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Autore: luis    02/09/2010    12 recensioni
Edward e Bella umani. Lei dolce sensibile e desiderosa di essere amata per ciò che è. Lui il più popolare della scuola che si nasconde dietro una maschera di apparente superficialità. Riuscirà la nostra Bella ad abbattere le barriere per arrivare nel profondo della sua anima?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Salve a tutti.... Come sempre puntualmente in ritardo....
Vorrei chiedere scusa di cuore a tutti voi che mi seguite per il ritardo negli aggiornamenti e ringraziarvi di cuore per la pazienza che dimostrate nel seguirmi ancora... Mi fa ben sperare che quindi la storia vi piaccia più della sua autrice bislacca e ritardataria....

Di solito non sono avvezza a fare dediche, ma stavolta lo devo fare:
dedico questo capitolo alla mitica luisina, e alla fantastica Shinalia che mi hanno supportato e consigliato per questo capitolo. Grazie di cuore ragazze...

Un ringraziamento anche alla simpaticissima Vale Cullen1992, con la quale abbiamo dato inizio ad un pensiero dovvero folle (potrete prenderne visione alla fine della pagina)
un ringraziamento anche a Eliza1755 che mi segue con assiduità anche nella pagina autore attraverso il forum. grazie.
un ringraziamento a tutti i seguiti, preferiti, coloro che mi ricordano e coloro che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.
un Grazie di cuore anche a tutti coloro che leggono solo.
Grazie.

Come nel capitolo precedente vorrei consigliarvi alcune storie da leggere, davvero affascinanti:

Leggende di Ale78

Gli Anni di Ale78

Inoltre
  se qualcuno lo desidera puoi iscriversi al gruppo su facebook che ho creato apposta per le storie che pubblico su Efp Storie di una mente bacata - Quando il neurone gira e non puoi fermarlo.
oppure contattarmi all'indirizzo msn: luis_75@hotmail.it
detto questo bando alle ciance e buona lettura!!!!!!!!!!!!

Luis

Amare oltre le Apparenze

Capitolo VENTISETTESIMO

  POV BELLA



    Il cielo limpido si apre dinanzi i miei occhi. Presto la sua trasparenza verrà oscurata da nuvole grigie cariche di umidità. Solo allora mi sentirò veramente a casa. Per quasi tutta la vita ho vissuto a Phoenix considerandola la mia casa; ora su questo aereo non vedo l’ora di raggiungere la mia vera casa. Nonostante sia piovosa e umida, Forks è il mio mondo, ormai. L’unico luogo che posso considerare veramente una casa. Con Charlie ho ritrovato l’affetto di una famiglia. Siamo solo noi due, ma ci comprendiamo. Non ci scambiamo particolari effusioni, ma questo non limita il nostro legame. Lui ha fiducia in me e questo è importante. Nei nostri silenzi riusciamo a percepire il richiamo dell’altro. Siamo molto simili. I miei amici, poi, sono leali e sinceri, non giudicano, sono discreti e soprattutto mi vogliono bene. In questi giorni mi sono resa conto di quanto la mia vita si sia arricchita in questi mesi, che in tutti gli anni vissuti nella Valle del Sole. Per anni ho pensato di non avere niente da desiderare. Mentre ciò che bramavo era l’affetto di una famiglia. A modo suo Reneè mi ha voluto bene, ma era troppo occupata a vivere la sua vita per interessarsi veramente a me. Sono cresciuta da sola e in fretta. Ho dovuto farmi da madre e da padre. Solo ora che comprendo ciò che significa avere una famiglia, mi rendo conto di quanto sia stata sola per tutta la vita. D’altra parte come si può desiderare qualcosa se non la si conosce?
Quante cose sono accadute in questi giorni. Non pensavo che questo viaggio sarebbe stato così ricco. Serbo nel cuore le emozioni vissute, le parole dette, i chiarimenti avvenuti. Mi sento una persona nuova, pervasa da una voglia irrefrenabile di aprirmi alla vita. Ho ricominciato a vedere il mondo a colori e tutto grazie a Cheryl. Piccola e dolcissima Cheryl. Rivederla è stata una scossa al cuore.
 
Sono nervosa come non lo ero da tanto tempo.
“Calmati” mi dice Alice, mentre attendiamo che la madre di Cheryl venga ad aprirci. È proprio lei, Patricia, ad accoglierci. Pensavo la mia visita non fosse gradita dopo gli avvenimenti accaduti. E, invece, con mio grande stupore Patricia mi avvolge in un materno abbraccio quando mi riconosce dinanzi la sua porta.
“Bella, come sono felice di vederti. Ma prego accomodatevi” invita me e le mie accompagnatrici a entrare.
“Patricia, ti presento Alice, una mia cara amica – la smorfia sul viso di Alice mi fa sorridere – e lei è…..”
“Esme, molto lieta. Patricia, giusto?” cara dolce Esme mi ha tolto dall’imbarazzo di classificarla. Per me lei rappresenta più che la madre di Alice. Per me è una mamma. Qualsiasi altra presentazione sarebbe stata indegna, come per Alice classificarla “una mia cara amica”, ma ho pensato che presentarla come “la mia migliore e più grande amica” avrebbe potuto urtare la suscettibilità di Patricia e sminuire il legame con sua figlia.
“Sono felice di vederti, Bella. Immagino tu sia qui per Cheryl” chiede e sottecchi lancia uno sguardo indagatore alle mie accompagnatrici. Non posso far altro che annuire. Sento già gli occhi pizzicare. Alice mi stringe una mano, mentre Esme ne poggia una sulla spalla. Questo calore mi fa star meglio. Traggo un lungo respiro, mi faccio coraggio e seguo Patricia, che nel frattempo ha cominciato a far strada verso la stanza di sua figlia. Esme ed Alice si accomodano in salotto.
Ferma di fronte la camera della mia amica, tremo, la mano poggiata sulla maniglia, non ho la forza di aprire quella porta. Come avrebbe reagito alla mia presenza? È ancora arrabbiata con me? L’ultima volta che ci siamo incontrate, in uno dei suoi rari momenti di lucidità, mi ha vomitato contro tutto il suo risentimento. È per colpa mia che lei ha subito quella violenza. Non posso essere codarda. Lei ha bisogno di me, le starò accanto comunque.
 Pregna della mia momentanea determinazione apro la porta e varco la soglia. Mi guardo intorno. La stanza è ancora come la ricordavo. Le pareti rosa, il mobilio bianco, la libreria stracolma, il tutto sistemato in un ordine quasi maniacale. Un sorriso spunta sulle mia labbra: “Certe cose non cambiano mai” penso. Volto il capo e due occhi color ambra mi fissano stupiti, dalla sedia a dondolo accanto alla finestra, che accoglie tra le sue braccia la piccola Cheryl.
È cambiata. Il viso pallido e leggermente più paffuto, occhiaie visibili, ma ciò che mi colpisce è il bagliore che emanano i suoi occhi. Sono in qualche modo più luminosi e lei è bellissima. Sembra una bambola di porcellana. Un sorriso radioso si stende sul suo viso.
“Bella” pronunciano le sue labbra.
A quel richiamo non posso resistere oltre. Mi fiondo tra le sue braccia e scoppio in un pianto disperato, come non capitava da tanto tempo. Non so per quanto rimaniamo in quella posizione. Ricordo solo le piccole mani della mia amica accarezzarmi i capelli e le  sue parole sussurrate: “Piangi, Bella. Piangi, amica mia. Esorcizza il tuo male e torna a sorridere”.
 
Sospiro ai ricordi. Le lacrime versate mi hanno svuotata per permettermi di riempirmi di altri sentimenti estranei all’amarezza, al senso di vergogna alla frustrazione causata dall’impotenza. Eppure lei è riuscita in qualche modo a buttarsi tutto alle spalle e a cercare di ricominciare. Da piccola e fragile è divenuta forte, determinata e donna.
 
“Lo so che nutri ancora risentimento nei miei confronti. Non posso biasimarti per questo, ma appena ho saputo ho preso la mia decisione. Dovevo starti accanto, anche se mi avessi rifiutata” le dico mesta a capo chino.
“Bella” il suo richiamo dolce come il miele mi fa sussultare e alzo d’istinto il viso e mi perdo nei suoi occhi intensi e profondi.
“Mi dispiace, per tutto quello che ti ho detto durante il nostro ultimo incontro. Non pensavo veramente quelle cose è stato un modo per esorcizzare l’amarezza che avevo dentro. Mi serviva un capro espiatorio, qualcuno su cui riversare la mia frustrazione e ho trovato te. Perdonami” mi supplica con le lacrime agli occhi.
Il nostro ultimo incontro non è stato semplice, lo porto marchiato a fuoco dentro di me. Le  parole di odio verso di me, la causa del suo male.
Scuoto il capo con forza. “No. Tu non hai niente da farti perdonare. Sono io la responsabile. Hai ragione tu. Tutto quello che ci è successo è stato solo a causa mia. Loro…. “
Una sua mano si posa sulle mie labbra interrompendo il mio sproloquio.
“No, Bella. Non dirlo più. Quello che ti ho vomitato addosso non è così. Né io, né te abbiamo colpe. Gli unici responsabili sono quegli abominevoli bastardi” sputa l’ultima parola a denti stretti, gli occhi assottigliati. Parole quasi sussurrate in un sospiro carico di rabbia.
“Bella non eri solo tu la preda quella sera. Non è un caso che ci abbiano fermato insieme. Hanno avuto tanto tempo e diverse opportunità per fermarti da sola, così come anche con me”.
Spalanco gli occhi inorridita dalla verità che si prospetta ai miei occhi. Non avevo mai riflettuto su questo aspetto.
“Non sorprenderti. Ci ho pensato e ripensato fino alla nausea. Dovevo capire. I miei erano solo sospetti, poi ho avuto le mie conferme. Quella doveva essere la NOSTRA PUNIZIONE
“Punizione? Punizione per cosa?” chiedo timorosa di conoscere tutta la verità.
“La punizione per essere noi stesse e non esserci mai piegate a quello stupido regolamento delle cheers. La punizione per non aver mai ceduto alle loro voglie e difendere la nostra dignità” le ultime parole sono smorzate dalla sofferenza che prova in questo momento.
Sono sbigottita. E se avesse ragione? Ma è mostruoso!
“Tu come fai a saperlo?” sussurro appena, ancora sgomenta.
“Ho le mie fonti” abbassa lo sguardo nervosa. Sento che c’è qualcosa che non mi ha detto.
“Cheryl…” la chiamo.
“Ecco, Bella. C’è qualcosa che non ti ho detto e…. e …. Non so se dirtelo”
“Tranquilla se non te la senti va bene”
“No, devo dirtelo” non fa in tempo a continuare che versi di profondo dolore escono dalle sue labbra. Attimi di panico ci assalgono, una corsa frenetica all’ospedale e poi il caos.
 
“Ti fa ancora male?” chiede Alice accorsa al mio fianco all’ennesimo sospiro. Le sorrido cercando di rassicurarla.
“A te?” chiedo di rimando. La sua piccola mano lascia la mia guancia per sfiorare il suo fianco.
“Un po’, ma credo sia normale”
Il mio sguardo si incupisce.
“E’ tutta colpa mia” proferisco amareggiata.
“Non essere sciocca”
“Invece sì. Sarei dovuta venire sola e non permetterti di essere coinvolta in questa faccenda”
“Bella è stata una mia scelta e sai che ti avrei difesa fino alla morte se fosse stato necessario”.
Cara piccola dolce Alice.
“Non pensavo che quel bastardo si facesse vivo in ospedale”
Dopo la telefonata con Edward il mio umore felice è stato oscurato dalla presenza di Paul. Non so come abbia fatto a sapere di Cheryl, ma la cosa che mi ha sorpreso è stato sapere che lui fosse a conoscenza della mia presenza a Phoenix. Ha tentato di avvicinarsi a me in un momento in cui ero sola e vulnerabile e mi ha trascinato in un angolo buio. La cosa strana sono state le mie reazioni. Non avevo paura di lui, in quel momento. La rabbia era più forte e mi ha permesso di lottare ancora una volta contro di lui, beccandomi un paio di schiaffi in pieno viso che lasceranno il segno a lungo. Non so come abbia fatto, ma Alice è giunta in mio soccorso scagliandosi contro quel bastardo. Ha riportato alcuni lividi al fianco sinistro quando lui con prepotenza se l’è scrollata di dosso sbattendola più volte contro un muro e poi scaraventandola a terra.
“Se non fosse stato per lui non so come sarebbe andata a finire” entrambe volgiamo lo sguardo al nostro cavaliere biondo che ora giace distrutto e accoccolato sulle mie gambe.
“Già, ma a quale prezzo” la mia riflessione scuote Alice tanto da allungare la sua mano e lisciare la guancia del nostro comune amico ruvida dalla leggera barba incolta.
 
Finalmente casa. Una melodia dalle note malinconiche a tratti ci accoglie.
“Edward sta suonando” sussurra meravigliata Esme.
La dolce mamma Cullen non fa in tempo a varcare la soglia di casa che viene assalita dal più corpulento dei suoi figli. Grande grosso Emmett è sempre un bambinone.
Con lo stesso entusiasmo abbraccia sia me che sua sorella. Nel frattempo siamo riuscite a raggiungere il salotto.
Un Jasper quasi sull’orlo di una crisi emotiva corre ad abbracciare la sua amata. La stritola in un abbraccio mozzafiato e non smette di baciarla in più punti del viso. Fisso immobile, sognante, con un pizzico di invidia, quella scena appassionata.
“Bella” una voce calda e melodiosa richiama la mia attenzione. Persa in quella scena romantica non mi sono resa conto che la melodia è terminata. Il mio angelo dagli occhi di smeraldo mi fissa.
Mille sfumature trasformano il suo viso: gioia, sollievo, sospetto, rabbia. Rabbia dopo aver posto attenzione ai lividi che deturpano il mio volto e quelli di Steven alle mie spalle. La mascella serrata, gli occhi spiritati, le mani chiuse a pugno lungo i fianchi.
La furia fatta persona, eppure non posso fare a meno di constatare quanto sia affascinante questo lato oscuro del suo carattere. Occhi di ghiaccio mi perforano l’anima. È furioso con me. I miei occhi si aprono alla realtà. Ancora una volta l’ho ferito.
“Bentornata” sputa tra i denti, mentre distoglie lo sguardo. Parole fredde e affilate come pugnali. Gli occhi pungono. Sento che uno tsunami di dolore vuole risalire dal centro del mio essere ed esplodere in tutta la sua potenza.
Con un rapido movimento abbandona il salone e si dirige verso le scale per raggiungere la sua stanza. Non era questo il rientro che avevo sperato.
Una mano calda si posa sulla mia spalla. Alle narici giunge il profumo fresco di Steven alle mie spalle. La sua mano si stringe alla mia spalla.
“Non farti paranoie, Bella. Non è arrabbiato con te” sussurra al mio orecchio, in modo che possa sentirlo solo io.
Mi volto sbigottita dalle sue parole.
“Non chiedermi come faccio a sapere cosa ti frulla nella testa. Ti conosco e so quanto puoi essere masochista. Lasciagli smaltire la tensione” mi sorride amico. La tristezza non abbandona il suo sguardo.
Quanto gli è costato questo week end. I segni fisici scompariranno, ma le ferite nel suo cuore non si rimargineranno. Non pensavo che i suoi sentimenti fossero così intensi.
“Steven, vieni. Ti accompagno nella tua camera” Alice gli si avvicina dolce e lo prende per mano e lo conduce alla camera degli ospiti, seguita da un Jasper perplesso per la dolcezza che la sua ragazza ha usata nei confronti del biondo. Steven annuisce e la segue. Come un automa, un ameba, un essere senza più vita.
Spero solo che le cose si sistemino presto. Emetto un sospiro.
“Bene, forse è meglio che vada in camera. Sono un po’ stanca” la mia voce è atona, priva di inflessioni.
Esme mi osserva e con  un dolce sorriso annuisce, seguita a ruota da suo marito.
“Poi ci racconterai le sconcezze che tu e mia sorella avete fatto a Phoenix?” chiede burlone Emmett.
Rose gli lancia un’occhiataccia, conscia della tensione creata. Il suo orso la ricambia con altrettanto ardore.
Annuisco con un leggero sorriso sulle labbra.
“Certo che mio fratello è proprio un idiota” un leggero sussurro dalle labbra del mio fratellone, quasi impercettibile, per cui non sono sicura di averlo colto pienamente.
Una volta nella mia stanza mi precipito sotto la doccia. Il frizionare dell’acqua calda ha sempre avuto un effetto benefico sul mio corpo. Questa volta, però, la tensione non vuole sciogliersi. A occhi chiusi, solleticata dai colpi leggeri dell’acqua, due fari verdi abbagliano la mia mente. Senza rendermene conto mi accascio a terra sconnessa dai singhiozzi.
Dopo un tempo indefinito mi riscuoto ed esco dal bagno. Indosso uno dei miei pigiami pudichi che ho recuperato a Phoenix. Cerco di asciugare i capelli, il tutto con una lentezza esasperante. Ogni gesto privo di energia. Gesti meccanici. La mente e il cuore vuoti. Lui è arrabbiato con me, per la mia testardaggine. Mi aveva detto di non andare che avrebbe potuto essere pericoloso e io non gli ho dato ascolto. Ora mi odierà.
Due ceppi caldi e sicuri mi circondano. Sobbalzo per questa intrusione. Chi è che sta stringendo il mio corpo al suo?
“Shhhh. Ci sono io, ora. Calmati” la sua voce melodiosa e l’aroma della sua pelle fungono da tranquillizzante. Calmarmi? Per cosa? In quel momento mi rendo conto che il mio corpo è scosso da tremori spasmodici e dalla mia bocca fuori escono suoni simili a lamenti di dolore.
“Shhh, Bella” sussurra dolcemente come una ninna nanna. Lentamente, cullata dalla sua voce melodiosa gli spasmi si calmano e i suoni cessano.
Mi muovo in quella presa calda e rassicurante. Inspiro e riempio i polmoni del suo odore. Odore di uomo: fresco, inebriante, dolce, selvaggio. Una sua mano si insinua tra i miei capelli e li accarezza per tutta la loro lunghezza, lentamente, e io non posso fare altro che godere di questo gesto. Un tocco umido e delicato mi sfiora la fronte. Sussulto a quel gesto. Mi scosto quel tanto per osservarlo. I tratti del suo viso non sono più tirati, i suoi occhi mi scrutano attenti, ma dolci. Un sospiro di sollievo esce dalle mie labbra. Sembra essersi calmato.
“Perdonami” sussurra appena senza lasciare il mio sguardo.
Un suo dito leggero sfiora i contorni del livido sulla mia guancia. Si trattiene maggiormente sul taglio al lato del labbro inferiore.
“Ti fa molto male?” chiede preoccupato.
“No” soffio sulla sua pelle.
“E’ stato…” non riesce a concludere, il suo pomo d’Adamo si alza e abbassa vigorosamente.
“Sì” sussurro. Le sue braccia mi stringono maggiormente.
“E’ stato Steven a difenderti, non è vero?” il suo tono ora è più duro.
Mi scosto dal suo abbraccio e mi siedo sul letto. Lui mi segue e siede di fronte a me. Mi fissa intensamente, attende una qualche spiegazione, lo leggo dal punto interrogativo dipinto sul suo volto.
Solo ora mi rendo conto che è nudo, o meglio a dorso nudo con i soli pantaloni in dosso. I suoi capelli ribelli e scompigliati più del solito, la flebile luce che penetra dalla porta finestra della stanza lo illumina con il suo fascio discreto. Il respiro mi muore in gola. Lo fisso per un tempo interminabile.
“Bella” mi chiama preoccupato a causa del mio mutismo. Quel richiamo mi ridesta. Cerco di respirare, ma il petto brucia. Quanto tempo sono stata senza respirare?
Mi schiarisco la gola e tento di spiegare.
“Eravamo in ospedale. È stato dopo la tua chiamata” i suoi occhi si aprono.
“Mi sono allontanata un attimo, mi sono diretta al distributore. A dire la verità le ragazze volevano accompagnarmi, ma io ho rifiutato. Avevo bisogno di un attimo da sola” mi interrompo e scruto il suo volto. Spero che non mi chieda perché. Sarebbe imbarazzante.
Mi fa cenno di continuare.
“Non ho fatto neanche in tempo a prelevare la bevanda che mi sono sentita strattonare e trascinare a forza in un angolo buio. Ho riconosciuto il mio aggressore. Stranamente non avevo paura – inarca un sopracciglio e fa per parlare, ma lo interrompo prontamente – davvero, non avevo paura. In quel momento l’unico sentimento che provavo era solo rabbia. È stata la rabbia che mi ha permesso di contrastarlo. Fortunatamente, la mania di tua sorella di non togliermi mai gli occhi di dosso si è rivelata proficua stavolta. Lui, beh lui mi aveva schiaffeggiato e i risultati si vedono, ero frastornata. Ho visto Alice che ha tentato di difendermi senza successo e poi non so come né da dove sia spuntato è arrivato Steven che ha cominciato a litigare con Paul. Si sono battuti ed è riuscito ad allontanarlo. Non prima che lui combinasse l’ennesimo guaio” sputo le ultime parole con disprezzo.
“Cosa ha fatto?” chiede timoroso.
“Ha messo zizzania tra Steven e Sarah e beh, lei… lei…” mi fa così male questa storia. Le lacrime risalgono.
“Lo ha lasciato vero?” domanda retorica la sua.
“Ma come è possibile? Stanno insieme da un po’ giusto? Cosa ha potuto fare questo Paul di così terribile?”
“Ha minato la fiducia tra loro”
Scuote il capo “No non può essere c’è dell’altro. Quando due persone sono innamorate non sono le parole di qualcuno del quale oltretutto non si può aver fiducia a minare un rapporto. Ci deve essere dell’altro”
“E tu cosa ne sai?” chiedo curiosa. Edward Cullen che parla di fiducia, coppia, innamorati.
“Ti sorprende?” ghigna divertito per la mia reazione.
“Beh, da un playboy come te sentire le parole innamorati, fiducia è un po’ strano” sghignazzo.
“Anche se sono un play boy non significa che io non sia mai stato innamorato o sia innamorato” risponde serio con una strana luce negli occhi.
Mi ci vuole qualche secondo per assimilare le sue parole. Essere stato innamorato o essere innamorato. A giudicare dalla sua espressione è serio, maledettamente serio. Una contrazione allo stomaco mi assale al pensiero che un’altra abbia avuto il suo cuore o che lo abbia ora.
“Con la tua amica come è andata?” chiaro intento di cambiare discorso.
“Bene, abbiamo parlato e chiarito un po’ di cose”
“Lei come sta?” quanto è dolce il mio Edward, sempre premuroso. Bella ma cosa stai pensando? Lui non è tuo.
“L’ho trovata bene. Direi molto meglio di quanto immaginassi. La gravidanza è stata un vero toccasana per lei. Era così bella”
La mano di Edward si posa sulla mia guancia senza che me ne accorga. Sfiora il mio viso con le dita. A volte davvero non riesco a comprendere le sue reazioni.
 
“Sei sicura di non capirle? O non vuoi capirle?” Steven mi provoca
“Cosa intendi?”
“Cosa ti ha detto al telefono alla fine?”
“Sono cosa private” sbotto acida
“Scommetto che ha detto che gli manchi” ancora con quel suo tono provocatorio.
Lo guardo di sbieco.
“Ho indovinato, vero? Ah Bella, sei cieca o cosa? Ti sta mandando tanti di quei segnali e tu non li comprendi o non le vuoi comprendere. Bella vuoi mettertelo in testa che anche lui è preso almeno quanto te” ghigna quello che tra qualche istante sarà il mio ex amico.
“Tu cosa ne sai?”
“Vi ho visto insieme, ricordi? Più di una volta ti ho chiesto cosa ci fosse tra voi. Bella che tu sei innamorata di lui è palese”
“Si vede così tanto?” chiedo preoccupata
“Non proprio. Io ti conosco e so leggerti. Non posso dirti ciò che Edward prova per te, ma sicuramente per lui sei importante”
“Edward?”
“Beh, diciamo che comincia a strami simpatico” si apre in un sorriso.
“Davvero? Cosa ti ha fatto cambiare idea?” sono davvero curiosa.
“Perché ho visto il vero Edward. Quello che ti è accanto e non il playboy cinico e irriverente che mostra agli altri”
“Voi due siete più simili di quanto pensiate” aggiunge.
“Sarà, ma non è detto che lui mi AMI. Probabilmente mi considera un’amica o una sorella”
“Bella apri gli occhi. Edward ti mangia con gli occhi quando ti è accanto. Credimi se ti dico che si sforza molto per non saltarti addosso come farebbe con qualunque altra ragazza” alza gli occhi al cielo esasperato dalla mia cecità.
“Bella, non negarti la possibilità di essere felice. Lasciati andare ai tuoi sentimenti. Abbi fiducia in lui. Lasciati amare. Promettimelo”
“Ti prometto che se dovessi veramente rendermi conto di essere in qualche modo corrisposta allora e solo allora seguirò il tuo consiglio”
“Ah, allora dovrò essere la tua ombra altrimenti non riusciresti mai a vedere l’ovvio” sorride divertito.
A quel punto avevo solo bisogno di un minuto per me. Avevo bisogno di riflettere.
 
“A cosa stai pensando?” chiede dolce.
“Pensavo a Cheryl” arrossisco. Di certo non posso dirgli sto pensando a te e ai tuoi comportamenti.
“Questa esperienza l’ha resa più forte. È davvero una ragazza in gamba” sorrido dolce al suo ricordo.
“E del padre? Si è saputo niente del padre del bambino?” sembra davvero interessato.
“No. Cioè sono state fatte delle analisi, test di paternità, suppongo, ma i risultati ancora non erano pronti”
“Test di paternità? Allora sono venuti anche loro? Non pensavo…” sembra molto meravigliato e preoccupato.
“Tranquillo. Diciamo che i campioni sono due. Uno volontario e uno… beh… diciamo che non lo sa di aver contribuito” sghignazzo.
Edward inarca un sopracciglio, solita espressione di quando è curioso e sta cercando di arrivarci da solo. È bellissimo con quell’espressione imbronciata.
 
“Cosa ci fa lui qui?” sbotto in preda a un improvviso attacco di rabbia.
“Bella, per favore, siamo in ospedale” mi rabbonisce Steven.
“E tu – continuo imperterrita contro Steven stavolta – come hai potuto accompagnarlo qua? Non ha fatto già abbastanza danni?” alle mie parole l’amico di Steven china il capo.
“Per favore, Bella. Ci sono cose che ora non puoi capire” stavolta è Sarah che mi rabbonisce.
Scruto attentamente gli sguardi delle mie amiche, fisso poi gli occhi in quelli di Steven. C’è qualcosa che mi sfugge.
Dirigo lo sguardo in quello di Brian. La sua espressione è contrita, preoccupata. Che si sia pentito? In fondo, Brian è stato sempre un bravo ragazzo, il migliore amico di Steven. Quella maledetta sera anche lui è stato coinvolto, solo che a differenza di Steven che ha reagito lui ha partecipato. Al solo ricordo delle urla di Cheryl sotto il peso del suo corpo.
Crollo in ginocchio sotto il peso di quelle urla. Scuoto violentemente il capo. Vi prego fatele smettere.
“Bella, Bella ti prego. Cosa c’è?” la voce di Alice mi arriva ovattata.
“Cazzo è un attacco”
“Bella, tesoro. Sono Esme. Piccola mia. Ascolta la mia voce. Concentrati su di lei. Bene. Ora fai dei respiri profondi. Segui il mio respiro” la mia mano è strattonata e si posa su qualcosa di morbido e incredibilmente caldo. Non so perché ma quel tocco, quel calore mi riporta alla mente Edward. I suoi occhi caldi e rassicuranti si infrangono come onde impetuose nella mia memoria. Lentamente il mio respiro si tranquillizza.
Edward, Edward, Edward solo il suo nome nella mente.
Non so come e né quando, al mio risveglio nella realtà mi ritrovo seduta su una delle sedie della sala d’aspetto.
Le porte della sala parto si aprono. Una figura in camice e mascherina esce. La madre di Cheryl si precipita verso di lei.
“Cheryl, vuole Brian” proferisce la donna. A quelle parole il mio volto esterrefatto si volta verso l’aguzzino della mia amica. Il suo volto è cereo, ma i suoi occhi brillano.
Stranamente Patricia, si sposta per permettergli di entrare. La dottoressa pone una mano sulla spalla del ragazzo, gli sorride e annuisce a qualcosa che lui ha chiesto.
In un attimo si fionda all’interno come se dal suo passo frettoloso dipendesse la vita di qualcuno.
“Bella, ci sono cose che forse dovresti sapere. Credo comunque che questo spetti a Cheryl. Lei è l’unica che può spiegarti” mi spiega dolce Patricia.
La testa vortica a un ritmo troppo veloce perché possa reggere ancora a lungo.
“Sai una cosa, Bella?” mi volto verso una Alice piuttosto seria.
“Quando torneremo a casa dovrò richiedere il brevetto per un nuovo tranquillante – la guardo confusa – il nuovo tranquillante Edward Cullen” un sorriso sornione
“Cosa?”
“Durante il tuo attacco non facevi altro che nominare il testone di mio fratello. Edward, Edward Edward” scimmiotta Alice. Il mio viso si tinge di un rosso al di fuori di ogni tonalità raggiungibile.
“Co… co… cosa avrei fatto?” il sorriso sornione di Alice seguito da quello di Steven mi preoccupa e molto.
“Cosa? Ho sentito bene? Edward Cullen? Conosci Edward Cullen?” chiede una Jennifer su di giri.
“Certo, è il mio fratellino” si pavoneggia Alice.
“Sul serio? Oddio devo conoscerlo. Oddio Edward Cullen”
“Wow, non pensavo che mio fratello avesse mietuto vittime fuori Forks. Ma credo dovresti chiedere il permesso a qualcuna di nostra conoscenza. Quando vuole sa essere una vera tigre. Soprattutto se le toccano il SUO Edward”
“Certo che conosco Edward Cullen. Lo abbiamo conosciuto lo scorso inverno per una partita disputata qui a Phoenix. Aspetta. Chiedere il permesso…. Bella tu sei la ragazza di Edward StrafigoCullen e non dici niente alle tue amiche?” lo sguardo poco raccomandabile di Jennifer mi fa accapponare la pelle.
“Veramente io…”
“Sai, Bella è molto riservata, ma ti consiglio vivamente non provarci con lui se non vuoi che lei ti cavi gli occhi” Alice continua il suo gioco sibillino. Perché sta facendo credere che io e suo fratello stiamo insieme? Sia Steven che Esme non la smentiscono, anzi sembrano piuttosto compiaciuti. Possibile che il mondo giri alla rovescia?
Dopo un lungo tempo trascorso a cercare di districare la matassa intricata che ha costruito Alice e a cercare di negare con tutte le mia forze che tra me e Edward non ci sia nulla le porte della sala parto si spalancano. Un emozionato Brian ne esce con un fagotto tra le braccia.
“Vi presento Thomas” trionfante ci mostra un frugoletto dalla testa pelata gli occhi ancora chiusi e una boccuccia che si muove e cerca già di comunicare.
Patricia si precipita e osserva suo nipote con le lacrime agli occhi. Lo sfiora delicatamente con una mano. Fissa poi il suo sguardo in quello di Brian.
“Come sta mia figlia?”
“Bene. Stanca e stremata, ma sta bene” non  riesco a distogliere lo sguardo da quella scena surreale. Brian si comporta come fosse il ragazzo di Cheryl, come se lui fosse il padre del bambino. Come se lui amasse tanto lei, quanto quel bambino, che a dirla tutta e viste le circostanze potrebbe essere veramente suo figlio.
Mi chiedo ancora come sia potuto accadere tutto questo.
Mi avvicino, Brian con un’espressione seria mi porge il fagotto.
“Vuoi tenerlo?” mi chiede teneramente.
Senza proferire parola, in un gesto automatico allungo le braccia tremanti e accolgo il frugoletto creandogli una culla confortevole.
Al nuovo contatto il piccolo apre gli occhietti. Mi fissano. So bene che i bambini appena nati non vedono, ma lui non so cosa abbia visto, ma si illumina di un sorriso stupendo.
“Ciao, io sono Bella. Piacere di conoscerti Thomas” e così mi sono innamorata di Thomas a prima vista.
 
“Ehi, ciao” saluto dolce la mia amica.
“Ciao. Vieni” mi invita  dolcemente a sedermi sul letto accanto a lei.
Occhi negli occhi.
“Avrai domande da farmi immagino” mi chiede con aria colpevole.
“Beh, in effetti. Non so da dove cominciare, magari puoi farlo a parole tue, senza che io mi accanisca con un terzo grado” tento di sdrammatizzare.
Un leggero sorriso illumina il viso pallido e provato di Cheryl.
“D’accordo. Ti racconterò cosa è successo quando te ne sei andata. Come hai potuto constatare tu stessa il mio atteggiamento non era propriamente positivo. Ero lucida a tratti, in altri momenti la mia mente si assentava e non perché si soffermasse su qualche pensiero in particolare. No. Nella mente c’era solo il buio e l’oblio di una realtà alternativa in cui tutto questo fosse solo un incubo. Mi rifiutavo di credere che persone che avevo considerate amiche e altre qualcosa di più mi avessero tradita in un modo tanto subdolo. Nei rari momenti di lucidità mi sono autoimposta di dimenticare, di andare avanti, ma non me la sono sentita di tornare a scuola. Portavo dentro di me la vergogna, mi sentivo sporca e indegna. Bella io e te siamo così simili, siamo entrambe delle sognatrici. Avevo immaginato tante volte come sarebbe stato fare l’amore con l’uomo che amavo. Non immaginavo sarebbe stato così traumatico. Una volta ammesso e accettato che tutto fosse reale ho cercato di far finta di nulla, poi ho cominciato a sentirmi male. È stato allora che ho scoperto di aspettare un bambino. Il figlio della colpa. Non trovo le parole per descriverti ciò che ho provato in quel momento. Ti sorprenderebbe sapere che l’ho voluto dal primo momento? – questa non me lo aspettavo – non mi sorprendo della tua reazione. È quella che hanno avuto tutti. Ognuno, nessuno escluso, mi hanno detto di pensarci bene. Non mi hanno consigliato esplicitamente di abortire, ma è quello che hanno lasciato intendere, è quello che si aspettassero  io facessi. Ho lottato con tutta me stessa per il mio bambino. Lui è una parte di me. Mi ha ridato la vita. Dopo qualche mese, si è presentato a casa mia Brian. Mia madre lo conosceva, ma non sapeva del suo coinvolgimento. Così lo ha fatto entrare e mi ha lasciata sola con lui, in camera mia”
“Non ti avrà… non dirmi che si è approfittato di nuovo di te” inorridisco al pensiero.
“No” risponde la mia amica con una strana luce negli occhi. I suoi occhi sono dolci quando parla di lui.
“Lui mi ha chiesto perdono. L’ho lasciato parlare. Sono stata fredda e algida con lui. Lo odiavo. Lui è stato… lui è stato il primo a profanare il mio corpo innocente. Lui mi aveva portato via la dignità. Sono stata tentata di fargli del male. E lui non si sarebbe ribellato. Ho letto nei suoi occhi la frustrazione, il pentimento e altro che non riuscivo a capire. Ha travagliato a lungo prima che capitolassi. Spesso, quando mi affacciavo alla finestra lui era lì. A un angolo del marciapiede che fissava nella mia direzione. Ho cominciato a pensare fosse pazzo – ride divertita di quei ricordi – questa estate non l’ho visto in giro, ho pensato che avesse compreso che non volevo avere niente a che fare con lui. Mi sbagliavo. Un giorno stavo uscendo per una visita di controllo e me lo ritrovo davanti casa con in mano un mazzo di fiori (bellissimi tra l’altro). Quando mi ha vista i suoi occhi brillavano. Il mio cuore, invece ha cominciato a fare i capricci. Poi si è reso conto del mio stato e per poco non gli veniva un colpo. Lui non sapeva niente della mia gravidanza. Nessuno gli aveva detto niente e lui si è arrabbiato. Ha cominciato a uscire fuori di testa e ha ricominciato a chiedermi perdono, io non sapevo che fare. Mi faceva pena. Non guardarmi in quel modo. Ha cominciato a farfugliare cose senza senso, frasi sconnesse e alla fine è uscita fuori la verità. Mi ha confessato i suoi sentimenti. Mi ha detto che mi amava, che gli sono sempre piaciuta e che non si era mai fatto avanti con me perché pensava mi piacesse Paul, dato che in quel periodo ero uscita un paio di volte con lui e lui aveva raccontato chissà cosa sulle nostre uscite. Che  non sapeva niente dell’imboscata che aveva organizzato Paul con la complicità di John, che quando, alticcio, si è ritrovato nella stanza e ha compreso che non c’era possibilità di poterci salvare, visto che Steven aveva fallito, in quel momento ha pensato solo di non farmi provare dolore. Lui non sapeva se Paul aveva detto la verità nei miei riguardi, ma gli sguardi di quelli presenti erano affamati e selvaggi. Lui ha cominciato a inorridirsi al pensiero che mi avrebbero fatto del male e così si è fatto avanti, ha cercato di essere delicato, ma…”
“Delicato? Cheryl, lui ti ha preso con la forza. In ogni caso. Non ci sono giustificazioni” sono sconvolta. Deve essere impazzita.
“TU NON LO HAI SENTITO DENTRO DI TE. NON PUOI CAPIRE!” ha sputato quelle parole con così tanta veemenza. Sono senza parole.
“Scusa. Non volevo aggredirti. Bella, quello che Brian ha fatto non ha giustificazioni. Io stessa ho faticato e non poco per accettare questa situazione. Il problema sai qual è? È che lui ha ragione. Lui è stato dolce con me Bella. Mi sussurrava parole per rasserenarmi, c’era dolore nella sua voce, mentre lo faceva, lui ha cercato di non essere brutale. Io ho sentito comunque dolore. Io urlavo per il dolore interiore, più che per quello fisico. Perché e che iddio mi perdoni per questo, mi piaceva. In quel momento non ci capivo più niente. Mi sono spenta, poi non so cosa è successo dopo. Nonostante questo non riesco a superare il mio trauma. Non so se saprò più amare un uomo totalmente, anche a livello fisico. So solo che Brian ha sbagliato, ma nonostante tutto mi è rimasto accanto, e non mi fa pressioni di niente. Si è preso cura di me. Mi ha fatta sentire amata e al sicuro. Ha messo in discussione se stesso e per me sarebbe andato anche in galera. Sono stata io che non l’ho permesso. L’ho fermato in tempo prima che andasse a costituirsi alla polizia. Voleva confessare tutto. Io non gliel’ho permesso” calde lacrime le bagnano le guance.
“Cheryl, tu… tu… tu lo ami?” chiedo scioccata dal comportamento della fragile ragazza dinanzi a me.
“Io… io… non lo so. Sono così confusa Bella. Non potevo permettergli di rovinarsi. Lui è intelligente, brillante se avesse confessato puoi stare certa avrebbe pagato solo lui e non lo trovavo giusto, perché per me l’unico responsabile è Paul ed è lui che dovrebbe pagare. Noi tutti siamo state vittime dei suoi giochetti perversi. Ma adesso basta”
Una furia, il suo sguardo e il suo viso è contratto in una smorfia di pura rabbia. Non posso biasimarla. Ha ragione l’unico responsabile è quel damerino dei quartieri alti viziato e borioso.
“Pensavo fossi ancora legata a lui. Steven mi aveva detto che tu speravi fosse lui il padre del tuo bambino” pronuncio piano quelle parole
“Non pensarlo e non dirlo neanche per scherzo. Chiunque ma non lui. Io lo odio. Dal più profondo della mia anima, lo odio con tutta me stessa” scatta felina e agguerrita. Stringe le lenzuola in un pugno con tanta forza che sembra quasi strapparle.
“Bella” la voce stridula e tesa. Gli occhi sbarrati come se in quel momento avesse avuto chissà quale folgorazione.
“Cosa faccio se il bambino è di quel mostro?” il suo corpo comincia a tremare.
L’abbraccio forte, più forte che posso.
“Non preoccuparti di questo. Sono sicura che lui non ha alcun legame con il tuo bambino. È troppo bello perché lui possa avere a che fare con lui” cerco di rasserenarla e confortarla.
 
“Ehi, Bella ci sei?” la voce cristallina di Edward mi riporta alla realtà.
“Mhmm?”
“Cosa c’è? Ti sei persa tra i tuoi pensieri” mi chiede dolcemente, una ciocca dei miei capelli intrecciata tra le sue dita. La sensazione delicata del leggero movimento di quella ciocca invia al mio corpo delle strane vibrazioni.
“E’ tardi. È ora di fare la nanna, principessa. Ci vediamo domattina” sibila suadente. Si avvicina lentamente. Sono completamente ipnotizzata dai suoi occhi. Sembrano tizzoni ardenti, fuoco verde che brucia la mia anima. Un leggero bacio sulla fronte e scompare prima che io possa fare o dire qualsiasi cosa.
Non riesco a giudicare Cheryl per il suo comportamento con Brian, se fosse Edward probabilmente mi comporterei come lei. Io AMO Edward e anche se lei dice che è confusa lei è INNAMORATA di Brian. Spero che se ne renda conto e che possa essere felice. Nonostante tutto Brian è un bravo ragazzo.
Stesa tra le coltri morbide e calde del mio letto rimugino su tutto, sulle parole di Steven, i gesti di Edward. Forse dovrei dargli ascolto. Espormi e provare ad avere fiducia in lui.
Domani cercherò di raccogliere tutto il mio coraggio e farò qualcosa che non ho mai fatto in vita mia: mettermi a nudo. Cercherò di capire cosa sta accadendo tra noi, gli farò capire quel che provo.
Con la sicurezza che domani per me sarà  un nuovo giorno, che porterà tanta speranza nella mia vita mi addormento.
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Risposte alle recensioni:

 Lullaby89 [Contatta] Segnala violazione
 15/06/10, ore 00:12 - Capitolo 26: Capitolo 26
Felicissima che il capitolo ti sia piaciuto... Come vedi Bella ha le idee fin troppo chiare il problema sono le sue insicurezze... Nel prossimo la vedremo combattere una vera e propria battaglia, ma al suo fianco avrà qualcuno che non la farà mollare tanto facilmente...
il prossimo doveva essere il capitolo Clou, ma pirtroppo come ho già spiegato avrei dovuto farvi attendere ancora troppo, quindi il capitolo clou è slittato ancora di uno, ma solo di uno e ti assicuro che avrai bisogno di un defibrillatore... ahahahh
 yara89 [Contatta] Segnala violazione
 08/06/10, ore 18:38 - Capitolo 26: Capitolo 26
Credo che dopo questo capitolo, si sia compreso il percorso maturato da Bella.. soprattutto il confronto con Cheryl.. per quanto riguarda Tanya ci sono dei piccoli indizi in qst capitolo che potrebbero far capire un po' di cose su di lei... ahahahah... cmq forse nel prox o nei prox si scoprirà....
 Luna Viola [Contatta] Segnala violazione
 07/06/10, ore 23:05 - Capitolo 26: Capitolo 26
Jacob avrà il suo ruolo, ma nn sarà così devastante... è solo iperprotettivo... la vera minaccia sarà un'altra e ora mi sto zitta....
 Shinalia [Contatta] Segnala violazione
 07/06/10, ore 17:38 - Capitolo 26: Capitolo 26
Cara Manuuuuuuuuuuu.... wow ti sei sorbita 26 capitoli tutti di un fiato... sei masochista!!! ahahahh... cmq concordo a volte è difficile seguire Ed, c'è da dire che è un tipo focoso, impulsivo e folle (sarà per qst che lo amo *O*), per quanto riguarda Tanya, beh Bella è sì fragile, ma quando vuole sa essere molto, ma molto pericolosa... Non sottovalutatela!!!....
 ellehlove [Contatta] Segnala violazione
 05/06/10, ore 21:09 - Capitolo 26: Capitolo 26
Io direi che è solo uno dei ragazzi di Phoenix xhe fa paura... Tanya è meschina, vipera, ma Bella è intelligente e soprattutto con le palle - se mi passi il francesismo - sarà qualcun altra a farla vacillare...
 hopelove [Contatta] Segnala violazione
 05/06/10, ore 19:11 - Capitolo 26: Capitolo 26
Ciao.... beh molto presto avranno la loro chance ormai siamo agli sgoccioli... baci
 samy88 [Contatta] Segnala violazione
 05/06/10, ore 15:36 - Capitolo 26: Capitolo 26
Cara Sam non dirlo neanche per scherzo.. le tue recensioni sono sempre gradite e soprattutto così dettagliatamente profonde....
Dedicato a te il pezzo del rientro di alice. Piaciuto il Bentornato di Jazz???... Qst è una delle coppie che mi è sempre piaciuta così discretamente e intensamente innamorata..
Spero che qst capitolo non risulti troppo noioso, ma ho pensato che fosse meglio staccare le due parti, altrimenti mi ucciderete per troppa assenza..
Per quanto riguarda Kate, beh nn dico niente, ma nn sarà la prima e ultima volta che qst personaggio verrà menzionato...
a buon intenditor poche parole...
Baci a presto...


 chi61 [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 21:50 - Capitolo 26: Capitolo 26
Mi dispiace immensamente anche stavolta ho fatto attendere troppo e con un capitolo che nn tratta molto, però ho ritenuto importante anche attraverso i flash back raccontare la avventure nella Valle del Sole... per quanto riguarda i due bruti, beh diciamo che Jacob è più un cane che abbaia, ma nn morde (scortese e maleducato il suo battibecco con edward)... Tanya, beh lei anche avrà la sua punizione... ci sarà qualcun altro di cui preoccuparsi..... A presto...
 giulia_cullen_96 [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 16:51 - Capitolo 26: Capitolo 26
Grazie per il tuo entusiasmo per qst storia... Jacob, no lui nn la vuole, c'è stato un tempo in cui era innamorato, ma ora le vuole solo molto bene e dopo la sua brutta esperienza è divenuto prevenuto ed eccessivamente protettivo, tanto da rasentare la cattiva educazione come hai potuto vedere... beh nel prossimo capitolo ci sarà un po' di travaglio dovuto ad uno scombussolamento causato da una persona, ma i due piccioncini sapranno riprendersi alla grande... siamo in dirittura di arrivoooooooooooo.....
 RenEsmee_Carlie_Cullen [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 16:08 - Capitolo 26: Capitolo 26
Penso che dopo il prox capitolo sarà qualcun altro che vorrai uccidere e probabilemte anche la sottoscritta...
ti adoro.....
 Ladycate95 [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 15:30 - Capitolo 26: Capitolo 26
Per quanto riguarda le sparizioni, purtroppo sono un caso irrecuperabile, spero cmq che qst capitolo possa farmi perdonare... per quanto riguarda la coppietta ormai ci siamo, manca qualcosina e poi Boom....
 SCD71001 [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 15:13 - Capitolo 26: Capitolo 26
Addirittura la guardia nazionale!!!! ahahhahah... Eddy è dolcissimo, ma anche sexy e appassionato... Purtroppo Jake nn ha vissuto insieme a Ed e Bella, lui conosce solo quello che Bella gli ha raccontato... nn dimentichiamoci che Ed prima è stato veramente odioso.. quindi è naturale che Jacob sospetti ci sia qlcs di losco nel comportamento del giovane Cullen, ma vedrai che anche lui si ricrederà presto... a presto...
 grepattz [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 14:29 - Capitolo 26: Capitolo 26
ahahahah... tu mi farai morire dal ridere..... bellissimo il tuo botta e risposta con Ed... speriamo ti dia ascolto...
 lampra [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 13:27 - Capitolo 26: Capitolo 26
Purtroppo nn accade nulla di che in qst, ma nel prox vi prego di lasciamri vivere abbastanza per terminare la storia...... capitolo clou in arrivooooooooooo......
 LadySile [Contatta] Segnala violazione
 04/06/10, ore 13:10 - Capitolo 26: Capitolo 26
Non preoccuparti nessuna coalizione Tanya Jacob, forse Tanya con qualcun altro/a, ma nn con Jake... i bigliettini? tombola.. è stata proprio Tanya indirettamente a spargere notizie piccanti su Bella, quindi i ragazzi si sono dati da fare... ha voluto far vedere a Ed cosa accadrebbe se tuttew le cattiverie che si dicono su Bella venissero alla luce, ma nn preoccupatevi di qst.... Bella nn si lascia intimidire da qst cose nè dalle male lingue....
Ed e Bella insieme?.... presto se nn nel prox sicuramente nell'altro...... baci

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Non so dove... non so quando (One Shot - Originale/Romantico)
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Lupus in fabula - Quando i Vampiri diventano Fiaba (Round Robin comica sui personaggi di Twilight in collaborazione con Vale Cullen1992, Shinalia, Jma)
   
 
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