Datemi dell'arsenico
no, non il gatto col nome di Lupin, lui mi piace
col suo solo occhio e la sua passione per gli alberi
lui è a posto, in fondo mi va proprio a genio
No, intendo, datemi dell'arsenico
devo avvelenare, giusto un po' di persone
non tanto da farle andare del tutto, no
solo quel tanto, quel tanto di po'
che faccia loro fare un viaggio istruttivo
e ho già qui la mia lista, tutta ordinata
per righe oblique e asterischi significativi
e ho qui la mia vista, precisa precisa, come un mirino
Per favore, dico davvero, procuratemi dell'arsenico
che lo devo imbottigliare, per le giornate decisive
non che io creda nella giustizia fai da te, no
ma è così dolce la vendetta, mille volte più dello zucchero
ma è così buona la giustizia
(da non confondere con quella da campagna elettorale)
oh, mille e mille volte più buona del caffé
e va giù che è un piacere, dilungandosi nelle vene
regalatemi un po' d'arsenico, e non vi dirò che ne farò
Ma farò qualche esempio, per fare il droghiere contento
che mi fissa sospettoso chiedendo una ricetta
per la verità di malattie ne so a bizzeffe
ma non un dottore che ne riconosca una
allora ecco mi improvviso, dottore e santone
non aspetterò che vengano a me a chiedere
andrò io da loro
andrò io da loro
e al loro indirizzo, che so bene a memoria
non suonerò nessun campanello
Datemi giusto un po' d'arsenico, e poi un altro po'
perché le consegne sono tante, e il tempo non basta mai
ma la mia attività depurativa è molto lenitiva
è dimostrato dal fatto che poi mi sento subito molto bene
E forse potrei cominciare dall'appartamento lussuoso
di un certo tipo di cui so nome, cognome e professione
lui vende idee che non pensa mai alla gente
si sente molto bene con se stesso, indubbiamente
e compra ragazzi giovani e alla moda, o anche un po' strani
ci fa su certe trame che per lui sono giochi facili
e quando si annoia di loro dice quali sono le sue regole
se poi non ci stanno lamenta che sono pazzi e matti, tutti quanti
lui il solo sano, amministra con perizia i suoi contatti
he he, ma ha fatto un errore fondamentale un giorno
un giorno ha allungato una mano a un amico mio
un giorno lo ha raccolto dalla strada e gli ha fatto tanto bene
il giorno dopo gli ha chiesto di non essere troppo esigente
il giorno dopo ancora lo ha sbattuto per strada piangendo miserevolmente
allora hanno chiesto che venissi io con la bilancia dorata
e mentre affilavo distrattamente coltelli canticchiando
mi ha detto di essere una vittima senza doppi fini
e questo è vero, una vittima lo è, ma mia e solo mia, ahimé
ho scaravoltato in quattro e quattr'otto la bilancia coi loro motivi
io non vado per misure fini e punti di vista sottili
sulla mia bilancia io misuro le polveri giuste
polveri di polveriera, polveri di vernice fresca, polvere d'arsenico puro
e se la mia mano ha esitato con la polvere da sparo
e se mi hanno chiesto di risparmiare le vernici sulle porte
oh, io arriverò cantando forte con la polvere rimasta
E magari potrei continuare con un paio di quei tizi
noi eravamo stati alle loro regole da idioti
avevamo permessi, e non ci prendevamo troppo spazio
tutto in regola, tutto assolutamente esente da critica
ma loro hanno fatto un grosso passo falso, proprio così
sono venuti con le armature e hanno creduto avessimo noi le paure
ci hanno imposto una nuova regola che loro non hanno
spinti via gli altri, lontano lontano, dove loro volevano essere sicuri
e io seduto da indiano, per non rinunciare
mi presero per le braccia e non ebbero problemi a trascinare
e ai miei compagni che accorrevano in aiuto
opposero scudi più grandi dei loro cervelli
poi dissero scusa e chiesero comprensione, ah bé
poi mi dissero che mi avevano fatto un favore dopotutto, ah sì?
io li ho guardati e non avevo nient'altro da dirgli oltre l'evidenza
io li ho ascoltati e le loro scuse non le ho accettate
neanche fossero sincere
allora vogliamo giocare al gioco dei furbi?, benissimo e perfettamente
ma con un po' d'arsenico chiarirò tutto meticolosamente
non ci sarà bisogno di scuse o di fraintendimenti, o di stare sull'attenti
io offrirò un caffè, che loro mi volevano offrire e rifiutai
e mi fumerò la pipa della pace da solo, mentre staranno ad annaspare
diventeranno blu come le loro divise, e i loro stemmi non gli saran d'aiuto
e io riderò finché mi mancherà il fiato quasi per davvero
e poi chiederò scusa, certamente, civilmente
e non sarò sincero no, per niente, ma sarà assai divertente
E così continuando, c'è l'imbarazzo della scelta
passiamo al signor 'io sono il capo della legge assoluta'
il signor 'io sono una persona da rispettare ma non rispettabile'
il signor 'quello che succede tra i muri di casa mia non deve interessare'
il signor 'io alzo le mani e spacco sedie sulle persone che mi appartengono'
il signor che ride delle botte rifilate agli stranieri che fischiavano alle ragazze
oh signore, che crimine orrendo, non essere fintamente per bene
oh signore, che sbaglio orrendo, amare chi si vuole amare, ma non te
signore mio, per qualche motivo alla fine hai deciso di capire e intuire
per qualche motivo alla fine anche tu hai smesso di rivolgermi il saluto
non sono stato a contare quante volte già non ti rispondevo
di tutte le colpe che vorresti darmi, me le prenderei più che fieramente
signore, tu sei come qualcosa che si è pestato per sbaglio
no certo, non pretendo che tu capisca cosa sei, non lo intuiresti
ma vedi, hai fatto sicuramente almeno un errore, uno fondamentale
non quando chiedesti a lui di tradire i suoi amici
non quando chiedesti a me di rimettergli la testa a posto
non quando credesti che fossi lì veramente per quello
non quando ci venisti a chiedere di abbassare il volume delle nostre parole
e lui, oh lui, come apprezzai il suo sguardo di rabbia quando mi affiancò
ma tu sbagliasti certamente, signore mio, quando mi apristi la porta
sì, proprio così, quando apristi la porta, fin dalla prima volta
io non sono così cieco da tenere distinte le tue doppie vite
io vedo chiaramente attraverso i tuoi sguardi falsi e le tue parole opprimenti
non saprei dirti quanto mi schifano i tuoi giochi doppi e bari
ma so la misura esatta della tua credulità, l'ho misurata a puntino
ma so la misura esatta della tua vigliaccheria, lui me l'ha raccontata
no, signore, so che non capiresti se andassi per il sottile
per questo arriverò con un saluto, e un sorriso che rivaleggi con la tua falsità
per questo arriverò, arriverò con la mia polvere buona in tasca
te la verserò nelle tue pregiate bottiglie di vino che ti ha mandato mammà
sarà così bello guardarti bere contento, ma mi volterò e me ne andrò
ancora prima che tu cominci a capire che la tua gola si chiude
e se qualcuno ti piangerà, e non credo, io riderò e riderò
ballerò e sputerò sulla tua tomba finché non mi girerà la testa d'ebbrezza
e vorrò solo resuscitarti per farti vedere come pisciamo sulla tua tomba
E chissà come se la gode ora quell'alto graduato
che crede certo che come lui io abbia già dimenticato
quando stavamo tutti facendo le cose secondo le regole, più o meno
quando non c'era motivo per perdere la testa o agire d'impulso
ed egli si gettò nella mischia e afferrò lui per il braccio
tutt'ora non saprei dire cosa successe, cosa mi prese
come accorsi d'un sol balzo, schivando qualsiasi cosa
come agguantai il suo braccio, perché non lo portassi via
e la tua maledetta faccia brutta e grassa che latrava e latrava senza senso
e pensa che lui inizialmente credeva persino di poter con te ragionare
ma se tu avevi paura, noi no. ma se tu volevi un arresto, ah bè...
da aggiungere al curriculum pieno di chissà quali crudeltà
ma se tu volevi menare botte e screzi al sicuro nella tua macchina blu
qualsiasi cosa volessi tu, io sapevo bene quello che volevo
o lì con lui, o dove lo volevi portare e con quel che volevi fare, con lui
e la tua scusa era solo un pezzo di carta plastificata, uno preciso
ma a cosa ti servono i nomi, se poi tratti con uguale odio?
ma a cosa serve sapere il nome del tuo capro espiatorio del momento?
cosa serve il nome di un punto in più sulla tua ridicola meritocrazia?
e quando lui lo mostrò, scontento dicesti che non valeva niente
ricordo bene, oh sì, tutti quei tuoi muscoli da robocop eroinomane da niente
ma noi eravamo in due, e io non avrei mollato mai la presa su di lui, no
alla fine capisti, oh sì che mi capisti, e allora dividesti equamente le minacce
un po' per lui, un po' per me, così come capitava la distribuzione demente
ma tu non sai, le minacce non mi tangono quando ho deciso
le minacce sono parole al vento quando sono al fianco di un amico
e potrei mantenere la posizione, anche attraverso le ore, e tu lo capisti
allora chiamasti i tuoi cani umani, indicando l'ostacolo: io
allora essi mi afferrarono da ogni parte, per togliermi di mezzo
allora io resistetti, non so come, ed egli mi afferrò a sua volta
così che, non chiedetemi niente, ma io trattenevo lui e lui tratteneva me
di questi schemi, credo proprio, loro non ne capiscono niente
ed io mi affidai agli altri compagni che ci circondavano, e la marea
la marea di mani amiche mi trascinò in salvo
e tentati con le dita e con le unghie di togliere la tua presa a morsa crudele
dal braccio di lui che poi non emetteva nemmeno un lamento
e non ti chiedi mai perché così non ci fai nemmeno male?
ma la tua presa era fenomenale, e avevo paura di farti male, per l'incolumità di lui
ma quando i tuoi scagnozzi mollarono la presa su di me, sospinti via dagli altri
le nostre braccia tutte intrecciate in una ridicola presa confusa, e io guardai
nello spazio di un battito di ciglia risolsi l'enigma del nodo delle braccia
come quei giochi ad incastro dove se tiri la parte giusta tutto crolla
così una sola mossa mia precisa, lui libero e tu ad afferrare l'aria e abbaiare stupidamente
ma non mi è bastato averti giocato quella volta, no
non starò qui a discutere sulle misure dell'intelligenza
ma aspetta aspetta, che un giorno verrò con la mia polvere furba e schietta
te la verserò in mezzo all'eroina o cocaina o di che altro ti sniffi nelle pause caffé
e tu.... bè, tu-dopo-essere-morto, ma per davvero. Olé!
Un giorno scoprirò, scoprirò il loro nome e il loro indirizzo
di quelli che battono le strade cercando gente da rovinare
coperti dall'alito fetido delle loro leggi maledette
coperti dalla ragione che gli concedono certe persone senza capacità proprie
o, perché no?, semplicemente rimbecillite dalla legge che si traveste da giustizia
ma la mia giustizia si chiama arsenico, arsenico puro arsenico bello
e quelli mai li ho visti, mai li ho sentiti parlare o ho annusato il loro odore
ma so cos'hanno fatto, perché mi trafigge lo stomaco di continuo
ma so cos'hanno fatto, perché sempre mi sconvolge la giornata, una dopo l'altra
e non c'è giorno che io non pensi a ciò che hanno fatto, tutti contenti
e non c'è giorno che io non mi morda la lingua pensando al gioco crudele del fato
per cui essi erano là, quando c'erano anche loro, i nostri loro...
loro di cui non saprei rendere il valore parlandone per ore
loro di cui la presenza era sempre un regalo di letizia e d'affetto
loro, che altro dire? loro sono loro, e basta
lui che... e lei che... e lui che.... tre nomi scolpiti in testa
tre visi che svaniscono progressivamente
per quanto gridiamo e ci aggrappiamo, così lontani...
e mentre stiamo qui a subire la loro assenza io
io ho bisogno di qualcuno da incolpare per questo!
oh oh oh, lo so bene come funzionano certi ragionamenti
che solo a loro la colpa darebbero d'essere dentro
ma loro non si sono fermati da soli al posto di blocco
ma loro non si sono arrestati da soli
ma loro non si sono imprigionati da soli
ma loro, loro si giudicano solo da soli
e sanno il valore delle loro azioni
e noi sappiamo, conosciamo a pelle il loro valore
per questo ho bisogno di arsenico urgentemente
non cerco comprensione, appoggio o tensione, acclamazione o punizione
nient'altro mi interessa che un po' d'arsenico
nessuno mi darebbe dinamite per aprire brecce nei muri
e fare grissini rotti delle innumerevoli sbarre
nessuno mi regalerebbe chiavi per andare ad aprire anche le loro gabbie
allora datemi un po' d'arsenico e non chiederò altro
per andare ad aggiustare il destino, quello fatto dagli uomini potenti e dai loro schiavi
che regnano assoluti stabilendo in che misura rovinare la vita altrui
che adesso si compiacciono di ficcare il naso nelle comunicazioni nostre personali
che adesso si sono arrabbiati perché ai loro prigionieri arrivano troppe lettere d'amicizia
che sono gelosi perché forse a loro per posta arrivan solo le bollette
che se pensano che i loro muri rompano il flusso dei nostri legami
come al solito, come sempre, di noi non hanno capito proprio niente
……
E forse chi non sa
odiare non sa amare
e forse chi non sa
combattere non sa credere
e forse chi non sa
distinguere non sa ragionare
e forse chi non sa di
essere prigioniero non sa essere libero
e forse chi non sa
dare tanto non sa ricevere niente
e forse chi non sa
condividere con chi vuole non ha niente da dare
e forse chi non prova
rabbia non prova niente
e forse chi perdona
sempre non sa chi ama e chi odia
e forse chi pensa di
non sapere niente sa tutto quello che c'è da sapere
e forse chi non è del
tutto sicuro di niente non ha capito niente
e forse chi non sa
reagire non sa far altro che subire
e forse chi non si
dispera non ha idea di cosa sia la disperazione
e forse chi non se ne
interessa non è proprio capace di niente
e forse chi non prova
niente non ha niente di niente
e forse chi non
azzarda niente non avrà niente da raccontare
e forse chi non sogna
niente non ha niente in cui sperare
e forse chi non spera
niente ha visto troppe cose direttamente
e forse chi non si
rialza giacerà per sempre
e forse chi non teme
niente non ha niente da perdere
e forse chi teme tutto
non ha niente che gli dia qualcosa
e forse chi non vede
niente non ha problemi alla vista
e forse chi non ha un
cuore da rompere non ha un cuore
e forse chi non ha
un'anima da spegnere e bruciare è sen'anima veramente
e forse chi non ha
niente da perdere crede che si possa essere senza niente da perdere
e forse chi non si
arrende......... non si arrende, semplicemente