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Autore: EffieSamadhi    30/08/2010    11 recensioni
“Mi stai dicendo che con te deve essere la donna a fare il primo salto?”
“Il primo passo, intendi? Sì, è quello che sto dicendo.”
“E che cosa può fare per farsi notare da te?”
“Non lo so. Condividere le mie stesse passioni, regalarmi i biglietti per il Super Bowl... insomma, deve trovare il modo per stupirmi.”
“Baciarti all’improvviso sarebbe un modo per stupirti?”
Ci rifletto su per qualche istante. “Sì, immagino di sì.”***Riesco a resistere fino al suo appartamento senza toccarla, ma non appena mi sento al sicuro oltre la pesante porta in legno, cerco di nuovo un contatto con lei. Non mi respinge, il che significa che sono finalmente riuscito a buttare giù il muro tra di noi. Mi rincresce, ma devo dare ragione a Gibbs quando dice che “Agire è l’unica risposta per qualsiasi tipo di domanda”.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I Just Want You To Know Who I Am'
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Chiedimi Se Sono Felice

“Tony?” bisbiglia, a fatica.

“Sì?” rispondo, con il respiro altrettanto affannato.

“Mi sento vagamente in imbarazzo.”

“Perché?”
“Perché un gruppetto di adolescenti ci sta tenendo d’occhio dall’altra parte della strada.”

Maledetti teenagers. Mi volto di nuovo verso di lei, e lei risponde abbassando gli occhi sulla pelle del sedile.

“Vorresti… ti va di salire?”

 

Riesco a resistere fino al suo appartamento senza toccarla, ma non appena mi sento al sicuro oltre la pesante porta in legno, cerco di nuovo un contatto con lei. Non mi respinge, il che significa che sono finalmente riuscito a buttare giù il muro tra di noi. Mi rincresce, ma devo dare ragione a Gibbs quando dice che “Agire è l’unica risposta per qualsiasi tipo di domanda”.

Le sue mani, le sue bellissime mani, mi aiutano a sfilare la giacca, che cade da qualche parte nell’ingresso. Usiamo più prudenza nello sfilarci le fondine, poi riprendiamo a camminare verso la sua stanza. È lei a guidarmi: io mi limito a seguirla, completamente rapito dalla sua bellezza, dalla magia di quest’attimo.

La sollevo tra le braccia, e senza smettere di baciarla la appoggio sul grande letto matrimoniale. Lei, di solito, dorme a destra: lo capisco dal libro appoggiato sul comodino. Riporto gli occhi su di lei: è finalmente arrivato il momento, quel momento che inseguo da mesi. Mi sollevo su un gomito e le accarezzo i capelli: Ziva è qui, ed è mia.

Faccio correre il mio sguardo sulle linee del suo volto, che mai come in questo momento mi sembra dolce e armonico. Con il pollice percorro il contorno delle sue labbra, riabbassandomi per baciarle ancora. Le labbra, poi il viso, la mascella, il collo: non esiste un solo punto sul quale non desideri posare le labbra.

“Tony…”

“Sì?”

“Questo significa che ci sono riuscita?”
“A fare che cosa?”

“Il primo salto.”

Sorrido contro la pelle morbida del suo collo. “Sì, Ziva. Hai fatto un ottimo primo salto.”

Ricomincio a baciarla, mentre le mie mani scendono lungo il suo corpo, cercando uno spiraglio attraverso il quale arrivare alla sua pelle. La sento fare lo stesso: i suoi polpastrelli si muovono leggeri sul mio torace, ed è una sensazione decisamente piacevole. Sorrido, quando mi accorgo che sta pian piano aprendo i bottoni della mia camicia. Lei, l’integerrima Ziva, è fatta di carne e sangue come ogni altra donna. La lascio fare, ed è fantastico accorgersi che tutto ciò che vuole è liberarmi dei vestiti. Ricambio la cortesia, spingendo verso l’alto la sua maglietta, e scoprendo un corpo a dir poco perfetto: non avrei mai immaginato che sotto i vestiti sformati che è solita indossare si nascondessero delle forme come le sue.

Anche la biancheria che indossa è spartana, ma incredibilmente le dona. Scendo ad accarezzarle il seno con le labbra, mentre faccio scivolare i pantaloni lontano dalle sue gambe. Sento le sue mani avvicinarsi alla mia cintura, e mi sposto appena per facilitarle il compito.

“Tony…”

“Sì?”

“Io… no, niente.”

Non mi soffermo ad interrogarla ulteriormente, ma la libero dai pochi indumenti rimasti e mi preparo a renderla mia. Si muove sotto di me, preparandosi al momento.

“Tony…”

“Sì, Ziva?”
“Sono felice.”

Quelle due parole, pronunciate in quel momento, mi inducono a baciarla ancora. Non ho mai trattato una donna con tanta cura, e mi rendo conto in questo istante che non ho mai amato nessuna quanto amo lei. Le sue mani stringono forte le mie spalle, mentre la rendo mia, con estenuante lentezza. Ogni movimento del mio corpo suscita una risposta equivalente nel suo, così come ogni emozione, ogni sussurro, ogni gemito, trova in lei un doppio.

I nostri respiri cambiano, il ritmo si fa più frenetico, mentre ci avviciniamo a quel momento che ci renderà ufficialmente una cosa sola.

 

Il suo viso è immobile contro il mio petto.

I suoi capelli sparsi sul cuscino mi fanno il solletico.

Con le dita traccia ghirigori invisibili sulla mia pelle.

Non posso fare a meno di sorridere, perché so che sta per farmi una domanda.

E so qual è.

“Ziva…”

“Sì?”
“Su, fammi quella domanda.”
“Quale domanda?”

“Lo sai. Chiedimi se sono felice.”

   
 
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