Un’altra settimana è passa, un altro capitolo è arrivato. Sapete, ormai sono a corto di idee per le introduzioni xD
Ho paura di essere monotona .-. Ma vabbè, sono le mie fisse u.u
Dato
che non sono in vena di dolcezze causa pc e web messenger che mi stanno
avvelenando, vi risparmio la parte da mandarvi in coma glicemico u.u
Bon,
non ho altro da dire, a parte….
Buona
lettura ;)
Chapter XVI:
Where The Hell Are You?
“Bye, Bye, Baby
Don't Be Long
I Worry About You
While You're Gone
I think of you in my dreams
You never know, just what you mean, to me”
- Worry About You, Ivy -
Nella stanza regnava ancora il buio. Vigeva
una regola implicita: il giorno dopo una festa, l’ultimo ad alzarsi apriva le
tende, guai a chi osava farlo prima. Quel giorno, gli unici rimasti a dormire
erano Alistair ed Eric.
Alistair sentì delle voci soffocate, come
se qualcuno si sforzasse di parlare a voce bassa, senza riuscirci. Sentì un
grugnito, poi il suo volto fu colpito da un raggio di luce, che subito sparì.
Si sdraiò supino e coprì gli occhi con un braccio. Li aprì e vide che indossava
ancora la giacca. Sbattè le palpebre e si guardò assonnato e confuso.
“Ma che cavolo…?” Spalancò gli occhi e
rivide in pochi istanti ciò che era successo la notte prima: il tempo passato
con Hermione, suo padre che gli diceva che dovevano parlare, Silente che gli
rivelava l’esistenza dell’Ordine della Fenice…
“ERIC!” Urlò scattando a sedere.
“Rabarbaro blu!” Sbottò Eric, svegliandosi
di soprassalto.
“Eric! Non sai cos’ho…” Iniziò, ma il suo
entusiasmò sparì subito, ricordando ciò che aveva promesso. Non poteva parlarne
con nessuno, specialmente con i suoi compagni di Casa, molti dei quali figli di
Mangiamorte.
“Che vuoi?” Gli domandò scontrosamente,
riportandolo alla realtà.
“Niente.” Rispose in un soffio, lasciandosi
cadere sul letto e coprendosi gli occhi con le mani.
Eric imprecò, lo insultò, si sdraiò, si
coprì nuovamente e dopo pochi attimi il suo respiro fu di nuovo profondo e
regolare, segno che si era già riaddormentato.
Il giovane Piton guardò il soffitto.
Esisteva un’organizzazione segreta per contrastare il Signore Oscuro e i suoi
seguaci e Silente ne era a capo. Suo padre, la McGranitt, quel sempliciotto di
Hagrid, i genitori e i fratelli più grandi dei Weasley e, a quanto pareva, un
innocente Sirius Black ne facevano parte. Combattevano tutti per sconfiggere il
Signore Oscuro, per impedirgli che uccidesse degli innocenti e Potter. Potter.
Chissà come si sentiva: aveva solo quindici anni ed enormi responsabilità
gravavano sulle sue spalle. Come se non bastasse era solo, aveva solo i suoi
migliori amici, Weasley e Hermione. Subito sorrise, tornando con la mente ai
momenti trascorsi insieme la sera prima.
Sospirò, si alzò e si diresse in bagno
mentre, durante il tragitto, si tolse la giacca e la camicia buttandole sul
proprio letto, rimanendo a torso nudo.
Nello stesso istante, molti piani più in
alto, Hermione usciva dal bagno canticchiando. Piegò il pigiama, lo ripose
sotto il proprio cuscino, prese una piccola collanina in argento che le avevano
regalato i genitori per il compleanno, la indossò e si guardò allo specchio,
soddisfatta. Sorrise, annuì e scese in Sala Comune. Ad attenderla c’erano
Harry, Ron e Ginny. Il moro era appoggiato allo stipite della porta, le braccia
incrociate al petto, soprappensiero; il rosso era accasciato su una poltrona, i
gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa tra le mani; la ragazza invece era
seduta sullo schienale di uno dei divanetti, le gambe intrecciate, si
mordicchiava nervosamente un’unghia e sembrava preoccupata.
“Buon giorno!” Esclamò felice, saltando con
leggiadria l’ultimo gradino. Posò una mano sulla spalla di Harry, si mise in
punta di piedi e lo baciò su una guancia, poi scompigliò i capelli a Ron ed
abbracciò stretta l’amica.
“Giorno.” Harry la guardò con un sorriso,
contagiato dalla sua felicità. A quanto sembrava, aveva fatto bene a lasciarla
con Piton.
“Miseriaccia, piantala di volteggiare per
la Sala come uno di quei maledettissimi folletti irlandesi che c’erano alla
coppa del mondo l’anno scorso.” Sibilò Ron, massaggiandosi le tempie.
“Mal di testa post sbronza?” Sorrise
compiaciuta. Provava una certa soddisfazione nel vederlo in quelle condizioni.
Serrò le labbra, annuì e continuò a
massaggiarsi le tempie.
“A dire il vero sembra più uno di quei
Cupidi che Allock aveva ingaggiato.” Notò Ginny.
“Andiamo?” Propose Harry per evitare di
ricordare quei maledettissimi cupidi che l’avevano umiliato davanti a tutti.
Hermione annuì entusiasta, prese a
braccetto l’amica e le lanciò un’occhiata rapida.
“Tutto a posto, Ginny?” Le domandò.
La rossa impallidì, si guardò attorno poi
abbozzò un sorriso e fece un cenno col capo.
“Sicura?” Inarcò un sopracciglio mentre
uscivano in corridoio.
“Sicura.” La tranquillizzò.
“Psst, Harry!” Lo chiamò Ron, seguendo a
distanza le due.
Harry camminava a testa bassa, chiedendosi
come mai Cho non si fosse presentata alla festa della sera prima.
“Pssst!” Lo chiamò ancora, ma questi
sembrava perso. Sospirò e gli diede un pizzicotto.
“Ahi!” Esclamò Harry, attirando
l’attenzione delle due ragazze.
“E’ tutto a posto, tranquille.” Sorrise
Ron. “Tornate pure a confabulare.” Fece un gesto con la mano.
Le due lo guardarono stupite, poi fecero
spallucce e tornarono a parlare tra loro.
“Harry! Che diamine è successo ieri sera?”
Sussurrò, afferrando per il gomito l’amico.
“Ti sei ubriacato, te l’ho già detto.”
Ripeté esasperato.
“Si, quello me lo ricordo. O meglio, il mal
di testa me lo ricorda.” Scosse il capo e si fece ancora più vicino all’amico.
“Dico…Hermione.” La indicò col capo.
“Cosa?” Lo guardò senza capire.
“Lo sai.”
“No, Ron. Ho altre cose per la testa.”
Roteò gli occhi al cielo.
“Lei e il figlio dell’unto. Cos’è
successo?” Abbassò ancora di più la voce, tant’è che Harry dovette piegarsi per
sentire le sue parole.
“Figlio dell’unto? Alistair?”
“STTTT!” Si portò un dito alle labbra e
controllò che l’amica non li avesse sentiti, poi annuì.
“Non ne ho idea.” Rispose con una scrollata
di spalle.
Si fermò e spalancò gli occhi.
“Come non ne hai idea?” Gli domandò incredulo,
poi scosse il capo e lo raggiunse.
“Non ne ho idea. Sai, ho dovuto portarti a
forza in camera.” Rispose varcando la soglia della Sala Grande. “Perché non
glielo chiedi?”
“Sì, certo, come no!” Esclamò facendo
schioccare la lingua. “< Scusa Hermione, sei andata a letto con Piton? >”
Scosse il capo, rabbrividendo e sentendosi male all’idea.
“Allora rimarrai col dubbio. Non ho
intenzione di chiederglielo.”
“Harry! Ti credevo mio amico!” Lo guardò
esterrefatto.
“E lo sono.” Si sedette al suo posto, seguito
dal rosso che gli si posizionò accanto.
Ron sospirò, si versò del succo di zucca e
subito lo bevve mentre Hermione e Ginny si sedevano davanti a loro. Fissò la
riccia, estasiato: quando era felice era ancora più bella.
“Sei andata a letto con lui?” Prima che
potesse fermarsi, le parole uscirono dalla sua bocca.
Hermione si bloccò con la caraffa piena di
spremuta d’arancia sospesa a mezz’aria.
“Scusa?” Sbatté le palpebre.
“Sei…sei…a-andata a-a le-let-letto co-con
l-lui?” Balbettò, le orecchie rosse come un peperone.
Harry si diede una pacca sulla fronte
disperato.
“E il primo premio per il tatto lo vince
mio fratello Ronald.” Commentò divertita Ginny con un sorriso.
“Ronald. Weasley!” Inspirò profondamente e
posò la caraffa sul tavolo, attirando su di sé gli sguardi di tutti i
Grifondoro. “Come osi anche solo chiederlo!”
Il rosso si fece piccolo piccolo e balbettò
qualche scusa. La riccia gli lanciò un’occhiataccia e si servì del pollo
arrosto.
Harry guardò Ron: sembrava avesse appena
affrontato un esercito composto da un Dorsorugoso di Norvegia e parecchi
Dissennatori.
“Mione?” La chiamò infilzando le sue
crocchette di patate.
“Sì, Harry?” Sollevò lo sguardo dal proprio
piatto e lo guardò interrogativamente.
“Ti sei divertita ieri sera?” Chiese diplomaticamente.
Subito sul suo viso comparve un sorriso
radioso.
“Molto. Ti ringrazio.” Si allungò e coprì
la sua mano con la propria, per poi ritrarsi immediatamente. “E’ stata la festa
di Halloween più bella della mia vita.”
Ron, che aveva lo sguardo fisso sul piatto,
spalancò gli occhi e sentì il cuore perdere dei battiti.
“E’ successo qualcosa?” Si azzardò a
chiederle, facendosi più attento. Se quella Serpe l’aveva sfiorata anche solo
con un dito…
“No, niente di particolare.” Una ciocca di
capelli le cadde davanti agli occhi e con un dito la riportò al suo posto,
sorridendo mentre rievocava i momenti passati con Alistair.
“Allora perché sorridi così?” Incalzò il
rosso, che sembrava aver ritrovato il coraggio.
“Dev’esserci per forza un motivo?” Si
strinse nelle spalle, spezzettò il pane e se ne portò un pezzo alla bocca.
“Se continui a sorridere così dopo essere
stata con una Serpe sì! DEVE esserci un motivo.” Storse il naso.
“Bhè, non c’è!” Ribattè, iniziando ad
irritarsi. Possibile che non potesse accettare il fatto che era felice? “Vuoi
mettertelo in quella testaccia dura? E’ diverso dagli altri!”
“Sì, certo! Come no! Sai quello che dicono,
vero?” Incrociò le braccia al petto.
“No, sentiamo! Che ha ucciso un elfo
domestico? Che ha stuprato delle babbane? Che truffa le vecchiette?” Anche lei
incrociò le braccia al petto.
I loro compagni di Casa, inizialmente
attirati dagli schiamazzi, tornarono ai loro piatti: era solo l’ennesima
disputa tra Ron e Hermione.
Harry e Ginny sospirarono
contemporaneamente, si guardarono, sorrisero e abbassarono lo sguardo sui
rispettivi piatti, stufi di sentire i loro battibecchi.
“Bhè, quasi!” Borbottò. “Si dice che sia
uno che va con tutte!”
“Lui!” Scoppiò in una risata. “Certo, come
no!” Scosse il capo.
“Ma vuoi aprire quei tuoi maledetti occhi?”
Posò le mani sul tavolo, stringendolo e scattò in piedi. “Ti. Sta. Usando!”
“Signor Weasley.” Disse la voce profonda di
Piton alle sue spalle.
Ron impallidì, Hermione scosse il capo
scocciata e tornò a mangiare mentre l’amico si voltava lentamente.
“P-professore?”
“Ti sembra di essere a Diagon Alley?” Aveva
le braccia incrociate al petto e lo guardava dall’alto.
“N-no.” Rispose titubante.
“Esatto.” Scandì ogni singola lettera con
la sua parlata lenta. “5 punti in meno a Grifondoro.”
“Ma…”
“E se provi a ribattere mi ritroverò
costretto a toglierne altri 5.” Lo interruppe.
Il rosso aprì la bocca per dire qualcosa,
ma non uscì alcun suono e si lasciò cadere umiliato sulla panca.
“Perfetto.” Si voltò rapidamente e si
diresse al tavolo degli insegnanti, lanciando una rapida occhiata al tavolo dei
Serpeverde.
“Sei un genio, Ronald.”
“Sta’ zitta, Hermione!” Sibilò arrabbiato,
infilzando con rabbia le zucchine che aveva nel piatto.
Hermione fece per dire qualcosa, ma la sua
attenzione venne attirata da un ragazzo biondo che, entrato in Sala Grande, si
diresse al tavolo dei Serpeverde, stranamente solo. Osservò Eric sedersi
accanto ai suoi coetanei, dire qualcosa, scoppiare a ridere e servirsi
un’abbondante dose di pasticcio di carne.
Dov’era Alistair? Perché non era a pranzo?
Perché non era insieme ad Eric? Sentì una strana inquietudine impossessarsi di
lei. Che fosse successo qualcosa?
Al suo fianco, Ginny si morse il labbro
inferiore, allontanò il piatto ed incrociò le braccia al petto.
Per il resto del pasto, nessuno dei quattro
proferì parola: Ron era arrabbiato con l’amica e con se stesso, Harry pensava a
Cho Chang e al motivo per il quale non aveva partecipato alla festa di
Halloween, Hermione continuava a lanciare rapide occhiate all’ingresso della
Sala e al tavolo dei Serpeverde e Ginny ripensava alla notte precedente.
“Dato che abbiamo finito tutti, che dite di
tornare in Sala Comune?” Chiese Harry dopo un po’.
Ron grugnì qualcosa che doveva essere un
< sì > e Ginny annuì.
“Hermione?”
La ragazza guardò nuovamente il tavolo dei
Serpeverde, notando incredibilmente quando stonasse l’assenza di Alistair.
“Sì.” Annuì sospirando. “Andiamo.”
Si alzarono, uscirono dalla Sala Grande e
per tutto il tragitto rimasero in silenzio. Quando oltrepassarono il varco
della Signora Grassa Hermione sparì in camera per fare ritorno qualche secondo
dopo con un grosso tomo sulle Antiche Rune mentre Ron e Harry si sistemarono
comodamente sulle loro poltrone preferite e ben presto il loro malumore venne
sostituito da discorsi eccitati sul campionato di Quidditch. Ginny si sedette
con loro, ma non si unì ai loro discorsi. Rimase in un angolo del divanetto, le
gambe piegate, a torturarsi i capelli.
Ogni tanto Hermione smetteva di leggere il
libro per lanciare occhiate nervose all’orologio, maledicendo il tempo che
scorreva così lentamente.
Il pomeriggio passò lento, senza che
succedesse niente di particolare: persino Fred e George non fecero alcuno
scherzo. Erano tutti stravolti per la festa della sera precedente: chi era
rientrato tardi, chi era rientrato ubriaco, chi era rientrato tardi e aveva
proseguito la festa all’interno della Sala Comune e chi non era rientrato
affatto.
“Andiamo a cena?”
Hermione staccò gli occhi dal libro e
guardò Harry interrogativamente.
“E’ ora di cena.” Le fece notare, indicando
l’orologio appeso alla parete.
“Oh, non me ne ero accorta.” In men che non
si dica aveva abbandonato il libro ed era scattata in piedi. “Allora, vi
muovete?” Li incitò davanti al ritratto, le braccia incrociate al petto, un
piede che tamburellava nervosamente il pavimento.
I tre amici si scambiarono un’occhiata, poi
si alzarono e la seguirono.
La ragazza camminava velocemente e
nervosamente. Sentiva che c’era qualcosa che non andava, sentiva che non
avrebbe trovato Alistair in Sala Grande. Si fermò di colpo e scosse il capo,
poi riprese a camminare più lentamente. Cosa le stava succedendo? Stava
diventando pazza, ecco cosa stava succedendo! Non era da lei essere così
ansiosa e nervosa, soprattutto per un ragazzo. E poi neanche stavano insieme.
Per ora. Purtroppo.
“Taci!” Disse tra sé e sé.
“Hai detto qualcosa, Hermione?” Le chiese
titubante Harry, guardandola preoccupato.
“No.” Rispose secca.
Ci mancava solo quello! Ora parlava anche
da sola! Stava proprio impazzendo! Come aveva potuto ridursi in quelle
condizioni? Per un ragazzo! Per una Serpe, poi! In più non era una Serpe
qualsiasi! Si stava innamorando del figlio di Severus Piton, capo della casa di
Serpeverde, ex mangiamorte, amico intimo di Lucius Malfoy!
Si fermò e sbattè le palpebre incredula.
Cos’aveva detto il suo cervello? No, non si stava innamorando. Assolutamente.
Non poteva succedere. Non così presto. Neanche lo conosceva!
“Stupida, stupida, stupida!” Iniziò a darsi
dei colpi sulla testa.
Harry la guardò seriamente preoccupato: le
ricordava incredibilmente Dobby quando, ancora al servizio dei Malfoy, era
andato a Private Drive ad avvisarlo che la Camera dei Segreti sarebbe stata
riaperta.
“Hermione, perché ti stai picchiando come
fanno gli elfi domestici?” Le chiese con poco tatto Ron.
La ragazza lo fulminò con lo sguardo per la
battuta infelice.
“Ah, già, come ho potuto dimenticarlo. Il
C.R.E.P.A. Scusa.” Si strinse nelle spalle.
Lo ignorò e con il cuore che batteva rapido
varcò la soglia della Sala Grande. Subito, speranzosa, passò in rassegna il
tavolo dei Serpeverde: di Alistair nemmeno l’ombra.
“Arriverà, tranquilla.” Le sussurrò
rassicurante Harry, poggiandole una mano sulla spalla.
Sobbalzò e lo guardò.
“Credi davvero?” Chiese con gli occhi lucidi
e il labbro tremante.
“Certo.” Le fece l’occhiolino. “Ci andiamo
a sedere?”
“Sì.” Abbozzò un sorriso ed abbassò lo
sguardo.
“Su con la vita, dai!” Esclamò cingendole
le spalle con un braccio, iniziando a trascinarla al tavolo.
Abbracciò la vita dell’amico ed insieme
andarono a sedersi. Se fino a poche sere prima era Hermione a cercare di
rallegrare Harry, quella sera i ruoli si invertirono. Cercò di farla ridere
raccontandole barzellette, facendole il solletico e facendo imitazioni.
Una volta che ebbero finito di cenare si
alzarono e cercò ancora una volta Alistair, senza trovarlo. Improvvisamente
aveva voglia di piangere. Si morse il labbro inferiore e si incamminò verso la
torre.
Arrivata in Sala Comune si lasciò cadere
sul divanetto davanti al camino, incrociò le gambe, afferrò un cuscino e lo
strinse al petto.
Voleva piangere. Voleva urlare, cercarlo,
trovarlo, stare con lui, prenderlo per mano, provare le stesse sensazioni che
aveva provato la sera prima. Possibile che solo lei si preoccupasse della sua
assenza? Possibile che nessuno si insospettisse? Era un Caposcuola, figlio di
Severus Piton, uno dei Serpeverde più conosciuti, il più insolito delle Serpi.
Sbuffò ed affondò il viso nel cuscino.
“Hermione?” La chiamò titubante Ginny,
avvicinandosi.
“Che vuoi?” Le chiese scorbuticamente,
stringendo sempre più il cuscino, fissando il fuoco che ardeva nel camino.
Ginny stava torturando la manica del suo
maglione, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.
“Che vuoi?!” Ripeté, furiosa.
“N-niente.” Balbettò. “S-scusa.”
La riccia si voltò di scatto e la vide
salire di corsa le scale per il dormitorio femminile. Inarcò un sopracciglio,
poi sbuffò e tornò ad osservare il camino. C’era qualcosa che non andava con
Ginny, ma la cosa avrebbe aspettato: l’unica cosa che gli importava era sapere
dove fosse Alistair. Perché aveva la bruttissima sensazione che fosse successo
qualcosa? Non aveva nessun motivo per sospettare una cosa simile, ma se lo
sentiva, lo avvertiva nel proprio cuore.
Sospirò ed attirò l’attenzione di Harry.
La guardò attentamente, sapendo
perfettamente cosa stava provando. Passò una mano tra i capelli: doveva
assolutamente parlarle, ma come poteva farlo con Ron accanto a loro? Non
poteva. Ron stava già abbastanza male, era inutile farlo star peggio facendogli
ascoltare i discorsi di Hermione.
Ron sbadigliò rumorosamente, chiuse
l’ultimo numero de “Il portiere perfetto”, lo lanciò su una poltrona vicino e
si stiracchiò.
“Andiamo a letto, Harry?” Domandò
stropicciandosi gli occhi.
Lanciò un’occhiata a Hermione, poi tornò a
guardare l’amico.
“Tu vai pure.” Gli sorrise.
Ron lo guardò sospettoso, poi spostò lo
sguardo sull’amica e tornò a guardarlo.
“No.” Si lasciò cadere nuovamente sulla
poltrona.
“Ron, vai a letto.” Lo
incitò, quasi minacciandolo.
“Ma…”
“Vai.” Gli indicò col capo la scala che
portava alla loro stanza. “Buona notte.”
Il rosso sospirò, si alzò, sistemò i
pantaloni e si avvicinò a Hermione.
“Notte.” Disse, strofinandole un po’ i
capelli.
“Mmmm.” Rispose semplicemente, senza scomporsi
minimamente.
La guardò basito: solitamente lo minacciava
di morte. Mise le mani in tasca, si strinse nelle spalle, fece un cenno a Harry
e sparì su per le scale.
“Allora, Mione, che cosa succede?” Le
domandò dolcemente.
“Niente.” Rispose subito, secca.
Il moro scosse il capo, si alzò ed andò a
sedersi accanto a lei, allungando il braccio sullo schienale.
“Hermione, siamo solo io e te. Non c’è Ron,
non c’è Ginny, non c’è nessuno. Lo sai che puoi dirmi tutto quello che vuoi.”
Fece una pausa e la vide mordersi il labbro inferiore, chiedendosi sicuramente
se poteva parlargli senza problemi di Alistair. “Anche di Alistair Piton.”
“Io non capisco! Seriamente!” Esplose,
spalancando le braccia e facendole ricadere pesantemente sul cuscino che aveva
in grembo. “Stiamo bene, ci divertiamo, mi sembra di vivere un sogno e lui cosa
fa’? SPARISCE!” Urlò l’ultima parola. “E’ sparito, te ne rendi conto?” Scosse
il capo. “E’ stato tutto perfetto. Ogni parola che diceva era perfetta, ogni
suo gesto, persino come ogni tanto scuote il capo per scostarsi i capelli dagli
occhi.” Sorrise, sognante, tornando a quei momenti. Sospirò. “Che cos’ho fatto
di sbagliato?” Si voltò verso l’amico. “E’ stato tutto perfetto. Anche tu lo
sei stato, hai portato via Ron e mi hai lasciata sola con lui.” Gli sorrise,
riconoscente.
Harry le afferrò la mano e gliela strinse,
coprendola con l’altra.
“Dai, Mione, sono sicuro che non si è
pentito di nulla.” Iniziò.
“Cosa? Credi che si sia pentito?!”
“No, te lo stavo appunto dicendo. Sono
sicurissimo che non è successo niente e che non vede l’ora di vederti anche
lui.” Concluse, stupendosi di aver detto quelle parole. Era davvero lui? Aveva
veramente detto quelle parole?
Hermione gli strinse la mano e gli sorrise.
“Grazie.”
“Sono sempre qui.” Le fece l’occhiolino, ma
vide che le sue parole non erano servite a molto. “Dai vieni qui. Abbraccio
consolatorio!” Esclamò, allargando le braccia.
La riccia sospirò, ravvivò i capelli con
una mano e si lasciò abbracciare, appoggiando il viso sulla sua spalla.
“Va meglio?” Gli domandò dopo qualche
secondo.
“N-no.” Balbettò con voce rotta.
“Mione?” La guardò negli occhi. “Ma tu stai
piangendo!” Esclamò incredulo. “Che cosa ti ha fatto?”
“Niente!” Si strofinò gli occhi con il
dorso della mano. “E’ che ho una brutta sensazione.”
“Brutta sensazione?” Inarcò un
sopracciglio.
“Sì.” Annuì. “Ho come la sensazione che gli
sia successo qualcosa.” Tiro su col naso. “Ok, lo so, ora mi prenderai per
pazza, ma non posso farci nulla! Ho come questa …questa…cosa!” Fece un gesto circolare all’altezza dello stomaco. “Proprio sullo
stomaco. Da quando mi sono svegliata.”
Harry sorrise.
“Mione, stai tranquilla, ok? Sei solo
stanca.” Le diede un buffetto su una guancia.
“Forse, ma…”
“Niente ma.” La interruppe. “Ora vai a
letto, fai una bella dormita e vedrai che domani sarà passato tutto e vedrai la
tua bella Serpe.” Scherzò.
Hermione non paté fare a meno di sorridere.
“Grazie.” Lo ringraziò, abbracciandolo
stretto.
“Di niente.” Le diede una pacca sulla
spalla.
Si alzarono contemporaneamente e giunti
alle scale si salutarono con un ultimo abbraccio, per poi dirigersi ognuno
verso la propria stanza. Harry la osservò salire le scale, poi entrò nella sua
stanza. Se quella Serpe aveva anche solo osato illuderla o ferirla in qualsiasi
modo, era una Serpe morta.
L’indomani Hermione fu la prima a
svegliarsi. Rimase sdraiata nel letto, rigirandosi continuamente, guardando le
lancette dell’orologio muoversi lentamente. Sbuffò, scostò le lenzuola, prese
dei vestiti puliti e si chiuse in bagno, dove rimase a lungo sotto il getto
dell’acqua calda. Quando uscì dal bagno con i capelli ancora bagnati, trovò le
sue due compagne sveglie che parlavano eccitate a bassa voce. Non appena si
accorsero della sua presenza si azzittirono.
“Buon giorno.” Le salutò, sentendo i loro
sguardi addosso.
Calì e Lavanda si guardarono.
“Glielo chiediamo?” Domandò Lavanda.
“Non so…” Risposte titubante Calì.
“Cosa dovreste chiedermi?” Ravvivò i
capelli e si guardò velocemente allo specchio.
“Tu e Piton.” Sbottò Lavanda, stupendosi
per averlo detto.
Hermione guardò la compagna di stanza
riflessa nel vetro.
“Che cosa?” Prese tempo.
“Dai, non fare la finta tonta!” Esclamò
Calì, facendo un gesto con la mano. “Vi abbiamo visti tutti ieri sera!”
Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente.
Odiava i pettegolezzi. Come aveva fatto a non pensarci? Era ovvio che vedendoli
ballare insieme avrebbero iniziato a fare domande. Una Grifondoro e un
Serpeverde. Granger e Piton. Quale pettegolezzo era più succulento di questo?
“Scusate, devo andare.” Borbottò uscendo di
corsa dalla stanza, sentendo le lacrime pruderle gli angoli degli occhi.
Cosa doveva rispondere? Cosa doveva dire
alle due compagne? Erano domande che si era posta anche lei, domande a cui Lui
non aveva ancora dato risposta. Sbuffò e senza aspettare l’arrivo dei suoi
amici andò immediatamente in Sala Grande, sperando di vederlo, ma ancora una
volta l’unica cosa che notò fu la sua assenza. Fu tra le prime ad arrivare e
l’ultima ad andarsene. Per il resto della mattinata fu intrattabile, appena
qualcuno le rivolgeva la parola subito a rispondeva male e il suo umore non
fece che peggiorare quando, anche a pranzo, Alistair non si presentò.
Tornò in Sala Comune, afferrò un libro, si
lasciò cadere sul divanetto ed iniziò a leggere. Harry e Ron provarono a
coinvolgerla in varie attività, a chiederle consigli sui compiti, ma ogni volta
le sue risposte erano sempre più acide, così decisero di lasciarla perdere.
“Hermione.” La chiamò Ginny.
“Che c’è?” Domandò bruscamente senza neanche
abbassare il libro.
“So che non è il momento…” Iniziò, ma
subito la riccia la interruppe.
“Esatto, non è il momento! Ma volete
lasciarmi in pace!?” Abbassò il libro furiosamente e lanciò un’occhiata di
fuoco alla più piccola di casa Weasley.
“Hai…hai ragione, scusami.” Si scusò con
voce tremante.
Hermione la guardò: continuava a mordersi
nervosamente il labbro inferiore, aveva gli occhi lucidi, giocherellava con la
manica del maglioncino blu e continuava a spostare il peso da una gamba
all’altra. Inspirò profondamente, chiuse gli occhi, cercò di calmarsi e la
guardò.
“Che cosa c’è?”
“Ti devo parlare.”
Sbuffò, spostò il cuscino e le fece segno
di sedersi.
“Non qui.” Il suo sguardo volò
involontariamente a Harry e Ron seduti poco distante, subito pronti a captare
ogni loro parola come fossero due antenne.
“Ok.”
Si alzò dal divanetto, prese il libro e si
diresse verso la propria stanza, seguita dalla rossa. Entrò nella camera e vide
che era deserta.
“Allora, di cosa devi parlarmi?” Le chiese
incrociando le braccia al petto una volta che Ginny ebbe chiuso la porta.
“Siediti.” Le consigliò.
“Ginny, per favore, non è il caso. Non ho
bisogno delle tue lezioni. Sono già nervosa di mio.” Scattò.
“Sono andata a letto con Eric Heartmann.”
Disse velocemente Ginny.
Hermione sbattè le palpebre incredula e si
lasciò cadere sul letto.
“Te l’avevo detto che era meglio se ti
sedevi.” Borbottò.
“Tu…” Fece una pausa. “Tu cosa?!” Chiese
spalancando le braccia quando riacquistò la facoltà di parlare. “Non ci credo,
Ginny!” Si alzò di scatto. “Ho capito che è un gran figo e tutto, ma è un bastardo!”
Si portò una mano alla fronte e l’altra la posò su un fianco, iniziando a
camminare avanti e indietro, scordandosi immediatamente di Alistair. “Un
bastardo Serpeverde estimatore della razza pura che si porta a letto qualunque
cosa respiri, il primo a fare scherzi ai nati babbani! Cosa diavolo ti è
passato per la testa?”
Ginny l’afferrò per le mani e la costrinse
a sedersi.
“Hermione, ascoltami.” La pregò, sedendosi
accanto a lei, continuando a tenerle le mani.
La ragazza la guardò, il petto che si
muoveva veloce. Non riusciva a crederci, Ginny era andata a letto con
Heartmann!
“Parla. E fallo in fretta!” Le concesse.
Le sorrise riconoscente ed annuì.
“Venerdì sera ero insieme a Michael e
andava tutto bene. Eravamo sui divanetti che ridevamo, scherzavamo, ci
baciavamo e stavamo bevendo i nostri cocktail. Ci alternavamo per andare a
prendere i drink, poi è arrivato il mio turno e ho trovato un po’ di gente al
bar, così ho aspettato che mi servissero.” Chiuse gli occhi e attese qualche
secondo prima di continuare. “Torno da lui e…e…e…” Si interruppe, guardando
l’amica.
“E cosa?” La incitò a continuare,
stringendole un po’ le mani.
“L’ho visto che si stava baciando con una.”
Concluse, quasi in lacrime.
Hermione spalancò gli occhi, scioccata, e si
coprì la bocca.
“Che gran bastardo!”
“Già.” Annuì. “Gli ho versato addosso i
drink, a lui e a quella schifosa, poi me ne sono andata.” Passò una mano tra i
capelli.
“Hai fatto bene. Assolutamente.” Asserì la
riccia. “Allora sei andata a letto con quello per ripicca?”
La rossa scosse il capo.
“No. Ho lasciato di corsa la Sala Grande
piangendo. Sono arrivata fino alle scale della Sala d’Ingresso quando mi sono
sentita chiamare. Mi sono girata e ho visto che era Eric, allora ho continuato
a correre su per le scale cercando di ignorarlo, ma ad un certo punto mi ha
raggiunta e mi ha presa per un polso, costringendomi a fermarsi.”
“Giuro che lo crucio. Come ha osato?” Si
scaldò .
“Aspetta! Ascolta invece di saltare alle
conclusioni!” La rimproverò.
“Ok, sei sotto l’imperius.” La guardò
attentamente, preoccupata.
Ginny scosse il capo.
“No, Hermione, no! Non sono sotto
l’imperius” Sbuffò. “Vuoi ascoltarmi?”
La prefetto arricciò il naso, poi annuì.
“Ecco. Mi ha chiesto se andava tutto bene,
io l’ho insultato e ho cercato di non fargli vedere che piangevo, ma mi ha
messo due dita sotto il mento e mi ha costretta dolcemente a guardarlo.” Fece
una pausa, ricordando quei pochi attimi. “Mi ha asciugato una lacrima con un
dito, guardandomi incredula, poi ha chiesto se piangevo per Michael e quando
gli ho detto di sì voleva correre a menarlo. Non so come ho fatto a fargli
cambiare idea.” Si strinse nelle spalle. “Ha iniziato a dire che era un’idiota,
che una bella ragazza come me non può stare con un deficiente del genere, che è
stato un cretino a non capire con quale diamante fosse fidanzato. Mi ha
lasciata senza parole.”
“No, aspetta.” La guardò sbalordita. “Ha
detto veramente queste cose?” Sbattè le palpebre incredula.
“Sì.” Annuì vigorosamente.
“Sei sicura fosse lui?”
“Assolutamente.”
“Ok, continua.” Fece un gesto con la mano
per invitarla a proseguire.
“Niente. Mi ha ascoltata mentre mi sfogavo,
poi mi ha chiesto se desideravo qualcosa da bere o se volevo prendere una
boccata d’aria. Gli ho detto che era molto gentile, ma ero stanca. Mi ha
sorriso, mi ha presa per mano e mi ha aiutata ad alzarmi. Non hai idea di come
ci sono rimasta quando l’ha fatto.”
“Posso immaginarlo.”
“Già. Vabbè, poi mi ha accompagnata al ritratto
della Signora Grassa e mi ha salutata dandomi un bacio sulla guancia.” Si
accarezzò la guancia su cui l’aveva baciata.
“Sì, ma continua!” Hermione la riportò alla
realtà.
“Scusa, hai ragione.” Sorrise colpevole.
“Un attimo ci stavamo guardando, quello dopo mi stava baciando in un modo
semplicemente divino.” Sospirò.
“E ti sei lasciata baciare da quello?!”
Esclamò sconvolta. “Perché?”
“Cerca di capirmi! Avevo appena visto
Michael baciarsi con un’altra, ero sconvolta, tu eri da qualche parte con
Alistair, Ron era ubriaco, Harry…beh, è Harry!” Si giustificò.
“Sì ma…cavolo! E’ Eric Heartmann!” Le ricordò
quasi schifata.
“Era diverso! Non sembrava neanche lui.” Si
morse il labbro inferiore.
Hermione scosse il capo, ravvivandosi i
capelli.
“Un bacio poteva starci, ma andarci a letto…”
“Lo so.” Sbuffò, gli occhi lucidi. “E’
che…boh, non so neanche come è successo! Ci siamo ritrovati in un’aula, ha
chiuso a chiave ed ha iniziato a baciarmi in una maniera che mi ha fatto
perdere completamente la testa.” Guardò imbarazzata l’amica. “Non riuscivo più
a capire nulla, non so se ti è mai capitato.”
Sospirò. Le era capitato eccome. E non
l’aveva neanche baciata: la sola presenza di Alistair le faceva quell’effetto.
“E poi?” Scosse il capo per scacciare il
pensiero di Alistair, prima di piombare nuovamente in uno stato di depressione.
“Ha evocato un letto e…ecco…” Arrossì
violentemente.
“Domanda stupida.” Alzò le mani in segno di
resa.
“Oh, Hermione, è stato bellissimo!”
Sospirò, stringendo le mani all’amica. “Non sono mai stata così bene, è stato
qualcosa di speciale.”
“Ginny, non vorrei smontarti, ma lo sai che
razza di < cosa > è?” Inarcò un sopracciglio, incrociando le braccia al
petto.
“E se fosse stato diverso? Se fosse
qualcosa di più?” Chiese speranzosa.
“Ginny, tesoro…” La guardò con un sorriso
triste. “Heartmann è un Serpeverde.”
“Anche Alistair!” Ribattè.
Hermione si morse il labbro.
“Lo so, ma è diverso.”
“Come fai a saperlo?” Domandò
scetticamente. “Non ci hai mai parlato!”
“No, non ci ho mai parlato. E sai perché
non l’ho mai fatto?” La guardò negli occhi. “Perché sono una Mezzosangue e lui
con le Mezzosangue non ci parla.” Fece una pausa significativa. “Con quelle
come me non ci parla.”
“Lo so! Ma sembrava diverso.” Si fermò e
aggrottò la fronte, cercando le parole giuste per descriverlo. “Dolce.”
Sospirò e guardò l’amica. Era andata a
letto con Eric Heartmann, non riusciva ancora a crederci.
“Non ti è venuto in mente che si sia
comportato in quel modo solo per portarti a letto?”
Lentamente annuì.
“Ci hai più parlato da venerdì?” Le chiese.
“No.” Rispose dopo qualche istante la rossa.
“Ginny…” Iniziò.
“Lo so, lo so!” La interruppe
immediatamente. “Perché credi che stia così? Il sesso migliore che abbia mai
fatto è stato con Eric Heartmann, orgoglioso Purosangue, aspirante Mangiamorte.
E non succederà mai più.”
“Cucciola, hai solo 14 anni.” Le ricordò.
“Lo so.” Fece spallucce. “Ma ciò non toglie
che sia stato il sesso migliore della mia vita.”
“Con quanti ragazzi sei andata a letto?”
Inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto, divertita dalla piega
che stava prendendo il discorso.
“Michael. E lui.”
“Ecco.” Annuì. “Da quanto hai una vita
sessuale?”
Arricciò il naso, pensierosa.
“Due mesi.” Rispose torturando una ciocca
di capelli.
“E anche Michael era alle sue prime
esperienze.” Le fece un gran sorriso. “E’ normale che con…con…” Non riusciva a
chiamarlo con il suo cognome, ancora meno col suo nome. “…con quel coso tu sia
stata bene. Ha avuto molte esperienze, lo sai benissimo anche tu. Sono sicura
che se tu chiedessi ad una ragazza a caso a partire dal quarto anno, questa ti
risponderebbe che è stata con lui o che almeno una sua amica ci è stata.”
“Lo so.”
“E ora cosa farai con Michael?” Le chiese
titubante.
“Non lo so.” Si lasciò cadere sul letto e
coprì gli occhi con le mani. “Non ne ho la benché minima idea. Tecnicamente
stiamo ancora insieme, quindi è come se lo avessi tradito.” Aggiunse, con la
voce rotta.
“Tecnicamente, è stato lui a tradirti.” Puntualizzò
Hermione.
“Lo so! Ma si sono solo baciati! Io sono
andata a letto con un altro.” Strofinò il naso con il dorso della mano.
“Purtroppo non so cosa suggerirti.” Abbozzò
un timido sorriso. “Non ci sono libri che trattano in modo specifico questo
argomento.” Scherzò.
Ginny si voltò di lato, si puntellò su un
gomito e guardò l’amica.
“Lo so.” Le sorrise calorosamente. “Avevo
solo bisogno di sfogarmi. Sto già molto meglio per averne parlato.” Le fece
l’occhiolino. “Piuttosto, con Alistair? Come è andata venerdì sera?”
La riccia chiuse gli occhi per evitare alle
lacrime di scivolare lungo le guance, si sdraiò sul letto e spalancò le
braccia.
“E’ andato tutto bene. Perfetto, oserei
dire.” Rispose a bassa voce.
“Allora perché sembri reduce dall’appuntamento
peggiore della tua vita se è andato tutto bene?” Le domandò dopo qualche
secondo di indecisione.
“Perché è scomparso. Non lo vedo da
venerdì!” Tirò su col naso. “E ho una strana sensazione, ho lo stomaco chiuso e
non riesco a mangiare.” Si voltò verso l’amica, gli occhi lucidi. “Ho paura che
sia successo qualcosa.”
“Come fai a dire che gli è successo
qualcosa?” Sorrise teneramente. “Ah, mia cara Prefetto!” Scosse il capo
divertita. “Di libri ne sai più di chiunque altro, ma sui ragazzi ne hai di
cose da imparare!”
“Cosa vuoi dire?” Si voltò, prese un
fazzoletto dal comodino, tornò a guardarla e si soffiò il naso.
“Stai tranquilla. Sarà chiuso in camera sua
a smaltire i postumi della sbronza di venerdì sera.”
“Non era ubriaco.” Disse fermamente.
“Allora la sbronza di ieri sera.” Fece
spallucce. “Che cavolo, è un ragazzo. Serpeverde per giunta! Mica è un santo!”
Hermione scoppiò a ridere, divertita,
mentre Ginny iniziava a fare battute, facendo aumentare le sue risate. Pochi
istanti dopo, la rossa iniziò a farle il solletico.
Con quella semplice battuta, Alistair era
sparito, così come Eric. Iniziarono a ridere a scherzare, si aggiornarono sugli
ultimi pettegolezzi e il pomeriggio trascorse velocemente. Arrivò l’ora di
cena, si prepararono, andarono in Sala Comune ed insieme a Ron e Harry si
diressero in Sala Grande. La prima cosa che Hermione fece appena entrata, fu
cercare Alistair, ma non lo vide.
Si lasciò cadere accanto a Ginny,
sconsolata, che subito notò il suo stato d’animo.
“Dai, arriverà!” La consolò, servendole
un’abbondante dose di purè.
Sospirò, prese in mano la forchetta ed
iniziò a mangiare, senza staccare gli occhi dal posto vuoto accanto a
Heartmann.
“Dove diavolo sei, Alistair Piton?”
Piaciuto
il capitolo? Sì? Bene, sono contenta! E lo sono ancora di più se mi lasciate un
commentino *.* Sapete, sono un po’ ansiosa per questa cosa xD Ovviamente se
volete insultarmi siete liberissimie di farlo u.u Vi capisco benissimo u.u
Bon,
passiamo ai consueti ringraziamenti: 42 persone che hanno inserito questa
storia tra i preferiti, 20 che la ricordano e 67 che la seguono. Vi adoro, lo
sapete?
Ed
ora le risposte ai commenti [scusate le risposte ripetitive ma ho poca
fantasia, almeno nei commenti xD]:
-
Malandrina94: awwwww, grazie <3 Se non si fosse capito anche
io adoro Sev <3
-
Neptunia: davvero? *.* Vuol dire che sono riuscita nel mio intento u.u xD
Grazie mille per tutti i complimenti, veramente <3
-
Morghi: speravo di no *.* Effettivamente mi chiedevo dove fossi u.u Ma ho
immaginato fossi in vacanza :P Spero tu ti sia divertita <3 Grazie mille per
i complimenti <3 Sono contenta che ti piaccia il rapporto tra Sev e Al <3
-
Lauletta: awwwwwwwww, ma grassie infinite *.*
-
Emrys: oddio, così mi commuovo *.* Perfetto, addirittura? *.* Silente è
Silente, sappiamo tutti come è fatto xD E concordo con te, quei due pezzi sono
abbastanza struggenti…ma ti dirò, l’ho fatto apposta :P
-
Nami_san: eh si, finalmente Alistair sa parte della verità! E per l’altra parte
della verità…lo scoprirà fra moooooolto moooooolto tempo u.u Oh beh, puoi solo
immaginare la reazione di Sev quando scoprirà con chi esce suo figlio. E soprattutto…
COME lo scoprirà muahahahaha. E come puoi vedere anche da questo
capitolo…Eric non sarà mai un santo innamorato u.u Bastardo è, bastardo rimarrà
fino alla fine dei suoi giorni u.u
-
Dragoon: ovviamente che la parte più interessante non è stata detta. Mica si
poteva dire tutto insieme al ragazzo? Sarebbe morto per il colpo u.u Io sto
cercando di mantenere i personaggi il più possibile fedeli a quelli di mamma
Row, compreso Sev. Solo che secondo me Sev è così, se è freddo e distaccato è
solo per proteggersi. Povero il mio amore *.* Ok, basta la smetto u.u
-
JuliaSnape: non si può certo dire che sappia TUTTA la verità
:P Sa parte della verità, la parte più scioccante ancora la deve scoprire ;)
Grazie ancora per i complimenti <3
-
Piperina: prima cosa: adoro i commenti lunghi, duraturi e prestanti come i tuoi
*.* E la gente non può stancarsi di te, scrivi in modo troppo divino <3
Passiamo al resto comunque u.u Tranquilla, Piton non sarà MAI dolce u.u
Prometto u.u Silente fa sempre così, gli piace andare con calma. E si prende
tempo, facendo le domande sul compleanno etc etc. Eh sai che ho fantasia :P L’idea
l’ho presa dai comuni preservativi babbani colorati e quelli stimolanti…io li
ho messi insieme u.u xD (ok, ora mi prenderanno per una pervertita: so queste
cose perché quando avevo 12 anni avevo comprato il top girl e c’era un articolo
sui vari tipi di preservativi xD ). No, beh, prima che Alistair sia un
Grifondoro ce ne vuole u.u Uuuuh, me tanto contenta che ti sia piaciuta quella
scena *.* Ho cercato di renderla anche il più “cinematografica” possibile. Come
dici tu non ha scoperto nulla di fondamentale su se stesso, Silente sta
semplicemente preparando il terreno. Uh meno male *.* Avevo paura che non fosse
“logico” come arriva a chiedere le varie cose *.* Alistair ha sofferto e soffre
tutt’ora per la mancanza di informazioni su sua madre, piccolo *.* Infatti ogni
tanto torna bambino, quando si tratta di lei *.* Per il fatto ripetizioni: hai
assolutamente ragione, fai bene a farmelo notare *.* In questo capitolo ho
cercato il più possibile di evitarle (ovviamente, se dovessi trovarne fammele
notare tutte. Solo così riuscirò a migliorare e a smettere a fare ste cavolo di
ripetizioni u.u ) Per quanto riguarda il secondo punto: sto cercando di
esplorare tutti i lati del carattere di Sev, carattere che mamma Row ha
mostrato solo in parte. In più penso che, avendo un figlio, è normale che ogni
tanto sia più “impulsivo” e reagisca in questo modo. E’ il figlio di Lily, lo
vuole proteggere. Era disperato quando ha scoperto che lo zio Voldie avrebbe
ucciso la donna che amava ed ora è disperato all’idea che possa succedere
qualcosa al figlio, qualcosa per cui si sente in colpa. Oddio, non so se mi
sono spiegata .-. Se non è abbastanza chiaro tanto sai dove trovarmi <3 Non
ha chiesto perché gli stanno rivelando queste cose per il semplice fatto che è
troppo eccitato ed esaltato per le notizie che gli hanno appena dato, non gli
importa sapere perché gliel’hanno detto. L’importante è che sappia <3 Eh lo
so, vedere Sev così “umano” è strano…ma chi lo ama sa che è sempre stato così e
che è tutta una facciata la sua * faccina eroica * ok, basta con le boiate xD A
presto su f <3 Ah, e ovviamente spacca il sedere anche ai passeri con i
cosplay questo week end *.* <3 xoxo *_______*
-
Alida: eh si, finalmente sta ottenendo delle risposte dopo anni e anni!
Fosse stato per papà Sev avrebbe cresciuto Alistair dicendogli immediatamente
chi era sua madre, ma Silente non pensava fosse il caso: ah, quest’uomo! Sempre
in mezzo! A dire il vero non sarà il fatto che sua madre fosse una babbana a
sconvolgerlo…sarà il CHI è sua madre xD Ma manca ancora parecchio, e ti ho già
dato delle anticipazioni ;) <3
-
Flavi90: sono onorata *.* La tua prima recensione? Per me? *.* Wow! Grazie *.*
E grazie per tutti i complimenti *.* Tranquilla, non mi annoi, anzi, tutt’altro
<3 Mi fa molto molto tanto piacere <3 Sono contenta che ti piaccia il mio
Severus <3 E il 13 è forse il mio capitolo preferito <3
-
Niki_Black: uh l’hai finita (come se non lo sapessi dato che
ti sto assillando su fb xD ). Adori? Davvero? *.* E cos’hai contro i
Serpeverde? Io sono una Serpeverde, fiera di esserlo u.u Tranquilla, anche io
sono per le cose senza senso da delirio causato da fame u.u e awwwwww *.*
Grazie mille per tutti i complimenti
<3<3<3 a pletto pletto <3
-
Roxar: ciao nuova fan *.* Sono contenta che la trama ti piaccia! Ti dirò,
quando mi è venuta in mente l’idea di dare un figlio al caro Sev mi sono data
della pazza, però poi questa storia è nata da sola…e chi sono io per impedire
ad una storia di prendere vita? <3 Ok, chiuso con le pazzie mistiche u.u Mi
rassicuri molto, perché sinceramente avevo paura di star facendo procedere (che
italiano pessimo ma fa niente xD ) le cose troppo lentamente (: Parliamo di Alistair:
sì, somiglia molto alla madre, ma ha anche molte cose in comune con il padre,
ha tutte le case di Hogwarts…ma è un Serpeverde (come si è potuto vedere dalla
piccola rivincita che si è preso con Claudius). Per la mia Hermione…grazie
mille *.* Parliamo di Eric: come dici tu è il perfetto Serpeverde (sarebbe un
perfetto erede del vecchio Salazar). Più che malandrino…direi bastardo. Sì,
bastardo è la parola perfetta per lui :P Per il resto…non ti anticipo niente
u.u Vedrai tu stessa ;) Per quanto riguarda Severus…sinceramente le volte in
cui abbraccia il figlio e gli dice che gli vuole bene sono rare, quasi si
possono contare sulle dita di una mano, ma ovviamente, più il pericolo si
avvicina più si preoccupa. D’altronde è un padre…e tutti i padri si preoccupano
(: E’ ancora devastato dal dolore e si sente in colpa per aver ucciso Lily e
non aver mai dato la possibilità ad Alistair di conoscerla. Ma non preoccuparti,
le volte che si vede un Severus “emotivo” sono solo per sottolineare quanto ci
tenga a lui ;) Tant’è che con tutti gli altri studenti che non siano Serpeverde
si comporta come al solito :P Grazie per i complimenti sullo stile <3
Ovviamente ho ancora tanto da fare, ma sono contenta che ti piaccia (: Gli
errori purtroppo sono dovuti alla mia distrazione e al fatto che, spesso,
avendo la storia in testa, leggo anche le parole che mancano. Ho cercato in
questo capitolo di evitare questi errori, se dovessi trovarne dimmelo pure che
la prossima volta mi sforzerò ancor di più ;)
Bene,
anche le risposte ai commenti sono finiti! Non mi resta che salutarvi e
augurarvi buon week end!
A
venerdì prossimo :P
Elyl
<3