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Autore: Cristina Black    05/09/2010    3 recensioni
Sono passati 15 anni dalla trasformazione di Bella e dall'imprinting di Jacob. Renesmee è cresciuta, è invecchiata, e Jacob è stato tutto ciò di cui lei aveva avuto bisogno. Con il trascorrere degli anni, Bella comincia a vedere Jacob con occhi e sensi diversi, riscoprendo così l'amore che da sempre aveva cercato di soffocare. Ma la sua nuova natura (esagerata) di vampiro non le permetterà più di tenere a freno i suoi sentimenti. Cosa succederà a Jacob, quando Renesmee morirà? Come si comporterà Bella d'ora in avanti? Ma sopratutto...come reagirà Edward?
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Jacob
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Vi Vanish: Sono felice che ti piaccia *___*! A dir la verità ne ho già scritti alcuni ma voglio postarli piano piano! Ci saranno molti colpi di scena, garantito! Alcuni di questi capitoli sono scritti secondo il punto di vista dei vari personaggi (POV= point of view), per cercare di descrivere le emozioni e i pensieri che dall'esterno non si capiscono.

Spero di ricevere tanti altri commenti ^__^, e ora passiamo al cap.2

 

 

******************************

 

 

Arrivammo nei pressi della nuova casa Cullen, immersa tra i boschi come la precedente.

Bella entrò senza aspettare che sbucassi da dietro i cespugli, umano e più o meno vestito. Quando entrai, vidi l’intera famiglia raggruppata attorno al divano. Bella si stringeva tra le braccia di Edward.

«Fatemi passare», gridai facendomi largo tra quelle statue di marmo.

«Jake», sussurrò debolmente Renesmee.

La sua pelle era bianca quanto il divano sul quale stava sdraiata. La mano sul cuore e l’espressione dolorante.

Guardandola mi sentii male. Non aveva avuto un semplice malore.

«Sta morendo», disse Carlisle.

Un singhiozzo provenì dalla gola di Bella.

«E non si può fare nulla?», gli domandai con gli occhi fuori dalle orbite.

«Ho fatto il possibile per lei. Mi dispiace figliolo», rispose con il volto straziato dal dispiacere e dalla sofferenza.

Mi lasciai cadere sulle ginocchia, accanto a lei.

«Questa volta non puoi aiutarmi Jake», disse con un filo di voce, mentre cercava di stringere la mia mano.

Sentivo il battito del suo cuore, divenire sempre più debole e perdere qualche colpo, la pelle più fredda del solito. Le sue forze andavano di pari passo con il suo aspetto terribilmente invecchiato.

Adesso dimostrava novant’anni.

Non riuscii a trattenere le lacrime, mentre gli altri potevano solo singhiozzare e sentire gli occhi bruciare. I vampiri non potevano piangere.

Non trovavo parole da dirle, mi sentivo come annientato, il cervello era fuori uso.

Bella si inginocchiò accanto a me, posando la sua mano gelida su quella di Renesmee che stringeva la mia.

«Tesoro, ti vorremmo bene per l’eternità. Sarai per sempre la mia piccola brontolona», bisbigliò.

Nessie sorrise, mentre ci mostrava i suoi pensieri, i suoi ricordi di tutti noi.

L’ultimo che ci mostrò, era di una settimana fa.

Ero appoggiato alle fragili ginocchia di Nessie, mentre mi leggeva una raccolta di aneddoti estremamente divertenti. Insieme a noi c’era anche Bella.

Attraverso gli occhi di Nessie, vedevo che io non avevo occhi che per lei, mentre Bella qualche volta ci osservava pensierosa. Si soffermava spesso su di me.

Improvvisamente la visione si interruppe, proprio quando nei suoi ricordi eravamo scoppiati in una grossa risata a seguito di una battuta di quel libro.

I nostri uditi erano abbastanza sensibili perché ci accorgessimo che il suo cuore si era fermato.

I Cullen cominciarono a singhiozzare e ad accasciarsi ai piedi del corpo di Renesmee.

Era una tortura non poter versare lacrime.

Nel momento in cui Nessie chiuse gli occhi, accadde tutto con la stessa rapidità con cui la mia vita venne cambiata dalla magia.

Ero immobile, travolto da un’ondata di pensieri, ricordi, consapevolezze tutte nuove.

Lo sapevo, sapevo che sarebbe successo proprio questo.

Guardai Bella che avevo ancora la bocca aperta, e mi venne da piangere.

«Cosa?», sbottò Edward che aveva letto il caos dei miei pensieri.

Uno ad uno.

Scattai sui suoi occhi increduli.

«Vattene subito Jacob!», intimò quando capì cosa mi fosse successo.

Sette paia di occhi dorati mi guardarono senza capire.

«Perché deve andarsene? Che ti prende Edward?», domandò Alice confusa e sofferente. Bella lo guardò con la stessa espressione, ma sembrava anche un po’ indignata.

Iniziai a tremare.

Mi alzai di scatto e mi avviai verso la porta. Edward seguiva i miei movimenti con aria severa.

Un'istante prima che uscissi dalla porta, una mano ghiacciata si strinse con forza al mio braccio.

«Dove stai andando?», domandò Bella senza nascondere il nervosismo nei campanelli della sua voce.

Non avevo il coraggio di guardarla in faccia.

Non dopo l’ondata di sensi di colpa che mi era piombata improvvisamente addosso.

«Ha ragione Edward. E’ meglio che vada via», sussurrai.

«No!», disse lei.

Cercò i miei occhi intrappolando il mio viso tra le sue mani, costringendomi a voltarlo.

Non potevo, non potevo guardarla nei suoi occhi imploranti. Non adesso.

Guardai dritto davanti a me, dove lei non arrivava.

«Lascialo andare Bella. Non è più gradito», sibilò Edward che si era avvicinato a noi.

Sentiva ogni mio pensiero.

Le prese i polsi e la obbligò ad allontanare le sue mani dal mio viso.

Non ci pensai due volte e schizzai fuori di corsa, infilandomi in mezzo agli alberi.

Mentre mi sfilavo i pantaloncini per trasformarmi di nuovo, sentivo le voci di Bella discutere animatamente con Edward.

Ma per quanto lo desiderassi, non potevo tornare indietro, non ora che la magia si era spezzata ed ero di nuovo pardone di me stesso e delle mie scelte.

Ora che avevo ripreso i lacci dei miei vecchi legami.

 


******************************



Bella POV:

 

 

«Cos’hai fatto Edward!?», sbottai mentre il resto della mia famiglia preparava il punto in cui avrebbero seppellito nostra figlia.

Nonostante il dolore immenso per la perdita di Nessie, amplificato dalla mia natura di vampiro, mi ero preparata ad un simile evento, e per ora stavo riuscendo ad affrontarlo.

Ma non avrei mai immaginato che nello stesso giorno avrei perso anche il mio migliore amico, specie dopo avergli detto che volevo che restasse. Edward lo aveva mandato via, senza che ne capissi il motivo.

Edward distolse lo sguardo dal mio e osservò gli altri che trasportavano il corpo di di Renesmee.

«Non è più necessario che Jacob resti con noi. Niente lo lega al nostro mondo, ormai», rispose, poi piantò i suoi occhi nei miei. «Non dimenticare che è un nostro nemico», sibilò.

Sgranai gli occhi.

«Nemico? Edward ma ti senti quando parli? Ha avuto l’imprinting con nostra figlia! Ora sta soffrendo la sua morte, e tu cosa fai? Lo cacci via?», gridai scioccata dalla sua insensibilità. Dopo tutto questo tempo vissuto insieme, come poteva fare questo?

Edward fece un mezzo sorriso amaro. «Non sta soffrendo la morte di Nessie», disse gelido.

A quelle parole divenni una statua.

Com’era possibile?

Di colpo ricordai ogni sillaba della conversazione che avevo avuto con Jake poco prima. I dubbi sulla stranezza del suo imprinting.

Gli stessi dubbi che avevo avuto io ultimamente.

«E perché lo hai mandato via? Cos’altro gli è successo?», domandai con già mille pensieri per la testa.

Edward non rispose, e il sorriso sparì.

La mia mente lavorava ad una velocità impressionante, ma non potevo restarmene li ad immaginare cosa fosse accaduto. E mio marito non aveva intenzione di darmi le risposte che cercavo.

«Se non me lo dici tu, me lo dirà lui», sentenziai. Gli voltai le spalle e scattai fuori in giardino, ma Edward mi bloccò i polsi con una forza che non aveva mai usato prima.

«No!», gridò furioso.

Mi voltai ad osservarlo. Aveva gli occhi sgranati, ma subito si ricompose e allentò lievemente la presa. «Per favore, lascialo andare. Dimenticalo e resta qui con me», disse sofferente.

Tirai un sospiro, benchè non ne avessi un reale bisogno. Gli posai una mano sul volto e lo guardai negli occhi. «So che anche tu stai soffrendo», sussurrai. Lui annuì, posando la sua mano sulla mia. «Ma voglio solo capire, e se sarà il caso, dirgli addio. Poi tornerò da te», rassicurai.

Restò in silenzio a misurare le mie parole. Poi mi prese e mi baciò con foga.

«Torna presto, mia amata», disse staccando le labbra dalle mie.

Annuii e mi liberai dalla sua presa per sfrecciare lungo la scia di Jacob.

 

******************************


Mentre correvo tra gli alberi mi chiesi se sarei tornata davvero.

In questi ultimi mesi mi ero resa conto di molte cose, ed avevo cominciato a capire le parole che aveva detto una volta Edward, tanti anni fa.

Era una notte fredda, per me che ero ancora umana all’epoca, e il sacco a pelo era riscaldato più dal corpo enorme di Jacob, che dal mio quasi assiderato.

Lui ed Edward parlavano mentre cercavo di prendere sonno, in attesa che spuntasse l’alba di una battaglia per difendermi.

Continuavo a seguire la scia di Jacob, era sempre più forte. Forse si era fermato, dopo tutti quei chilometri tra le foreste.

Perché aveva obbedito ad Edward, quando gli ha detto di andarsene?

Da cosa stava scappando?

O da chi.

Sentii il mugolio di un lupo in lontananza, lo avrei riconosciuto tra mille.

Cinque secondi dopo ero al fianco del grande lupo rossiccio.

Era accucciato tra le foglie secche, con il testone tra le zampe.

Vedevo chiaramente ciuffi di pelo inumidito al di sotto dei suoi occhi neri.

Voltò il muso dall’altra parte, appena mi vide.

«Jake?», lo chiamai.

Mugolò qualcosa senza che potessi vederlo negli occhi.

Mi avvicinai a lui lentamente, allungando una mano sul suo pelo incredibilmente caldo.

Toccarlo era un’ondata indescrivibile di piacere.

Il suo pelo si rizzò come ogni volta che posavo la mia mano gelida. Chissà cosa provava, non glielo avevo mai chiesto.

Mi avvicinai al suo corpo inerme, e mi feci avvolgere da quel calore che su di me aveva cominciato ad avere un potere straordinario.

Perché? Perché proprio adesso che non potevo più tornare indietro?

Formulai i pensieri e le sensazioni ad un battito delle mie lunghe ciglia.

Gli presi il muso e lo voltai verso di me.

I suoi occhi brillavano nei miei, mentre il suo cuore aveva preso ad accelerare.

Non accadeva mai, quando mi guardava. Almeno non da quando sono diventata vampira e lui aveva avuto l’imprinting con mia figlia.

Perché adesso si?

«Jake, il tuo cuore sta prendendo il volo. Perché?», domandai frustrata. Non poteva essere quello che pensavo.

Ma avevo passato troppo tempo a stretto contatto con lui. Avevo compreso e provato troppe cose in tutti questi anni.

Cose che mi avevano cambiata profondamente. Senza possibilità di tornare indietro. Come solo ai vampiri può accadere.

Si liberò facilmente della mia presa – non avevo mai avuto una vera idea di quanto potesse essere forte, poteva contrastarmi anche da umano – e si diresse lentamente dietro i cespugli. Vedevo perfettamente attraverso le foglie, così mi voltai per lasciargli un po’ di privacy.

Attesi paziente che si infilasse i pantaloncini tagliati al ginocchio. Appena il mio udito colse il suono dei bottoni che si richiudevano, mi voltai, e lo vidi spuntare da dietro il suo nascondiglio. Gli occhi bassi e pestati dalle lacrime.

«Bella», disse con voce roca, spezzata. «Bella, non posso più restare da te», aggiunse trattenendo altre lacrime.

Feci un passo verso di lui.

«Perché? Perché sei andato via così? Perché Edward mi ha detto che non stai soffrendo per Nessie? Per cosa stai male Jake?», domandai a raffica. Vederlo così era un tormento, ben peggiore di quand’ero umana.

Da sempre lo conoscevo come le mie tasche, sapevo leggere i suoi pensieri attraverso i suoi occhi. Ma ora che sono una vampira, dotata di sensi infinitamente più sviluppati, riuscivo a provare le sensazioni che trasmetteva con ogni sua espressione.

Sensazioni che solo lui mi faceva provare, ma che avevo sempre nascosto a tutti. Soprattutto ad Edward, e a lui stesso.

La mia conoscenza nei suoi confronti era diventata sconfinata.

Notavo ogni particolare del suo viso, ogni sfumatura dei suoi capelli, ogni bagliore del suoi denti bianchi, ogni fibra dei suoi possenti muscoli.

Lo vedevo come non lo avevo mai visto quand’ero una cieca e stupida umana.

«Non te lo ha detto, ovviamente. Lui non ti dice mai niente di quello che devi sapere!», sbottò furioso.

Erano anni che non lo vedevo così, impetuoso nell’esternare le sue emozioni.

Fece un lungo passo verso di me.

D’istinto assunsi una posizione di difesa, ma mi sentivo ridicola. Non era con me che era arrabbiato, lo sentivo.

«Vuoi attaccarmi Jake?», domandai per niente convinta. Ma non sapevo con certezza cosa gli fosse accaduto, meglio non dare nulla per scontato.

Sgranò gli occhi e lo stupore dominò il suo viso.

«No! Certo che no, Bells!», disse scioccato ed alzando le mani. «Accidenti a me», disse tra sé.

«Cos’è successo Jake?», domandai rilassandomi.

Mi guardò incerto. «Quello che temevo Bells. L’imprinting si è spezzato», disse. «In un certo senso, mi sono resettato», aggiunse con mezzo sorriso.

Lo guardai confusa.

«Vuoi dire che sei tornato quello che eri quindici anni fa?».

«Si», rispose dondolandosi su una gamba.

«Ma non doveva durare anche oltre la morte?».

«In teoria, si. Ma come ti ho detto, le nostre vicende si staccano dalle leggende Quileute».

«Hai idea del perché?», chiesi mentre feci un’altro passo verso di lui. Sospirò.

«Chi lo sà. Forse perché Nessie non era completamente umana. L’imprinting di solito si ha con normali esseri umani, non con ibridi. Non lo so, ma è l’unica cosa che mi viene in mente per spiegarmi la rottura della magia. Ma non è solo questo che mi ha sconvolto», disse scompigliandosi i capelli e sedendosi su una roccia che affiorava dall’erba.

Ormai gli ero abbastanza vicina per sentire il suo calore, come probabilmente lui sentiva l’ondata di freddo provenire dal mio corpo.

«Quando Nessie ha chiuso gli occhi, è come se mi fossi svegliato da un coma profondo. Quei cavi d’acciaio che mi legavano a lei, si sono distrutti. Come se si fossero raffreddati e di conseguenza spezzati. Il centro del mio universo non era più lei, ma di nuovo la terra», confessò cercando di farmi capire cosa avesse sentito dentro di sè.

«E perché hai fatto di tutto per non guardarmi in faccia Jake? Anche adesso guardi l’erba anziché me», feci notare.

Per un attimo i suoi occhi balzarono sui miei, ma li riabbassò subito, imbarazzato.

«Bè, in realtà sono un po’ combattuto su cosa provare. Non te lo so spiegare», disse con la sua voce roca.

Mi sedetti al suo fianco su quella roccia e lo guardai.

«Provaci. Sei sempre stato bravo a spiegare le cose».

«Già, potrei fare benissimo l’insegnante», scherzò abbozzando un sorriso.

Fece un breve silenzio, mentre l’ombra di ilarità sparì. Poi prese fiato e proseguì. «Questo imprinting ha spezzato tutte le promesse che ti avevo fatto, Bells. Com’era successo tra Sam e Leah», disse con un filo di voce. «Mi sento in colpa per aver gettato tutto al vento, così», disse schioccando le dita «di punto in bianco, con un semplice sguardo. Credevo che sarebbe stata una cosa bella, che avrebbe risolto tutti i problemi. Ma ora mi sono reso conto che ero come ipnotizzato. Ne ero diventato schiavo senza accorgermene, mi aveva privato della mia libertà di scegliere chi amare. Non ero più libero di essere me stesso. È stato terribile rendersene conto, Bells. E tutto in una volta. Ho sentito il peso di tutte le persone che sono dovuto diventare per seguire i suoi bisogni, invece dei miei», spiegò stringendo i pugni man mano che che scavava dentro le sue sensazioni.

«Riesco ad immaginare cosa provi», dissi sovrapensiero. Jake mi lanciò un’occhiata.

«E come fai? Hai sempre saputo cosa volevi, hai sempre amato chi avevi scelto», disse con un velo di amarezza. Poi colpito da non so cosa, distolse lo sguardo e ridusse la voce ad un sussurro. «E solo lui».

Quella precisazione, quel tono amaro e sofferente, mi riportarono indietro ad una vita fa.

Restai immobile come una statua, in silenzio. Come facevo sempre quando non volevo far capire cosa provassi a chiunque mi circondasse.

Se avessi aperto bocca mi sarebbe scappato il mio segreto. Volevo che andasse avanti, volevo sapere ogni cosa lo tormentasse, per capire davvero cosa fare.

«Non capisco il conflitto di cui parli», dissi. «Non avevi scelta, come hai detto tu. Non devi sentirti in colpa per qualcosa che non potevi controllare».

Jake scosse la testa.

«Non capisci, Bells. Io avevo già scelto chi amare, anche se a quanto pare non era la persona giusta pe me, almeno secondo la magia Quileute», rispose. «Ho visto quanto sei stata felice con Edward, quanto lo amassi, e non mi ha più dato fastidio in questi anni con Renesmee. Ma adesso…non lo sopporto più, e non posso combatterlo. Non mi resta che andarmene e cercare di dimenticarti», disse alzandosi di scatto ed allontanandosi da me di due lunghi passi.

La mia perfetta faccia da poker si sbriciolò e lo guardai sbigottita.

Con lui era difficile controllare le emozioni come facevo con il resto della mia famiglia.

  
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