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Autore: Hi Fis    01/09/2010    2 recensioni
Piccola raccolta in tre capitoli che racconta la relazione amorosa fra il comandante Shepard e Tali'Zorah. Non si basa su alcun elemento presente nel gioco, ma esplora invece alcuni aspetti della relazione fra Quarian e Umani. Attenzione: non è in alcun modo collegata alle altre mie raccolte.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Secondo capitolo.
Dedicato all’archetipo del fluff: le chiacchiere da letto. ;) Visto che non ho mai pubblicato pezzi romantici, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensato e come è venuto.
Credete che nel capitolo precedente sia stato forse un po’ troppo scientifico?
Spero comunque di avervi incuriosito. Prima di cominciare, un grazie enorme a goldr31 che come sempre riesce a starmi dietro e a recensire anche storie come questa: Domo Arigato!
E a voi altri lettori, buona lettura.




“Eric?”
Era un po’ che il comandante Shepard sentiva Tali muoversi contro il suo petto:
sapeva che, prima o poi, lei avrebbe trovato il coraggio di fargli la domanda che l’aveva tenuta sveglia fino a quel momento, ed Eric era disposto a darle tutto il tempo che le occorreva. Da parte sua, il corpo nudo di lei fra le sue braccia era una vista sufficiente a tenerlo sveglio.
“Sì, Tali?”
“Ecco… vorrei chiederti una cosa.”
“E che cosa vorresti chiedermi?”
“… Niente lascia perdere, è una cosa stupida.”
“Tali, sai che puoi chiedermi qualunque cosa.”
“Davvero, non è niente, ti metteresti a ridere.”
“Le cose da nulla non tengono svegli così a lungo.”
Tali alzò il suo viso verso Shepard:
“Ti ho svegliato?”
“Niente affatto, non mi sono mai addormentato: lo spettacolo che ho di fronte è troppo bello per lasciarmi dormire.” Rispose Shepard.
“Bosh’tet.” Tali tornò a seppellire il suo volto nel petto di Shepard, ma Eric riuscì comunque a vedere che sorrideva.
 
“…”
“Cosa hai detto, Tali? Non ho sentito.”
“Ho detto, com’è essere… umani?”
Tali incrociò le braccia sotto il suo mento, in modo che le facessero da cuscino mentre parlava col comandante, attendendo la risposta: i suoi luminescenti occhi color mercurio catturarono quelli di Shepard.
Shepard rimase un attimo in silenzio, tanto che Tali scosse la testa:
“Lascia perdere, era una domanda sciocca.”
Fece per tornare nel rifugio dell’abbraccio di Shepard, ma Eric la fermò:
“Non è affatto una domanda sciocca, Tali. Anzi.”
Eric si accoccolò meglio a fianco a lei, mentre pensava alla risposta e Tali si sdraiò a fianco a lui, usando il suo braccio come cuscino.
“Voglio dire, com’è avere un pianeta a cui tornare, un luogo da chiamare casa? Com’è nascere e vivere come un essere umano?” continuò Tali.
Eric sorrise:
“Per quanto riguarda la prima domanda devo rispondere che non lo so.”
L’espressione di Tali si fece curiosa.
“Cosa vuoi dire?”
“Come sai, sono nato e cresciuto nello spazio. Ho avuto dozzine di luoghi da chiamare casa, quando ero piccolo. Certo, mi sono fermato su molti pianeti, ma di quegli insediamenti ho sempre visto solo gli spazioporti. Non mi sono mai fermato più di qualche giorno, il tempo di fare rifornimento e ripartire.
La mia casa sono state le navi su cui sono cresciuto. Non ho mai considerato la Terra come la mia dimora, non più di quanto tu consideri Rannoch la tua.”
Tali rimase un attimo in silenzio a quell’osservazione: era vero, la Flottiglia era la sua casa. Però…
“I Quarian non hanno altra scelta. Tu invece hai un luogo che sarà sempre pronto ad accoglierti, un posto dove non ti sentirai mai un estraneo.”
“La Terra potrà essere il luogo dove la razza umana è nata, ma per me casa è il luogo dove il mio cuore vuole essere.”
Tali rimase di nuovo in silenzio a quella osservazione: come poteva Eric essere così distaccato?
Shepard dovette aver percepito qualcosa nella sua espressione, perché chiese:
“Tali, tu sai com’è la Terra?”
“Certo, è un pianeta di classe B, la cui maggioranza della superficie è coperta dall’acqua.”
Shepard scosse la testa.
“Sai perché è stato registrato come pianeta di classe B e non A, ovvero perfettamente abitabile?”
Tali scosse la testa.
“Siamo stati noi. Prima della scoperta del portale 314, la Terra era seriamente minacciata dallo sfruttamento eccessivo. L’umanità ne utilizzava le risorse in maniera noncurante, non considerando adeguatamente le conseguenze dei suoi atti. Solo con la tecnologia attuale, frutto dei nostri rapporti con il Consiglio, stiamo riuscendo a rimediare ai danni del passato.”
“Com’è è possibile? Come si può inquinare un pianeta a tal punto da cambiarne il livello di abitabilità?”
Eric Shepard sorrise amaramente:
“Ci siamo messi di impegno. La parte peggiore, forse, è che il danno maggiore lo abbiamo fatto negli ultimi quattro secoli. Una volta entrati nell’era industriale, una volta compreso come focalizzare il nostro ingegno nelle macchine, non ci siamo più fermati, arrivando infine ai motori a elemento zero.”
“Quattro secoli? Come avete fatto a ottenere la propulsione FTL in appena quattro secoli? I Quarian ci hanno messo il triplo e siamo stati una delle razze più veloci, secondi solo ai Salarian.”
“Perché siamo umani: la fama di essere degli arrivisti galattici non è solo una calunnia; c’è un fondo di verità in essa. La Terra non era un pianeta particolarmente ostile, nel panorama galattico: voglio dire, c’è di peggio.
Ci sono pianeti perfino più inospitali di Tuchanka.”
“Sono stati i Krogan a ridurre così il loro pianeta con l’abuso delle armi.”
“È vero, ma abbiamo rischiato anche noi di trasformare così il nostro pianeta.
E non siamo certo resistenti quanto i Krogan: se la guerra nucleare che ha funestato Tuchanka fosse avvenuta anche sulla Terra, senza dubbio ci saremmo estinti.”
Tali immaginò per un attimo una Galassia dove gli esseri umani non esistevano: una galassia dove Eric Shepard non fosse mai nato.
Scacciò subito quel pensiero:
“E cosa è successo?”
“Abbiamo capito: abbiamo capito che se avessimo continuato saremmo morti tutti. Così abbiamo rallentato la nostra corsa, cominciando a farci delle domande.
L’idea di poterci distruggere così facilmente però, non ci ha abbandonato per altri duecento anni. Due secoli che abbiamo trascorso cercando di capire se eravamo ancora in grado di rimediare ai nostri errori; cercando di comprendere se eravamo ancora in tempo per provare a cambiare. Alla fine ci siamo riusciti, anche se di stretta misura.”
Shepard si voltò per guardarla negli occhi:
“Volevi sapere com’è essere un umano? La risposta è che non sai quando fermarti. Questo è il nostro difetto più grande, ma anche la nostra forza: non ci arrendiamo mai, indipendentemente dagli ostacoli e dalle sfide di fronte a noi, contro ogni barriera e pronostico. È per questo che siamo così imprevedibili: perché noi umani non ci arrendiamo mai alla logica.”
Tali rimase in silenzio per un attimo, pensando a quello che Eric le aveva detto.
Aveva senso: aveva senso che fosse così noncurante verso la Terra.
“È un bene che gli esseri umani siano fatti così.”
“Tu dici?”
“Certo! Soltanto un essere umano potrebbe pensare di poter sconfiggere i Razziatori.”
Fu la volta di Shepard di rimanere senza parole.
“Soltanto un essere umano si sarebbe innamorato di una Quarian. Soltanto un essere umano sarebbe riuscito a riportarci tutti incolumi dal portale di Omega 4.”
Tali lo baciò sulla bocca, mettendoci ogni goccia dell’amore che provava per lui.
“È un bene che tu sia un essere umano, Eric.”
Shepard le rivolse un sorriso obliquo:
“Se la metti così, Tali, in effetti hai ragione.
“Certo che ho ragione bosh’tet.”
Detto questo, Tali si raggomitolò di nuovo al suo fianco, assaporando il calore della pelle umana attraverso la sua: quanto amava quel contatto.
Si era quasi appisolata, quando Eric la scosse:
“Tali?”
“Sì?”
“Com’è essere un Quarian?”

TADAN! Allora, come vi sembra? Lo so, forse è un po' cortino, ma non posso scrivere ogni volta sette pagine.XD
Prossimo capitolo, musica. 

  
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