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Autore: kymyit    04/09/2010    2 recensioni
Una nota casa discografica americana decide di lanciare una band giapponese visual kei: gli Shunkashuutou.
Una dei dirigenti invita nella sua villa, insieme agli ospiti asiatici, il suo amico d'infanzia italiano Iyv, il ragazzo di lui e la sua sorellina, Hogan ed Helena Russell.
Quando poi Haruka, la cantante, verrà trovata morta spetterà proprio all'italiano e al suo socio rimboccarsi le maniche e venire a capo del complicato mistero.
Perché niente è come viene fatto sembrare.
Se poi ci si mette un medico legale con cui Iyv ha un conto in sospeso, la situazione non è certo delle migliori.
Il resto dei presenti, eccetto Mafuyu, e forse Emily, rimase confuso a quella rivelazione. Persino Iyv restò a bocca aperta, perché aveva certo sospettato una soluzione così romanzesca, ma era troppo… romanzesca, appunto, e l’aveva accantonata nella sua mente per ricercare le prove ed evitare di seguire immediatamente una pista che avrebbe potuto rivelarsi fasulla.
La sua regola principale era: non concentrarti mai su un qualcosa, vaglia le varie ipotesi, prendi tutto per plausibile e solo dopo sfoltisci le idee, quando sarai sicuro che alcune possano essere scartate.
E prove ce n’erano a favore di quella verità, mancava il movente, e temeva di saperlo. Era in casi come quelli che bisognava puntare il fascio di luce teatrale sul colpevole e farsi spiegare, raccontare, ogni cosa.

[Rat: arancio, rosso al terzo capitolo, ma non troppo rosso]
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Iyv & Hogan'
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Attenzione, capitolo a rat rosso, non molto pesante, ma rosso U_U





Capitolo 3: Cena con delitto al termine


Se dovessero chiederti, principessa d’Autunno,
Qual è il tuo desiderio
Se potessero esaudirlo
Vorresti davvero che l’onta fosse pagata con la morte di lei?

(Autumn Princess no Kanashimi, Shunkashuutou)



Le otto arrivarono presto. Hogan protestò come suo solito. Ma con un po’ di fatica e tanti sorrisi, Iyv riuscì a farlo alzare dal letto e prepararlo per la cena.
Dovette sfoggiare il miglior sguardo da cucciolo della sua carriera di navigato latin lover (a suo dire) per convincere il compagno a infilarsi una camicia nera e dei pantaloni in gessato eleganti.
Hogan però fu irremovibile su diversi punti: niente cravatta, camicia sbottonata e capelli sparati.
Essere riuscito a dargli un’aria più distinta era già un traguardo ragguardevole, perciò il biondo non protestò e si diede un’ultima sistemata ai propri capelli.
Li legò in una coda di cavallo. In quel modo il collo rimaneva scoperto.
Dannatamente scoperto, a detta di Hogan.
Sembrava lo facesse apposta!
Ad ogni modo, i due erano pronti. Helena si era preparata in precedenza e li aspettava di sotto, giocando a scacchi con la padrona di casa.
-Sei molto brava.- le disse Emily e la ragazzina sorrise.
-Per essere la prima volta, devo ammettere di andare piuttosto bene, però non capisco molte delle sue mosse.- inarcò le sopracciglia.
-Dammi del tu.- le disse -Vedi, è tutta questione di esperienza. Gioco a scacchi tutti i giorni e con gli anni ho imparato trucchi molto interessanti. Però…- guardò verso la porta della stanza –Leonard è decisamente molto più bravo di me. Ho come l’impressione che qualche volta mi faccia vincere.-
-No, dai!- Helena era sorpresa –Davvero, sembra incredibile, sei così brava!-
-Signori.- Il signor Hopkins entrò nel salotto con aria formale –La cena è in tavola.-
-Era ora!- esclamò il batterista.
-Natsuyakun!- lo beccò Shuukako –Un po’ di educazione.-
Lui fece spallucce e s’incamminò tutto contento dietro il maggiordomo. Mafuyu e Haruka seguirono, ma dopo aver lasciato passare la padrona di casa e gli altri.
Iyv e Hogan scesero le scale velocemente, congiungendosi col folto gruppo.
La sala da pranzo era piuttosto grande.
Sulla porta c’era sempre intagliato il volto di Giano. Il tavolo d’ebano scuro era ricoperto da una tovaglia bianca, carica di decorazioni floreali e cibarie.
La maggior parte delle persone presenti ebbe l’acquolina alla bocca al sol vedere gli antipasti di mare. Per non parlare di quelli di terra.
E c’erano forme di pane dall’apparenza bizzarra e deliziosa, fragranti e croccanti al punto giusto.
Il lato sinistro della stanza constava di un piccolo portico al chiuso con grandi finestre dalle intelaiature nere e una porta che dava sul giardino posteriore alla villa.
-Prima di cominciare.- disse Emily, sollevando un bicchiere con del vino rosso –Vorrei proporre un brindisi.-
Tutti si versarono del vino, persino Helena, alla quale Hogan versò circa due dita.
-Agli Shunkashuutou e al loro primo disco internazionale!-
-Agli Shunkashuutou!- fu la risposta.
Dopodiché, tutti si sedettero, con gran sollievo di Hogan, che temeva gli interventi imbarazzanti di Iyv. E vedere sul suo viso quello strano sorrisino malefico, era prova che stava per farne uno.
-Buon appetito.- disse Emily.
E dopo un sentito “grazie” finalmente la cena ebbe inizio.
Il gruppo giapponese preferì prima cosa l’antipasto di mare.
Mafuyu era come sempre composto e ben educato, attento ai modi di fare e si puliva spesso la bocca, dopo tre o quattro bocconi.
Anche Shuukako e Haruka, così come Mafuyu e il signor Mitsutani avevano modi fini o per lo meno educati, infatti, non si gettavano sul cibo come avvoltoi, come invece faceva Natsuya.
Hogan ci diede dentro con gli antipasti di terra e dovette smettere di masticare rumorosamente, per udire la voce della signorina Salomè che gli chiedeva del formaggio.
Si pulì il muso velocemente e le porse, masticando un piatto ricco di tranci di formaggio italiano.
-Quello è pecorino sardo. E’ una vera delizia, vi consiglio di assaggiarlo.- disse Emily indicandone una fetta, mentre la signorina Salomè, presa la sua porzione, passò il piatto prima a Hogan e poi al signor Bowen.
-E’ buonissimo.- fu il commento di Haruka, quasi sorpresa –Tutta un’altra cosa rispetto ai formaggi giapponesi.- le fece eco Shuukako.
Iyv prese la sua porzione dopo averla servita a Helena, seduta fra lui e Hogan, e porse il piatto verso Natsuya, il quale rifiutò, fissando il cibo.
-No grazie.- disse.
-Mi dica signor Nightingale, lei di cosa si occupa?- chiese il signor Bowen, tirandosi su gli occhiali.
Iyv si asciugò le labbra dopo aver sorseggiato del vino e posò la forchetta.
-Lavoro come professore di archeologia greca e romana in Italia. E’ stata dura per uno straniero ottenere quella cattedra.- disse, con fare melodrammatico –Lei signor Bowen? Il suo sarà un lavoro stressante, tutti quelle cifre da tenere sott’occhio. Senza contare che il mercato cambia velocemente…-
Da quel momento i due continuarono un discorso a due, fatto di cifre, tasse, costi e chi più ne ha, più ne metta, perciò la padrona di casa fece segno al signor Hopkins di servire il primo.
Questi iniziò a sparecchiare e disporre i piatti più o meno vuoti su un carrello, per poi dirigersi verso la porta di fronte all’entrata, che dava alla cucina.
-Perdonatemi, la cameriera ha avuto dei problemi personali, perciò Leonard si occupa quasi di tutto qui. Avete mai mangiato in un ristorante italiano, signor Mitsutani?-
L’uomo annuì –Una volta soltanto, signorina Bloomfield.- disse educatamente –E’ ho trovato tutto squisito.-
Helena notò che l’uomo pronunciava frasi piuttosto brevi e concise in inglese ed era molto educato, parlava dando del lei a tutti, tranne appunto ai ragazzi giapponesi e alla piccola americana, che chiamava però signorina.
Provava parecchia tenerezza nei suoi confronti e ipotizzò non conoscesse bene l’inglese o avesse paura di fare gaffe.
La portata principale arrivò pochi minuti dopo. Era pasta condita col ragù e fu molto apprezzata da tutti.
Hogan la spazzò dal piatto velocemente, rimanendo quasi soffocato da uno spaghetto, mentre Iyv gli porgeva ridendo un bicchiere d’acqua e Helena gli dava delle pacche sulla schiena.
La signorina Salomè era piuttosto a suo agio in quel clima allegro di festa e non si fece problemi a fare il bis.
I ragazzi orientali ebbero qualche problema con le posate, ma riuscirono comunque a gustare le delizie che furono servite da quel momento in poi.
Dopo la pasta, fu la volta dell’abbacchio al forno, con contorno di peperoni ripieni, melanzane sott’olio e gratin di patate.
-Natsuchan, nelle patate c’è il formaggio.- disse Haruka al suo vicino, dopo qualche boccone.
Quello corrugò appena le sopracciglia e rimise il vassoio apposto, servendosi poi con i peperoni (e lasciandoli nel piatto scoperto del formaggio anche in quelli) le melanzane e un grosso trancio di carne.
-Posso farvi qualche domanda?- chiese educatamente Helena.
-Dimmi, Ledachan.- rispose Haruka, sorridendo.
-Volevo sapere: nei vostri concerti recitavate dei ruoli?-
-A volte sì, a volte no.- fu la risposta.
-Tu che ruolo facevi?-
Haruka sorrise –Io ero la principessa, la guerriera del regno degli zombi…-
-L’amante del principe Volcan.- la beccò Shuukako.
Haruka le lanciò un’occhiataccia, che certo non sfuggì all’intrepido “professore d’archeologia”.
-Sempre meglio del ruolo di principessa della Porta d’Autunno, quel giorno non hai dato il meglio, mia cara.- rispose con aria provocatoria. Ciò detto le due si fissarono in cagnesco per qualche secondo e fecero cadere il discorso.
Helena ci rimase piuttosto male, ma Mafuyu le fece un sorriso, sussurrandole di non preoccuparsi.
La cena proseguì liscia come l’olio.
Fu la volta della frutta e infine del dolce.
Quando tutti terminarono e si diressero nel giardino, Leonard Hopkins si occupò di sparecchiare e rimettere in ordine la sala.
All’esterno, i grilli frinivano vigorosamente, coprendo talvolta le chiacchiere degli ospiti.
Emily accompagnò Helena e gli invitati stranieri a conoscere le meraviglie di quel piccolo giardino, mentre Iyv si calò nel suo ruolo di Virgil Nightingale e supportò in silenzio Hogan, il quale dovette subire l’interrogatorio da parte del signor Bowen e della signorina Salomè.
-Dev’essere stata dura lavorare a quel caso sul principato di Sealand.- disse lei.
Hogan sbottò –Tutti i casi sono difficili.- e Iyv alzò gli occhi al cielo.
-E’ assurdo pensare che chi dovrebbe proteggerci e guidarci si diletti in modo così crudele.- fu il commento amaro di Bowen –I nomi dei politici coinvolti non sono stati resi noti, se non sbaglio, vero?-
-Esatto.- fu la risposta di Hogan. Secca.
Iyv gli porse il pacchetto di sigarette e gliene accese una mentre il trentenne la reggeva fra le labbra.
Entrambi avevano passato un’esperienza parecchio snervante a Sealand, ai tempi del loro primo incontro, circa quattro anni prima.
Era “cominciato” tutto con una busta anonima.
Dentro vi erano informazioni riservate del destinatario con promesse di guadagno in caso di vincita a quel reality.
Un Reality Show in diretta mondiale, ecco cosa credevano che fosse.
Un evento senza precedenti e con enormi possibilità di far carriera anche per disadattati poveri in canna com’erano i partecipanti.
C’era anche un’ereditiera russa, ma lei era un caso a parte.
Lei e quel ragazzino appena uscito dal riformatorio furono gli unici a salvarsi.
La ragazza africana che sognava di fare la stilista, il pianista svedese caduto in disgrazia a causa della droga, l’anziana senzatetto che viveva nella metropolitana di New York… erano tutti morti.
Ingannati, attirati con false promesse e uccisi.
Perché chi è utile alla società sopravvive. Chi no, viene eliminato dal gioco e dalla vita.
Che poi, anche la vita è un crudele gioco che esalta alcuni e schiaccia altri senza pietà.
E si dice che le prove che essa ci propone siano proporzionali alla nostra capacità di sopportarle.
Inversamente proporzionali, secondo Hogan.
Lui fu pagato per fare la spia sui concorrenti. Per svelare chi era a conoscenza che oltre quella porta rossa non c’erano fama e gloria ma morte e oblio.
Nessuno oltre chi scommetteva sulle loro vite vedeva quelle immagini.
E Hogan lo sapeva.
Soffriva, ma riceveva il denaro.
Helena poteva essere curata e quello lo aiutava a sopportare tutto.
Poi Iyv lo attirò nella sua stanza quella notte.
Hogan scorse la sua sagoma nuda dietro la tendina della doccia, conobbe quel “piccolo” segreto. Assaporò le sue labbra sottili e si strinse a quelle spalle insolitamente robuste.
Si aggrappò a quei capelli con forza, venendo a sapere da Iyv, con quel loro alfabeto morse, tutto particolare, che lui era un poliziotto. Che non doveva prestarsi a quell’abominio.
Che anche lui sarebbe stato ucciso e Helena non avrebbe più ricevuto le cure.
E infine…
Infine rimasero in quattro, perché le prove concrete, oltre la testimonianza di Hogan Russell, considerato testimone inaffidabile, arrivarono solo dopo la morte di Erika, la ragazza africana.
Per tutti quei cento giorni, entrambi dovettero fingere di non sapere, sorridere a tutti, senza poter salvare nessuno.
Un inferno abbracciato da entrambi con coraggio.
Hogan per Helena, Iyv per la giustizia, per il bene degli oppressi e dei dimenticati.
Di coloro la cui vita è posposta al denaro.

-Mi spiace che Patrick sia così scontroso.- s’intromise Iyv –Ma è stata un’esperienza parecchio dura e vi assicuro che prima di agire, ha lavorato tantissimo su quel caso.-

E chi meglio di lui poteva saperlo? Si era fatto passare per una prostituta transessuale, altra pecca della società agli occhi di chi si celava dietro le telecamere e puntava il dito giocando sulle loro vite e la sera andava a caccia di sesso a pagamento sulle autostrade.
Ipocriti bastardi.

Ad ogni modo, il discorso cadde poco dopo, quando i due curiosi capirono quanto poco propenso al dialogo fosse il grande investigatore Patrick Varsittart, conosciuto di nome in tutto il mondo per le sue doti deduttive e i suoi metodi fuori dal comune.

Circa un’ora dopo, gli ospiti si congedarono e si ritirarono nelle loro stanze per la notte. I giovani orientali si divisero in due camere. Le ragazze nella stanza al lato sinistro del corridoio, i ragazzi di fronte a loro.
Gli altri tre presero camere separate.
Iyv e Hogan si chiusero la porta alle spalle, ma poco dopo Helena la riaprì, uscendo, con alcune riviste sottobraccio e il suo lettore mp3.
-Dove vai, signorina?- chiese Hogan indispettito, già a petto nudo, pronto a infilarsi sotto le coperte.
-Emily mi ha chiesto di dormire in camera sua.-
-Emily? Già le dai del tu?- ribatté Hogan.
Helena inclinò la testa fissandolo –Tu dai del tu a chiunque.-
-Affondato.- fu la risposta di Iyv, che si beccò l’ennesima occhiataccia.
-Ad ogni modo, divertitevi.- sghignazzò e fuggì via.
Hogan rimase basito –Divertitevi?!-

Dal corridoio la quindicenne sentì il fratello inveire verbalmente, e con insulti anche pesanti, contro l’investigatore. Alzò gli occhi al cielo rassegnata e bussò alla porta della stanza di Emily.
Non poté però fare a meno di sentire uno strano vocio proveniente dalla stanza delle due nipponiche.
Non capiva bene, finché non percepì distinte parole nella loro lingua natale, delle quali capì ben poco.
Ad ogni modo era certa che stessero animatamente discutendo.
La porta della stanza di Emily Bloomfield si aprì mentre la ragazza ancora fissava l’uscio da dove provenivano le parole sommesse delle due.
-Scusami Helena, ero sotto la doccia… che succede?-
-Non so… sembra stiano discutendo.-
Emily scosse la testa –Sono irrecuperabili. Litigano spesso, ma smetteranno presto. Dai entra.-
-BRUTTA TESTA DI CA-
La frase di Hogan fu per fortuna interrotta da un cuscino volante.
Le due, ancora nel corridoio diedero una scrollata di spalle, entrambe rassegnate anche dell’irrecuperabilità di due certi individui.

-Scordatelo!- ringhiò Hogan –Oggi no!-
Iyv rimise su la faccia contrita da cerbiatto.
-Ma io… siamo soli…-
Hogan portò il suo viso vicino a quello del biondo, fissandolo comunque dall’alto in basso –Quale parte di “Oggi no” non capisci?-
-Il “no”.-rispose subito Iyv, baciando poi Hogan, troppo disarmato da quella risposta veloce per sfuggire a quelle braccia lunghe e sottili che si avvinghiarono intorno alle sue spalle ossute.
Troppo debole nel desiderio di sentire il corpo caldo di quel disgraziato strofinare col suo. Hogan presto cedette a quel carnale desiderio e si lasciò indagare, scoprire, pian piano.
Lasciò carezzare a Iyv il suo viso, le sue spalle, il suo petto.
Aspettò che si dilettasse con i suoi capezzoli, che li assaporasse come deliziose fragoline su una torta invitante fatta di carne e sangue.
Attese sempre con meno pazienza che scendesse a carezzare i suoi fianchi, che torturasse il suo interno coscia con quei morsetti bastardi (lo adorava, ma mica poteva dirglielo?).
Infine lasciò che aprisse piano le sue gambe, svelando quell’entrata per il mondo del piacere.
Si sentì così idiota e cercò di serrare le gambe, ma Iyv fu ancora una volta più lesto e si gettò a capofitto su di lui, impedendo la chiusura di quel paradiso col suo corpo.
-Nessuno saprà…- gli sussurrò, col viso vicinissimo al suo -… che ti sto prendendo, caro il mio Mr. Muscolo…-
Un ringhio feroce gli diede il segnale di via libera.
Ormai Hogan Russell era semplicemente rassegnato ad avere Iyv fra le sue gambe.
Ma era anche convinto, che appena questi avrebbe abbassato la guardia, si sarebbe trovato una bella sorpresina fra le chiappe.

-E’ notevole come una ragazzina come te, possa accettare questa situazione.- disse Emily
-Vedi… a un certo punto io… io ho scoperto cosa faceva mio fratello. Perciò… sono contenta che abbia trovato qualcuno con cui stia bene.- disse piano Helena. Pensare a quello che Hogan faceva per lei, ignaro che a un certo punto l’avesse scoperto, la faceva commuovere e non poteva fare a meno di versare qualche lacrima.
Emily posò le carte che aveva in mano e le porse un fazzoletto.
-Su su, cara… comunque sia, anche Iyv…- scosse la testa –Patrizio… anche lui ha finalmente trovato qualcuno. Ha il brutto vizio di fuggire dalle relazioni col prossimo. E’ un signor svicolone quello.-
La parola “svicolone” fece ridere Helena.


Gemette sempre più forte e finalmente, con un’ultima spinta e un potente gemito, Hogan venne sul petto di Iyv.
Il biondo gli sorrise, carezzandogli le guance e asciugandogli le lacrime colate fino alle ispide basette.
-Abbi pazienza, mio caro. Ora ti raggiungo, in paradiso.-
L’italiano riprese a spingere, ormai prossimo anch’egli all’orgasmo, sempre più rapido, con la coscienza che veniva sempre meno e finalmente, accompagnato da un’ultima poderosa spinta del bacino, esplose dentro il corpo di Hogan.
I due si lasciarono andare ansimanti sul letto per diversi minuti.
Sudati e insoddisfatti.
Era stato veloce ed entrambi volevano un lento ed estenuante secondo round, perciò si alzarono contemporaneamente per “aggredirsi” a vicenda e si ritrovarono a faccia a faccia, arrossati e sconvolti.
I capelli di Iyv erano un disastro e quelli di Hogan… sembravano più un enorme, devastato, batuffolo di cotone argenteo.
-Oddio, dovresti vederti!- rise Iyv sguaiatamente e Hogan gli afferrò le spalle, atterrandolo sul materasso –Vedremo fra poco chi dei due non dovrà essere visto…- sorrise maliziosamente e gli strinse forte il membro con la mano destra.
Iyv mugugnò, sollevando un umile protesta, quando un urlo interruppe quell’idillio.
E anche la prima volta, dopo tre settimane, in cui Hogan rendeva l’italiano il suo passivo.

Il signor Hopkins fu il primo a uscire dalla sua stanza, seguito da Emily e Helena.
La donna fece rimanere la ragazzina alle sue spalle, mentre tutti si radunavano nel corridoio.
-Shuukako?!- chiese Natsuya, bussando alla porta.
La ragazza aprì, tremante.
-Haru… Haru…- aveva il fiato corto e il viso sconvolto.
Natsuya le cinse i fianchi, per rassicurarla.
-Shuu, che è successo?-
-Harukasan?- chiamò Mafuyu.
Nessuna risposta.
O meglio, la risposta giunse. Da Shuukako.
-Mo… morta…-

Fine Capitolo 3




E riecco il nuovo capitolo!!
Spero sia stato di vostro gradimento.
Povera Haruka Q__________Q
Dunque, al diavolo il fan servicismo! Non ho fatto un granché, ma almeno quei due han fatto all'amore *aria sognante*
E per vostra sorpresa (credo) il passivo della coppia di solito è proprio quell'orso brizzolato di Hogan.
A volte si prende la rivincita, ma Iyv è di un'insistenza tale da costringerlo a cedere U_U
Perdonatemi, non sono molto brava con le descrizioni e simili, devo fare ancora molta pratica... Ma sono aperta ai suggerimenti!
Ok, alla prossima!!




neik: Grazie mille per la recensione ^^
   
 
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