Un’altra vita

Con un leggero movimento del polso sprigionò cinque piccole sfere luminescenti  che si sparsero per la stanza accendendo il camino e le candele nei candelabri d’argento. Nella penombra della sera, di quel giorno che aveva atteso per venti lunghi anni, Lord Voldemort osservava la figura stesa sul divano di fronte a lui, ancora priva di conoscenza.
Era una giovane, alta e slanciata, con lunghi riccioli castani che incorniciavano un bel viso dai lineamenti eleganti e dalla pelle candida.
Poteva essere una ragazza come tante. O no?
 
Finalmente l’aveva trovata. Quando l’aveva vista apparire non aveva potuto reprimere un certo stupore, non avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe bastato il suo aspetto a tradirla.
Adesso il quadro era completo. Basta errori, basta servitori incompetenti, nessuno avrebbe più potuto ostacolarlo, nemmeno quell’insulso di Potter, nessuno sarebbe più riuscito ad opporglisi.
Lui aveva catturato l’ Angelo. E non c’era nulla al mondo di più potente.

La ragazza cominciava a riprendersi, una mano affusolata corse subito alla fronte, strizzò gli occhi in una smorfia di dolore prima di aprirli. Lui era di fronte a lei distante qualche passo, voltato verso un enorme finestra. La pioggia iniziava a cadere. Lei si alzò di scatto non appena ricordò quello  che era successo, ignorò la testa che le girava e mettendo le mani avanti girò intorno al divano mettendolo fra sè e l’Essere.
- Dove sono? -  chiese mentre lui si voltava lentamente.
Cercò di dare alla sua voce un tono più sicuro, mentre i suoi occhi registravano rapidamente la grande stanza scura in cui si trovava, il lusso opulento e la porta chiusa.
-  Chi… cosa sei? -
Lord Voldemort sorrise .
- Cara , puoi sederti, sarà una lunga notte –
-Ho molte cose da rivelarti-  aggiunse visto che lei aveva sollevato le sopracciglia in un espressione incredula.
- Bene mia cara, io sono il Signore Oscuro…. ma il mio vero nome, quello nessuno osa pronunciarlo-

Oh perfetto! Era stata rapita da un pazzo!
Un pazzo che sembrava un mostro uscito da un film horror, faceva svenire le persone agitandogli contro un bastoncino di legno e si faceva chiamare “signore oscuro”. Le sembrava di essere stata risucchiata in un racconto di Edgar Allan Poe. Era davvero troppo assurdo.

- Oscuro Signore.. .  ti dispiacerebbe spiegarmi dove sono, e cosa vuoi da me? -  la paura si stava mescolando alla rabbia. Era stata rapita, era mille miglia lontana da casa, chissà dove, e nessuno sapeva niente. Era sola.
- Oggi mia cara comincia la tua vita. La tua vera vita.- sentenziò
- Vuoi sapere perché sei qui? Lo sei perché non appartieni a quella razza senza poteri magici fra cui hai vissuto fin ora- continuò con disgusto.
- Io sono un mago. Il più potente fra i maghi. Ma non sono l’unico.-  detto questo sollevò la bacchetta e la grande finestra si infranse, il fuoco usci dal camino e cominciò a propagarsi distruggendo il prezioso tappeto persiano, ma al suo grido spaventato, in un istante, era come se nulla fosse successo. La finestra intatta, il fuoco crepitava fra le pietre del camino.
- Esiste un mondo di cui tu non hai la più vaga idea-
- Anche tu sei una strega -