro e vidi che in fondo alla porta Leah e gli altri lupi mi guardavano com gli altri. Mi guardai le mani. Erano secche come fichi. Mi alzai, cercando di non cadere, slatai e mi buttai in piscina. Lizzie, il delfino sopra alla collana che mi aveva regalato Lucas il giorno prima di morire. Senza lei, ero perduta. Lei aveva la mia anima dentro, e se per caso dovesse rompersi, io morirei all'istante. Uscii dall'acqua, i ragazzi e i lupi maschi erano li, fuori, ad aspettare che io uscissi. Morivo di paura. Jasper lo sentiva, si vedeva dalla faccia, e non capiva il perchè. Tremavo come una foglia, un po' perchè era inverno e un po' dal terrore. Ma perchè non mi lasciavano in pace? Volevano torturarmi? Cominciai a singhiozzare senza piangere, mi ero inginocchiata e mi tenevo le mani intrecciate sul cuore. Si avvicinarono, e io ringhiai. Leah si fece strada fra tutti, mi prese per mano e mi consolò. Sapeva cosa era successo, e ne era rimasta profondamente colpita. Io continuavo a singhiozzare. I ragazzi mi guardavano sbigottiti. Il vento gelido mi colpì in faccia e io rabbrividii. Leah mi abbracciò per scaldarmi e, facendo spostare tutti, mi portò in casa. Io mi sedetti sul divano, ancora abbracciata a Leah. Avevo freddo e lei mi prese una coperta che era li sul divano. Mi stavo scaldando ma avevo ancora freddo, così Esme mi preparò una cioccolata calda. La bevetti lentamente, gustandomela. Intanto i lupi, eccetto Jacob e Leah, erano andati via e tutti i vampiri maschi erano li davanti alla porta a fissarmi. Come l'altra sera quei 5. Mi vennero i brividi di paura, Leah mi strinse ancora di più a sè. Mi sentivo stranamente al sicuro fra le sue braccia. Posai la tazza sul tavolino e mi rannicchiai li, a guardare la Tv fra le braccia di Leah. Alice intanto si era unita a noi e Rosalie e Bella anche dopo qualche minuto. Appena Emmett provò a sedersi vicino a Rosalie, nell'altro divano, io tremai di nuovo. Lo fissavo terrorizzata. Bella provò a accarezarmi per tranquillizzarmi, ma il ricordo di quei bastardi che mi violarono era ancora vivo, e la sensazione di quelle mani che si strusciavano su di me c'erano ancora. Mi venne un colpo di sonno e mi addormentai fra le braccia di Bella, che ancora mi accarezzava i capelli. Leah era andata via. Mi sveglia molto tempo dopo. Rosalie aveva la pancia enorme, segno che era quasi il momento. Mi ero ripresa abbastanza bene da quella crisi. Non avevo più il terrore a stare vicino a un ragazzo, ma avevo ancora poca fiducia a stare da sola in una stanza con un maschio. Era in camera mia, e Rosalie era sdraiata sul mio letto. Le vidi dipingersi sul volto un ghigno di dolore e poi la sentii urlare. Erano iniziate le doglie. Con l'aiuto di Esme la aiutai a cambiarsi e, dopo altre 3 ore, nacque Melanie. Aveva i capelli castani e era di statura normale per una bambina. Erano ricci come quelli del padre, ma la forma del corpo erano della madre. Erano tutti e due emozionati al massimo, ma Rosalie doveva riposare. La lasciammodormire in camera sua anche lei per un giorno intero.
Pov. Rosalie
Finalmente, ero al settimo cielo. Avevo da pochi minuti partorito Melanie. Era bellissima. Emmett aveva gli occhi lucidi e io ero emozionata ma stravolta. Mi lasciai andare a un lungo sonno. Un giorno intero. Qunado mi svegliai, vidi che Melanie era vicina a me e dormiva. La presi in braccio ma lei continuò a dormire e la portai di sotto. Alice mi venne ad abbracciare e tutti gli altri fecero lo stesso. Ora Chanel aveva l'aspetto di una bambina di 10 anni e capiva perfettamente tutto. Melanie si svegliò e mi sorrise. Aveva già tutti i denti. Le sorrisi anche io e mi sedetti sul divano senza scollarle gli occhi di dosso. Lei era la mia creatura, l'avevo messa al mondo io, era mia figlia. Non avevo mai potuto immaginarlo, ma era così.
Pov. Luna
Un giorno era passato, Rosalie era li, raggiante, con la bimba in mano. Io avevo lo sguardo in basso, ero depressa. Un'odore mi venne alle narici. Un'odore fin troppo familiare. I Volturi erano tornati.
   
 
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