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Autore: LadyAltair    03/09/2010    2 recensioni
Sirius, Marlene e la moto: sfidando la morte, la gravità e le leggi babbane sul traffico. Dopotutto, meglio buttarsi che precipitare. Marlene x Sirius
Genere: Avventura, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Sirius Black
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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La sfida
Titolo: Sfida (Defy)

Autore: Lady Altair

Traduzione a cura di Vert

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Sfida

Sirius lascia che Marlene guidi la sua motocicletta, solo una volta, e se ne pente.

Si tiene sulla strada, ignorando le sue istruzioni per avviare l’incantesimo volante della moto. Si tiene sulla strada, sfrecciando attraverso il traffico babbano tra una sinfonia di clacson chiassosi e insulti strillati.

 

Marlene non ha bisogno dell’incantesimo per volare; il veicolo babbano è abbastanza magico per lei. Sfida la gravità e le leggi babbane sul traffico. Il vento le schiaccia i capelli sulla faccia, e lui si stringe di più a lei per tenere le lunghe ciocche lontane dai suoi occhi.

Lei grida esaltata mentre sorpassa un camion, la testa così inclinata all’indietro che non può guardare la strada, e Sirius urla con lei, indeciso se piangere di terrore o euforia. Le braccia la tengono più stretta mentre prende una curva troppo velocemente; la ghiaia scricchiola sotto le ruote e per un momento si aspetta quasi che la moto scivoli da sotto di loro, per disarcionarli sull’asfalto, togliendo il piacere di eliminarli a qualche Mangiamorte. Ma lei raddrizza la moto mentre questa conclude miracolosamente la curva e tuona lungo il rettilineo, il motore romba mentre accelera oltre la sanità mentale nella pazzia.

 

Lui è imprudente, ma non ha mai provato niente di simile prima d’ora. Marlene sta gettando tutto quello che ha (e tutto quello che ha lui, in verità)  sotto le ruote della sua motocicletta, sfidando il mondo ad inseguirla. E lui è con lei in questa folle corsa.

 

La lascia, i capelli scarmigliati e gli occhi illuminati, di fronte al suo appartamento frusto in un caseggiato di Liverpool. Lei gli sorride mentre va, e ci sono strisce grigie che corrono dagli angoli dei suoi occhi alle tempie e nei capelli, dove le lacrime prodotte dal vento hanno sciolto il trucco senza tener conto della gravità. Sembra più viva che mai. Mai più, la avverte lui, piegandosi sul manubrio, la farai schiantare in un muro. E lei sorride di più, senza nemmeno tentare di negarlo, forse ne è anche un po’ fiera. Ti ammazzerai un giorno o l’altro, McKinnon, un giorno salterai e non ci sarà niente a prenderti, mormora mentre riaccende la moto.

 

Beh, allora magari mi farò crescere un paio d’ali, ribatte lei, spensierata e viva e irriverente, mentre sale i gradini di cemento. E sennò, meglio buttarsi che precipitare!

 

È la corsa migliore della sua vita, l’unica volta che non ha guidato. E, mentre torna a casa attraversando le nuvole, si chiede se è così l’amore, sedersi dietro a qualcuno e tenersi forte perché sai che ti stanno portando in qualche avventura, in qualche posto bellissimo e pericoloso che non avresti mai potuto trovare per conto tuo.

 

Si scrolla il pensiero dalla testa, buttandolo dalla moto da qualche parte sopra Leeds. Anche lui si fa crescere un paio d’ali a quanto pare e riesce a tornare da lui, scovandolo mentre sta da solo sotto il cielo grigio di Stirling, le mani nelle tasche della giacca di pelle, accanto alla tomba di Marlene ancora fresca. Lo lascia vagare per un po’, abbastanza per dirsi “forse” e immaginare per poco quello che sarebbe potuto essere, fino a quando è tutto un po’ troppo doloroso per Sirius Black e se ne libera tornando alla sua moto.

 

Si allontana al modo di Marlene, scorrazzando tra il traffico babbano ad una velocità da rompersi il collo, i clacson arrabbiati e gli improperi come musica di sottofondo. La sprona ancora, perché vuole mostrarle quello che lei gli ha mostrato quel giorno, in quella corsa, perché c’è almeno un momento in cui può credere che lei sia seduta dietro di lui, le dita piantate nei suoi fianchi, la sua risata nelle orecchie sopra l’urlo del vento, ma ovviamente quel profumo di sigarette e profumo che arriva al suo naso e riporta alla memoria tutti i ricordi dolorosi e belli è solo gas di scarico e mera illusione.

 

(A Sirius non piace particolarmente questo ricordo. Sa solo che deve essere bello, perché Azkaban gliel’ha rubato.)


NdT: Ta-dan! Eccomi di nuovo a tradurre la mia nuova ossessione: Sirius x Marlene! Questa era la prima storia su cui avevo messo gli occhi quindi sono stata particolarmente contenta quando l'autrice mi ha detto che avevo il permesso di tradurla. Se ne avete la possibilità, correte a leggere l'originale, la mia traduzione può solo imitare le emozioni che mi ha suscitato la versione inglese.

 



  
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