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Autore: moonyHYSTERIA    30/08/2010    1 recensioni
E così sono diventata una normale studentessa liceale senza troppe preoccupazioni per la testa.
Fino al giorno in cui mi sono scontrata con Haruki Suzumiya.
Genere: Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Così, entrai nel liceo del mio quartiere. All’inizio rimpiansi questa scelta, poiché la scuola era in cima ad una collina altissima, e anche di primavera avrei sudato camminando su per quella ripida salita. Mi deprimeva il fatto che sarei stata costretta a ripetere tutto cioè per gli altri anni seguenti, la mia idea di andare a scuola senza fatica non poteva realizzarsi in alcun modo.

Il primo giorno di scuola pensai di aver dormito un po’ troppo,  perché camminavo più velocemente del solito e mi sentivo affannata. Di conseguenza durante la cerimonia d’ingresso avevo una faccia solitaria e lugubre -forse avrete capito il perché- mentre tutti gli altri alunni avevano un’espressione speranzosa, ma anche piena di incertezza sembrava quasi voler dire “Evviva, si comincia un nuovo viaggio!”.

Non era proprio questo il mio caso. Molti miei amici delle medie si erano iscritti al mio stesso liceo, però non sembravo così eccitata e preoccupata come altre persone. Sinceramente, mi chiedevo se avessi trovato finalmente un fidanzato. Mi persi nei miei pensieri, e quando finalmente lo stupido discorso della preside finì, io e i miei compagni entrammo nella nostra classe 1-5. Il nostro professore, con il suo sorriso da chi si era allenato per un’ora davanti allo specchio, si presentò. Avevo pensato che non avesse mai finito, ma all’improvviso disse: «Bene, ora potete presentarvi voi!»

Così i ragazzi incominciarono a presentarsi in ordine. Dicevano il loro nome, il nome della loro scuola media e altre cose banali, come ad esempio gli hobby o il cibo preferito. Alcuni sembravano raccontare tutta la loro vita fino ad allora, mentre altri fecero delle introduzioni abbastanza interessanti. Il mio turno si avvicinava, e d’un tratto mi sembrò di essere diventata nervosa! Dopo che ero riuscita a finire la mia presentazione dicendo il minimo indispensabile, mi sedetti, sentendomi un tantino sollevata come quando si riesce a fare qualcosa di spiacevole, ma necessario. La persona seduta al banco dietro di me si alzò e -probabilmente non scorderò mai questo episodio per il resto della mia vita- disse queste parole, che sarebbero diventare l’argomento più discusso nella scuola per molto tempo.

«Mi chiamo Haruki Suzumiya. Vengo dalla East Junior High.» Fin qui l’introduzione era parsa ancora normale, perciò non mi ero neanche preoccupata di girarmi a guardarlo. Fissavo davanti a me e ascoltavo la voce del ragazzo. «I normali essere umani non mi interessano. Se qualcuno qui dentro è un alieno, un viaggiatore nel tempo o un esper, allora mi venga a cercare! Finito!»

A quel punto non potetti fare a meno di girarmi.

Aveva capelli neri e sottili. Il suo viso aveva come un’aria di sfida e si leggeva determinazione nei suoi occhi, mentre il resto della classe lo fissava. Le sottili labbra erano strettamente contratte. Ecco quale fu la mia prima impressione su quel ragazzo. Pensai persino che fosse piuttosto carino.

Haruki, con il suo sguardo provocante, esaminò lentamente la classe, poi smise di fissarci e si risedette. Cercava forse di essere drammatico? O avrei dovuto ridere? Nessuno lo sapeva. Beh, giudicando dalla conclusione, non stava cercando di essere né drammatico né divertente, visto che Haruki aveva ancora la sua faccia solenne. Il silenzio regnò per circa mezzo minuto, fino a che il professore, con un po’ di esitazione, fece segno alla persona successiva di presentarsi alla classe.

Fu proprio così che ci incontrammo.

Voglio realmente credere che questa sia stata solo una coincidenza. Dopo aver attirato l’attenzione di tutti, Haruki  tornò ad essere un innocente ragazzo liceale. La così detta calma prima della tempesta.

Tutti nel mio liceo venivano da una delle scuole medie più rinomate della città, questo ovviamente includeva anche la East Junior High; quindi ci doveva per forza essere nella classe qualcuno che si era diplomato con Haruki, che magari sapesse che cosa simboleggiasse il suo silenzio. Per mia sfortuna non conoscevo nessun ex studente di quella scuola, quindi non avevo modo di farmi spiegare se avesse parlato davvero seriamente. Perciò alcuni giorni dopo la sua presentazione, feci qualcosa che non mi sarei mai dimenticata: cercai di parlare con lui per la prima volta. Il domino della mia fortuna aveva iniziato a cedere ed ero stata io a spingere la prima tessera!

Quando Haruki si sedeva al suo posto, sembrava un normale ragazzo, perciò pensai di voltarmi verso di lui e parlargli un po’, forse mi avrebbe aiutato a diventargli amica.

«Ehilà!» Girai la mia testa con un sorriso frivolo verso il suo banco. «La cosa che hai detto quando ti sei presentato… eri serio?»

Con le sue braccia incrociate e le labbra serrate, Suzumiya Haruki mi fissò dritto negli occhi. «Cosa?» chiese con fermezza.

«La cosa… sugli alieni» balbettai.

Il ragazzo alzò le sopracciglia, e mantenendo la sua aria seria, mi domandò «Sei un alieno?»

«Direi di no.»

«E allora cosa vuoi da me?»

Esitai. «… nulla.»

«Allora stai zitta, stai sprecando il mio tempo.»

Il suo sguardo era così freddo che mi trovai a chiedere scusa senza rendermene conto. Così spostò da me il suo sguardo sdegnoso. Ero sul punto di parlare di nuovo, ma non riuscivo a pensare nulla di buono da dire. Per fortuna il professore entrò in classe e mi salvò.

Quando voltai la mia testa verso il banco, notai che un po’ di persone mi stavano fissando con uno sguardo interessato, il che mi irritò molto. Alcuni persino mi annuirono con solidarietà.

Visto che il mio primo tentativo di approccio con Haruki fu orribile, avevo pensato di tenere le distanze da lui. E così passò una settimana. Notai che a differenza mia, c’era gente che riprovava a parlare con Haruki dalle perenne sopracciglia aggrottate e dalla bocca torva. Principalmente erano quel tipo di ragazzi che cercano di essere gentili quando vedono un compagno isolato. Ovviamente non sono contrario, ma prima dovrebbero almeno controllare il loro bersaglio!

«Ciao! Hai visto quel programma in TV ieri sera alle 9?»

«No.»

«No? E come mai?»

«Boh.»

«Dovresti guardarlo, sai? Anche se inizi a guardarlo a metà non perderesti il filo! Comunque se vuoi ti racconto la storia fino ad ora!»

«Sei fastidioso!»

La risposta più ovvia sarebbe stata un semplice “no”. Ma lui doveva mostrare impazienza sia nell’espressione che nella voce! Alla fine la sua povera vittima si chiedeva che cosa aveva detto di sbagliato e poteva dire solo «Capisco… allora io…», piagnucolando via. Purtroppo lì il vero problema era la testa di Suzumiya Haruki.

 

  
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