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Autore: VeganWanderingWolf    01/09/2010    1 recensioni
questo è uno scritto di sfogo, di odio e di vendetta. Siete avvertiti. Lasciate all'ingresso ogni buonismo se intendete entrare. Senza alcun fine o pretesa poetica, è uno scritto di grande rabbia...
Genere: Azione, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'Nonsenses'
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Datemi dell'arsenico

no, non il gatto col nome di Lupin, lui mi piace

col suo solo occhio e la sua passione per gli alberi

lui è  a posto, in fondo mi va proprio a genio

No, intendo, datemi dell'arsenico

devo avvelenare, giusto un po' di persone

non tanto da farle andare del tutto, no

solo quel tanto, quel tanto di po'

che faccia loro fare un viaggio istruttivo

e ho già qui la mia lista, tutta ordinata

per righe oblique e asterischi significativi

e ho qui la mia vista, precisa precisa, come un mirino

 

Per favore, dico davvero, procuratemi dell'arsenico

che lo devo imbottigliare, per le giornate decisive

non che io creda nella giustizia fai da te, no

ma è così dolce la vendetta, mille volte più dello zucchero

ma è così buona la giustizia

(da non confondere con quella da campagna elettorale)

oh, mille e mille volte più buona del caffé

e va giù che è un piacere, dilungandosi nelle vene

regalatemi un po' d'arsenico, e non vi dirò che ne farò

 

Ma farò qualche esempio, per fare il droghiere contento

che mi fissa sospettoso chiedendo una ricetta

per la verità di malattie ne so a bizzeffe

ma non un dottore che ne riconosca una

allora ecco mi improvviso, dottore e santone

non aspetterò che vengano a me a chiedere

andrò io da loro

andrò io da loro

e al loro indirizzo, che so bene a memoria

non suonerò nessun campanello

 

Datemi giusto un po' d'arsenico, e poi un altro po'

perché le consegne sono tante, e il tempo non basta mai

ma la mia attività depurativa è molto lenitiva

è dimostrato dal fatto che poi mi sento subito molto bene

 

E forse potrei cominciare dall'appartamento lussuoso

di un certo tipo di cui so nome, cognome e professione

lui vende idee che non pensa mai alla gente

si sente molto bene con se stesso, indubbiamente

e compra ragazzi giovani e alla moda, o anche un po' strani

ci fa su certe trame che per lui sono giochi facili

e quando si annoia di loro dice quali sono le sue regole

se poi non ci stanno lamenta che sono pazzi e matti, tutti quanti

lui il solo sano, amministra con perizia i suoi contatti

he he, ma ha fatto un errore fondamentale un giorno

un giorno ha allungato una mano a un amico mio

un giorno lo ha raccolto dalla strada e gli ha fatto tanto bene

il giorno dopo gli ha chiesto di non essere troppo esigente

il giorno dopo ancora lo ha sbattuto per strada piangendo miserevolmente

allora hanno chiesto che venissi io con la bilancia dorata

e mentre affilavo distrattamente coltelli canticchiando

mi ha detto di essere una vittima senza doppi fini

e questo è vero, una vittima lo è, ma mia e solo mia, ahimé

ho scaravoltato in quattro e quattr'otto la bilancia coi loro motivi

io non vado per misure fini e punti di vista sottili

sulla mia bilancia io misuro le polveri giuste

polveri di polveriera, polveri di vernice fresca, polvere d'arsenico puro

e se la mia mano ha esitato con la polvere da sparo

e se mi hanno chiesto di risparmiare le vernici sulle porte

oh, io arriverò cantando forte con la polvere rimasta

 

E magari potrei continuare con un paio di quei tizi

noi eravamo stati alle loro regole da idioti

avevamo permessi, e non ci prendevamo troppo spazio

tutto in regola, tutto assolutamente esente da critica

ma loro hanno fatto un grosso passo falso, proprio così

sono venuti con le armature e hanno creduto avessimo noi le paure

ci hanno imposto una nuova regola che loro non hanno

spinti via gli altri, lontano lontano, dove loro volevano essere sicuri

e io seduto da indiano, per non rinunciare

mi presero per le braccia e non ebbero problemi a trascinare

e ai miei compagni che accorrevano in aiuto

opposero scudi più grandi dei loro cervelli

poi dissero scusa e chiesero comprensione, ah

poi mi dissero che mi avevano fatto un favore dopotutto, ah sì?

io li ho guardati e non avevo nient'altro da dirgli oltre l'evidenza

io li ho ascoltati e le loro scuse non le ho accettate

neanche fossero sincere

allora vogliamo giocare al gioco dei furbi?, benissimo e perfettamente

ma con un po' d'arsenico chiarirò tutto meticolosamente

non ci sarà bisogno di scuse o di fraintendimenti, o di stare sull'attenti

io offrirò un caffè, che loro mi volevano offrire e rifiutai

e mi fumerò la pipa della pace da solo, mentre staranno ad annaspare

diventeranno blu come le loro divise, e i loro stemmi non gli saran d'aiuto

e io riderò finché mi mancherà il fiato quasi per davvero

e poi chiederò scusa, certamente, civilmente

e non sarò sincero no, per niente, ma sarà assai divertente

 

E così continuando, c'è l'imbarazzo della scelta

passiamo al signor 'io sono il capo della legge assoluta'

il signor 'io sono una persona da rispettare ma non rispettabile'

il signor 'quello che succede tra i muri di casa mia non deve interessare'

il signor 'io alzo le mani e spacco sedie sulle persone che mi appartengono'

il signor che ride delle botte rifilate agli stranieri che fischiavano alle ragazze

oh signore, che crimine orrendo, non essere fintamente per bene

oh signore, che sbaglio orrendo, amare chi si vuole amare, ma non te

signore mio, per qualche motivo alla fine hai deciso di capire e intuire

per qualche motivo alla fine anche tu hai smesso di rivolgermi il saluto

non sono stato a contare quante volte già non ti rispondevo

di tutte le colpe che vorresti darmi, me le prenderei più che fieramente

signore, tu sei come qualcosa che si è pestato per sbaglio

no certo, non pretendo che tu capisca cosa sei, non lo intuiresti

ma vedi, hai fatto sicuramente almeno un errore, uno fondamentale

non quando chiedesti a lui di tradire i suoi amici

non quando chiedesti a me di rimettergli la testa a posto

non quando credesti che fossi lì veramente per quello

non quando ci venisti a chiedere di abbassare il volume delle nostre parole

e lui, oh lui, come apprezzai il suo sguardo di rabbia quando mi affiancò

ma tu sbagliasti certamente, signore mio, quando mi apristi la porta

sì, proprio così, quando apristi la porta, fin dalla prima volta

io non sono così cieco da tenere distinte le tue doppie vite

io vedo chiaramente attraverso i tuoi sguardi falsi e le tue parole opprimenti

non saprei dirti quanto mi schifano i tuoi giochi doppi e bari

ma so la misura esatta della tua credulità, l'ho misurata a puntino

ma so la misura esatta della tua vigliaccheria, lui me l'ha raccontata

no, signore, so che non capiresti se andassi per il sottile

per questo arriverò con un saluto, e un sorriso che rivaleggi con la tua falsità

per questo arriverò, arriverò con la mia polvere buona in tasca

te la verserò nelle tue pregiate bottiglie di vino che ti ha mandato mammà

sarà così bello guardarti bere contento, ma mi volterò e me ne andrò

ancora prima che tu cominci a capire che la tua gola si chiude

e se qualcuno ti piangerà, e non credo, io riderò e riderò

ballerò e sputerò sulla tua tomba finché non mi girerà la testa d'ebbrezza

e vorrò solo resuscitarti per farti vedere come pisciamo sulla tua tomba

 

E chissà come se la gode ora quell'alto graduato

che crede certo che come lui io abbia già dimenticato

quando stavamo tutti facendo le cose secondo le regole, più o meno

quando non c'era motivo per perdere la testa o agire d'impulso

ed egli si gettò nella mischia e afferrò lui per il braccio

tutt'ora non saprei dire cosa successe, cosa mi prese

come accorsi d'un sol balzo, schivando qualsiasi cosa

come agguantai il suo braccio, perché non lo portassi via

e la tua maledetta faccia brutta e grassa che latrava e latrava senza senso

e pensa che lui inizialmente credeva persino di poter con te ragionare

ma se tu avevi paura, noi no. ma se tu volevi un arresto, ah ...

da aggiungere al curriculum pieno di chissà quali crudeltà

ma se tu volevi menare botte e screzi al sicuro nella tua macchina blu

qualsiasi cosa volessi tu, io sapevo bene quello che volevo

o lì con lui, o dove lo volevi portare e con quel che volevi fare, con lui

e la tua scusa era solo un pezzo di carta plastificata, uno preciso

ma a cosa ti servono i nomi, se poi tratti con uguale odio?

ma a cosa serve sapere il nome del tuo capro espiatorio del momento?

cosa serve il nome di un punto in più sulla tua ridicola meritocrazia?

e quando lui lo mostrò, scontento dicesti che non valeva niente

ricordo bene, oh sì, tutti quei tuoi muscoli da robocop eroinomane da niente

ma noi eravamo in due, e io non avrei mollato mai la presa su di lui, no

alla fine capisti, oh sì che mi capisti, e allora dividesti equamente le minacce

un po' per lui, un po' per me, così come capitava la distribuzione demente

ma tu non sai, le minacce non mi tangono quando ho deciso

le minacce sono parole al vento quando sono al fianco di un amico

e potrei mantenere la posizione, anche attraverso le ore, e tu lo capisti

allora chiamasti i tuoi cani umani, indicando l'ostacolo: io

allora essi mi afferrarono da ogni parte, per togliermi di mezzo

allora io resistetti, non so come, ed egli mi afferrò a sua volta

così che, non chiedetemi niente, ma io trattenevo lui e lui tratteneva me

di questi schemi, credo proprio, loro non ne capiscono niente

ed io mi affidai agli altri compagni che ci circondavano, e la marea

la marea di mani amiche mi trascinò in salvo

e tentati con le dita e con le unghie di togliere la tua presa a morsa crudele

dal braccio di lui che poi non emetteva nemmeno un lamento

e non ti chiedi mai perché così non ci fai nemmeno male?

ma la tua presa era fenomenale, e avevo paura di farti male, per l'incolumità di lui

ma quando i tuoi scagnozzi mollarono la presa su di me, sospinti via dagli altri

le nostre braccia tutte intrecciate in una ridicola presa confusa, e io guardai

nello spazio di un battito di ciglia risolsi l'enigma del nodo delle braccia

come quei giochi ad incastro dove se tiri la parte giusta tutto crolla

così una sola mossa mia precisa, lui libero e tu ad afferrare l'aria e abbaiare stupidamente

ma non mi è bastato averti giocato quella volta, no

non starò qui a discutere sulle misure dell'intelligenza

ma aspetta aspetta, che un giorno verrò con la mia polvere furba e schietta

te la verserò in mezzo all'eroina o cocaina o di che altro ti sniffi nelle pause caffé

e tu.... , tu-dopo-essere-morto, ma per davvero. Olé!

 

Un giorno scoprirò, scoprirò il loro nome e il loro indirizzo

di quelli che battono le strade cercando gente da rovinare

coperti dall'alito fetido delle loro leggi maledette

coperti dalla ragione che gli concedono certe persone senza capacità proprie

o, perché no?, semplicemente rimbecillite dalla legge che si traveste da giustizia

ma la mia giustizia si chiama arsenico, arsenico puro arsenico bello

e quelli mai li ho visti, mai li ho sentiti parlare o ho annusato il loro odore

ma so cos'hanno fatto, perché mi trafigge lo stomaco di continuo

ma so cos'hanno fatto, perché sempre mi sconvolge la giornata, una dopo l'altra

e non c'è giorno che io non pensi a ciò che hanno fatto, tutti contenti

e non c'è giorno che io non mi morda la lingua pensando al gioco crudele del fato

per cui essi erano là, quando c'erano anche loro, i nostri loro...

loro di cui non saprei rendere il valore parlandone per ore

loro di cui la presenza era sempre un regalo di letizia e d'affetto

loro, che altro dire? loro sono loro, e basta

lui che... e lei che... e lui che.... tre nomi scolpiti in testa

tre visi che svaniscono progressivamente

per quanto gridiamo e ci aggrappiamo, così lontani...

e mentre stiamo qui a subire la loro assenza io

io ho bisogno di qualcuno da incolpare per questo!

oh oh oh, lo so bene come funzionano certi ragionamenti

che solo a loro la colpa darebbero d'essere dentro

ma loro non si sono fermati da soli al posto di blocco

ma loro non si sono arrestati da soli

ma loro non si sono imprigionati da soli

ma loro, loro si giudicano solo da soli

e sanno il valore delle loro azioni

e noi sappiamo, conosciamo a pelle il loro valore

per questo ho bisogno di arsenico urgentemente

non cerco comprensione, appoggio o tensione, acclamazione o punizione

nient'altro mi interessa che un po' d'arsenico

nessuno mi darebbe dinamite per aprire brecce nei muri

e fare grissini rotti delle innumerevoli sbarre

nessuno mi regalerebbe chiavi per andare ad aprire anche le loro gabbie

allora datemi un po' d'arsenico e non chiederò altro

per andare ad aggiustare il destino, quello fatto dagli uomini potenti e dai loro schiavi

che regnano assoluti stabilendo in che misura rovinare la vita altrui

che adesso si compiacciono di ficcare il naso nelle comunicazioni nostre personali

che adesso si sono arrabbiati perché ai loro prigionieri arrivano troppe lettere d'amicizia

che sono gelosi perché forse a loro per posta arrivan solo le bollette

che se pensano che i loro muri rompano il flusso dei nostri legami

come al solito, come sempre, di noi non hanno capito proprio niente

 

……

 

 

 

 

E forse chi non sa odiare non sa amare

e forse chi non sa combattere non sa credere

e forse chi non sa distinguere non sa ragionare

e forse chi non sa di essere prigioniero non sa essere libero

e forse chi non sa dare tanto non sa ricevere niente

e forse chi non sa condividere con chi vuole non ha niente da dare

e forse chi non prova rabbia non prova niente

e forse chi perdona sempre non sa chi ama e chi odia

e forse chi pensa di non sapere niente sa tutto quello che c'è da sapere

e forse chi non è del tutto sicuro di niente non ha capito niente

e forse chi non sa reagire non sa far altro che subire

e forse chi non si dispera non ha idea di cosa sia la disperazione

e forse chi non se ne interessa non è proprio capace di niente

e forse chi non prova niente non ha niente di niente

e forse chi non azzarda niente non avrà niente da raccontare

e forse chi non sogna niente non ha niente in cui sperare

e forse chi non spera niente ha visto troppe cose direttamente

e forse chi non si rialza giacerà per sempre

e forse chi non teme niente non ha niente da perdere

e forse chi teme tutto non ha niente che gli dia qualcosa

e forse chi non vede niente non ha problemi alla vista

e forse chi non ha un cuore da rompere non ha un cuore

e forse chi non ha un'anima da spegnere e bruciare è sen'anima veramente

e forse chi non ha niente da perdere crede che si possa essere senza niente da perdere

e forse chi non si arrende......... non si arrende, semplicemente

  
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