Ero
ancora frastornata. Non riuscivo a credere alle parole di Luke.
Eppure
c'era qualcosa di strano nella sua voce. Era come se non mi stesse
mentendo.
Una
persona sana di mente lo avrebbe preso per pazzo, oppure per un comune
bugiardo. Ma io no. Io sapevo che non stava mentendo.
E non era
per i suoi atteggiamenti strani, che aveva avuto durante quei tre
giorni
trascorsi assieme. Era perché io mi fidavo di lui. Io
credevo a Luke.
E come
lui, non m'importava se ci conoscevamo da appena tre giorni. Gli
credevo.
- So che
può sembrare assurdo, ma… - disse Luke.
- No. -
lo interruppi prontamente io - Ti credo.
- Cosa?
- Mi fido
di te, so che non menti.
- Wow. E'
stato più facile del previsto.
Restammo
in silenzio per un po' di minuti. Ero ancora un po' "sotto shock".
- Hai
paura? - mi chiese, vedendo che mi ero improvvisamente ammutolita.
- Sì.
- Lo
sapevo. Dovevo immaginarlo. Forse non avrei dovuto dirti niente.
- No. Hai
fatto bene. Ma ci vorrà un po' di tempo prima che riesca ad
abituarmi all'idea…
- Ad
abituarti all'idea che io sia un mostro. - disse Luke, con un filo di
tristezza
nella voce.
- Ad
abituarmi all'idea che tu sia diverso.
A quelle
parole riuscì finalmente ad alzare lo sguardo e a guardarmi
dritto negli occhi.
Erano ancora rossi.
Stranamente
quella situazione mise un po' in imbarazzo entrambi. E così,
scoppiammo a
ridere tutti e due; un po' come due vecchi amici che scherzano e si
divertono,
ripensando alle lontane giornate trascorse insieme, rivangando i ricordi, le esperienze
passate…
- Ora
però sono un po' curiosa. - ammisi interrompendo la nostra
fragorosa ristata
che andava avanti da parecchio.
- Cosa
vorresti sapere? - mi domandò Luke.
- Tutto.
Tutto di te. Della tua vita da… - Quella parola era ancora
molto difficile da
pronunciare.
- Vampiro
- Ci pensò lui a concludere la mia frase incompleta.
- Beh -
continuò - Prima vorrei fartela io una domanda.
-
Domandami pure quello che vuoi.
- Perché
mi hai creduto subito, quando ti ho detto di essere… diverso?
- Perché
io di te mi fido ciecamente. Anche se ci conosciamo da poco, so che tu
ci tieni
a me e non avrebbe alcun senso prendermi in giro. Altro?
- No.
- Ora
tocca a te rispondere alla mia domanda.
- Allora.
Era il 1943. Germania. Eravamo nel bel mezzo della Seconda Guerra
Mondiale.
Avevo solo diciotto anni allora, ma il simpatico Adolf Hitler
costringeva anche
quelli giovani come me a partire per il fronte. Noi eravamo ingenui e
inesperti, quindi ci lasciavano a combattere, o meglio a morire, nelle
trincee.
Io e un mio compagno di battaglia eravamo stanchi di tutta quella
situazione,
avevamo una paura terribile della morte; ma se avessimo saputo a cosa
saremmo
andati incontro, sono sicuro che saremmo rimasti in quella cazzo di
trincea. -
Un filo di amarezza gli attraversò la voce. -
Così decidemmo di fuggire; non
sapevamo dove andare e come fare, ma qualunque cosa ci sembrava
migliore di
rischiare la vita per niente. Non eravamo quel genere di persone
fanatiche e
patriote. Noi amavamo la nostra nazione, certo, ma amavamo di
più la nostra
vita, e volevamo viverla al meglio. Per questo motivo fuggimmo verso
l'Inghilterra, ma durante il viaggio fummo attirati da una bellissima
giovane;
era perfetta: bianca come la neve, si muoveva come nessuna persone al
mondo
avrebbe saputo fare, e aveva due bellissimi occhi neri. Decidemmo di
presentarci a lei, di provare ad attaccare bottone, quando lei ci
chiese:
"Vi va di venire con me a bere qualcosa? Più avanti
c'è un'osteria".
C'era qualcosa di strano nella sua voce, qualcosa di maligno, ma la
seguimmo
comunque. Ci guidò in un luogo isolato, sembrava un bosco.
Ora non ricordo
bene, è tutto sfocato. Il mio compagno, Jack, le si
avvicinò con aria
interrogativa, quando lei gli saltò addosso, mordendolo
all'altezza del collo,
e succhiandogli tutto il sangue che aveva in corpo. - A quelle parole,
mi
sentii male.
- Cercai
di fuggire, ma lei era veloce come la luce, e mi raggiunse.
Riuscì a mordermi
la gamba, quando arrivò un altro di loro. Un certo Carlisle.
Lui non era come
loro; si nutriva del sangue degli animali, era un uomo che aveva
rispetto per
la vita, per qualunque creatura. - Sorrise.
- Così,
rimasi solo con lui. Stavo male, mi sentivo bruciare la ferita, era
come se
stesse ardendo. Poi, il foci si propagò per tutto il mio
corpo, e caddi in una
specie di sonno per tre giorni. Per chi mi vedeva da fuori, sarei
potuto
sembrare morto, ma dentro bruciavo. Era come se fossi schiacciato da un
peso
enorme e non potessi più liberarmi. - Al pensiero,
rabbrividì.
- Tutto
ciò durò all' incirca tre giorni, ma a me
sembrò durare un'eternità. E io che
avevo paura della guerra! Non avrei mai pensato che ci fosse qualcosa
peggio
delle trincee, o della paura della morte. Perché il peggio
arrivò dopo. -
Un'altra pausa per prendere fiato; sembrava quasi che stesse rivivendo
ogni
singolo istante di quella tortura.
- Il
fuoco si stava spegnendo, e quando finalmente mi svegliai, mi trovai
accanto
Carlisle. Mi alzai di scatto: ero più forte, veloce e
potente che mai. Gli
ringhiai contro, non so perché, forse era istinto di
sopravvivenza; poi iniziai
a sentire un nuovo bruciore, un nuovo fuoco che si stava impossessando
della
mia gola secca. Avevo sete. Così fuggii in cerca di qualcuno
da mangiare,
lasciandomi Carlisle alle spalle. Lui mi raggiunse, e prontamente mi
fermò. Mi
fece sedere, e mi spiegò come viveva lui, come si nutriva, e
che c'era
un'alternativa all'omicidio. Ma a me non importava niente; volevo
solamente
bere, costasse quel che costasse. Così fuggii di nuovo, e da
quella volta non
lo rividi mai più. -
- E ti
dispiace? Cioè, avresti voluto rivederlo' - domandai io
incuriosita.
- Sì. Ora
sono pentito di ciò che ho fatto. Ma ero giovane, e per me
il sangue umano era
l'unica cosa che contasse. Ora penso che avrei potuto seguirlo, che se
l'avessi
fatto non avrei ucciso tanta gente e che ora sarebbe tutto
più facile, anche
con te. - Mi guardò intensamente, come se cercasse di capire
cosa stessi
pensando.
- E
comunque - continuò - Ora non potrei più
raggiungerlo; vive a Forks, una
piccola cittadina del nord degli Stati Uniti, e ha un suo clan di
vampiri
vegetariani.
- Clan?
- Un
gruppo. Sai, i vampiri sono spesso nomadi, e viaggiano in piccoli
gruppi; ma a
volte sono soli, come me.
- E perché
tu non ti sei unito a qualche… come si dice? Clan?
- Perché
sto bene da solo. Per me è più facile nutrirmi.
- E che
mi dici degli occhi rossi e neri, o della tua bellezza innaturale?
- Per
quanto riguarda gli occhi, sono rossi quando sono sazio, e neri quando
sono
assetato. Per quanto riguarda la bellezza, beh, serve solo ed
esclusivamente ad
attirare le prede, cioè voi umani.
- Sappi
che con me ha funzionato - dissi senza volerlo. Era come se avessi
detto ad
alta voce quello che invece avrei dovuto solamente pensare.
- Posso
chiederti una cosa?
- Che
cosa?
- Ma dopo
tutto quello che ti ho raccontato tu non hai un briciolo di paura?
- No.
Perché tu hai detto di tenere a me, e io di te mi fido
ciecamente. Inoltre, non
mi hai uccisa in questi tre giorni, e che motivo avresti per farlo
adesso?
Mi guardò
nuovamente. Sorrideva. Si avvicinò lentamente a me, quasi
avesse paura di farmi
del male. Si sedette accanto a me, mi strinse in un
abbracciò e avvicinò il suo
volto al mio.
Chiusi
gli occhi. Sapevo quello che voleva e stava per fare, e non mi tirai
indietro,
perché anche io lo volevo.
Certo,
dare il primo bacio ad un vampiro non era una cosa molto comune, ma non
m'importava: sapevo che era la cosa giusta.
Così,
finalmente, le sue labbra toccarono le mie, ed iniziarono a muoversi
dolcemente.
Era la sensazione più bella che avessi mai provato. E non era il tipico sentimento che si prova con il primo bacio. No. Quello era totalmente diverso. Perché era Luke ad essere lì con me; era lui che mi stava baciando.
Piaciuto?!
Spero proprio che siate soddisfatte del mio nuovo capitolo.
Comunque vorrei ringraziare tutte coloro che seguono la mia storia per aver pazientato così a lungo in attesa del mio aggiornamento.
Inoltre, come di consueto, ringrazio la mia migliore amica Alice90cullen e vampiretta96 per aver recensito il mio precedente capitolo.
Infine vi invito, come sempre, a recensire cortesemente i vari aggiornamenti, cosicchè io possa sapere cosa ne pensate del mio racconto.
Baci.
MartyCullen