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Autore: _blackapple    04/09/2010    0 recensioni
Sono le vacanze di Natale ad Hogwarts e ben pochi studenti sono rimasti al castello. Lily, come tutti gli anni, e un personaggio molto più insospettabile. E molto, molto affascinante.
Pairing Lily/Sirius
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Sirius Black
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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I tre giorni seguenti passarono normalmente, Lily e Sirius non si videro praticamente mai e tutta l’arrabbiatura sfumò, da parte di entrambi.
La mattina in cui ricominciarono a parlarsi fu molto fredda, tanto che i gradini che portavano alla guferia, alla quale la ragazza si stava dirigendo, si erano congelati.
Lily si domandava distrattamente se i gufi stessero soffrendo il freddo, senza prestare troppa attenzione ai suoi pensieri; era così concentrata sul fare attenzione a non scivolare che neanche si accorse che qualcuno stava uscendo dalla porta proprio mentre lei vi entrava, e vi andò a sbattere contro.
«Cazzo! »  esclamò mentre  il piede scivolava sul bordo ghiacciato del gradino e lei cadeva all’indietro, senza niente a cui appigliarsi. Sbattè con forza il sedere per terra e si dovette aggrappare alla ringhiera per non rischiare di scivolare maldestramente fino alla fine delle scale.
Una risata roca che ben conosceva la fece avvampare di vergogna.


«Ti sei fatta male Evans? » le chiese Sirius, sempre ridendo come un matto.
«No. » esclamò lei risoluta rialzandosi in piedi ed entrando nella guferia, schivandolo.
In realtà aveva un gran male al sedere e anche al polso, sul quale si era appoggiata mentre cadeva, ma mai l’avrebbe ammesso di fronte a lui: già era stato incredibilmente imbarazzante cadere in quel modo.
«Dove hai sbattuto? » le domandò, smettendo di ridere, ma continuando a sogghignare.
«Da nessuna parte, ti ho detto che non mi sono fatta male.  » dichiarò lei e marciò verso il suo gufo bruno, che dormiva beatamente con la testa sotto l’ala.
Lei lo coccolò piano, accarezzandolo sulla testa, finché lui non aprì i grandi occhi ambrati e fece schioccare il becco. L’animale tese la zampa sinistra, di malavoglia, e si lasciò legare la lettera.
«Portala a mamma e papà, per favore. » Gli chiese la ragazza, guardandolo spiegare le ali e poi volare via nell’aria pungente.

Si girò per scendere le scale e si accorse che Sirius era ancora lì.
«Che c’è? »
«Mi domandavo se ti andasse una cioccolata alla testa di porco.  » Lei sgranò gli occhi.
«Lo stai davvero chiedendo a me?  » poi decise che non era il caso di insistere su questo argomento, o avrebbero finito per litigare di nuovo.  «Comunque non possiamo uscire dalla scuola, non è giorno di uscita ad Hogsmeade. » aggiunse in fretta, prima che lui potesse ribattere.
«Oh, ma questo non sarà un problema, credimi. Allora, vuoi venirci o no? »
Scesero le scale una di fronte all’altro, mentre Lily tentennava cercando di decidersi.
«Intendi uscire di nascosto dalla scuola? Sono un prefetto, Sirius, sai che non posso infrangere le regole. » accampò questa scusa, sperando che lui se la bevesse. In realtà aveva molta paura di non riuscire a mantenere la sua corazza di ghiaccio se fosse stata seduta con lui di fronte ad una cioccolata calda fumante. Magari da soli, visto che non ci sarebbe stato nessun altro studente.
Lui sbuffò e si scompigliò i capelli, come era solito fare James; prima di risponderle seccato:
«Beh io vado, se ti va di fare un giro trovati al quarto piano, davanti al bagno dei maschi. Diciamo… per le tre, ok?  » e senza lasciarle la possibilità di rispondere le girò le spalle e si allontanò nel corridoio.
Lei non lo chiamò indietro e si avviò in direzione della biblioteca, massaggiandosi il polso che ancora le doleva.

 

Alle tre e dieci  Sirius girò l’angolo del corridoio del quarto piano e si rabbuiò. Lei non c’era.
Era stato davvero convinto che lei sarebbe venuta e per di più quella era la prima volta che qualcuna  gli dava buca. Rimase fermo con le braccia incrociate vicino alla porta del bagno per circa un minuto e poi si avviò verso le scale.
In quel momento vide Lily arrivare con calma, dall’altra parte del corridoio.
«Alla buon’ora Evans. » la redarguì con un sorrisetto. «E’ un quarto d’ora che ti aspetto. »
Lei sogghignò, avvicinandosi. «Le balle raccontale a qualcun altro. Sono passata di qui anche dieci minuti fa e non c’era proprio nessuno. »
Sgamato  pensò Sirius e visto che non sapeva cosa risponderle, le rivolse un sorriso. Potè vedere chiaramente la pelle lattea di lei andare a fuoco, prima che si girasse e si coprisse con i capelli. Esultò dentro di se: se le faceva questo effetto con un sorriso, forse aveva qualche speranza.
«Allora, andiamo? »
«Sarà meglio che ritorniamo a scuola per le sei. »
«Sarà fatto, madamoiselle.  » le rispose, con un buffo inchino, prima di entrare nel bagno.
Lily si appoggiò al muro esterno incrociando le braccia e pensando se avesse fatto bene ad accettare. Aveva qualche dubbio.
«Allora? » il viso da irriverente di Sirius sbucò dalla porta e la fissò con aspettativa.
«Vieni o no? »
«Ma dove? E’ il bagno dei maschi, perché dovrei venire lì dentro?»
«Santo cielo, e tu saresti una delle più brillanti della scuola? » sbuffò lui. Poi la prese per un braccio e la trascinò dentro, ignorando le sue proteste .


«Cosa pensavi, che saremmo usciti tranquillamente dal portone principale? Mi sembra ovvio che dobbiamo usare un passaggio segreto.  »

Si avvicinarono al grande specchio con la cornice dorata e Sirius estrasse la bacchetta. La puntò verso il suo riflesso e mormorò Speculum. La grande cornice ruotò, come su dei cardini, lasciando aperto un buco nero squadrato, simile a quello che serviva da accesso alla sala comune dei grifondoro.
«Prima le signore »
le disse, indicandole con la mano l’entrata del cunicolo.
Lily era semplicemente basita, ma fece come le era stato detto e si arrampicò nel foro.
Il fondo e il soffitto del tunnel erano visibili solo per i primi due o tre metri, grazie alla luce che entrava dal bagno dietro di lei, ma quando Sirius entrò e richiuse il passaggio, tutto crollò nell’oscurità più totale.
«Lumos » mormorò la ragazza e la punta della sua bacchetta si accese.
«Da quanto tempo conosci questo passaggio? » chiese, dopo cinque minuti, a Sirius dietro di lei, che non aveva detto una parola da quando avevano cominciato a camminare.
«Due o tre anni » fu la sua risposta. La voce, resa ancora più roca e bassa dal rimbombo di quel tunnel soffocante, fece venire un brivido caldo lungo la spina dorsale di Lily, che si accorse di essere emozionata.
Aveva le mani sudate e il cuore che batteva talmente forte da temere che pure Sirius lo sentisse.
«Dove porta? »
«Usciremo poco lontano dalla via principale, lo vedrai.  »
Camminarono in silenzio per un tempo indefinito, ma che a Lily parve come una buona mezz’ora, e si trovò ad una diramazione tra due cunicoli.
Aprì la bocca e prese fiato per chiedere da che parte andare, quando una mano calda le si appoggiò sul fianco e la spinse leggermente verso destra.
«Di qua.  »
Lei deglutì, nervosa, ogni singola fibra del suo corpo in tensione. Sarebbe stato facile voltarsi e richiedere un contatto un po’ più approfondito con il ragazzo dietro di lei, ma poi cosa sarebbe successo?

Eppure il suo problema non era il coraggio, o il timore di non piacergli, era ben altro. Sapeva che Sirius l’avrebbe rifiutata in ogni caso: non perché si sarebbe fatto scrupoli sulla sua bellezza o intelligenza (Era andato a letto anche con ragazze molto peggiori di lei, solo perché avevano una bella quarta di seno), ma per un motivo molto più semplice e allo stesso tempo molto più insormontabile: James.
James faceva una corte spietata a Lily Evans da quando erano al secondo anno, e nonostante a lei non interessasse più di tanto (Si divertiva più a rifiutarlo che a cercare di conoscerlo meglio), lui non sembrava intenzionato a rinunciare.
E Sirius, Sirius mai avrebbe tradito il suo migliore amico, nemmeno per la donna più bella del mondo.

Era talmente presa da questi pensieri, che neanche si accorse che il cunicolo stava salendo, inclinandosi verso l’alto.
«Aspetta, ora vado davanti io. » le disse Sirius, e lei si spostò di lato per lasciarlo passare.
Gli ultimi metri erano molto ripidi e, alla luce della bacchetta, culminavano con una botola.
Il ragazzo la spinse piano, guardandosi intorno con attenzione, prima di sollevarla maggiormente.
Uscì con la testa e poi le fece un gesto con la mano: «Via libera, andiamo.  »
Si arrampicò fuori e poi si girò per aiutare Lily, ma lei rifiutò il gesto e si issò da sola fuori, facendo leva sulle braccia.
Si ricordò solo quando una fitta acutissima lo percorse, che il polso le faceva male.
«Ah! » gemette senza poterne fare a meno e sarebbe caduta di nuovo all’indietro, nel cunicolo, se Sirius non l’avesse afferrata e trascinata fuori.
«Che è successo? » le chiese, con uno sguardo preoccupato che ardeva nei suoi occhi neri.
«Niente, niente, devo aver messo male il polso. » E prima che potesse fermarlo, Sirius le prese la mano e lo esaminò con cura.
«Dovresti andare da Madama Pomade* quando torniamo a scuola. E’ un po’ gonfio. » 

«Non è niente » ripetè la ragazza, sottraendo la mano alla sua stretta e infilandosela in tasca, come per nasconderla.
«Allora dove siamo? » chiese, per la prima volta guardandosi intorno da quando erano usciti dal tunnel.

Intorno a loro c’era una semplice via, piuttosto stretta tra le case, senza nessuna indicazione.
«Laggiù c’è l’ufficio postale di Hosgmeade » le rispose Sirius, indicando l’angolo  duecento metri più avanti . Con un’occhiata alla botola che avevano sotto i piedi, Lily notò che c’era il simbolo delle fognature: una copertura perfetta.

Si incamminarono spalla a spalla verso l’ufficio postale e poi in direzione dei Tre Manici di scopa.
«Che ne dici, non è meglio qui piuttosto che al testa di porco? » suggerì Lily timidamente.
Sirius alzò le spalle «Se proprio insisti » ma dall’espressione non sembrava particolarmente dispiaciuto.

Il locale era praticamente vuoto e l’oste corse a servirli, con un gran sorriso stampato sul volto e una bambina biondiccia che caracollava dietro di lui.
«Rosmerta, per favore! Torna nel retrobottega, devo servire i clienti. » la rimproverò bonariamente, prima di rivolgere un sorriso si scuse a Lily e Sirius.
«No, li voglio servire io! Dai papà ti prego, solo per una volta.» insistette lei, avvicinandosi al tavolo. «Cosa posso portarvi? » chiese con voce professionale, che fece ridere sonoramente Sirius.
Prima che l’oste potesse ribattere, Lily si rivolse alla piccolina:
«A me fai una bella cioccolata calda, per favore.  »
«Fai due.  » aggiunse il ragazzo. La piccola Rosmerta saltellò felice dietro il bancone, dove la raggiunse il padre pochi secondi dopo, per aiutarla.

«Allora prefetto, come ci si sente ad aver infranto qualche regoluccia della scuola? »
«Meglio di quanto pensassi » sorrise Lily in risposta. Anzi, si sentiva assolutamente euforica. Passaggi segreti, regole infrante… l’avevano sempre affascinata.
Scherzarono insieme praticamente tutto il pomeriggio, parlando di ogni cosa come Lily non aveva mai fatto con nessun altro.
Era incredibilmente piacevole chiacchierare con quel ragazzo sfrontato e anche un po’ arrogante, ma che non riuscivi a non perdonare ogni volta per le sue frecciatine.
Risero a proposito dei professori, delle amiche di Lily (e lei non si tirò indietro nel commentare con lui) e entrarono nell’argomento ‘amici di Sirius’.
Di Remus (che lui si ostinava a chiamare Moody) e di Peter (Coda), parlarono senza alcun problema, ma entrambi si bloccarono un po’ quando fu il turno di James.
Lily avrebbe preferito evitare del tutto l’argomento, ma Sirius lo introdusse comunque e cercò di parlarne non troppo approfonditamente. Finché non ce la fece più, stava evidentemente morendo dalla curiosità, e sbottò:
«Ma perché non ci esci una volta e gli fai mettere il cuore in pace, accidenti? »
Lei abbassò lo sguardo e lo fece vagare sul bordo del cucchiaino ancora sporco di cioccolata.
«Non lo so…» la voce le uscì lagnosa «Non mi interessa. E’ così arrogante, prepotente. Se la tira in un modo incredibile. »
Sirius tacque,  ma vide che stava sorridendo «Beh anche io. »
Lily scoppiò a ridere, sorpresa. «Certo. Ma non avevo molta scelta oggi. O uscivo con te o me ne stavo in biblioteca tutto il giorno.  »  «E senza contare che questo non è un appuntamento di
quel tipo. » 
Al che Sirius le piantò gli occhi nei suoi.
«Ah no? »
La faccia che Lily fece in quel momento  fu talmente esilarante che il ragazzo scoppiò a ridere senza un briciolo di contegno. «Oddio, dovresti vederti in questo momento Evans. Sembra che tu abbia appena inghiottito un chilo di scarafaggi a grappolo. »

Lei si sforzò di ridere e cercò di sdrammatizzare, ma il cuore sembrava non volersi più fermare.

«Che ne dici, torniamo a scuola? » gli domandò, in un palese tentativo di cambiare discorso.
Sirius non se la bevve, ma accettò.
Rifecero la strada al contrario e lui sembrava cercare ogni scusa possibile per sfiorarla, toccarla, starle vicinissimo. O forse era solo l’impressione di Lily. In ogni caso, la tensione era talmente alta che alla ragazza pensò di star per scoppiare.

Di improvviso si girò, sull’orlo delle lacrime per la frustrazione. Lo avrebbe aggredito, lo avrebbe costretto a piantarla di farla vibrare in quel modo, fino in fondo al petto.
E lui si sarebbe chiuso nel suo guscio di antipatia, lei nel suo di freddezza, e sarebbe andato tutto bene di nuovo. Era una ragazza forte, ma ora la stava pugnalando troppo profondamente.
Era lì che la toccava ogni due minuti, che le respirava sul collo, che le parlava a voce molto più bassa del normale. Non aveva nemmeno acceso la sua bacchetta, giusto per stare più in ombra.
« Smettila, per favore! » Strillò quasi, girandosi verso Sirius.
Lui la fissò con occhi apparentemente sconcertati, prima di alzare le mani in segno di resa.
«Di fare cosa scusa? » le chiese incredulo.
«Oh. » fu l’unica risposta che Lily riuscì a dare, prima di girarsi. Si era immaginata tutto. Come svegliarsi di colpo da un sogno e realizzare che era stato soltanto il suo. Stavano soltanto camminando, proprio come all’andata, e lei si era evidentemente costruita un mondo nella testa.
«Niente, scusami.  » mormorò, con la voce che tremava leggermente. Raddrizzò le spalle e proseguì, un po’ più in fretta. Non parlarono più finché non giunsero alla fine del tunnel.

«Come si apre? » chiese a Sirius, che venne in avanti e protese la bacchetta. Poi tentennò per un secondo e si voltò verso Lily. Erano a pochi centimetri di distanza, neanche dieci.
La ragione le disse che avrebbe dovuto ritrarsi, arretrare e lasciarlo aprire quel maledetto passaggio. Ma l’istinto, quello sembrava di un altro parere. Di nuovo, tutto ciò che si era immaginata prima, sembrò tornare reale.
Aveva forse le allucinazioni? Si sentì come sotto l’effetto di una qualche droga.  
Schiuse le labbra leggermente e prese un respiro rapido che le fece sollevare il petto. Rimase immobile. Non si avvicinò né si allontanò a Sirius.
Il ragazzo inclinò la testa di lato e la fissò, per quanto permesso dalla luce della bacchetta di Lily, che si stava affievolendo piano.
Poi le posò una mano su una spalla e la spinse verso la parete del cunicolo. Quando fu lì appoggiata lui sollevò una mano e le scostò una ciocca rossa dal viso, indugiando per giocherellarci con le dita forti.
Sapeva bene quello che stava per succedere e non vedeva l’ora succedesse.

Sirius intanto tentennava. Guardò Lily negli occhi, per distogliere lo sguardo dalle sue labbra dischiuse:  aveva le pupille estremamente dilatate per il buio, e si maledisse per averle fissate.
Ora lo attraeva ancora di più. Quello sguardo.




Lily non era una da una scopata e via. O magari lo avrebbe potuto anche essere. Ma non con lui. Non con il migliore amico di James.
Pensò a tutte queste cose in un secondo, contemporaneamente. Avido di mettere a tacere la mente e baciarla, finalmente baciarla.

Lily era immobile, con il cuore che batteva all’impazzata. Percepì la luce della sua bacchetta affievolirsi e quasi inconsapevolmente la strinse con più forza. La luce brillò di nuovo un po’ più vivace.
Non seppe mai se fu quello a scuotere Sirius o cos’altro, ma lo vide tirarsi su e arretrare di un passo. Poi la guardò con un’espressione strana, come se fosse lei la colpevole dell’attrazione che provavano.
Aprì lo specchio mormorando una parola che Lily non capì, e si arrampicò fuori.

Lei si sentì le gambe molli e scivolò di pochi centimetri contro il muro.
Era  stato lì, ad un soffio dalle sue labbra. Si maledisse per non essersi fatta avanti lei stessa e cercò di scuotersi.

Quando oltrepassò il buco dello specchio, la pioggia di luce del bagno le fece quasi girare la testa.
Ci mise un po’ di secondi ad abituare gli occhi, e quando riuscì a guardarsi intorno notò che Sirius non c’era più. Era scappato. 

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Ringrazio tantissimo tutte le persone che hanno letto la storia :D e in particolare Lillina88 che mi ha lasciato la prima recensione *___* grazie davvero.


Un paio di capitoli o tre, poi sarà finita :D 

   
 
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