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Autore: Heven Elphas    31/08/2010    2 recensioni
Ci sono ricordi che mi fanno ragionare più a fondo ed altri che invece riesco a raccontare con ironia e distacco, parlare del rapporto con il mio geco leopardino fa parte della prima categoria, insieme alla mia musica. Qualsiasi altra cosa credo sia compresa nella seconda, soprattutto l’Amore e i sentimenti, la famiglia e la carriera e via dicendo. Quindi riprendiamo la trama da questa categoria di cose inutili ed insensate… Alla gente sembra piacer leggere dei fatti amorosi più di qualsiasi altra cosa. ----- Chance Millen suona in una cover band Grunge ed è in corsa verso il suo futuro come musicista, mentre l'attrazione per Kory Thorne continua a distrarlo e disilluderlo. Non è una storia così romantica e idilliaca come sembrerebbe, però... L'indcisione e le contraddizioni del protagonista continuano ad infierire su tutto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '...The laziest days of a life...'
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Don’t lie to me…

 

 

Where Will You Sleep Next Night…?

 

 

 

We were enemies

Show you all what a man is

Sure you are, but what am I? (1)

 

 

 

  About Joe

        

 

Non sono mai stato un ottimo figlio, quello bravo era ovviamente mio fratello maggiore. Lui era quello che la mattina si alzava presto per preparare la colazione a tutti, quello che a scuola stava attentissimo ed aveva ottimi risultati, quello che la notte rientrava puntuale e sobrio. Lui era quello delle cose a portata di mano, dei sogni nel cassetto con lo spessore di un foglio, delle soddisfazioni semplici e del volo a bassa quota. Era il sempliciotto obbediente che i genitori amano alla follia nel momento in cui si accorgono quanto sia migliore del suo fratellino sovversivo. Senza dubbio è molto meglio un figlio impiegato che uno musicista… Sei certo che questo non ti chiederà mai grossi prestiti, non avrà mai problemi con la legge e non si brucerà il futuro per seguire una carriera morta in principio. Come diceva spesso Jack, “la musica è il ponte traballante e marcio sopra il baratro del fallimento”. Io su questo ponte ci stavo camminando un po’ troppo imprudente, ma perlomeno ero lì a penzolarci senza avere ancora un piede incastrato nel legno deteriorato. Per quanto riguarda Joe, lui se ne stava su un piedistallo fermo e solido da cui cadere era praticamente impossibile.

Bello, non pensare che invidiassi quella stabilità… Per me era davvero uno schifo! Essere sicuro di ciò che hai e del futuro che ti aspetta non è affatto incantevole come si pensa. Dico, non è frustrante? Routine e normalità non sono le cose peggiori che possono capitarti?

Evidentemente per mio fratello e mio padre non era affatto così, dato che il dottor Millen era felice di tagliuzzare gente con il bisturi e quell’altro si trovava bene dietro una scrivania ed un pc. Mi chiedo spesso come diavolo c’ero capitato in quella famiglia di statici conservatori… Davvero. Joe invece era a suo agio…

Nella sua piccola soffocante campana di vetro si sentiva al sicuro da ogni male e viveva in tutta tranquillità. Lo guardavo dall’esterno, non sentendomi mai inferiore a lui e nemmeno invidioso. Se era felice così, buon per lui… Come fratello ne ero contento, ma come persona provavo un po’ pena. Beh, amico, mi sa che nel profondo mi sentivo nettamente superiore a quel banale omuncolo.

Diversamente da quello che penserai, noi due andavamo abbastanza d’accordo nonostante la diversità. Forse anche lui provava pena per il povero barbone viandante che si ritrovava per fratello, chissà… Sarebbe davvero uno scambio di sentimenti quasi spassoso!

* * *

Quella sera ero seduto in una delle tavole calde lungo la spiaggia, con Rick al mio fianco che si stava ingozzando di hot-dog offerti dal proprietario. Dovevamo suonare su un palco allestito proprio in riva al mare, non sapevo per quale preciso avvenimento e non m’importava. Il mio batterista, Fred, era al bancone a prendere alcune birre accompagnato da Thorne. Quest’ultimo era infatti divenuto parte della compagnia da un paio di settimane, ovvero da quando mi si era accollato per seguirmi in sala prove  e in quella registrazioni a sentire che cosa avevo scritto di nuovo. “Genio!” continuava a chiamarmi, come se davvero pensasse che il mio cervello fosse un bastimento carico di idee innovative… Mi domandavo se davvero mi stimasse così tanto per la musica o se fosse un modo un po’ indiretto per corteggiarmi. Ovviamente mi piaceva pensare che fosse per il secondo motivo.

Comunque, in quel momento, Kory si trovava lì perché il suo gruppo sarebbe stato il secondo ad esibirsi tra i tre che c’erano in scaletta per quell’evento. Gli intrusi della serata erano i Straight Phobia, dato che gli altri facevano hard rock. Però non ci sentivamo affatto intimiditi da ciò, considerandoci invece onorati… Sì, forse eravamo un gruppo di sbruffoni esaltati. Ma, bello, dove vai con la musica se non sei un dannato montato?

-Chancy, mi passi quel cheeseburger se non lo mangi?-

Mi disse Pau –Paul Aldridge- ovvero il chitarrista ritmico dei Bitter Crime (2) e migliore amico di Kory. Io guardai la salsa colare sul tavolo e così gli rifilai il panino, dato che già al secondo morso non avevo voglia di continuare a mangiarlo. Ad ogni persona dotata di buon senso sarebbe passata la fame al solo guardare il branco di maiali ingordi da cui ero circondato. Pau si stava sbranando il cheeseburger in modo davvero osceno facendo cadere pezzi di insalata e gocce di maionese ovunque e Clawely era ormai al quarto hot-dog. Ci volle la mente ingegnosa di Fred per dare vita ad un vero e proprio macello nel momento in cui decise di lanciare delle patatine contro Kory. Non passarono nemmeno trenta secondi che già pezzi di cibo volavano ovunque, costringendomi a difendermi un paio di volte, prima di spostare la sedia per evitare di essere preso di nuovo di mira. Si continuò per cinque minuti prima che il gestore arrivasse a sclerare minacciandoci di cancellare la serata nel caso si fosse visto un solo altro pezzo d’insalata volare per aria.

La minaccia riuscì a colpire nel segno e tutti si calmarono, per la paura di non potersi esibire. Ci tenevamo tutti, alla fine.

-Siete degli animali!-

Disse scuotendo i lunghi capelli il cantante dei Bitter Crime non appena spuntò al nostro tavolo. Lo guardai di sottecchi e mi chiesi se veramente non fosse gay anche lui, dato l’atteggiamento nient’affatto maschile. Se solo dietro di lui non ci fosse stata la sua ragazza gliel’avrei domandato apertamente, giusto per sapere dato che non era affatto il mio tipo ideale.

-Dai, Eike! Arrivi qui a rompere le palle proprio a divertimento finito? È bastato già il signor Potter a rovinare tutto…-

Nel lamentarsi Thorne si alzò e tirò una pacca sulla schiena del suo leader, prima di abbaracciarlo e scuoterlo amichevolmente. Il più alto tra i due gli lanciò un’occhiataccia prima di liberarsi e fare uno strano gesto con le mani, che ricordava quello di un dottore in una casa di cura psichiatrica. Questo Eike era davvero strano e per un po’ non ero riuscito affatto ad inquadrarlo.

Nessuno in effetti era mai riuscito a capire molto di lui, a dirla tutta. Pure Kory a volte mi raccontava di quanto fosse assurdo, di come si prendesse male per qualsiasi cosa riguardasse la band e di quanto la volesse perfetta. Era uno di quei tizi che volevano andare lontano e quindi pretendevano il meglio in ogni esibizione… Come se a suonare fossero dei robot. Mi chiedo come facesse Kory con tutta la sua scioltezza a stare nella band con un cantante così tirato e pignolo. Di certo io gli avrei spaccato la chitarra in testa in uno schizzo di nervosismo a metà concerto, uno spettacolo che poi per il pubblico non sarebbe stato poi così spiacevole da guardare.

Insomma, come leader, io e Eike eravamo esattamente l’opposto… Io che cercavo la Libertà Assoluta d’Espressione e lui che invece voleva la perfezione dalle le ali tarpate. Non riuscivo proprio a capire perché dovesse uccidere così il talento che si dimostra nell’improvvisazione…

A parte questo fatto della meticolosità, non si capiva molto del suo carattere. Non era una persona cattiva, era anzi molto espansivo e parlava con tutti. Aveva quel qualcosa in più che un frontman deve avere, ma tutto qui… Sembrava tutta una montatura per mostrarci una persona che in realtà non esisteva. Tuttavia, nessuno ci faceva caso e continuavamo a volergli bene.

Alla fine, amico, si sa: non si fermano tutti ad analizzare il comportamento delle persone che hanno vicino. No, nemmeno io mi sbattevo più di tanto per capire gli altri… Quindi non incolpo la gente di menefreghismo per non aver notato quanto in realtà Eike fosse un individuo solo, insensato e triste.

Fred arrivò da me con una bottiglia di birra appena stappata e me la porse mostrando i suoi denti splendenti, frutto della cura della madre dentista. L’afferrai e ne mandai giù qualche sorso, mentre lui si appoggiava al tavolo e se ne scolava un’altra.

-Non è mai sano andare sul palco sobrio… Si finisce per capire quello che si sta facendo.-

Disse gonfiando il petto, fiero della perla di saggezza delle 20.25 proferita prima di sistemarsi il cappellino. Io gli sorrisi e feci per rispondere con una battutaccia, ma l’entrata in scena di mio fratello mi lasciò basito. Stava attraversando la porta accompagnato dalla sua leggendaria fidanzata Melanie e con lo sguardo stava cercando proprio il sottoscritto. Non mi dava fastidio che fosse lì, solo che capitava davvero di rado che si degnasse di presentarsi a qualche mio concerto. Non era mai stato uno che di musica se ne intendeva, ascoltava un po’ di tutto senza esserne appassionato e quindi non era tipo da sbracciarsi sotto un palco al ritmo della sua canzone preferita. Figuriamoci, lui era troppo posato per lasciarsi andare in simili atteggiamenti.

-Hey Joe!-

Ricky si alzò dal suo posto e, intonando la canzone di Hendrix, chiamò mio fratello da noi. Gli diedi il benvenuto alzando la birra in sua direzione e lui salutò cortesemente tutti gli altri. Era divertente quanto si sentiva impacciato in mezzo a ragazzini che avevano otto anni in meno di lui, come se lo mettessimo in soggezione. Effettivamente si è sempre sentito un po’ intimorito dal mondo in cui io mi ero catapultato ad occhi chiusi. Mel non era da meno, se ne stava alle sue spalle senza lasciargli la mano e ci guardava come se fossimo i bambini sperduti di una qualche rivisitazione moderna e allucinogena di Peter Pan.

-Chance… A che ora suonate?-

Mi chiese il mio caro fratellone, avvicinandosi a me e Fred mentre il bordello creato degli altri imperversava alle sue spalle. Il batterista l’osservava con i suoi occhi verdi ed allucinati, con un sorrisetto sulle labbra che era dovuto a qualche cosa che aveva preso prima del check con Paul nel piccolo backstage arrangiato dietro al palco.

-Tra dieci minuti… Siamo i primi ad esibirsi, dato che la serata è hard rock e noi non c’entriamo proprio un cazzo. Abbiam dovuto sostituire una band di dementi che all’ultimo ha dato buca…-

Spiegando la situazione mi accorsi che Rick era uscito a fumare e teneva il naso schiacciato contro il vetro mentre faceva gesto di sbrigarci. Io alzai un sopracciglio e lui mi mandò un bacio, prima di voltarsi ed attaccarsi a Kory per avviarsi all’impalcatura del palco.

-Allora vi lascio andare… Appena cominciate ci avvicinamo. Vuoi qualcosa da bere?-

Si rivolse alla sua ragazza, mentre io e Baker ci alzammo per raggiungere gli altri. Di sicuro i due piccioncini non si sarebbero affatto avvicinati molto al palco, dato il pogo violento che si sarebbe creato e il frastuono provocato dalla nostra musica. Quindi nemmeno mi sarei stupito se fosse poi rimasto ad ascoltarmi in un angolino disperso della spiaggia.

Nel piccolo backstage –ovvero una tenda bianca che ci teneva nascosti- c’era Rick a torso nudo che stava facendo una specie di stretching per scaricare la tensione. L’osservai di sottecchi compiacendomi della visione davvero niente male, mentre Fred si spogliava la maglia a sua volta e colpiva con le sue bacchette qualsiasi cosa fosse a portata. Io rimasi con la camicia a mezze maniche aperta a mostrare il mio fisico un po’ troppo asciutto rispetto al loro. Non ero tipo da esibire il proprio corpo per fare colpo su qualcuno, preferivo di gran lunga conquistare in altri modi. Poi, bello, non mi sono mai piaciuto così tanto da volere che gli altri mi guardassero.

Salimmo sul palco e sotto di noi era già pronta una piccola folla di amici e conoscenti, tra cui i membri delle altre band. Kory era proprio sotto di me e alzò il braccio in alto, facendo le tipiche corna da bravo rocker.

-Spaccaci il culo, Millen!-

Urlò, un secondo prima che io dessi una pennata provocando un bel accordo distorto. Avvicinai le labbra al microfono, stringendo la mia Stratocaster come se fosse la mia bambina prediletta e guardai Thorne dritto negli occhi da dietro i miei occhiali da sole.

-Volentieri…-

Il mio sussurro fischiò dalle casse e poi partì il suono della chitarra, sovrastando l’oscillare innocente delle onde del mare. Mi piaceva aprire con Breed, era quella che otteneva sempre lo stesso posto in scaletta senza nessuna discussione… Rick saltellava a piedi nudi sulle assi di legno, scuotendo i capelli biondo scuro e ogni tanto si avvicinava a me per darmi una spallata. Funzionavamo bene a comporre quanto su un palco, non c’è che dire. Una coppia ben assortita come noi in una band è ciò che ci vuole… A quel tempo nemmeno me ne accorgevo di quanto io e lui avremmo potuto andare lontano insieme. Ah, amico, quanto avrei dovuto dar retta alla sensazione di benessere di quella sera.

Ora più che mai, ripensando ai nostri concerti, sento la nostalgia dell’energia che scorreva quando eravamo uno accanto all’altro. Mi mancano i giochi di sguardi, i suoi mitici sorrisi esaltati, il suo rotolarsi a terra e il nostro vizio di appoggiarci l’uno alla schiena dell’altro mentre ci esibivamo.  Probabilmente, bello, non ci sarà mai nessuno con cui troverò lo stesso feeling…

Ma non è il momento di perdersi a scrivere cose fuori dalla scaletta temporale.

Il top del nostro live fu la già citata “Can I sleep in the lane?”, durante la quale Rick mi si gettò ai piedi ed iniziò a suonare con un’espressione orgasmica sul volto ascoltando i miei sbraiti.

-I wet my sheets so dad wanted me to sleep in the lane… I met a rapist and he took my heart away. (3)-

Alle mie parole lui alzò lo sguardo verso di me e ci scambiammo un sorriso complice, prima che notassi che da sotto il palco Kory ci stava osservando con il dubbio dipinto in faccia. Parlare di stupratori nei vicoli ed avere  il proprio bassista sdraiato fra le gambe era seriamente fraintendibile, ma era lo spettacolo che facevamo di solito a quel punto della canzone. Era la preferita di Rick, ecco un altro motivo per cui se la cambiavo live si lamenteva. Alla fine l’avevamo scritta insieme al parchetto che frequentavamo spesso e dove ho trovato Jim, senza contare che era autobiografica. Parlava di me e Rick, lo stupratore –in senso metaforico- che si era portato via il mio cuore era lui… Ma il punto non era esattamente questo. Il testo parlava di quando avevo deciso di andarmene di casa dopo l’ennesima lite insensata con mio padre e di come Clawely si fosse offerto di ospitarmi da lui.

-I can’t find the right way so I keep sleeping in the lane. (4)-

Rantolai, dando un ultima pennata alla chitarra, prima di farmela girare attorno alla vita e gettarmi in avanti a coprire Rick. I nostri strumenti si toccarono e l’amplificatore continuava a distorcere il suono della mia Stratocaster. Dalla platea arrivavano urletti ed applausi, soprattutto da quelle quattro groupie che ormai provavano a farsi notare da me ad ogni concerto. Rick mi sorrise, con il volto sudato e ancora intriso di euforia. Mi misi a sedere sulle sue gambe e nascosi la faccia con i capelli scompigliati e fradici, mentre iniziavo un’improvvisazione assurda.

Probabilmente mi persi per dei minuti interi, seguito dagli altri due che riuscivano a starmi dietro senza problemi. Sentivo correre tra me, Clawely e Baker una specie di corrente elettrica che collegava direttamente i nostri strumenti e le nostre menti. Mi resi conto che le settimane passate in sala registrazioni e alle prove avevano fatto accrescere il feeling tra noi… In quel momento pensai anche che non m’importava più di dove sarei arrivato, ma l’importante era suonare con loro la nostra musica. Fu solo un attimo di sentimentalismo che poi si affievolì non appena appoggiai la chitarra a terra vicino all’amplificatore finita Territorial Pissing.

In quel momento tornai con i piedi a terra e mi resi conto di non essere più nessuno, se non un inutile ragazzino di Camber con una camicia a quadri impregnata di sudore. Staccai il jack della mia Strato mentre i Bitter Crime salivano sul palco e qualcuno del pubblico andava a prendersi da bere. Notai con piacere che la gente che si era affollata davanti all’impalcatura era davvero aumentata rispetto a quando avevamo iniziato a suonare. Fred mi raggiunse con in mano il Ride, dandomi una pacca sulla spalla e ridendo tutto contento ed entusiasta.

-Se non stessi là dietro ti salterei addosso, Chancy!-

Scherzò, non sapendo affatto della mia omosessualità e della relazione insana con il nostro bassista. Intercettai infatti lo sguardo imbarazzato di Rick, che sparì dagli scalini per andare a sistemarsi nel backstage. Feci per raggiungerlo ma fui bloccato da Kory proprio sull’estremità del palco. Il suo sorriso splendente era pieno di ammirazione, qualcosa che brillava pure nelle sue iridi marroni. L’osservai con una voglia immensa di mordere le sue labbra carnose con lo stesso impeto con cui avevo suonato. Ma ciò che disse fece crollare tutti i miei propositi e i miei desideri.

-Quando hai in mano la chitarra, Millen, non sai cosa mi passa per la testa… Vorrei essere come te. Seriamente! …piaci addirittura alla mia ragazza. Scommetto che mi lascerebbe volentieri per te. Beh, tutte mi lascerebbero per te… Sei davvero un figo qui sopra!-

Se non fosse stato per quella curva sincera delle sue labbra, probabilmente l’avrei preso per un insulto e mi sarei incazzato. Ma Thorne credeva in quello che mi stava dicendo. Irrigidito, mi limitai ad emettere un grugnito che doveva essere un “grazie”, mentre l’idea di Kory abbracciato alla sua ragazza mi faceva passare la voglia di saltargli addosso. Tutta la carica adrenalinica scomparve di botto e scesi le scale venendo accolto dall’abbraccio di Clawely.

-Ti seguirei in capo al mondo, lo sai Chance? Verrei con te anche nel più squallido locale dell’Ohio per poter suonare al tuo fianco.-

Mi sussurrò, mentre quella stretta mi faceva sentire meglio… Non l’ho ammesso per molto tempo, ma le braccia di Rick erano l’unica cosa che mi faceva sentire a casa. E io non volevo affatto rendermene conto, perché stavo cercando molto di più di quello stupido affetto.

Mi allontanai da lui e gettai a terra la mia camicia, infilandomene un’altra pulita che mi ero portato dietro, mentre i Bitter Crime si stavano posizionando sul palco pronti per la loro esibizione. Eike aspettava le prime note per salire e fare scena come suo solito, sistemandosi il gilet di jeans per essere perfetto. Fred saltellò urlando verso l’esterno, andando sicuramente a sistemarsi sotto il palco per slacciare le DC di Aldridge come si era ripromesso. Sentii partire le note di Nightrain (5) e subito il cantante corse sul palco facendo urlare qualche ragazzina malata. Nella tenda restammo solo io e Rick, in un silenzio che aveva qualcosa di angosciante. Amico, a volte io e lui diventavamo una di quelle coppiette bizzarre ed epiche che non hanno bisogno di parlarsi per capirsi. Sapevo che nel suo sguardo c’era scritto “fai quello che vuoi con Thorne, io sarò qui ad aspettarti.” E quindi io mi comportai come lui si aspettava da me…

Uscii da lì e tornai sotto i riflettori, questa volta davanti al palcoscenico. Kory era a sinistra del palco e mentre suonava la carica di sensualità e genuinità che emanava non poteva far altro che avvolgere tutti. La sua ragazza era proprio lì, accanto a quella di Eike, entrambe perse a ad intrappolare in un fotogramma tale perfezione. Credo che non ci sarebbero mai riuscite… Il fascino del chitarrista solista era contenuto nei suoi movimenti, nel sorriso esaltato con la bocca spalancata, nelle dita che si muovevano veloci sulla tastiera. E così come le foto non riuscivano a catturarlo, bello, non ci potranno farcela nemmeno le mie parole.

Ti basterà sapere che sentivo un brivido alla spina dorsale mentre l’osservavo e bramavo di avere tutta quella bellezza per me soltanto. Credo che le ragazze al mio fianco provassero lo stesso. E le invidiavo perché –nonostante fosse a me che Thorne sorridesse- erano loro che avrebbero potuto interessargli veramente. Io –e dai, non sconvolgerti ora- non volevo solo amicizia e sorrisi da lui… Probabilmente desideravo molto di più di quello che volevano quelle tipe. Quando me ne resi conto, sentii di nuovo la solita sensazione di noia ed inadeguatezza pervadermi il petto, così decisi di allontanarmi dalla ressa per prendermi una vodka liscia al locale del signor Potter.

Prima che potessi arrivarci fui però raggiunto da Joe, del quale mi ero ormai dimenticato. Ero talmente abituato a non considerarmi più parte di una famiglia che mi riusciva difficile pensare che mio fratello fosse al mio concerto. Mi accompagnò dentro, dove la musica arrivava soffusa, e decise che poteva anche offrirmi da bere dato che ero un barbone abbandonato al suo destino. Fu quando mi offrì il secondo giro, dopo avermi raccontato come andava il lavoro, che mi venne il dubbio che non fosse lì per vedere il mio concerto.

Conoscevo abbastanza Joe… Era un leccaculo della peggior specie e aveva un’idea della giustizia e della pace tutta sua. All’introduzione dell’argomento “Casa Millen” ebbi finalmente la conferma che era lì solo per convincermi a tornare a casa a far pace con Jack. Non era la prima volta che ci provava, per lui l’equilibrio familiare era troppo importante per lasciarmelo distruggere senza essere fermato.

-Chance… Questa volta papà è intenzionato a chiamare le autorità se non fai ritorno a casa. Forse non ti farà storie per le tue… scelte.-

Calcò l’ultima parola con un po’ troppo disgusto, come se anche a lui non andassero a genio le mie scelte sessuali, musicali ed esistenziali. Non lo odiai né biasimai, sapevo che la via che avevo intrapreso io per lui era la quella più sbagliata. Nemmeno io sapevo dire se era giusta o no, amico, ancora adesso non mi pare di averlo capito… Sapevo solo che la strada che loro mi indicavano era sbagliata e dovevo trovarne un’altra. Sorrisi a Joe, mentre sorseggiavo l’ultimo goccio di vodka. Lui per un attimo s’illuse che avrei preso la decisione di tornare a casa e rimettermi in riga per paura della polizia. Era arrivato il momento di muovere il culo e staccarsi definitivamente da tutto ciò che avevo intorno, seguendo l’autostrada che mi avrebbe portato in quel futuro brillante e sconosciuto che mi aspettava all’ultima uscita.

-Metti gli occhiali con le lenti scure da domani notte in poi, credo che i neon ti accecheranno altrimenti…-

Dissi, alzandomi e lasciandolo solo al bancone con il conto da pagare. Rick mi aspettava a qualche metro dalla folla accalcata sotto il palco, in cui si era creato un pogo pauroso grazie a Fred che saltava con in mano la scarpa di Pau. Mi infilai gli occhiali da sole che avevo messo nei miei jeans durante il concerto e andai a stendermi lontano da lì, tra le sterpaglie della spiaggia, raggiunto dal mio bassista. Lui mi porse Jim –che fino a quel momento era rimasto nel suo mini rettilario vicino al mio zaino- e capì che non era momento di rivolgermi la parola. Si limitò a stare al mio fianco a guardare le luci abbaglianti dei riflettori che si muovevano a ritmo psichedelico, mentre la musica lì quasi non si sentiva.

In quel momento intonò una melodia che ancora oggi rimbomba nella mia testa senza che riesca a riprodurla con esattezza. Bello,  tu puoi veramente immaginarti il pezzo più spettacolare del mondo e ti dirò: non è paragonabile a quello. Lo ascoltai in silenzio con le dita della mano intrecciate alle sue, mentre il mio geco si arrampicava sulla mia schiena.

Credimi, se il tempo si fosse bloccato in quell’istante avrei potuto dire di essere stato felice e di aver trovato il perfetto equilibrio… Però, amico, il tempo non si ferma mai e continua a scorrere incommensurabilmente rimescolando e cancellando sentimenti, sensazioni, sogni e convinzioni. E per quanto lì mi sentissi compiuto e soddisfatto, sapevo che c’era qualcosa di più che mi aspettava lontano da lì… Lontano da Kory, da Joe, dai miei genitori, da Fred… Lontano da Rick e quella melodia.

Ci saremmo stati solo io, la mia chitarra e Jim.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Note/citazioni…

 1Big Cheese (Bleach – Nirvana)

2 Band di Kory, puramente inventata

3e 4 Pezzi di “Can I Sleep In The Lane?”, la canzone di Chance.

5 Nightrain  (Appetite for Destruction - Guns’n’Roses)

 

 

 

Hello everybody!!!!

 

In un pieno sprint d’ispirazione assoluta sono riuscita a tirare questo capitolo infinito e complicato!!!!!!!

Ce l’ho fattaaaa!!!

 

Viene introdotto il fratello di cui si era parlato nell’introduzione di Jim, ma alla fine non ha molto spicco nel capitolo se non verso la fine…

 

Qui il personaggio che forse viene più di tutti nominato da Chance è Rick…

Credo che ne sia innamorato senza accorgersene, dato che il protagonista è una persona non tanto intelligente quando si parla di sentimenti! XD

…mi sono innamorata io di Rick nel frattempo!!!! <3 Non so se è un bene… XD

 

Comunque spero che il capitolo vi piaccia nonostante la lunghezza e quel romanticismo un po’ triste che ne è uscito… =)

Io devo ammeterre che finora questo è il mio preferito!

 

Intanto ringrazio da morire chi ha commentato!!!!

 

Chemical Lady: Heeey!!! Ecco qui il capitolo con cui mi sono sentita Dio!!! Ora dimmi… Non lo sono veramente??? XD

 

ElfoMikey: Grèèè! Ce l’ho fatta!!! L’ho tirato fuori dalla mente e ho scritto tutto!!!!! Il Dio Rettile è con tutti noi!!!!! *-* …..mi raccomando dimmi quanto ho delirato e ti ho fatto dannare nella lettura!! XD

 

Carnivean: Vedi, passo il tempo a scrivere ma tiro fuori dei capolavori… ù__ù ammettilo, su!!! XD E sì.. i musicisti fanno effetti strani! …tu divertiti a trovare i true-characters a cui sono ispirati i personaggi qui dentro!!!

 

Losegirl: Ciaoooo!!! *-* sono felice di trovarti pure qui!!! <3 Beh, il grunge alla fine è secondario, nonostante la storia ci giri intorno… L’importante non è il genere che si ascolta o si suona, l’importante è il sogno e l’ideale che s’insegue!

 

 

Grazie ha chi mi ha messo tra i preferiti e le seguite!!! Vi voglio bene!!!!! E se volete lasciate un commentino che è gradito!!! <3

 

A presto!!!!

 

 

 

XOXO

Miky

 

 

 

   
 
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