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Autore: Kokky    31/08/2010    3 recensioni
Un mondo parallelo e antico, popolato da vampiri che si muovono nell'ombra e umani troppo ciechi sui nemici succhiasangue. L'esercito, i positivi e gli alchimisti sono gli unici che possono proteggere l'umanità da ciò che stanno bramando i vampiri...
Un'umana insicura. Due piccoli gemelli. Un vampiro infiltrato. Una squadra di soldati. Una signora gentile e un professore lunatico. Una bella vampira e il capo. Due Dannati. L'Imperatore e i suoi figli. Una dura vampira. E chi più ne ha più ne metta!
Di carne sul fuoco ce n'è abbastanza :)
Provare per credere!
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Positive Blood' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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98 – Incamminandosi verso la battaglia

Al Nord di Aiedail, il mese di ottobre era più duro rispetto al clima temperato della Villa Bianca. La villa dei positivi si trovava nella penisola a sud dell’Impero, circondata da foreste di castagni; qui, invece, vi erano pini e abeti, l’accampamento era stanziato nell’entroterra e il freddo saliva dalla terra aspra.
Logan e Jack erano abituati a quel freddo autunnale, erano stati altre volte in quelle zone, a combattere i vampiri nel luogo dov’erano più forti e presenti.
Proprio Logan in quel momento stava tracciando un piccolo cerchio alchemico fuori dalla tenda, sussurrando qualcosa in un’antica e incomprensibile lingua. Fece dei segni attorno alla circonferenza, aspettando che un fuocherello iniziasse a scoppiettare. Jack gli si accostò e si sedette sul terreno umido, riposando un po’ dopo la stanchezza del giorno prima.
Un gruppo di vampiri aveva assalito un villaggio vicino e i soldati avevano ricondotto all’ordine la situazione. Jack sospirò, pensando a quanta fiducia riponeva nel suo lavoro e, nonostante questo, quante vittime c’erano state.
Logan lo fissò attentamente e gli diede una pacca leggera sulla spalla. «Siamo stati molto bravi, ieri».
«Stai cercando di consolarmi. Lo so che hai già un ma sulla punta della lingua»
«Effettivamente. Siamo stati bravi, ma credo che questi siano soltanto dei preparativi. C’è qualcosa in vista, lo sai, una guerra... e presto ci faranno muovere. Allora sapremo quando inizierà la fine», borbottò Logan, serrando la mascella squadrata.
Mosse le dita agili e afferrò una pietra, incominciando a giocherellarci per non guardare in faccia il suo compagno.
«Beh, sarà la volta buona per regolare i conti», ribatté Jack, carezzandosi la ferita sulla guancia sinistra, una mezzaluna inflitta da una vampira, anni prima. «Facciamoci forza. Credo fermamente che ce la faremo», sentenziò Jack, con un ottimismo innato. Aveva fiducia nell’istituzione, negli umani, anche se proprio i suoi genitori l’avevano venduto ad una miniera; incredibilmente, riusciva a sperare che, come lui, tutti quanti combattessero per il bene comune.
Logan sorrise, non rincuorato da quelle parole, ma commosso dai sentimenti di Jack. Gli diede un’altra pacca sulla spalla.
«Non riesco ad essere ottimista come te, sono fin troppo scettico, lo sai; però lotterò fino alla fine, come ho fatto per il mio sogno di diventare alchimista. Non sarò un concentrato di positività... ma voglio esserlo», disse Logan, guardando il gigante che gli sedeva accanto. Quello gli sorrise.
«Andiamo ad allenarci?», esclamò Jack, rinfrancato dalle intenzioni dell’alchimista. Si alzò e tese una mano verso il compagno, che l’afferrò saldamente e si mise in piedi dinnanzi a lui.
«Veramente dovremmo riposare, dopo un tale scontro», ribatté Logan, ironicamente.
«Non vorrai fare lo scansafatiche, signor sergente», celiò Jack, incamminandosi verso il campo d’addestramento. «Se non mi alleno non potrò proteggerti mentre fai le alchimie».
Logan lo seguì, accelerando il passo per raggiungerlo. «Sì, certo. Guarda che sono io a salvarti la pelle ogni giorno», esclamò tronfio.
E ridendo, i due incominciarono a prepararsi.
L’attacco dei vampiri era imprevedibile e non erano ancora arrivate disposizioni dall’Imperatore, quindi quel tempo di riposo andava sfruttato per rendersi più forti e resistenti. Fu così fino all’arrivo di Richard della famiglia dei Burnside.

Da poco aveva smesso di piovere, dopo che il vento aveva diradato le nuvole plumbee, ma il cielo rimaneva sempre di un colore grigiastro e triste. L’aria risuonava fra gli aghi dei pini, rassomigliando all’ululato dei lupi.
Logan si era affrettato a tornare in tenda, beccandosi le ultime gocce di pioggia; velocemente si era asciugato e cambiato d’abiti, per non ammalarsi.
Jack, seduto sulla sua brandina, era rimasto in silenzio – come suo solito –, rimuginando su quell’acquazzone appena passato.
Qualche minuto dopo la tromba di allarme squillò fra le tende, richiamando i soldati in una struttura abbastanza grande da accoglierli tutti.
Logan e Jack si sbrigarono, per prendere un posto abbastanza buono da sentire cosa avevano da dirgli.
Al centro dell’attenzione vi era il Generale, dall’aspetto duro; dava l’impressione di avere la pelle di pietra e di essere velenoso al gusto. Accanto a lui, Richard dei Burnside.
Ben pochi l’avevano già visto di persona, ma tutti riconobbero comunque l’illustre ospite. Si era distinto per anni nell’esercito, quindi tutti gli portavano rispetto.
Logan l’aveva conosciuto sin da bimbo, facendo parte di un’importante famiglia nobiliare, conosciuta soprattutto per aver sfornato Generali e Colonnelli di grande prestigio. Lui, al contrario, non aveva mai voluto frequentare quell’ambiente e, intestardito, non aveva mai dato sazio al padre, scegliendo di fare l’alchimista, di non comandare nessuno, se non una piccola squadra, e di fare amicizie anche un po’ sconvenienti per il suo rango sociale. Proprio per questo non conosceva poi così bene Richard, da quel poche volte in cui l’aveva incontrato aveva ricevuto un’impressione abbastanza buona; gli era parso un uomo focoso, che si atteggiava un po’ troppo da grande giustiziere, ma che sapeva il fatto suo.
Quando tutti i soldati si furono seduti, Richard fece un passo avanti e, squadrandoli duramente, iniziò a parlare: «Salve. Prima di addentrarmi nel pieno del discorso, ho delle premesse da farvi che sicuramente a voi sono ignote. Le notizie circolano in fretta, ma non abbastanza, e il Nord di Aiedail è sempre stato isolato rispetto alle altre zone dell’Impero. Qui i vampiri imperversano e non c’è tempo per badare al resto del mondo», fece una pausa, sembrava ch qualcosa lo emozionasse. Nessuno sapeva cosa potesse essere.
«Una settimana fa, Eve dei Burnside è stata rapita. L’Imperatore ha deciso di affrettarsi e di mobilitare tutte le forze in campo. Noi», prese aria, non riuscendo a trattenere l’ardore che gli percorreva il corpo, l’odio radicato in profondità che pulsava nei muscoli, reclamando vendetta. «dobbiamo andare in gran segreto verso l’estremità nord della Piana di Fuoco. Non so se tutti conoscete la zona. Vi saranno fornite delle mappe, dovrete studiarle. Stiamo cercando di sorprendere i vampiri.
Ogni loro gruppo isolato che incontreremo sul cammino verrà sterminato. Non fanno parte dell’esercito da loro preparato, che in questi giorni è stato spinto dal S.S.E.V. verso la zona sud della Piana».
Taceva tutta la sala. Alcuni si sentivano sperduti dalla notizia del rapimento di Eve... la ragazza stava a palazzo, come avevano fatto a prenderla nonostante le guardie imperiali?
Ma nessuno poneva questa domanda, nessuno proferiva parola; il muto silenzio dell’ascolto li circondava, la decisione di combattere e l’ammirazione per quel fratello pronto a vendicarsi riempivano i soldati.
Solo Logan smosse un po’ il piede, che gli si era intorpidito, e guardò Jack con una certa urgenza: lui, però, stava fissando Richard.
«La Piana di Fuoco ci recherà un vantaggio, ha un dislivello notevole che ci donerà una vista migliore rispetto a quella dei vampiri. Attaccheremo da due fronti, il S.S.E.V. dal basso, noi dall’alto. Come vedete, c’è poco da dire e molto da fare.
Non ho altre parole per convincervi a lottare con quanto sangue avete in corpo. Ricordate: questa volta è per la nostra sopravvivenza. E per quella di mia sorella», concluse Richard, passandosi una mano sugli occhi. Sino ad allora era stato immobile, anche se si vedeva quanto fremesse di sentimento e ira; ora si tirò indietro e lasciò spazio al Generale.
Logan non lo ascoltò nemmeno: si mise a guardare le proprie mani congiunte, iniziando a ragionare di testa sua.
Intorno, tutta la sala non aveva bisogno di altri incitamenti: avrebbero perso anche l’osso del collo per essere in prima fila durante la battaglia.

Si misero in marcia la sera stessa, tutti con a carico uno zaino, armi e molto altro.
Jack camminava accanto a Logan, portando la sua spada e anche alcuni suoi libri. Per chiunque sarebbe stato assurdo avere dei tomi in periodo di guerra, ma Logan era un alchimista e gli era giustificata questa mancanza.
Andavano avanti anche se il vento soffiava forte sul loro volto: non c’era tempo per riposare, accamparsi, perdersi dietro racconti di altre battaglie e fantasticherie.
A Logan mancò il fuoco dove si arrostiva la carne, mancò la sera precedente in cui tutto era tranquillo e si sentì un idiota. Sapeva da qualche mese che tutto quello sarebbe avvenuto, non si sarebbe mai tirato indietro, non perché fosse un grande guerriero, ma perché aveva degli ideali. Da tempo aveva capito, grazie al Team 7, che valeva la pena combattere per salvare gli umani: almeno avrebbero potuto avere una scelta, piuttosto che arrendersi del tutto.
Ma Logan, più che forza e muscoli, era un tipo che pensava molto, lasciandosi andare anche alle soluzioni più pessimiste. Conosceva bene i vampiri e non aveva pregiudizi sulla loro presunta bestialità, non era come Jack che andava dritto per la sua strada, fiducioso; aveva la netta sensazione che sarebbe finita male.
Ciò che l’aveva spinto nell’esercito, all’inizio, era la voglia di ampliare le sue conoscenze sull’alchimia: era stato orgoglioso, vanesio, era stato egoista. Jack lo aveva aiutato ad aprire gli occhi, a capire che non bastava la curiosità e la cupidigia di conoscere a renderlo un uomo; gli aveva mostrato quanto si poteva fare se si credeva nel proprio lavoro. Logan era quindi divenuto sergente e capitano del Team 7, quasi con gioia per aver trovato dei simili commilitoni.
Ora che erano dispersi per l’Impero e l’imminente guerra diveniva sempre più vicina, Logan si sentiva più che mai attaccato ai ricordi, al quieto vivere di sempre. Non lo disse, ma aveva paura per Elisabeth, per Francis e Daniel – per Jack, e lui sicuramente avrebbe percepito il suo timore.
Aveva la profonda convinzione che tutto quello gli si sarebbe ritorto contro. Scosse la testa e aumentò l’andatura, per poter stare al passo con il gigante. Jack lo guardò con un sorriso pieno di speranza.
Aveva la certezza che quella sorpresa ai vampiri non sarebbe bastata, e Jack glielo lesse negli occhi. Logan si schermì voltandosi dall’altro lato.
«Ricordati, hai detto di voler essere ottimista», sussurrò Jack alla sua sinistra.
Logan annuì. «Lo sarò. Quando tutto sarà finito».
«Così confondi le carte in tavola», lo redarguì Jack.
Logan tacque.

Il giorno dopo erano abbastanza vicini alla Piana per riposare un po’.
Logan si sedette sull’umida erba, cercando di studiare ogni avvallamento della Piana. L’intero pianoro era costituito da lava di diversi secoli prima, che era sgorgata da una bocca più in su, fra le montagne. Quel magma aveva spazzato via il bosco che prima sorgeva su quella terra, ma alcune zone si erano salvate e ancor adesso vi crescevano arbusti e piccoli alberi.
Le pietre si potevano usare con l’alchimia per rendere la vita più difficile ai vampiri; in più, l’altezza avrebbe aiutato gli umani nel lanciarle.
Logan si grattò il mento, un po’ ispido per la barba che non aveva potuto rasare, e pensò che se non vincevano quella volta, non ce l’avrebbero mai più fatta. Era il posto migliore per lottare contro quelle bestie.
Sospirando, osservò Jack che affilava la lama della sua spada.
«Vedrai che andrà tutto bene», sentenziò Jack, lanciandogli uno sguardo comprensivo.
Logan lo accontentò sorridendogli.
Era proprio quando dicevano quelle tipiche cinque parole che ogni cosa si ribaltava e ci si ritrovava in una situazione peggiore della precedente. Logan si complimentò per il proprio ottimismo e rise di se stesso, alzandosi per riprendere la marcia.
«Andrà tutto bene», sussurrò tra sé e sé, convincendosi che, almeno questa volta, quella frase avrebbe avuto un risultato inaspettato.
*












Che capitolo statico, vero? °_° forse non è il massimo, ma è di preparazione alla battaglia vera e propria... poi mi piace un sacco Logan, lo ammetto, perché per quanto possa essere un capitano corretto, uno che non cerca gloria in ciò che fa, è comunque pieno d'orgoglio. Ciò che lo ha spinto era sete di conoscenza, voleva primeggiare nell’alchimia, ma non nell’esercito. Non gli è mai importata quel tipo di carriera, eppure si ritrova ad apprezzare quello che fa: proteggere gli altri.
È un tipo contraddittorio, insomma; loquace, quasi sempre, anche un po’ ciarlone, eppure ragiona con la sua testa; scettico, ma con la voglia di cambiare, di essere più come Jack.
Okay, basta parlare di Logan xD ringrazio chi segue, preferisce, ricorda, bla bla bla. Sinceramente siete così TANTI ma così pochi a recensire (cioè, solo una, la mia Marta e poi solitamente anche Silvia) che mi viene un po’ di sconforto... magari avete aggiunto la storia fra preferiti ma non l’avete ancora letta tutta? Oppure vi siete scocciati, ma vi siete dimenticati di eliminarla dall’elenco?
Così mi date false speranze ed illusioni, ecco. Credo che ci sia almeno qualcuno che vuole dire la sua, qualche parola su questa mole di capitoli (finirà, finirà, lo giuro! XD)... qualsiasi cosa, non so.

Buh. Che dire per il prossimo capitolo? Aspettatevi tanto sesso u_ù (sto SCHERZANDO, ovviamente). Aspettatevi tante morti. Questo è più realistico ;D che la battaglia abbia inizio.
Attenti a Violet, mi raccomando. Potrebbe cogliervi di sorpresa... e non è un una bella cosa.

   
 
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