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Autore: Archangel 06     29/08/2010    2 recensioni
Virginia ed Ellen, di Helsinki, hanno ottenuto una borsa di studio per terminare il loro corso di studi con le lezioni di un luminare di Storia Vichinga in California, negli stati uniti. sono migliori amiche, ma nella vita di Ellen c'è un segretuccio da nulla che Virginia non sa, ovvero che Ellen conosce da vicino, molto da vicino i Children of Bodom, la sua band preferita... e che cosa succederà quando la band si troverà nei pasticci necessitando di un batterista? le aspetta un tour di completa follia... scritta a quattro mani da me e da Dark Dancer^^
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Children of Bodom'
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“Doppia frattura scomposta ed esposta all’ulna destra, quattro dita fratturate, tre costole incrinate, frattura cranica, ecchimosi sparse qui e la, e una microfrattura alla mandibola” esclamò Janne furioso leggendo la cartella clinica.
“Zitto, idiota!!” lo rimproverò Alexi, accennando a Jaska, intubato e sedato sul letto d’ospedale. Aveva il braccio destro ingessato, la testa fasciata, quattro dita della mano sinistra (l’unico libero era il pollice) bloccate dal gesso, e i cerotti a farfalla tenevano chiuse assieme ai punti di sutura le ferite sul viso.
“Se becco il coglione che si è messo ad andare in motorino sulla pista ciclabile, giuro che gli faccio il culo a strisce” ringhiò Henkka, rabbioso.
“E io userò la sua pelle per fare stracci da stivali” aggiunse, non meno furioso, Roope.
Alexi dal canto suo non si pronunciò, ma si vedeva che concordava pienamente con i due amici: come si poteva essere tanto dementi e stupidi da correre con un motorino su una pista ciclabile a sessanta all’ora? Ovviamente non era riuscito a evitare il povero Jaska che stava arrivando sulla sua mountain bike dalla parte opposta, l’aveva urtato violentemente e l’aveva fatto finire per terra riducendolo in questo stato pietoso. Ovviamente non si era fermato a soccorrerlo.

“Ragazzi, so che non avete voglia di pensarci adesso, ma… per il tour come facciamo? Piuttosto che farcelo annullare, la Spinefarm pagherà dei sicari per tagliarci la gola…” naturalmente Alexi parlava in senso figurato, ma tutti capirono cosa intendeva dire.
“Dovremmo trovare un sostituto… ma uno bravo come Jaska? Dove lo peschiamo?” osservò Janne, non troppo convinto.
“Uno dei suoi allievi?” propose Roope.
“Nah, sono tutti a un livello troppo basso e… Roope, sei un genio!!!” esclamò Henkka battendosi la mano aperta sulla fronte, venendo subito zittito dagli altri.
“Dimmi che hai un’idea, ma un’idea di quelle geniali…” lo pregò Alexi. Uscirono dalla camera, per non disturbare Jaska.
“Mia cugina, Ellen!!” esclamò trionfante Henkka. La reazione di Alexi fu immediata.
“Coooooosaaa??? Lei?? Ma sei fuori??” esclamò esterrefatto il frontman. “No, no, lei assolutamente no!”
“Avanti, di cosa hai paura? Mica ti ammazza… e poi è brava quanto Jaska, lo sai bene…” osservò divertito Roope. Tutti si ricordavano benissimo dell’ultima rissa a cui Ellen aveva partecipato a causa di Alexi che come al suo solito si era ubriacato. Quando il frontman si era ripreso dalla sbronza, Ellen lo aveva pestato come un materasso, a suo dire per “fargli passare la voglia di scatenare risse e coinvolgere la gente che non centra un cazzo”.
“Mi spiace, Alexi, ma è l’unica possibilità… comunque se non scatenerai altre risse, non ci saranno problemi credo…” lo rassicurò Janne.
“Credi?” sbuffò Alexi, visibilmente contrariato. Poi di improvviso si illuminò, quando gli venne in mente qualcosa: “Ma lei non è negli Stati uniti?”
“Tornerà comunque prima che inizi il tour, quindi siamo a posto. Mi spiace, Alexi, ma credo che ti toccherà sopportarla…” sorrise Henkka.
“Mi fa male solo il pensiero dei suoi cazzotti” borbottò Alexi, poco convinto da quella decisione, ma erano in tre contro uno e dovette mettersela via.

***

Ancora un mese, pensò Ellen facendo un rapido calcolo dei giorni che mancavano. Quel caldo cominciava seriamente a non sopportarlo più, le dava sui nervi. Voleva di nuovo il gelo della Finlandia, non ne poteva più di sentirsi sudata a tutte le ore del giorno, di avere caldo di continuo. Aprì la posta sul suo portatile, e con piacere notò una nuova mail di Henkka.
"Cuginetta, ciao! Come te la passi li in California? Ho un urgente bisogno di parlarti… preferisco farlo di persona però. Se per te va bene, domani prenoto un albergo li vicino e salto sul primo aereo. Rispondi in fretta Henkka."

La mail, così avara di spiegazioni, suscitò la sua curiosità. Di che diavolo voleva parlarle? Forse era successo qualcosa?

"Cuginetto, spero che quando arriverai qui, sarai pronto a subire un fuoco di fila di domande… hai destato la mia curiosità, complimenti! Come sta quel numero di Alexi? E lo zio Jaska? E Roope e Janne? Roope si è trovato una ragazza finalmente? Ammettilo, non ne puoi più di sentirlo lagnarsi! Per me va bene… ti aspetto, basta che mi dici soltanto l’ora in cui arrivi e io ti vengo a prendere all’aeroporto. A presto Ellen."

“Che succede che sei così allegra?” le domandò Virginia, accorgendosi immediatamente del sorriso dipinto sul suo viso.
“Domani arriva mio cugino da Helsinki… mi accompagni all’aeroporto a prenderlo? Ti piacerà, ne sono assolutamente sicura…” Ellen ridacchiò fra se, domandandosi quale sarebbe stata la reazione di Virginia a vedere il cugino, uno degli uomini più desiderati da tutte le ragazze finlandesi…

***

“E come al solito, il volo è in ritardo…” commentò Ellen guardando il tabellone degli arrivi, seccata. “Che ti aspettavi? Probabilmente ci sarà stata una tempesta di neve” ipotizzò Virginia.
“Oh guarda, è atterrato!!” esclamò Ellen sollevata, indicando il tabellone mentre la voce dello speaker annunciava l’arrivo del volo alle ore 19.35. Fece un rapido calcolo: il tempo di passare la dogana e la valigia… Henkka sarebbe apparso in circa venti minuti, al massimo mezz’ora.
E infatti eccolo uscire dalla porta scorrevole, con una piccola sacca che poteva contenere al massimo il necessario per sei giorni. Virginia non poteva averlo notato, anche perché si era girata dall’altra parte per osservare con curiosità i tentativi di una coppia di infilare in una gabbia un grosso cane che non sembrava averne molta voglia.
“Henkka!!!” urlò Ellen, correndogli incontro. Lui la afferrò e le fece fare un giro intero prima di rimetterla giù.
“Accidenti, cuginetta!! Mi sei mancata un sacco, sai??” esclamò scompigliandole i capelli.
“Anche tu… come stanno quei quattro matti?”
“Beh, bene… Alexi si ricorda ancora dei tuoi pugni sai, e ho idea che tenterà di fartela pagare…”

“Oh, a proposito” disse battendosi la mano aperta sulla fronte “quasi dimenticavo… Virginia, lui è mio cugino Henkka, Henkka, lei è Virginia, la mia migliore amica” disse facendo le presentazioni. Virginia era completamente basita: d’altronde, non capita tutti i giorni di scoprire che Henkka Seppala, il bassista dei Children of Bodom, è il cugino della tua migliore amica!
“Piacere, Henkka Seppala” disse con cortesia il biondo bassista, allungandole la mano. Ellen senza farsi notare le pestaò un piede per svegliarla, visto che sembrava caduta in una sorta di trance. Lei scuotendosi si affrettò a tendergli la mano, ma troppo in fretta, così che inciampò finendogli addosso: “Attenta, o ti farai male” le disse con un sorriso Henkka. Virginia divenne ancora più rossa, e riuscì a stento a balbettare “Hemm, piacere, Virginia Vihrea…”. Henkka le riservò un lungo sguardo che la fece diventare viola.
“Ellen, io avrei fame. Che ne dici se andiamo in albergo e poi vi offro qualcosa da mangiare? Il cibo in aereo non ho nemmeno avuto il coraggio di assaggiarlo…”

“Ci sto, cuginetto. Ti capiamo perfettamente sai, nemmeno noi abbiamo mangiato in aereo… puzzava troppo!” ridendo ci avviammo in cerca di un taxi, che ci portò all’albergo. Quando Henkka si fu sistemato, andarono in cerca di un pub dove facessero anche da mangiare: ormai Ellen e Virginia, dopo due mesi passati con i metallari, sapevano perfettamente dove andare.
“Bel locale questo” esclamò Henkka, approvando. Si sedettero a uno dei tavoli di legno massiccio e scuro, ordinando due birre Guinness medie e due club sandwich per Ellen e Virginia, una Guinness grande e un “monster club sandwich” per Henkka.
“Se riesci a mangiarlo tutto, giuro che ti do un premio” disse il gestore portando personalmente il piatto con dieci pezzi anziché quattro, quindi come mangiare due club sandwich e mezzo. Aggiungete che l’America è il paese delle grandi dimensioni, e capirete come mai quel club sandwich veniva chiamato “monster”…
“Che premio?” chiese Henkka incuriosito.
“Ti offrirò da bere… e appenderò la tua foto al muro, saresti solo il terzo che riesce a finirne uno” rise. Mc Connor era di origini irlandesi, lo si capiva subito, e degli irlandesi aveva l’incredibile giovialità.
Henkka sorrise, e con impegno attaccò il club sandwich, facendolo sparire pezzo dopo pezzo con tenacia dettata dal lungo digiuno in aereo. All’ultimo sembrò non farcela, ma si fece forza e trangugiò anche l’ultimo boccone, bevendoci su un abbondante sorso di Guinness. “Finito!!” esclamò, ruttando clamorosamente e battendosi con soddisfazione la mano sulla pancia.
“Henkka!!!” esclamò Virginia scandalizzata. Tuttavia i presenti, per il novantanove virgola nove per cento metallari, non ci fecero caso. Normale amministrazione.
“E non hai mai sentito Roope, lui si che rutta!” esclamò Henkka ridendo. "Ci facciamo di quelle gare di rutti noi cinque... però Roope vince quasi sempre. Solo Janne riesce a batterlo..."
Quando Ian McConnor tornò al nostro tavolo si complimentò con Henkka con una sonora pacca sulle spalle.
“Complimenti, ragazzo! Avevi fame, eh?”
“Eh si” sospirò Henkka.
“Come ti chiami?”
“Henkka Seppala…”
“Il bassista dei Children of Bodom???”
“Si…”
“Per la barba di San Patrizio!!” tuonò “ora che ti guardo meglio, è proprio vero!! Di birre te ne offro due, ragazzo… coraggio!”
Quando riuscimmo a uscire dal pub, Henkka barcollava, tanto che io e Virginia dovemmo sostenerlo, io a destra e lei a sinistra. Quando la voce si era sparsa, i metallari avevano fatto a gara per offrirgli da bere, e aveva dovuto firmare una trentina di autografi, con il risultato che ora era mezzo brillo e faticava a camminare.

“Cazzo” borbottò “Ellen, ma come mai gira tutto?”

“Non pensarci Henkka… sei solo un po’ brillo. Adesso ti riportiamo in albergo, ti fai un bel sonnellino e domani vengo a trovarti, così mi dici per cosa sei venuto qui…”



Capitolo tre!!! niente di personale con il povero Jaska, vi prometto che si rimetterà in fretta...
Henkka in versione pozzo senza fondo è stato troppo divertente da descrivere XD
Crazy_me Halestorm? non li ho mai sentiti O.o che genere fanno?
   
 
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