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Autore: MartyCullen    02/09/2010    2 recensioni
Questa è una storia d'amore tra una ragazza e un vampiro. Se vi aspettate la relazione alla " Bella & Edward ", siete fuori strada, anche se c'è qualche riferimento alla saga di "Twilight", poichè alcuni personaggi sono presi da essa. Comunque, questo è un racconto drammatico, e purtroppo non c'è un lieto fine; inoltre la situazione dei due personaggi è complicata, perché hanno una storia passata un po'"movimentata". Se vi ho incuriositi, leggete la mia fanfiction. Buona lettura!
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da quando Luke mi aveva confessato quale fosse la sua vera natura, le giornate presero a trascorrere molto meglio, direi più dolcemente. A volte iniziavamo a parlare, ed eravamo capaci di continuare per ore; altre, preferivamo stare sdraiati sul suo letto enorme, uno di fronte all'altra, a guardarci in silenzio, un silenzio pieno di rumore.

Le giornate passavano così bene, che quasi persi la cognizione del tempo; mi scordai addirittura di avere una casa, una madre che probabilmente stava soffrendo moltissimo per la mia mancanza, e che pensava continuamente a me.

Io le volevo ancora bene, ma ormai ero troppo attaccata a Luke e non volevo andarmene da lui. Avevo paura di perderlo; avevo come la sensazione che, dato le nostre immense diversità, anche la minima cosa avrebbe potuto dividerci.

Erano sei giorni che stavo a casa di Luke. Erano sei giorni che ci conoscevamo. Ed erano stati i più bei giorni dei miei quattordici anni di vita.

Era tardo pomeriggio, e stranamente a Liverpool le condizioni meteorologiche erano favorevoli: 27°C e un sole splendente. Io e Luke, per la prima volta, decidemmo di uscire di casa, di fare una bella passeggiata, solo noi due.

Così prendemmo la metro, e ci recammo al parco più vicino.

Arrivammo in un luogo piuttosto piacevole; era un enorme distesa erbosa, con decine di alberi e piante di ogni genere. Io non mi ero mai interessata alla natura, non sono mai stata particolarmente attaccata a questo genere di argomenti. Ma riuscii a riconoscere alcune querce, vari ciliegi e numerosi salici piangenti, che riversavano i lunghi rami cadenti nel laghetto al centro del parco.

C'erano parecchi animali, scoiattoli e uccelli di ogni tipo, ma la cosa che mi stupiva di più era che c'erano veramente poche persone.

Iniziammo a camminare lungo il vialetto principale che attraversava quel meraviglioso ed immenso parco, e per la prima volta, di fronte ad altra gente, passeggiammo mano nella mano, proprio come due innamorati, due semplici persone che si amano.

Ma la nostra situazione era molto, davvero molto più complicata; e questo non solo a causa della sua natura di vampiro (cosa che ormai ero riuscita ad accettare pienamente), ma anche a causa della mia situazione familiare.

Insomma, non si può proprio dire che io sia una ragazza come tutte le altre: ho quattordici anni, non vedo mio padre da anni per chissà quale ragione a me sconosciuta ed ho un pessimo rapporto con mia madre, l'unica persona che dovrebbe appoggiarmi e sostenermi nelle mie scelte, e che in quel preciso istante non immaginava neanche lontanamente dove mi trovassi.

- Kristie - mi chiamò Luke, interrompendo il flusso dei miei pensieri.

- Dimmi. C'è qualcosa che non va?

- Sediamoci qui - disse titubante, indicando una panchina poco lontana.

Mi sistemai accanto a lui, forse un po' troppo vicina, mentre la curiosità e la paura iniziavano a farsi spazio nella mia mente. Chissà che cosa voleva dirmi? Magari non mi voleva già più?

- Forse sarà più difficile dirti questo e accettare la tua reazione rispetto a quando di ho detto di essere un vampiro - ora dire quella parola sembrava più facile anche per lui.

- Cosa c'è? Mi preoccupi.

- Kristie. Come ti ho già detto ormai troppe volte, io e te ci conosciamo da poco. Ma a me, come a te, non importa, giusto?

- Giusto.

- Insomma, la nostra non è una situazione facile. Io sono un vampiro, tu hai già i tuoi bei problemi. Inoltre io ho diciotto anni, tu solo quattordici, e magari ti senti ancora una bambina sotto certi aspetti. - Prese fiato e proseguì.

- Beh, in teoria io sono più vecchio di te di quasi un secolo, ma ormai siamo nel ventunesimo secolo, e l'età non conta. O almeno non dovrebbe contare, e…

- Calmati. Che succede? Mi spaventi?

- Kristie, io mi sono innamorato di te. Io ti amo. Non mi era mai capitata una cosa del genere, nei miei circa cento anni di vita. Credevo che l'unica cosa che contasse a questo mondo fosse il sangue umano, ma mi sbagliavo. Ora tu sei la mia unica ragione di vita, e non vorrei perderti per nulla al mondo. Perché tu sei imparagonabile al sangue umano, sei speciale. E per te inizierò a vivere come quel Carlisle di cui di avevo parlato, ricordi? D'ora in poi mi nutrirò solo ed esclusivamente grazie al sangue degli animali, e questo solo per te, e…

In quel momento non osai interromperlo parlando, ma preferii saltargli al collo, abbracciarlo baciarlo dolcemente.

Perché in quell'istante, non c'erano più confini tra umano e vampiro. Eravamo due ragazzi che si amavano.

E non c'erano, non ci sono e non ci saranno mai parole per descrivere una sensazione del genere.

Quando, mio malgrado, ci allontanammo l'uno dall'altra, lo guardai negli occhi e gli dissi - Anch'io ti amo -, con tutta la sincerità del mondo.

Era la prima volta che dicevo quella parola a qualcuno, ma quel qualcuno era speciale, e con lui le parole "ti amo" prendevano totalmente un altro significato.

Restammo non so per quanto tempo seduti su quella panchina, la nostra panchina, abbracciati l'uno all'altra senza parlare, come facevamo quando eravamo nel suo appartamento, distesi sul suo enorme letto matrimoniale, sprofondati in un silenzio immenso.

Noi non eravamo proprio come tutti gli altri. No, non lo eravamo. A volte esageravamo con le parole, altre esaltavamo il silenzio.

Non amavamo perderci in coccole superflue, o in bacetti stupidi e inutili, che spesso non hanno alcun significato. A noi bastava uno sguardo, un semplice sorriso, per trovare la felicità.

Ero ancora immersa nel suo caloroso abbraccio, nel colore nero dei suoi occhi, che forse una volta erano di un colore azzurro mare.

Improvvisamente, mi sentii strattonare un braccio, con forza, ma non mi girai. Avvertivo la presenza di una figura, di una persona che conoscevo benissimo dietro di me.

- Tu ora vieni a casa con me, signorina - disse quella persona.

Anche se non avessi sentito quelle parole, avrei capito benissimo chi avessi alle spalle. Riconobbi il suo profumo: Chanel n°5. Un regalo di papà.

- No mamma. Io con te non ci vengo. - dissi acidamente, rivolta a quella donna che iniziavo a non considerare più come un genitore.

Ehi, che ne dite?!

Piaciuto?

Come vi avevo anticipato nello scorso capitolo, ho preso la decisione di aggiornare più spesso. Questo anche, e soprattutto, perché come tutte sapete sta per ricominciare la scuola, e sicuramente non avrò il tempo di scrivere. :(

Comunque ringrazio ancora Alice90cullen e vampiretta96 per aver recensito lo scorso capitolo ed essersi impegnate a commentare e dare un giudizio su ciò che scrivo.

A proposito, vi chiedo nuovamente di recensire in tanti. So che può essere una cosa un po' "noiosetta", ma mi farebbe molto piacere.

Baci.

MartyCullen

  
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