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Autore: MartyCullen    30/08/2010    2 recensioni
Questa è una storia d'amore tra una ragazza e un vampiro. Se vi aspettate la relazione alla " Bella & Edward ", siete fuori strada, anche se c'è qualche riferimento alla saga di "Twilight", poichè alcuni personaggi sono presi da essa. Comunque, questo è un racconto drammatico, e purtroppo non c'è un lieto fine; inoltre la situazione dei due personaggi è complicata, perché hanno una storia passata un po'"movimentata". Se vi ho incuriositi, leggete la mia fanfiction. Buona lettura!
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero ancora frastornata. Non riuscivo a credere alle parole di Luke.

Eppure c'era qualcosa di strano nella sua voce. Era come se non mi stesse mentendo.

Una persona sana di mente lo avrebbe preso per pazzo, oppure per un comune bugiardo. Ma io no. Io sapevo che non stava mentendo.

E non era per i suoi atteggiamenti strani, che aveva avuto durante quei tre giorni trascorsi assieme. Era perché io mi fidavo di lui. Io credevo a Luke.

E come lui, non m'importava se ci conoscevamo da appena tre giorni. Gli credevo.

- So che può sembrare assurdo, ma… - disse Luke.

- No. - lo interruppi prontamente io - Ti credo.

- Cosa?

- Mi fido di te, so che non menti.

- Wow. E' stato più facile del previsto.

Restammo in silenzio per un po' di minuti. Ero ancora un po' "sotto shock".

- Hai paura? - mi chiese, vedendo che mi ero improvvisamente ammutolita.

- Sì.

- Lo sapevo. Dovevo immaginarlo. Forse non avrei dovuto dirti niente.

- No. Hai fatto bene. Ma ci vorrà un po' di tempo prima che riesca ad abituarmi all'idea…

- Ad abituarti all'idea che io sia un mostro. - disse Luke, con un filo di tristezza nella voce.

- Ad abituarmi all'idea che tu sia diverso.

A quelle parole riuscì finalmente ad alzare lo sguardo e a guardarmi dritto negli occhi. Erano ancora rossi.

Stranamente quella situazione mise un po' in imbarazzo entrambi. E così, scoppiammo a ridere tutti e due; un po' come due vecchi amici che scherzano e si divertono, ripensando alle lontane giornate trascorse insieme, rivangando i  ricordi, le esperienze passate…

- Ora però sono un po' curiosa. - ammisi interrompendo la nostra fragorosa ristata che andava avanti da parecchio.

- Cosa vorresti sapere? - mi domandò Luke.

- Tutto. Tutto di te. Della tua vita da… - Quella parola era ancora molto difficile da pronunciare.

- Vampiro - Ci pensò lui a concludere la mia frase incompleta.

- Beh - continuò - Prima vorrei fartela io una domanda.

- Domandami pure quello che vuoi.

- Perché mi hai creduto subito, quando ti ho detto di essere… diverso?

- Perché io di te mi fido ciecamente. Anche se ci conosciamo da poco, so che tu ci tieni a me e non avrebbe alcun senso prendermi in giro. Altro?

- No.

- Ora tocca a te rispondere alla mia domanda.

- Allora. Era il 1943. Germania. Eravamo nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale. Avevo solo diciotto anni allora, ma il simpatico Adolf Hitler costringeva anche quelli giovani come me a partire per il fronte. Noi eravamo ingenui e inesperti, quindi ci lasciavano a combattere, o meglio a morire, nelle trincee. Io e un mio compagno di battaglia eravamo stanchi di tutta quella situazione, avevamo una paura terribile della morte; ma se avessimo saputo a cosa saremmo andati incontro, sono sicuro che saremmo rimasti in quella cazzo di trincea. - Un filo di amarezza gli attraversò la voce. - Così decidemmo di fuggire; non sapevamo dove andare e come fare, ma qualunque cosa ci sembrava migliore di rischiare la vita per niente. Non eravamo quel genere di persone fanatiche e patriote. Noi amavamo la nostra nazione, certo, ma amavamo di più la nostra vita, e volevamo viverla al meglio. Per questo motivo fuggimmo verso l'Inghilterra, ma durante il viaggio fummo attirati da una bellissima giovane; era perfetta: bianca come la neve, si muoveva come nessuna persone al mondo avrebbe saputo fare, e aveva due bellissimi occhi neri. Decidemmo di presentarci a lei, di provare ad attaccare bottone, quando lei ci chiese: "Vi va di venire con me a bere qualcosa? Più avanti c'è un'osteria". C'era qualcosa di strano nella sua voce, qualcosa di maligno, ma la seguimmo comunque. Ci guidò in un luogo isolato, sembrava un bosco. Ora non ricordo bene, è tutto sfocato. Il mio compagno, Jack, le si avvicinò con aria interrogativa, quando lei gli saltò addosso, mordendolo all'altezza del collo, e succhiandogli tutto il sangue che aveva in corpo. - A quelle parole, mi sentii male.

- Cercai di fuggire, ma lei era veloce come la luce, e mi raggiunse. Riuscì a mordermi la gamba, quando arrivò un altro di loro. Un certo Carlisle. Lui non era come loro; si nutriva del sangue degli animali, era un uomo che aveva rispetto per la vita, per qualunque creatura. - Sorrise.

- Così, rimasi solo con lui. Stavo male, mi sentivo bruciare la ferita, era come se stesse ardendo. Poi, il foci si propagò per tutto il mio corpo, e caddi in una specie di sonno per tre giorni. Per chi mi vedeva da fuori, sarei potuto sembrare morto, ma dentro bruciavo. Era come se fossi schiacciato da un peso enorme e non potessi più liberarmi. - Al pensiero, rabbrividì.

- Tutto ciò durò all' incirca tre giorni, ma a me sembrò durare un'eternità. E io che avevo paura della guerra! Non avrei mai pensato che ci fosse qualcosa peggio delle trincee, o della paura della morte. Perché il peggio arrivò dopo. - Un'altra pausa per prendere fiato; sembrava quasi che stesse rivivendo ogni singolo istante di quella tortura.

- Il fuoco si stava spegnendo, e quando finalmente mi svegliai, mi trovai accanto Carlisle. Mi alzai di scatto: ero più forte, veloce e potente che mai. Gli ringhiai contro, non so perché, forse era istinto di sopravvivenza; poi iniziai a sentire un nuovo bruciore, un nuovo fuoco che si stava impossessando della mia gola secca. Avevo sete. Così fuggii in cerca di qualcuno da mangiare, lasciandomi Carlisle alle spalle. Lui mi raggiunse, e prontamente mi fermò. Mi fece sedere, e mi spiegò come viveva lui, come si nutriva, e che c'era un'alternativa all'omicidio. Ma a me non importava niente; volevo solamente bere, costasse quel che costasse. Così fuggii di nuovo, e da quella volta non lo rividi mai più. -

- E ti dispiace? Cioè, avresti voluto rivederlo' - domandai io incuriosita.

- Sì. Ora sono pentito di ciò che ho fatto. Ma ero giovane, e per me il sangue umano era l'unica cosa che contasse. Ora penso che avrei potuto seguirlo, che se l'avessi fatto non avrei ucciso tanta gente e che ora sarebbe tutto più facile, anche con te. - Mi guardò intensamente, come se cercasse di capire cosa stessi pensando.

- E comunque - continuò - Ora non potrei più raggiungerlo; vive a Forks, una piccola cittadina del nord degli Stati Uniti, e ha un suo clan di vampiri vegetariani.

- Clan?

- Un gruppo. Sai, i vampiri sono spesso nomadi, e viaggiano in piccoli gruppi; ma a volte sono soli, come me.

- E perché tu non ti sei unito a qualche… come si dice? Clan?

- Perché sto bene da solo. Per me è più facile nutrirmi.

- E che mi dici degli occhi rossi e neri, o della tua bellezza innaturale?

- Per quanto riguarda gli occhi, sono rossi quando sono sazio, e neri quando sono assetato. Per quanto riguarda la bellezza, beh, serve solo ed esclusivamente ad attirare le prede, cioè voi umani.

- Sappi che con me ha funzionato - dissi senza volerlo. Era come se avessi detto ad alta voce quello che invece avrei dovuto solamente pensare.

- Posso chiederti una cosa?

- Che cosa?

- Ma dopo tutto quello che ti ho raccontato tu non hai un briciolo di paura?

- No. Perché tu hai detto di tenere a me, e io di te mi fido ciecamente. Inoltre, non mi hai uccisa in questi tre giorni, e che motivo avresti per farlo adesso?

Mi guardò nuovamente. Sorrideva. Si avvicinò lentamente a me, quasi avesse paura di farmi del male. Si sedette accanto a me, mi strinse in un abbracciò e avvicinò il suo volto al mio.

Chiusi gli occhi. Sapevo quello che voleva e stava per fare, e non mi tirai indietro, perché anche io lo volevo.

Certo, dare il primo bacio ad un vampiro non era una cosa molto comune, ma non m'importava: sapevo che era la cosa giusta.

Così, finalmente, le sue labbra toccarono le mie, ed iniziarono a muoversi dolcemente.

Era la sensazione più bella che avessi mai provato. E non era il tipico sentimento che si prova con il primo bacio. No. Quello era totalmente diverso. Perché era Luke ad essere lì con me; era lui che mi stava baciando.

Piaciuto?!

Spero proprio che siate soddisfatte del mio nuovo capitolo.

Comunque vorrei ringraziare tutte coloro che seguono la mia storia per aver pazientato così a lungo in attesa del mio aggiornamento.

Inoltre, come di consueto, ringrazio la mia migliore amica Alice90cullen e vampiretta96 per aver recensito il mio precedente capitolo.

Infine vi invito, come sempre, a recensire cortesemente i vari aggiornamenti, cosicchè io possa sapere cosa ne pensate del mio racconto.

Baci.

MartyCullen

 

  
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