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Autore: Lady Darcy    04/09/2010    0 recensioni
Forse anche i cattivi hanno una storia. Forse il cattivo può anche essere il PROTAGONISTA della storia. Se ci fosse molto di più dietro quell'antagonista e prima dell'eroe che conosciamo? Voi-sapete-chi è davvero?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti, Voldemort
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti ragazzi, allora questa è la mia prima ff  quindi, ehm, ho un pò di ansia....

A parte questo spero vi piaccia, ho in mente questo racconto da un pò  e... beh non anticiperò nulla, vediamo se riesco a farvi appassionare *_*  
Lasciatemi una recensione per farmi sapere cosa ne pensate mi raccomando!!
Ok si parte,  buona lettura....


                                                                   Prologo

Aveva un brutto presentimento. Un senso di inquietudine latente si sommava al suo cattivo umore per la delusione della giornata, lo registrò vagamente senza dargli troppa importanza mentre saliva con l’ascensore, infilava le chiavi nella serratura. Una, due, tre mandate, lo scatto. Aprì la porta. Era tornata a casa.

Non poteva immaginare che  quel giorno il suo destino era venuto a cercarla.
Non poteva immaginare che da quel momento la sua vita sarebbe stata distrutta.
Non poteva immaginare che nello spazio di un solo istante la sua esistenza sarebbe stata azzerata.

Forse sarebbe stato un buco nell’acqua. Forse era tutta una perdita di tempo. Gli elementi che aveva raccolto non erano prove, c’erano solo vaghe somiglianze. Stava cercando un ago in un pagliaio ma non era certamente da lui aspettare mezza giornata in un salotto babbano che l’oggetto dei suoi desideri venisse dritto da lui.
Eppure quelle foto… la somiglianza… non poteva essere una coincidenza… ma non poteva essere così facile…
Il rumore di qualcuno che apriva la porta di casa interruppe i suoi pensieri, si irrigidì per la maniacale curiosità sulla poltrona non sua su cui si era sistemato come se fosse un trono.
Sentì la porta chiudersi , il tintinnio delle chiavi che venivano posate, poi un sospiro profondo e il rumore dei tacchi sul parquet che si allontanavano verso le altre stanze. Ma a metà strada i passi si fermarono, tornarono indietro, lentamente.  Il muro che divideva il soggiorno dall’ingresso inpediva che la figura entrasse nel suo campo visivo, ma la sentiva respirare forte, come se annusasse l’aria, come se avesse percepito che qualcosa non andava. Un ultimo passo ed entrò nella stanza.
Il suo cuore scoppiò di trionfo.

Qualcosa non andava. Lo sentiva nell’aria. E quell’ombra che aveva visto di sfuggita  nell’altra stanza…. Che sciocchezza non c’era assolutamente nien…
Sussultò così forte che mentre cercava di indietreggiare sbattè la schiena al muro dietro di lei.
Tutto il suo corpo le urlava di scappare scappare scappare , ma la sua mente era pietrificata, non riusciva a comprendere quello che gli occhi vedevano.
Alto, emaciato, la pelle diafana e tirata come di un teschio, nel mezzo del suo salotto, avvolto completamente in lungo mantello nero stava… un Essere.
Un mostro. Quel viso schiacciato, animalesco e quegli occhi, quegli occhi… era ipnotizzata, non poteva essere umano. Cosa stava succedendo.
Per un attimo erano rimasti immobili a guardarsi, lui come una statua di cera, irreale, lei pallida come non mai, il viso contratto in un’espressione disgustata e incredula, poi lui sorrise, gli occhi malvagi brillavano di sentimenti indecifrabili. Era uno spettacolo così orrendo che finalmente qualcosa in lei scattò. Il terrore le diede una velocità e un’agilità che non aveva, il suo corpo si mosse d’istinto di lato, verso la porta, senti rumore di vetri rotti dietro di lei, la spalancò, si buttò per le scale saltando i gradini a quattro a quattro sempre più velocemente. Le sembrò che ci volesse un’eternità  per arrivare al piano terra. Non sentiva passi dietro di lei. E per questo il suo terrore cresceva sempre di più, non ce l’avrebbe fatta, la sua mente ne era cosciente mentre spalancava il portone uscendo in strada e si fermava di botto.
L’Essere la fronteggiava a pochi metri di distanza e tutto il resto scomparve. Riusciva a guardare solo quegli occhi rossi come il fuoco e inspiegabilmente privi di sentimenti, ne era completamente assorbita. Non si accorse del suo sorriso gelido e nemmeno che alzo leggermente una mano scheletrica che impugnava un sottile bastoncino di legno puntato contro di lei.  Non sentì il fragore dell’ incantesimo che la colpiva, il rosso di quegli occhi si estese al tutto il suo campo visivo e poi non vide più nulla.
  
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