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Autore: elyl    03/09/2010    12 recensioni
"Tu mi chiedi perché dovresti essere diversa, perché non sei una < schifosa Mezzosangue >.” Deglutì, alla ricerca delle giuste parole. “Tu sei diversa da qualsiasi maga abbia mai conosciuto, Mezzosangue o Puro Sangue. Non mi importano le tue origini, mi importi tu.” Sbatté un paio di volte le palpebre, incredulo per quanto aveva appena detto.“Sei diversa da tutte perché io ti amo.” "
Lily Evans e Severus Piton stanno finalmente insieme e subito dopo la fine del loro settimo anno vanno a vivere insieme. Dopo 9 mesi nasce loro figlio, Alistair. Sono felici, ma la loro felicità non è destinata a durare. Infatti Severus decide di unirsi ai Mangiamorte e Lily si sente costretta a lasciarlo. Così Severus si ritrova solo con suo figlio e a lavorare per il Signore Oscuro, Lord Voldemort. Una sera è al Testa di Porco e assiste all'enunciazione della Profezia di Sibilla Cooman. Subito riferisce a Lord Voldemort ciò che ha sentito e questi crede che il bambino sia Harry Potter ed è deciso ad uccidere chiunque si metta contro di lui. Severus allora si rivolge ad Albus Silente e lo prega di salvare la madre di suo figlio, l'unica donna che ama, l'unica donna che abbia mai amato. Silente accetta, ma i suoi sforzi non valgono a nulla, poichè quando Harry ha solo un anno Lord Voldemort ucciderà i suoi genitori. Questa è la storia di Harry Potter e il suo fratellastro, Alistair Piton.
Quinto anno per Harry, Hermione e Ron, settimo per Alistair Piton. Il Signore Oscuro è tornato, ma nessuno crede a Harry. Severus è alle prese con il suo doppiogioco e deve proteggere il proprio figlio e quello di Lily Evans e James Potter. Cosa farà quando il Signore Oscuro gli chiederà di Alistair? Come reagirà Alistair quando scoprirà la verità?
Ormai il destino del giovane Piton è segnato. Cosa succederà?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Un’altra settimana è passa, un altro capitolo è arrivato

Un’altra settimana è passa, un altro capitolo è arrivato. Sapete, ormai sono a corto di idee per le introduzioni xD

Ho paura di essere monotona .-. Ma vabbè, sono le mie fisse u.u

 

Dato che non sono in vena di dolcezze causa pc e web messenger che mi stanno avvelenando, vi risparmio la parte da mandarvi in coma glicemico u.u

 

Bon, non ho altro da dire, a parte….

 

Buona lettura ;)

 

 

 

Chapter XVI:

Where The Hell Are You?

 

“Bye, Bye, Baby

Don't Be Long
I Worry About You
While You're Gone
I think of you in my dreams
You never know, just what you mean, to me”

- Worry About You, Ivy -

 

Nella stanza regnava ancora il buio. Vigeva una regola implicita: il giorno dopo una festa, l’ultimo ad alzarsi apriva le tende, guai a chi osava farlo prima. Quel giorno, gli unici rimasti a dormire erano Alistair ed Eric.

Alistair sentì delle voci soffocate, come se qualcuno si sforzasse di parlare a voce bassa, senza riuscirci. Sentì un grugnito, poi il suo volto fu colpito da un raggio di luce, che subito sparì. Si sdraiò supino e coprì gli occhi con un braccio. Li aprì e vide che indossava ancora la giacca. Sbattè le palpebre e si guardò assonnato e confuso.

“Ma che cavolo…?” Spalancò gli occhi e rivide in pochi istanti ciò che era successo la notte prima: il tempo passato con Hermione, suo padre che gli diceva che dovevano parlare, Silente che gli rivelava l’esistenza dell’Ordine della Fenice…

“ERIC!” Urlò scattando a sedere.

“Rabarbaro blu!” Sbottò Eric, svegliandosi di soprassalto.

“Eric! Non sai cos’ho…” Iniziò, ma il suo entusiasmò sparì subito, ricordando ciò che aveva promesso. Non poteva parlarne con nessuno, specialmente con i suoi compagni di Casa, molti dei quali figli di Mangiamorte.

“Che vuoi?” Gli domandò scontrosamente, riportandolo alla realtà.

“Niente.” Rispose in un soffio, lasciandosi cadere sul letto e coprendosi gli occhi con le mani.

Eric imprecò, lo insultò, si sdraiò, si coprì nuovamente e dopo pochi attimi il suo respiro fu di nuovo profondo e regolare, segno che si era già riaddormentato.

Il giovane Piton guardò il soffitto. Esisteva un’organizzazione segreta per contrastare il Signore Oscuro e i suoi seguaci e Silente ne era a capo. Suo padre, la McGranitt, quel sempliciotto di Hagrid, i genitori e i fratelli più grandi dei Weasley e, a quanto pareva, un innocente Sirius Black ne facevano parte. Combattevano tutti per sconfiggere il Signore Oscuro, per impedirgli che uccidesse degli innocenti e Potter. Potter. Chissà come si sentiva: aveva solo quindici anni ed enormi responsabilità gravavano sulle sue spalle. Come se non bastasse era solo, aveva solo i suoi migliori amici, Weasley e Hermione. Subito sorrise, tornando con la mente ai momenti trascorsi insieme la sera prima.

Sospirò, si alzò e si diresse in bagno mentre, durante il tragitto, si tolse la giacca e la camicia buttandole sul proprio letto, rimanendo a torso nudo.

Nello stesso istante, molti piani più in alto, Hermione usciva dal bagno canticchiando. Piegò il pigiama, lo ripose sotto il proprio cuscino, prese una piccola collanina in argento che le avevano regalato i genitori per il compleanno, la indossò e si guardò allo specchio, soddisfatta. Sorrise, annuì e scese in Sala Comune. Ad attenderla c’erano Harry, Ron e Ginny. Il moro era appoggiato allo stipite della porta, le braccia incrociate al petto, soprappensiero; il rosso era accasciato su una poltrona, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa tra le mani; la ragazza invece era seduta sullo schienale di uno dei divanetti, le gambe intrecciate, si mordicchiava nervosamente un’unghia e sembrava preoccupata.

“Buon giorno!” Esclamò felice, saltando con leggiadria l’ultimo gradino. Posò una mano sulla spalla di Harry, si mise in punta di piedi e lo baciò su una guancia, poi scompigliò i capelli a Ron ed abbracciò stretta l’amica.

“Giorno.” Harry la guardò con un sorriso, contagiato dalla sua felicità. A quanto sembrava, aveva fatto bene a lasciarla con Piton.

“Miseriaccia, piantala di volteggiare per la Sala come uno di quei maledettissimi folletti irlandesi che c’erano alla coppa del mondo l’anno scorso.” Sibilò Ron, massaggiandosi le tempie.

“Mal di testa post sbronza?” Sorrise compiaciuta. Provava una certa soddisfazione nel vederlo in quelle condizioni.

Serrò le labbra, annuì e continuò a massaggiarsi le tempie.

“A dire il vero sembra più uno di quei Cupidi che Allock aveva ingaggiato.” Notò Ginny.

“Andiamo?” Propose Harry per evitare di ricordare quei maledettissimi cupidi che l’avevano umiliato davanti a tutti.

Hermione annuì entusiasta, prese a braccetto l’amica e le lanciò un’occhiata rapida.

“Tutto a posto, Ginny?” Le domandò.

La rossa impallidì, si guardò attorno poi abbozzò un sorriso e fece un cenno col capo.

“Sicura?” Inarcò un sopracciglio mentre uscivano in corridoio.

“Sicura.” La tranquillizzò.

“Psst, Harry!” Lo chiamò Ron, seguendo a distanza le due.

Harry camminava a testa bassa, chiedendosi come mai Cho non si fosse presentata alla festa della sera prima.

“Pssst!” Lo chiamò ancora, ma questi sembrava perso. Sospirò e gli diede un pizzicotto.

“Ahi!” Esclamò Harry, attirando l’attenzione delle due ragazze.

“E’ tutto a posto, tranquille.” Sorrise Ron. “Tornate pure a confabulare.” Fece un gesto con la mano.

Le due lo guardarono stupite, poi fecero spallucce e tornarono a parlare tra loro.

“Harry! Che diamine è successo ieri sera?” Sussurrò, afferrando per il gomito l’amico.

“Ti sei ubriacato, te l’ho già detto.” Ripeté esasperato.

“Si, quello me lo ricordo. O meglio, il mal di testa me lo ricorda.” Scosse il capo e si fece ancora più vicino all’amico. “Dico…Hermione.” La indicò col capo.

“Cosa?” Lo guardò senza capire.

“Lo sai.”

“No, Ron. Ho altre cose per la testa.” Roteò gli occhi al cielo.

“Lei e il figlio dell’unto. Cos’è successo?” Abbassò ancora di più la voce, tant’è che Harry dovette piegarsi per sentire le sue parole.

“Figlio dell’unto? Alistair?”

“STTTT!” Si portò un dito alle labbra e controllò che l’amica non li avesse sentiti, poi annuì.

“Non ne ho idea.” Rispose con una scrollata di spalle.

Si fermò e spalancò gli occhi.

“Come non ne hai idea?” Gli domandò incredulo, poi scosse il capo e lo raggiunse.

“Non ne ho idea. Sai, ho dovuto portarti a forza in camera.” Rispose varcando la soglia della Sala Grande. “Perché non glielo chiedi?”

“Sì, certo, come no!” Esclamò facendo schioccare la lingua. “< Scusa Hermione, sei andata a letto con Piton? >” Scosse il capo, rabbrividendo e sentendosi male all’idea.

“Allora rimarrai col dubbio. Non ho intenzione di chiederglielo.”

“Harry! Ti credevo mio amico!” Lo guardò esterrefatto.

“E lo sono.” Si sedette al suo posto, seguito dal rosso che gli si posizionò accanto.

Ron sospirò, si versò del succo di zucca e subito lo bevve mentre Hermione e Ginny si sedevano davanti a loro. Fissò la riccia, estasiato: quando era felice era ancora più bella.

“Sei andata a letto con lui?” Prima che potesse fermarsi, le parole uscirono dalla sua bocca.

Hermione si bloccò con la caraffa piena di spremuta d’arancia sospesa a mezz’aria.

“Scusa?” Sbatté le palpebre.

“Sei…sei…a-andata a-a le-let-letto co-con l-lui?” Balbettò, le orecchie rosse come un peperone.

Harry si diede una pacca sulla fronte disperato.

“E il primo premio per il tatto lo vince mio fratello Ronald.” Commentò divertita Ginny con un sorriso.

“Ronald. Weasley!” Inspirò profondamente e posò la caraffa sul tavolo, attirando su di sé gli sguardi di tutti i Grifondoro. “Come osi anche solo chiederlo!”

Il rosso si fece piccolo piccolo e balbettò qualche scusa. La riccia gli lanciò un’occhiataccia e si servì del pollo arrosto.

Harry guardò Ron: sembrava avesse appena affrontato un esercito composto da un Dorsorugoso di Norvegia e parecchi Dissennatori.

“Mione?” La chiamò infilzando le sue crocchette di patate.

“Sì, Harry?” Sollevò lo sguardo dal proprio piatto e lo guardò interrogativamente.

“Ti sei divertita ieri sera?” Chiese diplomaticamente.

Subito sul suo viso comparve un sorriso radioso.

“Molto. Ti ringrazio.” Si allungò e coprì la sua mano con la propria, per poi ritrarsi immediatamente. “E’ stata la festa di Halloween più bella della mia vita.”

Ron, che aveva lo sguardo fisso sul piatto, spalancò gli occhi e sentì il cuore perdere dei battiti.

“E’ successo qualcosa?” Si azzardò a chiederle, facendosi più attento. Se quella Serpe l’aveva sfiorata anche solo con un dito…

“No, niente di particolare.” Una ciocca di capelli le cadde davanti agli occhi e con un dito la riportò al suo posto, sorridendo mentre rievocava i momenti passati con Alistair.

“Allora perché sorridi così?” Incalzò il rosso, che sembrava aver ritrovato il coraggio.

“Dev’esserci per forza un motivo?” Si strinse nelle spalle, spezzettò il pane e se ne portò un pezzo alla bocca.

“Se continui a sorridere così dopo essere stata con una Serpe sì! DEVE esserci un motivo.” Storse il naso.

“Bhè, non c’è!” Ribattè, iniziando ad irritarsi. Possibile che non potesse accettare il fatto che era felice? “Vuoi mettertelo in quella testaccia dura? E’ diverso dagli altri!”

“Sì, certo! Come no! Sai quello che dicono, vero?” Incrociò le braccia al petto.

“No, sentiamo! Che ha ucciso un elfo domestico? Che ha stuprato delle babbane? Che truffa le vecchiette?” Anche lei incrociò le braccia al petto.

I loro compagni di Casa, inizialmente attirati dagli schiamazzi, tornarono ai loro piatti: era solo l’ennesima disputa tra Ron e Hermione.

Harry e Ginny sospirarono contemporaneamente, si guardarono, sorrisero e abbassarono lo sguardo sui rispettivi piatti, stufi di sentire i loro battibecchi.

“Bhè, quasi!” Borbottò. “Si dice che sia uno che va con tutte!”

“Lui!” Scoppiò in una risata. “Certo, come no!” Scosse il capo.

“Ma vuoi aprire quei tuoi maledetti occhi?” Posò le mani sul tavolo, stringendolo e scattò in piedi. “Ti. Sta. Usando!”

“Signor Weasley.” Disse la voce profonda di Piton alle sue spalle.

Ron impallidì, Hermione scosse il capo scocciata e tornò a mangiare mentre l’amico si voltava lentamente.

“P-professore?”

“Ti sembra di essere a Diagon Alley?” Aveva le braccia incrociate al petto e lo guardava dall’alto.

“N-no.” Rispose titubante.

“Esatto.” Scandì ogni singola lettera con la sua parlata lenta. “5 punti in meno a Grifondoro.”

“Ma…”

“E se provi a ribattere mi ritroverò costretto a toglierne altri 5.” Lo interruppe.

Il rosso aprì la bocca per dire qualcosa, ma non uscì alcun suono e si lasciò cadere umiliato sulla panca.

“Perfetto.” Si voltò rapidamente e si diresse al tavolo degli insegnanti, lanciando una rapida occhiata al tavolo dei Serpeverde.

“Sei un genio, Ronald.”

“Sta’ zitta, Hermione!” Sibilò arrabbiato, infilzando con rabbia le zucchine che aveva nel piatto.

Hermione fece per dire qualcosa, ma la sua attenzione venne attirata da un ragazzo biondo che, entrato in Sala Grande, si diresse al tavolo dei Serpeverde, stranamente solo. Osservò Eric sedersi accanto ai suoi coetanei, dire qualcosa, scoppiare a ridere e servirsi un’abbondante dose di pasticcio di carne.

Dov’era Alistair? Perché non era a pranzo? Perché non era insieme ad Eric? Sentì una strana inquietudine impossessarsi di lei. Che fosse successo qualcosa?

Al suo fianco, Ginny si morse il labbro inferiore, allontanò il piatto ed incrociò le braccia al petto.

Per il resto del pasto, nessuno dei quattro proferì parola: Ron era arrabbiato con l’amica e con se stesso, Harry pensava a Cho Chang e al motivo per il quale non aveva partecipato alla festa di Halloween, Hermione continuava a lanciare rapide occhiate all’ingresso della Sala e al tavolo dei Serpeverde e Ginny ripensava alla notte precedente.

“Dato che abbiamo finito tutti, che dite di tornare in Sala Comune?” Chiese Harry dopo un po’.

Ron grugnì qualcosa che doveva essere un < sì > e Ginny annuì.

“Hermione?”

La ragazza guardò nuovamente il tavolo dei Serpeverde, notando incredibilmente quando stonasse l’assenza di Alistair.

“Sì.” Annuì sospirando. “Andiamo.”

Si alzarono, uscirono dalla Sala Grande e per tutto il tragitto rimasero in silenzio. Quando oltrepassarono il varco della Signora Grassa Hermione sparì in camera per fare ritorno qualche secondo dopo con un grosso tomo sulle Antiche Rune mentre Ron e Harry si sistemarono comodamente sulle loro poltrone preferite e ben presto il loro malumore venne sostituito da discorsi eccitati sul campionato di Quidditch. Ginny si sedette con loro, ma non si unì ai loro discorsi. Rimase in un angolo del divanetto, le gambe piegate, a torturarsi i capelli.

Ogni tanto Hermione smetteva di leggere il libro per lanciare occhiate nervose all’orologio, maledicendo il tempo che scorreva così lentamente.

Il pomeriggio passò lento, senza che succedesse niente di particolare: persino Fred e George non fecero alcuno scherzo. Erano tutti stravolti per la festa della sera precedente: chi era rientrato tardi, chi era rientrato ubriaco, chi era rientrato tardi e aveva proseguito la festa all’interno della Sala Comune e chi non era rientrato affatto.

“Andiamo a cena?”

Hermione staccò gli occhi dal libro e guardò Harry interrogativamente.

“E’ ora di cena.” Le fece notare, indicando l’orologio appeso alla parete.

“Oh, non me ne ero accorta.” In men che non si dica aveva abbandonato il libro ed era scattata in piedi. “Allora, vi muovete?” Li incitò davanti al ritratto, le braccia incrociate al petto, un piede che tamburellava nervosamente il pavimento.

I tre amici si scambiarono un’occhiata, poi si alzarono e la seguirono.

La ragazza camminava velocemente e nervosamente. Sentiva che c’era qualcosa che non andava, sentiva che non avrebbe trovato Alistair in Sala Grande. Si fermò di colpo e scosse il capo, poi riprese a camminare più lentamente. Cosa le stava succedendo? Stava diventando pazza, ecco cosa stava succedendo! Non era da lei essere così ansiosa e nervosa, soprattutto per un ragazzo. E poi neanche stavano insieme. Per ora. Purtroppo.

“Taci!” Disse tra sé e sé.

“Hai detto qualcosa, Hermione?” Le chiese titubante Harry, guardandola preoccupato.

“No.” Rispose secca.

Ci mancava solo quello! Ora parlava anche da sola! Stava proprio impazzendo! Come aveva potuto ridursi in quelle condizioni? Per un ragazzo! Per una Serpe, poi! In più non era una Serpe qualsiasi! Si stava innamorando del figlio di Severus Piton, capo della casa di Serpeverde, ex mangiamorte, amico intimo di Lucius Malfoy!

Si fermò e sbattè le palpebre incredula. Cos’aveva detto il suo cervello? No, non si stava innamorando. Assolutamente. Non poteva succedere. Non così presto. Neanche lo conosceva!

“Stupida, stupida, stupida!” Iniziò a darsi dei colpi sulla testa.

Harry la guardò seriamente preoccupato: le ricordava incredibilmente Dobby quando, ancora al servizio dei Malfoy, era andato a Private Drive ad avvisarlo che la Camera dei Segreti sarebbe stata riaperta.

“Hermione, perché ti stai picchiando come fanno gli elfi domestici?” Le chiese con poco tatto Ron.

La ragazza lo fulminò con lo sguardo per la battuta infelice.

“Ah, già, come ho potuto dimenticarlo. Il C.R.E.P.A. Scusa.” Si strinse nelle spalle.

Lo ignorò e con il cuore che batteva rapido varcò la soglia della Sala Grande. Subito, speranzosa, passò in rassegna il tavolo dei Serpeverde: di Alistair nemmeno l’ombra.

“Arriverà, tranquilla.” Le sussurrò rassicurante Harry, poggiandole una mano sulla spalla.

Sobbalzò e lo guardò.

“Credi davvero?” Chiese con gli occhi lucidi e il labbro tremante.

“Certo.” Le fece l’occhiolino. “Ci andiamo a sedere?”

“Sì.” Abbozzò un sorriso ed abbassò lo sguardo.

“Su con la vita, dai!” Esclamò cingendole le spalle con un braccio, iniziando a trascinarla al tavolo.

Abbracciò la vita dell’amico ed insieme andarono a sedersi. Se fino a poche sere prima era Hermione a cercare di rallegrare Harry, quella sera i ruoli si invertirono. Cercò di farla ridere raccontandole barzellette, facendole il solletico e facendo imitazioni.

Una volta che ebbero finito di cenare si alzarono e cercò ancora una volta Alistair, senza trovarlo. Improvvisamente aveva voglia di piangere. Si morse il labbro inferiore e si incamminò verso la torre.

Arrivata in Sala Comune si lasciò cadere sul divanetto davanti al camino, incrociò le gambe, afferrò un cuscino e lo strinse al petto.

Voleva piangere. Voleva urlare, cercarlo, trovarlo, stare con lui, prenderlo per mano, provare le stesse sensazioni che aveva provato la sera prima. Possibile che solo lei si preoccupasse della sua assenza? Possibile che nessuno si insospettisse? Era un Caposcuola, figlio di Severus Piton, uno dei Serpeverde più conosciuti, il più insolito delle Serpi. Sbuffò ed affondò il viso nel cuscino.

“Hermione?” La chiamò titubante Ginny, avvicinandosi.

“Che vuoi?” Le chiese scorbuticamente, stringendo sempre più il cuscino, fissando il fuoco che ardeva nel camino.

Ginny stava torturando la manica del suo maglione, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.

“Che vuoi?!” Ripeté, furiosa.

“N-niente.” Balbettò. “S-scusa.”

La riccia si voltò di scatto e la vide salire di corsa le scale per il dormitorio femminile. Inarcò un sopracciglio, poi sbuffò e tornò ad osservare il camino. C’era qualcosa che non andava con Ginny, ma la cosa avrebbe aspettato: l’unica cosa che gli importava era sapere dove fosse Alistair. Perché aveva la bruttissima sensazione che fosse successo qualcosa? Non aveva nessun motivo per sospettare una cosa simile, ma se lo sentiva, lo avvertiva nel proprio cuore.

Sospirò ed attirò l’attenzione di Harry.

La guardò attentamente, sapendo perfettamente cosa stava provando. Passò una mano tra i capelli: doveva assolutamente parlarle, ma come poteva farlo con Ron accanto a loro? Non poteva. Ron stava già abbastanza male, era inutile farlo star peggio facendogli ascoltare i discorsi di Hermione.

Ron sbadigliò rumorosamente, chiuse l’ultimo numero de “Il portiere perfetto”, lo lanciò su una poltrona vicino e si stiracchiò.

“Andiamo a letto, Harry?” Domandò stropicciandosi gli occhi.

Lanciò un’occhiata a Hermione, poi tornò a guardare l’amico.

“Tu vai pure.” Gli sorrise.

Ron lo guardò sospettoso, poi spostò lo sguardo sull’amica e tornò a guardarlo.

“No.” Si lasciò cadere nuovamente sulla poltrona.

“Ron, vai a letto.” Lo incitò, quasi minacciandolo.

“Ma…”

“Vai.” Gli indicò col capo la scala che portava alla loro stanza. “Buona notte.”

Il rosso sospirò, si alzò, sistemò i pantaloni e si avvicinò a Hermione.

“Notte.” Disse, strofinandole un po’ i capelli.

“Mmmm.” Rispose semplicemente, senza scomporsi minimamente.

La guardò basito: solitamente lo minacciava di morte. Mise le mani in tasca, si strinse nelle spalle, fece un cenno a Harry e sparì su per le scale.

“Allora, Mione, che cosa succede?” Le domandò dolcemente.

“Niente.” Rispose subito, secca.

Il moro scosse il capo, si alzò ed andò a sedersi accanto a lei, allungando il braccio sullo schienale.

“Hermione, siamo solo io e te. Non c’è Ron, non c’è Ginny, non c’è nessuno. Lo sai che puoi dirmi tutto quello che vuoi.” Fece una pausa e la vide mordersi il labbro inferiore, chiedendosi sicuramente se poteva parlargli senza problemi di Alistair. “Anche di Alistair Piton.”

“Io non capisco! Seriamente!” Esplose, spalancando le braccia e facendole ricadere pesantemente sul cuscino che aveva in grembo. “Stiamo bene, ci divertiamo, mi sembra di vivere un sogno e lui cosa fa’? SPARISCE!” Urlò l’ultima parola. “E’ sparito, te ne rendi conto?” Scosse il capo. “E’ stato tutto perfetto. Ogni parola che diceva era perfetta, ogni suo gesto, persino come ogni tanto scuote il capo per scostarsi i capelli dagli occhi.” Sorrise, sognante, tornando a quei momenti. Sospirò. “Che cos’ho fatto di sbagliato?” Si voltò verso l’amico. “E’ stato tutto perfetto. Anche tu lo sei stato, hai portato via Ron e mi hai lasciata sola con lui.” Gli sorrise, riconoscente.

Harry le afferrò la mano e gliela strinse, coprendola con l’altra.

“Dai, Mione, sono sicuro che non si è pentito di nulla.” Iniziò.

“Cosa? Credi che si sia pentito?!”

“No, te lo stavo appunto dicendo. Sono sicurissimo che non è successo niente e che non vede l’ora di vederti anche lui.” Concluse, stupendosi di aver detto quelle parole. Era davvero lui? Aveva veramente detto quelle parole?

Hermione gli strinse la mano e gli sorrise.

“Grazie.”

“Sono sempre qui.” Le fece l’occhiolino, ma vide che le sue parole non erano servite a molto. “Dai vieni qui. Abbraccio consolatorio!” Esclamò, allargando le braccia.

La riccia sospirò, ravvivò i capelli con una mano e si lasciò abbracciare, appoggiando il viso sulla sua spalla.

“Va meglio?” Gli domandò dopo qualche secondo.

“N-no.” Balbettò con voce rotta.

“Mione?” La guardò negli occhi. “Ma tu stai piangendo!” Esclamò incredulo. “Che cosa ti ha fatto?”

“Niente!” Si strofinò gli occhi con il dorso della mano. “E’ che ho una brutta sensazione.”

“Brutta sensazione?” Inarcò un sopracciglio.

“Sì.” Annuì. “Ho come la sensazione che gli sia successo qualcosa.” Tiro su col naso. “Ok, lo so, ora mi prenderai per pazza, ma non posso farci nulla! Ho come questa …questa…cosa!” Fece un gesto circolare all’altezza dello stomaco. “Proprio sullo stomaco. Da quando mi sono svegliata.”

Harry sorrise.

“Mione, stai tranquilla, ok? Sei solo stanca.” Le diede un buffetto su una guancia.

“Forse, ma…”

“Niente ma.” La interruppe. “Ora vai a letto, fai una bella dormita e vedrai che domani sarà passato tutto e vedrai la tua bella Serpe.” Scherzò.

Hermione non paté fare a meno di sorridere.

“Grazie.” Lo ringraziò, abbracciandolo stretto.

“Di niente.” Le diede una pacca sulla spalla.

Si alzarono contemporaneamente e giunti alle scale si salutarono con un ultimo abbraccio, per poi dirigersi ognuno verso la propria stanza. Harry la osservò salire le scale, poi entrò nella sua stanza. Se quella Serpe aveva anche solo osato illuderla o ferirla in qualsiasi modo, era una Serpe morta.

L’indomani Hermione fu la prima a svegliarsi. Rimase sdraiata nel letto, rigirandosi continuamente, guardando le lancette dell’orologio muoversi lentamente. Sbuffò, scostò le lenzuola, prese dei vestiti puliti e si chiuse in bagno, dove rimase a lungo sotto il getto dell’acqua calda. Quando uscì dal bagno con i capelli ancora bagnati, trovò le sue due compagne sveglie che parlavano eccitate a bassa voce. Non appena si accorsero della sua presenza si azzittirono.

“Buon giorno.” Le salutò, sentendo i loro sguardi addosso.

Calì e Lavanda si guardarono.

“Glielo chiediamo?” Domandò Lavanda.

“Non so…” Risposte titubante Calì.

“Cosa dovreste chiedermi?” Ravvivò i capelli e si guardò velocemente allo specchio.

“Tu e Piton.” Sbottò Lavanda, stupendosi per averlo detto.

Hermione guardò la compagna di stanza riflessa nel vetro.

“Che cosa?” Prese tempo.

“Dai, non fare la finta tonta!” Esclamò Calì, facendo un gesto con la mano. “Vi abbiamo visti tutti ieri sera!”

Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente. Odiava i pettegolezzi. Come aveva fatto a non pensarci? Era ovvio che vedendoli ballare insieme avrebbero iniziato a fare domande. Una Grifondoro e un Serpeverde. Granger e Piton. Quale pettegolezzo era più succulento di questo?

“Scusate, devo andare.” Borbottò uscendo di corsa dalla stanza, sentendo le lacrime pruderle gli angoli degli occhi.

Cosa doveva rispondere? Cosa doveva dire alle due compagne? Erano domande che si era posta anche lei, domande a cui Lui non aveva ancora dato risposta. Sbuffò e senza aspettare l’arrivo dei suoi amici andò immediatamente in Sala Grande, sperando di vederlo, ma ancora una volta l’unica cosa che notò fu la sua assenza. Fu tra le prime ad arrivare e l’ultima ad andarsene. Per il resto della mattinata fu intrattabile, appena qualcuno le rivolgeva la parola subito a rispondeva male e il suo umore non fece che peggiorare quando, anche a pranzo, Alistair non si presentò.

Tornò in Sala Comune, afferrò un libro, si lasciò cadere sul divanetto ed iniziò a leggere. Harry e Ron provarono a coinvolgerla in varie attività, a chiederle consigli sui compiti, ma ogni volta le sue risposte erano sempre più acide, così decisero di lasciarla perdere.

“Hermione.” La chiamò Ginny.

“Che c’è?” Domandò bruscamente senza neanche abbassare il libro.

“So che non è il momento…” Iniziò, ma subito la riccia la interruppe.

“Esatto, non è il momento! Ma volete lasciarmi in pace!?” Abbassò il libro furiosamente e lanciò un’occhiata di fuoco alla più piccola di casa Weasley.

“Hai…hai ragione, scusami.” Si scusò con voce tremante.

Hermione la guardò: continuava a mordersi nervosamente il labbro inferiore, aveva gli occhi lucidi, giocherellava con la manica del maglioncino blu e continuava a spostare il peso da una gamba all’altra. Inspirò profondamente, chiuse gli occhi, cercò di calmarsi e la guardò.

“Che cosa c’è?”

“Ti devo parlare.”

Sbuffò, spostò il cuscino e le fece segno di sedersi.

“Non qui.” Il suo sguardo volò involontariamente a Harry e Ron seduti poco distante, subito pronti a captare ogni loro parola come fossero due antenne.

“Ok.”

Si alzò dal divanetto, prese il libro e si diresse verso la propria stanza, seguita dalla rossa. Entrò nella camera e vide che era deserta.

“Allora, di cosa devi parlarmi?” Le chiese incrociando le braccia al petto una volta che Ginny ebbe chiuso la porta.

“Siediti.” Le consigliò.

“Ginny, per favore, non è il caso. Non ho bisogno delle tue lezioni. Sono già nervosa di mio.” Scattò.

“Sono andata a letto con Eric Heartmann.” Disse velocemente Ginny.

Hermione sbattè le palpebre incredula e si lasciò cadere sul letto.

“Te l’avevo detto che era meglio se ti sedevi.” Borbottò.

“Tu…” Fece una pausa. “Tu cosa?!” Chiese spalancando le braccia quando riacquistò la facoltà di parlare. “Non ci credo, Ginny!” Si alzò di scatto. “Ho capito che è un gran figo e tutto, ma è un bastardo!” Si portò una mano alla fronte e l’altra la posò su un fianco, iniziando a camminare avanti e indietro, scordandosi immediatamente di Alistair. “Un bastardo Serpeverde estimatore della razza pura che si porta a letto qualunque cosa respiri, il primo a fare scherzi ai nati babbani! Cosa diavolo ti è passato per la testa?”

Ginny l’afferrò per le mani e la costrinse a sedersi.

“Hermione, ascoltami.” La pregò, sedendosi accanto a lei, continuando a tenerle le mani.

La ragazza la guardò, il petto che si muoveva veloce. Non riusciva a crederci, Ginny era andata a letto con Heartmann!

“Parla. E fallo in fretta!” Le concesse.

Le sorrise riconoscente ed annuì.

“Venerdì sera ero insieme a Michael e andava tutto bene. Eravamo sui divanetti che ridevamo, scherzavamo, ci baciavamo e stavamo bevendo i nostri cocktail. Ci alternavamo per andare a prendere i drink, poi è arrivato il mio turno e ho trovato un po’ di gente al bar, così ho aspettato che mi servissero.” Chiuse gli occhi e attese qualche secondo prima di continuare. “Torno da lui e…e…e…” Si interruppe, guardando l’amica.

“E cosa?” La incitò a continuare, stringendole un po’ le mani.

“L’ho visto che si stava baciando con una.” Concluse, quasi in lacrime.

Hermione spalancò gli occhi, scioccata, e si coprì la bocca.

“Che gran bastardo!”

“Già.” Annuì. “Gli ho versato addosso i drink, a lui e a quella schifosa, poi me ne sono andata.” Passò una mano tra i capelli.

“Hai fatto bene. Assolutamente.” Asserì la riccia. “Allora sei andata a letto con quello per ripicca?”

La rossa scosse il capo.

“No. Ho lasciato di corsa la Sala Grande piangendo. Sono arrivata fino alle scale della Sala d’Ingresso quando mi sono sentita chiamare. Mi sono girata e ho visto che era Eric, allora ho continuato a correre su per le scale cercando di ignorarlo, ma ad un certo punto mi ha raggiunta e mi ha presa per un polso, costringendomi a fermarsi.”

“Giuro che lo crucio. Come ha osato?” Si scaldò .

“Aspetta! Ascolta invece di saltare alle conclusioni!” La rimproverò.

“Ok, sei sotto l’imperius.” La guardò attentamente, preoccupata.

Ginny scosse il capo.

“No, Hermione, no! Non sono sotto l’imperius” Sbuffò. “Vuoi ascoltarmi?”

La prefetto arricciò il naso, poi annuì.

“Ecco. Mi ha chiesto se andava tutto bene, io l’ho insultato e ho cercato di non fargli vedere che piangevo, ma mi ha messo due dita sotto il mento e mi ha costretta dolcemente a guardarlo.” Fece una pausa, ricordando quei pochi attimi. “Mi ha asciugato una lacrima con un dito, guardandomi incredula, poi ha chiesto se piangevo per Michael e quando gli ho detto di sì voleva correre a menarlo. Non so come ho fatto a fargli cambiare idea.” Si strinse nelle spalle. “Ha iniziato a dire che era un’idiota, che una bella ragazza come me non può stare con un deficiente del genere, che è stato un cretino a non capire con quale diamante fosse fidanzato. Mi ha lasciata senza parole.”

“No, aspetta.” La guardò sbalordita. “Ha detto veramente queste cose?” Sbattè le palpebre incredula.

“Sì.” Annuì vigorosamente.

“Sei sicura fosse lui?”

“Assolutamente.”

“Ok, continua.” Fece un gesto con la mano per invitarla a proseguire.

“Niente. Mi ha ascoltata mentre mi sfogavo, poi mi ha chiesto se desideravo qualcosa da bere o se volevo prendere una boccata d’aria. Gli ho detto che era molto gentile, ma ero stanca. Mi ha sorriso, mi ha presa per mano e mi ha aiutata ad alzarmi. Non hai idea di come ci sono rimasta quando l’ha fatto.”

“Posso immaginarlo.”

“Già. Vabbè, poi mi ha accompagnata al ritratto della Signora Grassa e mi ha salutata dandomi un bacio sulla guancia.” Si accarezzò la guancia su cui l’aveva baciata.

“Sì, ma continua!” Hermione la riportò alla realtà.

“Scusa, hai ragione.” Sorrise colpevole. “Un attimo ci stavamo guardando, quello dopo mi stava baciando in un modo semplicemente divino.” Sospirò.

“E ti sei lasciata baciare da quello?!” Esclamò sconvolta. “Perché?”

“Cerca di capirmi! Avevo appena visto Michael baciarsi con un’altra, ero sconvolta, tu eri da qualche parte con Alistair, Ron era ubriaco, Harry…beh, è Harry!” Si giustificò.

“Sì ma…cavolo! E’ Eric Heartmann!” Le ricordò quasi schifata.

“Era diverso! Non sembrava neanche lui.” Si morse il labbro inferiore.

Hermione scosse il capo, ravvivandosi i capelli.

“Un bacio poteva starci, ma andarci a letto…”

“Lo so.” Sbuffò, gli occhi lucidi. “E’ che…boh, non so neanche come è successo! Ci siamo ritrovati in un’aula, ha chiuso a chiave ed ha iniziato a baciarmi in una maniera che mi ha fatto perdere completamente la testa.” Guardò imbarazzata l’amica. “Non riuscivo più a capire nulla, non so se ti è mai capitato.”

Sospirò. Le era capitato eccome. E non l’aveva neanche baciata: la sola presenza di Alistair le faceva quell’effetto.

“E poi?” Scosse il capo per scacciare il pensiero di Alistair, prima di piombare nuovamente in uno stato di depressione.

“Ha evocato un letto e…ecco…” Arrossì violentemente.

“Domanda stupida.” Alzò le mani in segno di resa.

“Oh, Hermione, è stato bellissimo!” Sospirò, stringendo le mani all’amica. “Non sono mai stata così bene, è stato qualcosa di speciale.”

“Ginny, non vorrei smontarti, ma lo sai che razza di < cosa > è?” Inarcò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto.

“E se fosse stato diverso? Se fosse qualcosa di più?” Chiese speranzosa.

“Ginny, tesoro…” La guardò con un sorriso triste. “Heartmann è un Serpeverde.”

“Anche Alistair!” Ribattè.

Hermione si morse il labbro.

“Lo so, ma è diverso.”

“Come fai a saperlo?” Domandò scetticamente. “Non ci hai mai parlato!”

“No, non ci ho mai parlato. E sai perché non l’ho mai fatto?” La guardò negli occhi. “Perché sono una Mezzosangue e lui con le Mezzosangue non ci parla.” Fece una pausa significativa. “Con quelle come me non ci parla.”

“Lo so! Ma sembrava diverso.” Si fermò e aggrottò la fronte, cercando le parole giuste per descriverlo. “Dolce.”

Sospirò e guardò l’amica. Era andata a letto con Eric Heartmann, non riusciva ancora a crederci.

“Non ti è venuto in mente che si sia comportato in quel modo solo per portarti a letto?”

Lentamente annuì.

“Ci hai più parlato da venerdì?” Le chiese.

“No.” Rispose dopo qualche istante la rossa.

“Ginny…” Iniziò.

“Lo so, lo so!” La interruppe immediatamente. “Perché credi che stia così? Il sesso migliore che abbia mai fatto è stato con Eric Heartmann, orgoglioso Purosangue, aspirante Mangiamorte. E non succederà mai più.”

“Cucciola, hai solo 14 anni.” Le ricordò.

“Lo so.” Fece spallucce. “Ma ciò non toglie che sia stato il sesso migliore della mia vita.”

“Con quanti ragazzi sei andata a letto?” Inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto, divertita dalla piega che stava prendendo il discorso.

“Michael. E lui.”

“Ecco.” Annuì. “Da quanto hai una vita sessuale?”

Arricciò il naso, pensierosa.

“Due mesi.” Rispose torturando una ciocca di capelli.

“E anche Michael era alle sue prime esperienze.” Le fece un gran sorriso. “E’ normale che con…con…” Non riusciva a chiamarlo con il suo cognome, ancora meno col suo nome. “…con quel coso tu sia stata bene. Ha avuto molte esperienze, lo sai benissimo anche tu. Sono sicura che se tu chiedessi ad una ragazza a caso a partire dal quarto anno, questa ti risponderebbe che è stata con lui o che almeno una sua amica ci è stata.”

“Lo so.”

“E ora cosa farai con Michael?” Le chiese titubante.

“Non lo so.” Si lasciò cadere sul letto e coprì gli occhi con le mani. “Non ne ho la benché minima idea. Tecnicamente stiamo ancora insieme, quindi è come se lo avessi tradito.” Aggiunse, con la voce rotta.

“Tecnicamente, è stato lui a tradirti.” Puntualizzò Hermione.

“Lo so! Ma si sono solo baciati! Io sono andata a letto con un altro.” Strofinò il naso con il dorso della mano.

“Purtroppo non so cosa suggerirti.” Abbozzò un timido sorriso. “Non ci sono libri che trattano in modo specifico questo argomento.” Scherzò.

Ginny si voltò di lato, si puntellò su un gomito e guardò l’amica.

“Lo so.” Le sorrise calorosamente. “Avevo solo bisogno di sfogarmi. Sto già molto meglio per averne parlato.” Le fece l’occhiolino. “Piuttosto, con Alistair? Come è andata venerdì sera?”

La riccia chiuse gli occhi per evitare alle lacrime di scivolare lungo le guance, si sdraiò sul letto e spalancò le braccia.

“E’ andato tutto bene. Perfetto, oserei dire.” Rispose a bassa voce.

“Allora perché sembri reduce dall’appuntamento peggiore della tua vita se è andato tutto bene?” Le domandò dopo qualche secondo di indecisione.

“Perché è scomparso. Non lo vedo da venerdì!” Tirò su col naso. “E ho una strana sensazione, ho lo stomaco chiuso e non riesco a mangiare.” Si voltò verso l’amica, gli occhi lucidi. “Ho paura che sia successo qualcosa.”

“Come fai a dire che gli è successo qualcosa?” Sorrise teneramente. “Ah, mia cara Prefetto!” Scosse il capo divertita. “Di libri ne sai più di chiunque altro, ma sui ragazzi ne hai di cose da imparare!”

“Cosa vuoi dire?” Si voltò, prese un fazzoletto dal comodino, tornò a guardarla e si soffiò il naso.

“Stai tranquilla. Sarà chiuso in camera sua a smaltire i postumi della sbronza di venerdì sera.”

“Non era ubriaco.” Disse fermamente.

“Allora la sbronza di ieri sera.” Fece spallucce. “Che cavolo, è un ragazzo. Serpeverde per giunta! Mica è un santo!”

Hermione scoppiò a ridere, divertita, mentre Ginny iniziava a fare battute, facendo aumentare le sue risate. Pochi istanti dopo, la rossa iniziò a farle il solletico.

Con quella semplice battuta, Alistair era sparito, così come Eric. Iniziarono a ridere a scherzare, si aggiornarono sugli ultimi pettegolezzi e il pomeriggio trascorse velocemente. Arrivò l’ora di cena, si prepararono, andarono in Sala Comune ed insieme a Ron e Harry si diressero in Sala Grande. La prima cosa che Hermione fece appena entrata, fu cercare Alistair, ma non lo vide.

Si lasciò cadere accanto a Ginny, sconsolata, che subito notò il suo stato d’animo.

“Dai, arriverà!” La consolò, servendole un’abbondante dose di purè.

Sospirò, prese in mano la forchetta ed iniziò a mangiare, senza staccare gli occhi dal posto vuoto accanto a Heartmann.

“Dove diavolo sei, Alistair Piton?”

 

 

 

 

 

Piaciuto il capitolo? Sì? Bene, sono contenta! E lo sono ancora di più se mi lasciate un commentino *.* Sapete, sono un po’ ansiosa per questa cosa xD Ovviamente se volete insultarmi siete liberissimie di farlo u.u Vi capisco benissimo u.u

 

Bon, passiamo ai consueti ringraziamenti: 42 persone che hanno inserito questa storia tra i preferiti, 20 che la ricordano e 67 che la seguono. Vi adoro, lo sapete?

 

Ed ora le risposte ai commenti [scusate le risposte ripetitive ma ho poca fantasia, almeno nei commenti xD]:

-          Malandrina94: awwwww, grazie <3 Se non si fosse capito anche io adoro Sev <3

-          Neptunia: davvero? *.* Vuol dire che sono riuscita nel mio intento u.u xD Grazie mille per tutti i complimenti, veramente <3

-          Morghi: speravo di no *.* Effettivamente mi chiedevo dove fossi u.u Ma ho immaginato fossi in vacanza :P Spero tu ti sia divertita <3 Grazie mille per i complimenti <3 Sono contenta che ti piaccia il rapporto tra Sev e Al <3

-          Lauletta: awwwwwwwww, ma grassie infinite *.*

-          Emrys: oddio, così mi commuovo *.* Perfetto, addirittura? *.* Silente è Silente, sappiamo tutti come è fatto xD E concordo con te, quei due pezzi sono abbastanza struggenti…ma ti dirò, l’ho fatto apposta :P

-          Nami_san: eh si, finalmente Alistair sa parte della verità! E per l’altra parte della verità…lo scoprirà fra moooooolto moooooolto tempo u.u Oh beh, puoi solo immaginare la reazione di Sev quando scoprirà con chi esce suo figlio. E soprattutto… COME lo scoprirà muahahahaha. E come puoi vedere anche da questo capitolo…Eric non sarà mai un santo innamorato u.u Bastardo è, bastardo rimarrà fino alla fine dei suoi giorni u.u

-          Dragoon: ovviamente che la parte più interessante non è stata detta. Mica si poteva dire tutto insieme al ragazzo? Sarebbe morto per il colpo u.u Io sto cercando di mantenere i personaggi il più possibile fedeli a quelli di mamma Row, compreso Sev. Solo che secondo me Sev è così, se è freddo e distaccato è solo per proteggersi. Povero il mio amore *.* Ok, basta la smetto u.u

-          JuliaSnape: non si può certo dire che sappia TUTTA la verità :P Sa parte della verità, la parte più scioccante ancora la deve scoprire ;) Grazie ancora per i complimenti <3

-          Piperina: prima cosa: adoro i commenti lunghi, duraturi e prestanti come i tuoi *.* E la gente non può stancarsi di te, scrivi in modo troppo divino <3 Passiamo al resto comunque u.u Tranquilla, Piton non sarà MAI dolce u.u Prometto u.u Silente fa sempre così, gli piace andare con calma. E si prende tempo, facendo le domande sul compleanno etc etc. Eh sai che ho fantasia :P L’idea l’ho presa dai comuni preservativi babbani colorati e quelli stimolanti…io li ho messi insieme u.u xD (ok, ora mi prenderanno per una pervertita: so queste cose perché quando avevo 12 anni avevo comprato il top girl e c’era un articolo sui vari tipi di preservativi xD ). No, beh, prima che Alistair sia un Grifondoro ce ne vuole u.u Uuuuh, me tanto contenta che ti sia piaciuta quella scena *.* Ho cercato di renderla anche il più “cinematografica” possibile. Come dici tu non ha scoperto nulla di fondamentale su se stesso, Silente sta semplicemente preparando il terreno. Uh meno male *.* Avevo paura che non fosse “logico” come arriva a chiedere le varie cose *.* Alistair ha sofferto e soffre tutt’ora per la mancanza di informazioni su sua madre, piccolo *.* Infatti ogni tanto torna bambino, quando si tratta di lei *.* Per il fatto ripetizioni: hai assolutamente ragione, fai bene a farmelo notare *.* In questo capitolo ho cercato il più possibile di evitarle (ovviamente, se dovessi trovarne fammele notare tutte. Solo così riuscirò a migliorare e a smettere a fare ste cavolo di ripetizioni u.u ) Per quanto riguarda il secondo punto: sto cercando di esplorare tutti i lati del carattere di Sev, carattere che mamma Row ha mostrato solo in parte. In più penso che, avendo un figlio, è normale che ogni tanto sia più “impulsivo” e reagisca in questo modo. E’ il figlio di Lily, lo vuole proteggere. Era disperato quando ha scoperto che lo zio Voldie avrebbe ucciso la donna che amava ed ora è disperato all’idea che possa succedere qualcosa al figlio, qualcosa per cui si sente in colpa. Oddio, non so se mi sono spiegata .-. Se non è abbastanza chiaro tanto sai dove trovarmi <3 Non ha chiesto perché gli stanno rivelando queste cose per il semplice fatto che è troppo eccitato ed esaltato per le notizie che gli hanno appena dato, non gli importa sapere perché gliel’hanno detto. L’importante è che sappia <3 Eh lo so, vedere Sev così “umano” è strano…ma chi lo ama sa che è sempre stato così e che è tutta una facciata la sua * faccina eroica * ok, basta con le boiate xD A presto su f <3 Ah, e ovviamente spacca il sedere anche ai passeri con i cosplay questo week end *.* <3 xoxo *_______*

-          Alida: eh si, finalmente sta ottenendo delle risposte dopo anni e anni! Fosse stato per papà Sev avrebbe cresciuto Alistair dicendogli immediatamente chi era sua madre, ma Silente non pensava fosse il caso: ah, quest’uomo! Sempre in mezzo! A dire il vero non sarà il fatto che sua madre fosse una babbana a sconvolgerlo…sarà il CHI è sua madre xD Ma manca ancora parecchio, e ti ho già dato delle anticipazioni ;) <3

-          Flavi90: sono onorata *.* La tua prima recensione? Per me? *.* Wow! Grazie *.* E grazie per tutti i complimenti *.* Tranquilla, non mi annoi, anzi, tutt’altro <3 Mi fa molto molto tanto piacere <3 Sono contenta che ti piaccia il mio Severus <3 E il 13 è forse il mio capitolo preferito <3

-          Niki_Black: uh l’hai finita (come se non lo sapessi dato che ti sto assillando su fb xD ). Adori? Davvero? *.* E cos’hai contro i Serpeverde? Io sono una Serpeverde, fiera di esserlo u.u Tranquilla, anche io sono per le cose senza senso da delirio causato da fame u.u e awwwwww *.* Grazie mille per tutti i complimenti  <3<3<3 a pletto pletto <3

-          Roxar: ciao nuova fan *.* Sono contenta che la trama ti piaccia! Ti dirò, quando mi è venuta in mente l’idea di dare un figlio al caro Sev mi sono data della pazza, però poi questa storia è nata da sola…e chi sono io per impedire ad una storia di prendere vita? <3 Ok, chiuso con le pazzie mistiche u.u Mi rassicuri molto, perché sinceramente avevo paura di star facendo procedere (che italiano pessimo ma fa niente xD ) le cose troppo lentamente (: Parliamo di Alistair: sì, somiglia molto alla madre, ma ha anche molte cose in comune con il padre, ha tutte le case di Hogwarts…ma è un Serpeverde (come si è potuto vedere dalla piccola rivincita che si è preso con Claudius). Per la mia Hermione…grazie mille *.* Parliamo di Eric: come dici tu è il perfetto Serpeverde (sarebbe un perfetto erede del vecchio Salazar). Più che malandrino…direi bastardo. Sì, bastardo è la parola perfetta per lui :P Per il resto…non ti anticipo niente u.u Vedrai tu stessa ;) Per quanto riguarda Severus…sinceramente le volte in cui abbraccia il figlio e gli dice che gli vuole bene sono rare, quasi si possono contare sulle dita di una mano, ma ovviamente, più il pericolo si avvicina più si preoccupa. D’altronde è un padre…e tutti i padri si preoccupano (: E’ ancora devastato dal dolore e si sente in colpa per aver ucciso Lily e non aver mai dato la possibilità ad Alistair di conoscerla. Ma non preoccuparti, le volte che si vede un Severus “emotivo” sono solo per sottolineare quanto ci tenga a lui ;) Tant’è che con tutti gli altri studenti che non siano Serpeverde si comporta come al solito :P Grazie per i complimenti sullo stile <3 Ovviamente ho ancora tanto da fare, ma sono contenta che ti piaccia (: Gli errori purtroppo sono dovuti alla mia distrazione e al fatto che, spesso, avendo la storia in testa, leggo anche le parole che mancano. Ho cercato in questo capitolo di evitare questi errori, se dovessi trovarne dimmelo pure che la prossima volta mi sforzerò ancor di più ;)

 

 

Bene, anche le risposte ai commenti sono finiti! Non mi resta che salutarvi e augurarvi buon week end!

 

A venerdì prossimo :P

Elyl <3

 

 

 

 


 


   
 
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